Scheda di Hachi Yamanaka, Chunin [Medico]
[Utente: ArdynIzunia ]

« Older   Newer »
  Share  
NGDR - Staff
view post Posted on 22/7/2018, 21:40 by: NGDR - Staff
Avatar

Group:
Staff
Posts:
3,271
Location:
Naruto GDR

Status:


JwQ24Qj
Giorno 1

Come prescritto dal mio terapeuta, mi accingo a dare inizio alla stesura di un diario, in cui annoterò, sempre su previo consiglio del già citato luminare, ciò che avviene durante le mie giornate, i miei pensieri, sogni e remore, per cercare, con questa auto analisi, di capire le origini del mio disturbo.... Come se non sapessi l’origine di ogni mio male. Ah, che perdita di tempo.

E sia, teniamo contento quel cialtrone tutto sorrisini irritanti. DUNQUE.

Mi chiamo Hachi Kacchan Yamanaka, nato a Konoha il 3 ottobre 231DN, da Hadaka Kyosuke e Kyoko Yamanaka. Mio padre è morto durante l’assalto a Konoha da parte del Nukenin Ryu Yotsuki. Mia madre, invece, gestisce un negozio di fiori, circondata dall'affetto dei suoi cari. Si, vabbè, ste stronzate sullo stato familiare sono facilmente reperibili negli schedari del villaggio, quindi ciccia.

Seriamente dovrei scrivere riguardo me? Ah, che rottura... E sia, ma sappi, te stupido coglione che mi stai costringendo a scrivere tutta questa pantomima, che sarò prolisso, pesante... e mi metto pure a scriverlo in maniera striminzita e illeggibile, per il semplice gusto di farti cadere le palle a terra e vederle rotolare sotto il comodino che tieni sotto la finestra. O vicino al letto. Non mi importa dove sia ubicato sto cazzo di comodino, basta che abbia uno spazio dal pavimento tale per cui sia impestato di polvere e che ti renda impossibile recuperare le palle che ti saranno cadute li sotto.

Ordunque dicevo... Il mio nome è Hachi Kacchan, 18 anni, scorpione, pessimista di natura e per scelta di vita. Non che abbia potuto scegliere di essere così, sia ben chiaro, ma a giudicare dal mondo in cui viviamo, pensarla in maniera diversa mi sembra davvero impossibile. Pensi che tutto fili liscio, che vada per il meglio e sei li, pronto a goderti la tua vita felice, quando BAM! Ecco che sbuca fuori un dio famelico che vuole fagocitare il mondo intero, o un vecchio pazzo a cavallo di una lucertola obesa che, a quanto pareva, non aveva niente di meglio da fare che mettere a ferro e fuoco il paese. Ah, e non dimentichiamoci delle Bestie Codate e di quei gruppi di fanatici al loro seguito, non sia mai che ci dimentichiamo dell’ultima piaga che ammorba questa vita ormai straziata e dilaniata che, disperata, cerca soltanto di porre fine alle sue immeritate sofferenze.

Ecco, per far capire per bene il mio modo di pensare e approcciarmi alla vita, farò sfoggio di una citazione colta, di un vecchio filosofo straniero che, probabilmente, nessuno conosce, ma per quel che ne può sapere il lettore, povero sfigato, che sta leggendo questo scritto, potrei anche aver inventato di sana pianta, qui su due piedi.

« La vita è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia. »

Chiaro, semplice e pulito. Facile no? Bene, ora prendi questo piccolo concetto e mettilo da parte, perché servirà dopo. Quando non ti è dato saperlo.

Purtroppo per me non ho ereditato granché da mio padre. Ho ereditato dal ramo materno. Yuppidù, che bellezza.... Fermo. Prima che tu, lettore, possa fare considerazioni affrettate, no, non ho alcun problema con mia madre, anzi. È di una dolcezza unica, ed è stata una roccia, per me, quando è morto papà. Devo ringraziare i Kami di averla come madre, però... Quello che non sopporto, ed è quindi causa del mio male, è il suo bagaglio genetico. E no, non sto parlando delle capacità innate del mio clan, che di per se sono la cosa che reputo più.... Oddio, temo di esser in contraddizione, perché si, è figo avere capacità psichiche fuori dalla norma, ma sai che gran rottura è non riuscire a separare i propri pensieri da quelli degli altri?

Comunque sia, il problema non è quello.... Il problema è, come stavo dicendo, il bagaglio genetico di mia madre, che è una sorella gemella, gemella di un fratello maschio, che, per maledizione dei Kami mannaggia a voi e dove state, è il padre di mio cugino. Quel cazzone di mio cugino. Quello stramaledettissimo cugino che in famiglia è amato ed ammirato da tutti, preso a paragone per qualsiasi cosa e mannaggia ai Kami cos'altro.

Ecco, signori, qual è il problema della mia esistenza. LUI. Mio cugino. È da quando son nato che non posso scampare al venir rapportato con lui, nonostante sia più grande di me di una decina d’anni. Già la mia nascita mi ha segnato, perché non solo i miei genitori hanno avuto la bella idea di darmi il suo stesso nome, e qui mi chiedo se mia madre fosse ubriaca o se mio padre si sia drogato, in quel frangente, MA GLI ASSOMIGLIO PURE, PORCO JASHIN!

“Oh, ma guarda che carino il piccolo Hachi, ha gli stessi capelli biondi e lucenti di suo cugino Hachi.” Avevo cinque anni quando mi tinsi i capelli di nero, solo per evitare che li rapportassero ancora con i suoi. Peccato che quando i miei lo scoprirono papà rise di gusto, mentre mamma, in preda ad una crisi isterica, mi rasò a zero. E dire che avevo pure usato un pigmento naturale estratto da una delle sue piante.... Che male c’era?

Comunque sia, tingerli ogni volta che si sarebbe rivista la ricrescita, è uno sbattimento enorme, così ho lasciato perdere, preferendo invece tenerli disordinati e pieni di dreed e treccine colorate. L’antitesi perfetta del capello lindo e pulito di mio cugino, tiè.

Credo sia stato allora che ho iniziato a farmi chiamare, e presentarmi, col nome di Kacchan.

“Oh, Kacchan, a scuola vai davvero bene! Sono sicura che otterrai ottimi risultati proprio come tuo cugino Hachi” Mi sono fatto bocciare, per ben due volte, all'esame Genin, per due anni di seguito. Ricordo che, la prima volta, l’istruttore, nel vedere il mio nome sul registro, si meravigliò e si augurò di vedere gli stessi risultati che aveva conseguito il mio stramaledettissimo omonimo cugino del cazzo. Sul compito che consegnai gli scrissi un gigantesco “Muori cretino”, con tanto di sua rappresentazione grafica in cui veniva sodomizzato da una marea di icone falliche. Anche quel giorno mio padre rise di gusto, mentre mia madre, in preda ad una crisi isterica, mi diede tanti di quei sculaccioni che i macachi, al confronto, avevano un sederino chiaro e roseo. La seconda volta mi limitai a lasciare il foglio in bianco.

Alla terza, la volta buona, presi il massimo del punteggio. Anche perché mi ero rotto il cazzo a lasciare in bianco certe domande tanto elementari, mentre per le prove fisiche feci lo stretto indispensabile per prendere la sufficienza, il minimo necessario per ottenere il rango di Genin. Ah, ottimo! Finalmente la pecora nera della famiglia aveva iniziato a metter la testa a posto!

Beh, si, diciamo che da piccolo sono stato parecchio scapestrato. E vi faccio ben immaginare del perché di tale scelta, ma ormai credo lo abbiate capito. Se non l’hai capito, caro lettore, sei una testa di cazzo tale e quale a mio cugino.

Ora, ricordi quando ti avevo riassunto la mia visione della vita in quella citazione tanto allegra quanto sconosciuta? Bene, riprendiamola adesso, perché sarà fondamentale per capire gli sviluppi avutisi dopo il superamento dell’esame Genin.

È stato in questi anni, fatti di gavetta che solo un neo ninja può fare, insieme a due altre anime disperate, capitanate da uno stronzo che faccio fatica a capacitarmi di quanto sia fancazzista, che ho capito una cosa: la vita fa schifo. Dico sul serio. Schifo proprio. Eppure.... Dico io, possibile che non si possa avere un briciolo di gioia? Anche una piccolina... Zero proprio? È mai possibile?

Ed è qui che ho pensato: se la vita fa così schifo, possibile che non ci sia un modo per cambiare questo stato delle cose o, quanto meno, renderle più... Sopportabili, ecco. Era diventata la mia vocazione: cercare un modo per rendere sopportabile e alleviare il peso delle sofferenze che la vita ci mette davanti. E avevo pure capito come riuscirci... Peccato che, anche in questo caso, RIENTRI SEMPRE QUELLA SPINA NEL FIANCO DI MIO CUGINO! Maledetta Inari e tutti i suoi chicchi di riso...

Ti starai chiedendo, lettore che ormai non ne può più di sta lamentela continua, “Ma Hacchan, cosa mai centra tuo cugino in questo adesso?” Centra, purtroppo centra. E sapete perché? Seguendo il mio nindo, io vorrei fare il medico. Il Medico di Recupero. E indovina? Si. Mio cugino. Anche lui è un Medico di Recupero. IL Medico di Recupero.

In questo momento, mentre scrivo, sto chiamando i Kami uno per uno, sperando tanto che cadano dal cielo in cui risiedono e si schiantino al suolo di testa. Ma te stai leggendo, che ti frega... Quindi capisci il mio dramma? Capisci dove sta il problema di fondo di ogni mio male? Vivo costantemente nell'ombra di mio cugino. E non ne posso più.

Però. Però. Però. Penso di aver trovato un modo per uscirne. Solo, mi toccherà ingoiare parecchi bocconi amari... Direi che per oggi può bastare, mi sono rotto di scrivere. Penso che non scriverò altre pagine di sto diario. Una mera perdita di tempo, ecco cos'è.

Ah, e si. Se non l’hai capito, mio cugino è quel cazzone di Hachi Yamanaka, il Capo della Sezione di Medicina di Recupero del Villaggio. E si, mi chiamo Hachi Yamanaka anche io. Porco....


Sospirando mestamente, il giovane si gratta distratto l’accenno di barba che si sta facendo crescere, per poter mascherare, a detta di una sua lontana parente “i lineamenti delicati simili a quelli di suo cugino Hachi”. Gli occhi dalle iridi blu scure scrutano le due ragazze che, sedute sul suo letto, leggono imperterrite il contenuto del diario che sono riuscite facilmente a strappare di mano all’amico.

Ridono sotto i baffi, alzando lo sguardo di tanto in tanto, distaccandoli dalle parole scritte in una grafia fin troppo ordinata per esser quella di un ragazzo, per scrutare il giovane, indispettito per quella invasione della sua privacy, e poi tornare nuovamente alla lettura.

Una delle due ragazze, quella più minuta delle due, inizia a ridere sguaiatamente, dimenandosi e lasciandosi cadere all’indietro, abbandonando ogni qual si voglia compostezza, facendo sbuffare innervosito il ragazzo, mentre l’altra, imbarazzata, inizia a grattarsi una guancia paffuta, ridando indietro il diario all’amico d’infanzia.

«Beh, dai, alla fin fine rispecchia il tuo modo di essere...» «Fin troppo direi! Cavolo, Kacchan, ma seriamente hai intenzione di consegnarlo? Con questa ti dai la zappa sui piedi, sappilo. Già ti sei giocato la promozione a Chunin, ma con questa.... Cavolo, chissà che faccia farà lo psicanalista quando lo leggerà! Ahahahahaha.» «Natsuko, smettila, non sei d’aiuto così....» Prova ad intervenire la ragazza più in carne, ma è inutile, perché l’amica continua a ridere e dimenarsi, trovando l’intera situazione più comica di quanto non sia.

«Come te la diverti te, solo perché sei stata promossa senza problemi. E poi l’ho voluto io, il non esser promosso.» Asciugandosi una lacrima all’angolo dell’occhio pallido e leggermente rosato, la ragazza si rialza, sorridendo ammiccante mentre si avvicina al giovane. Gli posa una mano sulla spalla, issandosi sulla punta dei piedi scalzi per poter avvicinare il viso al suo, le labbra rosee vicinissime al suo orecchio addobbato da innumerevoli piercing e orecchini. «Oh, Kacchan, quante cose ti ostini a non voler fare. E solo per soddisfare il tuo stupido orgoglio.» Un bacio sulla guancia, indugiando più del dovuto, mentre preme il petto contro il suo braccio, cosa che irrigidisce visibilmente il giovane e, con una piroetta lascia la stanza, salutando con una mano i due compagni. E solo allora Kacchan si permette di respirare nuovamente, lasciandosi cadere a peso morto sul letto, di faccia nelle lenzuola stropicciate, di fianco all’amica che, a confronto del giovane, è davvero imponente.

«Tu che dici Chiyo? Dovrei davvero consegnarlo?» Domanda, la voce distorta dal tessuto. La ragazza sospira, cercando di mettersi comoda, mentre si gratta una guancia spruzzata di lentiggini. «Beh, si vede che l’hai scritto di getto.... Fossi in te cercherei di... Lo sai, no? Addolcirlo un po’?» Il giovane volge lo sguardo su di lei, bieco e imbronciato, così la giovane, che stando allo stemma che porta sulla giubba, è un’Akimichi, tenta subito di correggersi, arrossendo visibilmente. «Non dico di cambiare completamente il contenuto, ma sai... Eviterei improperi ed imprecazioni....»

Kacchan, però, si limita ad emettere un muggito esasperato, continuando a rimanere disteso, sconsolato. «Valutazione psicologica, e solo perché ho rifiutato una promozione.» «Direi che il problema sia stato il come.... Sai, urlare contro un superiore, sbattendogli la giubba in faccia, non credo sia stato il modo migliore per farlo...» Ammise, tirandosi su e mettendo in mostra il suo mastodontico metro e novanta.

«Capisco che per te non sia facile, ma pensaci bene. Se davvero vuoi diventare medico, devi riuscire a toglierti dalla testa il tuo volerti sempre mettere a confronto con tuo cugino. E anche tuo papà te lo diceva sempre, o no?» Rimane in silenzio il giovane Yamanaka, conscio di come l’amica avesse ragione.

«Ora devo andare, che stasera tocca a me preparare la cena per i miei fratelli. Ti prego, pensaci davvero.»

E, così dicendo, lascia l’amico solo con i suoi demoni.


Quel che voglio diventare
Quest medica - 双子 - Futako: Due gocce d'acqua


Dopo l'ennesima seduta dal suo analista, Kacchan prende coscienza del fatto che non può più nascondersi dietro ai problemi che la vita gli impone. Decide quindi di prendere ogni situazione che gli capita a tiro in pieno petto, senza piangersi addosso per paura delle conseguenze. E, con in mano questo nuovo nindo, decide di affrontare la prima questione spinosa che lo affligge, ovvero il suo desiderio di diventare medico, da sempre accantonato per paura di venir costantemente messo a paragone con l'odiato cugino, nonché primario dell'ospedale di Konoha.

Motivato, dunque, da questa ferrea convinzione, tenta in tutti i modi di potersi iscrivere al nuovo corso di medicina, ma per una sfortunata serie di eventi, Kacchan si ritrova coinvolto nel bel mezzo di un intervento a cuore aperto. Mostrando sorprendenti doti apprese da autodidatta, Kacchan aiuta egregiamente durante l'intervento, che otterrà esito positivo solo col tempestivo arrivo di Hachi, suo cugino, che permetterà così di salvare la vita del paziente portando con se il sangue necessario per la trasfusione.

Grazie a questo primo successo, Kacchan ottiene la possibilità di partecipare ai corsi per diventare medico. Non è semplice per il giovane, messo costantemente alla prova, per via soprattutto del suo grado di parentela, che spesso e volentieri, teme il ragazzo, possa conferirgli meriti e/o agevolazioni che mal sopporta.

Tra i tirocinanti, lega particolarmente con Naoko Aburame, la migliore del suo corso, specializzata nella rimozione di sostanze tossiche e nel monitoraggio dei parametri vitali, grazie ai suoi insetti, coccinelle, le quali richiedono, per mantenersi in un ambiente sano ed equilibrato, che la ragazza non manifesti alcun tipo di emozione. Nonostante l'apatia della ragazza, riesce a diventare buona amica dello Yamanaka che, grazie alla sua schiettezza, la considera un'ottima valvola di sfogo e migliore di quel ciarlone del suo terapeuta, ormai sparito nel nulla.

Ovviamente non mancano i diverbi con suo cugino, sempre aspri e furiosi, che li hanno sempre visti contrapposti, specie davanti agli altri colleghi, facendo crescere la fama di Kacchan come un ragazzo troppo escandescente e poco tollerante.

Superato l'esame di abilitazione, il ragazzo dovrà però affrontare una prova ben più impegnativa: rivangare il passato, spiegando per filo e per segno come mai, durante una missione, abbia dato in escandescenza, aggredendo un suo superiore, davanti alla stessa Hokage, per poter riottenere il reintegro in servizio. Conscia dei turbamenti che hanno colpito il giovane, l'Hokage ripone nel ragazzo piena fiducia, permettendogli così di riprendere la sua carriera da ninja, e da quel giorno anche da medico.


La prima missione
Autogestita #1

La prima missione di Kacchan, risalente al settembre del 244DN è stata a Kaedenoha, dove insieme al suo team, ha rimesso a nuovo un onsen preso in gestione dalla sorellastra del suo sensei. Durante questa missione ha capito che: (1) Mai dare retta al suo sensei, specialmente se si tratta di interagire con le donne. (2) Natsuko mena peggio di un fabbro.


Missione di reintegro
Missione 99 D - Il recupero della Pergamena

Rientrato nuovamente in servizio, Kacchan riceve la sua prima missione dopo il lungo periodo di inattività: ritrovare una pergamena perduta da un noto mercante di tali prodotti, un certo Arata. Poiché il mercenario al soldo del mercante, mandato in precedenze per recuperare l'oggetto disperso, non è più tornato, viene richiesto l'aiuto di un ninja.

Non molto entusiasta di tale incarico, per via dell'atteggiamento del committente, Kacchan si dirige in una località termale in cui si suppone Arata abbia perso la pergamena. Strada facendo, si imbatte in un anziano guerriero ferito e visibilmente ubriaco di nome Momosuke. Soccorso dal giovane medico, disperato chiede aiuto al ragazzo, rivelando di essere il mercenario mandato da Arata.

Non sapendo dire di no, il ragazzo lo aiuta, recuperando un ventaglio che l'uomo aveva perso giocando a carte. Tornando da lui, però, scopre che l'uomo è sparito: ripresosi dalla sbronza, l'ha preceduto alle terme in cui era diretto, per recuperare la pergamena.

Imbestialito per esser stato preso per il culo, Kacchan affronta Momosuke, prendendogli la pergamena e restituendola ad Arata, scoprendo che in realtà non aveva un vero e proprio valore materiale, quanto emotivo, in quanto lascito di suo padre.


Omizutori
Matsuri {1° edizione}

Costretto con l'inganno da sua madre, Kacchan si reca a Kaijūatama, nel Paese delle Cascate, dove si tiene il periodico Omizutori. Combattendo contro i fantasmi del passato, Kacchan farà nuove conoscenze, alcune del tutto inaspettate.

Una di queste è un ninja straniero, Ying, affiliata a Kumo. Le sue particolari doti di manipolatrice del Katon attirano immediatamente l'attenzione del giovane di Konoha, che cerca, in maniera goffa, di fare amicizia con lei, invitandola a pranzo.


Torneo Chunin - Fase 1
Jouri 場裏 - Il gioco di Jikan

Il VII Torneo Chunin inizia e, nonostante le divergenze all'interno della squadra, il Team di Kacchan decide di prenderne parte, partendo così per Iwa, in compagni di un ristretto cerchio di partecipanti di Konoha, tra cui il primogenito dell'Hokage e di suo cugino Hachi, anche loro presenti.
Giunti nell'Arena in cui verranno messi alla prova, Kacchan fa la conoscenza di altri partecipanti, tra cui Sumiye, una giovane ninja di Kiri, Akira e Riku, ninja di Kumo, con i quali si ritroverà a far squadra durante lo svolgimento della prima prova.

Divisi quindi in team da 4 persone, dovranno scortare qualcuno fino ad una torre, cercando di portarla lì incolume e nel minor tempo possibile. Con orrore, Kacchan scopre che dovranno scortare un bambino malato, Giman, visibilmente debole e provato. Inutile dire quanto la cosa faccia incazzare Kacchan, disgustato dalla scelta di Iwa di sfruttare a quel modo creature così indifese. Il giovane, quindi, prenderà molto a cuore il piccolo, cercando in tutti i modi di proteggerlo, ma immediato si palesa davanti a loro il primo ostacolo: uno strano giullare li obbliga a prender parte di un macabro gioco, un quiz dove sbagliare risposta può portare ad una tragica conclusione.

Risposto in maniera corretta alla prima domanda, Kacchan viene diviso dal resto del gruppo, continuando così la traversata col piccolo Giman in spalla, ma alla seconda domanda, nonostante la risposta giusta, Kacchan viene ingannato e il giullare mascherato riesce a portargli via Giman. Inferocito col sistema e con se stesso, lo Yamanaka non demorde e, dopo essersi ricongiunto con Riku, riesce, capovolgendosi spiritualmente nel corpo del bambino, a scoprire che i giullari sono in realtà una sorta di burattini, controllati da qualcun'altro, che sembra aspettarli ai piedi della torre.

Raggiunta la torre, il gruppo si ricompatta e trovano ad aspettarli Jikan, un giovane e avvenente uomo pronto a tutto pur di fermarli, ma grazie alla sua parlantina e sfruttando la mania da palcoscenico dell'avversario, Kacchan riesce a tenerlo impegnato quel tanto da permettergli di prendere il controllo del suo corpo... ma Jikan non è tanto stupido e riesce abilmente ad ostacolarlo. Lo Yamanaka non può far altro che sacrificarsi, in modo tale da permettere agli altri due ninja di Kumo di proseguire e salvare Giman, ma Jikan lo lascia stranamente andare, suggerendogli di non affezionarsi troppo al piccolo.


Torneo Chunin - Fase 2
Jouri 場裏 - Le Porte della Torre

Finalmente raggiunta le meta tanto agognata, Kacchan e i membri superstiti della sua squadra si ricongiungono ai rimanenti partecipanti con i rispettivi bambini. Rifocillati da una pioggia benefica generata dalla torre alla quale sono giunti, gli aspiranti Chunin scoprono con orrore in che modo dovranno proseguire: uccidere i bambini delle squadre avversarie permetterà loro di aprire le porte della torre e salire verso la prossima prova da affrontare.

L'idea di massacrare dei bambini, specie in un contesto "goliardico" come quello di un banale torneo, non piace a molti dei presenti, Kacchan in primis, tanto da ostinarsi con fermezza nel cercare soluzioni alternative alla risoluzione della prova. Di diverso avviso sono, però, uno dei ninja di Kiri e l'unico partecipante di Iwa, che cercano in tutti i modi di iniziare il conflitto, accanendosi sui bambini, che vengono prontamente difesi.

Kacchan, indignato da tutta quella messa in scena, esclama apertamente il suo risentimento e disgusto verso Iwa, il torneo e la sua organizzatrice, la Tsuchikage, cercando, infine, di tirare per le lunghe la tregua creatasi nell'arena, con tutta l'intenzione di rendere noioso lo spettacolo e spingere al sabotare lo stesso da parte dei partecipanti. Effettivamente qualcosa succede, perché un fattore esterno alla prova irrompe, decretando la fine della loro prova. Jikan, accompagnato dai suoi fantocci, interviene per ordine della sua kage, mettendo al tappeto i presenti.

Risvegliatisi all'interno dell'arena, scoprono dalla stessa Tsuchikage che i bambini che si stavano tanto ostinatamente rifiutando di uccidere erano in realtà spie di una terra nemica di Iwa, mandate per spargere il morbo di cui erano affetti e che, nonostante le loro intenzioni, avrebbero comunque trovato la morte per quel loro crimine. Così il torneo viene chiuso, decretando il fallimento dei partecipanti, i quali verranno poi sottoposti a cure adeguate, per debellare il rischio di contagio. Tutti tranne Kacchan, che dovrà ancora affrontare le conseguenze di ciò che ha detto tanto spavaldamente contro Iwa e la sua regina.


Torneo Chunin - Chiusura
Jūjiro 十字路 - Appeso a un filo

Convocato al cospetto della Tsuchikage, Kacchan si ritrova a dover affrontare le conseguenze di quanto detto in arena. Davanti all'imperturbabile Chiye Koizumi e a sua sorella, decisamente più furente, Kacchan riconferma il suo punto di vista, impuntandosi sulla sua intenzione di non voler uccidere Giman, trascinato lì dentro da Jikan, unico spettatore di quell'incontro.

Non apprezzando la risposta ottenuta dal ragazzo, la donna non si fa alcuno scrupolo nell'uccidere lei stessa il bambino, cosa che, inaspettatamente, lascia del tutto indifferente il ragazzo di Konoha che scopre come, in realtà, l'affetto che provava per quel bambino era dettato da mero interesse personale, incuriosito dalla malattia che aveva ed intenzionato, più che al salvarlo, a scoprire i segreti del male che lo attanagliava.

Lasciato quindi da solo con il corpo esanime del bambino e un baldanzoso Jikan, Kacchan assiste a qualcosa che lo turba profondamente, tanto da farlo definitivamente crollare davanti al soddisfatto giullare: vede comparire un'entità oscura, invisibile ai presenti, un'ombra dell'anima del piccolo Giman che, lasciandosi dietro una serie di impronte, lo afferra per un braccio, "marchiandolo".

Sconvolto da quella apparizione, scomparsa tanto in fretta quanto era apparsa, Kacchan si apre completamente col suo aguzzino, svelandogli la parte più oscura del suo carattere, quella di cui prova più disgusto, che costantemente nasconde con la sua solita facciata di perbenismo e altruismo. Estasiato da tale rivelazione, Jikan non si frena, dando sfogo alla tensione che lega i due, costringendo Kacchan, con un bacio rovente ed appassionato, ad ingoiare l'antidoto al morbo contratto con la vicinanza del bambino.

Alla fine, completamente confuso e disorientato da quanto accaduto, Kacchan lascia la stanza sulle sue gambe, completamente imbrattato dal sangue del bambino a cui era tanto legato.


L’inizio del turbamento
Missione 14B - L'antico vaso andava portato in salvo


Dato l'esito fallimentare del Torneo Chunin, Kacchan sarà costretto a svolgere il prossimo incarico sotto la supervisione di un suo diretto superiore, in modo tale da valutare se il ninja sia meritevole o meno di ottenere la promozione a Chunin. Sfortunatamente per lui, oltre al fatto di dover partire in missione con il figlio della Hokage, Hikarikage, si ritroverà la stessa Akane Uchiha come supervisore, accompagnata da un suo collega più esperto, Ryota, incaricato di monitorare lo stato di salute dell'Uchiha, la quale è prossima a partorire.

L'incarico, sulla carta, riguarda il recupero di un antico vaso trafugato durante il suo spostamento da un tempio ad un altro e si sarebbe potuto concludere abbastanza in fretta, se non fosse per la predisposizione naturale di Kacchan nel complicarsi la vita. Dapprima crea una situazione abbastanza tesa nella squadra, causata dal suo non voler accettare l'Hokage in missione con loro, per via del suo stato interessante e dei problemi che ciò potrebbe comportare durante lo svolgimento dell'incarico. Dopo, all'insaputa dei compagni, soccorre una sacerdotessa soggiogata da un demone, Chishiki, con il quale decide di stringere un patto: lui l'aiuterà a trovare la sua agognata libertà, in cambio di informazioni sul vaso da ritrovare.

Scopre così che il vaso non è un mero orpello votivo, ma il contenitore di un antico demone che trae forza dal potere dei venti. Per impedire che il vaso possa accidentalmente venir danneggiato e liberare il demone ivi imprigionato, Kacchan si ricongiunge con Hikarikage, con il quale si era diviso per effettuare indagini su più larga scala e, insieme, riescono ad intercettare e catturare i ladri, nonché recuperare l'antico vaso.

Purtroppo, in questo frangente, il demone Chishiki inizia a manifestare il suo desiderio di libertà, cercando di prendere il sopravvento sulla volontà di Kacchan, ed è in questo frangente che il giovane Yamanaka scopre di avere una particolare abilità, a lungo tenuta sopita: la capacità di intercettare le anime dei morti e di usarle a proprio vantaggio.

Spaventato da quanto successo, Kacchan cercherà in tutti i modi di mantenere le distanze dal gruppo, per timore di ferire i compagni, ma al momento della riconsegna della refurtiva, l'abate che ha commissionato la missione e la sacerdotessa salvata da Kacchan cercheranno in tutti i modi di mettere il giovane alle strette, in modo tale da poter imprigionare nuovamente il demone.

Chishiki cercherà quindi in tutti i modi di resistere, tentando nuovamente di soggiogare lo Yamanaka, ma il ragazzo, ormai accerchiato e oppresso da tutto e tutti, incattivito dal demone, si ritrova a dover fare i conti con la sua nuova capacità, sfortunatamente fuori controllo. Ormai stremato, riuscito in extremis ad impedire alle anime da lui stesso richiamate di far del male ai nascituri dell'Hokage, verrà messo al tappeto da quest'ultima con una genjutsu, che lo lascerà tramortito per diversi giorni.

La missione è conclusa, ma in Kacchan si è appena aperta una voragine dentro che difficilmente sarà possibile risanare.


Pánta rheî - Tutto scorre
Post di Ampliamento BG a causa del Time Skip


Dopo essersi ripreso dalle fatiche della sua ultima missione, Kacchan, spaventato da quanto successo, deciderà di allontanarsi dal villaggio, per timore di fare del male ai suoi cari o a qualcuno degli abitanti. Prima di partire, però, avrà uno scambio di battute con sua madre, la quale le rivelerà che suo padre, originario del Paese delle Pioggia, prima che lui nascesse era alle prese con alcune ricerche su delle antiche usanze tipiche del suo villaggio di provenienza e di una particolare patologia strettamente legata ad essa, la stessa che sembrerebbe affliggere Kacchan.

Il giovane inizia così un suo personale viaggio, con l'intenzione di scoprire quanto più possibile su questa sua particolarità tanto pericolosa e sul perché sia così fondamentale per i riti religiosi della popolazione da cui suo padre proviene. In un primo momento, scoperte le cause mediche di tale patologia, si ritrova a poter fare una scelta: sopprimere le sue abilità con dei farmaci, in modo tale da poter tornare a casa con i suoi cari, oppure continuare il suo viaggio, alimentando la sua sete di conoscenza, ma mantenendo sempre alto il rischio di perdere nuovamente il controllo dei suoi poteri.

Per capire ciò che vuole veramente, Kacchan si recherà ad Iwa in cerca dell'unica persona, al momento, ad aver visto quanto in realtà la sua facciata perbenista nasconda in realtà un animo ben più oscuro e contorto, Jikan. In sua compagnia, Kacchan si lascia completamente andare, andando a briglia sciolta, incurante del fatto di voler apparire per forza una persona migliore di quanto in realtà è, o non è, a seconda dei punti di vista. Preso coscienza del fatto di essere una persona bramosa di conoscenza, deciderà quindi di continuare per la sua strada, incurante di quello che possono poter pensare gli altri di lui.

Sfortunatamente, però, le sue ricerche subiscono una brusca frenata quando, arrivato ad importanti sviluppi, si ritrova a sbattere contro gli ultimi avvenimenti che stanno colpendo il mondo ninja ed, in particolare, le persone che sono a lui più care: Chiyo, sua compagna di squadra, nonché amica d'infanzia, muore, vittima del misterioso morbo che sta mietendo centinaia di migliaia di vittime. Natsuko, l'altra ragazza appartenente alla sua squadra, nonché amante storica di Kacchan tra continui tira e molla, incolpa il ragazzo della morte dell'amica, di come il suo menefreghismo nei loro riguardi ed egoismo l'abbia spinto lontano da loro, impedendo così a Chiyo di avere vicino a sé la persona che riteneva come un fratello.

Sentendosi quindi in colpa per la morte dell'amica, per non esser riuscito a fare nulla per lei, decide quindi di arruolarsi nella Compagnia delle Isole Orientali, in modo tale da poter prendere parte ad una delle tante spedizioni adibite alla ricerca di una cura.


Il bello di tornar bambini
Role libera con Masaru Takeda

Nel Novembre 249 DN, agli inizi del suo viaggio di scoperta "interiore", Kacchan fa ritorno ad Iwa per poter parlare con l'unica persona con cui può sentirsi libero di mostrare ogni sfaccettatura del suo carattere, anche quella più oscura e contorta, Jikan.... ma si sà, il giullare ha manie da prima donna e adora farsi attendere... Ed è in queste occasioni che si fanno gli incontri più inaspettati.


Finalmente qualche progresso
Autogestita #2 - 陰 | 陽 - Yin | Yang - Qual è il lato oscuro della collina?


Nel Maggio 250 DN, Kacchan si reca nel villaggio natio di suo padre, Tamashī no Niwa, un piccolo borgo nel Paese della Pioggia. In questa comunità hanno una particolare cultura religiosa che verte, principalmente, intorno a quegli individui in grado, come Kacchan, di manipolare le anime dei morti. In particolare, uno dei riti principali, prevede il pellegrinaggio di uno di questi "prescelti" in giro per il continente, in modo tale da raccogliere, durante il cammino, quante più anime e quanto più chakra naturale possibile, in modo poi da rilasciarlo all'unisono, in modo tale da ristabilire i livelli energetici dell'universo e condurre le anime dei morti nell'oltretomba.

Gli abitanti del villaggio, però, non sono molto collaborativi, anzi, sono parecchio schivi col ragazzo, con il quale evitano qualsiasi tipo di interazione. Cosa che però non fa Tsuki, abitante del luogo, nonché nonna di Kacchan, che lo indottrinerà sulla storia del luogo e di come, principalmente, tutto il loro credo verta intorno al "cristallo" e ai "manipolatori di chiralina".

Sui manipolatori di chiralina, Kacchan pensa di essere abbastanza informato, essendone lui stesso uno, mentre il cristallo, per lui, è un vero mistero, perciò decide di incontrare un'altra manipolatrice di chiralina, Aki, una ragazza che è stata scelta per compiere il rituale principale del loro credo. Decide quindi di raggiungerla nel Tempio di Anima, luogo in cui è custodito il famigerato cristallo e dove si officiano i riti sacri, ma qui incontra due forestieri provenienti da Kumo, che immediatamente cercano di aggredirlo.

Durante la fuga, Kacchan viene tratto in salvo dagli stessi abitanti del villaggio, che scoprirà con orrore essere tutti già morti: il villaggio, in realtà, è ormai da tempo diventato una città fantasma, la sua popolazione decimata dapprima dal morbo, poi dall'arrivo dei due fratelli Yotsuki, Kuroichi e Makoto. Anche loro sono manipolatori di chiralina, in maniera diversa dalla sua, e l'intenzione di Kuroichi è quella di caricare il cristallo di chiralina demoniaca in modo tale da salvare sua sorella dalla possessione di un demone, Gogmazios. Pertanto, l'alta concentrazione di chiralina nel villaggio ha permesso a Kacchan, inconsciamente, di materializzare tutti i suoi abitanti.

Sconvolto da quanto scoperto, sorpreso più che altro per le implicazioni che queste sue scoperte avrebbero sulle sue ricerche, Kacchan, una volta messosi in salvo, viene raggiunto da Masaru, guidata fin lì da Shiroko, un'albina amica di Makoto e intenzionate a fermare Kuroichi prima che si impossessi dei poteri del demone Gogmazios.

L'intenzione di Shiroko è quella di uccidere Kuroichi non appena abbia effettuato il trasferimento del demone dal corpo della sorella al suo, ma Kacchan si rende amaramente conto che questo piano ha un'incognita che nessuno, nemmeno Kuroichi, aveva minimamente considerato: la presenza dello stesso Kacchan e della sua abilità, ancora acerba, potrebbero causare una catastrofe, in quanto si correrebbe il rischio di materializzare il demone nel loro mondo non appena Kuroichi venga ucciso, nello stesso modo in cui lui aveva materializzato gli abitanti del villaggio e che, in passato, aveva fatto col demone Chishiki.

L'unico modo per evitare un tale disastro è quello di portare a compimento il rituale di riequilibrio: in questo modo le anime dei morti, guidate dal flusso di chakra e chiralina, verrebbero direzionate verso l'oltretomba, costringendo anche il demone a compiere lo stesso viaggio. Per farlo, però, Kacchan scopre subito che dovrà farsi carico di un grosso fardello non indifferente: dovrà causare la morte di Aki che, al momento, si è fusa col cristallo, come prevede il rituale, ma non essendo più in grado di controllare il suo corpo, Kacchan dovrà essere lui stesso a manovrarlo, con l'utilizzo del capovolgimento spirituale, ma ciò comporterebbe anche la sua morte.

Intenzionato, tuttavia, a compiere tale atto, con l'aiuto di Shiroko, Masaru e Makoto, ormai libera dal giogo del demone, tengono a bada un Kuroichi ormai completamente soggiogato dal demone. Le due ninja di Kumo tengono a bada l'abominio, mentre Kacchan e Masaru si occupano del cristallo: entrambe le squadre dovranno coordinare il colpo decisivo, in modo tale da ottenere il massimo grado di efficacia.

Il piano di Kacchan funziona e, per poco, anche lui non ci lascia le penne: viene salvato dall'intervento delle anime che si sono legate a lui, impedendogli così di venir trascinato via dalla corrente, tra cui lo stesso Kuroichi, il quale spiega a Kacchan i reali motivi dietro le sue azioni e affidandogli le ricerche da lui compiute fino ad ora.

È un grosso passo avanti per le ricerche dello Yamanaka: questo significa che esisteva una "famiglia d'origine", dalla quale si sono poi suddivise delle "famiglie cadette", tutte accomunate dal manipolare la chirlina, ma ognuna in maniera differente. Una scoperta senza precedenti, che gli permetterebbe di ricreare l'albero evolutivo di un vero e proprio clan, nel caso in cui si dovesse imbattere in altre persone con le loro capacità.

E poi, c'è dell'altro: esisterebbe un modo per avere "l'immortalità" e la chiave di ciò è custodita nel Culto di Jashin e nei suoi adepti... Sarebbe interessante scoprirne i segreti... In questo modo, avrebbe tutta una vita, e forse più d'una, d'avanti, per completare ed ampliare i suoi studi...


Quando la pioggia cade...
Role libera con Masaru Takeda Post di Ampliamento BG


Dopo lo scontro avuto con Kuroichi, il gruppo decise di rifocillarsi nella dimora che un tempo apparteneva ai nonni di Kacchan. Sono esausti e particolarmente provati da quanto successo: Makoto e Shiroko, isolate nel loro dolore, lasciano quindi da soli Kacchan e Masaru.

Dato sfogo agli impulsi del momento, i due passano la notte insieme, aprendosi l’un l’altro: Masaru sembrerebbe particolarmente presa dallo Yamanaka, il quale si ritrova ad essere abbastanza confuso sui sentimenti che prova verso la donna. Parlare di amore è decisamente troppo, al momento, forse può considerarla un’amica preziosa, ma… È davvero necessario legarsi a qualcuno, col rischio che possa ostacolare i propri progetti futuri?

Dopo aver lasciato la donna a riposare, lo Yamanaka riesce, grazie all'aiuto di Shiroko, a mettere le mani sugli appunti di Kuroichi. Questi rappresenteranno un tassello fondamentale per le ricerche di Kacchan, ma dovrà riuscire prima a decifrarne il contenuto, criptto e quindi ignoto al giovane studioso.


Le lucciole tra le ombre
影のホタル - Kage no Hotaru - Creazione Organizzazione


Dopo quanto successo con suo fratello, Makoto si sente in colpa per i crimini commessi e, quasi a cercare una vana forma di redenzione, decide di prodigarsi per ricostruire quanto meno il villaggio che li ospita. Kacchan, però, le fa notare come quell’azione sia abbastanza inutile, dato che il villaggio è ormai disabitato, i suoi abitanti rimasti vittima dei terribili esperimenti di Kuroichi. Se davvero la Yotsuki vuole redimersi, le consiglia lo Yamanaka, dovrebbe aiutare i vivi, coloro i quali non hanno la forza necessaria per riuscire ad affrontare le avversità che la vita può parargli contro. Con questo pensiero, Makoto allora sprona il giovane a fondare, insieme a lei, un gruppo dedito proprio a questo: rappresentare un barlume di speranza per chi si sente attanagliato dalle tenebre.


Rivelazioni e Confessioni
Matsuri {2° edizione}


Approfittando della confusione generatasi a Kumo per i festeggiamenti del primo anno di insediamento del nuovo Raikage, Kacchan si unisce ai festeggiamenti, con l’intenzione di consegnare, da parte di Makoto, una lettera proprio alla persona che, in quel momento, da al mondo occasione di discutere: Eiji Imai, Kage di Kumo, ha infatti approfittato dei festeggiamenti per dichiarare di essere non solo uno jashinista, cosa che accende ulteriormente la curiosità dello Yamanaka, ma anche un Jinchuriki, ovvero un umano al cui interno risiede quello che è rimasto delle tanto spaventose Bestie Codate che negli ultimi tempi hanno dato parecchie grane.

Ed è nel bel mezzo dei festeggiamenti che Kacchan riesce, fortuitamente, ad avvicinarlo, riuscendo a consegnargli la missiva in un momento di relativa calma: in quelle pagine, Makoto ha segnato tutto quello che le è successo negli ultimi tempi, forse nella speranza di ricevere dal nuovo reggente una qualche forma di perdono per i crimini commessi da lei e suo fratello Kuroichi.


Ritrovarsi per poi perdersi
Spedizione B - Blätter


Dopo aver concluso un incarico per le Kage no Hotaru, Kacchan riceve un messaggio da Masaru, la quale necessita del suo supporto per poter svolgere una consegna abbastanza delicata per una sua conoscente. Decide di raggiungere la compagna, nonostante sia da diverso tempo che hanno perso i contatti: lei, forse per orgoglio, non lo ha cercato; lui, dal canto suo, perché vede in lei un peso che può ostacolarlo nelle sue ricerche.

Iniziano così i primi screzi tra i due amanti: Kacchan cerca in tutti i modi di rendersi odioso, quasi a voler usare quella scusa per riuscire ad allontanare la sua presenza dal cuore della Jinton, la quale sembra abbastanza preoccupata dalla piega che il loro rapporto sta prendendo. O almeno così si ritrova a supporre lo Yamanaka.

Sfortunatamente per lui, quando l'incarico sembra esser giunto facilmente a termine, vengono presi di mira da un gruppo di mercenari, ninja come loro, pronti ad affrontarli per poter sottrarre loro l'ambito fagotto, contenente speciali foglie in grado di donare enorme vigore. Seguendo la strategia bellica del "dividi et impera", Kacchan convince Masaru a dividersi, in modo tale da trarre in inganno gli assalitori e coglierli di sorpresa, permettendo loro di affrontare il gruppo di assalitori in fazioni più ristrette e facili da gestire per i due. Il piano, però, non va secondo i piani del biondo Yamanaka: il gruppo di assalitori non si divide, anzi, lo prendono di mira, permettendo così Masaru di svignarsela, lasciandolo da solo ad affrontare la minaccia.

Tradito quindi dalla Jinton, Kacchan cerca invano di farla franca, ma la forza del capo banda, una donna manipolatrice del Raiton armata di kusari gama, riesce ad annientarlo, nonostante la presenza delle anime alleate del biondo. Lo Yamanaka viene così sconfitto e catturato dal nemico.





Edited by ~Eldarius - 15/3/2022, 18:37
 
Web  Top
12 replies since 15/7/2018, 00:00   2028 views
  Share