PensatoParlato
GiichiEiichiMiyakoQuando suo padre gli disse che avrebbero fatto una piccola vacanza tutti assieme, Giichi stentava a credergli.
Non ricordava l'ultima volta che Eiichi, il suo vecchio, si era preso una giornata di riposo dal lavoro, figuriamoci una vacanza.
La madre di Giichi, Myiako, invece sembrava entusiasta, e sorrise al marito giungendo le mani al petto.
"
Beh, Giichi? Non è meraviglioso? Una vacanza tutti assieme!"
Gli ci volle un attimo per riprendersi da quel momento di confusione, ma riuscì a balbettare qualcosa in risposta.
Suo padre scoppiò in una delle sue classiche risate chiassose. Myiako era sempre in imbarazzo quando Eiichi rideva in pubblico, ma a lui non importava, e rideva ancora più forte dei tentativi della donna di farlo smettere.
"
Dov'è che andiamo comunque?" chiese il giovane ninja.
"
Ah, questa sì che è una domanda pertinente ragazzo mio! Non so se già lo sapete, ma i lavori di ricostruzione del villaggio di Kumo, nel paese del fulmine, sono ormai quasi terminati! Coincidenza vuole, inoltre, che in questi giorni cada anche l'anniversario dell'elezione nientepopodimeno che del nuovo Raikage! E così il capoclan mi ha proposto di andarci, visto che quest'anno le nostre casse si sono riempite un bel po' grazie ai miei lavori!"
Giichi sentì parte della tensione che aveva cominciato a costruirsi quando suo padre aveva cominciato a parlare, crollare come un castello di sabbia sotto le onde. Sarebbero stati solo loro. Se altri membri del clan li avessero accompagnati, Giichi avrebbe cercato una scusa per rifiutarsi di partire. Non gli piacevano i vecchi del clan, lo guardavano sempre storto per via del suo temperamento, e della sua "inettitudine".
La sua espressione si sciolse in un sorriso terribilemente somigliante a quello del padre, e con voce decisa Giichi pose la sua domanda:
"
Quando si parte?" Il sorriso di Eiichi si allargò ancora di più, e balzò in avanti dando una sonora pacca sulla schiena al giovane Senju, mandandolo quasi al tappeto.
"
Così mi piaci figliolo! Domani all'alba, ecco quando si parte!!!"
-
Il viaggio era proceduto senza intoppi. Le montagne del Paese del Fulmine erano brulle, spesso prive di quella vegetazione folta a cui Giichi era abituato. Dove i ninja di Kumo si sentivano nascosti e protetti, lui si sentiva nudo e vulnerabile.
Avevano lasciato il villaggio a piedi, ma Myiako aveva accettato la portantina e i servitori che le erano stati concessi dal clan, in modo che evitasse di stancarsi troppo.
Era la prima volta che Giichi lasciava il villaggio, e non poteva fare a meno di osservare il paesaggio con sguardo attento e spesso stupito. Eiichi lo prendeva in giro per questo, dicendo che sembrava un pesce lesso con la bocca spalancata per lo stupore, e gli occhi che pareva fossero sul punto di uscirgli dalle orbite.
Miyako gli diceva di smetterla, ma tratteneva a stento le risate, e lo stesso Giichi alla fine si lasciò andare a quel clima rilassato, ridendo insieme ai suoi genitori.
-
Raggiunto Kumo, il giovane Senju rimase subito impressionato dal modo in cui era stato costruito. Suo padre era un esperto in quell'ambito al Villaggio della Foglia, e aveva spesso raccontato al figlio particolari del suo lavoro, tanto che Giichi poteva definirsi discretamente esperto di costruzione e progettazione, ma qui era tutta un'altra cosa.
"
Ahhh, vedo che sei rimasto stupito, eh Giichi? Questo villaggio è stato costruito secondo schemi diversi da quelli a cui io, e ormai anche tu, siamo abituati, non è vero?"
Giichi annuì in risposta.
"
Se non vi dispiace, io andrei a riposarmi un po' dal viaggio. Spero di poter assistere al discorso, o quantomeno accompagnarvi per un giro del villaggio più tardi!" disse Miyako con un tono fermo, ma che lasciava trapelare la stanchezza che provava.
"
Non ti preoccupare Miyako! Tu vai a riposarti, io e Giichi ci facciamo un giro invece, che ne dici?"
Giichi annuì di nuovo senza esitare.
"
Va bene allora, divertitevi voi due!"
Così i due Senju si misero a girare per Kumo, il più anziano che spiegava i motivi dietro alla particolare struttura usata per costruire gli edifici di Kumo, e lo schema servito a posizionarli, mentre il più giovane ascoltava attento, cercando di assimilare più che poteva. Giichi non veniva ritenuto molto sveglio, nè dai membri del clan, nè all'accademia, ma aveva una memoria solida e flessibile come l'acciaio. Assorbiva informazioni come un spugna, e le catagolava attentamente, in modo da poterle usare in futuro.
Alla fine, era proprio il mettere in pratica ciò che aveva imparato, il problema. Aveva le conoscenze necessarie, ma la mancanza di esperienza lo frenava più di quanto facesse con chiunque altro. E questo lo portava ad ottenere, quando li otteneva, risultati scarsi, di livello medio-basso.
Cercò di non pensare più di tanto a quel genere di cose, e mentre girava per Kumo con suo padre, riuscì a dimenticarsi dei proprio problemi, e a godersi quella giornata con lui.
-
La piazza era gremita di gente proveniente da ogni nazione, e da ogni villaggio. Giichi era seduto sulle spalle del padre, e fissava il punto in cui il Raikage sarebbe comparso. Suo padre non stava più nella pelle, adorava questo genere di cose. Nonostante desse a tutti l'idea di essere il classico buontempone, provava un profondo rispetto nei confronti dell'autorità, di qualsiasi tipo.
"
E' su di una buona autorità, in fondo, che si costruisce la pace!" così era solito dire a Giichi.
Dal canto suo, il giovane Senju non era un grande fanatico di questi eventi così formali. Parlava molto poco, e avrebbe preferito che anche gli altri facessero lo stesso. Ma ascoltare non gli dispiaceva, era sempre stato bravo a stare a sentire i problemi della gente, qualità molto apprezzata in particolare da sua madre.
All'improvviso, il brusio generale si acquietò di colpo, con lo stesso effetto che fa spezzare qualcosa di netto. Il Raikage si mostrò alla folla entusiasta, che dopo un attimo di silenzio, lo acclamò furiosamente.
Quando il gran baccano si fu quietato, cominciò a parlare. Giichi lo ammise, ci sapeva fare con le parole. Ma il tono del discorso prese lentamente una svolta inaspettata. A Giichi sembrava che la situazione si fosse fatta più tesa, e, finalmente, la spada di damocle che sentiva pendere sopra la loro testa ormai da un po', cadde su di loro.
Sentì le spalle di suo padre irrigidirsi, il volto contorto, da... incredulità? Disgusto?
"
Dimmi Giichi" disse. "
Sai che cos'è il Culto Di Jashin?"
"
So solo che è una religione disprezzata in molti villaggi, e che la libertà di culto spesso non vale per questo in particolare."
Eiichi sorrise amaramente.
"
Ne sai più di quel che mi aspettavo, bravo. Parli poco ma hai sempre le orecchie ben aperte eh? Comunque, non scenderò nei particolari ora, ma ricorda ciò che ti ho sempre detto: porta rispetto verso l'autorità, fintantochè questa te ne mostra. Quando queste condizioni non vengono rispettate, la parte che infrange questa regola implicita, perde il suo diritto al rispetto che gli era sempre stato tributato. Non sono un ninja di Kumo. Non mi intrometterò nelle loro questioni. Ma un uomo che appartiene al Culto Di Jashin, ai miei occhi, non merita neppure il rispetto che tributerei ad uno scarafaggio prima di schiacciarlo sotto le mie suole."
Il padre aveva appena finito di parlare, quando il Raikage calmò la folla, e procedette con un'altra, strabiliante, rivelazione.
"
Una forza portante...! Tutto questo è ridicolo! Ridicolo!" Eiichi aveva perso il controllo di sè, ma Giichi non se ne era accorto. Il suo sguardo era incollato alla belva mastodontica che si stagliava di fronte ai suoi occhi.
Era tanto grande, e tanto potente, che gli pareva di sentire la pressione del chakra di quella... cosa, perfino da quella distanza.
Il Raikage infine ritirò la bestia. Giichi si riprese dallo shock in tempo per sentire suo padre sospirare.
"
Uff... fortuna che tua madre alla fine ha preferito riposare... Chissà che cosa avrebbe detto altrimenti..."
Giichi era ancora un po' scosso dall'ultima rivelazione del Raikage, ma quando suo padre gli dette una delle sue poderose pacche in mezzo alla schiena, quasi ribaltandolo per l'ennesima volta, si riprese completamente.
"
Andiamo a farci un giro, va... Devo schiarirmi la mente e soprattutto... capire cosa diamine dire a tua madre!"
Detto ciò scoppio in una risata così forte da far girare parecchia gente intorno a loro, e insieme si diressero di nuovo ad esplorare ciò che il villaggio aveva da offrire.
Eccomiii, scusate il ritardo e il post forse un po' denso, ma ho cercato di recuperare il tempo perduto condensando un po' il tutto per rimettermi in pari! (Il primo che avevo scritto comunque era pure più lungo XD) Per l'aspetto fisico di Giichi c'è nella scheda
qui.