CITAZIONE
Legenda codici
Narrato - «Parlato» - "Pensato"
Kacchan - Natsuko Fueguchi-Hyuga (compagna di team) - Naoko Aburame (tirocinante del corso di medicina)
«Il nome delle ossa che compongono la mano.» La voce di Naoko risuonò chiara e distinta, mantenendosi del tutto incolore e priva di inflessione. Un bene, per Kacchan che, alle prese con il ripasso per l'esame di Anatomia, riteneva la voce della collega un potente ansiolitico. E poi era la migliore del corso, quindi un valore aggiuntivo non da poco.
Il giovane, seduto di fianco alla ragazza, si stiracchiò sulla panchina, assaporando i caldi raggi del sole. Finalmente l’aria si stava riscaldando, così avevano deciso di effettuare quel ripasso nel parco dietro l’ospedale, approfittando di quella quiete mattutina di fine turno.
«La mano dell'uomo contiene almeno 27 ossa. Il carpo, che compone il polso, comporta 8 ossa disposte in due file, una prossimale ed una distale. La fila prossimale comprende: scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme. La fila distale comprende invece: trapezio, trapezoide, capitato e uncinato. Il carpo entra in articolazione diretta con l'epifisi distale del radio, osso dell'avambraccio col quale instaura l'articolazione radio-carpale. L'ulna, altro osso dell'avambraccio, non si articola in modo diretto col carpo ma ne è separato mediante un disco articolare detto legamento triangolare dell'articolazione radio-ulnare distale; il metacarpo comprende 5 ossa lunghe, cave, ricche di midollo osseo. Si articolano prossimalmente con il carpo e distalmente con le falangi. Le falangi, che compongono le dita e comportano 14 ossa. In particolare, ciascun dito risulta formato da tre falangi, distinte in falange prossimale o prima falange, che si articola col corrispondente osso metacarpale, falange media o seconda falange, che si articola con la precedente e falange distale o terza falange o falange ungueale, che porta l'unghia. Fa eccezione il pollice, nel quale sono presenti due sole falangi distinte in una falange prossimale o prima falange del pollice e falange distaleo seconda falange o falange ungueale del pollice. » «Hai dimenticato le quattro ossa sesamoidi. E poi ti ho chiesto solo i nomi, e non tutte le descrizioni dei vari collegamenti. Però come risposta potrebbe comunque andare bene.»Sospirando, il giovane Yamanaka si passò le mani sul volto, tendendo il corpo ad arco, stirando i muscoli. Era stremato dal turno di notte e, con quel ripasso, si stava dando la zappa sui piedi, ma doveva sfruttare ogni lasso di tempo a sua disposizione per ripetere, dato che il giorno dell’esame era ormai imminente.
«Dovresti andare a dormire, sai? Necessiti di otto ore di sonno, con almeno due di fase REM, per esser certo di recuperare in pieno le energie e mantenere un ottimale funzionamento dela sfera mentale. E nel giro degli ultimi tre giorni quanto hai dormito? Otto ore in tutto?»Mugugnò risentito, consapevole che la collega aveva ragione.
«Forse non hai tutti i torti. Sarà il caso che vada a dormire un po’, o rischio di non arrivare lucido alla fine della settimana.» Sentenziò, pronto a scattar su... Ma qualcosa di morbido gli incorniciò la testa. Una morbidezza e un profumo che conosceva troppo bene.
«Ma guarda un po’ che bel dottorino abbiamo qui... Una nuova conquista del dottor Stranamore? Non mi presenti la tua nuova amichetta?»A differenza del tono di Naoko, quello di Natsuko era un caleidoscopio di sfumature: doppi sensi non troppo velati, ironia, sarcasmo... e forse anche una punta di leggero fastidio?
“Cavolo, sono talmente stanco che non mi sono minimamente accorto del suo arrivo...” Pensò, voltandosi verso la sua compagna di squadra. Natsuko Fueguchi-Hyuga era un bocconcino niente male, specie per molti maschietti, con quei pantaloncini corti che le scoprivano le lunghe gambe snelle e chiare e le morbide rotondità dei seni che, generalmente, portava spesso e volentieri scoperti. Quel giorno, però, sfoggiava un abbigliamento molto più castigato, per i suoi standard: nonostante portasse i suoi pantaloncini, sopra indossava una felpa con cappuccio abbondante, un cappellino con visiera e occhiali da sole a mascherina a coprire gli occhi dalla leggera sfumatura rosata. Strano, sembrava quasi in incognito, conciata in quel modo.
«Oh, ciao! Non pensavo di trovarti da queste parti....» Ammise, stranamente imbarazzato, quasi si fosse fatto scoprire con le mani nella marmellata. Che poi, perché doveva sentirsi colpevole di qualcosa? Naoko era solo una collega, e tra lui e Natsuko, nonostante le irrefrenabili avance della Hyuga, non c’era mai stato nulla, quindi...
«Allora? Non mi presenti?» Insistette, fulminando con lo sguardo l’Aburame che, per tutta risposta, chiuse con uno schiocco secco l’enorme blocco per appunti a spirale che si portava dietro, alzandosi dalla panchina e puntando dritto verso la Hyuga.
«Non servono le presentazioni. Ti conosco. Paziente 1524, Natsuko Fueguchi-Hyuga, diciasette anni, al momento in cura per glaucoma. E, se non vado errando, proprio oggi hai il tuo controllo mensile, o sbaglio?»Il gelo calò, nonostante il sole quel giorno provasse a dare temperature prossime a quelle primaverili. Sconvolto, ancora seduto sulla panchina, Kacchan volse lo sguardo dall’Aburame alla Hyuga che, rigida al suo posto, aveva stretto le belle labbra in una linea sottile, mentre infilava le mani nelle tasche della felpa, forse a voler nascondere i pugni serrati con forza.
«Glaucoma? Che significa, Natsuko? Perché non ci hai detto nulla?» Domandò, allarmato, tirandosi lentamente su. Certo che, per uno Hyuga, contrarre una malattia oculare era un gran bel problema, e poi era parecchio preoccupato per Natsuko. Perché non aveva detto loro nulla? Specie e considerando la storia clinica di sua madre....
Quasi avesse letto la commiserazione sul volto dell’amico, Natsuko volse lo sguardo su Kacchan, sbuffando rumorosamente.
«Non ho detto nulla perché non è niente di grave. E comunque dovresti andare, Kacchan. Ti cercano all’Ufficio Missioni.» Il tono di voce era freddo, troppo freddo per gli standard della ragazza, un segnale eloquente nel voler interrompere lì quella discussione. Kacchan avrebbe volentieri insistito, se non fosse che rimase sorpreso da quella convocazione. Effettivamente, era da un bel po’ che non svolgeva incarichi ufficiali per il villaggio...
«E va bene, ma noi due non abbiamo comunque finito. Ci vediamo domani, Naoko.» Puntò il dito al petto dell’amica, lo sguardo cobalto visibilmente preoccupato, per poi congedarsi dalle due, lasciandole da sole a guardarsi in cagnesco.
“Ecco un’altra cosa da aggiungere alla lista delle preoccupazioni che mi porto appresso...”«Niente di grave, eh?» Sentenziò l’Aburame non appena Kacchan si fu allontanato. Natsuko, senza batter ciglio, l’agguantò per il bavero della casacca, sollevandola da terra di qualche centimetro, il viso vicinissimo al suo.
«Parlane ancora con Kacchan, e sarà l’ultima cosa che uscirà da quella tua boccuccia malefica.» Così dicendo la mollò con violenza, facendola cadere dritto sulla panchina, per poi lasciarla lì, dirigendosi verso il plesso ospedaliero. Kacchan aveva già tanti pensieri per la testa, e lei non aveva alcuna intenzione di aggiungerci le sue precarie condizioni di salute. Basta farlo preoccupare per lei, non ne poteva proprio più.
Edit: modificato un codice per il colore dei dialoghi
Edited by ArdynIzunia - 19/4/2019, 11:17