Posts written by Sasshi'

view post Posted: 17/9/2022, 14:43     Topic Centrale Role - Regolamento
~ Tipologia: Spedizione - Missione Generica
~ Difficoltà: Rango D
~ Villaggio di Partenza: Otogakure no Sato
~ Rango PG: Genin
~ Master #N°:
view post Posted: 17/9/2022, 14:32     Correzione e Approvazione di Discipline e Tecniche Personali - Regolamento
Signori, ecco la mia proposta

分子操作 Saibō Sōsa - Manipolazione Cellulare


Proposta da non valutare, PG archiviato

Edited by Get scared. - 9/1/2023, 12:11
view post Posted: 14/9/2022, 15:33     Conto di Yūrei - Banca

Conto di Yūrei

Apertura conto: 200 Ryo




Totale conto: 200 Ryo

view post Posted: 12/9/2022, 23:17     Iscrizioni Oto - Iscrizioni al GdR



Nome: Yūrei

Cognome: -

Clan: -

Paese: Nami no Kuni

Fisico: Yūrei è un ragazzo mediamente alto, ha i capelli rosa e gli occhi variano dal nero al marrone, a seconda della luminosità che lo circonda. La pelle è chiara ma non troppo, anche essendo nel periodo pubertà il suo viso non presenta imperfezioni come brufoli o punti neri; le labbra rosa tenda sono sottili e i denti sono bianchi come la luce. In quindici anni di vita non si è mai rotto un osso e non presenta cicatrici sul corpo; infine egli non possiede un'elevata peluria, e questo potrebbe essere dovuto alla sua età, ma rispetto ai suoi coetanei lui è quello più "nudo". Veste spesso in abiti comodi; molto frequentemente indossa un gilet molto lungo aperto color nero con i bordi arancioni, indossa pantaloni bianchi e sandali neri.

Psiche: Il figlio di puttana più folle e spiritoso che si possa incontrare sul proprio cammino. Ha subito molti traumi nella sua vita, traumi che hanno aiutato a contorcere la sua mente. Affascinato dai corpi umani e dai loro "segreti", cerca in ogni modo di raggiungere i suoi scopi fregandosene altamente delle conseguenze. Non ha morale e per lui il mondo è solo un parco di divertimenti.
Mira a dimostrare che tutti sono "folli" e che il concetto stesso di follia non esiste. Non può esserci pace nella sua vita e nemmeno nella vita degli altri esseri umani.


Background: Non tutti possono sperimentare ciò che significhi avere lo stesso valore di una manciata di Ryo per la propria madre. Ancora allora non ero un folle come sono adesso, irrecuperabile e condannato. Annaspavo tra le difficoltà della vita e aspettavo con ansia il momento di lasciare questo mondo. Se alla sola età di sette anni desideri di lasciare il mondo a cui appartieni significa che le storielle che ti raccontano prima di andare a letto resteranno delle semplici favolette. La prima lezione che m'impartì la mia condizione di schiavo fu che il lieto fine non esiste. Ricordo perfettamente la notte in cui fui venduto. Mia madre era al capolinea e non aveva un cliente da mesi. Era seccante, per i clienti che frequentavano il loculo di quella che può esser definita "casa", talmente piccola da non poter tollerare la presenza di un mobile in più rispetto allo spazio che occupavamo noi stessi, figuriamoci la presenza di un marmocchio infreddolito e affamato. Ero la maledizione di mia madre, una presenza sgradita che inibiva la libido dei marinai e pirati che frequentavano il Paese delle Onde. Quando fui portato via da Ketsu, pirata e cliente quasi abituale della nostra abitazione, fu la prima volta che la vidi veramente felice e la cosa mi diede una specie di sollievo, in qualche modo contorto ero riuscito ad essere la gioia di mia madre e quel pensiero mi rassicurò. Mi portarono su una nave, vi era gente di ogni tipo e conobbi ogni aspetto della natura umana. Lì eravamo tutti nella stessa dannata situazione: neri, gialli, rossi, albini, grassoni, scheletrici, uomini, donne, bambini. Un arcobaleno di gente che aveva perso la propria identità oltre che ogni avere. Durante le traversate gli schiavisti scendevano in coperta per "divertirsi", ci seviziavano e torturavano come animali, d'altronde chi doveva venire in nostro aiuto? Fu qui che imparai un'altra lezione, gli eroi non esistono, tutte quelle storie di quegli Shinobi che avevano salvato l'esistenza di interi Villaggi, sapevano in che condizioni vivevamo?

249 DN: Proprio quando questi interrogativi si stringevano come rampicanti nei miei pensieri e convinzioni, la nave, su cui oramai vivevo da tanto, forse mesi, forse anni, subì un attacco poco prima di sbarcare nel continente Settentrionale. Naufragammo a causa di una battaglia tra pirati in concorrenza con i nostri padroni. La nave si incagliò nelle coste del Paese della Neve e lì molti dei prigionieri ne approfittarono per fuggire da quell'inferno. Altri non ci riuscirono perché furono presi immediatamente, ma io nemmeno provai a scappare. L'inferno sarebbe esistito comunque là fuori, tanto valeva aspettare che il girono in cui vivevo io mi consumasse fino all'osso. Restammo sulla spiaggia per una sola notte, il tempo necessario agli schiavisti di riprendersi dall'attacco e con un po' di fortuna ripartire. Nell'unica notte in cui mi concessi del sonno senza sogni, fui destato dalle urla alle prime luci dell'alba. I ninja del Paese del Suono ci attaccarono e uccisero gli schiavisti uno dopo l'altro. Vidi per la prima volta l'ordine shinobi in azione e fui veramente colpito dal loro modo di agire. Era giusto eliminare chi faceva parte della feccia di questo mondo e capì il senso di giustizia considerato lecito, ma non reale. Loro avevano il diritto di eliminare i violenti e i ladri. Compivano un reato contro natura legittimato affinché gli altri reati contro natura fossero debellati. Funzionava? Ovviamente no. Altrimenti il senso della loro esistenza come ninja come si poteva spiegare? Servono perché il male dilaga, senza il male loro erano inutili. L'altra lezione che imparai fu che il caos era l'unica realtà possibile. Doveva sempre esserci un tumulto, una scossa, del panico e della paura. Non poteva stare tutto nell'equilibrio totale e nella pace perenne. Lo capii sentendo parlare i miei cosiddetti salvatori, felici del fatto che il loro Kokage era ritornato da una sanguinosa battaglia.

La guerra è finita, possiamo tornare alla pace! Evviva il Kokage!

Avevo solo dodici anni da poco compiuti, ma già avevo capito tutto. Grazie a loro vidi per la prima volta il compimento di più di un omicidio, vidi anche la loro rabbia nel compierlo e forse un barlume di piacere. Lì feci la mia prima scelta, mi votai completamente al caos da cui ero stato generato. Ero un disgraziato e sarei rimasto per sempre un disgraziato.

252 DN: Passarono gli anni e divenni anch'io un adolescente. La vita che gli shinobi di Oto mi promisero era statica, come immaginavo che potesse essere. Il tempo volava via e passai il resto dei tre anni a girovagare tra le abitazioni dei cittadini del Villaggio che accettavano di tenermi in affidamento, poveri illusi, ogni volta che varcavo una soglia di una casa bastavano due giorni per rispedirmi al mittente; tra le altre cose si aggiunse l'accademia, non che mi dispiacesse, anzi, ero affascinato nel leggere i libri e imparare le arti ninja, avevo una fame insaziabile di conoscere il mondo tramite quelle pagine scritte da geni e da matti. Dentro di me sapevo di odiare il sistema shinobi, però i loro poteri erano banalmente mal utilizzati. Impararli avrebbe fatto comodo per affrontare meglio qualsiasi cosa avessi deciso di intraprendere, in particolar modo la mia idea di cambiare la rotta della mia vita statica e tranquilla. A quindici anni tutti provano sensazioni nuove, avrei dovuto anche sviluppare un certo appetito sessuale, scoprendo incredibilmente che quell'eccitazione che molti uomini o donne provano nell'accoppiarsi, io la provavo nell'aprire e sventare i corpi degli animali per studiarne le interiora. Non dimenticherò mai quel giorno in cui mi scoprirono mentre dissezionavo un gatto morto da giorni dimenticato dagli dei, fui colto sul fatto e per la prima volta in vita mia mi sentii contemporaneamente deluso, spaventato ed euforico per quella sensazione.

MALEDIZIONE YUREI! MA CHE TI SALTA IN MENTE!

Le urla della mia ennesima madre adottiva riecheggiavano dal giardino di quella piccola abitazione, Mi afferrò il polso con così tanta forza che pensavo si potesse spezzare da un momento all'altro.

HAI UN ESAME OGGI E TU COSA FAI? TI METTI A SVENTARE GATTI?

Dio che noia, quella frase la ripetè fino all'ingresso in accademia, mi spinse dentro l'aula sotto gli occhi degli studenti a cui mai avevo dato confidenza. Finì per terra nel pavimento e in quell'istante scoppiai in una risata così fragorosa da spiazzare anche il Sensei.

[...]


Iniziai così la mia nuova vita da Genin di Oto. Più solo di prima, più sadico, più votato al caos, ma...
...andiamo! E' decisamente divertente! No!?
view post Posted: 10/9/2022, 12:06     Nostalgia canaglia - Benvenuti
Credo di partire da zero, ci sono stati molti aggiornamenti nel regolamento quindi devo prima leggerli
view post Posted: 9/9/2022, 13:42     Nostalgia canaglia - Benvenuti
Tralasciando meme e minchiate varie, dopo tante riflessioni, ho deciso di tornare su sto foro per scrivere un po'. Credo di aver abbandonato durante il mio esame Genin parecchi anni orsono, che ce voi fa' le nostre vite sono colme di ore di lavoro. Ovviamente sono bastati due giorni di rewind delle puntate di Naruto che è partita quella maledetta nostalgia canaglia

:sad:
view post Posted: 30/12/2019, 02:49     Classe #55 - Guess who? - Accademia
Il tono sarcastico di Renji non prometteva niente di buono. La piega che presero gli eventi non era nei piani che si era prefissato.
Il pauroso pericolo della morte, della fine di tutto, stava attraversando il cuore del povero ragazzo capitato in quella che sembrava uno dei peggiori film dell'orrore. In più, l'allusione a quel contenitore che una volta scoperchiato smosse qualcosa nelle viscere dell’aspirante shinobi. Un gorgoglio buffo si levò dall'addome di Yomi, la quale, preoccupato nella situazione in cui si era cacciato, cercò di mantenere i nervi saldi mentre cercava di analizzare la situazione.

Non dovevi disturbarti caro

La sua voce vibrava mentre le parole uscivano, si sentiva quasi tremare. Non poteva ingerire quel cibo se davvero fosse stato il fugu trafugato ci avrebbe rimasto le penne.

Non ho tanta fame a dire la verità magari più tardi forse...

Doveva spingere Renji a confessare o per lo meno constatare una reazione che costringesse il giovane a ingerire quella pietanza forse velenosa.
view post Posted: 24/12/2019, 20:34     Classe #55 - Guess who? - Accademia
Non ci volle tanto per arrivare vicino a quella dimora di Katou Renji. Non ci volle altrettanto tempo per decidere un piano che, a detta sua, faceva acqua da tutte le parti. Trasformarsi da ragazza, precisamente da Miyuki le pareva una cosa così stupida che, tuttavia, avrebbe potuto funzionare. Complice il fatto che l'individuo che da lì a poco si sarebbero trovati davanti, non era altro che un ragazzo tradito. Percorse pochi metri prima di raggiungere il cancello ferrato che impediva l'entrata. Ed ora? Il piano in cosa consisteva? Era orario di pranzo, grazie alle raccomandazione fatte a Komichi la vera Miyuke non sarebbe dovuta tornare a casa, a detta sua inoltre Katou aveva preparato il pranzo, se fosse stato davvero il suo ragazzo il giovane avrebbe trovato davanti ai suoi occhi un delizioso fugu velenoso. Aveva il cuore in gola. Quei secondi che precedettero l'apertura dei cancelli gli diedero il tempo di rimuginare sul proprio operato. Forse era stato troppo impulsivo, forse aveva già mandato tutto all'aria. Sentiva il battito spingere con forza nella trachea, aveva perso quel minimo di lucidità. Si interrogava sul da farsi, se scappare o meno, se tramortire Katou ed andarsene così, lasciando poche tracce di se. Dubitava di tutto, in quel frangente minuscolo. La pelle accapponata, in più, non giovava a quella situazione già fin troppo precaria. Ma quell'idea nata dalla sua insicurezza scemò pian piano in un senso di conforto all'udire gli ingranaggi del cancello ambrato smuoversi.

Miyuki entra c’è una sorpresa per te, ho preparato il pranzo.

Sì, l'aveva davvero fatto. I passi che seguirono la figura di Yomi trasformato da Miyuki, lo condussero di fronte alla porta di legno, enorme per essere di una tale dimora. I numerosi lucchetti posti su tutto il lato verticale della porta gli fecero storcere il naso. Perché mai tanta segretezza? E, cosa più importante, perché mai difendeva con così tanta foga. Arrivò, così, ad un passo dal concludere la missione. Già, almeno, sperava fosse così.

CITAZIONE
GDR Off - Ho cercato di sviluppare una strategia diversa spero vada bene , ho fatto parlare il PNG di Katou solo per invitare Yomi trasformato da Miyuki all’interno della dimora

- Calcoli
<tecnica> - Trasformazione - [Chk: 10]

Chakra Residuo: 55 - 10 = 45
Stamina: 73 - 1 = 72

view post Posted: 23/12/2019, 21:12     Classe #55 - Guess who? - Accademia
Le parole di Abe fecero scattare come una molla Yomi.
Che senso aveva nascondere così tanto la propria ragazza. La ragazza di Komichi poteva quindi essere una delle cause, avere qualche importanza oppure essere del tutto marginale. Ma era una cosa da sapere date le circostanze non proprio rosee.

Possibile che...

Il silenzio che circondò i due era pressoché innaturale. Le pupille dell’aspirante shinobi si spalancarono, sembrava quasi avesse avuto un illuminazione. Komichi aveva intrapreso una relazione con una donna già impegnata, inoltre, se avesse perso il lavoro avrebbe perso anche la sua dolce amata, il pericolo forse non era lui, e neanche la sua dolce metà. Si girò di scatto dando le spalle ad Abe correndo nuovamente verso Komichi. Allungò violentemente la mano verso la sua spalla e lo trascinò verso gli spogliatoi

Sei in pericolo. Hai detto di aver intrapreso una relazione con una donna impegnata di nome Miyuki. Guarda caso un ordine sparisce, e tu in questo momento rischi il posto di lavoro e anche la possibilità di continuare la tua storia d’amore.

Proseguì dicendo mentre si dimenava a camminare percorrendo delle circonferenze

Ho bisogno di sapere chi e come si chiama il ragazzo di Miyuki, forse tu credi che egli non sappia; ma io sono convinto che sia il contrario e che voglia sabotarti.

Terminò poggiando una pacca sulla spalla al giovane operaio.
view post Posted: 23/12/2019, 12:55     Classe #55 - Guess who? - Accademia
Una folata di vento fece schioccare con veemenza le tendine di quella stanza - che tornarono poi a fluttuare dolcemente nella brezza del clima di Kiri. La luce di quei timidi raggi di sole oscurata dalle nuvole andò via via a spegnersi come una candela . Un "click" scandì l'accensione della lampadina, che rivelò gli interni di quel vano mal odeorante delle frattaglie.

Quindi il biglietto era per una ragazza...

disse interrompendolo. Intanto un brontolio emergeva nella mente di Yomi, quasi come se fosse la voce di un demone. Il fallimento non era contemplato, anche se la paura ne faceva da padrona - paura di seguire le orme di una carriera ninja fallimentare e di secondo rilievo come quella del padre.

Tu sei l’apprendista fidato di Fukushima, e ha delegato te di gettare le frattaglie dell’ordine mancante, non è cosi? Non ti nascondo che tu e il signor Fukushima siete in cima alla mia lista dei sospettati e non esiterò a usare le manieri forti in caso dovessi farlo

Pronunciò mentre scrutava le ceneri di quelle viscere che poco prima ardevano all’interno del forno. La sua non voleva assolutamente suonare come una minaccia quanto più come un avviso, una presa di posizione che era tenuto ad avere.

Se davvero non fossi stato tu , ti chiedo gentilmente di uscire da questa stanza e di andare da Fukushima dicendo che ho capito chi fosse il ladro

Il suo intento era quindi palese, cercare di percepire un emozione da parte di qualche sospettato, anche il miglior ladro se scoperto riesce a far trasudare un minimo di preoccupazione. Intanto Yomi si avviò nuovamente da Abe, voleva vederci chiaro questa volta

Ho delegato Komichi di sbrigarmi una cosa, intanto voglio sapere da lei se tra i suoi operai ha mai sentito lamentele o qualcuno con qualche comportamento strano o ostile nei suoi confronti

Disse portandosi la mano suoi fianchi in gesto di impazienza.
view post Posted: 16/12/2019, 01:21     Classe #55 - Guess who? - Accademia

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Yomi squadrò Fukushima con quel suo fare metà divertito e metà eclettico. Non diede alcun segno di sorpresa a quella parole: se lo aspettava. Tutto ciò che doveva fare era semplicemente convincere quel tizio. Cosa ci poteva essere di più facile? Tutto ciò che ci voleva era semplicemente una minima dose di recitazione per convincere l'operaio che quelle non erano accuse ma pura curiosità. Quanto fu ancor più semplice farsi descrivere l'aspetto del suo apprendista. Capelli neri di media lunghezza, abbigliamento standard e indossava occhiali da vista. Inoltre il giovane Studente si fece indicare dove si trovassero gli spogliatoi degli operai per poter frugare all'interno dell'armadietto di Komichi.

*Toc, toc, toc...*

Il bussare, scandito quasi meccanicamente, dalla mano risuonò solenne per parecchi minuti. Decise di finirla col bussare, quegli spogliatoi erano vuoti, una giusta occasione per poter controllare. Rimase per un secondo in attesa, per poi aprire. Un scricchiolio sinistro accompagnò l'apertura, rendendo il tutto abbastanza lugubre. Notò, senza troppi problemi, una porta sulla destra con su scritto: "Deposito Giacche". Niente di sospetto, nulla che facesse presagire al peggio. Quindi decise di passare alla ricerca.

Komichi...Komichi...Komichi

Borbottava tra se e se, osservando le file di armadietti che lo circondavano.

Eccoti qui

Dedusse alzando l'indice come gesto di approvazione. Al suo interno c'erano vari effetti personali, due mazzi di chiavi, un pacchetto di sigarette e un portafogli, all'interno di esso quasi niente, quasi si poteva presagire che il signor Abe-San fosse in ritardo con gli stipendi; d'un tratto quando tutto sembrava esser nella norma, sbucò un piccolo foglietto di carta.

Sei e mezza, container 77, porto di Kiri.

Era un appuntamento, ma di cosa si trattasse non c'era scritto. Preso da ciò che c'era scritto si catapultò nel capannone verso il giovane Komichi, che intanto lavorava a testa bassa nella sua postazione.

Hey tu, Komichi, devo farti una domanda. Cos'è questo!?

Mostrò con veemenza il bigliettino porgendolo a un palmo dal suo viso.


CITAZIONE
Mi sono fatto prendere un po' troppo, sorry. Comunque ho aggiustato la parte finale. Scusami ancora :siga:
view post Posted: 10/12/2019, 01:17     Classe #55 - Guess who? - Accademia

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Yomi squadrò Fukushima con quel suo fare metà divertito e metà eclettico. Non diede alcun segno di sorpresa a quella parole: se lo aspettava. Tutto ciò che doveva fare era semplicemente convincere quel tizio. Cosa ci poteva essere di più facile? Tutto ciò che ci voleva era semplicemente una minima dose di recitazione per convincere l'operaio che quelle non erano accuse ma pura curiosità. Quanto fu ancor più semplice farsi descrivere l'aspetto del suo apprendista. Capelli neri di media lunghezza, abbigliamento standard e indossava occhiali da vista. Inoltre il giovane Studente si fece indicare dove si trovassero gli spogliatoi degli operai per poter frugare all'interno dell'armadietto di Komichi.

*Toc, toc, toc...*

Il bussare, scandito quasi meccanicamente, dalla mano risuonò solenne per parecchi minuti. Decise di finirla col bussare, quegli spogliatoi erano vuoti, una giusta occasione per poter controllare. Rimase per un secondo in attesa, per poi aprire. Un scricchiolio sinistro accompagnò l'apertura, rendendo il tutto abbastanza lugubre. Notò, senza troppi problemi, una porta sulla destra con su scritto: "Deposito Giacche". Niente di sospetto, nulla che facesse presagire al peggio. Quindi decise di passare alla ricerca.

Komichi...Komichi...Komichi

Borbottava tra se e se, osservando le file di armadietti che lo circondavano.

Eccoti qui

Dedusse alzando l'indice come gesto di approvazione. Al suo interno c'erano vari effetti personali, due mazzi di chiavi, un pacchetto di sigarette e un portafogli, all'interno di esso quasi niente, quasi si poteva presagire che il signor Abe-San fosse in ritardo con gli stipendi; d'un tratto quando tutto sembrava esser nella norma, sbucò un piccolo foglietto di carta.

Sei e mezza, container 77, porto di Kiri.

Era un appuntamento, ma di cosa si trattasse non c'era scritto. Mancava scarsa un ora, giusto il tempo di uscire dal capannone e appostarsi al porto per capire di cosa si trattasse. Il pomeriggio inoltrato si portò dietro una violenta tempesta di pioggia. Il cielo si oscurò rapidamente, assumendo tonalità che viravano continuamente dal grigio scuro al nero pesto. In pochi istanti Yomi, disteso sopra un container, era fradicio fin nella biancheria intima, ed iniziò subito a percepire il gelo farsi strada tra gli strati di carne. Sollevò le dita intirizzite per il freddo, che in quell'atmosfera tetra parevano pallide e smorte, e se le passò tra i capelli fradici per scostare le ciocche che ostruivano gli occhi. In nessun modo voleva distogliere lo sguardo da chi avesse presenziato in quella zona, bisognava solo attendere.
view post Posted: 9/12/2019, 00:29     Classe #55 - Guess who? - Accademia

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La pazienza è la virtù dei forti, un proverbio del genere può salvare la vita in missione. Forse fu per quel motivo che sopportò impassibile lo scorrere del tempo steso su un muretto in attesa che arrivassero notizie riguardo la voce che aveva fatto girare; quando d'un tratto tra la nebbia si scorse un continuo sbracciare nei suoi confronti, il camice bianco sventolava ad ogni balzo, una chiazza bianca nel grigio della nebbia.

Signor Yomi, è richiesto di urgenza dal signor Abe Satoshi.

Yomi non si scompose più di tanto, forse un accenno di curiosità balenò nei suoi occhi mentre osservava quel viso così preoccupato.

***

Come aveva previsto l’intelletto di Abe era limitato, troppo limitato in effetti, aveva sentito parlare da dei operai di qualcuno in cerca di un potente veleno credendo che lo shinobi non ne fosse a conoscenza di tutto ciò. Anche se grazie alla sua impazienza, indirettamente, era riuscito a trarre un informazione di vitale importanza. Un garzone, di sua fiducia era in possesso delle frattaglie del così prelibato pesce.

Signor Abe innanzitutto si calmi. Le false voci sono una mia idea, nella speranza che il ladro si facesse sentire per vendere ciò che ha trafugato. Inoltre da quello che ho ascoltato, bisogna urgentemente rintracciare il garzone. Conosce i suoi ultimi spostamenti o forse qualche appuntamento in cui egli debba esser presente?



view post Posted: 2/12/2019, 13:28     Classe #55 - Guess who? - Accademia

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Uscendo dall'aula si poté notare la solita intensa e candida foschia che avvolgeva in una morsa l'intero Villaggio di Kiri, rendendola quasi un'isola fantasma immersa nelle azzurre acque del mare e lontana da ogni altro Paese ninja. Nuvoloni di un grigio forte e intimidatorio continuavano a sovrastare le terre del Paese dell'Acqua, la fine pioggia continuava a battere sui capi degli studenti che si riversarono all'esterno per assumere i loro incarichi. Il Chuunin aveva qualche anno in più di Yomi, una forte acne gli copriva il viso deformandone l'aspetto, i capelli rossi e ricci erano coperti da un cappello blu smesso, l'uniforme sgualcita copriva un corpo esile, non avrebbe mai potuto fare il ninja, si disse, mentre ritirava il foglio tra le sue mani.

***

Un compito decisamente ingrato gli era capitato quella giornata. Una cassetta contenente un tipo di pesce al quanto velenoso e dal valore discutibile si trovava nelle mani di qualche ladro. Si raccontava di alcune sue proprietà che riguardavano la vitalità di coloro che se ne cibavano. In sostanza il cosiddetto Fugu. Un tipo di pesce che grazie le sue proprietà chimiche induce alla morte. Ecco cosa tenne a sottolineare il cinquantenne Abe Satoshi. Finito il colloquio Yomi si diresse verso un muretto vicino un imbarcazione per pensare a una strategia, intanto - i rami di qualche albero, si agitavano in balia del vento, ricordavano braccia di uomini in galera che cercavano la libertà verso la strada. Era una situazione davvero spiacevole.

Diffonderò delle false voci.

L'intento era quello di far girare un annuncio in forma anonima - qualcuno in cerca di un veleno più potente del cianuro, disposto a pagare fior di ryo pur di ottenerlo - organizzare un appuntamento, e incastrare il ladro. Cosa c'era di meglio delle tossine di Fugu?


CITAZIONE
Scusami per la brevità del post ma sono da telefono ed è stata un impresa.
view post Posted: 28/11/2019, 11:05     Classe #55 - Guess who? - Accademia

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Le strade erano ancora invase dall'acqua, ma nel cielo splendeva un sole pallido e smorto, e l'aria era pregna dell'odore soffocante delle pioggie maleodoranti di Kiri. Il sole attraversava i tendaggi cremisi di quella camera come un ospite indiscreto e la colorava di toni caldi e sensuali; come una carezza sul viso, un vento tenue e piacevole scostò la finestra della sua stanza. Le coperte erano ancora posate sul morbido letto in mogano e cipresso, non le usò, anche se in quel giorno l'aria era rigida e le brezze del nord erano gelide ed insopportabili, ma non per Yomi. Le amava. Amava il clima del suo Villaggio, unico e perfetto.
In parte lo rappresentava, la sua parte fredda, quella priva di sentimenti, da tempo non si mostrava al mondo circostante, da tempo la tratteneva dentro di se. Non fece nemmeno tempo ad aprire gli occhi, quando ecco giungere un cigolio sinistro, seguito da una voce, quella della sua cugina, poi la porta si spalancò e Yomi si mostrò all'ancora appisolato:

Cugino, sveglia! Hai l'esame oggi ricordi!?


Cosa c'è di più bello al mondo se non di una favolosa chiacchierata alle cinque del mattino. In parte aveva ragione, e in parte aveva torto; giacchè fossero ancora le cinque del mattino. Non se ne accorse subito in realtà, ci volette un po' di tempo, e uno sguardo tra lui e lei, di cui uno ancora indormento e un poco irritato, ovvero quello di Yomi. Dalle sottili labbra poi, un rantolo soffocato dalla stanchezza e un sorrisetto ad accompagnare:

Mai, ma sono le cinque del mattino... E' ancora presto.

La invitò con un cenno del braccio ad avvicinarsi a lui nel letto, per poi stringerla in un caldo abbraccio.

***

Lentamente scostò dal viso la mano destra, quasi come accarezzarlo delicatamente, per poi lasciarla cadere sotto l'imponente forza di gravità, lasciandola penzolare a mezz'aria. Le vesta, quelle da Ninja, posate sull'anta; le braccia passavano lentamente tra le lunghe e sottili maniche, lasciando scoperte solo in parte le mani. Posò sul capo delicatamente la mano, mettendosi apposto i capelli. Si vestii del tutto affacciandosi poi alla finestra socchiusa; osservava il cielo che lentamente si schiariva cercando una breccia tra quelle nuvole cupe e grigie. Ci sono rari momenti di quiete perpetua, una calma che trascende la normalità e entra sotto pelle, lenendo ogni ferita come il più dolce dei nettari. In cui ti senti in pace con il mondo, connesso ad ogni sua creatura; in cui i legami con le persone a te più vicine ti sembrano così concreti da poterli vedere ad occhio nudo, fili invisibili che intrecciano inevitabilmente la tua vita a quella altrui, rendendola qualcosa di più. In cui guardi il cielo e ti rendi conto di non essere l’unico a volgere gli occhi alle stelle, ed un sospiro ti gonfia il petto di effimera e cedevole allegria, una gioia insensata per un istante inesistente.
Ed Yomi si trovava in uno di quegli estatici momenti della sua esistenza un piccolo ritaglio di spazio fra il caos dei suoi pensieri e l’innaturale immobilità dell’alba. Ammirava con occhi incantati questo unico e piacevole spettacolo, nella speranza che anche sua madre stesse guardando in quel preciso istante ciò che stava guardando lui.

Lontana dal corpo, ma vicino al cuore, ragazzo mio.

Deglutì, cercando di ignorare il dolore muto che mordeva lo stomaco alle parole di suo zio.

Io vado...

Si incamminò verso l'accademia, era strano, non era mai stato un tipo ansioso,o forse, non aveva mai affrontato prove difficili nell'arco della sua breve vita, non si fermava neanche un secondo, saltava tetti, prendeva ogni singola scorciatoia per arrivare il prima possibile, nulla riusciva a fermarlo ,ne la fine pioggia, che si era venuta a creare nuovamente, ne tanto meno le persone, che urtava poichè ostacolavano il tragitto.
Arrivò in aula, aspettò, seduto, immobile, appoggiato a quello straccio di muro che racchiudeva al suo interno un intera aula. Passò poco tempo e finalmente, spuntò dal nulla, il sensei, stessi capelli, capigliatura e aspetto di sempre, con quel ghigno micidiale sul volto... Incomprensibile e quasi impossibile da spiegare. Un ora di tempo non di più.

***

Appena letto quel foglio, la mancina andò a catturare una penna per cominciare a portare la sua attenzione sul foglio. Domande per domande, la penna veniva lanciata in direzione della mandritta ad acchiappare con le dita il tutto, il sorriso accentuato sulle sue labbra alla lettura del testo si trovò a compiere una piega appena infastidita, curvando il capo verso il lato e accelerando lievemente la propria respirazione, se qualcuno lo stava osservando in quel momento poteva trovare come le dita avevano un lieve tremore, tremore che durò appena un frangente con il posare dell'estremità utilizzata per scrivere sul foglio bianco. Le parole venivano scritte velocemente come se fosse un mantra imparato.
Un'altra cancellatura più pressante come se quelle domande aprissero un varco nel proprio petto, anche se il viso non tralasciava trasparire emozioni, freddo e con un sorriso sottile sulle proprie labbra. Posò la penna sul proprio lato e attese che tutti i candidati finissero, poggiò dopo aver terminato la schiena ad aderire sullo schienale della sedia per portare ambedue le braccia dietro la nuca, ad intrecciarsi come un cuscino mentre guardava il soffitto. Gli ultimi granelli andarono inesorabilmente a ricoprire l'altra parte della clessidra. Tempo scaduto. Un fastidioso vociferare degli studenti andò a rompere quel silenzio che si era venuto a creare durante la prova. Yomi si alzò senza proferire parola tra quei che erano rispettivamente più giovani di lui di un paio di anni. Si diradò tra la confusione dirigendosi verso l'esterno dell'aula nell'attesa dell'esito dell'esame.




CITAZIONE
Non ti preoccupare, spero ci divertiremo. Ho cercato di delineare un po' la mancanza della figura materna che non vive con lui una tappa importante della sua vita. In seguito cercherò di delineare anche quell'ira scaturita dal fallimento di suo padre. Aspetto un tuo mp per il questionario.
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