| CITAZIONE E io che mi preoccupavo di risultare pesante! Hai uno stile di scrittura che sfrutta parecchio il registro formale, spero di non averti indotto io a scrivere così. Occhio, quando usi termini ricercati come “indormento” (sono dovuta andarmelo a cercare), non puoi assolutamente cannare la coniugazione dei verbi é_é (volette, si vestii e quell' “apposto” invece di a posto). In ogni caso scrivi bene, nice job!
Correggo il test mentre proseguiamo la giocata... in ogni caso entro martedì sera, che martedì mi arriva la pila di temi di itagliano Avrei voluto postare ieri, ma sono stata così intelligente da allagare casa lasciando la lavatrice col filtro stappato. Kirigakure no Sato, 3 Giugno 249 DN – ore 10.00 Il fastidioso vociferare accompagna Yomi nella sua uscita dall'aula, e sfortunatamente non accenna a smettere, nemmeno una volta che i candidati si sono ormai riversati tutti in corridoio. L'aria è più fredda lì fuori rispetto all'interno dell'aula, nella quale hanno sostato – e respirato – un bel numero di ragazzini per un'ora intera; anche la luce appare più smorta, del tipico grigiore filtrato dalla nebbia onnipresente. La spossatezza tipica degli esami, mista ad una buona dose di adrenaina residua, rende i discorsi dei dodicenni ripetitivi e a volte leggermente sconnessi, privi di quella padronanza del linguaggio propria degli adulti... che a proposito, si avvicinano parlottando al gruppo di esaminandi.
Sono due, un chuunin e un jounin; il secondo abbandona quasi subito il primo, dopo aver terminato di spiegargli qualcosa, accompagnando le parole con gesti decisi e consegnandogli alcuni fogli rilegati frettolosamente; l'ufficiale di grado inferiore scruta ancora per qualche istante il plico che regge in mano con le sopracciglia aggrottate, rallentando il passo, finché non raggiunge la sua meta. Osserva l'insieme scomposto, impegnato ancora a commentare la prova scritta. Si schiarisce la voce. Non viene notato immediatamente, ma appena gli occhi dei ragazzini si posano su di lui, la prevedibile grandinata di gomitate reciproche impone in breve tempo il silenzio.
“Yuki Arata!” “Presente!”
Un pre-adolescente tutto gomiti e ginocchia si fa strada senza troppe cerimonie tra i compagni che lo separano dal chuunin; quello gli indica alcune righe scritte su di uno dei suoi vari fogli, parlando a bassa voce mentre il ragazzino annuisce con aria marziale, per poi congedarsi e schizzare via, verso l'uscita dell'Accademia. I seguenti colloqui si svolgono in maniera analoga: brevissimi e concisi, a bassa voce, finché il nome Yomi – senza essere accompagnato da un cognome – risuona tra le pareti spoglie. “La commissione è stata richiesta dal gestore della Magurosake. È una picola ditta che si occupa di vendere pesce fresco, con sede presso il porto cittadino” esordisce il giovane uomo, senza preoccuparsi di cercare il contatto visivo del suo quasi-coetaneo: è troppo impegnato a segnare col dito le righe di testo che sta leggendo, evidentemente preoccupato di commettere qualche errore, sotto quella patina abbastanza convincente di sicurezza. “Ci è stato segnalato un furto di merce in mattinata, e il gestore ha espresso il desiderio che il colpevole venga rintracciato immediatamente. A detta sua, c'è un'alta probabilità che il responsabile sia uno dei dipendenti. Recati sul posto, parla col gestore e individuate una linea d'azione. E... a titolo di consiglio personale...” aggiunge poi, decidendosi finalmente a sollevare il naso dal suo plico - “Non farti prendere la mano ed evita di usare la forza, quando hai un incarico del genere. Specie se è il primo. Suzuki Yoshi!” esclama subito dopo, senza perdere altro tempo, congedando senza nemmeno un augurio il protagonista di questa storia.
* * * Abe Satoshi è un cinquantenne alto centosettanta centimetri, i capelli che si vanno tingendo d'argento, che sbucano discreti da sotto la bandana candida che gli cinge le tempie, e la pelle scura e coriacea di chi ha passato il fiore degli anni in mare aperto. Anche le mani sono da marinaio, coperte di pelle spessa e callosa. Va vestito esattamente come i suoi dipendenti: bianco candido, dalla casacca al fondo dei pantaloni, passando per il grembiule imbrattato dei fluidi corporei delle sue vittime. Le tracce di sangue di pesce sono evidentemente fresche di giornata, e l'odore intenso del pescato mai stantio o pungente come quello della merce ormai guasta. Per quanto il gestore e i suoi dipendenti non sembrino ostentare con sfacciataggine l'alto livello del proprio lavoro, la pulizia dei capannoni, delle superfici di lavoro e degli utensili parla da sé. “La cassetta trafugata è grande all'incirca così” spiega a Yomi, misurando con le mani le dimensioni del contenitore scomparso - “e contiene un'ordinazione che dobbiamo assolutamente far pervenire alla nostra cliente entro stasera. Certo, non andremo falliti in caso non riuscissimo a rimediare, tuttavia non nascondo che mandare l'ordinazione a destinazione potrebbe essere una di quelle occasioni che capitano di rado. Deludere la cugina del Daimyo, al contrario, per quanto possa mostrarsi comprensiva nei nostri confronti, sarebbe una pessima pubblicità...” e qui sospira brevemente, pulendosi le mani insanguinate nel grembiule che gli cinge la vita. “Il fugu è un pesce prelibato, costoso, estremamente velenoso e va pulito con estrema cautela. Gli esemplari nella cassetta hanno subito la parte più impegnativa del procedimento, ma non sono ancora pronti per essere consumati: basta una goccia di sangue, per andare a tenere compagnia al vecchio Ki Momochi, che il suo spirito riposi in pace!” esclama infine, facendo gli scongiuri di rito.CITAZIONE Questo è il momento in cui vorrei lasciarti libero di impostare la linea di gioco, MA avendo ancora tu pochissime informazioni su ambiente e PNG, se sentissi necessità di fare domande, non farti minimamente scrupolo. Se tra l'altro la troppa libertà dovesse darti fastidio più che piacere, basta farmi sapere e provvedo a correggere il tiro. Considera che l'attività del signor Abe ha poco più di venti dipendenti, tutti coetanei o poco più grandi di Yomi, mentre gli incarichi burocratici e le pubbliche relazioni sono curate da un pugno di impiegati tra i venti e i trent'anni. I capannoni si trovano a dieci minuti dal porto, sono tre in tutto, dedicati rispettivamente a cernita/pulizia grossolana della merce, pulizia accurata e divisione in porzioni, confezionamento del prodotto lavorato... il tutto, molto spesso, fatto in giornata. In sostanza lavorano come bestie finché non finisce il pesce. Merce come il Fugu viene lavorata in una zona apposita nel secondo capannone, separata dal resto degli ambienti per evitare contaminazioni letali; il fugu in particolare viene lavorato da un maestro specializzato provvisto di licenza.
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