Posts written by K.Wanderer

view post Posted: 30/9/2022, 20:53     [Settembre] - Censimento mensile - Censimenti
CITAZIONE

Nome e cognome del personaggio: Matsuda nara
Rango: genin
Lavoro bonus:
Link alla scheda:X
Link al conto: X
view post Posted: 11/9/2022, 04:24     Spedizione C - Riflesso - Spedizioni
“Ci avevo visto bene allora… Sei un vero e proprio ninja! Mi spiace deluderti, però, sei il primo che vedo da tanto tempo. Sicuramente il primo che incontro da queste parti.

Ho sentito parlare del vostro continente, di Suna e degli altri Grandi Villaggi ma ahimè per ora rimangono solo puntini in una cartina non ancora ben delineata. Il che è buono! E’ proprio lì dove i confini diventano sfumati, lì dove la carta della pergamena è ancora bianca priva di monti e fiumi, che noi cartografi ci dirigiamo.

Puntavo a far rotta per le tue terre molto prima ma come vedi sono bloccato qui… i miei mi hanno dimenticato, gli indigeni cacciato dalle loro capanne. Sai… sono un po’ abbattuto a essere completamente onesto.”


A quel punto tacque per qualche secondo, leggermente incupito e pensieroso. Riprese a parlare con disinvoltura poco dopo, nuovamente sorridente e intrigato dalla proposta di Seido.

“Collaborare? Certamente! Sicuramente un paio di occhi in più mi faranno comodo e io qualcosa sulle usanze locali posso insegnartele. Abbiamo un accordo dunque.”

Tese la mano in avanti aspettando un stretta poi indicò con l’indice dietro le sue spalle.

“Direi di iniziare a muoverci, seguiamo la costa in quella direzione per un po’ ed intanto ti racconto qualcosa sugli Honu.”

Dopo aver controllato le sue cose alla buona si avviò verso est, seguendo la linea di costa che serpeggiava come una sottile linea soffice tra il verde dell’isola e l’azzurro dell’oceano. Gli piaceva camminare sulla battigia così che le onde di tanto in tanto gli bagnavano i calzari dandogli un po’ di sollievo dal caldo.
Durante la camminata parlò e raccontò, tanto e a raffica. Ormai era chiaro che era un tipo più che loquace ma dopo chissà quanti giorni da solo su un’isola tropicale a chiunque si scioglierebbe la lingua.

I suoi discorsi erano un po’ arzigogolati, saltando da un argomento all’altro. Era come se a ogni frase gli venisse in mente un dettaglio sul quale aveva sorvolato e allora tornava indietro di qualche frase e si correggeva, oppure passava avanti saltando alcuni elementi di congiunzioni chiave per comprendere dove voleva andare a parare.
Dopo una mezz'ora abbondante di camminata, con la sabbia nelle scarpe, Seido si era fatto un’idea di tutto ciò che Sakkusan gli aveva propinato… non con poca fatica.

L’uomo dai capelli lunghi veniva da oriente, oltre le isole degli indigeni, si era sposato quattro volte diventando padre di sei figli, quattro femmine e due maschi che descrisse con l’accuratezza di un genitore amoroso. A quanto pare era un uomo di buon cuore che si legava ed innamorava facilmente, e con altrettanta facilità lasciava tutto alle spalle per riprendere i suoi viaggi.
Approdato sull’isola da solo, i suoi compagni l’avevano lasciato per proseguire verso altre mete con la promessa che sarebbero tornati. Erano in ritardo però o, forse peggio, si erano dimenticati di lui.
Venne ospitato dagli Honu dell’isola in cambio di piccoli favori e doni ma circa dieci giorni prima dell’incontro con il ragazzo di Suna venne espulso, pacificamente ma con insistenza e a nulla valsero le sue obiezioni.
Raccontò di come gli Honu siano schivi ma allo stesso tempo ospitali, tengono alle tradizioni e possiedono un forte senso di gratitudine. Ultimamente il clima nel villaggio si era fatto più teso, questo a causa dei Mango, ovvero la Famiglia dello Squalo, tribù nomade che in questo periodo dell’anno condivideva parte dell’isola con la prima dando vita ad attriti e scontri veri e propri. Era un cosa che si ripeteva a ogni inverno a detta di Si’lan, la sciamana del villaggio delle Tartarughe.
Il tutto si faceva più complicato… era il periodo nel quale i giovani della Famiglia entravano nell’età adulta, il momento veniva celebrato rievocando il viaggio che fanno le piccole tartarughe appena uscite dall’uovo: i giovani del villaggio, infatti, venivano lasciati su un’isola vicina con lo stretto necessario per vivere e dovevano trovare da soli un modo per tornare a casa, così facendo sarebbero stati accettati come membri a tutti gli effetti della comunità.
Ed è qui che entravano in gioco i Pescecane: l’isola dove avveniva il particolare rito degli Honu era proprio nei pressi della palafitta Mango, il che non presagiva nulla di buono.

Oltre a queste informazioni, Sekkusan fece anche molte domande. Tutte di dubbia pertinenza, mosse da pura curiosità: “di che materiale sono fatte le case di Suna? C’è davvero così tanta sabbia? Quante feste celebrate ogni anno? Ho sentito parlare degli onigiri… sono davvero così buoni?” e altre di varia natura…

“Oh eccoci arrivati. Da adesso mi rimetto a te.”

Indicando verso l’entroterra dove la foresta saliva dolcemente verso i monti nel cuore dell’isola: “di lì si va al villaggio Honu, posso farti strada ma come ti dicevo dovrai offrire qualcosa altrimenti non ti lasceranno passare. Dubito che mi accettino di nuovo senza una degna offerta ma almeno posso accompagnarti fino alle porte.”

Voltandosi subito dopo verso il mare e indicando oltre le onde: “di là, se scruti bene tra le nebbie e la spuma delle onde, c’è un complesso di piccoli atolli. Là c’è l’isolotto usato per il rito degli Honu e quello della palafitta dei nomadi Mango.
La mia idea era quella di aiutare i giovani Honu impedendo contatti pericolosi con i Mango così da riacquistare le grazie della sciamana e poter rientrare al villaggio. Non so come fare di preciso però…”

“Come preferisci muoverti? A me va bene tutto.”


Guardava Seido con un’espressione così spensierata, sembrava quasi non dare peso agli scenari che aveva appena descritto e allo stesso tempo gliene dava troppo.
view post Posted: 25/8/2022, 16:45     Konbanwa - Benvenuti
Benvenuto! E a quanto leggo direi che sei approdato nel posto giusto :asd:
view post Posted: 21/8/2022, 00:29     Spedizione C - Un Affitto Complicato - Spedizioni
Non si sarebbe mai arreso, figuriamoci davanti ad uno psicopatico armato di siringa… Animaru si avvicinava sicuro della sua posizione e del vantaggio numerico. Il giovane aspettava e i presenti ormai già immaginavano, quasi vedevano con gli occhi, la sua resa prossima.
Di tutta risposta Shin, col nemico tanto vicino che già ne poteva sentire il puzzo da ospedale, compose i suoi sigilli di Clan e animò la terra sotto di sé per creare dello spazio tra lui e gli assalitori. Le pareti del corridoio tremarono per qualche istante e dei pezzetti di cemento misto a polvere caddero dal soffitto.

Doveva difendersi ma ancor di più doveva intimorire quella marmaglia che altri non erano che semplici sgherri dello scienziato, meri servitori privi di una volontà tanto forte per potersi ribellare. Qualcuno di loro, mosso da un improvviso impeto, estrasse una corta arma da taglio e fece per avanzare.
Animaru alzò un pugno per ordinargli di fermarsi. Lui aveva capito che Shin stava solo prendendo tempo… aveva capito che cercava un confronto diretto senza la presenza scomoda degli altri della Hattori.

“Dovrò decurtare una parte della paga… per i danni alla struttura.”

“Cos’hai Jin? Capricci della pubertà? Semplice testardaggine? Non voglio farti picchiare dai miei bulli ma capisci che facendo così non mi lasci altra scelta. Sarei davvero curioso di scoprire se il tuo sistema immunitario combatte con altrettanta ostinazione…”


Ripose la siringa vuota nell’astuccio da dove l’aveva presa, non avrebbe mai ottenuto un campione di sangue ormai. Sospirò espirando a lungo, poi tossì un paio di volte e si portò una mano alla testa.

“Basta, sono stanco. Paziente non collaborante. Uomini… anestesia, ora.”

A quelle parole scaturì una colluttazione, una vera e propria azzuffata uno contro tutti. Il giovane ninja si difese bene grazie all’addestramento che poteva vantare e alle sue jutsu, alcuni affondi nemici però superarono le sue schivate e difese ferendolo e procurandogli dolore all’addome e alla schiena.
Si gettò quindi in una rocambolesca fuga, un ultimo piccolo tratto da superare prima di poter spiccare il volo oltre la finestra. Tra lui e la libertà il duo che lo aveva accompagnato fin dall’inizio… Dotto e Makoto.

Sul primo poteva ancora fare affidamento, quell’uomo semplice dal cuore buono che forse solo per sfortuna e amor del proprio figlio si era ritrovato a lavorare in un posto tanto oscuro.
Sentì pronunciare il proprio nome dal ragazzo che gli ricordava il proprio sangue, sussurrò di rimando “Shin-kun…” mentre gli sfrecciava davanti.

“...scusa…” aggiunse mentre una lacrima gli solcava il volto.

Si era messo davanti, tra fuggiasco e finestra, non che fosse un uomo tanto prestante fisicamente da essere un ostacolo insormontabile, ma era comunque lì in mezzo ad intralciare la strada. I due si scontrarono petto contro petto e quel poco di slancio che Shin perse nell’urto bastò a far recuperare terreno agli altri della Hattori.
Gli si buttarono addosso, calci e pugni. Cadde a terra mentre continuava a dimenarsi come una belva che non demorde.

“Ottimo lavoro… ottimo lavoro…” Animaru si avvicinava ciondolante, questa volta inforcava una siringa con del liquido verde.

“Scusa Shin-kun… ho una famiglia che mi aspetta e voglio tornare ad abbracciarla…” sussurrò Dotto che non aveva il coraggio di guardare ciò che aveva causato.

Shin vide il volto insano di Animaru farsi vicino, era sopra di lui mentre gli altri lo tenevano bloccato e indifeso a terra. “Non farà male, serve solo a farti star buono…”

Sentì l’anestetico entrargli nelle vene… ogni luce divenne sfocata, ogni suono più lontano.

E poi buio.





CITAZIONE
Caro Shin/Jin! La missione termina qui... prima di maledirmi però, leggi fino in fondo xD

Tecnicamente parlando la missione non è stata completata con successo per il semplice fatto che finendo qui non hai modo di far rapporto su quanto scoperto sulla Hattori Hanzo. Per quanto riguarda il futuro di Shin non ho specificato oltre, questo perché so che hai intenzione di fare una quest per le discipline di clan e non voglio in alcun modo vincolarti a giocare altre quest/missioni per tornare sano e salvo in patria prima di quella.
Sei stato catturato? Lasciato su un isola deserta? Lasciato sulla stessa isola ma la Hattori se ne è andata? Ti risvegli su una nave di ritorno a casa ma senti che qualcosa di estraneo scorre nelle tue vene? Voglio lasciarti carta bianca, a te e al master che ti seguirà in futuro. Appunto perché non voglio vincolarti a giocare o a far i conti con qualcosa che non ti va a genio.
Esempio stupido per essere chiari: puoi fare un'autogestita dove racconti le conseguenze di questo epilogo o partire con la tua prossima giocata proprio da questa isola.
Resto disponibile per confronti su questo punto in modo che il passaggio da questa quest alla tua prossima avventura siail più "smooth" possibile ;)


Passiamo alle valutazioni:

Scrittura e interpretazione: le valuto insieme (con peso doppio) perché come spesso succede l'una influenza l'altra e viceversa. Nel tuo caso più che mai oserei dire: scrivi in una prima persona molto intima, il narrato è letteralmente ciò che pensa e vede Shin secondo dopo secondo mentre si avanza nella storia. A tratti diventa quasi un flusso di coscienza il che rende entrare nella psiche del ragazzo molto facile nonostante sia un tipetto intricato.
Di contrasto si comporta come un vero e proprio bambino: cerca la bugia facile, prova a fare il tipo poco sveglio per sembrare inoffensivo e tira in ballo scuse infantili sfruttando la sua tenera età.
Ciò che personalmente mi piace molto di Shin è che pensa e agisce in modi molto molto diversi, si direbbe di lui soltanto osservandolo che è un tipo sicuro di sé mentre entrando nei suoi pensieri scopriamo che è attanagliato più e più volte dai dubbi.
Direi un lavoro ottimo che tende verso l'eccellente.

Approccio e strategia: qua devo bacchettarti purtroppo... hai cercato l'approccio da spia/infiltrato spacciandoti per un naufrago con pochi ricordi di come sia finito sull'isola. E' stata una strategia azzeccata in prima battuta, permettendoti di indagare dall'interno della Hattori ed infatti hai scoperto molte cose su di essa; di riflesso ti ha allontanato sempre più dall'altro obiettivo della missione e cioè quello di riscuote l'affitto per conto della Compagnia.
Più avanti nella scena con la pistola puntata contro ti sei letteralmente autocolpito, ok che era un bluff ma se non fosse stato per l'intervento del ninja di Konoha la situazione poteva diventare pericolosa.
Sia chiaro che qui io non sto valutando la coerenza delle tue scelte con l'indole del pg, valuto invece l'approccio che deve avere un soldato che tenta di portare a termine una missione!
Poi, con Yoichi, hai giocato nuovamente la carta del "non so... non ricordo bene..." cercando di estrapolare info senza mai scoprirti più di tanto. Non so... ti aveva salvato la vita, forse potevi slanciarti un po' di più. Ma questa è più una mia opinione personale piuttosto che una valutazione sulla scelta.
Infine hai deciso di tornare nel covo degli ormai diventati nemici, ti sei infiltrato ancora una volta bene mettendo fuori gioco le pattuglie e poi hai deciso di entrare nella riunione. Solo con una cappa prima o poi saresti stato scoperto per forza di cose, già una semplice tecnica della trasformazione avrebbe potuto conferire un camuffamento migliore.
Queste scelte insomma hanno sicuramente portato all'epilogo letto sopra.
Voto bassino qui, purtroppo.

Appunti personali: voce che inserisco io perché mi va. Sei un giocatore che fa divertire tanto tanto tanto. Ti do un ingredienti e tu lo prendi, lo impasti con altra roba e mi sforni uno sviluppo completamente inaspettato. Non hai paura di osare e plasmare la trama, anzi la crei tu stesso. Ho adorato questo tuo modo di giocare. Praticamente la trama iniziale che avevo preparato a grossi linee è partita per la tangente dopo solo pochi post. Su questo sei una bomba.
Diciamo che sei capitato bene con me perché se vedo un giocatore che ci mette del suo io prendo la palla al balzo subito; da master, però, devo anche riprenderti su qualche libertà di troppo che ti sei concesso: ci sono periodi che risultano autoconclusivi o comunque stanno su un confine davvero sottile... mi riferisco, ad esempio, a quando formi sigilli da un'angolazione "impossibile da vedere" e altri dettagli del genere.
So benissimo che in quella occasione e nelle altre quella erano le intenzioni di Shin, non una descrizione oggettiva di quel che accade, diciamo però che il buon galateo del gdr prevede un periodo ipotetico, che sia chiaro che sia una impressione/intenzione o quantomeno lasciare il beneficio del dubbio.
Mi ripeto, io ho apprezzato ogni tua iniziativa ma ci tenevo a dirtelo perché ognuno é fatto a suo modo e magari in futuro trovi gente più certosina su questi dettagli.

Per quanto detto ti assegno un voto finale di 8,5 e ti spettano:

1430 exp, comprensivi del bonus 20% per le spedizioni

Ryo: nessuno, sarebbero stati prelevati dall'affitto che però non è stato ritirato


Nel tuo ultimo post scrivi pure tu qualche parola sul mio operato come master e assegna un voto da 1 a 10.
Spero che la trama ti sia piaciuta e che tu non veda questo epilogo come una punizione ma la naturale conseguenza delle scelte intraprese, l'importante dopotutto è raccontare una storia.
Mi spiace per le tempistiche non proprio velocissime soprattutto nella seconda parte, spero non abbiano pesato troppo.

E' stato un piacere Jin tonic della Sabbia :rox:


Edited by K.Wanderer - 23/8/2022, 09:55
view post Posted: 31/7/2022, 16:51     [Luglio] - Censimento mensile - Censimenti
CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Matsuda Nara
Rango: Genin
Lavoro bonus: //
Link alla scheda: X
Link al conto: X
view post Posted: 26/7/2022, 02:51     +1Spedizione C · 面倒 Mendō · Seccatura - Spedizioni
 






“Sale!”

Come un bambino che si stupisce con poco, Matsuda esclamò quell’unica parola una volta giunti a Sado. Per un ragazzo cresciuto nella continentale Konoha l’aria di mare sapeva di posto lontano, di luogo fuori dall’ordinario.
Dopo aver varcato le porte della cittadina la carovana si era sciolta e i suoi componenti avevano preso vie diverse, ci fu qualche saluto, sincero ma rapido, tutti i mercanti avevano fretta di concludere un buon accordo commerciale e non pensavano ad altro.
Il trio allora proseguì facendosi largo tra le vie gremite di gente, persone assai diverse l’una dall’altra che suscitavano la fantasia del diciottenne. Si accorse che spesso era l’ultimo della fila distanziato di qualche metro dagli altri due: si lasciava distrarre dal turbante fin troppo voluminoso di un viandante, dall’odorino esotico delle spezie di un venditore, da un gruppo di bambini che giocavano a fare i Kage… semplici scorci di vita quotidiana che a lui sembravano tanto curiosi in quel momento; Naoko, invece, tirava dritta verso la piazza principale. Lì dovevano incontrare la persona che li avrebbe guidati nel loro itinerario delle isole orientali.

Arrivati nella piazza, si rese subito conto che trovare un individuo sconosciuto lì in mezzo sarebbe stato a dir poco difficile e le parole dell’Aburame confermarono il suo pensiero. La vedeva mentre cercava quasi in punta di piedi di guardare oltre gli energumeni che gli stavano davanti, il fatto poi che ormai sapeva della sua vera identità rendeva la scena quasi comica e gli strappò un sorrisetto.

“Se vuoi ti prendo sulle spalle… magari così lo troviamo!”

Si rese conto subito di aver detto una cavolata fuori luogo, voleva fare il simpaticone ma gli era venuta malissimo. Tamponò per quel che poteva cercando di dileguarsi per la vergogna…

“Penso che Kyosuke abbia ragione. Questo tipo avrà una descrizione di noi o quantomeno di te, Naoko, sono sicuro che sarà lui a venire da noi. Quuuuindi…” allungando a dismisura la sillaba, “se mi allontanassi giusto un minutino verso quella bancarella…”

Alludeva al mercatino più vicino dove aveva adocchiato una qualche sorta di mollusco fritto dall’odorino invitante, aveva già allungato il passo felpato per avvicinarsi quando Kyosuke cominciò a tastarsi nervosamente i fianchi, capì allora che gli avevano rubato il coprifronte e vide l’amico scattare verso un vicolo spintonando la folla.
Matsuda non riusciva a capire verso cosa Kyo stesse correndo, pensò che forse aveva intravisto il ladro di sfuggita e si abbassò per guardare tra le gambe delle persone; vide il coprifronte di Konoha che tintinnava sul ciottolato, tenuto tra i denti di un cagnolino tutto nero che si dava alla fuga.

L’evento aveva un che di drammatico e di comico allo stesso tempo, per Kyosuke sicuramente di buffo non c’era proprio niente, per Matsuda invece, che aveva ancora la placca metallica legata sicura al collo, quella scena gli fece pensare alla nemesi di ogni neodiplomato genin: la bestiolina dispettosa che va recuperata girando ore e ore senza sosta per tutto il Villaggio.
Quanti genin sono caduti trappola di questa maledetta prima missione ninja, come se i Kage provaserro gusto a battezzare sul campo ogni nuovo Shinobi con questo compito così poco appagante. Lui per fortuna se l’era scampata, miracolosamente nei giorni seguenti la sua promozione a genin nessuna vecchietta aveva perso il proprio animaletto domestico, aveva così intrapreso missioni più serie e ormai sarebbe stato troppo squalificante convocarlo per un compito simile. Insomma… per Matsuda il mito dell’animale smarrito e dispettoso era rimasto, per l’appunto, solo un mito.

Ora invece, a Sado, quel mito stava diventando realtà. Ma non c’era tempo per pensare a questi scherzi del destino: Kyo era già partito alla rincorsa, Naoko sembrava pronta a seguirlo, anche Matsuda quindi lasciò questi stupidi pensieri da parte e cominciò a correre.

“Scusi! Mi dispiace! Scusi!” Gridò senza voltarsi ai passanti che inevitabilmente finiva per urtare, raggiunse infine il compagno subito dopo aver girato un angolo. Kyosuke era fermo sul posto così come il cagnolino scodinzolante a qualche metro più avanti. Guardava i due umani come ad assicurarsi che venisse seguito. Un comportamento fin troppo singolare…

Capì allora, ed era sicuro che anche i suoi compagni ci fossero arrivati, che forse non si trattava di un normale scippo bensì di un ingegnoso modo per metterli in contatto con la guida per le isole.
Ma perché allora attirarli in un luogo isolato? C’era forse qualcosa da nascondere?

Vide il cugino Nara con un kunai in mano, lo impugnava stretto ma non alto in posa da combattimento. Probabilmente si teneva pronto a qualsiasi evenienza senza dare nulla per scontato. Gli parve una scelta accorta e fece lo stesso con una delle sue lame.
Armato e alle spalle dell’amico, si inoltrò nel vicolo scuro.







 
view post Posted: 26/7/2022, 02:36     Spedizione C - Un Affitto Complicato - Spedizioni
Come i ticchettii di un orologio, gli uomini della Hattori si alzavano cadenzati per sottoporsi al prelievo di sangue. Uno scorrere del tempo centellinato che non faceva altro che aumentare l’attesa straziante del giovane; non poteva rimanere fermo ad aspettare il suo turno, non poteva dar di matto in mezzo a tanti avversari, non poteva nemmeno dileguarsi senza farsi notare…
L’ennesima siringa che si tinge di rosso cremisi, sempre meno secondi che lo separavano dal suo turno.
Molti al suo posto per timore, insicurezza o anche semplice desiderio di posticipare l’inevitabile, avrebbero lasciato correre aspettando il proprio momento fino a ritrovarsi nelle fauci del lupo, sperando ingenuamente che un miracolo avrebbe risolto la situazione all’ultimo. Una modo di agire - o di non agire - facilmente criticabile ma anche umanamente comprensibile.

Shin no.
Lo aveva dimostrato più volte di non essere tipo che si lascia trasportare dalla corrente, lo si poteva definire come uno di quei marinai che si gettano a vele spiegate nella tempesta incuranti dell’integrità dello scafo o della propria incolumità.
Avvolto in un’aura di coraggio e scelleratezza, un misto di attributi che spesso dona ai giovani ninja talentuosi e, altrettanto spesso, tronca loro la carriera sul nascere, gonfiò i polmoni e nel silenzio quasi tombale della sala obiettò.
Un secco mi rifiuto. Non serviva altro per avere tutti gli occhi puntati addosso. I secondi seguenti parvero dilatati a dismisura, nessuno osava dire altro, nemmeno Animaru che come gli altri era visibilmente sorpreso, gli sguardi si facevano sempre più pesanti ma allo stesso tempo il primo passo l’aveva compiuto ed ora si trattava di continuare su quella linea.

Mentre guadagnava l’uscita concluso il suo discorso, Shin poteva scorgere l’espressione di metà dei presenti mutare e perdersi in pensieri profondi. Era una situazione nella quale ogni scintilla poteva tornare utile a chi voleva solo abbandonare quel dannato posto. Da questo punto di vista la tattica del ninja pareva azzeccata… peccato purtroppo che chi è debole di spirito e si affida alle azioni degli altri vive nell’insicurezza e nella paura eterna di chi lo comanda…

“E’ lui.” Pronunciò Animaru con tono così eloquente da scacciare ogni pensiero di rivolta dai meno zelanti dei suoi.

“Si! E’ quel maledetto ragazzino che per poco non ci faceva secchi nella foresta. Ragazzi che fate lì impalati?! Fermatelo!” Makoto rincarò la dose e ormai ogni speranza di instillare il seme della ribellione nelle file della Hattori Hanzo andava scomparendo.

Una decina di uomini scattarono in piedi e corsero dietro a Shin che ora aveva appena imboccato il corridoio che portava alla hall d’ingresso. Qualcuno intimò di fermarsi ma nessuno ancora lo aveva bloccato con la forza. Un istante dopo anche Makoto, Dotto e lo stesso Animaru uscirono dall’infermeria.

Davanti a lui c’erano una dozzina di metri che lo separavano dalla libertà, le sentinelle erano state messe fuori gioco quindi la via era libera; dietro invece dieci uomini in tenuta rossa erano pronti a gettarsi su di lui. Per quel che ne sapeva non erano abili ninja i suoi avversari, al massimo alcuni potevano essere mercenari addestrati o poco più, erano però comunque tanti, troppi per poterli sottovalutare. E poi c’era Animaru… aveva dato solo una leggera prova delle sue abilità ma fu sufficiente. Più di tutti era sicuramente lui il problema.

In quel lungo istante di apparente stallo, fu proprio lo scienziato a farsi avanti con passi misurati. “Sei proprio un ragazzo sorprendente. Lo eri durante la nostra prima chiacchierata e lo dimostri ancora, Jin della Sabbia.”

“L’altro giorno indossavi la maschera del bambino sperduto e indifeso… ti veniva bene, davvero. Però avevi lo sguardo di chi è attento, non era semplice curiosità infantile, era lo sguardo di chi indaga e scruta, di chi è sicuro e spavaldo in cuor suo. Di chi comprende e trae conclusioni.”


Piccola pausa per riprendere con voce squillante. “Sono le perfette doti per diventare un ottimo ricercatore! Come me!!!
Però pessima fantasia nel trovare nomi per le scoperte… questo devo dirtelo.”


“E allora se sei tanto sveglio non farmi credere che non sai come finirà questa storia…” ora la sua voce si fece cupa e a tratti saccente, “di qui non te ne andrai, lo sai vero?”

“Puoi lottare, rompere qualche osso ai miei ragazzi, per finire malmenato e grondante di sangue privo di sensi. Se il tuo ego da ribelle si appaga con queste villane dinamiche… fai pure…”

“Oppure…”
allargò le braccia ai lati del corpo “arrenditi e accetta che da ora sei nostro ospite. Lascia che ti prelevi un campione di sangue, come faccio con tutti loro. Ti ho assunto nella nostra organizzazione dopotutto. Ero serio che credi.”

“Signore non si avvicini troppo!”

“Shhhhhh! Che mi sta tornando il mal di testa con tutta questa confusione. Divento irascibile col mal di testa.”

La situazione era questa. Tentare una fuga disperata, combattere una battaglia impari o arrendersi al nemico… un trio di scelte una peggio dell’altra.




CITAZIONE
Con diplomazia a C dei due dadi dobbiamo prendere il più basso, quindi 5 che corrisponde a risultato neutro. Né fallimento né successo.
Questa è la situazione. In tutto ciò l'unico tuo pseudo-alleato, Dotto, rimane nel gruppo con un'espressione apprensiva.
view post Posted: 26/7/2022, 00:55     Spedizione C - Un Affitto Complicato - Spedizioni
Prova di diplomazia, grado C

Diplomazia: 15
  • 2d10
    10
    5
  • Inviato il
    26/7/2022, 01:55
    K.Wanderer
view post Posted: 9/7/2022, 07:30     Spedizione C - Un Affitto Complicato - Spedizioni
Una ad una le guardie caddero nel buio per mano del ninja di Suna che pareva avere una certa dimestichezza con l’arte dell’infiltrazione. Quando rimase l’unico con le vesti della Hattori Hanzo frugò negli averi dei quattro tizi messi fuori combattimento, osservò i loro tesserini con foto… anche loro erano persone, non semplici nemici senza volto e nome, probabilmente tenevano duro in quella piccola isola abitata dagli Honu aspettando con ansia il giorno per far ritorno dalle loro famiglie. Come anche Dotto faceva dopotutto.

Ora che fare?
L’ingresso della sede era deserto, un sottile chiacchiericcio proveniva dalla stanza di Animaru a riprova che la riunione straordinaria era cominciata. All’esterno solo oscurità, il sibilo del vento che fischiava tra le fronde degli alberi e, in lontananza come un sottofondo sordo, la risacca che bagnava le rive sabbiose dell’isola.
Se avesse voluto, Shin, poteva girare i tacchi e lasciare la struttura, l’isola e l’intera missione. Non sarebbe stata un’uscita di scena col botto e il suo incarico non era ancora stato portato a termine, ma almeno avrebbe avuto salva la vita. Le sue decisioni e le ripercussioni lo avevano portato ad alzare sempre di più la posta in gioco, a scommettere tanto per un premio finale che non sembrava avvicinarsi bensì allontanarsi continuamente.

Infine, combattuto fra un briciolo di senno e l’adrenalina crescente nel suo corpo, decise di muoversi come gli riusciva meglio: improvvisando e buttandosi direttamente nella tana del drago.
Aprì la porta dell’infermeria che cigolò fastidiosamente interrompendo il discorso che Animaru stava tenendo. Si sentì gli occhi di tutti puntati addosso… ecco, lo avrebbero riconosciuto all'istante. No… era solo suggestione, pochi si erano girati e la stanza era buia. Solo una luce bianca illuminava una piccola parte della camera, posta sulla scrivania del dottore pazzo che continuò a parlare incurante dell’ultimo arrivato.
I vari sottoposti avevano preso parte alla riunione raggruppandosi davanti allo scienziato seduti su delle sedie poste su più file. Erano una decina, forse una dozzina in totale ad ascoltarlo. In prima fila riconobbe le sagome di Dotto e Makoto.
Shin prese posto sedendosi su una delle sedie rimaste libere tra quelle più dietro. Il suo vicino lo guardò di sfuggita mentre si sedeva, parve tranquillo e concentrato ad ascoltare. Non lo smascherò.

“...questi sono i risultati delle ultime ricerche. Niente di sconvolgente ma sono comunque passi in avanti.
Se vi ho convocati qui non è tanto per discutere di questi dettagli tecnici sul vaccino, anche perché dubito che qualcuno di voi possa comprenderli per davvero - senza offesa sia chiaro - ma per mettervi al corrente che siamo finiti nel mirino di qualcuno.”


Animaru continuava il suo discorso, stava per arrivare al punto saliente della discussione.

“Il ragazzo che abbiamo trovato l’altro giorno. Con ogni probabilità non è chi dice di essere, anche se a dire il vero ha detto così poco e in modo così vago che sarebbe incorretto definirlo un bugiardo…” si massaggiò il mento alla ricerca di un termine più appropriato prima di capire che quella digressione non era necessaria, gli ascoltatori ci erano abituati e rimasero composti, “insomma bugiardo o meno nasconde qualcosa e sono sicuro che lavori per qualcuno. Stando al rapporto di Makoto e Dotto, questo Jin sa usare il chakra e per poco i nostri due cari compagni non ci rimettevano le penne. Come se non bastasse nella foresta è stato aiutato da quell’altro giovane di Konoha arrivato per conto della Compagnia della Isole Orientali. Già… è ancora sull’isola a quanto pare.”

Ci fu un leggero vociare di commenti pronunciati a bassa voce.

“Che lavori per la Compagnia, per la Repubblica o per qualche altra organizzazione questo non so dirlo. Sappiate che è un utilizzatore del Ninjutsu, probabilmente un ninja… e siamo nel mirino di qualcuno, ma a questo la Hattori ci è abituata.”

“Signore, che motivo avrebbero la Compagnia o la Repubblica di spiarci?” Chiese qualcuno in un misto di coraggio e curiosità.

“Beh, la Compagnia è una diretta concorrente in affari e non necessita di ulteriori moventi; mentre la Repubblica è un nostro finanziatore, potrebbe voler controllare i propri investimenti… lo farei anche io se fossi in loro.”

“Da questo momento siamo in massima allerta. Controlleremo meticolosamente ogni approdo sull’isola e perlustreremo la foresta con più attenzione. Infine, mi duole annunciarlo per chi di voi era prossimo alla fine del contratto, nessuno potrà congedarsi dal proprio incarico fino al rientro dell’emergenza.”


“Signore, ma alcuni di noi avevano programmato di rientrare...”

“Come ho detto… nessuno potrà congedarsi dal proprio incarico.”

A quel punto alcuni tra i più scontenti iniziarono ad obiettare con più vigore. Animaru non si lasciò condizionare e rimase fermo nella sua posizione. All’ennesima lamentela, però, il suo volto si contorse in preda all’ira. Una sottile ma forte emanazione di chakra scaturì dal suo corpo, pareva una foschia avvolgente, un miasma tossico.
Chiunque nella stanza cominciò a tossire sempre più forte, gli occhi lacrimavano, il naso bruciava. I pazienti nei lettini in un angolo dell’infermeria cominciarono a contorcersi nei loro letti.
Poi la coltre malsana si volatizzò proprio come era arrivata.

Il Senju lentamente aggiunse: “altre domande costruttive?”

Nessuno osò aggiungere altro.

“Bene. Ora visto che siamo quasi tutti riuniti direi di approfittare dell’occasione… prelievo di sangue!” Urlò quella frase come un bambino ad un festa di compleanno, l’ira l’aveva già abbandonato come se fosse passata una notte intera. Diede le spalle ai presenti organizzando siringhe e provette sul suo tavolo fischiettando allegramente.

“Non accalcatevi, uno ad uno iniziando dai primi fila avvicinatevi prego.”

I primi amareggiati si alzarono ripiegando una manica della giacca per scoprire il braccio. Nel giro di un minuto o poco più anche Shin si sarebbe dovuto alzare per accontentare i capricci di quell’insano. Ma a quel punto, faccia a faccia col nemico, il travestimento avrebbe retto?

Intanto il tipo alla sua sinistra che aspettava con decisamente disgusto il suo turno cominciò a lanciare occhiate più indagatorie verso Shin. Senza voltarsi ma spostando solo le pupille e tornava a fissare dritto non appena il suo sguardo incontrava quello del ninja.
Di questo passo, o per mano di Animaru o per via di quel tipo, l'avrebbero smascherato...




CITAZIONE
Si hai fatto un po' più di quello che avevamo concordato ma va bene così. Ormai lo sai che mi piace improvvisare e vederti improvvisare ;)
Ora la situazione è delicata... vedi tu come muoverti e sono sempre disponibile se ti servono dettagli ulteriori. Occhi eh! che qua stai rischiando.
view post Posted: 30/6/2022, 09:30     [Giugno] - Censimento mensile - Censimenti
[QUOTE=K.Wanderer,11/5/2022, 08:55]
CITAZIONE
Nome e cognome del personaggio: Matsuda Nara
Rango: Genin
Lavoro bonus: //
Link alla scheda: X
Link al conto: X
view post Posted: 30/6/2022, 09:26     +1Passaggio del Testimone - Clan Hyuga
Una mano sul petto e respiro affannato, Mizuha aveva assistito il fratello nel suo allenamento per padroneggiare le nuove tecniche di clan e ormai non nutriva più nessun dubbio. Rei le aveva fatte sue in fretta, seguendo i consigli nelle pergamene di Yogumure e allo stesso tempo mettendoci del suo. La sorella maggiore gli sorrise mentre pian piano gli tsubo e il suo sistema circolatorio del chakra tornavano alla normalità, nel mentre si chiedeva tra sé e sé quale sarebbe stato l’esito del loro ultimo scontro: qualche giorno prima erano ad un livello pressappoco uguale ma oggi, dopo gli ultimi progressi di lui, si domandava orgogliosa - e con un filo di invidia - se le cose non fossero cambiate.

“Ottimo Rei. Ho già sentito Yogumure, puoi andare a trovarlo in sede.”

Poi allungò le braccia lungo i fianchi e fece un inchino verso il suo avversario in segno di rispetto. “Bel combattimento, fratello.”

Il padre dei due, in un angolo della stanza, non ebbe nulla da aggiungere ma nel luccichio dei suoi occhi si intravedeva l’orgoglio che provava per i suoi due figli.






Nella sede del Clan




Yogumure stava inginocchiato sul tatami davanti ad un basso tavolino sopra il quale stava un vassoio con del tè portato da poco, la teiera era ancora fumante.

“Avanti, Rei. Siediti vicino a me.”

Lui stesso gli versò una tazza di liquido caldo, si muoveva con lentezza e precisione tipiche delle persone di una certa età che amano quel rituale così ben radicato nella loro cultura.
Spostò lo sguardo oltre la parete scorrevole di carta di riso, si vedeva la quercia dove giorni prima il sensei aveva spiegato la differenza delle due Maestrie al ragazzo, quando lo aveva messo alla prova per la prima volta.

“Ora non voltarti e dimmi quante foglie riesci a contare.” Disse poco dopo tutto serio.

Poi scoppiò a ridere mostrando come fosse a suo agio anche in delle vesti meno formali, si asciugò i baffi bianchi inumiditi dalla bevanda e aggiunse: “scherzo, scherzo… i test sono finiti ragazzo. Non ho più dubbi sulle tue capacità. Godiamoci solo il momento, tra allievo e sensei… anzi… tra due membri della stessa famiglia.”

Sorseggiò ancora.

“Mizuha mi ha raccontato dei tuoi progressi, dice che è rimasta sorpresa di come tu abbia padroneggiato le tecniche con tanta facilità. Io credo che mentisse… nel senso che voleva metterti in risalto, perché io stesso ho notato il tuo potenziale durante il combattimento nel campo d’allenamento di qualche giorno fa. Se non nutrivo dubbi io figuriamoci lei che è tua sorella.”

“Si vede quanto siete legati… è qualcosa di bello. Cercate di rimanerlo sempre.”


Intanto aveva portato una mano sotto il tavolo, frugando tra le tasche del suo kimono alla ricerca di qualcosa. Poggiò il pugno chiuso vicino alla tazza di Rei e quando levò l’arto sul tavolino rimase un anello, lo stesso che il giovane doveva recuperare dai suoi cloni. In metallo e col simbolo degli Hyuga inciso e scintillante.

“Ho visto che ti piacciano questi gingilli. Prendilo, è tuo. E’ il segno che seppur per poco siamo stati maestro e allievo, che parte dei miei saperi ora sia parte di te. Tramandare ed ereditare. Questo fa una famiglia.”

“Non ho altro da insegnarti ma se tu dovessi avere bisogno, domani o in un futuro più lontano, io sarò qui… sotto l’ombra di un albero a sorseggiare tè. Non esitare che ai vecchi piace ricevere visite da un bel giovanotto.”


C’è un tempo per il duro lavoro e un tempo per crogiolarsi nelle lodi, Rei poteva godersi il momento ed essere fiero di se stesso conscio che ora un uomo in più aveva stima di lui.

“Sai che sono stato io ad assegnare la prima missione ninja a tua sorella?” Ora aveva un tono colloquiale e spensierato, di chi chiacchiera tranquillamente con un amico, “era giovanissima e anche impacciata, pensa che non sapeva ancora usare il chakra per camminare sull’acqua…”

Continuò a raccontare qualche storia divertente del passato, come piace fare agli anziani che ricevono visite da un caro nipote.





CITAZIONE
Siamo alla fine!

Ordunque… spero che la quest sia stata piacevole nonostante qualche attesa di troppo. Sulla trama come avrai notato ho deciso di sorvolare questioni più importanti riguardanti il clan Hyuga e la tua ultima missione, preferivo avere qualcosa di semplice e lineare per testare sul campo la disciplina che volevi apprendere. Meglio in un ambiente sicuro che direttamente in missioni delicate.

Ormai scriviamo insieme da un anno praticamente, nelle vesti di master-giocatore o come entrambi giocatori. Ti conosco bene e Rei riesco ad immaginarlo perfettamente meglio di qualsiasi descrizione scritta. E’ rimasto sempre fedele alla sua indole dal primo post fatto insieme andando a svilupparsi interiormente con dilemmi sempre più esistenziali e filosofici che ormai fanno del tuo scritto la firma, non stonano e danno profondità al personaggio. Anche la scelta di provare le sigarette (che presa senza contesto può sembrare una scelta senza troppa importanza) trovo sia il modo con il quale il personaggio sfoga i proprio dissidi interiori.

La disciplina l’hai compresa bene e nonostante avessi solo la base Hyuga in scheda hai dato del filo da torcere a Mizuha (aveva una scheda di liv. 30, con base e avanzata Hyuga più la genjutsu personale che ha usato contro di te).

Senza scendere in valutazione voce per voce ti assegno voto pieno 10, cosa che prima non avevo mai fatto andando sempre a trovare qualche piccolezza per spronarti a migliorare. Ma non c’è motivo di esserlo ora e te lo meriti tutto.

Guadagni 500 p. exp. e, molto più importante, puoi aggiungere la disciplina avanzata Hyuga in scheda.

Ben fatto! ;)
view post Posted: 7/6/2022, 05:42     Passaggio del Testimone - Clan Hyuga
Uscito ferito ma ancora in forze dall’attacco della sorella, Rei attaccò con le sue combinazioni di Taijutsu mirando all’addome. Mizuha utilizzò l’inerzia della sua ultima offensiva per far perno sul piede destro e vorticare su se stessa, in un attimo intorno a lei si formò una semisfera di energia azzurra e lo spostamento d’aria generato fece piegare verso l’esterno l’erba nei paraggi.
La rotazione fulminea, utilizzata un secondo prima anche da fratello, le permise di contrastare i colpi che la minacciavano. Quando smise di girare era già pronta al contrattacco, con gli occhi bianchi e gonfi dal Byakugan puntava al suo prossimo bersaglio: il collo di Rei, mentre i lunghi capelli neri scompigliati dalla foga della battaglia le coprivano in parte il volto.

Andava ammesso però: nonostante in passato la sorella maggiore era sempre uscita vittoriosa negli allenamenti casalinghi, oggi in questo allenamento che sapeva di vera sfida ninja, Mizuha era in difficoltà; lividi sulla pelle e strappi nei vestiti ne erano la prova lampante. A questo punto la sfida stava diventando una battaglia di logoramento tra la resistenza fisica della di lei e le riserve di chakra di lui. Rei infatti non se la passava tanto meglio: seppur praticamente incolume dal punto di vista fisico aveva quasi prosciugato del tutto le proprie riserve energetiche rese ancor più scarse dagli tsubo bloccati dal chakra di Mizuha.

Tutto veniva colto e analizzato dall’occhio saggio e attento di Yogumure, ogni dettaglio era per lui metro di giudizio. Fino ad ora, escluso qualche breve commento, si era tenuto da parte limitandosi ad osservare.

“Direi…” disse con voce bassa ma che bastò per richiamare l’attenzione dei due avversari, “... che può bastare così.”

Lasciò il masso che sporgeva dal ruscello e cominciò a compiere dei lenti passi muovendosi sul pelo dell’acqua in direzione dei due. Mizuha in assoluto rispetto rilasciò in modo inoffensivo il chakra che era pronta a scagliare verso il fratello, non prima di lasciarsi sfuggire un’ultima espressione di rabbia fissando la sigaretta.

“Va bene, sensei.” Disse ubbidiente ma chiaramente contrariata.

“Ragazzi avete combattuto bene. Se aveste continuato non so chi l’avrebbe spuntata alla fine. Ora, riposo.” Sentenziò l’anziano una volta giunto in mezzo ai due fratelli, il suo Byakugan si disattivò e subito dopo anche quello della kunoichi.

“Rei, non è stato un caso se ieri mattina sono stato io ad accoglierti. Ad essere sincero ti stavo osservando dai piani alti della sede da quando hai varcato l’arco d’ingresso. E’ stata Mizuha ad avvertirmi del tuo arrivo. Mi scuso se non ti ho detto niente, è stata proprio lei a farmi promettere di tenere la cosa nascosta… ma visto che non è stata in grado di mantenere un semplice camuffamento, a questo punto non vedo perché continuare a far finta di niente.”

“Ora avanti, seguimi Rei. L’addestramento continua nella sede Hyuga. Vieni anche tu, Mizuha.”
Incrociò le mani dietro la schiena e a passi lenti e misurati si avviò verso l’uscita del campo d’addestramento.
Nel frattempo la ragazza si era avvicinata al fratello un po’ ciondolante e col fiato corto.

“Il Sensei voleva essere gentile… sappiamo benissimo che ti avrei fatto il culo, fratellino.”
Gli tirò un pugnetto amichevole sulla spalla e gli sorrise come solo lei faceva, a trentadue denti. Era bello rivederla come una semplice sorella e non come rivale.

“Mi sono presa la libertà di avvertire il sensei Yogumure quando avevo colto il tuo desiderio di migliorare le tecniche di clan. Lo conosco da tanto, in passato ho seguito i suoi insegnamenti e ho profonda stima della sua persona.
Lo ammetto… ero perplessa… pensavo che non fossi pronto e volevo metterti alla prova, solo che sfidarmi come facciamo sempre nel dojo di casa non sarebbe stato abbastanza. Ti saresti trattenuto o non avresti preso la cosa sul serio ed invece ora capisco che ero io a non aver preso sul serio te. Sei cresciuto, sei un uomo ora.
Bravo Rei, sono davvero orgogliosa di te.”


Gli appoggiò un braccio sulla spalla con affetto prima di compiere qualche passo insieme seguendo il maestro.

“Pff… puzzi di tabacco!”





Più tardi, alla sede del Clan




Yogumure apriva la strada mentre il trio rientrava nella sede Hyuga, all’ingresso incontrarono la ragazza gentile che fece per un attimo sussultare il cuore di Rei il giorno prima. La giovane era distratta e non si accorse di avere visite fino a quando l’anziano sensei non gli fu praticamente davanti.

“Signor Yogumure! Le porto subito il suo tè."

Lui alzò la mano in segno di rifiuto senza dire niente e Juri sembrò sorpresa della cosa, evidentemente era solito concedersi del tempo per la cerimonia del tè ma questa volta aveva altro di più importante da fare.
La ragazza quindi si limitò a fare un inchino a lui e ai due fratelli che lo seguivano.

Superato l’ingresso, il maestro scese delle scale e infine giunse al luogo d’arrivo. Era una stanza ampia, probabilmente un vecchio dojo considerando il tatami del pavimento ma che col tempo era stato trasformato in biblioteca o archivio. Vi erano infatti delle librerie con numerose pergamene ingiallite dagli anni e delle teche con altrettanti plichi e manoscritti.

“Avvicinati Rei.” Finalmente Yogumure parlò, aveva taciuto per tutto il cammino. Era davanti uno scrittoio con sopra una grande pergamena chiusa e arrotolata. Slacciò lentamente il nastro con la quale era sigillata e la dispiegò per svelarne il contenuto.

“Leggi bene e con calma. Qui ci sono alcune delle nostre tecniche segrete di Clan, non a tutti è concesso scendere qui sotto ma tu ti sei guadagnato questo privilegio.”

Lasciò qualche secondo di silenzio per compiacere il suo nuovo discepolo, poi continuò: “prenditi tutto il tempo che ti serve, questa stanza è a tua disposizione come anche il sottoscritto se avessi bisogno di un aiuto pratico. Puoi contare anche su tua sorella se dovesse servire, sono stato proprio io anni fa a portarla qui davanti, proprio come oggi sto facendo con te.”

“Ti chiedo però di far attenzione al rotolo, è antico e delicato. E naturalmente non potrai portarlo via di qui, per le stesse ragioni.”


L’antica pergamena spiegava nei minimi dettagli il funzionamento del Byakugan unendo pragmaticità pratica a nozioni più spirituali sull’origine della Kekkai. Più avanti entrava nei dettagli sul sistema circolatorio del chakra, sugli Tsubo e come manipolarli. Dopo ancora vi erano schizzi raffiguratavi per rendere più chiaro il contenuto e le posizioni più adatte per colpire un particolare tsubo piuttosto che un altro. Le informazioni si susseguivano e andavano sempre più nel dettaglio… era letteralmente un’enciclopedia dei segreti di Clan.





CITAZIONE
Salto per questo ultimo turno i calcoli della difesa perché sono master e master può xD Comunque Mizuha avrebbe preso qualche ceffoncello in più ma sarebbe rimasta in piedi. :kill:

Ruola il post-scontro come vuoi, usa pure Mizuha se vuoi perché alla fine è un tuo png che io ho solo preso in prestito.
Arrivato alla parte finale trovi le nozioni per apprendere le tecniche della disciplina evolutiva Hyuga, le stesse mosse che usava Mizuha. Ti chiedo di narrare come le scopri, sviluppi e fai tue e, consiglio personalissimo, fa in modo che non sia un "item unlock" da videogame. Mi spiego meglio: allenati, migliora, tutto quel che vuoi insomma ma che lasci intendere che ci vuole del tempo per padroneggiarle. Qualche giorno o una settimana... decidi tu. Semplicemente per un minimo di realismo.
view post Posted: 7/6/2022, 05:28     Spedizione C - Un Affitto Complicato - Spedizioni
“Posso comprendere il tuo temperamento ma… queste parole: “Non ricordo molto, ma [...] devo seguire la mia volontà, anche se significherebbe calpestare gli altri.” mi sanno tanto da Animaru…”

“Lascia stare, non voglio attacar briga. Semplicemente non giudicarmi… io non l’ho fatto.”


Ma ormai Shin si era già voltato e avviato verso l’uscita. Il loro incontro era stato breve, amichevole e pieno di informazioni da condividere; ma a quanto pare la loro collaborazione finiva già. Un aiuto avrebbe fatto comodo al ninja di Suna, allo stesso tempo quel giovane Senju sembrava aver perso la scintilla che muove il cuore degli shinobi e in quello stato sarebbe stato difficile smuoverlo.

A questo punto Shin, nuovamente solo, doveva prendere una decisione su come muoversi. L’accampamento a nord sembrava una pista promettente e con meno rischi, d'altronde si dice “il nemico di un mio nemico è un amico” e lì avrebbe potuto trovare qualche alleato; l’altra opzione era di far ritorno alla sede della Hattori, strada sicuramente più delicata e tortuosa. Naturalmente il giovane optò per la linea d’azione più incline alla sua indole e si avviò di soppiatto verso la sede della società.

Con un po’ di furtività ed ingegno eluse le guardie del perimetro, si arrampicò su una parete e tramite una finestra entrò all’interno. Era buio, la stanza era piccola e piena di cianfrusaglie. Qualche secondo per permettere agli occhi di abituarsi alla nuova luce e capì di trovarsi in uno stanzino del primo piano, c’erano secchi, scope e in generale roba per le pulizie.
La porta era socchiusa e sbirciando con attenzione verso il corridoio capì che la porta successiva alla sua sinistra era quella del dormitorio dove aveva passato l’ultima notte, mentre a destra c’erano le scale che scendevano al piano terra dove c’era la hall d’ingresso e naturalmente il laboratorio di Animaru. Il corridoio era libero, non volava una mosca e l’unico rumore che si sentiva era il fastidioso ronzio delle luci elettriche del soffitto.

Aspettando un po’ e aprendo bene le orecchie qualcosa riuscì a sentire: alla sua sinistra due voci maschili stavano parlando, uno era proprio Dotto mentre l’altro aveva un timbro familiare ma non ben riconosciuto. Poco dopo lo riconobbe: era il tipo con cui aveva fatto a battaglia di cuscini, la discussione proveniva proprio dal dormitorio e pareva che fossero soli.

“Non so… secondo me ti affidi troppo al rapporto di Makoto. Se dirà tutta le verità? Che ti sei messo contro di lui?”

“Non lo farà… non gli conviene. Posso sempre dire che è stato lui ad attacarmi, il che poi non è del tutto falso. Alla fine conviene ad entrambi dire che è stata colpa di quel ninja.”

“Questo è vero. Quindi per tutto questo tempo è stato nascosto nella foresta… pensa te. Comunque, Dotto, ti vedo ormai allo stremo. Psichicamente dico.
Torna a casa, il tuo gruzzoletto te lo sei messo da parte.”


“Animaru non me lo permetterà mai.”

“E tu non glielo dire. Domani attraccherà una nave di ritorno dal profondo est, solito controllo di routine e poi salpa per il continente. Vai. Scappa. Torna dalla tua famiglia.”

“E se lui venisse a cercarci fino a casa?”

“Ehhhhh Dotto… andiamo, non te la prendere ma non vali così tanto da far smuovere quel pazzoide. E poi se quel che mi hai raccontato è tutto vero, è pericoloso per te rimanere ma sei anche tu un pericolo per noi.”

“Credo tu abbia ragione…”


Nel frattempo da destra un altro paio di voci si udivano, oltre le scale da qualche parte nel corridoio del piano inferiore. Una era indubbiamente di Makoto mentre l’altra non era riconoscibile.

“Dunque, come è andata da Animaru?”

“Come sempre: cazziata, deliri alla sua maniera, poi ancora cazziata e poi battutina senza senso. Al solito insomma.”

“Quindi… nessuna conseguenza?”

“Ha semplicemente detto di rafforzare il controllo del perimetro. Fine.”

“Ma quindi, Makoto, a me puoi dirmelo, cosa è successo davvero?”

“Stai insinuando di non aver detto la verità?! Siamo stati attaccati dal quel konohano del cavolo, un agguato di sorpresa… siamo fortunati ad essere riusciti a scappare.”

“E quel giovane naufrago?”

“Quel moccioso del cavolo sa usare il ninjutsu! Forse è un ninja anche lui… Animaru non sembrava troppo scosso dalla cosa comunque.”

“Sarà, ma ultimamente qui c’è troppo movimento. Questa sede e le stranezze del dottore non dureranno ancora per molto, te lo dico io.”



In quel momento la voce di Animaru risuonò metallica dagli altoparlanti sparsi in tutta la sede: “A tutto il personale non in servizio di guardia, riunione straordinaria fra 3 minuti e 25 secondi in laboratorio.”

L’annuncio venne ripetuto una seconda volta, con una nuova tempistica fin troppo certosina e che non corrispondeva alla prima.
Dal dormitorio si udirono i commenti:

“Non suona come una buona notizia.”

“Già…”

“Andiamo?”

“Si andiamo.”



Mentre dal piano di sotto:

“Kuro, tu sei di sorveglianza alla hall, giusto? Chi altro se la scampa?

“Esatto. Più tardi do il cambio a Mogure di guardia al cancello fuori… di ronda nel perimetro invece non so chi ci sia.”

“Beato te… mi prendo un minuto di libertà e torno da quel pazzo.”

“Eheh… non ti invidio per niente.”






CITAZIONE
Allora... situazione delicata. Nel senso che per forza di cose dovremmo concordare qualcosa in privato visto la piega stealth che ha preso la missione. Sentiamoci pure come al solito, se pensi ti possa essere di aiuto magari carico un mappa della struttura.
526 replies since 10/1/2014