Posts written by VonCarstein

view post Posted: 25/5/2023, 06:13     Missione 108 D - 衝突 Shōtotsu - Rotta di Collisione - Missioni

~ 26 gennaio, 253 DN - ore 12:00



Sbuffando irritata Kowa accelerò il passo, desiderosa di lasciarsi quel corridoio alle spalle il più in fretta possibile. Un tempo era uno dei suoi passatempi preferiti origliare le conversazioni degli adulti passando davanti agli shoji della residenza, ora era qualcosa che odiava con tutta se stessa. Quelli che un tempo erano i suoi teatrini delle ombre a raccontarle del mondo là fuori, ricchi di avventure e curiosità esotiche, ora erano diventate finestre buie e monotone. Strascichi del morbo e crisi varie erano diventate le uniche discussioni nella mansione. Insopportabile. Finalmente la genin raggiunse l'uscio del dojo nel cuore del giardino. Non sarebbe stato facile meditare quella mattina con tutte quelle nubi oscure a dominare il suo umore, ma almeno avrebbe avuto una via fuga da quel grigiore che ormai dominava sia la residenza, che, con l'arrivo della nuova stagione, il cielo. Spinse con energia la delicata porta di legno, per poi entrare con passo deciso nella piccola stanza e gettarsi senza troppe riverenze con le ginocchia sullo spesso tatami consunto.

- Addirittura il cielo è tediato da tutte queste maledette discussioni monotone... Stupida crisi! -

Con un altro sbuffo si prostrò in avanti in un inchino, per poi lasciar cadere a sua volta la testa al suolo, allungare svogliata un braccio verso il piccolo altare e afferrare una manciata di lunghe stecche di incenso. Per alcuni secondi rimase li distesa, persa nella sua noia. Pensava che diventare una genin avrebbe cambiato finalmente la sua vita, ma eccola ancora li... Disciplina, meditazione, addestramento... Ancora in quella prigione, più grigia che mai. Trovò finalmente la voglia di congiungere le mani, per poi tornare a sporgersi verso l'altare e avvicinare l'incenso ad una delle candele che lo affiancava. Una volta collocati i bastoncini nel braciere, finalmente si sistemò in una posizione più appropriata, per poi afferrarsi delicatamente le ginocchia. Un altro sbuffo, più controllato e profondo questa volta, cercando quella concentrazione più lontana che mai. Le nubi diventarono più definite nella sua mente, per poi lentamente dissiparsi, lasciando spazio ad una vibrante visione di foglie cullate dal vento; quindi, dei rami dal colore vivace si materializzarono fra i suoi pensieri, raccogliendo il fogliame e placandolo. Infine... Una voce?!?

???: Kowa-Sama, chiedo venia per l'interruzione. Gabimaru-Sama mi ha chiesto di convocarla, la sta aspettando nelle sue stanze.

Abbandonando repentina la sua meditazione, all'udire quelle parole, la genin si girò di scatto, per poi fulminare con uno sguardo furioso il messaggero. Quest'ultimo, ancora chinato sull'uscio, rimase impassibile, per nulla scalfito dalla brusca reazione della signorina della casa. Passarono alcuni lunghi secondi, silenziosi, furibondi da una parte, quasi seccati, ma rassegnati dall'altra; quindi, Kowa balzò rapida all'impiedi, alzando il mento in direzione opposta al giovane inserviente, superandolo con passo spedito e tuonando lasciando il piccolo dojo.

Kowa: Ho esplicitamente comunicato i nomi DELLE domestiche autorizzate a prendersi cura di me!

Stupido pervertito spione!




*******




~ 26 gennaio, 253 DN - ore 13:00



Abbandonata, se possibile ancora più nervosa, la sua routine, Kowa aveva raggiunto la parte più alta della collina sulla quale si ergeva la magione, attraversando la grande serra, per poi raggiungere l'imponente, seppur piccola residenza del nonno. Sistemando in maniera sbrigativa la composizione del mazzo di gigli arancioni che si era fermata a raccogliere nel vivaio, la giovane abbandonò senza troppa cura i sandali di legno all'uscio, per poi superare con una nuova sbuffata le guardie e riempire i corridoi con l'esagerato rumore dei suoi passi capricciosi sul parquet. Un poltergeist avrebbe quasi sicuramente fatto meno baccano. Le porte, stanza dopo stanza, sbattevano scorrendo a destra e a manca, fino a quando la sfrenata ricerca della genin si spense finalmente in quella che era la stanza che il nonno le aveva adibito per le loro notti clandestine. Gabimaru, nonostante l'aspetto nobile e dignitoso, anziché stizzito dal comportamento della nipotina, ne sembrava quasi divertito. I suoi occhi, colmi di affetto e vivaci, si posarono immediatamente sul bouquet improvvisato dalla nipotina.

Gabimaru: Mi aspettavo come minimo una Lycoris Radiata rossa, ma addirittura dei gigli arancioni! Eheh~ Siamo direttamente a odio e vendetta vedo, mia piccola Non-ti-scordar-di-me! Ahah~

Con un sorriso ancora più largo, allontanandosi dal letto sul quale giacevano in maniera ordinata una divisa e le più svariate armi ed equipaggiamenti, l'anziano Senju distese elegantemente entrambe le braccia verso la nipotina, sollevando dolcemente le sopracciglia e ammiccando ai due pugni chiusi rivolti verso l'alto. Kowa si lasciò scappare a sua volta un sorriso, indugiando ancora qualche istante sulla sua posa furiosa, per poi arrendersi all'affetto del nonno e balzare sullo sgabello che si frapponeva fra di loro. L'odio e vendetta che i suoi occhi avevano cercato capricciosi di ostentare fino a quel momento, erano stati spazzati via da una sicuramente più innocente allegria e attesa, mentre Kowa alzava agilmente le gambe ad incrociarsi sul sediolo, per poi portare pollice e indice sul mento a ponderare con fremito le mani chiuse di Gabimaru. Passarono alcuni trepidanti istanti, con la genin persa in chissà quale congettura o rimembranza, quando, finalmente, decisa, la mano della Senju abbandono il viso, per posarsi repentina su quella destra del più anziano, il tutto condito con un'espressione quasi trionfante. Le dita di Gabimaru si aprirono gentilmente, mostrando un palmo inizialmente vuoto, dal quale timido cominciò a fiorire un tulipano giallo... Successo.

Gabimaru: La vita, più spesso di quanto tu possa pensare, non presenta per forza una scelta più giusta di un'altra... Congratulazioni, mia piccola genin! Finalmente la tua prima convocazione è arrivata!

Senza concedere o aspettare per un secondo round, l'anziano portò anche la mano sinistra ad aprirsi, rivelando una piccola nota piegata e dall'aspetto ufficiale. Con un sorriso ancora più espressivo, l'esile kunoichi balzò in avanti verso il nonno, per poi afferrare il messaggio con entrambe le mani e sollevarlo verso il soffitto. Con gli occhi a metà fra l'incredulo e l'euforico, Kowa lesse tutto d'un fiato le poche righe concise, lasciando infine cadere la nota, per poi buttarsi fra le braccia ancora distese di Gabimaru. L'anziano sorrise, stringendo la sua piccola non-ti-scordar-di-me, il suo piccolo vero amore, fra la seta leggera della sua uniforme. Passarono così alcuni istanti, fintanto che l'eccitazione della genin non traboccò nuovamente. Lasciando il dolce abbraccio del nonno, Kowa si gettò sul letto apparecchiato da quest'ultimo in preparazione della sua prima missione. Il momento era finalmente arrivato, tutti i suoi anni di duro lavoro erano finalmente giunti al culmine e, con loro, quella libertà tanto anelata la lei, quanto per lei da suo nonno.

Kowa: Sei pronto a collezionare le mie di avventure ora nonno?!?


*******




~ 26 gennaio, 253 DN - ore 23:00



Il Villaggio, così come la sua residenza, continuava ad alimentare la sua irrequietudine rispetto ai tempi che correvano. Da poco era finalmente libera di visitarlo, ma l'eccitazione non era durata molto. Certo, i suoi occhi si lasciavano spesso rapire da scorci di quella vita che a lungo le era stata negata, ma la novità, beh, non rimane novità a lungo. Pochi i coetanei per le strade di Konoha a quell'ora e con essi le distrazioni che avrebbe incontrato diretta verso la residenza dell'Hokage. Quell'aspetto, al contrario del Villaggio di per sé, continuava a rimanere novello per la kunoichi. Non aveva tempo di fermarsi a mangiare dei soba lungo il cammino, l'aveva ponderato a lungo, sin da quando aveva messo piede nel Villaggio, ma la convocazione era immediata e aveva già perso abbastanza tempo. Optò quindi per un taiyaki, da divorare lungo la via. Arrivata all'ombra del quartier generale della Foglia, dopo una pulita veloce al muso, una sistemata all'uniforme e una sbirciata fugace alle guardie di presidio, la kunoichi, mento alto, fece finalmente rapporto.

Kowa: Kowa Senju, genin.

Le fu indicato un ufficio al piano terra, livello che non aveva mai esplorato più di tanto. Celere, ma con gli occhi che schizzavano attenti ad ogni insegna che marcava le porte del corridoio, il passo deciso della kunoichi fu finalmente distratto dall'unico cono di luce che disturbava la surreale quiete del palazzo. Due shinobi presidiavano l'uscio, entrambi maschi. Kowa tentennò per un istante, fino a che il suo orgoglio non rispose al cenno del capo di uno dei due ninja. Era quasi sicuramente nel luogo più sicuro della Foglia, ma le sue fissazioni non l'avevano certo abbandonata. Cercando passare il più lontano possibile dai due superiori, soprattutto quello ammiccante, sfiorando il muro opposto in un curioso circolo mentre questi la superavano, Kowa entrò finalmente nell'ufficio. Ad accoglierla un jonin irsuto, dall'aspetto sicuramente più amichevole rispetto a chiunque avesse incontrato fino a quel momento, nonché, agli occhi della genin, il più sospetto. Mani lungo i fianchi, la kunoichi abbassò leggermente il capo in segno di rispetto, per poi rialzarla immediatamente e non perdere di vista l'uomo.

Kowa: Kowa Senju, genin.

"Rogna", insieme ad un invito a sedersi, fu la sua accoglienza. Contenne uno sbuffo a fatica, quindi, senza staccare gli occhi dal jonin, accolse il sollecito, appiccicandosi allo schienale della scranna in risposta al sorriso e alla posizione rilassata del superiore. Finalmente i dettagli della briga cominciarono a svilupparsi nella conversazione, in qualche modo rilassando Kowa, distraendola dal comportamento del jonin. Quest'ultimo, provocando un leggero inarcamento del sopracciglio della Senju, cominciò a rivelare i dettagli di un'altra missione, affidata ad una certa Haruka Uchiha. Ad un primo acchito il nome non le diceva niente, così come la fugace foto. Non aveva partecipato alle classi all'accademia e durante l'esame, seppur affascinata dai coetanei, non aveva certo avuto modo di memorizzarne le facce. Il suo sopracciglio si inarcò in maniera più vistosa quando la conversazione sfociò sul fulcro di quella che sarebbe stata la sua missione. Pareva che la compagna avesse preso in ostaggio lo stesso mandante della missione e il maniscalco di quest'ultimo avesse richiesto soccorso.

- Perché prendere in ostaggio un barone...? Sicuramente vecchio, grasso e pervertito! Avrà allungato troppo le mani e l'Uchiha le starà insegnando una lezioncina! Stupido bavoso! -

Il jonin proseguì quindi con quelle che erano le congetture della Foglia, accennando a come conoscendo Haruka e il barone stesso, la situazione risultasse alquanto strana. Ancor più sicura della sua ipotesi, Kowa rimase in silenzio, assimilando quello che sarebbe stato il suo incarico. Non avrebbe dovuto soccorrere direttamente la compagna e, soprattutto, il barone, limitandosi ad una classica infiltrazione e ricognizione da manuale. Se possibile, avrebbe dovuto cercare di mettersi in contatto con l'Uchiha, ma senza farsi notare. I racconti del nonno sulle imprese dei vari Senju che si erano dedicati alla vita da anbu e le noiose nozioni di spionaggio inculcatale dal padre durante le infinite ore di lezioni cominciarono ad affollare la sua mente, interrotti sporadicamente dall'immagine di un vecchio individuo anonimo e sovrappeso che, incapace di alzarsi dal suo trono, cercava di palpare indefinite ombre femminili. Sembrava in qualche modo che il jonin sapesse più di quanto non stesse divulgando e il sospetto lasciò Kowa alquanto irrequieta. Cambiò sopracciglio, rilassando il primo e portando il secondo ad inarcarsi leggermente. Il superiore terminò ricordando alla genin che si sarebbe dovuta unicamente limitare alla ricognizione, vietandole di ingaggiare qualsivoglia combattimento, lasciando quindi spazio alla kunoichi per eventuali domande.

Kowa: Infiltrazione, perlustrazione e, se possibile, risoluzione pacifica della faccenda, quindi? Nel caso in cui quest'ultima non fosse possibile, come posso mettermi in contatto con Lei? Mi sarà fornito un metodo di comunicazione per riportarvi la situazione?

Fece una breve pausa, il padre le aveva inculcato sin da piccola il prezzo della troppa curiosità... O della mancanza di rispetto, sia essa apparente o meno. Poteva quasi risentire sulla sua schiena il peso di quella lezione in quel momento fugace. Ponderò dunque con attenzione quelle che sarebbero state le sue prossime parole. Le esili dita si portarono sulle ginocchia, per poi afferrare delicatamente il tessuto che le ricopriva. La domanda era più lecita nella sua mente, ma la sua istruzione da soldatino sicuramente più ingombrante.

Kowa: E... Che cosa intende con "conoscendo l'uomo e la situazione"? Se mi è concesso chiedere...




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view post Posted: 16/5/2023, 03:16     [Maggio] - Censimento mensile - Censimenti
Nome e Cognome del Personaggio Kowa Senju
Rango Genin
Lavoro bonus //
Link alla Scheda x
Link al Conto X
view post Posted: 12/5/2023, 02:39     Topic Centrale Role - Regolamento
~ Tipologia: Missione
~ Difficoltà: D
~ Villaggio di Partenza: Konoha
~ Rango PG: Genin
~ Master #N°: #3 Sir Onion

EDIT: cambio di programma =P

Edited by VonCarstein - 12/5/2023, 18:50
view post Posted: 12/5/2023, 02:09     Regolamento Evento - La Compagnia
~ Nome del volontario: Kowa Senju
~ Rango Shinobi: Genin
~ Villaggio o Paese di provenienza: Konoha
~ Tratti salienti e capacità particolari: Kunoichi novella, con leggere tendenze alla misandria, spiccata manualità nella falegnameria e discreta conoscenza della flora.
view post Posted: 12/5/2023, 01:46     Conto di Kowa Senju - Banca
200 ryo (apertura conto)

Totale: 200 ryo
view post Posted: 10/5/2023, 16:29     Iscrizioni Konoha - Iscrizioni al GdR
NOME: Kowa

COGNOME: Senju

CLAN: Senju

PAESE: Hi no Kuni - Konohagakure

STORIA: Il vento cullava la tiepida notte primaverile, destando la dolce danza dei petali di ciliegio che ormai cominciavano ad affollare timidi l'ampio giardino della residenza. Silenti spettatori di quell'ipnotico balletto, dalla stanza che si affacciava sul cortile, le dozzine di bonsai che ordinatamente occupavano il lungo davanzale di legno massiccio. Con sguardo reminiscente sul minuscolo fogliame di quegli alberi in miniatura e accompagnato dal barlume di una candela, l'ombra dell'anziano Gabinaru scorreva lentamente lungo la blaustra, con un passo lento, scandito dal ritmico picchiettare dello shishi odoshi, unica voce di quella pacifica notte. Alcuni rozzi, altri articolati in forme che sfidavano la gravità stessa, quei piccoli bonsai, seppur nella maggior parte dei casi pregevoli, avrebbero avuto ben poco valore al di fuori dell'ornamentale o dell'artistico per molti, ma non per lui, non per quegli stanchi occhi, colmi di affetto e, allo stesso tempo, dubbio. Sua nipote viveva in quelle piccole creazioni ed in ognuno di quei minuscoli vasi l'anziano poteva leggere con nostalgia ogni passo della sua giovane vita, come se i bonsai stessi ripercorressero con lui gioie e dolori della sua adolescenza. Kowa non era più la piccola bambina che correva per i corridoi della residenza, così come il suo sorriso, seppur sempre largo, non era più lo stesso per Gabinaru. L'ormai quasi kunoichi aveva dedicato la maggior parte dei suoi anni a dare vita a quegli alberi in miniatura, un addestramento infinito per portare avanti la linea della famiglia, uno dei rami più nobili fra quelli del Clan Senju. Proprio come se anch'essa un piccolo bonsai, era stata limitata sin da tenera età in quel ristretto vaso della residenza, per essere indirizzata e potata ad assumere la posizione che le era stata destinata. Mai nei suoi dodici anni di vita aveva messo naso al di fuori della mansione, mai aveva avuto contatto con coetanei o persone al di fuori della sua famiglia o degli inservienti di quest'ultima, conosceva solo disciplina e addestramento, dovere e solitudine. Il nonno, da parte sua, l'aveva sempre appoggiata e coccolata, regalandole ogni notte, quasi in segreto, una via fuga attraverso le storie e leggende che le leggeva dalla raccolta di rotoli gelosamente custodita dal clan e del quale era guardiano. Era speranzoso nei confronti della nipotina, ma allo stesso tempo attanagliato dal dubbio e dalla tristezza che il suo contributo non fosse stato in grado di sovrastare quello del figlio. Gabimaru poteva vederlo chiaramente nell'evoluzione di quegli alberi in miniatura, partendo dai primi, rozzi, ma eccentrici e dai fiori dai mille colori, fino ad arrivare poi ai più recenti, pregevoli, perfetti, ma allo stesso tempo più contorti e dalle gemme più scure e misteriose. Nelle infinite ore che aveva dedicato al bonsai shugyō, il brutale addestramento ideato da suo padre, Kowa aveva sicuramente coltivato la sua padronanza del mokuton, ma parallelamente ad essa un qualcosa di molto più oscuro. Con un soffio gentile, l'anziano Senju estinse la piccola fiamma che lo aveva accompagnato quella sera, speranzoso che quest'ultima, per quanto piccola, potesse persistere e guidare la sua piccola kunoichi nelle nuove avventure che dall'indomani avrebbe affrontato.

ASPETTO CARATTERIALE e FISICO: Kowa è il frutto della passione e devozione della sua famiglia, dell'instancabile potatura del padre e dell'incrollabile amore di suo nonno. Nonostante l'esile apparenza, la kunoichi incarna la nobiltà della sua linea di sangue, fiera e sfrontata, sempre con il mento alto e un sorriso quasi sfrontato, insolente. I suoi grandi occhi verde chiaro rispecchiano in qualche modo quello che sono state la sua infanzia e adolescenza, misteriosi e brillanti come il suo addestramento, ma dalle pupille quasi vitree, così come il suo cuore, abbracciato dalla solitudine, annebbiato da quest'ultima. Non avendo mai conosciuto nessuno al di fuori dei residenti della mansione nella quale è cresciuta, la giovane Senju nutre allo stesso tempo curiosità e dispetto nei confronti del prossimo, incapace di sfogare a pieno la sua voglia di conoscere gente nuova, così come parallelamente inabile a fidarsi a pieno di quest'ultima. Come risultato, Kowa appare ad un primo impatto come esuberante e espansiva, ma allo stesso tempo usa la nobiltà del ramo della sua famiglia come scudo, sfociando, molto spesso, come viziata e snob quando finalmente trova l'occasione di avvicinarsi un po' di più a qualcuno. Questa sua lotta interiore viene estremizzata al massino quando si trova ad affrontare il sesso opposto. Un po' per l'assenza di esperienza e la scarsissima conoscenza di quest'ultimo, un po' per il naturale timore che alla sua età accompagna l'affrontare l'argomento, la Senju si protegge da qualsiasi maschio con la convinzione, in parte anche deviata dalla madre, che ognuno di essi sia un pervertito, nella maggior parte dei casi aggressivamente tenendoli alla larga. Come kunoichi appare fredda e disciplinata, essendo la vita del ninja tutto quello che conosce, il suo unico scopo. Non prova ne amore ne odio nei confronti della sua famiglia o del suo clan (fatta eccezione per il nonno che invece venera), ma è dominata dal senso di responsabilità che da sempre le è stato inculcato e nonostante tutto sempre pronta, o forse rassegnata, a portare in alto tutto ciò che è stata cresciuta per rappresentare. La sua divisa, seppur per molti alquanto minimale e rivelatrice, piccola ribellione nei confronti di sua madre che l'ha segregata per tutta la sua vita, appare sempre impeccabile e in ordine, così come il suo equipaggiamento e i suoi lunghi capelli scuri dalle sfumature violacee, solitamente raccolti sopra la testa. Come i bonsai che ha creato e cresciuto nel tempo, il suo corpo è agile e snello, ma in maniera simile agli stessi alberi in miniatura, compatto e provato da anni di allenamento. Così come una pianta dipende dall'acqua e dalla luce che riceve, infine, Kowa nutre una passione a dir poco sproporzionata nei confronti del chakra, quasi un vero e proprio feticcio nei confronti dell'energia che ha affinato nel tempo e che l'ha sempre accompagnata nei suoi lunghi anni di solitudine, rendendola in certi versi dipendente dalla stessa e in molti casi curiosa e maniacale oltre ogni modo nei confronti di ognuna delle sue manifestazioni o espressioni.
view post Posted: 10/5/2023, 06:43     And again - Benvenuti
Ancora io! =P

Nuovamente alla carica. L'uragano di lavoro post covid mi ha lasciato senza tempo per continuare a ruolare in pace, ma come mio solito, nonostante l'assenza di tempo per scrivere, il mio pensiero è sempre rimasto qui con voi!

Ora finalmente la situazione si è stabilizzata e sono pronto a mettere tastiera su post tutto cio' che mi ha accompagnato nella mia testa durante la mia assenza.

Come al solito è sempre un piacere tornare a ruolare con voi e non vedo l'ora di iniziare!
view post Posted: 20/4/2022, 14:16     [Aprile] - Censimento mensile - Censimenti
Nome e cognome del personaggio: Ginko Shikinami
Rango: Genin
Lavoro bonus: //
Link alla scheda: X
Link al conto: X
view post Posted: 20/4/2022, 14:12     +3Il Summit dei Kage - Paese del Cielo

~ Chishiki, Sora no Kuni 31 dicembre 252 DN, 13:00



Nuovi post it si aggiungevano nella sua testa mentre quel summit sembrava ormai volgere verso la conclusione. Nonché fosse rimasto per lo più immobile, si sentiva esausto e non poteva far altro che pensare al pasto che lo avrebbe atteso da li a poco. Studioso com'era sempre stato, i lavori di testa era da sempre i suoi prediletti, ma dover immagazzinare informazioni a lui del tutto nuove, trovandosi fuori contesto, si era rivelato più arduo del previsto, così come rielaborare e metterle in ordine più tardi non sarebbe stata affatto una passeggiata. Quel momento, comunque, sarebbe arrivato solo più tardi e mentre i convenevoli di chiusura aveva preso infine la scena, Ginko di scoprì curiosamente appagato dal poter finalmente rilasciare un po' di tensione. La sua mente, già in pausa pranzo, cominciò a sfogliare il menù mentale dei sui stile di sashimi favoriti, quando improvvisamente, tutto venne spazzato via in un solo istante. Un bagliore inaspettato quanto violento si insinuò fra le maglie della tela della sua benda, squarciandole e accecandolo, mentre una sensazione simile a quella provata durante il morbo si impadronì del suo corpo. Proprio come durante la sua malattia, in un solo istante, il genin poteva percepire il suo chakra pesante, quasi come se stesse venendo risucchiato da quella stella apparsa davanti a suoi occhi, mentre ancor prima che potesse mettere a fuoco questo primo pensiero, un deflagrazione rubò nuovamente la scena. Tuono e fulmine si abbatterono sulla stanza in un solo secondo, tutto troppo veloce per razionalizzarlo, Ginko poteva notare movimenti attorno a lui, ma i suoi tempi di reazione, così come la sua esperienza, non erano all'altezza. Una macchia nera si materializzò improvvisamente fra lui e quell'eplosione, mentre al giovane non rimase che il tempo che raggomitolarsi su se stesso, cercando il piu' possibile di nascondere la testa fra le gambe e stringendo quest'ultime il piu' forte possibile con le braccia.

"バカ!"

Repentina quasi come quell'evento stesso, una voce si insinuò fra sui i suoi pensieri, forte quasi quanto il boato che aveva pervaso la stanza. Così come durante il suo viaggio con il Kokage e frastornato dalla serie di eventi, Ginko non riuscì a capire cose stesse dicendo, ma questa volta aveva un timbro molto più familiare. Tutto il chakra che gli era rimasto, quasi come se non fosse più sotto il suo controllo, esplose a suo volta, senza riserve. La sua benda cominciò a disintegrarsi al contatto con quell'onda di calore, rivelando quell'ombra nera che aveva intravisto come quello che sembrava uno squarcio temporale. Quest'ultima pareva quasi pulsare nel tentativo di inghiottire l'esplosione, mentre quello che avvertiva come il suo chakra stata prendendo forma fra lui e quel buco nero in rivoli di energie pallide che si sollevavano dal pavimento. Tutto fu troppo rapido da mettere a fuoco, ma quelle che aveva tutta l'aria di aver preso le sembianze di borei, sembravano essersi frapposti fra lui e ciò che lo squarcio non era riuscito ad assorbire, per proteggerlo dall'esplosione. Quindi un'improvviso buio. Ginko non sapeva se fosse fumo, semplicemente l'improvvisa assenza di quella violenta luce o chissà ciò che si vedeva al momento della morte, ma prima ancora di potersene preoccupare, il suo cervello si rese conto del dolore, mandando strazianti segnali in tutto il suo corpo. L'aria, tornata a fluire una volta passata la deflagrazione, bruciava la sua pelle a ogni sussurro. L'onda d'urto doveva averlo sbalzato via e si trovava ora contro una parete indefinita, dove la sua spalla destra, così come il ginocchio su quello stesso lato, urlavo invece dall'interno.


"Sono ancora... Vivo..?"


Come se fosse stato teletrasportato in un altro luogo, la stanza intorno a Ginko era ormai irriconoscibile. Il fumo velava il tutto ed intorno a lui sentiva le stesse voci che aveva sentito fino a poco prima, ma cariche di emozioni ben diverse. Ovunque intorno a lui le varie fazioni cercavano i propri compagni, pesanti dalla preoccupazione di come li avrebbero trovati. Fra quelle voci e il forte ronzio che sembrava non aver più fine nelle sue orecchie, il genin poté riconoscere anche quelle del suo Kokage e di Kuro. Cerco in un primo momento di rispondere, riuscendo solo a tossire. Si lasciò scivolare sulla parete, fino a sdraiarsi al suolo, sussultando per le ustioni che sembravano per intensità ricoprire tutto il suo corpo. Con gli occhi ancora socchiusi scorse diversi shinobi già in piedi e impegnati in operazioni di soccorso o salvaguardia. Lui si sentiva spossato, svuotato da ogni energia e riempito di dolore. Il tempo era come frammentato nella sua testa. Il summit sembrava essersi svolto anni prima, l'esplosione in una realtà parallela, mentre il presente, seppur tale da chissà un paio di minuti, sembrava essere infinito, senza inizio, ne fine. Le voci di Hideyoshi e Kuro riecheggiavano ancora nella sua stanca ed annebbiata mente. Grazie al cielo erano sopravvissuti anche loro. Ricomponendo le sue capacità logiche, il pensiero lo rincuorava e allo stesso tempo gli dava forza. Rimase frastornato al suolo, pervaso da una varietà di dolori tale da non poterli riconoscere tutti, ma allo stesso tempo cercò di ricambiare i suoi due compagni per quel barlume di forza.

"Kokage-Sama... Kuro-San..."


MST (7 punti)
24
RES (0 punti)
20
DIF (0 punti)
17
DST (3 punti)
16
FRZ (0 punti)
10
VEL (0 punti)
13

SLT: 100CHK: 100STM: 100




Turno 1:


Fase difensiva


- Ninjutsu - Kwaidan: Il Velo (Limite: 2) [CHK: -5] {RES * 50}
Tratti: Difensiva (Barriera)

“Concentrando le forze Spirituali nell'area immediatamente di fronte di sé, il Kyōkatabira attira dalle vicinanze degli obori, spiriti usualmente più docili e più facili da controllare. Prive di una vera e propria volontà, queste anime perse, mescolandosi fra loro in un vero e proprio muro del pianto, andranno a formare quindi una barriera tra lo shinobi e l'attacco, proteggendolo.”

Effetti:
* Se la tecnica crea contatto, il livello di tormento per l'attaccante aumenterà di 2.

* Se il tormento dell'attaccante, nel momento in cui esegue la tecnica, è superiore a 1, il modificatore di danno sarà a sua volta diminuito di 1.


Esplosione:

RES: 20*50= 1000
Danni: (5600/1000)*10= 56

SLT: 100-56= 44
CHK: 100-5= 95



view post Posted: 5/4/2022, 05:16     Chishiki (Tempio del Tenshi) - Prima della Tempesta - Paese del Cielo
Ritrovarsi dopo tanto tempo nella quiete che lo aveva aveva cresciuto e dove successivamente era rinato, fu quasi come tornare a casa. Quel luogo era così diverso, eppure il suo silenzio era sempre lo stesso. Il Kokage rimaneva assorto nei suoi pensieri e Ginko ebbe così il tempo nel gettarsi a sua volta nei suoi. Quel viaggio inaspettato lo aveva portato nel cuore del mondo shinobi, nel bel mezzo delle figure più leggendarie del mondo ninja e se da una parte il pensiero di trovarsi la lo faceva sentire sotto pressione, dall'altra parte l'eccitazione di trovarsi al loro cospetto era grande. La sua mente tornò per un'istante alle sue umili origini. Come sarebbe stato diversa la sua vita se non avesse deciso di raggiungere Oto, se non avesse deciso di prendere in mano la sua vita e di inseguire la sua sete di conoscenza. Il Cantore, fra tutti, era sicuramente la persona a cui doveva di più, nonché il vero fautore della sua nuova avventura. Se Oto non fosse quella che era, molto probabilmente Ginko sarebbe ancora ad interrare cadaveri a Ishi no Kuni. Un leggero sorriso andò a formarsi sul viso del più giovane mentre porgeva al suo Kage l'acqua che avrebbe accompagnato le sue medicine. Il sorriso del genin trovò ancora più spazio sul suo viso quando il superiore cominciò a scusarsi per quella serie di repentini eventi. Cercò di nasconderlo il più possibile, per rispetto. Provava solo gratitudine per quell'occasione ricevuta e, nonostante non fosse mai stato bravo o abituato ad esprimersi, provò in qualche modo a farlo.

Rokudaime Kokage-sama, sono felice di trovarmi qui. Mi sento... Crescere... E la grande biblioteca sarà sicuramente un campo di allenamento più che adeguato per me! Dopotutto, adesso come adesso, il mio addestramento sembra passare dalla mia conoscenza. Non sono più stato in grado di connettermi con gli yūrei da quando sono guarito e documentarmi sulle origini del mio clan sento che per forza di cose debba essere il primo passo..."

Il Cantore, sin dal primo giorno in cui lo aveva incontrato sotto false spoglie, sembrava avere il potere di far aprire Ginko come pochi nella sua breve vita e finito di esporre il suo pensiero, il genin dubitò per un attimo che tutto ciò non fosse parte della sua Kekkei o di qualche tecnica in possesso del Kokage. Era vero che sin da quando era guarito non era più riuscito ad entrare in contatto con i suoi presunti avi e, al di la delle leggende e indizi sugli yūrei che avrebbero potuto nutrire la sua passione, sperava che la grande biblioteca contenesse informazioni anche sul suo clan. Molto probabilmente non esisteva una raccolta di informazioni più ricca in tutto il continente e se in giro vi erano tracce delle sue origini, non vi era posto migliore dove cercarle.

"So che sono un semplice genin... Ma crede che vi siano possibilità per me di ricevere un lascia passare per la sezione proibita...?"

Questo dubbio lo aveva pervaso dal momento esatto nel quale era venuto a conoscenza di quel luogo e, sotto gli effetti della presenza del Cantore, era fuoriuscito dalla mente quasi senza che Ginko se ne rendesse conto. Dallo stupore di essere arrivato a pronunciare quelle parole a voce alta, Ginko tornò immediatamente serio, incerto delle sue stesse parole. In suo aiuto fecero il loro ingresso nella stanza Kuro e Tsume. Sperando che il loro arrivo, nel caso in cui la sua domanda fosse risultata inopportuna, avrebbe distratto il Kokage, il genin si rivolse verso le due nuove figure
chinando leggermente il capo verso di loro in segno di accoglienza, cercando quindi di ricacciare nell'angolo della sua mente dal quale si era materializzata la sua sete di sapere.

view post Posted: 2/3/2022, 14:43     [Marzo] - Censimento mensile - Censimenti
Nome e cognome del personaggio: Ginko Shikinami
Rango: Genin
Lavoro bonus: //
Link alla scheda: X
Link al conto: X
view post Posted: 2/3/2022, 14:36     +2Il Summit dei Kage - Paese del Cielo

~ Otogakure no Sato, Oto no Kuni, 29 dicembre 252 DN, 7:30



Stare attaccato al suo Kage, così come gli era stato ordinato, non si stava dimostrando una missione difficile fino a quel momento, ben più arduo si stava rivelando invece tenere a bada la sua curiosità. Da quel poco che riusciva a sbirciare, tutto sembrava emanare una luce diversa in quella città, una grandiosità palpabile, che poteva quasi sentirsi addosso. Non era abituato a quegli spazi aperti, a quegli imponenti edifici, non lo era mai stato, ma sorprendentemente la cosa non lo metteva minimamente a disagio. Mentre la sua mente cercava di mettere a fuoco quella nuova realtà, tutto il resto sembrava sparire dietro di lui, la sua infanzia nelle grotte della Roccia, le tribolazioni e la solitudine affrontate all'arrivo a Oto, quegli anni di malattia e isolamento. Non si era mai sentito tanto euforico nella sua breve vita, forse era addirittura la sua prima volta e quella sensazione non gli dispiaceva affatto.
Ovattata da quella nuova vitalità, un'improvvisa voce lo riportò alla realtà, chiamando il suo nome e quello del suo Kage. Proprio oltre a quest'ultimo, Ginko notò la sagoma, non del tutto sconosciuta, di Kuro, accompagnata da quello che aveva le sembianze di un grosso cane. Al contrario di Hideyoshi, gli era capitato più volte di incrociarsi con lo spadaccino nei suoi anni a Oto, anche se non poteva del tutto dire di conoscerlo personalmente. Forse per autodifesa, si era sempre guardato dal dare troppa confidenza ad altri shinobi fra le mura del Suono, ma nuovamente, come gli era successo durante il suo primo incontro con il Cantore, la sua prevenzione fu ribaltata dal tono cordiale e spensierato di Kuro. Ginko ricambiò il saluto con un leggero inchinò verso il nuovo membro di quella spedizione, per poi lasciare che i due potessero aggiornarsi senza interruzioni.

"È un piacere poter finalmente fare la sua conoscenza, Kuro-san! Ho sentito molto parlare di lei! Il viaggio... Diciamo che è stato un bel modo di tornare a sgranchirsi le gambe dopo essere stato fermo per così tanto per via del morbo! Posso dire con certezza che... Beh... Le mie condizioni stiano... Migliorando diciamo! La ringrazio per la premura!"

La cordialità di Kuro lo aveva in qualche modo lusingato, anche se allo stesso tempo, quell'ultima domanda aveva lasciato diversi dubbi nella sua testa. Decise dunque di affibbiare quella condizione al suo ritorno all'azione, per poi tornare a dedicarsi al suo compito di ombra del Kokage. Quest'ultimo, al contrario di quando lo aveva conosciuto come Ryutaro e della loro seconda parte del viaggio, continuava a rimanere alquanto silenzioso, nonostante all'apparenza rimaneva lo stesso Hideyoshi di sempre. Chissà, fantasticò fra se e se il genin, anche lui era stato rapito da quell'astuto marchingegno che li stava trasportando verso l'isola superiore della città. Durante tutto il tragitto sulla funicolare, in qualche modo sicuro di non poter perdere di vista il Kokage, Ginko trovò finalmente modo di rilassarsi. In quello sconfinato cielo, osservare il panorama fra le maglie della sua benda si era rivelata un'impresa quasi impossibile e più volte Ginko si trovò a combattere contro la tentazione di liberarsi da quella fascia e godersi quell'atipico tragitto. Il perché i suoi occhi fossero stati puniti in quel modo era ancora un segreto per lui, ma di certo non avrebbe rischiato di scoprilo durante una missione ufficiale. Arrivati infine negli alloggi destinati alla delegazione del Suono, Ginko decise di lasciarsi andare ad un breve, quanto benvenuto riposo, lasciando al Cantore e allo spadaccino modo di ricongiungersi in pace e senza interruzioni.


*******




~ Chishiki, Sora no Kuni 31 dicembre 252 DN, 12:00



Forse per la prima ed unica volta nella sua vita, Ginko era più che felice di avere gli occhi bendati. Non aveva provato nervosismo per tutto il viaggio, ma in quel momento, entrando nella sala che raccoglieva la maggior parte dei più celebri e potenti shinobi del continente, un'improvvisa tensione prese il sopravvento sulla sua testa. Come aveva fatto fino a quel momento, si limitò a seguire il suo Kage, per poi prendere posto dietro di lui una volta che questo si fosse accomodato. Senza muovere minimamente la testa, rivolta verso un punto imprecisato di fronte a lui, da sotto la benda il genin cominciò ad analizzare le figure sedute intorno a quel tavolo ovale. Era troppo presto, per lui, per assegnare un'identità precisa ad ognuna di quelle sagome, ma ognuna di loro emanava un'aura quasi soffocante. Portò le mani a stringersi nervose dietro la schiena, sforzandosi di mantenere una postura eretta, quasi militare, e un'espressione del viso il quanto più apatica gli fosse possibile. Non si aspettava che qualcuno avrebbe concentrato le sue attenzioni proprio su di lui, nonostante fossero stati gli ultimi ad entrare, ma anche se qualcuno lo avesse fatto, Ginko voleva rimanere imperscrutabile, per non dare nessun riferimento, sia positivo che negativo, ai presenti. Rallentamdo la sua respirazione per poi prenderne il controllo, il genin chiuse gli occhi sotto la benda, per poi lasciarsi andare a tre lunghi respiri, cercando di mascherare il più possibile il il movimento del petto e di svuotare la mente per concentrarsi e dedicarsi al meglio a quella che sarebbe stata la sua missione.

view post Posted: 27/2/2022, 03:58     Test - Sir Onion vs VonCarstein - Arena GDR OFF
~ Parametri e Risorse ~


MST (7 punti)
24
RES (0 punti)
20
DIF (0 punti)
17
DST (3 punti)
16
FRZ (0 punti)
10
VEL (0 punti)
13

SLT: 81CHK: 98STM: 98




Turno 2:

Mantenimento
Limite 2


Fase difensiva

CITAZIONE
- Ninjutsu - Kwaidan: Il Velo (Limite: 2) [CHK: -5] {RES * 50}
Tratti: Difensiva (Barriera)

“Concentrando i punti Spirituali nell'area immediatamente di fronte di sé, il Kyōkatabira attira dalle vicinanze degli obake, anime usualmente più docili e più facili da controllare. Prive di una vera e propria volontà, queste anime perse, mescolandosi fra loro in un vero e proprio muro del pianto, andranno a formare quindi una barriera tra lo shinobi e l'attacco, proteggendolo.”

Effetti:
* Se la tecnica crea contatto, il livello di tormento per l'attaccante aumenterà di 2.

* Se il tormento dell'attaccante, nel momento in cui esegue la tecnica, è superiore a 1, il modificatore di danno sarà a sua volta diminuito di 1.

Primo attacco:
RES: 20*50= 1000
Danni: (750/1000)*1= 7

Secondo attacco:
RES: 20*50= 1000
Danni: (750/1000)*11= 8

SLT: 81-7-7= 66
CHK: 98-5= 93


Fase offensiva

CITAZIONE
- Genjutsu - Noroi: Shinrei spot (Limite: 2) [CHK: -6] {MST * 0.5}
Tratti: Offensiva (Lungo Raggio), Sigilli

“Ci sono luoghi dai quali è meglio stare alla larga. Che sia una casa ad essere infestata, una foresta o un tempio, questi siti sono sempre in grado di incutere un cupo timore in chiunque osi visitarli. Ogni semplice rumore crea tensione, l'aria si fa pesante, come se il peso stesso di quelli spiriti ne fosse intrinseca, la concentrazione viene sostituita da ansia e paranoia. Conosce bene il potere che questi luoghi infestati hanno sulla psiche umana e in quest'arte illusoria, seppur di per sé semplice, il Kyōkatabira lo sfrutta al massimo. L'aria si farà pesante intorno alla vittima, che comincerà a sentire tetri bisbigli tutt'intorno e, anche se soli per alcuni rapidi istanti, con la coda dell'occhio, a intravedere mani che si protraggono versi i suoi arti, per poi sparire non appena provi a girarsi. Concentrarsi completamente sullo scontro, in questa situazione, diventa alquanto arduo e fra una visione e l'altra, distinguere realtà e illusione è un’impresa quasi impossibile.”

Effetti:
* Il ninja soggetto alla Noroi: Shinrei spot avrà un malus pari a 3 al MD in caso faccia uso di elusioni.

* Nel caso in cui il Kyōkatabira decida di non consumare il tormento presente sulla vittima (o che non ve ne sia), quest'ultimo aumenterà di 1.

Mantenimento: [CHK: -3]

MST: 24*0.5= 12
CHK: 93-6= 87
1 Tormento per Hide


Fase Conclusiva

SLT: 74
STM: 98
CHK: 87
1 Corruzione


P.S. non avevo modificato il tratto dell'attacco, ma usando uno shuriken era un attacco a distanza e non ravvicinato, quindi penso di non subire 1 danno e conseguente corruzione, ma potrei sbagliarmi xD

Edited by VonCarstein - 6/3/2022, 14:14
view post Posted: 26/2/2022, 02:56     Test - Sir Onion vs VonCarstein - Arena GDR OFF
Turno 1:

Mantenimento
Limite 1


Fase difensiva

CITAZIONE
Ninjutsu - Barriera Semplice (Limite: 1) [CHK: -2] {RES * 20}
Tratti: Difensiva (Barriera)

“Il Ninja richiama il proprio Chakra, facendolo confluire verso l'esterno e formando un velo sottile da frapporre contro l'attacco in arrivo.”

RES: 20*20= 400

Danni: (750/400)*10= 19 Contatto

SLT: 100-19= 81
CHK: 100-2= 98
1 Punto Corruzione per Ginko


Fase offensiva

CITAZIONE
Taijutsu - Colpo Semplice (Limite: 1) [STM: -2] {Vario * 20}
Tratti: Offensiva (Ravvicinata)

“Un colpo semplice, con tutte le varianti possibili del caso.”

- Shuriken
Arma Piccola, da Lancio, Tagliente, ad Una Mano.
“È la tipica arma da lancio dei ninja dalla forma a stella. Quando lanciata gira su se stessa e quando colpisce l’avversario, lascia dei bei tagli.”

DST: 16*20= 320
STM: 100-2= 98


Fase Conclusiva

SLT: 81
STM: 98
CHK: 98
1 Corruzione
view post Posted: 23/2/2022, 16:46     +2La Città della Conoscenza - Paese del Cielo

~ Otogakure no Sato, Oto no Kuni, 29 dicembre 252 DN, 7:30



Come spesso era accaduto in quell'ultimo periodo, il suo corpo si stava dirigendo, quasi autonomamente, verso la sua destinazione, ma la sua mente si trovava da tutt'altra parte. A dire il vero, questa volta, Ginko era stato assente da se stesso per giorni, dal momento in cui aveva srotolato quella missiva. Assistente personale di Hideyoshi Kaguya, Rokudaime Kokage.
Il genin, ripercorrendo gli eventi che lo stavano ora conducendo alle porte del Villaggio, non riusciva neanche e a ricordare se avesse consumato un pasto o meno due giorni prima. Non portava ancora così tante missioni sulle spalle, così come non più di tante primavere da shinobi e l'essere stato scelto così, dalla più alta autorità del Suono, lo aveva in più modi basito. Gli erano giunte voci che quest'ultimo avesse finalmente fatto ritorno a Oto, ma non lo aveva mai incontrato, mai visto.
Perché aveva scelto lui? La natura della missione, inoltre, aggiungeva peso e dubbi nella sua testa. Anche questo evento, il summit che si sarebbe tenuto nel Paese del Cielo, era stato sulla bocca di tutti per giorni, ma quale sarebbe stato il suo ruolo? Le ombre di Oto, della sua natura e soprattutto del suo passato, si erano allungate nella sua testa. Era forse stato selezionato come sacrificio per il Villaggio? O forse il Kokage aveva scelto il suo eventuale scudo, anziché il suo assistente? Un genin, dopotutto, avrebbe potuto facilmente ricoprire quel ruolo in un Villaggio come quello del Suono.
Raggiunta la sua destinazione, Ginko sollevò finalmente lo sguardo dalle polverose strade che lo avevano portato fino a li, ritrovandosi al cospetto di tre Custodi del Suono e di una sagoma meno sconosciuta... Ryutaro!


"Ruytaro dev'essere stato scelto a sua volta come assistente! Non posso negare che la sua presenza in qualche modo mi rassicuri!"


Ginko, concentrando le sua attenzioni verso Ryutaro, accennò un sorriso, che anziché essere ricambiato, trovò in risposta un semplice sguardo e un tono ben diverso da quello del loro incontro, più formale e soprattutto solenne. Il genin non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, di mettere in ordine i pensieri, che subito i Custodi reagirono a quell'ordine, seguendo quello che sempre più sembrava essere... Il loro leader! Ancora una volta il suo corpo si attivò meccanicamente, mettendosi in marcia, mentre, da quel poco che poteva osservare fra le maglie della benda, i suoi occhi e la sua mente cercavano in congiunzione di mettere in ordine il caos che ora dominava la sua mente.
Dov'era il Kokage? Era forse... Ryutaro?!? Per quanto Ginko non potesse ancora concepirlo, tutti gli indizi portavano a questa soluzione, non importa quante volta cercasse di rielabolarli. Non vi era nessun'altro con loro, senza contare che i Custodi rispondevano unicamente e direttamente proprio al Capo Villaggio. Marciando dietro ai quattro concentrò al massimo i suoi sensi, forse si era confuso, forse non era lo stesso shinobi incontrato un mese prima al memoriale, ma anche questa seconda indagine trovò la medesima risposta: Ryutaro altri non era che il celebre Hideyoshi Kaguya! Spaesato più che mai, allibito, il genin si limitò a seguire il gruppo, cercando in nessun modo di rallentarlo e del tutto incapace di proferire parola.


*******




~ Fukagizu, Ishi no Kuni, 29 dicembre 252 DN, 17:30



"あきらめない!"

"あなたの後ろに... あなたの後ろに!"

Da quando il gruppo aveva messo piede nelle rovine di quella che un tempo era Ishi no Kuni, strani bisbigli si insinuavano sporadicamente nella mente del genin. Non riusciva a capirne il significato, se uno ne avevano, così distorti da sembrava un linguaggio completamente differente dal suo, ma poteva sentirli, ne lontani, ne distanti, come se essi si originassero direttamente nella sua testa.
Avevano trascorso praticamente l'intera giornata in viaggio e il genin, non più abituato a quel passo, si sentiva allo stremo delle sue forze. Erano passati tre anni dalla sua ultima missione, dall'ultima volta che aveva lasciato Oto. Seppur non si sarebbe mai permesso di mostrare segni di stanchezza al cospetto del Kokage, il suo corpo cominciava a risentirne, così come, forse, la sua mente.
Il paesaggio attorno a loro era un'opera d'arte di desalazione. In quel silenzio tombale, tutto si mischiava, la sua natura morta, quel silenzio tombale, per poi trasformarsi in un surreale e continuo nulla. Conosceva, per sentito dire, il triste passato che aveva originato quella costernazione, ma trovarsi ad attraversarla in prima persona era un qualcosa che ancora in quel momento non poteva concepire. Aveva passato la prima parte del viaggio a domandarsi le ragioni per le quali Ryutaro si fosse presentato come tale nel loro precedente incontro, la ragione per la quale avesse celato la sua identità, infine il motivo perché avesse scelto lui come assistente per quel viaggio, ma da quando si erano addentrati in quella rovina, la sua mente si era svuotata, lasciandola desueta come tutto ciò che lo circondava.
Il paesaggio, improvvisamente, cambiò del tutto, lasciando spazio ad un nulla, se possibile, ancora più vuoto. Un'enorme cratere ora si srolotava di fronte ai suoi occhi, dominato dalla strana sagoma di un momento, impossibile per forma e conformazione da tradurre in realtà da dietro la sua benda. I bisbigli erano più intensi in quella caldera, assillanti e il fatto che si fossero improvvisamente fermati li aveva in qualche modo agitati. Ginko era quasi tentato di levarsi la stoffa che gli copriva gli occhi per cercare di carpirne la fonte, quando improvvisamente la voce del Kokage ruppe quella mesta cantilena.

"Effettivamente, chissà, se mi avesse detto che era il Kokage, non avremmo potuto parlare ed aprirci nello stesso modo. Di certo non io... Forse, in fondo, è stato un bene conoscerlo come Ryutaro..."

Ginko: "Non deve scusarsi di niente, Rokudaime Kokage-sama, è stato di gran valore per me conoscere Ryutaro ed è un onore servirla come assistente."

"逃げる!隠れて!"

"さくらちゃん... 許して"

Ginko: "Effettivamente il destino sembra regalarci sempre cornici non troppo allegre per i nostri incontri! Eheh Mi piacerebbe tornare in questo luogo un giorno... Indargarlo a dovere... Sembra quasi parlarmi da quando vi ci siamo addentrati... Anche magari è solo frutto della mia immaginazione! Eheh"

Come un mese prima, nuovamente Ginko decise di scherzare sulle sue stesse parole, un po' perché sicuramente il Kokage doveva avere chissà quali pensieri in testa in vista del summit, un po' perché non voleva rovinare il tono scherzoso con il quale Hideyoshi aveva finalmente rotto il ghiaccio. Quelle brevi battute avevano risollevato il suo morale, così come cancellato gran parte dei suoi dubbi.
Ginko seguì senza troppe esitazioni il Kokage alla ricerca di un riparo per la notte, gettando ora qualche velata occhiata di sbieco agli altri tre compagni di missione. Non li aveva minimamente calcolati per l'intera durata del viaggio, ma ora che la sua personale tensione nei confronti del Cantore era sparita, in qualche modo sentiva un certo disagio nei loro confronti per le attenzioni ricevute da Hideyoshi. Quest'ultimo optò in fine per una delle residenze meno diroccate nello loro vicinanze, recensita in qualche modo sicura dai segni lasciati da un recente bivacco.
Mentre alcuni Custodi si dedicavano all'allestimento di quel campo improvvisato, il genin sistemò ordinatamente davanti a se i suoi kunai e shuriken, per poi passarvici delicatamente il pollice sulle lame e affilarne quelle più trasandate. Non li usava da parecchio e con il rinnovato entusiasmo per quella missione, voleva che tutto fosse perfetto. A metà dell'opera, una volta che il Kokage finì di mangiare, Ginko decise di concedersi a sua volta una pausa, per rimettere un po' di energie in corpo. Non era sicuramente un banchetto degno di un Daimyo, ma stanco com'era, quella povera cena parve al genin un prelibatezza. Riprese dunque a prendersi cura del suo equipaggiamento, quando Hideyoshi, che un minuto prima sembrava ormai essersi addormentato, si rivolse nuovamente a lui.

Ginko: "Nella mia... Condizione? Sicuramente non essere direttamente coinvolto nella discussione potrebbe darmi un diverso punto di vista! Rimarrò al suo fianco come una hitodama Rokudaime Kokage-sama e farò del mio meglio per leggere al meglio ogni discorso una volta arrivati!"


*******




~ Chishiki, Sora no Kuni, 31 dicembre 252 DN



I seguenti giorni di viaggio, per quanto per certi versi più ardui del primo, furono in qualche modo meno tassanti per il genin, ma una volta arrivati al cospetto delle quattro isole che formavano la Citta della Conoscenza, qualsiasi tipo di stanchezza abbandonò il suo corpo, così come la sua mente. Per l'unicità della conformazione che gli era improvvisamente apparsa di fronte, Ginko non poté resistere a regalarsi una sbirciata da sotto la sua benda. Era uno spettacolo unico, che superava di gran lunga le sue più fervide fantasie. Una nuova linfa pervase ogni suo muscolo e come un moscerino attratto da una luce, il suo corpo sembrava ora completamente attirato da quella visione, rapito. Fremeva dalla curiosità, non vedeva l'ora di arrivare, ma allo stesso cercava di contenere il proprio entusiasmo e di rispettare il ritmo di marcia del gruppo. I ricordi di povertà che costellavano il suo passato erano in qualche modo scomparsi della sua testa, lasciando spazio alle congetture di ciò che avrebbe potuto ammirare in quel luogo.
Entrare finalmente nella città vera e propria fu quasi una seconda infanzia per Ginko. Il suo sguardo era fisso sul Kokage, non poteva perderlo, dopotutto si trattava della sua missione, ma la sua mente era rapita dai dettagli che circondavano la sagoma del Kokage. Attraversando le ondate di folla, il gruppo raggiunse infine la piazza di Chūsei, giusto in tempo per il discorso di quello che sembrava essere, per posizione e solennità, il Daimyo del Cielo. Seppur i suoi occhi velati fossero ancora attenti ad ogni movimento di Hideyoshi, le sue orecchie erano ben attente d ascoltare ed assimilare le parole di benvenuto provenienti dal palco. Aveva ricercato la conoscenza, in una forma o nell'altra, per tutta la sua breve vita e quella città, ancora più che per il suo aspetto fiabesco, adesso lo eccitava ancora di più per il suo concetto di per sé.

"La Grande Biblioteca... È quasi come un sogno ad occhi aperti! Chissà se avrò il tempo di visitarla, di trovarvici qualche risposta! Chissà addirittura visitarne la sezione proibita! Per tutti i Kami, quello si che sarebbe un qualcosa di straordinario... Altro che le vecchie pergamene con le quali sono cresciuto! La mia priorità è senza alcun dubbio la mia missione, ma allo stesso tempo, quest'ultima, potrebbe darmi l'occasione di conoscere il Daimyo! Anche se dubito che un semplice genin abbia molte possibilità di strappare un permesso... Meglio rimanere con i piedi per terra per ora e concentrato sul dovere..."

Il loro primo obbiettivo era ricongiungersi con Kuro. Non lo aveva mai visto di persona, ma conosceva abbastanza bene la sua fama. Il punto di incontro sarebbe stato, appunto, la Grande Biblioteca, anche se, almeno per quella sua prima visita, le sue speranze di potersela godere come si deve erano quasi nulle. Il pensiero non lo molestava più di tanto, dopotutto erano appena arrivati e inoltre esplorane i segreti di fretta non avrebbe avuto alcun senso per uno come lui, se e quando ne avrebbe avuto l'occasione, lo avrebbe fatto per bene. Inoltre, non essendo abituato a luoghi simili, un primo veloce approccio per prendere confidenza con il luogo era già di per se, nella sua semplicità, un evento non da poco per il genin.
Scacciò dunque dalla sua testa la nuova felice infanzia che quella città gli aveva regalato, così come la sua sete di conoscenza, per potersi concentrare al meglio sulla sua missione in quel momento: rimanere attaccato come una maledizione al Kokage e allo stesso schivare gli ostacoli in movimento che la gremita folla gli stava proponendo di fronte ogni due passi.


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