Studio dell'Hokage

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/4/2018, 14:10     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
1,249

Status:


19 Gennaio 249



Le prime luci dell'alba alla sua sinistra. Alzandosi prima dell'alba poteva osservare sorgere in lontananza quel sole livido, lento e opaco. Un vero astro invernale. Gli effetti della Spezia erano ormai scemati, ma quella sensazione lo aveva destabilizzato come nessuna droga avrebbe mai potuto fare. Forse il mondo si preparava alla Rivelazione definitiva. Capiva a cosa potesse riferirsi. Ma perchè il capire non gli dava più pace? Forse non aveva ancora capito tutto. Mancava uno spazio. Un intervallo.
La lettera sul tavolo, recapitata la sera prima. Una convocazione dell'Hokage in persona. Buffo. Sembrava stesse facendo davvero carriera, come aveva nebulosamente profetizzato a suo padre, qualche mese prima. Settembre.
La colazione sul tavolo. La casa vuota, desolata. Il peso di tutti quegli eventi si era accumulato in lui, lo aveva sentito, giorno dopo giorno. Sperava che ci avrebbe potuto fare l'abitudine, col tempo. Prima o poi. Ma non era stato così. Non del tutto, almeno. Si credeva più forte, forse. Si sopravvalutava, sommessamente, come sempre. Meiousei si divincolava tra le sue gambe, disegnando un immaginario otto tra i giochi di penombre dei tenui raggi dell'alba. Lo accarezzò sul collo, gli riempì la ciotola, sistemò il tavolo e andò di su a cambiarsi. A prepararsi, come si richiedeva a un soldato.
Strinse le cinghie dell'uniforme, sistemò le armi principali, katana e kunai, allacciò il coprifronte al braccio e poi prese Armonia. Non se la mise subito. Restò a fissare ancora un po' quella fotografia col maestro Shimada, il primo giorno di Accademia. Coi suoi compagni. Sembrava risalisse a migliaia di secoli fa. Non voleva metterla da parte. E in fondo, non aveva senso farlo. Ma ogni mattina non faceva altro che ricordargli come tutto fosse andato perduto.
Uscì dunque dalla porta della stanza con Armonia sotto braccio, al collo l'Egida e l'altro ciondolo, il ricordo di quella promessa, che non erano riusciti a mantenere del tutto. Stupide fantasie infantili.
Restò davanti alla porta, non seppe per quanto.
Poi si decise a indossarla. Gli tornarono in mente quelle immagini. La indossò e si diresse all'esterno, verso il mondo ora lievemente rischiarato e Konoha cinta in quel trambusto ormai consueto nei giorni prima della Fine forse imminente. Gli tornarono in mente le parole dette alla ragazza, quasi un anno prima.


Dovunque si vada, l'unico posto che ci attende... è sempre un campo di battaglia.


Attraversò il Palazzo, salutò con discrezione le guardie che incrociava, quindi si ritrovò di fronte alla porta dello studio. Bussò educatamente.
Quando avesse udito il permesso, avrebbe varcato la soglia. Di fronte a lui, la Foglia personificata.
"Sandaime-sama."
Un cenno di inchino in segno di saluto, senza abbassare lo sguardo.
"Mi avete convocato."

Edited by Jöns - 21/4/2018, 19:27
 
Top
view post Posted on 19/4/2018, 10:11     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


Era mattina presto e il sole era sorto da poco all'orizzonte.
Kinji si trovava in casa, intento a preparare la colazione per se stesso e per una Yugure ancora non del tutto ripresa dopo la cattura dell'Hachibi. Il più piccolo di casa era rimasto tutta la notte di turno in ospedale e probabilmente non lo avrebbero visto ancora per qualche ora.


- Sei sicura di non avere bisogno di rimanere un altro po' all'eremo?

Chiese lui mentre sistemava il riso in bianco in due piatti con un pratico cucchiaio.

- Ti ho già detto di no, mi ha solo colta di sorpresa con quell'inchiostro. Tutto qui.

Affermò lei cercando di interrompere la discussione sul nascere.

- Certo...

L'Uchiha servì quindi il tutto poggiando i piatti sul tavolo assieme a quella che sembrava una zuppa di miso preparata in precedenza.

- Ancora non riesco a capire come abbia fatto un mostro grande e grosso come quello a nascondersi così bene da non essere notato nemmeno da te.

- Non so spiegarmelo: un attimo prima ero in cerca di tracce del suo passaggio, e l'attimo dopo non sono stata più in grado di rimanere in volo per via di quell'inchiostro appiccicoso. Il resto è buio nella mia memoria.

Il Vermiglio consumò lentamente il pasto cercando di capire perchè mai il Bijuu avesse attaccato quello che, apparentemente, era un semplice falco che sorvolava i cieli. Possibile che lo avesse avvistato tempo prima o che fosse a conoscenza del team di cattura? No, improbabile.

- Posso dirti soltanto che quando ti ho ritrovata eri avvolta dall'inchiostro e sembrava che avessi perso i sensi, così la prima cosa che mi è venuta in mente è stata di metterti al sicuro... Ci hai fatto rimanere in pensiero rimanendo via per così tanto.

La ragazza arrossì in viso cercando di distogliere lo sguardo presa da un moto di vergogna.

- N-Non dire stupidaggini, avrei saputo cavarmela benissimo se non fosse stato per...!

Improvvisamente sia Kinji che Yugure avvertirono la presenza di una strana energia che si era liberata senza alcun preavviso. Era lontana, incredibilmente lontana, ma entrambi riuscivano a intuire che fosse davvero spropositata.

Quale sarà la causa scatenante? Forse i membri del Taisei non sono riusciti nel loro intento? Non promette nulla di buono, ma immagino che presto sapremo cosa succede.

[***]



Erano passati due giorni, e quella sgradevole sensazione non era affatto svanita, anzi continuava a impensierire gli abitanti di Konoha come un sinistro presagio che qualcosa di terribile fosse accaduto.
Anche quella mattina Kinji si era svegliato presto e aveva in programma di andare a chiedere spiegazioni riguardo l'inspiegabile fenomeno; lasciò quindi ciò che rimaneva della colazione e si diresse nella sua camera per vestirsi e prepararsi ad uscire, armandosi di tutto punto come se stesse per andare in missione.
Quando ebbe terminato, sentì il campanello della porta suonare all'impazzata; l'Uchiha si affrettò ad aprire per trovarsi davanti un Jonin con il fiatone che gli disse semplicemente di recarsi immediatamente dall'Hokage.
Dopo averlo ringraziato e congedato, Kinji si apprestò a varcare la soglia dell'abitazione, quando Yugure richiamò la sua attenzione.


- Kinji-kun, dove stai andando?

- Non c'è tempo da perdere, devo andare subito da Akane-sama e credo proprio che il motivo sia proprio quella forte scarica di energia.

La ragazza fece qualche passo in direzione del Vermiglio.

- Allora vengo con te, potrebbe essere pericoloso!

- No, tu resta qui e pensa a rimetterti del tutto. Lo so che fai finta di essere pienamente in forma per non darmi pensieri e renderti utile, ma così facendo fai esattamente il contrario.

- Ma io n-

Stava per replicare, ma l'Uchiha non le diede il tempo necessario per farlo, utilizzando l'unico metodo che sapeva per certo l'avrebbe convinta. Più efficace persino di metterla davanti alla realtà dei fatti riguardo le sue condizioni fisiche.

- Resta qui, Yugure-chan. E' un ordine del tuo eremita.

Solo allora nello sguardo della ragazza sembrò trapelare una presa di coscienza: se lei per prima non riusciva ad essere in grado di badare a se stessa, non poteva nemmeno sognarsi di affiancare il Jonin in un'impresa molto più grande.
Fece quindi un cenno d'assenso all'Uchiha rimanendo all'entrata mentre lo vide allontanarsi verso il palazzo che troneggiava su Konoha.
Pochi minuti dopo era già nell'enorme edificio con il simbolo del Fuoco sulla facciata anteriore; si fece strada tra i corridoi e le varie personalità che lo salutarono durante il tragitto per poi arrivare davanti alla porta che conduceva nello studio di Akane.
Il Vermiglio bussò due volte per poi entrare tranquillamente nella stanza.


- Akane-sama, ci sono novità?

Solo in un secondo momento si accorse che non erano soli: vi era un ragazzo sui quindici anni, occhi verdi e capelli castani dai ricci voluminosi. Non l'aveva mai visto prima, ma ricordava di aver parlato con Setsuna tempo prima riguardo un ragazzo che aveva preso sotto la sua ala come allievo; la descrizione combaciava perfettamente alla figura che aveva davanti.

- Tu devi essere Hakurei, giusto? E' un piacere fare la tua conoscenza di persona. Io sono Kinji Uchiha.

Fece un inchino appena accennato per poi rivolgere lo sguardo e tutta la sua attenzione su Akane, la quale era rimasta dietro la scrivania in attesa forse di altri elementi per poi esporre il motivo della chiamata improvvisa.
 
Top
view post Posted on 20/4/2018, 11:20     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Quasi non poteva credere di essere di nuovo a Konoha e di aver terminato finalmente di scrivere quella dannata relazione. Più la guardava e più le veniva da ridere al solo pensiero di cosa avesse commentato l’uomo incaricato di quel noiosissimo compito; magari per una volta avrebbe sorriso anche lui. Tornare a far parte di un villaggio le faceva ancora piuttosto strano, però le persone cominciavano ad essere meno schive nei suoi confronti. Non poteva ancora dire di sentirsi come a casa, ma perlomeno stava diventando un ambiente vivibile. Il lavoro come dottore all’ospedale aveva iniziato a dare i suoi frutti, creando dei buoni rapporti medico-paziente con la popolazione del villaggio. I bambini stavano crescendo in fretta, al sicuro ed in salute... cosa poteva voler di più? Forse solo Fuyuki, che era da un po’ che non faceva ritorno. Qualche tempo addietro aveva avvertito uno strano movimento energetico lontano, un’esplosione che si era andata mantenendo costante da quel giorno, come una presenza aleggiava in una direzione ben precisa; proprio da quel momento la preoccupazione nei confronti del partner era andata aumentando. Eppure rimaneva forte, doveva esserlo, per i suoi piccoli. Quando raggiunse la residenza dell’Hokage, un brivido le percorse la schiena. Avrebbe dovuto inviarla utilizzando qualche emissario, invece di recarsi lì di persona. I ricordi che riaffioravano nella sua mente avevano una tonalità cupa e rimaneva la speranza di dimenticare. Eppure voleva farsi una bella risata ammirando l’espressione di quell’uomo quando avesse visto il suo capolavoro, le serviva proprio. Aveva provato ad arrabbiarsi con il colpevole ma non ce l’aveva fatta, non per qualcosa fatto con il cuore. Al massimo sul suo curriculum sarebbe apparsa un’altra nota di demerito, non che le importasse molto. A piedi scalzi salì quasi danzando la scalinata, stretta nel suo kimono artigianale. Aveva già studiato in lontananza dove si trovasse il diretto interessato; il Byakugan poteva avere tanti di quegli usi, che era meglio lasciare i più nell’ignoranza. Quando appoggiò la mano sulla porta per bussare, questa cigolando si aprì. Una ragazza tutta sudata le passò a fianco con una tonnellata di rapporti in mano. La fronte umida, il colorito pallido e il volto preoccupato; doveva essere successo qualcosa.

- E’ permesso? - chiese abbandonando l’uscio per avvicinarsi ad uno shinobi tutto affaccendato.

Che divertimento c’era a diplomarsi e poi a dedicare la propria vita a tutte quelle cartacce? Constatando che le informazioni trasmessole per la missione erano talmente vaghe che aveva fatto fatica a raccapezzarci qualcosa persino lei.

- Buongiorno, sono venuta a portare la documentazione richiesta - disse allungando il plico davanti al muso dell’uomo di mezza età.

Questo che sembrava immerso in un mondo tutto suo, improvvisamente decise di prestarle attenzione. Quei documenti erano fondamentali per mandare avanti le ricerche riguardo ai Bijuu, come non poteva approfittarne? Ciò di cui non era a conoscenza era chi fosse l’autore di tale opera, oltre alla fanciulla di fronte a lui. Quando i suoi occhi scuri misero a fuoco un disegno a matita dalle prevalenti tonalità rosse e azzurre, un’espressione accigliata e stupita si dipinse sul suo volto. Pochi secondi prima che le rughe cambiassero totalmente posizione, prendendo un atteggiamento più innervosito.

- Che diavolo è successo qui? - chiese l'uomo, cercando di trattenere una certa nota di rabbia.

- Mi scusi... ma i miei figli volevano rendere meglio l’idea della missione - concluse la Hyuga facendo spallucce, non riuscendo a trattenere un mezzo sorriso divertito - Alla fine non hanno rovinato la parte scritta è questo che conta, no?

L’immagine della kunoichi stilizzata con una spada lucente in mano, che indirizzava la sua arma contro la bestia codata troneggiava sul poco spazio lasciato nel foglio. In realtà le cose non erano andate proprio così, ma a chi importava?

- Se è tutto io andrei - continuò l’evocatrice, facendo retro front, verso la porta.

C’era così tanto lavoro in ospedale da quando era mancata, che al solo pensiero le mancava il respiro. Non ebbe il tempo di mettere a fuoco il suo futuro imminente, che il suo interlocutore la mise al corrente di qualcosa di inaspettato: l’Hokage l’aveva fatta convocare.

Oddio... adesso che ho fatto? Non mi pare di aver disubbidito agli ordini ultimamente...

Questa volta ad essere soddisfatto fu l’altro, che continuò a fissarla a mo’ di “fatto bene” con quel suo sguardo da pesce lesso. Il medico lo guardò di sbieco, prima di continuare a salire la vetta del palazzo. Che cosa stava per accadere? Proprio come fatto in precedenza l’ex nukenin bussò, ma senza aspettare una risposta si fece strada all’interno della stanza.

- Salve... mi hanno comunicato di venire qui – disse la diciottenne dando un rapido sguardo alle figure all’interno.

Si posizionò nel lato più lontano, vicino alla porta; come se quella potesse essere una facile via di fuga nel caso quello che avesse udito non le fosse piaciuto. Si appoggiò al muro alle spalle dei presenti, incrociando le braccia e con lo sguardo perso nel vuoto. Che le stessero per assegnare un nuovo incarico?

 
Web Contacts  Top
view post Posted on 20/4/2018, 16:31     +1   -1
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


GrdOff// In risposta alla lettera di Manpeiko del Kyo Dan (fase 4 evento) e alla lettera della Tsuchikage (info inviate in privato dalla Reggente) //GdrOn

    19 Gennaio 249 DN


La sovrana di Iwa inviò presto i suoi ringraziamenti per l'avviso e pacatamente la tranquillizzò l'Hokage circa lo sforzo fatto per la cattura dell'Hachibi in seguito alla sua segnalazione. L'aver offerto due dei suoi shinobi per l'impresa non era un impegno che Konoha avrebbe dovuto ricambiare a forza. La comunicazione tra le altre cose fu un disimpegno, un pensiero in meno per un capo villaggio già troppo indaffarato.

Quando l'esplosione di energia era stata percepita da shinobi e da ogni altro ninja in grado di manipolare il chakra - o che avesse un minimo di dimestichezza nel mestiere - era inverno già inoltrato.
Diversamente da quanto percepito mesi addietro stavolta quella sensazione non sparì e nemmeno sembrava avere intenzione di sciamare lentamente. Il chakra primordiale permeava nell'aria restndo li ad angosciare le loro vite come un promemoria, quasi come se da un momento all'altro dovesse accadere il peggio. A Konoha come in ogni angolo del continente la cosa ovviamente non passò inosservata, erano tre giorni che Akane non chiudeva occhio per riuscire a star dietro a tutte le segnalazioni e per organizzare la suddivisione e lo spostamento delle forze di cui disponeva. Se da un lato non avevano nessuna intenzione di aiutare il Taisei, dall'altra la reazione fu all'incirca la stessa quando perfino il Kyo Dan si fece avanti in modo ufficiale. Con mille carte per le mani, relazioni dell'ultimo minuto e schedari dei suoi uomini, lo Yōkai di Konoha lesse quelle righe con l'espressione tipica di chi si sentiva preso per i fondelli. Non aveva alcun senso farsi avanti ora - era fin troppo prevedibile che la fazione avversaria dell'Ordine non sarebbe rimasta a guardare - imitare la controparte nel chiedere aiuto ai Kage non avrebbe portato a nulla, questo pesò. Se lo avessero fatto prima magari le indagini e le operazioni avrebbero portato ad una situazione diversa ma a quell'ora Manpeiko non poteva davvero sperare di ottenere un supporto dai regnanti.


Ad esclusione di alcuni elementi impegnati in missioni di un certo rilievo, aveva riunito nel suo studio la crème della crème di tutta Konoha, sei jonin e quattro chunin, tutti con una notevole esperienza nel loro rango ad esclusione forse di Hakurei che probabilmente in quel preciso istante sentiva di essere un pesce fuor d'acqua; tuttavia c'era un motivo se era stato convocato in quella particolare occasione e ben presto il giovane lo avrebbe scoperto da sé.
Prima di iniziare li osservò uno ad uno, a partire dalla sua sinistra incrociò lo sguardo di Chiaki e Nahoko Hyuga, Ayumi e Kinji Uchiha, Shinichi Kobayashi e infine, Hachi Yamanaka. A seguire verso destra trovò in ordine Hitomaru Nara, Yōsai Senju, Hanare Fujiwara e Hakurei.


"I recenti avvenimenti e ricognizioni ci hanno portato a supporre che tutti i demoni rimasti in libertà siano in marcia verso il Paese della Pietra, per quanto lenta la loro marcia è inesorabile, stanno travolgendo tutto ciò che incontrano sul loro cammino e non c'è modo di fermarli. Abbiamo motivo di credere che questo movimento improvviso sia opera del Taisei, crediamo che li stiano richiamando nel loro covo sfruttando l'energia dei bijuu che noi e gli altri grandi villaggi abbiamo aiutato a raccogliere."

Dopo quella premessa fu Hachi ad intervenire e lo fece distaccandosi di qualche passo dalla fila affiancandola al lato della scrivania. Privo del suo camice e del suo abituale kimono bianco il primario indossava come gli altri la giubba verde, un dettaglio che non lasciava presagire nulla di buono abbinato alla divisa da battaglia indossata dal Sandaime. Quando poi il biondo aprì la mappa del continente indicando quella che sarebbe stata la loro meta i presenti realizzarono che li attendeva un lungo e impervio viaggio verso nord-ovest.

"Se il Taisei si limitasse davvero a neutralizzare il chakra dei demoni come promette da tempo non avremmo di che preoccuparci. Crediamo tuttavia che il loro leader, Kataritsuen, non si limiterà a questo, lo abbiamo sempre sospettato ma solo recandoci sul posto potremo averne le prove."

"Vi sarete senz'altro chiesto il perchè della sospensione degli allenamenti e delle simulazioni di cattura dei bijuu. Per farla breve è da un mese circa che abbiamo smesso di aiutare il Taisei, più esattamente da quando consegnata la seconda pietra ci siamo visti negare la richiesta di una maggiore trasparenza circa i loro piani per sigillarli tutti."

"Anche se non abbiamo avuto scelta ci siamo resi complici del Taisei e ora è nostro dovere intervenire. Con quello che sta accadendo non abbiamo altre alternative, non possiamo restare a guardare."

Intavolato il discorso finirono l'uno per completare le frasi dell'altro dimostrandosi più affiatati che mai.

"Le poche opportunità che abbiamo avuto di approcciarci ai bijuu non hanno portato a nulla di buono, e ad oggi non c'è ancora nulla che ci lasci pensare ad una pacifica convivenza con queste creature millenarie. Per quanti tentativi abbiamo fatto in questi mesi, il loro ritorno, la loro semplice esistenza anzi, espone tutti noi a troppi rischi. "

"Hanno sconvolto un equilibrio già precario e il Kyo Dan non ha fatto altro che ostacolare la loro cattura inneggiando alla libertà di quelli che vedono come nove divinità che dovrebbero cancellare il mondo che conosciamo per plasmarlo e governarlo a loro piacimento."

"I villaggi e i sistemi del mondo ninja non sono perfetti, lo sapete bene, così come non lo sono i rispettivi Daimyo e Kage non lo sono..." - Per ovvio incluse anche sé stessa in quella lunga lista. Non era perfetta, accidenti se non lo era. - "..ma se c'è qualcosa che la storia ci ha insegnato è che la perfezione non esiste. L'equilibrio e la pace che cerchiamo è sempre precario, non hanno una vera forma e così come la felicità sono fatti di attimi e di periodi più o meno lunghi.

Il nostro viaggio sarà finalizzato a ricreare le condizioni a cui aspiriamo, gli alleati di Suna ci appoggiano e saranno li con noi. Per quanto riguarda gli altri villaggi non abbiamo certezze, magari non si mobiliteranno affatto così come potrebbero metterci i bastoni tra le ruote approfittando del caos che troveremo e appoggiando la causa di una fazione o dell'altra. Noi saremo esattamente nel mezzo, dobbiamo fare il possibile per assicurarci che il rituale di sigillo vada a buon fine e che niente e nessuno si intrometta.
"

Partendo dovevano essere consapevoli dell'idea che non sarebbero stati i soli a muoversi e che il dubbio e il modo sul come intervenire era insito nel pensiero di ogni singolo schieramento. Niente a che vedere con la determinazione e lo spirito di sopravvivenza messo in campo dall'alleanza degli shinobi che aveva guidato anni addietro e a cui i presenti avevano partecipato. Rivolgendosi ai jonin poi aggiunse altro, la voce austera ma al tempo stesso complice.

"Vi ho fatti chiamare perchè siete i migliori shinobi sulla quale il villaggio può contare e tutti avete già affrontato una situazione simile con la guerra passata. Voi sarete con me in prima linea e all'evenienza sarete i primi a battervi, che lo vogliate o meno sarete i punti di riferimento dei più giovani."

Spostando il capo verso la sua destra puntò quindi ai quattro chunin che inevitabilmente si sentirono chiamati in causa.

"Quando ciò accadrà voi li sostituirete e svolgerete lo stesso compito. I Genin tendono ad andare nel panico in situazioni con così tante variabili e in assenza di jonin troveranno in voi l'esempio da seguire., sarete il loro appiglio nei momenti di crisi. Sono certa che riuscirete a coordinarvi, avete avuto tutti degli ottimi sensei. "

Per quei chunin aldilà degli eventi e della mera sopravvivenza, quell'occasione era l'occasione perfetta per affermarsi. A quel punto videro l'Hokage osservare l'orologio a pendolo appeso al muro alle loro spalle dando l'impressione di avere un impegno urgente ad attenderla. Con il suo solito autocontrollo videro l'Uchiha continuare come se niente fosse.

"Hakurei, tu sei da poco nel ruolo di capo squadra ma se ti ho fatto chiamare è perchè ho grande fiducia nelle tue capacità, sono certa che non ti lasciarai sopraffare dagli eventi."

Apprestandosi a finire avrebbe risposto ad eventuali domande per poi consegnare loro delle liste con i nomi degli altri shinobi di Konoha da contattare per l'imminente partenza: l'appuntamento era per l'indomani all'alba fuori dai cancelli.
Konoha non sarebbe rimasta sguarnita ma le risorse che l'avrebbero accompagnata in quella spedizione poteva definirsi tranquillamente una piccola grande armata.


GdrOff
// Continuerà in "Kakusei: scontro finale" [fase 4 Evento] //GdrOn

 
Web  Top
view post Posted on 21/4/2018, 18:27     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
1,249

Status:


Fece appena in tempo a terminare l'ultima frase, quando sentì un rumore alle sue spalle - un toc toc alla porta. Si girò con discrezione, appena in tempo per vedere un nuovo shinobi varcare la soglia, senza attendere il permesso di entrare. E si poteva ben capire, si disse, non appena capì chi fosse.
Kinji Uchiha: tra i migliori guerrieri della Foglia. Non era stato il solo ad essere convocato. Chissà cosa avrebbe mai potuto spartire con uno come lui, si chiese immediatamente. Probabilmente sarebbe stato il suo caposquadra in una nuova missione, più che possibile.
Si sorprese quando questi gli si presentò con garbo e rispetto, chiamandolo per nome, come fosse la cosa più naturale del mondo. Sorpresa che tentò di celare dentro di lui ovviamente, ma non potè negare che quella constatazione lo destabilizzò, come quando Jiroubou gli consegnò quella strana missiva su richiesta dell'Hokage in persona. Pensiero sciocco e ingenuo. Erano l'élite di Konoha - e l'Hokage su tutti: era sciocco non pensare che conoscessero una per una le possibili frecce al loro arco, dalla più robusta sino al più anonimo dei genin.
"Il piacere è solo mio, Kinji Uchiha" gli disse poco dopo, contraccambiando il suo inchino. Davvero, era sorpreso: quanto garbo e umiltà.
E poi di nuovo quel rumore alla sua sinistra, una nuova figura che varca la soglia. Chiaki Hyuga. Non la vedeva da quel giorno infausto, dove il rancore di un intero Villaggio si era riversato su di lei e sul suo consorte. Persino Orinosuke si era quasi unito a quel sentimento - non che si fosse stupito per quello, per lui ogni occasione era buona per poter disprezzare il prossimo.
Lui invece si era limitato a quel sentimento di estraneità, a quella sospensione del giudizio dal piede leggero a cui tanto era caro, e che a quel tempo aveva visto nei due ricercati catturati una delle dirette conseguenze della completa adesione a un'identità collettiva.
Catturati, poi.
Anche Orinosuke aveva notato come non portassero manette, o nulla di simile. Non che lo avesse fermato dal disprezzarli, ovviamente. Ma con ogni probabilità, aveva pensato, forse il Sandaime poteva essere le loro manette. Un pensiero che aveva sempre sostenuto, fin quando non era venuto a conoscenza della verità sui giornali locali.
Provò a portare un cenno di saluto anche a lei, ma la vide scostarsi dal gruppo, mettersi in disparte, come una bestia reietta. Il suo cenno d'inchino gli morì sul nascere, stroncato appena un attimo dopo essere iniziato. Ripercorse immediatamente col busto i pochi gradi percorsi col busto, e tornò eretto. Restò a fissarla in tralice per qualche secondo.
"Cazzo, smettila e datti un contegno!" e scostò lo sguardo. Mettersi a fissare un estraneo, per quanto lui lo conoscesse? Piuttosto importuno come saluto.

Ayumi Uchiha, Shinichi Kobayashi, Hachi Yamanaka. Uno a uno varcarono la soglia, e poi nuove altre figure. Gli parve un vero consiglio di guerra. Tra le migliori armi che Konoha potesse offrire.
E poi c'era lui.
Non che si sentisse in soggezione per questo. Sentiva non fosse quello il termine adatto per indicare ciò che stava provando. Era più un senso di stramberia. La stranezza di quella situazione. L'Hokage continuava a esporre le attuali circostanze, e quanto li attendeva all'orizzonte, e poi Hachi Yamanaka mostrava loro la località su cui avrebbero marciato - almeno, a quanto supponeva: l'Hokage in alta uniforme, il capo-medico del Villaggio in tenuta di guerra. I dati convergevano fortemente verso quello scenario. Ma chissà, si disse.
Forse cominciava a capire perchè fosse stato convocato. Perchè tra i presenti lui era il solo ad averli visti. Ad averci parlato. Ad essere stato tra le loro fauci. L'unico, forse, pienamente cosciente del loro soverchiante, indescrivibile potere.
No, forse non era neanche quello. L'Hokage parlava di poche opportunità di approcciarli. Forse non era stato il solo. Ma chissà, non ne poteva essere sicuro. Avrebbe potuto riferirsi agli incontri di Setsuna e Arashi Uchiha. Chissà cosa stava facendo Setsuna adesso. Sembrava una vita che non la vedeva. Non le sarebbe dispiaciuto discutere con lei negli ultimi giorni, o anche solo salutarla prima della fine. Era più che probabile che qui stava mettendo seriamente a rischio la vita. Che, forse, non sarebbe più tornato vivo a Konoha.
Che pensiero idiota! si disse, subito dopo averlo realizzato. Come fosse una novità per lui ultimamente. Negli ultimi mesi - parecchi mesi a ben pensarci - stava diventando una prassi della sua esistenza. Giocare con la morte. Andarle vicino, guardarla negli occhi, fin quasi a sfiorarla, per poi scapparle via all'ultimo, quando ogni possibilità pareva perduta. Forse sarebbe stato un qualcosa che lo avrebbe accompagnato per sempre. Sousui, in quell'epica e perciò stesso ridicola visione con cui aveva profetizzato la sua vita, sarebbe stato d'accordo. Ma chi se ne importava!
Contava solo una cosa: restare lì ancorato. Sempre con le mani armate. Sempre a combattere. Un secondo dopo l'altro.
E per quanto il discorso dell'Hokage fosse una chiara arringa ai suoi soldati - ed era più che comprensibile: anche lui, al suo posto, non avrebbe fatto altrimenti -, questi si sposava alla perfezione con quel suo desiderio. Questi due ordini, chi in un modo chi in un altro, minacciavano la sopravvivenza dei Villaggio. Abituati a giocare con un potere che trascendeva quasi il mortale. Lo sapeva, lo aveva visto. E, stando i Villaggi nel mezzo, non si poteva far altro che chiarire la contesa una volta per tutte. Yuzuki e Chihiro e tutta la gente della loro risma potevano sentirsi eroi e salvatori. Sì, certamente.
Fanculo gli eroi dunque, e che muoiano pure tutti nel loro fanatismo se ciò gli aggrada!
Se la fiamma dei loro propositi fosse stata supportata da una maggior forza, bene, a loro il piatto. Qualora le cose fossero andate diversamente, ai Villaggi dettare la condizione. A Konoha, forse. Una legge vecchia di miliardi di anni.
Fu di nuovo sorpreso quando l'Hokage si rivolse direttamente a lui. Probabilmente aveva previsto quei suoi sentimenti di dubbio - un novello chuunin tra le alte sfere del braccio armato della Foglia. Se era il leader del Villaggio, in fondo, era anche per intuizioni simili, per la capacità di mettersi nei panni dei suoi soldati.
Non sapeva quanto potesse essere sincera. Ma in ogni caso, era comunque bello averglielo sentito dire.
"Farò del mio meglio per non deluderla, sandaime-sama" un nuovo inchino simile al precedente, quando aveva varcato lo studio.
Sperava solo fosse sufficiente. In fondo, sapeva che il mestiere che faceva avrebbe portato a questo, prima o poi. A mettere in gioco la sua vita. E di nuovo - perchè ci si arrovellava di nuovo? - era qualcosa a cui ormai si stava facendo l'abitudine.
Chissà come sarebbe andata, pensò, osservando il rotolo di nominativi che gli era stato consegnato. Restò a fissarlo in silenzio per un po'.
"Bhe, pazienza: tanto appena sono morto non ci penso più."
 
Top
view post Posted on 22/4/2018, 13:35     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Un silenzio tombale appesantiva ancor di più quella situazione. Ogni membro ricopriva la sua postazione, come se fosse stata decisa da tempo o dall’esperienza sul campo. Tutti attendevano che la più alta in grado iniziasse a parlare, che rivelasse loro perché cariche così elevate fossero state convocate proprio in quell’istante, tutte insieme. La Hyuga non interagì con nessuno, si sentiva un pesce fuor d’acqua lì in mezzo. Probabilmente non c’era bisogno di dire o fare nulla in quell’istante, ma solo di ascoltare. Quando la combriccola sembrò essere al completo allora fu in quell’istante che si diedero inizio alle danze. Come un puzzle ogni piccolo tassello andava al suo posto, cercando di dare una chiara visione di cosa diavolo stesse accadendo. Anche suo figlio che era alle prime prese con l’utilizzo del chakra aveva avvertito quell’enorme massa di energia in lontananza, chiedendole più volte da cosa derivasse; solo adesso i loro superiori si stavano aprendo con loro, rivelando ciò che effettivamente stava accadendo a chilometri e chilometri di distanza. Bastarono poche frasi per capire dove si sarebbe svolto il prossimo scontro, quali sarebbero state le conseguenze e addirittura prevedere come sarebbe finita. Già gli occhi della kunoichi vedevano distese di morti, soprattutto genin. Tanti, troppi proprio come era successo a Kumo diversi anni addietro. Il Taisei non era tanto diverso dal Kyo Dan, ognuno che professava le sue ragioni, le sue idee ma in fin dei conti pur di portare a termine i loro obiettivi sarebbero passati sopra a distese di esseri umani. Il solo fatto di riunire in un unico punto le bestie codate, chissà quanti innocenti avrebbero coinvolto lungo il loro viaggio. Infondo erano come degli schiavi di quegli uomini. sprofondati in una situazione che non conoscevano per nulla, trascinati da quel poco che quella setta aveva voluto trasmettere a dei braccianti; ecco cos’erano. Tutti sembravano immersi nella questione, ma fu proprio in quell’istante che la giovane spostò lo sguardo sentendosi osservata. I suoi occhi pallidi puntarono l’origine, ma senza riconoscerne il proprietario. Già faceva fatica a ricordarsi quello che aveva mangiato a colazione, figurarsi a ricordare tutti i volti presenti nel villaggio. Le rimaneva molto più semplice con i pazienti con cui stabiliva una certa intesa, piuttosto che con i ninja. I più acerbi poi sparivano con una tale facilità. Quel ragazzo doveva essere una di quelle leve che saliva di grado in battaglia, uno di quelli che diventano una scommessa su cui puntare.

Spero tu sia abbastanza intelligente da farcela... chissà se torneremo indietro da questa spedizione

L’istinto materno le procurò quel pensiero fugace, prima di tornare a fissare il nulla, prestando la massima concentrazione alle direttive. L’affinità tra il responsabile dell’ospedale e il capovillaggio metteva i brividi, doveva essere successo qualcosa tra quei due. Abbandonò immediatamente quello sciocco pensiero all’udire la situazione. Il Sandaime non aveva la benché minima intenzione di provare un approccio pacifico con quelle creature, eppure quando aveva comunicato con Kurama non le era sembrato così aggressivo. Se avesse voluto mangiarla o ucciderla, avrebbe potuto farlo immediatamente. Perché nessuno si metteva minimamente nei panni di quelle bestie intrappolate per secoli, senza la possibilità di poter rivendicare la loro libertà? La convivenza era stata esclusa a priori. Che le altre missioni fossero state tanto disastrose? Ciò che avevano visto i suoi occhi erano soprattutto le tante morti di cui si era fatto carico la fazione opposta per salvare i loro idoli. Uccisioni volute e non causate per sfuggire dal pericolo. Semmai i Cercoteri fossero stati rinchiusi cosa sarebbe cambiato? Le sfere di contenimento, come quella che aveva visto, sarebbero diventati degli obiettivi ambiti dalle potenze più evolute; qualcuno avrebbe voluto sovrastare l’altro e le guerre sarebbero continuate. Il circolo vizioso non si sarebbe spezzato... non con quel viaggio. Sospirò come se fosse l’unico modo per esprimere la sua frustrazione. I temi principali vennero abbandonati per giungere alla parte d’incitamento; la prassi più che un reale credo. Suna rimaneva comunque l’unico vero alleato di Konoha in quel conflitto, di cui le intenzioni degli altri rimanevano come sempre avvolte nel mistero. Appresa anche quella notizia, finalmente arrivano ad affrontare la motivazione essenziale della loro convocazione: il loro ruolo nella scacchiera. Probabilmente una massa così numerosa di combattenti aveva bisogno di qualcuno che li coordinasse. Genin... sperava non ce ne fossero così tanti come l’ultima volt, soprattutto non nel suo plotone. Dopo un’ultima frase d’incoraggiamento verso il castano alla sinistra, il gruppo iniziò una piccola processione per prelevare i nomi degli altri ninja assegnati alla propria squadra. Attese pazientemente che quelli più vicini potessero prendere il proprio, poi con estrema calma e senza proferire parola si avvicinò afferrando il suo. Con uno sguardo carico di grinta, fissò Akane Uchiha prima di uscire dalla porta dalla quale era entrata. Avrebbe detto le cose dirette come stavano, spettava ai sottoposti decidere se restare o prendere parte alla spedizione. [x]



Edited by Karen91 - 9/5/2018, 08:42
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 8/10/2018, 17:53     +1   -1
Avatar


Group:
Kiri
Posts:
8,586
Location:
Steins;Gate ~

Status:


[Maggio 249 DN]



CITAZIONE
All'attenzione dei quattro sovrani delle grandi terre ninja e dei daymio dei paesi minori.
Per festeggiare la scongiurata minaccia dei demoni codati e al contempo onorare coloro i quali hanno perso la propria vita affinché questo giorno potesse arrivare, sono lieta di annunciarvi che l'Iwagakure No Sato ospiterà il suo primo Torneo di Selezione Chunin il 3 giugno prossimo venturo. Con la presente desidero formalmente invitarvi, dandovi appuntamento ai confini delle terre sotto nostra giurisdizione, dove sarete accolti e accompagnati all'arena che ospiterà la contesa.
Nella speranza di poter contare sulla vostra partecipazione, porgo i miei più sinceri saluti.
Koizumi Chiye, Sandaime Tsuchikage
 
Web  Top
view post Posted on 9/10/2018, 12:54     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Konoha.
28 Gennaio 249.

Da quanto non attraversava quelle strade? Mesi, sicuramente. Forse anche più di un anno. In effetti, era trascorso un bel po' di tempo da quando era stato "congedato" dal suo incarico. Eppure, i ricordi non potevano non riaffiorare. Quelle vie, quelle strade, quella gente, aveva imparato a riconoscere tutto ciò mentre teneva compagnia al giovane figlio del Sandaime, Hikarikage... e in un certo senso aveva anche iniziato ad apprezzarlo. Come poteva essere diversamente, in fondo? Nessuno disprezza la pace, la spensieratezza, la vita. Per questo motivo, gli era in parte dispiaciuto abbandonare quel luogo come Yūjin. Ritornarci come Rejā, però, era ancora più doloroso. Già, perché il compito che gli era stato affidato era tutt'altro che piacevole. Il motivo del suo ritorno, infatti, era da ricercare nel tumulto che si era scatenato all'eremo dei Mustelidi dopo la tragica notizia comunicata dal sommo Mujinahen [X].

Fuyuki Hyuga, il loro eremita, era morto.
Questo, perlomeno, era quanto il tasso aveva detto, macchiandosi di menzogne di fronte alla sua stessa comunità soltanto per proteggerla e per assecondare i piani del giovane Namida. Nessuno sapeva dove si fosse diretto dopo la settimana che aveva trascorso rinchiuso nella bianca torre, nemmeno i quattro membri della famiglia che avevano ricevuto sulle spalle il peso di quel segreto: Mujinahen, Fukuizuna, Aki e Fuyu. Loro, tuttavia, erano consci della verità, la stessa che al contrario era stata nascosta a tutti gli altri mustelidi. Ovviamente, la notizia aveva scosso l'intera comunità, in particolar modo Okojo, l'ermellino dal pelo bianco che poteva a tutti gli effetti considerarsi il migliore amico dello shinobi. Di fronte alla sua volontà di interfacciarsi con Akane, però, era emersa la personalità più sobria di Rejā. Per quanto pigro, il furetto era sicuramente più cauto del più borioso Okojo... e - cosa che, ovviamente, non poteva essere trascurata - era stato in contatto per parecchio tempo con l'Hokage.
E quindi, proprio per informare la donna circa la scomparsa di Namida, la creatura dal manto marroncino era stata inviata al suo cospetto. Quanto era duro, per qualcuno che con lei aveva condiviso momenti anche piacevoli, dover scorgere nelle sue iridi cremisi colei che aveva causato, seppur in maniera indiretta, la morte del suo eremita? A questo pensò il furetto quando, a denti stretti, spezzò il silenzio dello studio di Akane con un laconico: - Buongiorno.
In quel momento avrebbe voluto essere ovunque fuorché lì, eppure non poteva venir meno al suo incarico. Come portavoce della sua comunità, doveva andare sino in fondo e per questa ragione si costrinse a deglutire per sciogliere il nodo che gli ostruiva la gola. Da dove cominciare, però?
- Sono qui per l'ultimo rapporto da consegnare per conto di Hyuga Fuyuki.
La cosa avrebbe sicuramente incuriosito il Sandaime, che da Namida non aveva più ricevuto notizie da mesi e che, con molta probabilità, aveva già avviato delle ricerche per risolvere il mistero dietro la sua scomparsa. La presenza del furetto lì, in effetti, doveva essere stata una sorpresa e perciò questo non fece attendere la sua interlocutrice, iniziando subito a sciorinare le informazioni di cui era in possesso. In un primo momento, le raccontò di come Fuyuki avesse accettato l'incarico di recuperare, per conto di Na Mori, la regina Inai, tenuta in ostaggio dalla nazione rivale, Yason Mori, la quale era stata piegata da un morbo sconosciuto, il Reuma. Narrò di come Fuyuki ne fosse rimasto contagiato, durante l'infiltrazione e di quanto avesse scoperto sulla malattia. Si trattava in realtà di una tecnica di sigillo creata da Kirinaki e che, come un cancro, si diffondeva nel corpo della vittima fino a renderla simile ad una bestia, senza più ricordi o umanità. Stando al rapporto di Fuyuki, la prima vittima doveva essere stata proprio la giovane Inai - di conseguenza, il resto degli infetti si era creato per vie di contagio naturali, come i fluidi corporei, i rapporti sessuali o il morso di un portatore del morbo. Affiancato da Fukuizuna durante l'impresa, l'eremita aveva messo a soqquadro l'intera nazione nel disperato tentativo di trovare la Nebbia Piangente. Giunto però al culmine dell'infezione, quando anche il ricordo di Chiaki lo aveva abbandonato, era arrivato a compiere un gesto estremo, pur di impedire che il Reuma potesse diffondersi sino al continente degli shinobi - e fino a Konoha, nello specifico. Per risparmiare quel teatro di orrori alla sua gente e alla sua famiglia, aveva ucciso la fonte stessa del Reuma. Inai.
- Con la morte di Inai, tutti gli infetti hanno ricevuto la stessa sorte. Così facendo, Fuyuki ha estirpato il Reuma, mettendo a repentaglio la sua stessa vita. Pur essendo infetto, tuttavia, è riuscito a sopravvivere. Difficile dire come, ma pare che la sua infezione fosse diversa dalle altre... ad ogni modo, di lui abbiamo perso le tracce per diversi mesi, finché non ha richiamato lui stesso Fukuizuna, circa una settimana fa. In quel momento, lei ha scoperto dove fosse finito. Il suo corpo era stato recuperato da degli shinobi, anch'essi in cerca di Kirinaki. Trovandolo in coma, ma essendo interessati alle informazioni in suo possesso, lo hanno tenuto in vita fino al suo risveglio. Stremato e senza energie aveva evocato Fukuizuna come protezione e garante del loro colloquio... ma quei bastardi non erano interessati a simili convenevoli. In tutti i modi Fuyuki ha cercato di convincerli del contrario, tentando anzi di sfruttare la sua posizione critica per trovare degli alleati nella lotta contro la Nebbia Piangente, ma senza successo. Erano convinti che quel sigillo... - fece una pausa, cercando di trattenere l'impulso di sputare la verità. Avrebbe tanto voluto dire "sì, proprio quello che gli hai impresso tu", ma era certo che Akane fosse abbastanza sveglia da giungere agevolmente alla stessa conclusione - ... potesse costringere Fuyuki a rivelare ogni informazione in suo possesso e questo li ha resi restii dal proseguire. Ciò nonostante, non era loro intenzione sciupare quell'occasione, anche al costo di torturarlo ed ucciderlo. Quel sigillo era un problema, per la loro copertura. Fukuizuna era in netta inferiorità numerica, mentre Fuyuki... beh, essendosi risvegliato dal coma non aveva nessuna speranza contro di loro.
Si fermò ancora, questa volta per un lasso di tempo ben più lungo. Nel suo muso e nei suoi occhi, Akane avrebbe potuto leggere diverse emozioni contrastanti. Tristezza, amarezza, ira. Sensazioni sincere e spontanee - perché sì, Rejā era fermamente convinto di ogni singola parola che aveva pronunciato. C'era un motivo se Mujinahen aveva fatto sì che ad interloquire con l'Hokage fosse qualcuno all'oscuro della verità... ragione che Akane, nella sua ignoranza circa i retroscena della faccenda, avrebbe potuto trovare nella più ovvia delle risposte. L'eremo dei Mustelidi era intenzionato a tagliare ogni tipo di rapporto con chi aveva tradito la fiducia del loro eremita e messo in pericolo la sua vita con quel sigillo... e il furetto, fra tutti, era quello che avrebbe potuto affrontare quel colloquio nella maniera più pacata possibile, essendo stato a lungo abituato alla presenza dell'Uchiha.
- Avrai già capito, Akane. Hanno provato a forzarlo.
Una lacrima gli rigò il viso, seguita poi da un'altra. Quant'era arduo, resistere alla tentazione di sfogare l'odio e il risentimento che nutriva nei confronti di quella donna. Pensò al peso che suo fratello aveva dovuto sostenere, nel vedersi tradito da colei verso la quale aveva riposto ad occhi chiusi la sua fiducia. Una donna che aveva creduto un'amica alla quale avrebbe affidato la sua stessa vita. Lei, però, aveva fatto sì che Namida sbattesse il muso contro la più cruda delle realtà. Una verità che il furetto non voleva rinfacciare a colei che aveva di fronte. A cosa sarebbe servito, dopotutto? Nemmeno il pentimento di Akane avrebbe potuto riportare indietro il suo eremita. Eppure, era complicato tenersi dentro quella fottuta domanda.
- Fuyuki... è morto.

Come ti senti ad aver tradito la sua lealtà, Uchiha Akane?

Se ti servono altre informazioni oltre quelle già chieste circa le vicende di Na Mori e Yason Mori, sai dove trovarmi.
 
Top
view post Posted on 10/10/2018, 22:55     +1   -1
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


GdrOff// Con il furetto facciamo la libera in un secondo momento, ho una scadenza per il torneo chunin e portare i due iscritti a iwa //GdrOn


    Maggio 249 DN

In giovane età per l'uomo la moglie è un'amante, durante la mezza età è la sua compagna, quando si è anziani, invece, la sua infermiera. Fu quello il pensiero che attraversò la mente del capo villaggio nell'osservare i due anziani saggi di Konoha ormai prossimi al pensionamento, i diversi ricoveri di lui nonostante la riuscita degli interventi avevano portato Sachiyo a non avere più tempo da dedicare alle riunioni del Consiglio. Quella di maggio sarebbe stata probabilmente l'ultima a cui avrebbero preso parte e l'argomento più importante del giorno verteva su più tradizionale degli eventi: il Torneo di selezione dei Chuunin.
Leggendo la missiva alle personalità sedute a quel tavolo il Sandaime spiegò che quell'anno ad ospitare la competizione sarebbe stata Iwa e passando poi la parola all'assistente, Ayumi, mostrò i possibili candidati del villaggio. Passarono in rassegna le schede di numerosi genin, intere ore in cui parlarono delle missioni superate da ognuno, delle potenzialità in singola e in gruppo fino a ridurre la rosa a due soli team.


"E' proprio sicura di volerlo esporre così? Dopo Fukagizu è maturato molto ma verrà preso di mira, avrà di certo i riflettori puntati addosso."

"Rimandare di un anno o due non cambierebbe le cose temo. "

Nonostante l'apprensione materna Akane aveva smesso di trattare Hikarikage come un poppante, ne aveva passate molte per la sua giovane età e in più, da quando aveva saputo che a breve avrebbe avuto una sorellina, era diventato un vero ometto che curava la casa e le spese per la famiglia. Dunque nel fare quell'affermazione sua madre si mostrò serena all'idea di spingerlo verso una prova così importante.

Sachiyo: "Se è l'età a preoccuparti Ayumi-chan, pensa a quel ragazzone di Kacchan che vivrà la situazione opposta. Sarà quasi certamente l'aspirante chunin più anziano della competizione e avrà lo stesso problema circa le aspettative per via della parentela con Hachi-san. "

"Cavoli, non ci avevo pensato.."

"Mi trova d'accordo Sachiyo-dono, non credo dovremmo ragionare in questi termini. L'età anagrafica o le parentele non dovrebbero essere una discriminante, sulla carta entrambi sono genin da diversi anni e hanno accumulato l'esperienza e le capacità necessarie. "

"E sia. Ayumi, invia pure una risposta affermativa alla Tsuchikage da parte mia. "

Nell'eventualità che i due si fossero trovati a combattere l'uno contro l'altro ci sarebbe stato un notevole fair play: aldilà che si trattasse del più giovane contro il più grande dei partecipanti erano entrambi "figli d'arte" e almeno per quanto riguardava gli spettatori di Konoha, sarebbe stato difficile decidere per chi tifare.
Da li a un mese comunque i genin convocati avrebbero avuto circa un mese di tempo per raggiungere la forma ottimale, escogitare le proprie strategie di squadra e perchè no, studiare una nuova tecnica.



* * * *



    3 Giugno 249 DN

Quella notte addormentarsi fu impossibile, Hikari l'aveva tenuta sveglia tutto il tempo per fantasticare sulle prove che avrebbe affrontato l'indomani al torneo, le fece tante di quelle domande che al risveglio la testa ancora le scoppiava. Avendo osservato il torneo di Kiri dagli spalti il piccolo sapeva bene cosa c'era ad attenderlo e di rimando lei comprendendo l'eccitazione del figlio fece il possibile per aiutarlo ad esorcizzare le sue paure; gli raccontò anche delle passate edizioni e di come si svolgevano le prove, di quanto pericolose potevano rivelarsi e di come le regole e le ambientazioni cambiavano di anno in anno in base al villaggio ospitante. Saranno state le due del mattino quando finalmente crollò esausto e la sveglia suonò dopo appena una manciata di ore trovandolo - al contrario di lei - stranamente fresco e pimpante.

"Dai mamma, facciamo tardi!"

"Non mettermi fretta, lo sai che non le fa bene. Piuttosto aiutami a trovare i sandali comodi che altrimenti con questi piedi gonfi non ci arrivo a Iwa per guardarti trionfare."

Spostando il lenzuolo gli dedicò una carezza e prima di mettere i piedi a terra li sgranchì restando a fissarli per interminabili secondi. Osservare il suo corpo cambiare in quel modo la faceva sentire strana, con Hikari non aveva mai vissuto quella fase travagliata fatta di ansie, voglie e nausea. Soprattutto nausea.

"Sono questi? No troppo tacco.. queste nere? Daaai mammaaa alzati, ci staranno già aspettando da un pezzo!"

"Stai tranquillo che senza di noi non partono e poi sulla tabella di marcia abbiamo calcolato già di arrivare con un buon anticipo. "

Spazientita dovette alzare la voce di un altro tono per farsi sentire dal biondino intento a rovistare in camera da letto, nel mentre facendo un respiro profondo si avviò per fare la sua colazione leggera. Per combattere la nausea del sesto mese di gravidanza aveva iniziato a seguire diversi accorgimenti, una dieta ricca ma al contempo equilibrata che Hachi le aveva prescritto personalmente e guai - guai! - se la vedeva sgarrare di qualche grammo: la sua pignoleria ovviamente non era tanto per la linea della sua donna, quanto più per la salute della nascitura e per evitare complicanze nella gestazione.

"Per gli spuntini da fare in viaggio porto sia frutta che cereali. "

Nel sentirlo appuntarsi ad alta voce quella nota premurosa l'Uchiha non riuscì a trattenersi dal ridere e parte dello yogurt che stava mangiando rischiò di spruzzarlo letteralmente via dal naso; ancora non si era abituata a vederlo nei panni del padre-marito eppure più lo osservava impegnarsi e più aveva la conferma della sua perfezione. Non riusciva ad immaginare un compagno migliore sulla faccia della terra e questo la faceva sentire felice come mai prima di allora, uno stato d'animo che se da un lato le riempiva il cuore dall'altro c'erano momenti in cui la faceva sentire in colpa. Era difficile da comprendere per lei, figurarci spiegarlo, una sera era arrivata alla conclusione che semplicemente era dispiaciuta per chi non aveva mai avuto il piacere di diventare mamma così come, si sentiva in colpa per chi, a causa sua e dei suoi errori, non poteva più riabbracciare i suoi figli. Una fase complicata insomma, non aveva mai avuto così tanti sbalzi d'umore.
Ultimati gli ultimi preparativi e le direttive per chi restava a difesa del villaggio in sua assenza, i tre uscirono uscirono dalla magione per dirigersi al punto di ritrovo tenendosi per mano come una vera famiglia, un qualcosa di così semplice per la gente comune eppure così speciale per lei, un sogno, una realizzazione personale che un tempo credeva irraggiungibile per chi ricopriva il ruolo di guida del villaggio.

Lasciata la divisa da battaglia in armadio scelse di vestire abiti comodi che nascosti dall'immancabile veste bianca con i ricami fiammeggianti - e il copricapo rosso con lo stemma del Fuoco - non riuscivano a nascondere del tutto le sue nuove curve. Il bello era che non le importava affatto, diversamente da come era successo per Hikari infatti in quei mesi non fece nulla per nascondere la verità. Nel villaggio si era sparsa in fretta la voce circa la sua dolce attesa e le erano arrivati arrivati anche diversi regali - tutine per neonati soprattutto - in qualche modo questo lieto evento l'aveva riavvicinata alla sua gente, dopo tante catastrofi sentiva che finalmente il vento stava cambiando. Il sole splendeva alto e godendosi quel principio d'estate arrivò ad osservare i suoi compagni di viaggio.
Accompagnati da Matsuda-sensei nei pressi delle porte, in riga, trovò Kacchan e le sue due compagne di squadra, Chiyo Akimichi e Natsuko Fueguchi-Hyuga. Poco più in là v'erano invece Reiki Uchiha e Miho Akimichi che insieme ad Hikari avrebbero formato il secondo team in gara.
Ricambiando i saluti di rito prima di partire disse di avere qualcosa da dire loro.


"Rappresentare Konoha in questa competizione sarà per voi un onere e un onore - un compito arduo senza dubbio - e ringraziandovi già da ora per l'impegno che metterete, è mio doveroso compito invitarvi a dare il massimo e al tempo stesso di sapere quando fermarvi.

Il torneo è una tappa importante che nel bene o nel male, che trionferete o meno, vi porterà a crescere come shinobi. Fate che sia questo, più di ogni altra cosa, a spingervi nelle prove che vi si pareranno davanti, prendetela come un'opportunità per mettervi alla prova e dimostrare il vostro valore prima di tutto a voi stessi e solo dopo a Konoha e agli spettatori che vi guarderanno dagli spalti.
"

Credeva in loro e con quelle parole e quei consigli l'Hokage volle far sentire la sua vicinanza per incoraggiarli e spronarli a fare del loro meglio.

"Vivetela fino in fondo, avete tutte le carte in regola per farcela. "

Terminato il discorso videro la donna evocare un grosso rospo nero armato di spadone, ci parlò qualche minuto e poi la videro creare al volo alcuni cloni prima di raggiunse il suo braccio destro facendo capo al gruppo.
Tutt'attorno nel mentre nonostante l'ora v'erano un gran via vai di gente, nei pressi di rudimentali mezzi di trasporto parcheggiati fuori dalle mura infatti alcuni chunin stavano radunando i primi gruppi di "escursionisti"; la partecipazione dei cittadini della Foglia era sempre stata alta e come ogni volta si raggrupparono numerosi per assistere al torneo. Quella era un'occasione rara e se da un lato c'era chi non avevano la forza o le conoscenze per raggiungere il luogo, dall'altra v'era anche chi affrontava il viaggio in vista di una partecipazione futura e farsi un'idea di cosa poteva attenderli nelle future edizioni.



GdrOff// @Ardyn e NightFlight, fate pure il vostro post a seconda di come vi trovate meglio, di mio ho preferito spezzarlo in due e se volete potete fare lo stesso, nella prima parte ruolando l'effettiva chiamata in studio in cui vi viene offerta la possibilità di partecipare e l'altra (che avviene circa 1 mese dopo), con la partenza. Potete anche riassumere/approfondire il tutto o parte della cosa nella vostra residenza, basta che quando ci sarà da fare il primo post a Iwa teniate conto di quanto vi ha detto Akane qui.

Continua a [Tsuchi no Kuni - Jouri 場裏 - Anello Esterno]//GdrOn



Edited by ~Angy. - 16/10/2018, 23:54
 
Web  Top
NightFlight
view post Posted on 13/10/2018, 14:12     +1   -1




CITAZIONE
EDIT: Ho editato solo per aggiungere il titolo al post. E' una cosa che mi piace e che faccio da un po', mi dispiaceva troppo averla dimenticata qui! xD

Legenda:
parlato Reiki
pensato Reiki
parlato Ayame
parlato Hikashi
parlato altri



Proprio come Akashi!

    Maggio 249 DN



Il nero, il vuoto, la combinazione dei due, il silenzio assordante, un sussurro...

Perché... perché fai tutto questo? Reiki...

La sensazione di precipitare nel vuoto, nell'oscurità, iniziava a sembrare familiare... succedeva ormai da tempo... cadere giù, più giù, senza riuscire a svegliarsi ne a muovere un singolo dito.

Akashi... AKASHI! Dove sei?

...dove... sono? E tu?! Sai, Reiki -

RRREEIIIIIKIIIIII!!! SVEGLIAA!

- un urlo sovrastò la presunta voce di Akashi, con forza impetuosa squarciò l'oscurità! Così forte che tutto tornò più chiaro... l'urlo di Ayame, proveniente dal mondo reale, sembrò afferrare e tirar fuori suo figlio da quel suo... incubo (?)

REIKI! SVEGLIATI!

Inconfondibili le urla di mamma Ayame. Reiki odiava questo suo difetto, a cui dopo tredici anni non si era ancora abituato.

No! Non ora! Continua, ti preg-

- un tonfo. Così forte che l'oscurità scomparve per lasciare posto alla normale assenza di luce causata dai suoi occhi chiusi... come riconoscere la differenza tra le due? Reiki lo sapeva, ma non avrebbe saputo spiegarlo. Il sogno era terminato così, sul più bello o sul più brutto, a seconda dei punti di vista. Quando aprì gli occhi capì la provenienza del rumore. Sua madre stava lì, sulla porta della sua camera...

ANCORA DORMI A QUEST'ORA!? E' GIA' MATTINO DA UN PO'!

Urlava. Anche da quella distanza.

Mamma... ma io... oggi non lavoro... per quale motivo non dovrei dormire qualche ora in più? E smettila di urlare, è l'unico giorno di riposo questa settimana.

Tono chiaramente scocciato, voce ancora bassa, quella di chi ha dormito per un bel po', e male.

Scendi, c'è una lettera di convocazione per te... oggi è una delle rare volte che vedo tuo padre ridere di gusto. Appena l'ha vista, ha esclamato "Di già?!" ed è uscito immediatamente portandola con se... ha detto di vedervi tra un'ora al campo d'allenamento qui fuori... a proposito... complimenti!!

...scappò via, senza dargli tempo di rispondere, ma perché? Complimenti per cosa? Inutile dirlo, quell'ora passò molto lentamente. Il giovane genin non fece neanche colazione, prima di ritrovarsi nel campo d'allenamento dove aveva imparato le basi del ninjutsu. Lì stava Hikashi, totalmente diverso da come Ayame lo aveva descritto di prima mattina. Era serio, composto, calmo e deciso come sempre. Nascondeva qualcosa dietro la schiena. Ayame si affacciò dalla porta, Reiki la vide con la coda dell'occhio. Sembrava impaziente di assistere a quello che aveva tutta l'aria di essere un momento importante. Accanto a lei, aggrappata al suo vestito all'altezza delle gambe, c'era la piccola Imawari... sorrideva, sembrava che Reiki fosse l'unico a non sapere nulla. Nel vedere la sorellina, per la prima volta nella giornata, gli scappò un sorriso.

Bene. Ti stai dando da fare, vedo... o non lo stai facendo?

Cambiò espressione. Hikashi iniziò a sembrare impacciato ed il motivo era ovvio: che razza di domanda era?! Reiki, un po' imbarazzato, aspettò qualche secondo prima di rispondere.

Si, cioè... lo sto facendo! Mi sto dando da fare, ma... che succede?

Fu interrotto bruscamente.

Sai creare illusioni con il tuo Sharingan? Sai sfruttare il contatto visivo per intrappolare il nemico in un genjutsu?

Non credo di averci davvero provato, e -

- va bene. Sai usare altre armi a parte quelle base?

Non ci ho mai... no. Credo di no!

Non capiva, ma era un momento bello? O era solo un'occasione per ricordargli tutte le cose che non sapeva fare?

Male. Devi allenarti, cominceremo oggi pomeriggio. Il tempo stringe.

Concluse la frase rivelando cosa aveva nascosto dietro la schiena, una katana nuova e splendente.

E' arrivato il momento di dimostrare quanto vali... oggi pomeriggio inizieremo a lavorare sull'utilizzo di questa, sul tuo Sharingan... e altro! Questa katana è per te. E' proprio la stessa che regalammo a tuo cugino Akashi, quando aveva circa la tua età. So in che rapporti eravate, e quindi ho pensato a questo. L'ho presa stamattina. E' tua, da parte nostra, ma ora devi imparare come usarla. Complimenti, Reiki!

Concluse la frase sulla katana indicando il resto della famiglia. Il cuore di Reiki si fermò per un attimo, nulla aveva senso... ma era bellissimo. Si sentiva felice, sollevato, senza neanche sapere perché. Gli occhi del giovane shinobi si riempirono di lacrime, le labbra serrate per nascondere un pianto che presto sarebbe esploso.

G-grazie! Ma... perché?!

Hikashi sorrise, lo fece davvero. Tirò fuori una lettera, quella indirizzata a Reiki, quella di cui parlava sua madre... probabilmente il motivo di tutto ciò che stava accadendo. La apri usando la bocca e la mano libera (nella sinistra stringeva la nuova katana).


Oggetto: convocazione per iscrizione al Torneo di Selezione dei Chunin.


Fissò quel titolo per una buona manciata di secondi. La lesse tutta, ad alta voce come richiesto dalla famiglia che per rispetto di Reiki non l'aveva aperta, limitandosi a leggere mittente, destinatario ed oggetto. Conteneva una convocazione nello studio dell'Hokage, perché Reiki era uno dei genin scelti da Akane Uchiha e dai suoi assistenti per partecipare al Torneo di Selezione dei Chunin che si sarebbe svolto poco tempo dopo presso il Villaggio della Roccia, nel Paese della Terra.

Reiki pensò al sogno della notte precedente, gli tornò in mente il volto di Akashi che ogni tanto rischiava di dimenticare, così come la sua voce... guardava sua madre, Imawari, ed anche suo padre Hikashi che lo guardava dall'alto. Serio come sempre, ma pieno di orgoglio. Doveva partecipare al torneo ma prima doveva allenarsi con la katana, con lo Sharingan, e qualunque altra cosa. Aveva circa un mese per diventare più forte. Guardò ancora suo padre, poi abbassò lo sguardo.

La katana in una mano, la lettera nell'altra, la sua famiglia tutta intorno, le lacrime cadevano sul prato ai suoi piedi e davanti alle persone a cui teneva di più al mondo... anche se ne mancava sicuramente una... e questo esame poteva essere un passo in più verso di lui.

Io... beh... grazie! Parteciperò!

Reiki avrebbe accettato. Un mese dopo sarebbe partito per Iwakagure con l'Hokage.

Avrebbe partecipato al VII Torneo di Selezione dei Chunin.




* * * *





    3 Giugno 249 DN



Hai preso tutto?

Questa volta non era fastidiosa come sempre, sua madre. Forse era a causa dell'ultimo periodo. Gli allenamenti estenuanti, il lavoro da shinobi, tutto concorreva a renderlo ancora più stanco di come già fosse. Non aveva nemmeno più tempo di stare nervoso.

Prese le sue cose, borsa e tutto, salutò la sua famiglia. Tardò ancora di più a causa di Imawari, non riusciva a staccarsi facilmente da lei, poi c'era ancora tempo per non arrivare tardi. Reiki sperava che lo avrebbe visto dagli spalti. In fondo, quella del torneo di combattimento come prova finale era forse l'unica cosa a non differire molto negli anni. Arrivò rapidamente al luogo dell'incontro e si rese conto di non essere arrivato tardi, non più tardi dell'Hokage. C'era anche Miho Akimichi lì con loro, e questo doveva significare che anche l'energica ragazza del clan Akimichi era stata scelta per il torneo. La salutò sorridendole e scambiò due chiacchiere con lei, ma poi si ricordò dell'accademia e della sua prima missione di grado D. Arrossì nel ricordare che Miho probabilmente si era presa una bella cotta per lui. Non sembrava esser cambiata molto, almeno nel carattere.

Poi vide gli altri. Un team di tre shinobi. Tra loro due kunoichi. Riconobbe i tipici occhi del clan Hyuga in una, mentre l'altra ragazza per qualche motivo ricordava Miho. Con loro un ragazzo che sembrava più grande di Reiki, ad aspettare l'Hokage. E se fossero stati un team di tre? Cosa avrebbe fatto Reiki? L'Uchiha se ne rese conto solo ora... non aveva un team! La confusione che c'era stata al villaggio dopo la sua promozione, anche a causa della comparsa di quei "fenomeni" che avevano sconvolto il mondo dei ninja, aveva momentaneamente impedito la formazione dei consueti team di genin. L'Uchiha aveva lavorato più di una volta in squadra con Miho, guidati dal loro sensei Riuji Aburame, ma poteva davvero definirsi una "squadra"? No... non poteva essere, l'Hokage lo avrebbe quantomeno avvertito di una tale esigenza! Stava divagando, come sempre.

Fu proprio l'arrivo dell'Hokage a riportare Reiki alla calma. Akane Uchiha arrivò accompagnata da quello che doveva essere suo figlio. Biondo, occhi verdi. Non ci aveva mai avuto a che fare. Il figlio di Akane: Hikarikage. Era un genin anche lui, come Reiki.

Il discorso che l'Hokage rivolse agli aspiranti chunin fu incoraggiante. Breve ma dritto al punto.

Non c'è bisogno di ringraziarci. E' anche per noi stessi, ed è prima un onore che un dovere.

Grazie, Hokage-sama.


Akane evocò un grosso rospo nero, armato. Probabilmente li avrebbe guidati nel viaggio verso Iwa, insieme ad alcuni cloni creati al momento dalla donna del clan Uchiha, capo del Villaggio. Molti shinobi e konohani probabilmente si sarebbero uniti al viaggio. Reiki si chiese se si sapesse chi fossero i partecipanti al torneo o se si sarebbe semplicemente confuso tra la folla. Si trovava vicino a Miho e agli agli altri tre shinobi che, come lui e la ragazza, erano arrivati lì in anticipo e questo era un segno della loro possibile partecipazione al torneo. Rimase vicino a loro, osservando con ammirazione l'Hokage. Ci aveva già parlato una volta e qualcosa lasciava intendere che quella donna sapesse molto di più di quello che era dato sapere a Reiki, riguardo ad Akashi e tutto il resto. In fondo si trattava dell'Hokage e, di conseguenza, anche uno degli esponenti più importanti del clan di cui Reiki ed Akashi facevano parte. Dovevano partire, questa era l'occasione giusta per dimostrare il suo valore. A se stesso, all'Hokage. Avrebbe lottato immaginando Akashi tra la folla.

Il solito pensiero giunse alla sua mente, puntuale come sempre:

e se nella folla di Iwa ci fosse stato davvero Akashi Uchiha?


CITAZIONE
Off || Spero di non aver fatto casini o essere stato troppo prolisso, ma è un momento importante... lo avrei anche ruolato di più xD se c'è qualcosa che non va, edito. || On


Edited by NightFlight - 22/10/2018, 16:59
 
Top
view post Posted on 14/10/2018, 14:32     +1   -1
Avatar

A Man of No Consequence

Group:
Member
Posts:
2,041

Status:


Legenda codici
Narrato
«Parlato»
"Pensato"
Kacchan
#00ffff
Kyoko Yamanaka
(madre)
#ACE1AF
Kyosuke Hadaka
(padre)
#0047ab
Chiyo Akimichi
(team)
khaki
Natsuko Fueguchi-Hyuga
(team)
#ddadaf
Matsuda Nara
(Sensei team)
#918151
Hachi Yamanaka
(Primario)
#add8e6
Ayumi Uchiha
(Medico assistente)
#ffc0cb
Naoko Aburame
(tirocinante)
#b87333


Maggio 249DN

«Oh, era da una vita che non vi vedevo tutti insieme, seduti uno di fianco all'altro... Cavolo, che emozione....» Finse di piagnucolare Matsuda-sensei, facendo anche la finta del tirar fuori un fazzoletto e asciugarsi sotto l'angolo degli occhi. Kacchan sospirò mestamente, stiracchiandosi, seduto sulla panca di legno. Al suo fianco, Natsuko fece spallucce, mentre Chiyo, da gran bonacciona che era, sgranocchiava quello che, stando dall'odore, doveva essere un mix di frutta secca ed essiccata. «Vero, era da tanto che non ci ritrovavamo tutti insieme...» Ammise l'Akimichi senza riuscire a nascondere la tristezza per quella cosa.

Effettivamente, dopo quel "fattaccio", così lo identificava Kacchan, non avevano più svolto incarichi tutti e quattro insieme: lui era stato sospeso, mentre le ragazze si erano dedicate allo svolgimento di mansioni che richiedevano poca manodopera, o al massimo si erano unite ad altri team. Nonostante adesso fosse stato riabilitato, Kacchan aveva optato per svolgere incarichi in solitaria, vuoi anche per via del lavoro in ospedale, che lo sfiancava ogni giorno di più. Insomma, non avevano più avuto modo di passare un momento rilassato come quello, tutti insieme....

«Non possiamo farci niente... Il dottorino qui presente è sempre troppo impegnato per prestarci la dovuta attenzione.... Forse dovrei fingere un malore, per riuscire a farmi visitare da lui...» Sentenziò piccata la Hyuga, lanciando uno sguardo di sbieco al ragazzo che, deliberatamente, finse di non cogliere l'allusione. Evitando accuratamente di ripensare a quell'episodio, tirò fuori dalla tasca la sua ultima miglior amica, quella che, da un paio di mesi, lo aiutava a svaporare il nervosismo. Di certo il tabacco non era un toccasana per le sue vie respiratorie, ma almeno evitava di prendere a pugni tutto ciò che gli capitava a tiro.

Con lentezza, tirò fuori l'astuccio in cui custodiva filtri, cartine e la miscela di tabacco da lui personalmente preparata, altamente aromatica e seccata naturalmente al sole. Con tutta la flemma di questo mondo, iniziò a prepararsi una sigaretta sotto lo sguardo meravigliato delle ragazze, che di certo non sapevano di questo suo nuovo vizio. «Ma... Ma Kacchan, da quand'è che hai preso a fumare?» Domandò Chiyo, rimanendo allibita, un pezzo di ananas essiccato sospeso a metà strada dalla sua bocca. «Da un paio di mesi... Mi aiuta a scaricare la tensione.» Fece spallucce, mentre ultimava la preparazione della sigaretta.

Schiarendosi la gola, Matsuda sensei riprese la parola, mentre le ragazze si scambiavano occhiate perplesse. «Comunque sia, se vi ho fatti venire qui, è per un buon motivo... E riguarda la convocazione che avete ricevuto per questo pomeriggio.» I tre ragazzi puntarono gli occhi sul maestro, perplessi. In primo luogo non sapevano che anche gli altri erano stati convocati e, in più erano convinti che si sarebbe trattato dell'assegnazione di una qualche missione, perciò tesero bene le orecchie, per ascoltare quello che aveva da dire il maestro.

«Vorrei evitare che facciate scenate, quando vi verrà comunicata la notizia... Conoscendovi, qualcuno potrebbe non prenderla bene, ecco perché ho pensato bene di riferirvelo subito, così da permettervi di prepararvi adeguatamente a ciò che vi verrà chiesto di fare...» Rimase in silenzio, osservando ad uno ad uno i suoi allievi, per poi soffermarsi su Kacchan, senza distogliere lo sguardo dal suo, facendolo irrigidire sulla panca. "Ecco che adesso sgancia la bomba. Tra 3...2...1..." «Parteciperete al VII Torneo di Selezione dei Chunin.»

La bomba fu innescata e l'esplosione che ne seguì non fu una sorpresa.... Lo fu, invece, vedere da chi sopraggiunse: non fu Kacchan, infatti, a dare in escandescenza, ma Natsuko, sorprendendo tutti i presenti La ragazza sbattè le mani sul tavolo, scattando in piedi, le braccia tese e tremanti, indice della rabbia che provava in quel momento. Kacchan, per tutta risposta, si portò la sigaretta alle labbra, accendendola con un piccolo accendino a scatto. «Starà scherzando, spero.... NOI? Noi dovremmo prender parte al torneo? Ma siamo scemi?»

Al contrario della compagna, Chiyo era al settimo cielo per la notizia, tanto da dimenticarsi completamente del suo salutare spuntino, che lanciò in aria con esultanza. «WOW! Che notizia! Ho sempre sognato di partecipare ad un torneo del genere... Abbiamo perso quello di Kiri, perché come gruppo non eravamo pronti, ma adesso direi che sarebbe una grande opportunità...» «No Chiyo, tu non capisci. Partecipare ad un torneo del genere, per noi, sarebbe una rovina! No, non se ne parla proprio!» «Ma perché, scusa! Siamo cresciuti, abbiamo alle spalle parecchia esperienza, direttamente sul campo di battaglia e...» «Hai detto bene Chiyo, siamo cresciuti. Troppo per poter partecipare ad una competizione del genere. Io ho compiuto diciassette anni, sicuramente sarei la kunoichi più anziana a partecipare, e non ci penso proprio a prendermi questa nomea. E Kacchan? Lui ne ha addirittura diciotto, per l'amor del cielo! Ed è imparentato a doppio filo con le più alte cariche del villaggio! Cugino di sangue col braccio destro dell'Hokage e adesso anche cugino acquisito dell'Hokage stesso. Hai idea del peso che dovrà sopportare, a partecipare a questa pagliacciata?»

Il Nara si piazzò dietro alle due ragazze, prendendole entrambe per le spalle, cercando di placare i bollori. Di tutto si sarebbe aspettato, meno che una situazione del genere, tant'è che sbirciò allibito quella che pensava potesse essere la maggiore fonte di guai, che in tutto ciò si era limitato a fumare in silenzio, lo sguardo fisso nel vuoto, davanti a sé, col viso poggiato sulla mano. «Ragazze mie, cerchiamo di mantenere la calma...» «Oh, andiamo Natsuko! Non ci ricapiterà mai più un'occasione del genere! Hai idea di quante persone parteciperanno? Conoscere gente nuova, culture diverse dalla nostra... Perché ti ostini tanto a non voler...» «Io non mi ostino, è così e basta. Ne io ne Kacchan parteciperemo a questa buffonata, così come ci siamo sottratti la scorsa edizione....» «Natsuko.»

Il tono di voce del ragazzo era a dir poco glaciale quando richiamò l'amica che, pallida in viso, lo osservava dall'alto della sua statura. Lui, dal canto suo, continuava a fissare un punto indefinito davanti a sé, sbuffando una nuvola di fumo nella direzione opposta alla loro, per evitare di infastidirle. «Non inventarti scuse che non esistono, per piacere. Per me non è un problema partecipare al torneo.» Natsuko spalancò la bocca, sorpresa, mentre Chiyo, esultando, strinse il maestro in un'abbraccio tanto forte da esser più simile ad una stretta mortale, tanto fu intenso.

«Sei drogato. Che cazzo ti stai fumando, per dire una cosa del genere...» Sibilò la ragazza, facendo alzare di scatto il volto del ragazzo, che la scrutò torvo. «Per l'amor del cielo, Natsuko, che diavolo stai dicendo?» Ora si che il ragazzo stava perdendo le staffe, perché con foga spense il mozzicone direttamente sul tavolo, lasciandovi segni di bruciatura sul legno chiaro, insieme ai tanti graffi e scritte che lo imbrattavano, dato che era un tavolo da picnic in uno dei tanti parchi di Konoha.

Alzandosi in piedi, l'affrontò a muso duro, petto contro petto, puntando i suoi occhi blu scuro in quelli rosacei della compagna che, per tutta risposta, distolse lo sguardo quasi subito, temendo potesse leggervi molto di più di quanto avesse voluto dire. E Kacchan lo sapeva, non gli serviva guardarla negli occhi, lo leggeva chiaramente nella sua griglia emotiva: quelle esposte dalla ragazza erano soltanto scuse di facciata, piccole bugie per nascondere il reale motivo dietro quel suo categorico rifiuto. Lo stesso, supponeva il ragazzo, che probabilmente l'aveva spinta a desistere anche la volta precedente.

La voce del ragazzo risuonò fredda, dura e sepolcrale quando si rivolse alla ragazza, senza però arretrare da lei, quasi a volerla schiacciare con la sua presenza. Un atteggiamento che di per certo non era nell'indole del ragazzo, ma Natsuko nascondeva qualcosa e con loro, verso i quali non aveva alcun segreto, non si era confidata. Tale mancanza di fiducia lo mandava letteralmente in bestia. «Forse sei tu quella drogata, in questo momento, perché non hai fatto altro che dire stronzate. Io non ho alcun problema ad affrontare questo evento. Al diavolo l'età e i gradi di parentela. Ho smesso di curarmi di quello che la gente potrebbe pensare di me, ne di dover tradire le aspettative di gente a me completamente estranea. Vogliono che rappresenti il mio paese in un evento di tale impatto mediatico? Bene, non mi tirerò indietro, e non per compiacere qualcuno, ma per me stesso, per far vedere che valgo molto di più di un semplice legame di sangue. E tu, invece? Accampi scuse per non affrontare il vero problema che ti spinge a non voler partecipare? Cos'è, il glaucoma ti ha offuscato il cervello, oltre che la vista, visto che ti ostini tanto a volerci escludere dai tuoi problemi...» Lo schiaffo lo colpì in pieno viso, facendogli girare la faccia dall'altro lato, la guancia che, immediata, si tinse di rosso, pulsando, lasciando intravedere la forma della mano di Natsuko che, tremante dalla testa ai piedi, aveva ancora il braccio teso.

Gli occhi della ragazza, spalancati, erano ricolmi di lacrime, che però si ostinò con forza a trattenere, perché l'avrebbero fatta cedere, spingendola a rivelare qualcosa che non aveva alcuna intenzione di voler condividere con loro. «Natsuko, ti prego... Se c'è qualcosa che ti turba, puoi parlarcene... Siamo sempre stati uniti, noi tre... Se c'è un problema ti aiuteremo ad affrontarlo...» «Io. Non. Ho. Nessun. Problema.» Scandì, furente, scavalcando poi la panca e allontanandosi da loro a grandi passi. Chiyo provò a correrle dietro, cercando di convincerla, lasciando così da soli i due uomini.

Kacchan tenne lo sguardo basso, conscio di avere quello del maestro su di se, che sospirò malamente. «Era proprio necessario?» «Ci ha tenuto nascosta la sua malattia... E nonostante l'abbia scoperta, quella volta in ospedale, lei non ha mai voluto parlarcene. Cosa diavolo crede, che l'abbandoneremmo, che le volteremmo le spalle, se sapessimo cosa tanto l'angustia? Diamine, non siamo mica la sua cazzo di famiglia!» Sbottò, alzando lo sguardo sul maestro e raggelandosi nel vedere la sua espressione. Lui, al contrario suo, sapeva tutto. TUTTO. E l'aveva capito dal modo in cui aveva chiuso ermeticamente la sua griglia emotiva, per evitargli di leggere le sue emozioni.

«Sensei... Lei sa...» «Kacchan. Deve essere lei a volerne parlare. Io le ho promesso che avrei taciuto, mi spiace.» Con un'imprecazione, il ragazzo sbatté il pugno sul tavolo, allontanandosi a sua volta.

Quel pomeriggio, in un silenzio imbarazzato, i tre ragazzi si ritrovarono nello studio dell'Hokage, dove venne loro riferito la loro partecipazione all'imminente torneo. E fu unanime la loro decisione nel volervi partecipare.

[...]

3 Giugno 249DN
Dopo quell'acceso diverbio, i tre ragazzi non avevano discusso molto di quanto fosse accaduto. Si erano limitati ad allenarsi, preparando alcune strategie da attuare in gruppo, ma alla fin fine, quando si erano malamente resi conto che gli attriti erano talmente forti da impedire un buon lavoro di squadra, si erano limitati ad allenarsi per conto proprio.

Kacchan, sospirando, osservò di sfuggita Natsuko e Chiyo, andare d'amore e d'accordo, nonostante nello sguardo della Hyuga ci fosse una stanchezza e una tristezza indicibili. Quando incrociarono lo sguardo, però, lei si irrigidì, chiudendosi ermeticamente alla sua mente. Una porta chiusa in faccia, letteralmente.

Imprecando a denti stretti, si sarebbe volentieri acceso una sigaretta, ma sfortunatamente per lui quella sorta di anti stress era off limits, per lui, almeno fino a che fosse rimasto nelle vicinanze dell'Hokage. Non aveva alcuna intenzione di mettere a repentaglio la gravidanza della donna anche solo con il minimo spiffero di nicotina. Tanto che quel giorno non aveva toccato nemmeno una sigaretta. Un male, visto che gli prudevano le mani, forse non per l'astinenza, ma per la presenza di suo cugino li con loro.

Ascoltò in silenzio le parole della donna, mentre infilava la mano all'interno del suo marsupio, maledicendo mentalmente sua madre che, prima di farlo andar via di casa, gli aveva espressamente chiesto di consegnare un pacchetto a quella che, oltre ad esser il leader del loro paese, considerava quasi una di famiglia, essendosi accasata col suo amato nipote. "Cazzo mamma, come diamine ti è venuto in mente che io potessi dare sta roba all'Hokage?!" Pensò imbarazzato, puntando gli occhi sul cugino.

Sospirando, attese che i loro gruppi si sistemassero nelle vetture che li avrebbero condotti fino ad Iwa, però fu l'ultimo a salire nella sua, attendendo che anche il cugino fosse l'ultimo a salire nel suo. Già si vergognava a morte per quella cosa. Meno pubblico aveva ad assistere e meglio sarebbe stato.«Ehm... Hachi... L-la mamma mi ha dato questo, da dare all'Hokage....» Sussurrò, mantenendo lo sguardo basso per l'imbarazzo, mentre gli allungava un rotolo porta oggetti. «Dentro ci sono dei cracker salati allo zenzero che fa lei e degli infusi di erbe che potrebbero aiutarla a combattere la nausea, nel caso le venisse qualcosa durante il viaggio... Beh, si, insomma... Meglio che li tieni te, ok? Sai com'è fatta tua zia, se non li avessi consegnati, mi sarebbe venuta appresso fino ad Iwa, prendendomi a calci nel sedere per tutto il viaggio... »

Un lieve cenno di saluto col capo, e il ragazzo schizzò via, salendo di corsa e riunendosi col suo team. "Bene, e una è fatta..." pensò, sedendosi accanto alle sue compagne di squadra. "... ora non mi resta che affrontare Natsuko..." Il viaggio verso Iwa si prospettava essere parecchio lungo e snervante....
 
Top
view post Posted on 8/11/2018, 21:27     +1   -1
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


GdrOff// Inizio la libera plus da Kage, rispondo al furetto Rejā qua sopra [X]. Al solito arrivo a un certo punto in cui devo mettere insieme i pezzi ruolati qua e la, perdona i troppi flashback senza un ordine cronologico ma ho preferito seguire il flusso di pensiero. Se ho cannato qualcosa fai un fischio che sistemo //GdrOn

    Settembre 248 DN


Come era già successo in passato, eventi più grandi e più urgenti avevano tenuto occupato l'Hokage. Rispetto a cosa vi starete chiedendo, beh, provo a spiegarvi.
Eventi ed emergenze su larga scala richiedevano un dispendio di energie, di tempo e di denaro senza fine, un qualcosa che non poteva reggere il confronto rispetto all'ombra di un rivoluzionario come Kai e il suo seguito: in quanto leader di un grande villaggio non avrebbe mai potuto dare priorità a lui rispetto ad una guerra globale. Se la prima volta questa era iniziata per mano di un dio, dopo Watashi a fargli pensare lo stesso era stato il risveglio dei Bijuu e i complotti di Taisei e del Kyo Dan.

L'uomo che aveva dedicato la sua vita ad inseguire quel fantasma - Kai - era Fuyuki Hyuga. Dopo il suo lungo peregrinare il il Consiglio lo reintegrò a Konoha, questo dopo che sconfisse sconfisse la Pantera di Akatsuki insieme al Sandaime. Pur non avendo nulla a che fare con il suo obiettivo, dopo quella piccola grande vittoria il jonin potè passare un breve periodo di tranquillità tra le mura della Foglia un tempo speso per lo più nel tentativo di riambientarsi in un villaggio che purtroppo, nonostante gli sforzi, ancora faticava ad accettare la sua presenza e quella della sua famiglia. Alloggiò a Konoha per due mesi, tempo in cui spesso si ritrovò a rimuginare sul rapporto con Akane Uchiha e il sentimento di lealtà e di giustizia li aveva uniti, nonchè sul marchio che il Consiglio aveva voluto imporgli per mezzo della sua mano. Per disfarsi di quel sigillo e redimersi agli occhi del villaggio era stato incaricato di occuparsi definitivamente di Kirinaki e da buon soldato lui riprese le ricerche da dove le aveva lasciate.

Poi giunse quella missiva e la caccia ripartì.
All'interno del clan Hyuga qualcuno forse ci aveva sperato ma tra chi lo conosceva meglio, nessuno avrebbe pensato che non avrebbe fatto più ritorno.


    1 Giugno 248 DN [X]


CITAZIONE
Abbiamo bisogno di aiuto urgente per una questione di massima segretezza.

Richiediamo il supporto di un uomo abile e discreto. In cambio vi offriamo importanti informazioni che consegneremo al vostro soldato una volta giunto qui.
Spero in un sostegno concreto,
    Qui la notte e la nebbia piangono.

Amashi Aroi di Na Mori


C
ome al solito i guai non giungono mai soli e la bella Hokage ne ebbe la conferma quando quella mattina trovò sulla sua scrivania una richiesta di aiuto firmata da un certo Consiglio di Na Mori. Quel nome non aveva nulla di familiare alle sue orecchie, così come a quelle d Hachi a cui girò la pergamena con fare pensieroso. Ciò che tuttavia colpì entrambi fu il messaggio che colsero tra le righe, capirono che la faccenda coinvolgeva in qualche modo Kirinaki. Dopo aver fatto qualche ricerca sulla storia di quell'impero che si estendeva oltre i confini a nord del loro continente, pensò bene di informare Fuyuki e di affidargli l'incarico con tutte le incognite del caso. Con molte probabilità si trattava davvero di una pista utile a liberarsi una volta per tutte di quell'organizzazione e dell'ombra che Kai gettava ancora sul mondo degli shinobi.
Non era un buon momento per privarsi di uno shinobi del suo calibro ma per uno shinobi che va, ce n'era uno che torna, talvolta due..



Sessanta giorni e sessanta notti a Konoha e poi, non si ebbero più notizie di Fuyuki Hyuga.

Dopo qualche tempo, seppur con le risorse contate a causa dei vari disordini nel Paese del Fuoco e oltre, il Sandaime inviò una squadra a parlare con il committente ma scoprirono poco più del falso nome che il jonin aveva utilizzato, Zentai Itachi.
Perse le sue tracce seguirono otto mesi di silenzio e ricerche a vuoto.


    Febbraio 249 DN - Il messaggio di Rejā [X]

Non esistono Santi senza un Passato,
Non esistono Peccatori senza un Futuro. [cit.]


L'ultimo rapporto.
L'ultimo. Un sostantivo pronunciato con tale serietà da scuoterla nel profondo, peggio di una doccia fredda, più stridulo e acuto del cozzare di armi e più doloroso di un coltello ad affondare nel costato. Cosa diamine voleva dire che quello era l'ultimo rapporto di Fuyuki? Entrando automaticamente in fase di negazione la sua mente si rifiutò di elaborare l'informazione e mentre Rejā proseguiva con il resoconto lei prese a comporre le immagini dell'accaduto nella sua mente.
Fu un lungo viaggio - eterno anzi - il viaggio della vita, quello che aveva atteso da tanto e che lo aveva portato oltre ai confini del mondo, oltre continente ninja: marciò fino a Na Mori per poi addentrarsi nel cuore della montagna, a Yason Mori. Nell'immaginare il suo cammino vide la sagoma di un ragazzo invecchiato dalla stanchezza e dalle delusioni ma vide un vecchio amico anche, uno shinobi di Konoha spinto dal senso di giustizia e che avvolto nella sua aura di solitudine seguiva imperterrito le tracce di Kirinaki.
Lo vide trovare la regina Inai e così da solo, mettere in ginocchio una nazione restando nuovamente solo e incompleto. Mai appagato.

Tornando al presente in qualche modo l'Uchiha avvertì come la presenza dello Hyuga tra quelle mura, come fosse stata evocata da quei racconti; udì l'eco della sua voce e potè scrutare in quegli occhi bianchi e sofferenti che la fissavano sempre più distanti - ebbri quasi - affogati da un mare in tempesta. Due occhi opachi, sempre più ciechi e distanti a causa del Reuma.


"Aspetta Rejā, frena un istante, era quella l'informazione che offrivano? Se è così perchè non ci ha avvisati dell'infezione, avremmo trovato una cura per lui, per tutti anzi.. comprendo il rischio di diffondere la malattia ma insieme avremmo potuto trovato una cura e il modo di farla arrivare laggiù.

In coma? Ma che, di nuovo..
"

(Chiaki deve sapere.. lei può aiutarlo come ha fatto l'ultima volta.)

Faticava a crederci, il jonin aveva contratto un'altra malattia e in quel momento di debolezza era stato raggiunto da alcuni shinobi stranieri che, come lui, erano sulle tracce di Kirinaki. Questi, puntando alle informazioni in suo possesso attesero pazienti che si rimettesse in forze, una volta catturato lo tennero in custodia per mesi finchè - una settimana prima di quel resoconto - non aveva evocato Fukuizuna. Rejā spiegò che la situazione degenerò in fretta, quella gente era sospettosa e poco incline a collaborare.
Incredula si disse che le cose non sarebbero dovute andare così e aldilà delle colpe che la creatura gli stava attribuendo implicitamente, quello che non concepiva era come avesse fatto Fuyuki a cacciarsi in una situazione simile. Se da un lato poteva sembrare una vittima innocente che attraeva a se la cattiva sorte come una calamita, dall'altra vedeva un jonin che decideva di affrontare da solo queste catastrofi e ogni volta continuava a farsi carico da solo dei problemi proprio come aveva sempre fatto e come gli aveva rimproverato anni addietro.

Fuyuki... è morto.
Mentre una lacrima solcava il muso del furetto, Akane non potè restare indifferente alle sue ultime parole. Per un attimo sentì il fiato venirle meno e distogliendo lo sguardo fu come cercare il senso di tutto quel discorso tra i libri impolverati e le foto dei suoi predecessori, tra i loro lasciti e i loro volti così fastidiosamente sorridenti e simili a lui.

Seguirono attimi carichi di tensione e di rimorso che tuttavia non trovarono appiglio in lei perchè dopo aver vacillato, tornò alla ragione e alle sue convinzioni.


    "Non lo fare. Non puoi addossare a me la colpa, voi non potete."

Perentoria si riferendosi all'intera razza dei mustelidi. Il furetto beige era stato attento nel parlare, non aveva detto nulla fuori posto ma la donna era scattata ugualmente, tornò a fissarlo con la mascella serrata come a trattenersi dal dire qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi: "QUEL.." - QUEL FOTTUTO SIGILLO avrebbe voluto gridare. "Quello che è successo trova origini lontane, al giorno in cui ha smesso di avere fiducia in noi, ha avuto inizio quando anni fa, quando ci ha lasciati credendo di dover fare l'eroe". Nessuno le aveva chiesto nulla, stava parlando più a se stessa che alla bestiola, quasi come se esternando le sue idee potesse rafforzarle. Una reazione controllata solo in apparenza."Mi duole dirlo ma Fuyuki non ha mai capito la vera natura dello spirito di sacrificio". Quanto aveva sofferto per quei sacrifici, quanto gli erano pesati?
Le avevano insegnato che il sacrificio bisognava percepirlo come una gioia, diversamente non si era degni di sacrificarsi. Fuyuki era sempre stato propenso a sacrificarsi per gli altri, era carico di determinazione in tal senso, il suo neo tuttavia risiedeva nella mancanza di disciplina e senza quella purtroppo non poteva esserci successo.


"Il sacrificio è ESSERCI, ogni giorno. È combattere ed è farlo insieme. Se non avesse fatto di testa sua non ci saremmo mai trovati nella condizione di mettergli quel fottuto sigillo.."

Alla fine si arrese, agitandosi sulla poltrona il tono di voce si alzò automaticamente e di rimando l'enfasi che mise nell'esprimersi. Riferendosi all'abbandono del villaggio e alla sua scelta arbitraria di entrare in Akatsuki pur di trovare Kai, lasciò intuire che il vero colpevole altri non era che lui stesso. "Se fosse stato più lungimirante, se avesse avuto fiducia in noi, a quest'ora sarebbe ancora vivo."

Dal suo punto di vista se Fuyuki aveva sentito di non avere altra scelta che allontanarsi e sacrificare la sua vita - oggi come allora - altro non era che una conseguenza della sua debolezza e di una sua mancanza. In quanto Hokage lei rappresentava e tramandava lo spirito di abnegazione ma se da un lato quel ragionamento trovava un senso nella filosofia della Volontà del Fuoco, dall'altra non reggeva con l'isolamento e quel continuo allontanare tutto e tutti da se pur di riuscire nell'intento. Il sacrificio sostenuto da Fuyuki era un tale spreco, alla fine non era riuscito nemmeno ad essere un eroe perchè lo si diventa solo quando si fa felice qualcuno, aveva impedito la diffusone della malattia ma in quella città erano morti tutti, si era lasciato dietro solo un'altra scia di cenere e cadaveri; da tutta quella storia non avevano tratto nulla di buono, niente che fosse anche solo vagamente positivo: senza un lieto fine non poteva esistere la figura del paladino, del prode guerriero che seppur sconfitto si erge a campione.

"Io credevo in lui.. seppur contraddittori i suoi intenti sono sempre stati nobili, con la sua audacia ha sfidato la sorte, è arrivato a sacrificare la sorella pur di proteggere chi amava eppure, eppure.."

Eppure così come la consorte non aveva accettato ne compreso il senso di quel marchio. Doveva servire da monito, doveva rieducarli o almeno, lei e il Consiglio si erano illusi di poterlo sfruttare in tal senso. La verità purtroppo era un'altra e l'aveva capito a spese loro: gli uomini non cambiano, che siano loro stessi a volerlo o che siano gli altri.


    Dicembre 248 DN - Into the Gedo [X]


A
nulla era valso metterla in guardia e mentre gli altri iniziarono a chiedersi come mai la kunoichi non potesse più muovere un muscolo, Akane restò fissa nella sua idea e nell'ennesima prova che aveva avuto al riguardo: non era possibile salvare chi non voleva essere salvato.

...

Quel sigillo era un'arma a doppio taglio, le permetteva di punire l'insubordinazione ma al contempo non serviva a rieducare il suo portatore, semplicemente non gli lasciava scampo. Era crudele, ammise.




Entrambi erano stati avvertiti ma nonostante i rischi avevano finito per fare di testa loro finendo vittima di quel sigillo. La forzatura da parte di esterni non sarebbe mai avvenuta se Fuyuki non si fosse ostinato a lavorare da solo e pensare che gli sarebbe bastato mandare una missiva e chiedere supporto la mandò su tutte le furie. Sopra ogni cosa era colma d'ira e di sdegno, più qualcosa verso se stessa che non riusciva a definire, vergogna forse, per non essere riuscita a salvarlo da se stesso.
Chiaki in confronto era stata fortunata, tornati al villaggio Akane le rimosse il sigillo e contava di farlo anche con Fuyuki al suo ritorno trionfante; spiegò tutto a Rejā in un misto di ammissione di colpe e giustificazioni per il suo fallimento con lui.


(Ho fallito. Abbiamo sbagliato a credere di poterlo cambiare..)

E ora era troppo tardi anche per versare lacrime. Fuyuki era morto e il flusso di pensieri la portò a ricordare il suo incontro con il giovane Sandayu Hyuga e i loro discorsi sul retaggio di ognuno.


    Maggio 248 DN - Cimitero di Konoha [X]

...

"L
a storia sembra molto distante da noi se letta attraverso dei libri, non ci tocca davvero.. "

Non lo disse con l'arroganza di chi pensava di aver fatto grandi cose ma tutt'altro, lo disse con con quel pizzico di amarezza e umiltà che aveva potuto notare sul suo viso mentre poco prima contemplava le tombe dei suoi predecessori.

Continuando a passeggiare continuò a parlare senza dare ancora una risposta al ragazzo e anzi, come una vecchia comare iniziò a parlargli dell'altro suo compagno di team. Il suo nome era Kairi Uchiha, aveva tradito Konoha per entrare in Akatsuki poi, per un periodo, era stato perfino Kazekage: una mossa scellerata che aveva rischiato di far saltare l'alleanza con la Sabbia e di far crollare ogni sua certezza sui valori della Foglia. Ma perchè gli fece tutto questo excursus?

"Quello che sto cercando di dirti è che questo disagio che avverti è solo una fase.. se c'è una cosa che ho imparato è che alti e bassi si susseguiranno sempre e comunque, ciclicamente. Il tuo lavoro, i tuoi compagni, Konoha, io, chi verrà dopo di me, tutti continueremo a deluderti o a sorprenderti: semplicemente è così che va il mondo."

La confusione del genin probabilmente era dovuta alla morte prematura della madre e per il reintegro di Chiaki e Fuyuki Hyuga; più che altrove, nella sede del clan non era stata presa bene la notizia.
Seguì una pausa ma non diede il tempo a Sandayu di esporre nuove domande che esordì con un'affermazione inequivocabile.
    "Ricordo il nome e il volto di ogni shinobi che ha perso la vita sotto il mio comando. "
La voce non tremò nemmeno per un istante, giunse invece calda al suo interlocutore, consapevole eppure al tempo stesso distante, come a ricordare i caduti nei tre anni di guerra dove lei era stata Generale dell'alleanza degli shinobi. Sperava di fargli capire che nei limiti del possibile lei aveva sempre fatto del suo meglio per non far correre rischi inutili ai suoi uomini e questo proprio perchè ricordava bene cosa significasse stare dall'altra parte, ancora oggi, dopo dieci anni dalla sua nomina, lo ricordava bene: partire da soli con le proprie idee, poche informazioni sulla carta e ordini più o meno fraintendibili.
Quello che i più non sapevano era che dall'altro lato della scrivania si era praticamente da soli e prima di prendere ogni decisione, fosse anche solo per far partire una semplice missione, veniva vagliato tutto con attenzione.

"Prima di giudicare e di parlare di compromessi, non credi sia il caso di sapere come stanno davvero le cose? "



Dopo aver esternato tutto si chiuse in quel ricordo e si diede dell'idiota. Dopo otto mesi di silenzio avrebbe dovuto aspettarsi una notizia del genere, la sua sorpresa e il suo fastidio nascevano anche per averla ricevuta dal furetto: avrebbe preferito sentirla dai suoi uomini mandati a nord.

"Chiaki come l'ha presa?"

Diede per scontato che in quanto vedova e firmataria del sutra fosse già stata informata dalle evocazioni. In un secondo momento poi spiegò che insieme ai loro figli avrebbe di certo voluto seppellire Fuyuki a Konoha e organizzargli un funerale intimo. Poi un terribile dubbio.

".. perchè Fukuizuna ha riportato il suo corpo all'eremo non è vero?"

 
Web  Top
view post Posted on 9/11/2018, 19:20     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


- Su questo non sappiamo molto nemmeno noi, Akane. Le uniche informazioni di cui disponiamo circa le sue azioni a Yason Mori sono quelle giunte da Fukuizuna e Mujinahen-sama, i quali hanno combattuto al suo fianco nelle battaglie più dure. Stando alle loro parole, dopo essere divenuto un infetto è stato rinchiuso in una zona di quarantena, dalla quale è poi fuggito per iniziare una crudele corsa contro il tempo... perché, tra gli effetti collaterali del Reuma, vi era la perdita dei ricordi. Persino il sommo, l'ultimo ad averlo visto in uno stadio avanzato dell'infezione, ha assistito al momento in cui Fuyuki ha perso memoria di sua moglie, aggrappandosi solo al ricordo dei suoi figli. Per quanto ne sappiamo, trovare una cura per il Reuma era impossibile, essendo una tecnica di sigillo. L'unico modo per spezzarla era uccidere Inai o giungere alla fonte primaria. Se è arrivato a tanto, deve averlo fatto per il timore di perdere anche gli ultimi volti che potevano spingerlo a compiere la sua missione... e se non ha chiesto aiuto a voi, forse, è perché il Reuma ha cancellato anche le sue origini. La consapevolezza di appartenere ad una patria. Non vedo altra spiegazione. - ribatté prontamente il furetto, come a sottolineare l'ovvio. Per quanto avventato fosse, Fuyuki era tutt'altro che uno sprovveduto e doveva esserci un motivo, se non aveva richiesto rinforzi... ma qualsiasi esso fosse - la perdita di memoria o il poco tempo che il Reuma gli aveva concesso prima di perdere tutto - ormai non aveva più importanza. Non dopo quanto era accaduto.
Giunti al nocciolo della questione, la donna comprese immediatamente quanto si nascondesse dietro la fatica di Rejā nel camuffare ciò che provava davvero. Nel piccolo ufficio volarono parole pesanti, alcune atte a sollevarsi dalla responsabilità dell'accaduto, altre con lo scopo di criticare l'operato dello Hyuga, unico artefice del suo declino secondo la visione del Sandaime. A lungo, forse troppo, l'evocazione incassò ogni sentenza partorita dalla donna di fronte. Le lacrime continuavano a ferire il suo muso e bagnare i suoi occhietti arrossati. L'aria si era caricata di tensione, come del resto era facilmente comprensibile - in fin dei conti, per quanto stesse cercando di non darlo a vedere la notizia doveva aver scosso anche lei dalle sue stesse viscere. Di rimando, il furetto avrebbe soltanto voluto sputare cattiverie. Insozzarsi le zanne di veleno, giustificare il comportamento di Fuyuki per difenderlo... ma a cosa sarebbe servito? Davanti a sé, vedeva una donna che lui stesso, un tempo, aveva imparato a riconoscere come una guida piena di carisma. Era lo stesso in cui il suo eremita aveva creduto, ma poi...

... ma poi, esattamente, cosa era andato storto fra quei due?
- Io proprio non capisco.
Provò a stringere i pugni, ma non riuscì ad imprimere in essi nessuna forza. Oltre al dolore, il suo muso lasciava trapelare la più fastidiosa delle sensazioni. Rassegnazione. Sì, la stessa di chi a lungo si era tormentato per trovare una risposta ai propri dubbi e che, a quel punto, quasi aveva rinunciato al suo intento.
- Parli di lui come se il suo destino, la sua storia... fossero lontani dalla tua, Akane.
Eppure, lui sapeva che in realtà nulla era più falso di ciò. Sin dal momento in cui il Sandaime aveva accolto il segreto di Namida, i loro destini si erano uniti. Lei, l'Hokage, che dall'alto della sua posizione guidava Konoha sotto la luce del sole difendendola dai suoi più acerrimi nemici e dall'altra Fuyuki, un nukenin agli occhi di tutti meno che per chi non aveva occhi per guardare. Lui che agiva nell'ombra raccogliendo informazioni e combattendo in prima linea e che insieme alla prima rappresentavano due facce della stessa medaglia: così apparentemente lontane eppure unite l'una all'altra indissolubilmente [X]. Trovare le parole giuste per non gettare altra benzina sul fuoco era difficile e pertanto il mustelide si vide costretto a sospirare, così da guadagnare tempo per riordinare i propri pensieri.
- Nessuno ha mai messo in dubbio la discutibilità delle sue scelte. Nemmeno lui. Più volte si è rimproverato per aver messo Chiaki in pericolo. Per non parlare di quando ha scoperto dell'attacco di Hyou... lì è davvero andato su tutte le furie. - sorrise appena distogliendo lo sguardo, con fare quasi nostalgico - Eppure, nonostante tutto, si è sempre fatto in quattro per le persone a lui care. Per Chiaki, Aiko, Amane... per la sua gente, i suoi compagni, noi fratelli dell'eremo. Lo ha fatto perché si sentiva appoggiato e non solo nella sua battaglia contro i suoi nemici. Kai, Kirinaki, Jagura, Sanzu, Hyou. Un uomo solo non avrebbe mai potuto niente contro loro. Ma lui sentiva di non esserlo. Mai.
Passò una zampa sotto gli occhi per asciugare le lacrime, per poi rialzare lo sguardo ed incontrare le iridi vermiglie della sua interlocutrice con forte convinzione in ciò che stava per dire.
- Lui ti ammirava, Akane. Non ha mai smesso di esserti leale, non dopo quanto avevi fatto per coprire i suoi spostamenti e rendere credibile la sua storia agli occhi del mondo. E per quanto assente, ha sempre cercato di essere vicina a te e ai suoi compagni. Ha rischiato in prima linea per ottenere le informazioni che vi hanno portato ad uccidere la Pantera... e ha affidato a me la custodia di tuo figlio. Quando poi Aiko e Amane hanno ricevuto ospitalità dai Rospi... oh, penso che per un padre non potesse esserci sollievo più grande nel sapere i suoi figli al sicuro. Non avrebbe mai smesso di ringraziarti per la protezione che avevi offerto loro. Capisci? Grazie a Chiaki e grazie anche a te, Akane... lui era certo di non essere solo nel cammino che aveva scelto. Per lui eri molto di più dell'Hokage. Più di un superiore, di un compagno. Eri un'amica...
Abbassò lo sguardo e il tono di voce, anche se soltanto per concludere.
- Una preziosa amica.
Come poteva essere altrimenti, in fondo? Fra quei due vi era stato tanto, troppo per poter essere dimenticato o confuso con qualcosa di diverso. Un mero rapporto professionale? Vi era stato anche quello, fra loro, ma non soltanto, altrimenti la donna non avrebbe mai concesso lui una simile libertà.
- Una persona dalla quale, forse, si sarebbe aspettato qualcosa in più. Sincerità? Autorevolezza? Non so dirlo con certezza, ma se c'è una cosa di cui sono convinto è che lui e Chiaki, sicuramente in errore in molte cose, hanno pagato anche le tue, di colpe. Sei il Sandaime Hokage, Akane. Sarebbe bastata una parola, dopo aver scoperto la lealtà di Fuyuki, per farlo desistere dalla sua personale battaglia. Eppure, non l'hai fatto. Hai visto un'opportunità, nella sua posizione, una ghiotta occasione che solo uno sciocco avrebbe lasciato perdere... e l'hai colta. Ma allora, come puoi definire insubordinazione quel che lui ha fatto dopo quel momento? Per quanto libero, in seguito al vostro incontro ha sempre agito dietro tue direttive, facendo il possibile per non tradire mai la fiducia che gli avevi accordato. E con lui e Chiaki, hai abbandonato Konoha per inseguire le tracce di Hyou. Non l'avresti fatto, se non avessi avuto piena fiducia nei loro intenti, o nella loro lealtà alla Foglia.
Eppure, per quanto stia cercando di sforzarmi nel comprendere le intenzioni del Consiglio... non trovo alcuna risposta. Far comprendere loro l'errore compiuto era d'obbligo. Ma quale utilità può esserci, in una simile misura? Volevate ripristinare in loro la fiducia nelle istituzioni, ma avete soltanto eretto un muro indistruttibile che non avrebbe mai potuto farvi incontrare in un punto neutro. Volevate impedire loro di compiere sciocchezze... ma anziché affiancarli nelle loro battaglie, avete innestato nel loro corpo un'arma che avrebbe potuto ucciderli al minimo errore.

Con Fuyuki non si era rivelato fatale - contribuendo soltanto, in buona parte, a peggiorare una situazione già drastica, ma nell'occasione che aveva visto Chiaki vittima degli effetti del marchio - e che sicuramente aveva spinto la donna a tornare indietro sui suoi passi - avrebbe sicuramente potuto rivelarsi ben più pericoloso.
- Quel maledetto sigillo è stato un'icona di crudeltà e follia. Nient'altro.
Una sentenza la sua, un giudizio che non avrebbe ammesso repliche in tal senso e che, inconsapevolmente, ricalcava le parole scritte dallo stesso Fuyuki sul suo diario [X]. Vi era odio nei suoi occhi, qualcosa di perfettamente comprensibile, ma c'era anche dell'altro. L'amara consapevolezza che niente e nessuno avrebbe potuto riportare indietro Fuyuki. Né le scuse di Akane, né una sua condotta più cauta e prudente. In quella sala, in mezzo ai due interlocutori, rimaneva solo la salata certezza di aver perso un compagno ed un fratello. Inutilmente.
- Non so cosa abbia pensato, dopo il processo. Non ne ha fatto parola con nessuno. Nemmeno con Chiaki. Posso soltanto immaginare come possa essersi sentito. Tradito. Afflitto. Amaramente... solo. Ma in ogni caso, anche nella sua morte, è rimasto fedele a ciò che sentiva di essere. Non un eroe... ma un padre.
Disse quello per far capire all'Uchiha che i mustelidi non la stavano accusando di aver ucciso il loro eremita, ma di aver tradito tutto ciò per cui lui si era battuto e per aver messo a repentaglio non solo la sua vita, ma anche quella di Chiaki... ed indirettamente, il destino di Aiko e Amane, vere vittime innocenti di tutta quella vicenda. Le confidò poi di come la fanciulla dalla chioma blu come la notte fosse già al corrente della tremenda notizia, rimanendo però piuttosto vago su quale fosse stata la sua reazione e su quale, dopo la morte del loro eremita, sarebbe stato il suo ruolo all'interno della comunità dei mustelidi.
- Tra i suoi affetti, chi non ha ancora ricevuto la notizia sono i suoi allievi. Ryunosuke, Naho, Shura... e Yukiko, naturalmente.
Spiegò poi come fosse loro intenzione avvertire personalmente la Yamanaka e chiese a lei, invece, la cortesia di fare altrettanto con i membri dell'ormai ex team Fuyuki. Quando l'Uchiha porse l'ultima domanda, ribadì quanto aveva già espresso in precedenza. Essendo in minoranza numerica, Fukuizuna non aveva potuto nulla contro quei bastardi e pertanto, dopo aver visto morire il suo eremita, aveva perso i sensi ed era ritornato all'eremo, senza ahimè poter dare notizie certe circa l'ubicazione del covo di quei furfanti, né tantomeno sui loro successivi spostamenti. Fece tuttavia intendere al Sandaime che la comunità si era già attivata in tal senso, dispiegando unità per la ricerca del cadavere, per quanto l'impresa fosse ardua, se non addirittura in possibile. Anche riguardo la possibilità di seppellire i resti di Fuyuki a Konoha, qualora fossero stati ritrovati, Rejā si vide costretto ad esprimersi.
- Quando troveremo il suo corpo, lo seppelliremo nelle profondità della bianca torre, là dove riposano i suoi predecessori. E con lui, verranno sepolti anche i segreti legati alla sua spada e al suo byakugan, nel fortuito caso in cui quei bastardi abbiano deciso di non impadronirsene. - aggiunse infine, comprendendo quanto parte della preoccupazione di Akane circa il ritrovamento del corpo potesse essere legata alla paura, più che concreta in quel caso, di veder diffuse informazioni segrete su una delle due più importanti e preziose doujutsu tramandate dalle linee di sangue più nobili della Foglia.

Preciso che sia io che Angy ci siamo mantenuti vaghi nel descrivere quanto vissuto da Chiaki per permetterle di ruolare la cosa, nel caso di un ritorno. Ciò nonostante, era doveroso parlarne e dare per scontato certe cose, in quanto era piuttosto inverosimile che la prima a sapere della morte di Fuyuki fosse Akane, anziché sua moglie.
 
Top
view post Posted on 16/12/2018, 00:10     +1   -1
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


"Solo un folle non avrebbe colto quell'opportunità." - un infiltrato in Akatsuki era il sogno di ogni Kage. Anche volendo non avrebbe potuto fare diversamente e quindi lasciò che Rejā parlasse a ruota libera e che si sfogasse su di lei. Il dolore che l'evocazione dal pelo beige provava per la scomparsa del suo eremita era più che tangibile, molto vicino al suo ma per certi versi più rabbioso. Come biasimarlo, avere difronte chi riteneva responsabile dell'accaduto doveva essere insopportabile. "Una mia parola certo.." - Cosa poteva saperne un furetto di politica, come poteva in quell'ottica farle davvero la morale? Doveva essere davvero accecato da quel dolore per dire una cosa simile o diversamente, ignorava completamente le meccaniche delle istituzioni che sorreggevano i grandi villaggi.

"Doveva servire da monito e prevenire altre azioni in solitaria, mosse sconsiderate e lontane da ciò che gli era stato insegnato come shinobi di Konoha e come anbu. Era l'unica possibilità che avevo per evitargli l'esilio o peggio, una condanna. In alternativa alla reclusione insieme al Consiglio mi ero illusa di poter sfruttare il marchio per rieducarli mentre erano liberi ma la verità è che gli uomini non cambiano.. che siano loro stessi a volerlo o che siano gli altri."

Respirando a fondo non potè che concordare, era stata una trovata crudele, ma se non voleva capire le sue ragioni e tutto quanto c'era dietro non valeva la pena di rispondere ancora; Fuyuki era morto e dilungarsi con quei commenti alla stregua di provocazioni e piangere sul latte versato non l'avrebbe fatto tornare in vita. Terminò quindi spiegando che avrebbe avvisato chi mancava all'appello tra gli affetti del jonin e informato le squadre sugli sviluppi.

"Non vi biasimo se non vorrete collaborare per trovare il corpo. Dato l'obiettivo in comune confido tuttavia che non ostacolerete le nostre ricerche."

Riportare a casa le spoglie di Fuyuki e dargli una degna sepoltura sarebbe rientrata tra le priorità. Nessuno meglio di lei sapeva cosa significava quell'attesa, da oltre un anno contava di poter riavere il corpo della sorella, anche lei scomparsa in circostanze tragiche.


* * * *


Rimasta sola tra quelle quattro mura non potè che pensare al Reuma, un'arma silenziosa quanto spaventosa.
Rabbrividì al solo pensiero di cosa avrebbe potuto causare la sua diffusione nel continente ninja e se Rejā diceva il vero, significava che Fuyuki aveva evitato a milioni di persone sofferenze e conflitti senza tempo: in poche parole aveva fatto un favore al mondo intero, salvo poi morire a causa di un altro sigillo, quello applicato dalla sua mano. Seppur per vie trasverse quindi lei aveva causato la morte di un eroe, di un padre e di un prezioso amico, cosa che la porto a versare lacrime amare.

Perse la cognizione del tempo e mentre la sera si preparava ad inghiottire quelle stesse mura, dall'altra i continui ragionamenti fecero risalire in superficie un pensiero: c'era un dettaglio che non le tornava.
Spogliatasi dei rimpianti, del dolore e di ogni frustrazione, non potè che chiedersi come mai l'infezione contratta dal jonin non fosse sparita con la morte di Inai, il furetto aveva detto che la sua infezione differiva dalle altre - non aveva saputo dire perchè - ma se quel "virus", altro non era che una tecnica di sigillo, come poteva differire o mutare? Come l'aveva contratto Fuyuki?
Le conoscenze mediche di Akane erano limitate ma aldilà del fatto che non si era mai sentito di una fuuinjutsu infettiva, era certa che pur parlandone con Hachi o con altri medici, la risposta non sarebbe cambiata. Quella missione era iniziata e finita in modo ambiguo, come se Kirinaki avesse programmato tutto fin dall'inizio, ma cosa di preciso? E se ci aveva visto giusto, come avevano potuto permettere che morisse così, per mano di altri uomini sulle loro tracce?

Rimuginandoci si fece buio ma fu tutto inutile, finchè non avrebbero avuto il corpo non avrebbero avuto nemmeno risposte e non avrebbero potuto nemmeno confermare l'effettiva morte dello Hyuga.
Chiudendo la cartellina del jonin dunque appose stancamente la firma: l'unica per il momento era quella di classificarlo come disperso.

 
Web  Top
view post Posted on 16/12/2018, 15:23     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


La vide rispondere in maniera del tutto inaspettata, la osservò mentre con convinzione confermava quanto già messo sul tavolo della discussione. Parlò del valore educativo che lei e il Consiglio avevano intravisto in quella misura estrema e, forse, ad un certo punto travisò persino le parole che lui aveva pronunciato. Nel parlarle di quella parola, di ciò che lei avrebbe potuto dire, non si stava riferendo alla difesa che lei avrebbe potuto offrire allo Hyuga durante il processo. No, l'evocazione parlava di opportunità ed occasioni ben più remote, quando, dopo aver scoperto le reali ragioni che si nascondevano dietro il tradimento di Fuyuki, l'Uchiha non aveva detto nulla per dissuaderlo dalla sua personale missione, ma al contrario l'aveva incitato a procedere... per poi, al ritorno, vederlo tacciato d'insubordinazione. Era evidente, a quel punto, che la donna aveva approfittato della posizione dello Hyuga in Akatsuki, lasciando però che fosse soltanto lui, insieme a sua moglie, a pagare a causa delle responsabilità che Akane aveva deciso di addossarsi. Giunto a quel punto, al furetto non rimase altro che mettere da parte il rancore e l'odio, per realizzare ciò che ormai era ovvio. L'utilità di Fuyuki, nella battaglia contro Hyou e Akatsuki, si era esaurita con la morte della Pantera e, in seguito ad essa, il Consiglio aveva ben pensato di vanificare il suo sudore, così come le sue lacrime. Rassicurato il Sandaime circa la loro estraneità riguardo le ricerche che Konoha aveva condotto, si avviò verso l'uscita. Si trovò a riflettere per un attimo su quanto la donna avesse detto, mentre oltrepassava l'uscio. La verità è che gli uomini non cambiano.. che siano loro stessi a volerlo o che siano gli altri.
- Ti sbagli, Akane.
E si voltò verso di lei, faticando a riconoscere nelle sue iridi cremisi la donna che aveva sempre stimato ed insieme alla quale, per un periodo abbastanza lungo, aveva collaborato non solo per mantenere intatta la sicurezza di Hikari, ma anche l'alleanza tra lei e Fuyuki. Fece fatica ad ammetterlo a se stesso, ma nel volto di lei trovò quasi un'estranea. Una donna assai diversa da quella che per anni aveva combattuto al fianco di Namida di Akatsuki, completando la sua opera. Chissà, forse una donna che, dopo tutte quelle vicende, aveva iniziato ad avvertire il peso delle scelte fatte. Una vittima anche lei di quel destino infausto, non diversa in fondo da Fuyuki e Chiaki.
Sospirò, afflitto, prima di voltarsi e incamminarsi lungo il corridoio circolare che l'avrebbe condotto all'esterno.
- Purtroppo, le persone cambiano.

EkNWK

Prima di abbandonare il villaggio, Rejā si sarebbe preoccupato di far giungere la notizia alle orecchie di chi, negli anni, aveva imparato a conoscere Fuyuki e a riconoscere, innanzi tutto, la sua lealtà e devozione nei confronti della popolazione della Foglia. Sapere della morte del suo adorato sensei avrebbe straziato la povera Yukiko - e che dire di Hay Lin e Fujitaka Uchiha, due tra gli amici più cari di Namida? E chissà quale sarebbe stata la reazione di Arashi, uno dei pochi a conoscenza dei retroscena del reintegro a Konoha dei due coniugi Hyuga. A parlare con Mirai, sua nonna e con i bambini, beh, ci avrebbe sicuramente pensato la povera Chiaki, vedova di uno shinobi del quale anche Kyujora Han, il proprietario della Taverna del Viandante, avrebbe sentito la mancanza. Tutte persone che, in un modo e nell'altro, sarebbero venute a conoscenza del modo in cui il loro amico aveva perso la vita e che, prima o poi, avrebbero dovuto fare i conti con un quesito. Oh sì, con una domanda che sarebbe nata spontanea nel cuore di chi, col tempo, avrebbe saputo della vicenda, anche soltanto tramite passaparola, nei mesi successivi - e solo tra chi avrebbe avuto sensibilità al riguardo, perché era plausibile che in molti, forse, avrebbero gioito della morte di Namida. Il seme del malcontento, del dubbio circa la reale onestà di un Consiglio che aveva condannato a morte uno shinobi, un compagno ed un amico e che, invece, aveva permesso ad una serpe come Sabaku no Keiichi di rendere ridicola la Foglia di fronte alle grandi potenze, Kiri in particolar modo.

Quanto di integro e non corrotto era rimasto tra i vertici di Konoha?

CITAZIONE
non potè che chiedersi come mai l'infezione contratta dal jonin non fosse sparita con la morte di Inai

L'unica osservazione che posso fare riguarda questo - ma forse sono stato io incapace di farmi capire: con la morte di Inai l'infezione è cessata (anche per Fuyuki) e tutti gli infetti sono morti, tranne lui, che invece è rimasto in coma, ma è comunque sopravvissuto. Un particolare insomma, ma era giusto dirtelo per dovere di cronaca.

Grazie comunque per la role, alla prossima!
 
Top
576 replies since 22/5/2007, 16:37   13836 views
  Share