覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 12/4/2018, 14:25







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覚醒 Kakusei: Risveglio











Ishi no Kuni, 13.01.249


Ai Kage e ai Consigli dei Villaggi tutti


È dietro urgenza pressante che mi trovo a redigere la presente missiva.
Ho seguito con sentimenti di speranza e viva trepidazione le vicende alterne, che hanno visto il coraggioso fronteggiarsi dei vostri uomini con la minaccia che sovrasta il Continente.
Ho esultato con gioia amara alla notizia delle vostre vittorie, partecipato al cordoglio dei vostri caduti come se fossero stati i miei stessi uomini.
I frutti del sangue versato dei vostri guerrieri sono finalmente raccolti nel luogo in cui la sofferenza delle nostre genti avrà un termine. Tuttavia, con immenso rammarico, mi vedo costretto a chiedere con umiltà un ultimo sforzo alle vostre valorose genti: la chiave di volta che sarà la pietra tombale per questa guerra sanguinosa.

Se desiderate vedere coi vostri occhi, e mettere fine a questa minaccia, recatevi nel Paese della Pietra e chiedete ai monaci di guidarvi verso uno degli ingressi per Fukagizu per assistere l'Ordine nel sigillare definitivamente le bestie codate.
Ora come un anno fa, non possiamo farcela senza il vostro aiuto.


Kataritsuen





La penna d'oca riposa accanto alla pergamena stesa sulla scrivania, illuminata dalla luce tremula di una schiera di candele di sego; gli occhi cristallini del giovane autore ripercorrono le righe una per una. Il suo volto appare pallido, ma determinato.
Pochi minuti dopo della ceralacca rossa avrebbe sigillato i lembi delle missive indirizzate ai paesi ninja, gocciolando come sangue sui fogli giallastri.
Come il sangue di un agnellino legato all'altare.


Come il suo sangue.



Un sospiro tremulo, pesante; le gambe della sedia grattano contro il pavimento di pietra grezza e il giovane uomo esce dalla stanza, misurando i corridoi del monastero con falcate rapide e sofferte.
I falchi spiegano le ali nere contro il cielo all'imbrunire, volano come frecce contro il cielo trapunto di stelle, mentre un tremore sempre più orribile si sprigiona dal ventre di Fukagizu.

Un brivido: la parola più adatta a descrivere cosa provano, eppure ancora insufficiente.
È qualcosa che scuote dentro, a partire dal midollo delle ossa fino ad emergere sulla pelle, scorrendo lungo la peluria eretta e vibrante; fa battere i denti, tremare il cuore, piegare le ginocchia, girare la testa, attanagliare l'anima nell'angoscia improvvisa.
Non si fermerà, e l'istante dopo aver aperto gli occhi se ne ricordano...


… la guerra non è ancora finita.



Off || Tutti i pg in gioco, indipendentemente dal livello dell'abilità Sensitivo, avvertiranno un forte disturbo energetico in atto – qualcosa di molto simile ad un'emissione costante e massiccia di energia.
Si pregano Kage e reggenti di prendere visione delle indicazioni riportate nel topic delle Specifiche, che verrà pubblicato a minuti.
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Edited by NGDR - 10° Anniversario - 12/4/2018, 19:27
 
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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 16/4/2018, 22:04







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覚醒 Kakusei: Risveglio









Il lamento degli dei le rintoccava ancora nell’anima quando prese la penna, le dita scosse da un lieve tremore, il cuore ritorto su sé stesso. Se erano arrivati a tanto, la prossima mossa sarebbe stata quella finale… e malgrado sdegno, angoscia ed ira le pugnalassero petto senza pietà, Manpeiko si forzò a mantenere un’espressione neutra. Salda.
Altri avrebbero ventilato la sua furia, altri si sarebbero lasciati andare alla giusta vendetta per il sacrilegio che era stato compiuto. Ma vendetta presupponeva vittoria, una che li aveva fuggiti per due millenni, e che ora, apparsa a portata di mano fino a qualche ora prima, sembrava nuovamente voltargli le spalle.
Mai. Non a lei, non dopo tutto quello che aveva sacrificato per la libertà di dei e uomini.
Questo pensava, e la penna aveva già preso il via, l’inchiostro filtrato dall’opera mediata della mano. Parole ragionevoli, ragionate.


???, 15.01.249


Grandi Daimyo, potenti Kage, ninja di ogni etnia e paese, il crepuscolo degli dei incombe, e con esso quello dell’uomo.


In questi mesi abbiamo tutti combattuto per le nostre convinzioni, per difendere l’ordine a noi caro o spezzarlo e inaugurare un cambiamento. Con questo messaggio non desidero biasimare alcuno di voi, non importa le scelte fatte o la condotta seguita. Nessuna delle nostre divergenze può farci rimanere immobili di fronte a quello che sta avvenendo, che abbiamo avvertito.

A coloro che hanno aiutato il Taisei nell’imprigionare le bestie dico: siete stati ingannati. A coloro che hanno riconosciuto la vera natura degli dei dico: non è finita. Mentre leggete questo messaggio l’Ordine porta a compimento il suo piano di sovvertimento della natura umana, vi attira con l’inganno verso la vostra fine, mette a punto un’arma che neutralizzerà tanto il chakra degli dei quanto quello dell’uomo. Un obiettivo che il Taisei ha sempre perseguito.

Non vi chiedo di credere a queste parole, voi che avete combattuto contro il Kyo Dan: vi chiedo di non credere in quelle dell’Ordine. Imbracciate le armi e raggiungete il Paese della Pietra, li avrete ogni risposta.



Manpeiko



"Copiala, e inviala a tutte le massime autorità del Continente. Fai di tutto perché la ricevano.
Ordina a tutti i fratelli e sorelle di armarsi ed accompagnare la marcia dei nostri signori… li guideranno dove si annida il nemico."


Si alzò, lentamente guadagnando il proprio altare. Qui, come era solita, accese nove candele per nove preghiere, i capelli sciolti quasi a toccare terra, a sfiorarle le ginocchia. Si costrinse a rivolgere sé stessa agli dei, ma un vento contrario le spirava dentro. Uno che di divino non aveva nulla, fatto salvo l’anelito di giustizia.
L’avversario mostrava finalmente la sua mano, puntava la propria esistenza su di un’ultima e ripugnante atrocità. Una guerra vecchia quanto il mondo arrivava al suo culmine: la posta in gioco il futuro dell’umanità intera, l'eredità che infiniti maestri le avevano lasciato.

Non avrebbe fallito, non avrebbe permesso che fallissero.


Off || Da questo momento sarà possibile aprire le role di preparazione alla partenza per il Paese della Pietra, role al presente con i partecipanti che On i vostri personaggi hanno la possibilità/la voglia/il dovere di contattare. È possibile anche ruolare la partenza o il viaggio, ma non l'arrivo.

Si precisa che le regole indicate in Specifiche 4a Fase non si applicano a queste role, che rimangono si al presente(non sono role Libere, dunque richiedono la presenza piena del vostro personaggio) ma sono normali, non penalizzate in caso non si posti.
Le regole delle Specifiche si applicheranno più avanti, e sarà espressamente indicato quando.

I demoni che non sono stati rinchiusi in Fase 3 stanno avanzando verso Fukagizu(Paese della Pietra) seguendo l'onda d'energia rilasciata dal Taisei. Seguono linee dritte, ignorando tutto il resto.
Image for reference:



per gentile concessione di Sir Onion, vietata la copia/diffusione

Prossimo post per venerdì 20/4.
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Edited by ~Angy. - 20/4/2018, 14:12
 
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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 20/4/2018, 14:14







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覚醒 Kakusei: Risveglio









Ishi no Kuni, 20 gennaio 249


Antiche, mute, le rovine apparvero all'orizzonte ammantate d'argento e piegate dal tempo. Come un concilio di anziani curvi sui propri seggi, gli sguardi stanchi e il giudizio severo, i palazzi attendevano il loro arrivo sotto un sole già in fuga ad occidente. La luce filtrava tra le finestre e le arcate in rovina, vestendo le mura di ombre dense e strascicate, di tante fughe in ricordo di fiamme che, secoli o millenni prima, dovevano averle animate.
Un presagio sinistro, uno che non sarebbe sfuggito a nessuno dei convocati. In quel luogo si sarebbe deciso il destino del Continente, della loro esistenza futura. Una battaglia che non poteva non atterrire il ninja, genin o Kage che fosse. Come tre anni prima l'uomo era messo al cospetto di poteri ben oltre la sua statura: divini, avrebbero detto alcuni... diabolici, avrebbero detto altri. Ma per chi si era spinto fin lì guidato dall'umile desiderio di proteggere ciò che di caro aveva, di adempiere al proprio dovere, i Nove rappresentavano unicamente una minaccia, un'incognita.
Duemila anni di segreti, sofferenze e menzogne terminavano al loro varcare le immense porte della Pietra. La natura del nemico si sarebbe rivelata, l'avrebbero forzata a rivelarsi, prima che lo scontro arrivasse ad un esito.
E fu proprio nel superare le grandi mura che, uno ad uno, i ninja accorsi si sarebbero resi conto di una presenza estranea. Quasi a rimarcare lo spartiacque di un'era, un velo quasi tangibile sembrò opporsi al loro ingresso. Ma l'ostacolo era debole, più una brezza che un muro solido, e chi avesse sviluppato capacità oculari o sensoriali fuori dal comune ne avrebbe immediatamente smascherato la natura: una barriera, lucente di un chakra intenso e primordiale.
Nessun danno sarebbe venuto loro dall'attraversarla, tuttavia, ed inevitabilmente i convocati avrebbero dovuto marciarvi oltre per raggiungere il luogo in cui erano stati richiamati: Fukagizu, la Ferita Profonda, rifugio che il Taisei aveva scelto per radunare uomini e demoni. Uno ad uno, superata la barriera, i gruppi sarebbero stati intercettati da esponenti dell'Ordine, che li avrebbero salutati con deferenza prima di indirizzarli verso un immenso spiazzo circolare. Il luogo, servito tanto da una strada maestra quanto da un numero impressionante di vicoli, doveva essere stato in tempi remoti un ritrovo di grande importanza, maestoso anche in confronto alle rovine che lo cingevano. Imponenti colonne ne definivano il perimetro, la gran parte vinte dal tempo, mentre sculture ormai cieche e deformi occupavano ancora il loro posto di guardia.
Al centro, figura ad un tempo estranea e imprescindibile, Kataritsuen attendeva il loro arrivo fiancheggiato da due uomini dell'Ordine.




Una solenne processione sarebbe comparsa all'occhio del viandante, quel pomeriggio. Una marcia religiosa, silente ma determinata, dalle tante anime e dai tanti percorsi. Come il sangue che si affaccia da una ferita dopo l'incisione, i manti rossi del Kyo Dan seguivano la traccia lasciata dalle cinque divinità rimaste libere. Polvere e fatica non potevano distoglierli dal loro obiettivo, e quando, finalmente, il cammino ad occidente delle bestie codate le portò ad avvicinarsi, lo stesso accadde per i diversi corpi del culto.
Manpeiko in testa, le forze di chi era disposto a tutto per liberare dio e uomo si avvicinavano inesorabilmente al Paese della Pietra.

Off || S*it is about to go down, come potrete immaginare.
Il vostro arrivo precede quello del Kyo Dan, ma ciò non significa che dobbiate seguire le direttive del Taisei e recarvi nella piazza centrale: man mano che arrivate potete decidere se fermarvi oltre la barriera o rispondere alla chiamata del Taisei. Nel primo caso sarà il Kyo Dan ad intercettarvi, nel secondo il Taisei. In entrambi i casi in questo post l'intento delle due organizzazioni non sarà aggressivo nei vostri confronti.

Postate pure il vostro arrivo in questo stesso topic.

Prossimo post per mercoledì 25. Anche a questo giro non si applicano le regole di posting previste dalle Specifiche Quarta Fase.
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view post Posted on 20/4/2018, 16:03
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C
osì inizia la sua marcia.

Non è stato un addio, né un arrivederci. Non è stato niente.

Nei suoi allenamenti col gigante Fumimaro, Sasaki si addestrava nell'arte del controllo del chakra di Son Goku. Quel chakra che non riusciva ancora a plasmare correttamente, ma del quale poteva avvertire tutta la furia dentro di sé. Un denso concentrato di energia carico di un potere ancestrale difficile da spiegare e capire. Si poteva solo sentire. Appariva, a volersi davvero sforzare a descriverlo, come il rombo di un tuono che non cessa mai che, scaturendo dalle proprie viscere, irradia il proprio corpo di energia e amplifica ogni senso.
Era stato grazie a quella sensazione che Sasaki era finalmente riuscito a tenere testa a Fumimaro. Ed era allora che aveva capito come mai sia lui che quegli altri due stronzi dei suoi compagni erano così forti. Potenziati da questo chakra, non aveva avuto mai davvero una speranza, ma ora....

Queste sono tutte considerazioni interessanti. Si potrebbe passare molto tempo a descrivere quel che aveva passato Sasaki in questi giorni di allenamento, in queste settimane quasi, preparandosi giorno dopo giorno per qualcosa che non sapeva, qualcosa che sarebbe arrivato, se lo sentiva. Finché non giunse.

Quel secondo, spaventoso, boato di chakra mandò in tilt le sue capacità sensitive, che si erano affinate in maniera notevole dopo la missione negli oceani. Quando ci pensava, era curioso ricordare di come ogni sua vicissitudine aveva a che fare con l'acqua: dalla sua capacità con le catene, al suo soprannome, all'onda dalla quale era fuggito, alla spada cremisi sulla cinta, al metallo stesso delle sue lame: tutto aveva a che fare con l'acqua. Elemento che neppure sapeva manipolare. Ironico.

Dicevamo comunque, quel secondo boato mandò in tilt i suoi sensi e anche Fumimaro lo avvertì. Lo avvertirono praticamente tutti a dire il vero, lui solo più di alti. Sembrava quasi un lamento, un urlo atroce, un latrato denso di così tante emozioni che era complicato anche solo pensare a cosa c'era dentro: speranza, odio, frustrazione, rabbia. Perfino...amore? Anche se era una cosa che non aveva mai sentito e che manco ci teneva a provare, queste erano le idee che si era fatto di quel boato di energia. E quando lo aveva sentito, senza aggiungere altro, aveva fatto “le valigie” ed era partito.

Era stata una partenza frettolosa, seguito da Fumimaro al suo seguito e lui soltanto. Aveva salutato con sguardo greve tutti i Primati e i monaci dell'eremo. Gli uomini in particolare avevano uno sguardo spento, forse pensavano a cosa sarebbe accaduto delle loro vite se lui non fosse tornato. In quel preciso istante non sapeva che dire o aspettarsi. Ripensò a molte cose in quel preciso istante: il primo pensiero, dopo tanti anni, fu diretto verso suo padre. Cosa ne fosse stato di Tetsuya Keigo, non ne aveva idea. Poi pensò a Misato ed Honami. Poi a Yoori. Poi rivolse perfino un pensiero al maestro, poi a Chisana, poi alle strane figure dai capelli cobalto che mesi prima aveva fatto un bel casino nel Paese del Cielo. Un susseguirsi di pensieri che si stupì di avere. Forse, in cuor suo, la consapevolezza che stava per partecipare a qualcosa di fatale lo aveva colto fin nel profondo. Così doveva essere anni fa, quando rimase bloccato dentro quella cazzo di biblioteca a causa di Watashi, ma allora...boh, era giovane e stupido? Ora era forse vecchio e saggio? O era giovane e saggio? O vecchio e stupido? Bah. Non importava.

Fu con un grande peso nel cuore ma con una determinazione ruggente che si misero in viaggio, in direzione della Pietra. Ad ogni passo, sentiva chiaramente il flusso di chakra permeargli il corpo. Fu un viaggio fatto in fretta e furia, seguito da un Fumimaro che, in forma gassosa, lo seguiva come un turbine. Cosa avrebbe dovuto fare con lui? Lasciarlo all'eremo? Ucciderlo? Era una minaccia portarselo con sé? Troppe domande che non si era posto. Lui era partito, punto. Impeto di petto, volontà indomita. L'Eremita dei Primati si lanciava all'inseguimento di quello che stava per accadere.

E quando giunse di fronte a qualcosa di invisibile, poté chiaramente percepire una barriera. Non molto densa, ma presente...passò attraversò con un braccio, non sentì alcun effetto. Allora prese una decisione molto divertente.

Concentrandosi quel tanto che bastava, caricò nel pugno quanto più chakra poteva. Accumulò anche un po' di chakra smeraldino di Son Goku. In quel singolo pugno mise dentro tutte le sue emozioni, e lo schiantò sulla barriera.

Non si aspettava certo di frantumarla, era troppo grande, per quanto sottile. Ma sperava di fare due cose: anche se non gli impediva davvero il passaggio, sperava di poterla frantumare almeno in parte. SI sarebbe ricomposta, certo, ma il gusto di vedere quella cupola di chakra collassare dietro il suo martello di carne gli piaceva. Voleva mandare un messaggio chiaro: sono arrivato, stronzi.

Fu con un bel baccano che la barriera aprì una breccia per permettere loro di passare. I due la attraversarono in fretta.

Sasaki: ”Bene. Fatevi sotto, mezze pippe del cazzo che non siete altro”

Mormorò a denti stretti. Sapeva che sarebbe arrivato qualcuno dopo il suo “cauto” ingresso. Ormai queste cose erano prevedibili come il rutto dopo la birra. Avrebbe avanzato, senza aspettare nessuno in particolare. E vada come deve andare, questa storia doveva finire.




Zpaggo la barriera for the lulz e avanzo lentamente, ergo non vado in piazza. Spero che l'essermi preso la libertà di aprire una breccia nella barriera non sia un problema.
 
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view post Posted on 20/4/2018, 23:01
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GdrOff//Continua da Adunata - Shuukai 集会//GdrOn

Viaggio verso Fukagizu, Gennaio 249 DN


pI8IOED





Ebbe inizio.
Un ticchettio costante, similare alla pioggia, riecheggiava nell'ambiente.
Sebbene, almeno per il momento, non fossero visibili pericoli, la tensione era tale da relegarli in un tacito silenzio. Sin da quando aveva intrapreso quel percorso, molte furono le insidie che avevano tentato di destabilizzarlo. Lui stesso ne era uscito vincitore, dedicandosi esclusivamente ai loro interessi. A quelli del popolo, dei suoi shinobi. Era conscio che, di lì a poco, avrebbe dovuto prendere una scelta che avrebbe cambiato radicalmente il prosieguo degli eventi: qualora avesse deciso di non sottostare alla volontà del Taisei, ma di perseguire la propria, avrebbe potuto sancire la fine o la rinascita della sua terra natia. Erano tutti lì, dietro di lui...
Si sentiva osservato, come se i loro occhi fossero adagiati all'unisono sulla sua figura, attendendo parole che avrebbero potuto rasserenarli, rincuorarli, o quantomeno, fornire loro informazioni su cosa avrebbero affrontato.
Che cosa poteva mai dirgli? Hayate era all'oscuro della vicenda. Ignaro del contenuto di quell'ultimo atto. Non consapevole di cosa avesse richiesto il suo compimento. Eppure sapeva che quella fosse l'unica scelta su cui poter optare; troppi erano i vicoli ciechi che incontrava nel momento in cui ipotizzava di deviare il proprio cammino. Il Kyodan? Non fare nulla? Quei gruppi nascondevano delle verità essenziali. Poteva facilmente asserire d'esser diventato un burattino in quel contesto, avendo le mani legate e dovendo, per forza di cose, acconsentire alle richieste fattegli. Era responsabile d'un folto numero di Shinobi... Qualora le cose fossero andate nel verso sbagliato, avrebbe ordinato loro di tornare a Kiri e prepararsi ad un eventuale scontro apocalittico. Non si sarebbe risparmiato; meglio la sua di vita rispetto a quella del futuro del villaggio. Tra di loro poteva facilmente riconoscere volti già incontrati in passato, ragazzi con cui aveva combattuto. Gli Shinobi Katana avevano risposto all'adunata; una redenzione rispetto alla storia nella quale si erano contraddistinti come traditori. Ora erano lì, pronti a servire il proprio Kage, non indugiando verso il pericolo, verso una presunta morte.
Sorrise, gratificato, mentre cercò di incrociare le iridi diamantine con gli sguardi dei presenti alle sue spalle.
Nonostante fosse relativamente breve il tempo trascorso dal suo insediamento, era ben voluto dal popolo. Dalla stessa forza militare che, generalmente, rappresentava l'ago della bilancia in un governo. L'aver scelto di brandire le Hiramekarei a capo di quella spedizione, gli avrebbe fatto guadagnare dei punti, il rispetto da chi era titubante sulle motivazioni che lo avevano portato a mietere la vita di Hogo. Non era un vigliaccio, né un codardo.

Varcarono il mare, impavidi, insabbiando le loro calzature sulla costiera del Paese del Fuoco. Chilometri e chilometri li avrebbero attesi, ma con quella andatura sarebbero giunti nel luogo designato prima del previsto. Non sentiva alcuna stanchezza, deciso a recarsi quanto prima a Fukagizu e poter finalmente osservare il volto del capo dell'Ordine. Solo parlandogli avrebbe potuto comprendere quanto fosse reale, e quanto, invece, fittizio. Mancava poco... e quell'energia, esplosiva, continuava ad essere costante. Lo tediava a dire il vero, non potendo chiaramente verificare l'eventuale presenza di figure indesiderate. Cosa che, però, non intralciò la predisposizione di molti Shinobi in grado di acutizzare i propri sensi ed avvedersi di possibili nemici poco distanti. Fu il mormorio generale, ad un certo punto, a renderlo partecipe di una scena già vista in precedenza; una creatura codata era distinguibile al di là dell'orizzonte, dalle sfumature cremisi e dalle dimensioni, forse, superiori a quelle dell'Isobi. Cosa stava accadendo? Non sapeva dirlo con certezza, ma pareva che stesse perseguendo la medesima direzione da loro intrapresa. Forse quelle scariche di energia lo stavano attirando... Forse, la loro meta avrebbe significato la fine.

- Shinobi di Kiri. Sopravviveremo. Alcuni di noi hanno già affrontato le creature codate, riuscendo nel loro intento. Non sono imbattibili, non sono esseri che vanno al di là delle nostre possibilità. Certo, sarà difficile, non ve lo nego, molti di noi potrebbero, nel peggiore dei casi, perdere la vita, ma i Kage non hanno potuto prendere altra scelta se non affiancarsi al Taisei, le cui presunte volontà asseriscono di voler fermare l'avanzata dei Bijuu. Francamente, non mi fido di quest'ordine che si fa chiamare Taisei, né della fazione loro antagonista, il Kyodan, ma non possiamo voltare le spalle. Qualora le creature codate fossero libere di errare sui nostri territori, sarebbe la fine.
Noi non andremo lì per assisterli, non sottosteremo ai loro ordini. L'unica cosa che vi esorto a fare è seguirmi. Combatteremo e... vivremo.


Concluse il suo breve discorso, prima di far loro segno di continuare l'avanzata con passo più celere.

...



La brezza gli lambiva il volto, tracciando dei solchi sui lineamenti dell'Efebico.
Si erse dinanzi alle sue iridi diamantine, pareva quasi essergli familiare. Quella zona rasentava la medesima sensazione che si percepiva nel solcare i primi passi nel territorio Kiriano. Era strano, ma dannatamente confortante. Le mura erano decadenti, ormai logorate dal male naturale che non avrebbe mai potuto essere fermato, in nessun modo: il tempo. Così come gli edifici, le cui ferite lasciavano aperti degli spifferi colmati dalla luce che proveniva dall'orizzonte, un simposio che in pochi avevano avuto l'opportunità di contemplare. Teatrale quella scena in cui loro divennero dei protagonisti. Pose i primi passi al suo interno, dopo aver osservato con fare perentorio gli shinobi alle sue spalle, come se volesse rassicurarli e impartir loro l'ordine di seguirlo.

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Una frescura leggiadra si adagiò sulle sue membra, quasi rinfrescandolo e liberandolo dalla stanchezza che si era accumulata sin dalla partenza. Non seppe ben dire cosa fosse, ma ne fu grato. Era per lo più una sensazione, gratificante, ma rimaneva tale. Tutti solcarono la soglia d'entrata e al loro cospetto si presentarono dei membri dell'Ordine che, solenni, diedero il benvenuto. Orientò lo sguardo verso il gruppo, avvedendosi al di là del confine, d'una distesa color cremisi avvicinarsi celermente verso la medesima destinazione: Fukagizu. Erano facilmente riconoscibili, aveva già incontrato, in tempi non molto remoti, persone che indossassero delle vesti la cui tonalità era la stessa. Il Kyodan stava per arrivare e, probabilmente, le loro intenzioni non sarebbero state amichevoli. Non erano i soli, ahimè, a distinguersi all'orizzonte: delle sagome dalle dimensioni mastodontiche apparvero leggermente delineate. A dire il vero, data la lontananza, apparivano piccole, insignificanti, ma era conscio che si trattasse di mera prospettiva. Forse, nel peggiore dei casi, si trattava dei Bijuu, così come quello che avevano incontrato durante le prime ore del viaggio. Quella sarebbe stata la fine. L'ultima battaglia. La battaglia in cui il vincitore avrebbe sancito l'esito della guerra.

Che fare? Non poteva esimersi dalle responsabilità che gravavano sul suo capo. Non poteva attendere l'arrivo del Kyodan per avere un colloquio con colei che giostrava le fila di quell'ordine. Da accantonare, a priori, l'ipotesi di avere un iniziale conflitto con le creature; solamente con l'aiuto dei restanti villaggi avrebbero potuto fronteggiarli con forze eguali. Virò il volto verso i membri del Taisei, per poi rivolgere loro parole fredde, ciniche.

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- Ci porti da Kataritsuen.

Ordinò. Era serio in volto, l'espressione non faceva trasparire alcuna emozione. Impassibile. Giunsero in una piazza circolare nella quale confluivano una serie di viuzze secondarie ed una principale, la cui larghezza era considerevole. Sembrava un luogo ormai destinato a sparire, a divenire antico, d'epoche passate. Le colonne presenti concedevano una maggiore teatralità all'intero ambiente, così come le sculture mutilate che persistevano nelle loro posizioni. Il Capo dell'Ordine era lì, li stava attendendo. Non lo aveva mai conosciuto in realtà, dato che aveva sradicato l'incarico di Kage dalle mani di Hogo dopo che quest'ultimo aveva presenziato al Summit nel quale, quell'uomo, aveva preannunciato loro l'incombente minaccia. Per il resto, aveva potuto interloquire solamente con i suoi sottoposti.
Cercò di incrociarne lo sguardo, posizionandosi davanti al gruppo di Kiri. La sua veste era inconfondibile, non avrebbe mai potuto avere dubbi sulla sua posizione. A dire il vero non erano i soli, anche degli estranei erano sopraggiunti nel medesimo spiazzo. Almeno per il momento, però, non riusciva a contraddistinguere chiaramente il simbolo dei villaggi da cui provenivano.



Per i Kiriani, ovviamente, la scelta di Hayate è quella di recarsi da Katacoso. Per il resto è un viaggio tranquillo, potete mettervi d'accordo per dialoghi o azioni. Per forza di cose non potrò rispondervi nel caso in cui voleste fare qualche domanda o dire qualcosa sulle parole di Hayate, quindi agite come volete. Vi voglio bene, andiamo a morire. :rose:
 
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view post Posted on 21/4/2018, 13:55
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Raion: Parlato
***Pensato***


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Spurghi: pronto-intervento!





Era ormai passato qualche tempora quella esplosione, da quella sensazione che ogni shinobi aveva percepito.
Ma Raion, nonostante l’avesse percepita, non aveva mosso un dito. E che avrebbe potuto fare? Era stato sollevato da ogni incarico ufficiale di shinobi e l’unica cosa che doveva preoccuparsi era lo stato dei bagni dell’accademia.

Ormai l’accademia era vuota, le lezioni erano finite e toccava a lui pulire..
Di fronte a se la porta del bagno femminile: si rimboccò le maniche e aprendo la porta si portò dietro di se il carrozzone da inserviente.

s-l225



Raion: Eh… ora… olio di gomito.... prese lo scopettone, lo intrise nell’acqua e detergente per poi sbatterlo sul pavimento.
Cominciò a passare per terra a ritmo accompagnato da parole di una delle sue canzoni preferite.
Mentre cantava e scopettava per terra si lasciava andare ad assoli di chitarra durante i quali mimava concerti pieni di folla e movenze stilistiche dei suoi eroi musicali.



Ma presto anche quei momenti di gloria vana finirono.
***E’giunto il momento dell’arduo lavoro... ***
Aprì ciascun cubicolo dei bagni e preparò i suoi guanti in lattice gialli lunghi fino al gomito.
***Ah…non oso sapere che nefandezze troverò... *** ma quando sbirciò ogni tavolozza trovò con grande sorpresa che ogni bagno femminile era in stato paradisiaco. Splendenti.

***Ecco perchè quel coglione del mio supervisore mi lascia sempre i cessi dei ragazzi… Le ragazze sono molto pulite e molto più igieniche.. quel deficiente mi lascia sempre il lavoro di merda a me e a lui gli basta passare per terra via…. bastardo....***
Diede giusto qualche occhiata in più per verificare lo stato ma nulla…***Incredibile…profumano quasi... *** si mise in ginocchio su uno dei cessi e lo ispezionò per bene. ***Incredibile…profumano quasi… profumano di… mh…. ah….. *** aprendo le narici e cercando come un profumo di torta.
Poi… si guardò attorno… diede una sbirciata fuori dal cubicolo… e ascoltò per bene che non ci fossero passi…
Infine… si getto ad abbracciare la tavolozza…. ci appiccicò il viso come se avesse trovato un enorme cuscino morbidoso…

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***hihihihi…il mio corpo di muove da solo… hihihi…. ah… chissà quante belle ragazze hanno posato il loro popò qua… uhh….magari la bella Hanare ha posato illuso bellissimo di dietro….anzi… NO:::…. magari… uh… magari… anche l’Homage in persona…. uh… il popò dell’Hokage… uh…. *** strofinandosi il viso sulla tavolozza.