覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

« Older   Newer »
  Share  
Steve.
view post Posted on 20/4/2018, 23:01 by: Steve.
Avatar

.wanderlust

Group:
Member
Posts:
8,503

Status:


GdrOff//Continua da Adunata - Shuukai 集会//GdrOn

Viaggio verso Fukagizu, Gennaio 249 DN


pI8IOED





Ebbe inizio.
Un ticchettio costante, similare alla pioggia, riecheggiava nell'ambiente.
Sebbene, almeno per il momento, non fossero visibili pericoli, la tensione era tale da relegarli in un tacito silenzio. Sin da quando aveva intrapreso quel percorso, molte furono le insidie che avevano tentato di destabilizzarlo. Lui stesso ne era uscito vincitore, dedicandosi esclusivamente ai loro interessi. A quelli del popolo, dei suoi shinobi. Era conscio che, di lì a poco, avrebbe dovuto prendere una scelta che avrebbe cambiato radicalmente il prosieguo degli eventi: qualora avesse deciso di non sottostare alla volontà del Taisei, ma di perseguire la propria, avrebbe potuto sancire la fine o la rinascita della sua terra natia. Erano tutti lì, dietro di lui...
Si sentiva osservato, come se i loro occhi fossero adagiati all'unisono sulla sua figura, attendendo parole che avrebbero potuto rasserenarli, rincuorarli, o quantomeno, fornire loro informazioni su cosa avrebbero affrontato.
Che cosa poteva mai dirgli? Hayate era all'oscuro della vicenda. Ignaro del contenuto di quell'ultimo atto. Non consapevole di cosa avesse richiesto il suo compimento. Eppure sapeva che quella fosse l'unica scelta su cui poter optare; troppi erano i vicoli ciechi che incontrava nel momento in cui ipotizzava di deviare il proprio cammino. Il Kyodan? Non fare nulla? Quei gruppi nascondevano delle verità essenziali. Poteva facilmente asserire d'esser diventato un burattino in quel contesto, avendo le mani legate e dovendo, per forza di cose, acconsentire alle richieste fattegli. Era responsabile d'un folto numero di Shinobi... Qualora le cose fossero andate nel verso sbagliato, avrebbe ordinato loro di tornare a Kiri e prepararsi ad un eventuale scontro apocalittico. Non si sarebbe risparmiato; meglio la sua di vita rispetto a quella del futuro del villaggio. Tra di loro poteva facilmente riconoscere volti già incontrati in passato, ragazzi con cui aveva combattuto. Gli Shinobi Katana avevano risposto all'adunata; una redenzione rispetto alla storia nella quale si erano contraddistinti come traditori. Ora erano lì, pronti a servire il proprio Kage, non indugiando verso il pericolo, verso una presunta morte.
Sorrise, gratificato, mentre cercò di incrociare le iridi diamantine con gli sguardi dei presenti alle sue spalle.
Nonostante fosse relativamente breve il tempo trascorso dal suo insediamento, era ben voluto dal popolo. Dalla stessa forza militare che, generalmente, rappresentava l'ago della bilancia in un governo. L'aver scelto di brandire le Hiramekarei a capo di quella spedizione, gli avrebbe fatto guadagnare dei punti, il rispetto da chi era titubante sulle motivazioni che lo avevano portato a mietere la vita di Hogo. Non era un vigliaccio, né un codardo.

Varcarono il mare, impavidi, insabbiando le loro calzature sulla costiera del Paese del Fuoco. Chilometri e chilometri li avrebbero attesi, ma con quella andatura sarebbero giunti nel luogo designato prima del previsto. Non sentiva alcuna stanchezza, deciso a recarsi quanto prima a Fukagizu e poter finalmente osservare il volto del capo dell'Ordine. Solo parlandogli avrebbe potuto comprendere quanto fosse reale, e quanto, invece, fittizio. Mancava poco... e quell'energia, esplosiva, continuava ad essere costante. Lo tediava a dire il vero, non potendo chiaramente verificare l'eventuale presenza di figure indesiderate. Cosa che, però, non intralciò la predisposizione di molti Shinobi in grado di acutizzare i propri sensi ed avvedersi di possibili nemici poco distanti. Fu il mormorio generale, ad un certo punto, a renderlo partecipe di una scena già vista in precedenza; una creatura codata era distinguibile al di là dell'orizzonte, dalle sfumature cremisi e dalle dimensioni, forse, superiori a quelle dell'Isobi. Cosa stava accadendo? Non sapeva dirlo con certezza, ma pareva che stesse perseguendo la medesima direzione da loro intrapresa. Forse quelle scariche di energia lo stavano attirando... Forse, la loro meta avrebbe significato la fine.

- Shinobi di Kiri. Sopravviveremo. Alcuni di noi hanno già affrontato le creature codate, riuscendo nel loro intento. Non sono imbattibili, non sono esseri che vanno al di là delle nostre possibilità. Certo, sarà difficile, non ve lo nego, molti di noi potrebbero, nel peggiore dei casi, perdere la vita, ma i Kage non hanno potuto prendere altra scelta se non affiancarsi al Taisei, le cui presunte volontà asseriscono di voler fermare l'avanzata dei Bijuu. Francamente, non mi fido di quest'ordine che si fa chiamare Taisei, né della fazione loro antagonista, il Kyodan, ma non possiamo voltare le spalle. Qualora le creature codate fossero libere di errare sui nostri territori, sarebbe la fine.
Noi non andremo lì per assisterli, non sottosteremo ai loro ordini. L'unica cosa che vi esorto a fare è seguirmi. Combatteremo e... vivremo.


Concluse il suo breve discorso, prima di far loro segno di continuare l'avanzata con passo più celere.

...



La brezza gli lambiva il volto, tracciando dei solchi sui lineamenti dell'Efebico.
Si erse dinanzi alle sue iridi diamantine, pareva quasi essergli familiare. Quella zona rasentava la medesima sensazione che si percepiva nel solcare i primi passi nel territorio Kiriano. Era strano, ma dannatamente confortante. Le mura erano decadenti, ormai logorate dal male naturale che non avrebbe mai potuto essere fermato, in nessun modo: il tempo. Così come gli edifici, le cui ferite lasciavano aperti degli spifferi colmati dalla luce che proveniva dall'orizzonte, un simposio che in pochi avevano avuto l'opportunità di contemplare. Teatrale quella scena in cui loro divennero dei protagonisti. Pose i primi passi al suo interno, dopo aver osservato con fare perentorio gli shinobi alle sue spalle, come se volesse rassicurarli e impartir loro l'ordine di seguirlo.

VNoGSJH



Una frescura leggiadra si adagiò sulle sue membra, quasi rinfrescandolo e liberandolo dalla stanchezza che si era accumulata sin dalla partenza. Non seppe ben dire cosa fosse, ma ne fu grato. Era per lo più una sensazione, gratificante, ma rimaneva tale. Tutti solcarono la soglia d'entrata e al loro cospetto si presentarono dei membri dell'Ordine che, solenni, diedero il benvenuto. Orientò lo sguardo verso il gruppo, avvedendosi al di là del confine, d'una distesa color cremisi avvicinarsi celermente verso la medesima destinazione: Fukagizu. Erano facilmente riconoscibili, aveva già incontrato, in tempi non molto remoti, persone che indossassero delle vesti la cui tonalità era la stessa. Il Kyodan stava per arrivare e, probabilmente, le loro intenzioni non sarebbero state amichevoli. Non erano i soli, ahimè, a distinguersi all'orizzonte: delle sagome dalle dimensioni mastodontiche apparvero leggermente delineate. A dire il vero, data la lontananza, apparivano piccole, insignificanti, ma era conscio che si trattasse di mera prospettiva. Forse, nel peggiore dei casi, si trattava dei Bijuu, così come quello che avevano incontrato durante le prime ore del viaggio. Quella sarebbe stata la fine. L'ultima battaglia. La battaglia in cui il vincitore avrebbe sancito l'esito della guerra.

Che fare? Non poteva esimersi dalle responsabilità che gravavano sul suo capo. Non poteva attendere l'arrivo del Kyodan per avere un colloquio con colei che giostrava le fila di quell'ordine. Da accantonare, a priori, l'ipotesi di avere un iniziale conflitto con le creature; solamente con l'aiuto dei restanti villaggi avrebbero potuto fronteggiarli con forze eguali. Virò il volto verso i membri del Taisei, per poi rivolgere loro parole fredde, ciniche.

0E1wH



- Ci porti da Kataritsuen.

Ordinò. Era serio in volto, l'espressione non faceva trasparire alcuna emozione. Impassibile. Giunsero in una piazza circolare nella quale confluivano una serie di viuzze secondarie ed una principale, la cui larghezza era considerevole. Sembrava un luogo ormai destinato a sparire, a divenire antico, d'epoche passate. Le colonne presenti concedevano una maggiore teatralità all'intero ambiente, così come le sculture mutilate che persistevano nelle loro posizioni. Il Capo dell'Ordine era lì, li stava attendendo. Non lo aveva mai conosciuto in realtà, dato che aveva sradicato l'incarico di Kage dalle mani di Hogo dopo che quest'ultimo aveva presenziato al Summit nel quale, quell'uomo, aveva preannunciato loro l'incombente minaccia. Per il resto, aveva potuto interloquire solamente con i suoi sottoposti.
Cercò di incrociarne lo sguardo, posizionandosi davanti al gruppo di Kiri. La sua veste era inconfondibile, non avrebbe mai potuto avere dubbi sulla sua posizione. A dire il vero non erano i soli, anche degli estranei erano sopraggiunti nel medesimo spiazzo. Almeno per il momento, però, non riusciva a contraddistinguere chiaramente il simbolo dei villaggi da cui provenivano.



Per i Kiriani, ovviamente, la scelta di Hayate è quella di recarsi da Katacoso. Per il resto è un viaggio tranquillo, potete mettervi d'accordo per dialoghi o azioni. Per forza di cose non potrò rispondervi nel caso in cui voleste fare qualche domanda o dire qualcosa sulle parole di Hayate, quindi agite come volete. Vi voglio bene, andiamo a morire. :rose:
 
Top
121 replies since 12/4/2018, 14:25   7040 views
  Share