Era una notte di luna silenziosa quando venne al mondo la pargoletta che avrebbe dovuto riempire di gioe la vita di quei due innamorati sulla collina.
Un giovane spericolato avanzava in groppa alla sua lupa argentea e, morente tra le sue braccia, v'era la sua donna rossa. Costretti ad una marcia lenta da parecchie ore la possibilità di raggiungere in tempo Konoha si fece miraggio, le forze stavano per abbandonare la neo mamma e disperato il compagno dovette prendere una difficile decisione: salvò la bambina mandandola avanti con il suo lupo mentre avrebbe curato e protetto il corpo della donna a costo della vita. Fu difficile scacciare la lupa e urlargli dietro parole dure per convincerla a partire e lasciarlo li a morire; la lupa alla fine capì e accettato l'ordine si allontanò di gran fretta, era considerato un ninja a tutti gli effetti, "Inuzuka" riportavano i kanji sulla giubba fiammante che indossava, le sue zampe erano possenti, il torace largo ma in corpo snello e agile.
Capitati in una brutta serie di imprevisti durante la luna di miele, la famigliola era stata inseguito per diversi giorni e quando pensarono di essere al sicuro, erano usciti in perlustrazione per assicurarsene. Gli inseguitori non avevano mai mollato, li videro ricevere un supporto eseguito male e un recupero se possibile ancora peggiore e infine li costrinsero all'organizzazione della ritirata.
Tra lacrime di sangue e dolci sogni infranti i due innamorati quella notte combatterono la loro ultima battaglia, la pelle fu venduta a caro prezzo ma si spensero con un sorriso sulle labbra dedicato alla loro piccola senza nome che credevano in salvo con la lupa.
Quello che in molti non sapevano era però che la lupa argentea non arrivò mai a Konoha, fu invece costretta a ripiegare più e più volte a ovest e quando esausta trovò un buon rifugio tra le sporgenze rocciose, la piccola neonata iniziò a piangere. Coccolata dall'alito caldo della lupa non voleva essere messa giù e lo stomaco gorgogliante indicava il bisogno di nutrimento: d'istinto l'animale tornò a prenderla per la collottola e acciambellandosi iniziò a trattarla come fosse uno dei suoi cuccioli che di li a qualche giorno sarebbero nati. Il suo latte non era nutriente come quello della sua vera madre ma fu abbastanza per tenerla in forze.
Restando nascosta e con l'istinto materno già attivo in lei, la cucciolata nacque prematuramente e sfortunata anche, per le condizioni di stress in cui versava la madre; due dei piccoli non videro mai la luce del sole e mentre un cucciolo rossiccio stava al passo con la bambina, il secondo sopravvissuto arrancava. Seppur a fatica il piccolo gruppetto trascorse felici giornate giocando e imparando a fare insieme i primi passi ma in una delle serate di caccia della madre d'argento ci fu un'imboscata al rifugio e al suo ritorno trovò solo tracce di sangue. Disperata ululò per ore ma fortuna volle che il suo cucciolo più forte rispose al richiamo, riuscì a portarlo in salvo insieme al piccolo di uomo ma del fratello più debole e dal pelo scuro, persero le traccia e lo credettero morto.
Nei giorni seguenti con i nervi a fior di pelle i tre vagarono al confine con il Paese del Vento ma non vi fu tempo per piangere la perdita del cucciolo bruno, annusando furono in grado di tracciare ancora degli odori ostili e delle presenze sulle loro tracce, senza un branco e senza il suo padrone a dirgli cosa fare la lupa entrò nel pieno del suo istinto di protezione: l'unica chance che avevano per sopravvivere era quella di continuare a spostarsi.
Di rifugio in rifugio, caverna dopo caverna, alla fine la lupa si fermò nell'ultima foresta del Fuoco dove la terra era già secca e arida, dove l'acqua era un miraggio e le dune facevano capolino all'orizzonte. Stremata dal caldo soffocante e poco nutrita per via dell'allattamento si fermò sulle sabbie a osservare compiaciuta il pelo folto e di un rosso intenso della sua creatura, questo notando come somigliassero ai primi capelli scompigliati della bambina nata dal padrone e la sua predicatrice. Osservandoli, con gli stesso occhi chiari la lupa si mostrò anche triste e questo perchè consapevole si essere arrivata al capolinea e di dover seguire l'esempio del padrone che si era spento dando la sua vita per il futuro. Negli ultimi istanti il suo lungo muso d'argento espresse una forte consapevolezza e mantenne uno sguardo dolce verso quei due pargoli, nel guardarli avanzare insieme li annusò un'ultima volta controvento e mentre si allontanavano senza di lei, nel fissarli, capì che se anche non li avrebbe visti crescere, insieme quei due ce l'avrebbero fatta.
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Insieme Avrebbero Cavalcato il Mondo."
Soli e impauriti, tra un guaito e un singhiozzo i due orfani giunsero alle porte di un villaggio di confine che nulla aveva per accoglierli o sfamarli ma fortuna volle che un vecchio saggio sapeva cosa farne di loro: riconosciuti i tatuaggi fatti sulle guance della bambina pensò bene di avvisare il Kazekage. Per ottenere una risposta ci vollero giorni e tra una poppata per lei e una ciotola di avanzi per il cucciolo, l'anziano pensò bene di ribattezzare entrambi sotto la forza del loro nuovo dio. La tradizione del posto voleva che ogni abitante dovesse essere marchiato dalla Luce del loro Dio, un marchio indelebile che sempre avrebbe ricordato loro a chi appartenevano.
Rosse erano le fiamme accese nella notte e così come le loro chiome baciate dalla fortuna, Yasei (野生), Selvaggio - fu il nome che il Dio scelse per il piccolo di lupo e poi, le fiamme suggerirono Fujie (藤) - Glicine d'Estate, per l'infante. Quando giunsero notizie dalla capitale purtroppo nessuno volle prendersi troppe responsabilità e incaricarono il vecchio prete rosso di allevare i due superstiti, in cambio gli fu promesso un aiuto economico e al raggiungimento dell'età, un addestramento per i due tra le fila della Sabbia come shinobi.
Crescere i due non fu affatto facile, non conoscevano i modi, non capivano la lingua, non erano fatti per vivere in comunità, solo il loro Dio poteva sapere quanto fosse dura tirarli su e inculcargli un minimo di educazione e di concetti base della società. Ribelle Fujie se ne stava sempre con il cucciolo di lupo, crescevano bene insieme certo ma con il passare degli anni l'animale diventava ogni giorno più pericoloso e selvaggio: aveva più l'aspetto di un piccolo leone che di un semplice cane, nessuno lo aveva mai sentito abbaiare, solo ringhiare o ululare nel cuore della notte.
I fedeli del culto tramite svariate lezioni tenute attorno al fuoco di notte passarono le loro credenze ai due stranieri ripetendo in diverse sessioni che riconoscevano l’esistenza di due sole divinità. Contrapposto al Dio Splendente e della Vita, signore della Luce e del Sole, impegnato in una eterna battaglia che è cominciata nell’istante in cui il tempo ha avuto inizio, esisteva il signore dell’Oscurità e del Gelo, dio delle Tenebre e della Morte. La faccia buia di quella medaglia non veniva quasi mai nominata ma come un mantra alla fine delle loro preghiere i sacerdoti ricordavano sempre che la Notte era Oscura e piena di Terrori. Ammonimenti che la piccola Fujie comprese bene e che Yasei crescendo imparò ad abbracciare. Tutt'uno nella notte il lupo non sembrava temere il signore delle Tenebre ma era consapevole che quando si allontanava troppo dalla Luce e dal Fuoco rappresentato dalla sua compagna, un senso di smarrimento cresceva, l'istinto animale si faceva più insistente - feroce - e tornando dalle battute di caccia questo non passava inosservato alla bambina. Quando erano lontani l'uno avvertiva il disagio dell'altro.
Arrivò poi il giorno di iniziare l'accademia, la bambina guardava in alto mentre le veniva data la notizia mentre il piccolo lupetto annusava a terra, non sembrarono soffrire l'idea del distacco ormai prossimo dalla congrega; dovendo continuare la loro vita l'uno al fianco dell'altro la cosa non sembrò importargli. Fu così davanti a quell'apparente indifferenza che l'anziano saggio che li salvò, li vide anch'egli allontanarsi e proseguire per la loro strada, con il tempo erano diventati il suo Sole e le Stelle eppure il suo Signore lo aveva avvisato -
Giungerà il Giorno in cui Vedrai la Luce e in Essa Scomparirai - e fu così che prima di lasciarli andare, ricordò loro l'ultima lezione:
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A differenza delle ombre, ritenute serve della luce e figlie del fuoco e pertanto strumenti del signore della Luce, l’oscurità, la tenebra, è il male che è destinato ad abbattersi sul mondo. Tenete sempre a mente questa distinzione e restate uniti, Sempre."
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Loro sono Vento e Onde che Soffiano e Smuovono la Vita."
~ Accademia ~
Prossimi alle porte di Suna i due furono accolti con sguardi indagatori e non fu molto diverso quando dovettero iscriversi e poi frequentare i corsi dell'accademia. Nessuno degli altri bambini aveva un animale al suo fianco e nei momenti di svago Fujie vedeva gli altri cimentarsi tutti in attività molto strane: c'era chi costruiva strane bambole che si muovevano tramite fili, altri modellavano il fango affermando che presto sarebbe esploso sporcando tutt'attorno - peccato però che poi l'unica a venir presa di mira con palle di fango era lei. Chi veniva però isolato all'inizio erano anche alcuni esponenti del clan aracnide che deformi rispetto al resto della classe venivano presi in giro. Diffidente Fujie non cercò amicizie con nessuno di loro ma fu diverso per Yasei che il primo giorno del secondo anno di corsi fu trovato dalla bambina a giocare con un ragazzo aracnide.
Se ne stava allegro a pancia all'aria mentre le numerose braccia dell'umano gli facevano il solletico e lo accarezzavano allo stesso tempo. Tramite la connessione empatica con il piccolo lupo avvertì strane emozioni ma non capendo di cosa si trattasse quella sensazione che le trasmetteva quel gioco reagì con rabbia separando i due con la violenza. Conscio della gelosia nata nella sua compagna Yasei tornò da lei e per diverso tempo tra loro il distacco era palpabile tanto da far calare anche i voti accademici. Il tempo per spiegarsi tuttavia non mancò e da quel chiarimento nacque la loro prima amicizia con quello che divenne poi il loro primo compagno, Shou (翔), Strumento del Vento. La sua natura seppur in modo diverso condivideva come per Fujie e Yasei una particolare affinità con la specie animale, con i ragni appunto e seppur racchiuso in un solo essere Shou capiva il legame che univa i due nuovi amici e fu felice di trovare in loro il sostegno che cercava. Fu anche grazie al suo aiuto che la piccola riuscì a superare l'esame genin, di poche parole però Fujie non espresse mai la sua gratitudine e mai si scusò per tutti i danni portati da lei o dal piccolo lupo; durante gli anni di formazione infatti entrambi avevano accumulato richiami su richiami perchè non rispettavano le regole o perchè distratti e violenti quando non opportuno avevano messo in pericolo i propri compagni negli allenamenti.
~ Primi passi ~
Già dalle prime lezioni Fujie aveva dimostrato una particolare attitudine per la lotta corpo a corpo ma nonostante le lezioni e svariati sforzi dei vari sensei avuti negli anni, nessuno riuscì ad inculcarle una particolare arte marziale, era come se nessuna di queste facesse al caso suo. Rocambolesca e poco aggraziata la neo genin tendeva sempre a mantenere una postura scorretta, piegata in avanti preferiva spesso e volentieri emulare le movenze del suo lupo. Capendo che simili portamenti erano quasi impossibili da eliminare consigliarono alla piccola di allenarsi alla ricerca di uno stile proprio pur tuttavia rivelandole che avrebbe fatto bene a chiedere consiglio agli esperti Inuzuka di Konoha. Purtroppo non tutti furono così delicati e nel giro di poco per via anche dei fin troppo riconoscibili tatuaggi che portava sulle guance fu allontanata dalla maggior parte delle attività. Non che le importasse, per star bene a lei bastava la compagnia di Yasei e ciò che diceva o pensava la gente non la sfiorava minimamente. Fastidioso era però perdere puntualmente ogni duello al campo di addestramento dove per la sua goffaggine finiva sempre tappeto. Quando le capitò un incontro contro Shou la neo genin notò da parte sua un certo disinteresse nel combattere contro di lei, non voleva umiliarla ma pur utilizzando solo due braccia l'aracnide vinse lo scontro intrappolando sia lei che il piccolo lupo in una ragnatela. Arrabbiata sia per la sconfitta che per il mancato sostegno del compagno Fujie corse via, avvertiva il rimorso di Yasei ma non le importava e anche se conscia dei suoi limiti preferì allontanarsi.
Da sempre la storia ha insegnato che a trionfare sono i fortunati che nascono con una kekkai genkai nel sangue, abilità innate che rendono il corpo e la mente resistenti e versatili. Erano Speciali, e lei non lo era.
Corse a lungo verso strade conosciute e già percorse anni prima, i piedi nella sabbia la rallentavano, sentiva che non era parte di lei quel territorio e anche chinandosi ad avanzare con la corsa del lupo faceva ancora fatica. Con la sabbia negli occhi e quel caldo soffocante ad inaridirle il cuore Fujie ormai in crisi finì per tornare al villaggio in cui le fu dato un nome, dove il Divino le aveva donato un nome e l'aveva fatta rinascere insieme a Yasei sotto una nuova Luce.
Ma del luogo che ricordava, di quella stessa comunità un tempo era esistita a oggi non v'era più traccia. Desolato il paesaggio tutt'attorno pareva non ospitare più anima viva da lungo tempo, le esalazioni emanate dal terreno, la cenere e quel poco di foresta rimanente al limitare del corso d'acqua era tutto ciò che restava. Scioccata dinnanzi a tale vista la ragazzina si disperò e urlando prese a scavare inutilmente tra le macerie, quasi soffocò nell'immergersi in quel mucchio di cenere e gas ma quando ritrovò parte dello scheletro che formava la capanna principale del villaggio sentì il cuore riprendere a battere. Aggressiva e sempre più veloce Fujie si dimenò cercando inutilmente di fiutare tracce e odori conosciuti ma fu del tutto inutile. Tornò a quella trave riemersa e con rabbia ne stacco le diramazioni, morse, spezzò e artigliò fino a sanguinare. Quando fu esausta le sue mani indolenzite stringevano due bastoni molto simili a tonfe ma il materiale di cui erano fatte sembrava esser stato plasmato dall'energia della giovane dai capelli rossi e da quella sorta di aura ribollente che ora ricopriva il suo intero corpo come un mantello. In quel momento si sentì protetta e al tempo stesso forte, fu come ricevere di nuovo la Luce del signore e fu grazie a quel dono che Fujie ritrovò il controllo e la consapevolezza di sè.
In quegli attimi di furia Yasei perse il contatto empatico con la compagna, la loro simbiosi aveva sempre funzionato anche a distanza ma per un lungo intervallo avvertì solo buio e sconforto. Temendo che le Tenebre si fossero impadronite di lei il cucciolo di lupo si incamminò sulle tracce di Fujie e quando la trovò avvolta in quel mantello e i loro occhi dorati si incrociarono fu come se tutta la tensione creata si fosse dissolta. Da quel giorno il lupo non si allontanò mai troppo a lungo dalla rossa e da quando il Fuoco del signore della Luce aveva baciato la sua compagna anche le missioni e i duelli iniziarono ad essere gratificanti.
~ Nuova Luce ~
"Non seppe mai con precisione da cosa derivasse la nuova forza che aveva sviluppato ma Fujie senza rimuginarci sopra a la sfruttò ogni volta che le fu possibile, non faceva per lei rimandare o crearsi problemi laddove non ce n'erano. Impulsiva seguì il suo istinto e questo le diceva di impugnare le sue nuove armi nate dalle ceneri del suo villaggio e del suo Dio dimenticato. Quando le stringeva tra le mani era in balia di quella forza, un'affinità tale da essere paragonata solo al legame che aveva con Yasei, divenne così gelosa di quella sorta di tonfe da aver dato loro un nome: Senkuchi ovvero Fauci Latenti (潜口). Prolungamento stesso delle sue braccia spesso si dimenticava di portarle con se perfino nella corsa del lupo al fianco di Yasei, non le abbandonava e purtroppo a un certo punto fu visto come sintomo preoccupante di insicurezza. Ancora giovane la ragazzina ancora alle prese con qualche scaramuccia adolescenziale per un breve periodo se ne separò ma fu il suo piccolo lupo a riportargliele e scodinzolando le fece capire che non doveva dar conto a cosa dicevano gli altri.
Orgogliosa di avere un simile compagno si ripromise di non dubitare mai più del suo istinto e con in pugno le sue Senkuchi si tuffò con gran determinazione nelle sempre più complesse missioni che le venivano affidate. Successi discreti dove però risultava sempre la sua incapacità nel collaborare all'interno di un team, solitaria e mai altruista Fujie organizzava le sue decisione solo in base alle sue idee e all'appoggio di cui non poteva mai dubitare del suo meta lupo.
Quando poi nel villaggio iniziò a spargersi la voce che a Suna si sarebbe tenuto il nuovo Torneo di Selezione dei Chunin fu una tentazione troppo grande per rinunciare. Spinta dalla ritrovata serenità andò ad iscrivere entrambi alla selezione, così, un po' per gioco e un po' per davvero. Le prime fasi furono una vera passeggiata, nulla a che vedere con la sua sbadataggine dell'esame genin dove fu Shou ad indirizzarla verso la promozione. Il test attitudinale fu completato a pieni voti, così come la prova individuale nelle circostanze avverse del deserto; le sabbie le erano fin troppo familiari per poter trovare delle difficoltà, abituata alla sopravvivenza fin da quando era poco più di una bambina Fujie scovò tutte le trappole e con la complicità che aveva con Yasei fu in grado di superare tutti gli ostacoli e gli inganni. La terza prova, la più temuta fu organizzata con degli abbinamenti casuali tra i partecipanti rimasti in gara e ovviamente si trattava di scontri diretti nell'enorme arena del villaggio. Con la folla incitante, gli arbitri a controllare, i Kage sugli spali a giudicare e lei così piccola nel mezzo.. Imbarazzata scartò appena un pericoloso attacco velenoso di un marionettista nel primo scontro e nel secondo l'ondata d'acqua di un Hozuki. Con grande difficoltà arrivò tuttavia alla finalissima ma Yasei aveva riportato notevoli ferite alle zampe posteriori che lo costrinsero al ritiro anticipato. Sola negli spogliatoi aveva pochi minuti per decidere se gareggiare o meno da sola. In preda all'agitazione rimuginò sul da farsi come mai prima, senza il suo compagno lei era nulla e convinta di ciò si rifiutò di affrontare l'altro finalista, un rinomato membro del clan Inuzuka di Konoha.
Di molti anni più grande di lei questi si pavoneggiò per la vittoria e arrogante il suo enorme lupo scuro minacciò di attaccare nuovamente Yasei facendolo apparire come un cucciolo smarrito. Era stato infatti proprio contro di loro che il suo compagno era finito sotto i ferri rischiando di non poter più affiancarla per il resto della sua carriera da shinobi. Furiosa una volta che furono rimasti soli Fujie andò a parlargli e prendendolo di petto lo insultò puntandogli le senkuchi al collo. I suoi occhi dorati erano fissi in quelli bruni di lui, lucidi per la rabbia e la disperazione parlavano al posto suo ma l'unica risposta che ottenne dal ragazzo fu un sbuffo e una spinta che la fece cadere all'indietro.
"
Sei proprio un bel bocconcino ma sta attenta a te con quei cosi, potresti farti male."
Rialzandosi di scatto la ragazza gli saltò addosso come solo un lupo inferocito sapeva fare, gli artigli sfoderati e i denti a vista, di nuovo per la prima volta dopo il ritrovamento del suo villaggio natale distrutto, Fujie attivò il suo chakra nascosto. Erano due contro un però e dato che la matematica non è un'opinione in pochi scambi di colpi e morsi a destra e a manca la ragazza in fiamme fu messa al tappeto. Sopra di lui il ragazzo poteva finirla o mandare anche lei all'ospedale a far compagnia al suo cucciolo ma al contrario la reazione di lui fu molto dolce: calandosi su di lei prese il suo volto rigato dalle lacrime e asciugandolo lo avvicinò al suo in quello che fu un tenero bacio. L'inaspettato calore che generò in lei quel gesto spense ogni ostilità lasciando il posto allo sbigottimento più totale e mentre vedeva la figura di quell'angelo travestito da demone allontanarsi non trovò il coraggio di chiedergli nemmeno il suo nome."
~ Il Viaggio ~
"Letteralmente sconvolta da quell'incontro tale sensazione fu trasmessa empaticamente a Yasei che riconoscendo le energie coinvolte rifiutò l'idea di entrare in sintonia chi lo aveva ridotto a zoppicare per le strade di Suna. Malconcio e strascicante Yasei dopo quasi un anno di terapie fu riabilitato e seppur ancora in collera con Fujie per quel sentimento che nutriva nei confronti dello shinobi di Konoha, ritornò in carreggiata ottenendo la promozione chunin dopo una complicata missione di protezione affidatagli direttamente dal Daimyo del Paese del Vento.
Crescendo sotto tutti i punti di vista da quel giorno la sedicenne al contrario di quel che si pensi si allontanò sempre più dal villaggio che l'aveva istruita. Stanca della riservatezza e delle prospettive ristrette in cui tutti parevano adeguarsi lei partì per un viaggio senza meta e sotto approvazione delle autorità le furono concessi cinque anni per la ricerca della sua identità. Quello fu il motivo che giustificò l'allontanamento, l'unico plausibile per chi era i vertici ma la neo chunin sapeva benissimo chi era e cosa voleva. Selvaggia e curiosa com'era per lei e Yasei la vita doveva essere vissuta giorno per giorno senza dover per forza attendere un "ordine" o una missione, sperimentare cose nuove e viverle sulla propria pelle erano le uniche cose che la faceva sentire viva: il vento nei capelli a cavalcare il suo meta lupo, il sole negli occhi e la speranza di saggiare nuove emozioni sempre nel cuore.
Una vita d'avventura pericolosa e difficile ma fu una sua scelta, un ritorno alle origini ma con una maggiore consapevolezza e con nuovi obiettivi.
In quei cinque anni che la ragazza crescendo sviluppò appieno il suo stile perfezionando le sue doti del corpo a corpo e l'utilizzo delle Senkuchi. Illuminante capire quando quelle sue armi rispondevano all'istinto di "uccidere", in risposta alla rabbia e alla frustrazione facevano reagire il suo chakra e capì che da li nasceva il suo potere latente. Quando era avvolta in quel manto scarlatto avvicinarla non era una buona idea, solo Yasei poteva, traendo a sua volta nuove energie da quella manifestazione di ribollente energia. In una sessione di allenamento nelle foreste di confine con il Fuoco fu avvistata in quello stato e quando giorni dopo fece visita ai villaggi vicini udì di strane voci che parlavano della manifestazione di un bijuu nelle vicinanze. Non curandosi delle voci come era abituata a fare non diede peso alla cosa e solo in un secondo momento capì che si riferivano proprio a lei. Incappò in quel discorso tempo dopo, rintanata nella tenda rudimentale costruita da lei stessa era immersa nella lettura di alcuni manufatti prelevati in giro, comprati, presi in prestito o sottratti sotto il naso di uno malcapitato. Alcuni capitoli narravano di alcune bestie sacre che racchiudevano in sè il potere vitale del mondo, creature dalla forma animale con un potere distruttivo talmente elevato da dover essere contenute e sigillate all'interno di un contenitore. Le complesse tecniche, poco aggiornate probabilmente, narravano di jinchuuriki, ovvero shinobi con una forte volontà capace di contenere quel potere e in grado di controllarlo a suo piacimento. Le descrizioni riportavano di alcune fasi durante la quale questi guerrieri imparavano a sottomettere la bestia e le saltò presto all'occhio il manto fatto di puro chakra che ricopriva per intero il corpo donando non solo protezione e rigenerazione ma anche un potere offensivo non da poco. Sottovalutando la cosa definì che non era quello il suo caso, non poteva essere in quanto qualcuno avrebbe dovuto informarla e soprattutto avrebbe dovuto ricordarsi del momento di sigillo mentre i suoi unici ricordi con le autorità si limitavano alle assegnazioni degli incarichi e poco altro. Se fosse qualcosa di antecedente al suo arrivo a Suna non poteva dirlo e nemmeno ci pensò.. sbagliando forse..
Abile nel seguire le traccie non solo sul terreno o nel vento Fujie e Yasei scavarono nel loro passato ripercorrendo i luoghi da cui erano partiti e scoprendo fondamentali che fino ad allora erano oscuri e questo a partire dal nome del villaggio che li adottò: Akamura, letteralmente "Villaggio Rosso" (赤村) era un luogo poco frequentato dai forestieri in quanto conosciuto per il loro culto a Kami funesti, si diceva che la gente del posto non fosse vista di buon occhio in quanto adita a strane pratiche che prevedevano sacrifici di giovani rampolli. Akesaru, discendente del fondatore omonimo suo trisavolo, aveva portato avanti la religione diffusasi al tempo inculcando lezioni alle nuove generazioni e tenendo sempre in guardia i passanti dalle ombre che si annidano nel cuore e al potere della Luce che poteva offrir loro il suo Dio Rosso, onnipotente signore della Luce, padrone del Fuoco sacro e del Sole splendente. Come riconobbero Fujie e Yasei, si diceva che quel popolo accoglieva i disadattati, vagabondi e più comuni reduci della guerra marchiandoli a fuoco e ribattezzandoli al loro Signore. Ciò che non era chiaro era la concretezza di questo marchio, non v'era citazione ma solo allusioni facenti riferimento a forze dell'anima risvegliate, energie ribollenti e un contratto segnato a vita sotto la nuova Luce padrone delle Ombre.
Alcune riflessioni la portarono a pensare che il potere risvegliato potesse essere frutto della sua profonda devozione a quel culto, di fatto seppur non praticando sacrifici o preghiere giornaliere al fuoco non aveva mai dubitato dell'autenticità del Signore della Luce - forse perchè non conosceva altro al tempo o perchè non le interessava - fatto stava che quell'ipotesi poteva avere effettivo riscontro con le stesse scarse probabilità dell'ipotesi del bijuu, o parte di esso, sigillato in lei.
Accantonato il discorso al termine del suo viaggio Fujie studiò - come abbiamo già detto - e anche molto, soffermandosi anche su aspetti impensabili per uno shinobi. Ormai donna trovò infatti interessante imparare a cucinare piatti sempre più delicati e nutrienti. In previsione poi del suo ritorno pensò che fosse bene prepararsi su altre materie che non erano ancora di sua competenza e dunque studiò diverse relazioni sulla medicina e sulle tecniche di cura. Girovagò nei dintorni delle foreste del Fuoco che ormai conosceva a menadito fino ad arrivare nelle grandi distese del Paese dell'Erba, ai corsi d'acqua splendenti del Paese del Fiume e alle meravigliose cascate di Taki. In questo modo raccolse molte piante dalle qualità più disparate costruendo sulla sua pelle una cultura non più fatta solo di parole ma anche di test e importanti sfide. Corse matte e disperate per arrivare in tempo alla fioritura di un particolare fiore rappresentò una delle coincidenze imprevedibili che cambiano la vita: se in meglio o in peggio era ancora tutto da vedere."
~ Cuori che Battono all'Unisono ~
"Nascosta tra la vegetazione nell'ombra della sera la donna se ne stava appiattita al suolo con lo sguardo attento verso alcuni cespugli in lontananza. Un particolare evento era in procinto di verificarsi e la sua innata curiosità stava per venire soddisfatta: aveva condotto fin li, tra radure e corsi d'acqua impetuosi, un gruppo di selvaggina che a sua volta attirava una particolare varietà di uccelli variopinti, questi grazie al loro lavoro di inseminazione naturale avrebbero dovuto portare abbastanza spore nei dintorni per favorire lo sbocciare di una rara pianta curativa, l'Hanatabi (花旅) il Fiore del Viaggio. Con il cuore in gola attese ansiosa il momento, la luce del tramonto era quella giusta e scattare una foto di quell'evento le avrebbe anche portato importanti guadagni - non che desiderasse lucrare con i suoi studi ma doveva pur mantenersi - e al momento di sbocciare l'irruenta corsa inaspettata di una belva d'ombra dissolse tutta la magia del momento. Concentrati com'erano sia lei che il lupo non si erano accorti della presenza e quando al loro fianco comparve un uomo dai capelli disordinati, lunghe basette e tatuaggi rossi sul corpo come i suoi capì di chi si trattava. L'inuzuka che l'aveva umiliata anni addietro durante il torneo chunin, quel figo pazzesco che aveva fulminato il suo cuore, Ombra e Luce al tempo stesso: l'unico in grado di mandarla nel pallone. Spiazzata non seppe cosa dire, rimasta a bocca aperta ci pensò lui a fare il primo passo e senza ritegno le infilò la lingua in bocca.
Prepotente sfruttò quell'indecisione senza preoccuparsi del ringhiare di sottofondo di Yasei e del suo lupo che si studiavano una decina di metri più in là. Chiudendo gli occhi la kunoichi cercò di comprendere se stessa, capire cosa stava accadendo e ciò che voleva, nell'indecisione assecondò quell'approccio e nel giro di poco i movimenti si fecero più frenetici, il tocco sensuale e i corpi furono nudi nel giro di un minuto. Yasei dall'altra parte teneva a bada la controparte e quando capì cosa stesse accadendo alla sua compagna un lungo e triste ululato misto di gelosia e frustrazione si diffuse nel vento: la luna non più sua complice rese l'incontro dei due amanti la più romantica e lussuriosa sulla terra, l'istinto era finalmente tornato a far da padrone nella notte.
Vi furono solo brividi ad accoglierla al risveglio, l'umidità aveva colpito i muscoli e riattivarsi fu molto fastidioso. Nuda nell'erba Fujie si mise seduta e guardandosi intorno vide quello che sembrava un campo di battaglia disseminato però non di bombe e cadaveri ma solo dei suoi vestiti e zolle di terreno sradicate; tra queste scorse tristemente il fiore obiettivo dei suoi studi che semidistrutto era stato sradicato e ancor prima di ripescare gli abiti tentò di rianimarlo con le dovute cure aiutandosi dal corso d'acqua li vicino."
[IMG]mano nella mano[/IMG]
Ritornato dalla caccia l'uomo finalmente si presentò a lei, il suo nome era Gunjin (軍人), Soldato. Le spiegò che anche lui era li per studiare quella pianta ma avendola trovata in anticipo sul programma aveva preferito lasciar fare a le il lavoro più difficile per poi "rovinare" il finale. Conscio di scatenare la sua furia con quelle confessioni cercò di proteggersi ma contrariamente a ciò che si aspettava ricevette un tenero bacio, l'aveva conquistata.
Di tutto quello smielare Yasei non ne volle sapere nulla e girò a largo, offeso dalla disattenzione e dalla superficialità della compagna se ne stette sulle sue rimuginando sulle probabilità che il suo simile potesse essere qualcosa di molto più vicino a lui di quanto potesse esserlo Fujie. Durante lo scontro aveva riconosciuto in lui movenze, particolari fisici nella stazza e nella tattica troppo simili alle sue. Aveva un vago ricordo del fratello perduto quando era solo un cucciolo quasi senza pelo addosso e non poteva averne le certezze, eppure sentiva che c'era un legame forte tra loro. Così mentre i due amanti erano intenti a conoscersi a fondo.. lui tentò di approcciarsi a quel grosso lupo nero che fino ad ora aveva come ricevuto l'ordine di tenerlo sott'occhio e alla larga dalla coppia. L'incontro portò alla luce importanti lacune nella storia dell'attentato alla caverna e quando capì che si riferiva proprio al rifugio in cui la madre, la lupa argentea, li aveva nascosti, collegò ogni cosa. Quel lupo era suo fratello e di Fujie. Sconvolto da una tale scoperta non vedeva l'ora di condividere la sua gioa con la donna ma a quanto pare era troppo concentrata a fare altro per accorgersi dei suoi pensieri."
~ Il ritorno a Suna ~
"L'unione con Gunjin o 'Jin come preferiva chiamarlo lei, fu talmente forte da farle dimenticare ogni cosa. Senza rendersene conto aveva accolto qualcuno nella sua vita rompendo la promessa che si era fatta dopo la rottura del rapporto con l'aracnide Shou. Quell'uomo aveva su di lei un fascino senza uguali, ai suoi occhi era come un dio, più grande, più forte e più esperto. Aveva solo che da imparare da lui e la sua indole curiosa e famelica di sapere la spinse giorno per giorno a fidarsi ciecamente di lui e delle sue parole. Trascorsero come nulla due anni al suo fianco, settimane e giorni ricchi si nuovi viaggi alla scoperta di luoghi incontaminati, di culti e religioni più svariati, specie animali e vegetali singolari e affascinanti orizzonti che la fecero innamorare della vita come mai prima d'ora. Focalizzò totalmente la sua vita selvaggia intorno al suo amore per Gunjin e lo stesso Yasei si unì al ritrovato fratello Nirai finendo perfino di rimandare e in parte dimenticarsi di far ritorno al villaggio come stabilito con le autorità. Non avendo ricevuto più notizie dai due a Suna potevano averli già dati per morti o magari per traditori eppure la cosa non pareva pesare minimamente su Fujie che da sempre si era considerata libera da simili legami: come poteva un essere umano o animale che fosse restare chiuso nel suo piccolo habitat e lavorare solo per il suo bene senza pensare alla grandezza del mondo e a ciò che ognuno poteva fare per esso e viceversa? Larga di vedute in questo la donna avrebbe preferito non fare mai ritorno nel Paese del Vento ma una delle volte in cui saltò fuori l'argomento, parlando con 'Jin capì che non era il caso che mandassero inutilmente uomini a cercarla."
"
Non sia mai che interrompano i nostri momenti dico bene?"
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Con la promessa di ritrovarsi alla prima occasione utile i due si separarono ma solo nel viaggio di ritorno Fujie iniziò ad avere dei dubbi su 'Jin e su tutto il tempo che le aveva dedicato. Era un rinomato shinobi ma aveva passato gli ultimi due anni con lei come in congedo dal servizio, mai nessuno lo aveva richiamato all'attenzione e lei ingenua e presa dal rapporto nemmeno si era posta il problema. Sorvolando si incamminò e nel giro di tre giorni fu alle porte di Suna. L'accoglienza non fu delle migliori ma nemmeno il contrario. Occhi stranieri la fissavano con sospetto, qualcuno ammirando la bella donna che era diventata e altri giudiziosi pensando a chissà quali malizie e intrighi l'avessero trattenuta al di fuori del villaggio. Non curante di ciò fu suo interesse recarsi solo dal Kazekage per spiegare i motivi del ritardo e quando le fu chiesto di dimostrare i progressi fatti questi strabiliato le concesse nel giro di pochi incarichi la promozione a Jonin. Il riconoscimento ricevuto influì molto sul pensiero della gente e da allora chiunque incontrasse per le vie della Sabbia riceveva solo complimenti e attenzioni. Ragazzi più giovani e alle prime armi la guardavano con ammirazione chiedendo se prima o poi li avrebbe allenati eppure di tutta risposta lei con Yasei sempre presente al suo fianco declinava gli inviti. Il benessere di quella comunità non le interessava più di tanto, lavorava per loro per ricambiare l'addestramento ricevuto ma in cuor suo sapeva che un giorno ne avrebbe avuto abbastanza e allora ogni legame creato all'interno sarebbe stato solo un problema in più per il distacco."
~ Caccia all'Uomo ~
"Con la forza richiesta dalla sua nuova posizione all'interno del villaggio gli incarichi arrivavano a valanghe. Specialisti della caccia all'uomo e profondi conoscitori del mondo e della sopravvivenza la ventitreenne si mostrava sempre pronta ad assolvere ai suoi compiti, Yasei tra un verso rauco e l'altro non mise mai in dubbio la sua scelta di restare e con il passare del tempo questo loro atteggiamento li porto a incarichi sempre più isolati e determinanti. Ammirati e richiesti si spinsero sempre oltre migliorando e affinando il loro stile di combattimento ma come tutti i momenti belli anche quello era destinato a durare poco. Si trovavano all'altezza del Paese della Pietra quando arrivò il comunicato che sconvolse la loro serenità, un messaggio anonimo arrivato tramite falco messaggero della Sabbia, un avvertimento dell'ex compagno Shou e della sua compagna Reiko (亮子) - Ragazza scintillante. Le parole recitavano di un complotto che si prolungava da anni, rischiavano a parlarne così ma era l'unico modo per metterla in guardia da Gunjin e Nirai, i due con cui aveva trascorso ben due anni della sua vita. Affermavano di aver tenuto sott'occhio l'Inuzuka sotto ordine del Kazekage dopo che erano entrati attivamente nella squadra anbu, sconvolgente fu leggere che dall'inizio il loro non fu un incontro casuale. Troppo grande per partecipare alla selezione chunin infatti il ragazzo quasi dieci anni prima nemmeno doveva trovarsi nell'arena ed era stato inviato alla competizione per testare le abilità della ragazzina dai capelli rossi e del suo cucciolo. Da ciò dedusse che anche l'incontro avvenuto diversi anni dopo non era stato affatto dettato da una coincidenza nelle ricerche di una maledetta pianta rara: era li perchè la stava seguendo, studiava i suoi progressi e secondo chissà quale logica le insegnava nuovi trucchi e la aiutava a sviluppare le sue abilità.
A diversi chilometri di distanza per via della missione in corso Yasei percepì il disagio della compagna e ululò triste alla scoperta di quel tradimento, chi credeva un fratello era invece diventato solo un impostore incaricato di spiarlo. Confuso non seppe se far subito ritorno da Fujie, la missione era ancora in corso e si erano organizzati i compiti in un certo modo, compromettere tutto per una consolazione reciproca non era la soluzione.
Entrambi continuarono la caccia e una volta assicurato l'obiettivo alle autorità partirono senza esitazione alla ricerca di Gunjin ignari del pericolo che stavano correndo. Mai per un momento le passò per la testa di chiedere spiegazione al Kazekage eppure gli interrogativi erano diversi, come facevano a sapere chi aveva incontrato nel suo viaggio, era davvero tutto connesso fin da quando era poco più di una genin? Affamata di risposte si spinse a nord della Pietra fino ad inoltrarsi nella Roccia dove aveva motivo di credere che vi fossero tracce dell'uomo che cercava. Dalle storie che le aveva sussurrato a letto infatti spesso riportava descrizioni rifacenti a quell'ambiente e non sbagliò in quella sua intuizione.
Ignaro della sua consapevolezza 'Jin accolse la rossa a braccia aperte e con un ghigno luminoso ricevendo però in cambio solo insulti mentre la vedeva avvicinarsi e un rovinoso schiaffo in pieno volto. Quel gesto lo destò e a nulla valsero le lacrime agli occhi che vedeva scivolare copiose sul volto di lei, ora che era stato scoperto poteva mostrarsi per quello che era e rabbuiandosi per la fine della farsa la prese per i lunghi capelli e la buttò ai suoi piedi.
"
L'amore non è un obbligo lo sai? Siamo stati compagni di una tenera odissea invece che di un brutale elettroshock di una scopata e via, dovresti solo che ringraziarmi. Non so come tu sia venuta a conoscenza delle mie intenzioni ma devi capire: Dovevi essere Mia, in tutto e quello di farti innamorare era l'unica strada percorribile con te e la tua testa dura."
Fu inutile chiedere se c'era stato qualcosa di vero nel rapporto che avevano avuto, l'Inuzuka non la lasciava parlare e sotto la pioggia battente a ogni tentativo di aprir bocca lui continuava a pestarla. Il lupo Nirai tuttavia non si intromise e visibilmente a disagio per la situazione girò a largo. Che vi fossero rimorsi era possibile ma era tardi per cambiare idea, ormai avevano seguito il piano: a Konoha sapevano della fuga dei genitori di Fujie e furono i loro shinobi ad inseguire la lupa argentea e seguire i suoi spostamenti fino a Suna. Presunti colpevoli di tradimento i due Inuzuka erano riusciti a sfuggire alla cattura per mesi ma la donna era terribilmente debilitata dal parto avvenuto qualche mese prima e il loro ultimo lupo era a sua volta in dolce attesa. Quando furono trovati l'ordine tassativo di non lasciare testimoni fu portato a termine ma solo in un secondo momento si accorsero della bambina e dei cuccioli sopravvissuti. Uno di questi fu appunto Nirai che ritenuto innocente fu prelevato con la forza e addestrato a Konoha presso il clan e affidato diversi anni dopo a Gunjin.
"
..perchè.. mi avete lasciata vivere così a lungo, non era meglio eliminarmi fin da subito?"
Quanto si vede che non conosci le alte sfere della società, conosci il mondo ma non sai ancora come gira. Hanno visto in te del potenziale, dovevi essere tenuta d'occhio, affiancata, guidata ..e Uccisa qual'ora saresti diventata una minaccia per il clan."
"Fu poco dopo la promozione genin che l'avevano notata, quando in collera con l'amico era corsa ad Akamura e aveva ricevuto dalle ceneri del suo Dio le Senkuchi. Fujie li spaventava e non era coinvolto solo il clan Inuzuka con la quale sapeva da tempo di avere un legame ma anche il Kazekage e le autorità del Paese che avevano informato Konoha dei suoi spostamenti e dei suoi progressi. Un complotto bello e buono, non bastava dirle apertamente che la sua forza poteva essere un pericolo, consigliarle di andarsene magari, cosa che aveva sempre voluto? E invece no.. nessuno si era degnato di tenerla informata se non Shou, l'amico dell'accademia che aveva rinnegato per futili questioni adolescenziali - e che stava rischiando la pelle per averle rivelato tutto - e con la sua reazione istintiva Fujie stava accentuando le possibilità che li scoprissero insieme alla compagna Reiko. Si diede della stupida mille e mille volte e non riuscì a pensare ad altro mentre 'Jin continuava a torturarla. La portò di forza in una caverna e costringendola in catene infierì laddove aveva ferito. Dolore fisico per l'affronto, dolore psicologico per l'ingenuità. Testa al muro la costrinse ad ammettere i suoi errori, a non sperare più in un ritorno di Yasei o di qualcuno che potesse salvarla. Con un ginocchio piantato tra le scapole le tirò all'indietro le braccia in una delle presa più dolorose che un abile conoscitore di arti marziali possa conoscere, le urlava contro con ferocia, doveva dirle i nomi di chi l'aveva messa in guardia da lui: mai un soffio fuoriuscì dalle sue labbra, non un nome o un pianto nè preghiera.
Prigioniera rimase li come suo sfogo, pedina di un divertimento sadico e senza più uno reale scopo."
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Sul punto di impazzire, debole e denutrita Fujie non potè che appellarsi alla sua complicità con Yasei, nella confusione delle sevizie non era riuscita mai ad aprire la mente al suo compagno ma al primo momento utile in cui 'Jin si allontanò lei si concentrò con le poche forze rimaste. Chiuse così gli occhi della mente e avvertì il suo spirito innalzarsi e percorrere ne giro di una frazione di secondo diverse miglia per poi rientrare in un corpo.
La sensazione di calore sotto quella pelliccia fulva fu inebriante, l'odore del sangue non infastidiva più le sue narici e al contrario era inebriata dal profumo dell'erba umida della sera. Instaurato il contatto il lupo accolse l'intrusione con circospetto, non era mai avvenuta con una simile forza di coesione, questa volta percepiva chiaramente dov'era la sua metà in pericolo. Come un meteorite in libera caduta le sue zampe divorarono il terreno in una marcia furibonda e al suo arrivo nella caverna ciò che vide gli fece rizzare all'inverosimile il pelo facendolo sembrare un leone. Lentamente dalla criniera scompigliata si levarono bolle di chakra cremisi, un cerchio di energia che estendendosi ricoprì interamente il suo manto dalla punta della cosa alle zanne scoperte. In preda alla misteriosa energia che già in passato aveva esaltato la disperazione di Fujie, il lupo non ebbe esitazione e caricando Gunjin non risparmiò nemmeno un colpo. Sbrindellò il corpo dell'uomo fino a lasciare poltiglia deforme e con ancora il sangue grondante dalle sue fauci Yasei si avvicinò alla sua compagna moribonda. Una volta liberata bastò uno sguardo pieno di gratitudine di lei per far svanire l'effetto di quell'energia ribollente di collera.
Furono pochi istanti ma quelli che precedettero la sua liberazione le diedero da pensare che in quello stato Yasei non era in grado di distinguere amici e nemici, guardandolo negli occhi aveva avuto questa impressione, se al suo posto ci fosse stato qualcun altro cosa sarebbe successo.. era così anche lei quando entrava in berserk?"
~ Fama ~
"Gli interrogativi posti non trovarono risposta, capire simili meccaniche doveva essere qualcosa di molto complesso e di certo per essere obiettivi dovevano essere fatti da un occhio esterno e capace.
Sulla strada del ritorno Yasei trasportando la jonin trovò Nirai a bloccargli la strada, vi furono molte occhiatacce ma quando il lupo d'ombra si inchinò in segno di rispetto al suo passaggio e lo accettò come capobranco i due di Suna capirono che non sarebbe mai più stato un problema e anzi, un valido alleato. Per il resto del viaggio iniziò a dare una mano dando il cambio al fratello, a turni portavano in groppa l'ormai esausta Fujie e quando intravidero all'orizzonte le porte del villaggio diversi shinobi si mossero per soccorrerli.
Shou e Reiko (che scoprì poi essere una kunoichi utilizzatrice dello Shakuton) erano li in prima linea e anticipando chiunque avevano già provveduto ad avvertire le autorità sia della loro iniziativa sia della molto probabile sete di vendetta che avrebbe chiamato la compagna. Le diedero le migliori cure ma le guardie non la lasciarono mai sola - segno che ci sarebbe stato un processo nei suoi confronti - e per quanto nessuno di loro avesse il coraggio di avvicinarsi al sempre più selvaggio Yasei, la donna sapeva nel profondo che tutto sarebbe tornato a posto.. tutto doveva tornare alla normalità.. alla piatta vita di quel villaggio e con mai più la speranza di poter riabbracciare il suo 'Jin.. Ripianti che giorno dopo giorno infastidivano sempre più la bestia al suo capezzale, come poteva rimpiangerlo dopo quanto le aveva fatto, dopo le cospirazioni e le minacce? Per quanto simili e in sintonia quell'unico e fondamentale punto di vista risultò sempre oscuro da ambo le parti.
Riabilitata al servizio e in via della piena guarigione, al contrario di quanto di pensi la jonin fu ritenuta esterna alle responsabilità dell'accaduto, l'omicidio di un alleato di Konoha fu accollato alla cattiva gestione delle pedine della Foglia: Gunjin era una mina vagante, da anni non aveva più fatto rapporto ai suoi superiori e mentre la missione di controllo su Fujie era stata annullata lui aveva continuato a perseguitarla di sua iniziativa. Premiati per il coraggio e il valore dimostrato furono elevati al massimo grado della gerarchia degli shinobi. Ricoperti di allori nessuno più all'interno del villaggio aveva delle riserve nei loro confronti, conosciuti e stimati venivano presi come esempio da tutti.
Nonostante tutto non seguirono mai con particolare interesse la vita politico-sociale del villaggio, distaccati restavano un nucleo isolato, quasi utopico, dove continuavano a vivere la loro particolare visione della vita nella quale erano il fulcro centrale della scena. Non era però da confondere con arroganza, di certo sapevano di non essere i protagonisti attorno alla quale doveva girare il mondo ma nel loro modo di vivere ciò che era importante era solo il compagno e null'altro perciò l'importante era badare a se stessi e appoggiarsi a vicenda, tutto il resto era palta che non doveva interessargli. Imparare sempre cose nuove, vederle con quegli occhi dorati sotto il Sole del loro signore della Luce e combattere le Tenebre.
Suna era stata per loro un punto di partenza, il giro di boa e il traguardo. Cosa poteva venire ancora dopo fu quanto di più inaspettato, un Team, Leggendario dicevano nel villaggio gonfiando le apparenze. Fatto stava che Fujie e Yasei continuarono a dare del loro meglio per servire chi aveva creduto alla loro innocenza e lo fecero con al loro fianco un ritrovato Shou e l'affine Reiko che scoprirono in breve essere alquanto permalosa ma decisiva in battaglia, non era seconda a nessuno: i suo Soli affascinarono Fujie all'inverosimile tanto da pensare che fosse lei stessa la reincarnazione del signore della Luce e del Fuoco, le Senkuchi fremevano tra le sue mani sotto quel calore immane."
~ Watashi ~
"Sempre più affiatato il trio FuY-Sho-Rei si affermò in diverse occasioni, se i primi erano rinomati per la caccia all'uomo l'aracnide nel tempo aveva imparato l'arte degli agguati che entravano in perfetta sintonia con i primi e per ultima - e non ultima - Reiko dava il colpo di grazia con il suo potere esplosivo. Una profonda affinità che li completava a vicenda rendendo il Team pressapoco imbattibile. Prima d'ora Fujie non era mai riuscita a lavorare in gruppo, riteneva di essere incapace nel gioco di squadra eppure dovette ricredersi assieme al suo compagno a quattro zampe.
Quell'immensa scoperta le fece dimenticare totalmente l'infatuazione che la legava al ricordo del suo uomo perduto e cavalcando Yasei con il vento nei capelli per la prima volta nella sua vita si sentì a casa. Viaggiare, affrontare nuove sfide con dei compagni era il massimo che poteva desiderare. Di certo si poteva dire realizzata a quel punto della sua carriera, a venticinque anni aveva ottenuto grandi riconoscimenti ma mai nessuno fu capace di toglierle dalla testa l'idea di entrare prima o poi nella squadra speciale o nei medici d'assalto. Shou e Reiko dopo la fuga di informazioni per proteggere l'amica erano stati cacciati dal corpo e sconsigliarono in ogni modo di tentare anche perchè avrebbe portato il Team a sciogliersi e tutta quella magia a svanire.
Riflettendo su questioni simili la jonin se ne stava sdraiata sul pelo di Yasei quando Watashi si annunciò al mondo, disinteressata sulle prime lasciò scorrere quella visione come fosse nulla.. rigirandosi sul fianco constatò che il meta lupo su cui era adagiata aveva raggiunto il pieno della crescita e risultava ancora più comodo e confortevole. Poco più in la sbigottiti per l'avvento del male corsero alla tenda isolata di Fujie e si stupirono nel vederla così tranquilla."
"Ma voi non avete avuto la visione? E' pazzesco cosa sta succedendo a Taki! Ci sono migliaia di mostri, questo qua ci ha minacciati apertamente!""Si hanno visto, guarda i loro occhi.."".. quando si parte?""Restando composti Fujie e Yasei espressero la loro emozione per quell'evento attraverso il loro sguardo che rivolto alla luna illuminava gli occhi dorati e famelici di entrambi: nuove avventure, avvincenti battaglie, scoperte che attendevano solo di essere portate alla Luce!
Un'emozione incontenibile e inespressa che fece battere i loro cuori all'unisono, la battaglia li chiamava.
Fujie e Yasei la bramavano."
Con un falso Dio tiranno a dettar legge sul mondo ninja il duo di Suna si impegnò come mai prima per debellare ogni minaccia che veniva segnalata. Da tempo ormai il loro team andava a creare una sorta di associazione interna al villaggio a cui chiedere aiuto, bastava ricevere le indicazioni e una parte del pagamento in anticipo e si procedeva con la missione. Un'attività mal vista dal Kazekage che tuttavia non fece nulla per bloccarla, quel gruppo singolare anche se andava ad incrinava l'immagine delle istituzioni non rappresentava una vera e propria minaccia. Il più delle volte tuttavia il team per quanto competente si vedeva assegnare ben poche missioni fuori dal Paese e con tutto il caos scatenato da Watashi fu una conseguenza inaccettabile. Possibile che dopo tutti gli anni di servizio ancora avevano delle riserve nei suoi confronti? Sentendosi ancora limitata Fujie finì per fare una scenata nel palazzo centrale e preso di petto l'Hachidaime pur non ottenendo risultati si tuffò di sua volontà tra le fila della resistenza ai confini tra il Paese del Fuoco e della Cascata. Era li il fulcro dell'invasione della progenie e fu in quelle terre che si trovò ad affrontare una vera e propria orda sola con il suo compagno. Mostri deformi e armati di ferro antico, zanne e passi lesti. Furono colti dii sorpresa una notte di luna piena e dopo aver provato a resistergli e a seminarli arrivò il loro generale: un mostro alto due metri che esibiva un'immensa ascia bipenne e un'armatura a coprire le ossa putrescenti. La battaglia fu feroce e per quanto la donna si battesse quel mostro risultò essere immortale, ogni volta si rialzava più determinata di prima ma separata dal suo compagno finì per essere colpita in pieno petto; uno squarcio netto, il sangue che correva sul filo dell'arma, braccia penzolanti e la realtà sempre più distante. Le forze abbandonarono il suo corpo e quasi giunta tra le braccia della morte ecco che delle voci familiari la destarono. Yasei era riuscito a richiamare i compagni che appena saputo del suo scatto d'ira avevano deciso di seguirla, un pensiero comune a guidarli "Prima o poi quella sua curiosità l'avrebbe uccisa" e intrappolando temporaneamente il colosso tra le ragnatele, Shou, con l'aiuto di Reiko, riuscì a portare in salvo Fujie trasportando il lupo malconcio in spalla.
~ L'oblio della Furia e la Battaglia Finale ~
Dopo quella sconfitta sembrarono aver imparato la lezione, buttarsi a capofitto in nuove avventure per quanto emozionante poteva nascondere numerose insidie. Gli shinobi di tutto il mondo intanto si erano riuniti sotto lo stesso nome formando una vera e propria alleanza con un unico obiettivo: fermare il dio invasore. Passarono due lunghi anni da quel momento e mentre i tredici prescelti erano stati ingannati la progenie aveva invaso ogni territorio. Il culmine fu quando il dio Oscuro tornò a presentarsi con prepotenza nella mente di tutti gli umani, minacciò di distruggere ogni cosa e avrebbe iniziato il suo vero attacco partendo da Kumo. Una vera e propria guerra mondiale dove con gran stupore giunta sulle montagne della Nuvola, Fujie e il suo meta lupo rossiccio, si videro inseriti a capo di un'intera divisione; sorpresi da tale responsabilità fecero in modo da organizzare al meglio il sistema di comunicazioni, preparando dei segnali e posizionando le stazioni radio e quando i primi nemici giunsero tutto sembrò andare per il verso giusto.
Peccato che quando dai picchi innevati calarono le vere ombre nessuna luce o fuoco arse abbastanza. Il nemico era tra oro e aveva già iniziato a mietere le prime vittime. La reazione dei più inesperti fu quella di darsela a gambe e non fu sorpresa di veder arretrare anche Tazzamaru, un genin di Oto che aveva già incontrato precedentemente al campo base per una missione di studio sulla progenie. Fortuna volle che con le strategie applicate, come il fare da esca verso una trappola al lago ghiacciato situato a valle, in combinazione con l'aiuto dei monaci Yotsuki, la battaglia tornò a riequilibrarsi.
La mazzata finale tuttavia giunse poco dopo quando due signori della guerra, figli prediletti del Dio, scesero in campo. Una donna i cui geni mutati da Watashi l'avevano resa padrona della morte, i caduti si rialzavano e il suo alleato li spingeva a combattere contro quelli che erano stati i loro alleati. Fu tuttavia quest'ultimo prese di mira Fujie, brandendo la sua Ascia malefica creò un cratere immenso trascinandovi lei e Yasei fino ad un luogo remoto. Sprofondando nel buio non furono più in grado di gestire il battaglione, isolati completamente dal resto del campo di battaglia erano statti invitati ad uno contro diretto; tra una valle di lamenti e piaghe dove il sangue formava fiumi e le ossa dei morti tetri stendardi. Gli Shura sghignazzanti osservarono tutto lo scontro dove la Furia fece a padrona. Fuso in un unico Essere i due di suna riuscirono finalmente ad esprimere appieno la loro simbiosi, spinti e consumati dalla rabbia verso le accuse dell'araldo diedero sfogo a tutto il loro potere fino a quando si ritrovarono stretti in un unico essere.
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Demoni Ridevano, Demoni Godevano.
Demoni Bramavano e il Demone si Risvegliò."
L'Ōkami si risvegliò forte nella sua fede incrollabile e nella sua furia distruttrice, un corpo di bestia e la strategia di un uomo. non era la prima volta che raggiungevano quella forma, non avevano ancora imparato a controllarlo e ogni volta che si scindevano i ricordi del loro operato risultavano offuscati; quando scoprirono questa loro capacità ad andarci di mezzo fu un intero villaggio a sud del Paese del Vento, erano nel pieno dello scontro con i capitani della fazione avversaria e al risveglio era la devastazione; vite, strade e abitazioni distrutte, non un animale o pianta era sopravvissuta alla sua furia. Solo diverso tempo dopo scoprì che gli avevano affibbiato un nome, "Nashibi" o "Demone Zero", "Il bijuu senza coda".
Uno scontro senza esclusioni di colpi, due chakra immensi e al fuoco ardente dell' Okami si opponeva l'oscurità dell'Ascia. Quando infine padrone dell'Ira l'avversario riuscì a scindere la trasformazione Fujie finì per essere colpita nuovamente al petto, ancora il filo di un'arma, dell'Ascia in persona l'aveva colpita in pieno petto. Un deja-vu la confuse mentre annegava nel suo stesso sangue e vittima di una sorta di genjutsu fu isolata anche dal suo compagno e dalla sua fede. Dal nulla una torre e a pochi passi dall'ingresso lle opzioni erano due: una lunga scala a chiocciola portava in alto verso la luce così come in basso verso l'oscurità più nera. Di sottofondo l'avversario ancora minacciava, terrore a gelarle le vene e i suoi passi si mossero in fretta a nascondersi nel buio. Dubitò della sua forza e della sua fede ma proprio quando stava per scendere dal'ultimo gradino una strana sensazione la fermò quasi trascinandola indietro, le parve a tutti gli effetti la presenza di Yasei, era il suo modo di strattonarla tirando gli abiti.
Stanco di aspettare l'araldo si materializzò di nuovo ma proprio mente stava per sferrare il colpo decisivo una forza più grande arrestò la sua corsa, quel mondo illusorio cadde in pezzi e la sua energia fu assorbita da Watashi.
Quando rinvenne sulla donna erano posizionati diversi medici, l'emorragia era stata fermata e preso sarebbe rimasta solo un'altra cicatrice a formare una strana X sul suo petto; a preoccupare fu tuttavia il suo arresto cardiaco prolungato per diversi minuti. Yasei non si era mai arreso e anche quando i soccorsi si erano fermati lui era rimasto a vegliare su di lei.
Ingoiato qualche tonico di troppo si avviò verso la fase finale dello scontro, tutti gli shinobi sopravvissuti si erano radunati verso il centro. Tentennò nel vedere Watashi manifestarsi in forma umana ma l'uomo che gli stava tenendo testa emanava un'aura rassicurante, lo osservò a lungo arrivando a pensare che fosse l'incarnazione del Signore della Luce. Scintillante il suo chakra contrastava i colpi del tiranno e mentre altri shinobi si sacrificarono per dargli il tempo di annullare la nebbia di quel limbo, la rossa si avvicinò. Ricordò solo nel momento di impugnare le armi che le sue Senkuchi erano andate distrutte nello scontro con l'Ascia, empaticamente avvertì il rammarico del compagno che era riuscito a malapena a recuperarne i pezzi. Ma non si fece abbattere, non poteva essere solo questo a fermare la sua forza, il Dio della Notte era li davanti e con la sua Luce lo avrebbe fatto scomparire. Per la prima volta senza le sue armi a fare da conduttore tra lei e il lupo Fujie riuscì a trasformarsi nell'Okami di sua volontà: alta quanto l'uomo e più, la bestia si ergeva su uno scheletro umanoide ma la testa e gli arti erano quelli di un demone, un lupo mannaro assetato di sangue. La muscolatura possente ricordava solo vagamente i tratti delle due parti che lo componevano: pallide ombre dell'equipaggiamento e dell'abbigliamento della donna, lunghe estensioni all'altezza dei gomiti e il pelo rossiccio a definirne il corpo, per il resto era puro chakra cremisi che denso e scuro continuava a vorticare fuori controllo. Quando si concentrò per richiamare a se il chakra chi le era attorno fu avvolto da una nube di fumo calda: quando si diradò avvolto da una potente aura fiammante l'Ōkami ruggendo si unì con prepotenza nell'attacco finale. Parte del chakra del suo mantello plasmò una palla di fuoco incandescente tra le fauci e fu scagliata verso il dio con una gittata impressionante e una potenza di deflagrazione non da meno.
Dopo quello sforzo immane il demone lupo si dissolse e con lui Watashi.
Nei festeggiamenti generali nessuno pensò di cercare il corpo di quel guerriero luminescente non sembrò importare delle sorti di chi aveva reso possibile la disfatta del tiranno. Chi era? Fujie diversamente dalla moltitudine di shinobi era interessata a lui, ne era stata attratta come poche altre cose prima di allora e mentre c'era chi piangeva di gioia lei corse sull'altura in cerca di tracce. Fiutò l'aria insieme al suo compagno ma di lui non restava che un prezioso ricordo.
~ Il randagio della Nebbia ~
//.. Work in Progress.. - Role libera con Kuro //
~ Coloro che vivono nello Sporco ~
Per aumentare le sue probabilità di rintracciare il paladino che aveva sconfitto le tenebre Fujie pensò bene di provare ad affrontare una delle prove più ardue per lei, avvicinare e integrarsi al sistema burocratico ed esecutivo. Era già dai tempi della soffiata dei suoi compagni - ormai ex anbu - che si domandava come funzionava la distribuzione degli incarichi, il calcolo delle priorità e meccanismi di sorta che si nascondevano dietro l'assegnazione delle missioni e perchè venivano incaricati certi shinobi piuttosto che ad altri; in principio la sua era una delle poche e forse l'unica curiosità, cui non sentiva il bisogno di rimediare, con il tempo però le cose erano cambiate e al termine della guerra si decise verso questa sua idea di bilanciare l'esclusione di Shou e Reiko di cui si sentiva responsabile, una logica contorta il suo presentare domanda per rimediare alla soffiata dei due amici fatta su Gunjin che gli era costato il posto. Come sempre a prevale fu l'istinto e la rossa ben presto ricevette risposta tramite un messaggero molto particolare e poco avvezzo all'igiene: un pipistrello messaggero. Il contenuto della lettera che portava la portò fuori dalle porte di Suna dove chi aveva scritto pensò bene di non mostrarsi, nascosto nell'ombra della notte gli presentò una situazione particolare che dovevano risolvere come "test" e prima che questi sparisse per prendersi d'anticipo sul viaggio da affrontare, la donna ebbe modo di fare conoscenza con quello che sarebbe stato il suo compagno di missione. Un ninja-talpa in tutina rossa che muovendosi agilmente sottoterra ben presto diede sfoggio della sua lingua biforcuta e delle sue abilità.
Le furono date poche informazioni e una vaga meta da raggiungere, verso Nord, al passo dell'Elefante. Dovevano recuperare un suo uomo e l'oggetto della sua spedizione svoltasi ai confini con il Paese del Ferro, non si avevano notizie di lui da troppo tempo. Gli fu imposto silenzio sulla questione e libertà di rifiutare con l'unico dettaglio di cancellare i ricordi di quel loro breve incontro in caso di rifiuto. Spinta dalla curiosità e dalla voglia di scoprire il modus operandi delle squadre speciali la rossa infine - pur scettica - accettò di viaggiare disinformata convalidando quella "Compartimentazione dei segreti".
Durante tutto il viaggio il compagno di nome Shipuru diede fondo a tutta la sua sfacciataggine mettendo a dura prova la pazienza della jonin. Ben presto i due si trovarono a rincorrersi e mentre il primo pareva divertito dalla situazione provocatoria e dalla gran molte di trappole piazzate, Fujie e Yasei fecero di tutto per riportarlo sulla retta via. Ben presto tuttavia tutto quel rincorrersi finì per il folle gioco che era e ad interrompere il tutto fu il boato di un'esplosione, un crollo improvviso e l'odore di sangue nell'aria a pungere l'olfatto del duo. Uscendo allo scoperto un anbu di guardia al confine annullò la tecnica di mimetizzazione, una donna; la sua maschera con delle piccole antenne ricordava un'ape o una vespa ma ciò che più la colpì fu il coprifronte che portava in vita, era di Sunagakure, perchè allora aveva appena inchiodato Shipuru e perchè lo classificava come un ricercato di classe A?
Si trovò così a considerare più attentamente la situazione in cui si era cacciata e con un masso a bloccarle la strada e la poltiglia che era rimasta della sua guida-schizzoide, avrebbe dovuto dare ma al tempo stesso pretendere delle spiegazioni dall'uomo che l'aveva ingaggiata. Tuttavia non ci fu tempo per tutto questo e mentre cercava di spiegare in qualche modo la situazione all'anbu ecco che Shipuru risorse dalle ceneri, la parte superiore del suo corpo legata a quella inferiore tramite appena un lungo budello, si sollevò fin sopra un'altura e da li l'uomo sferrò un attacco ai danni dell'anbu. Colpita in pieno al collo dal dardo avvelenato questi si accasciò al suolo mentre il suo aguzzino continuava a ridere e scherzare sguaiatamente e il tutto sotto lo sguardo attonito di Fujie che non sapeva più che pesci pigliare e da che parte stare; infine a prevalere fu la logica delle apparenze e intervenne ai danni del mostro immortale, provocò una frana per intrappolarlo e poi soccorse la donna. L'intervento servì a ben poco ma quando questi tornò alla carica dal nulla uno shuriken a forma di pipistrello gli si conficcò in fronte e la carta bomba legata al piccolo gioiello esplose insieme ai resti del criminale in tutina.
L'uomo che l'aveva ingaggiata per la missione di test era tornato e finalmente potè osservare le sue fattezze: vestito completamente di nero teneva il volto coperto da una maschera scura ed era atterrato sfruttando un mantello formato da centinaia, forse migliaia, di piccole creature svolazzanti, li aveva sentiti squittire e poi sparire nel nulla. L'odore inconfondibile degli animali che portava addosso tuttavia confermò la sua identità e l'odore tracciato al momento della partenza. In breve si avvicino alla donna tra le sue braccia ed estraendo il dardo ne usò l'estremità per bucare il bubbone creatori per farlo spurgare, tempo dieci minuti e trasportò entrambe fino ad un rifugio sotterraneo dove potè somministrare un antidoto e le prime cure del caso. In seguito disse di doversi assentare e lasciò la donna alle sue cure, un tempo che Fujie cercò di sfruttare per avere quante più informazioni possibili sul disordine che dovevano risolvere al confine.
Ancora una volta non ci furono spiegazioni per lei, riuscì solo ad origliare qualcosa in una discussione avuta tra i due, probabili amanti, che la portò ad insospettirsi sulla natura dell'incarico che era stata chiamata a svolgere. Yasei che aveva aspettato in superficie dopo alcune ore vide tornare la compagna in compagnia dell'anbu-pipistrello senza nome e capì che l'altra era stata lasciata a riposo nei sotterranei.
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