Posts written by ArdynIzunia

view post Posted: 7/5/2022, 09:55     Sondaggio - Contest Grafico #68 Edizione Meme VI: Il Summit dei Kage, Girone 1 - Grafica
Azzo, qui se la giocano mr. Bean e Nick xD
Voto per mr. Bean, perché la gif da quella marcia in più :asd:
view post Posted: 4/5/2022, 13:14     +1Spedizione C · 面倒 Mendō · Seccatura - Spedizioni


面倒 Mendō · Seccatura

Kuochisana-sen, Paese delle Onde ZLnMVNP
Una ventina di chilometri da Sado
5 Gennaio 253 DN



Nuovamente seduti all’interno della cabina, con la carovana nuovamente in movimento, i due Nara ebbero modo di commentare quanto accaduto sotto lo sguardo pensoso, o almeno si presume, dato gli occhiali da sole, dell’Aburame la quale si limitò a rimanere in silenzio, ad ascoltare i due compagni di viaggio, braccia conserte mentre si mordicchiava la punta del pollice. « In che razza di guaio ti sei cacciato… » Sembrò farfugliare la ragazza, tra se e se, in maniera quasi impercettibile, ma ai due Nara non sarebbe passato inosservato quel suo cambio di umore.

« Se volete citarli, nel vostro rapporto, liberi di farlo. L’importante è che non intralcino il nostro lavoro.» Si limitò a commentare, come se la cosa non la riguardasse più di tanto…

Sado, Paese dell’Acqua yGeXm1c
Tardo pomeriggio,
5 Gennaio 253 DN



Il porto di Sado, da quando erano iniziati i traffici commerciali gestiti dalla Compagnia con le Isole Orientali, era diventato brulicante di vita, un piccolo villaggio tanto eterogeneo da far venire quasi il dubbio di non essere nel Paese dell’Acqua. I moli erano gremiti, tra marinai e mercanti, intenti a controllare merci, caricare e scaricare i diversi tesori portati da oltre oceano o verso esso diretti. Locande e taverne avevano trovato un florido catino da cui attingere profitto e nuove costruzioni venivano erette, per permettere una più facile gestione dell’intento flusso migratorio che passava da quelle parti. Per gli abitanti del posto non era quindi così strano vedere giungere piccole delegazioni di ninja di altri paesi.

Lasciarono la carovana all’ingresso del piccolo villaggio, muovendosi in direzione della piazza centrale, a quell’ora gremita di gente che si muoveva, ritardataria, tra le bancarelle di mercanti che volevano vendere le ultime merci arrivate, o per concludere con la vendita di quel che era loro rimasto. Naoko, nel vedere tanta gente ancora in giro, non riuscì a trattenere una smorfia.

« Fantastico… Ora ti voglio per trovarlo, in mezzo a questa baraonda…» Commentò infastidita, cercando di tendere il collo per guardare oltre la folla rimasta, ma con la sua statura la cosa appariva abbastanza ridicola. « Col nostro contatto eravamo d’accordo che ci saremo trovati qui in piazza, ma… Sinceramente? Non ho nemmeno idea di che faccia abbia, sto tizio. Mi hanno solo detto che sarà lui a trovare noi…» Ammise la ragazza, in maniera non molto incoraggiante: strano che non avessero fornito dettagli sulla persona da incontrare, a meno che non si trattasse di un qualche infiltrato di cui era necessario cercare mantenere quanto più possibile segreto il suo legame con Konoha, ma… Aveva davvero senso una tale segretezza, data la mole etnica di persone che frequentava quel posto?

Percossero pochi metri nella piazza gremita che Kyosuke si sentì sfiorare un fianco, proprio dal lato dove portava il copri fronte: un tocco leggero, quasi fosse dato distrattamente da un passante. Bastò abbassare lo sguardo e di quel distintivo non vi era più traccia. Gli era stato sfilato via con una facilità disarmante. Il Nara avrebbe avuto il tempo necessario per voltarsi, cogliendo così il baluginino metallico della placca allontanarsi, stretta nelle fauci di un grosso cane dal pelo scuro, nero come la pece, che con uno sventolare di coda svoltò dietro un angolo, sparendo alla vista. Sarebbe però bastato correre seguendo quella direzione che eccolo, di nuovo, quel cane, col copri fronte in bella mostra stretto tra i denti, quasi ad aspettare, sincerarsi di essere seguito, per poi svicolare via in qualche altro vicolo. Era palese, quindi, che quel cane volesse essere inseguito, per portarli dove solo i Kami potevano saperlo.


view post Posted: 1/5/2022, 13:27     Conto di Hanna - Banca
Stipendio Maggio

• Paga Shinobi Chunin
120 Ryo

Nuovo totale 1.935 ryo
view post Posted: 1/5/2022, 13:26     Conto di Hachi Yamanaka - Banca
Stipendio Maggio

• Paga Shinobi Chunin
120 Ryo

Nuovo totale 6.620 ryo
view post Posted: 1/5/2022, 13:26     [Maggio] - Censimento mensile - Censimenti
Nome e cognome del personaggio: Hachi "Kacchan" Yamanaka
Rango: Chunin
Lavoro bonus: ///
Link alla scheda: X
Link al conto: X




Nome e cognome del personaggio: Hanna
Rango: Chunin
Lavoro bonus: ///
Link alla scheda: X
Link al conto: X
view post Posted: 29/4/2022, 09:54     +1Die andere Seite - Spedizioni


Posizione Ignota

Roccaforte straniera in località non pervenuta,
Data non pervenuta



Lo scorrere del tempo, ormai, aveva perso d’importanza. Che senso aveva sapere quante volte quel continuo rincorrersi di sole e luna si susseguiva, se poi lui continuava a trovarsi nella stessa, identica, situazione? I giorni, ormai, si ripetevano uguali a se stessi, fino all’esasperazione: afflitto dai dolori per la posizione in cui era costretto e per le ferite riportate, perennemente stordito, reso poco lucido dalle droghe che lo costringevano ad ingerire, nascoste dalla misera facciata di un pasto frugale ed essenziale, che in più di un’occasione i suoi aguzzini erano stati costretti a farglielo ingerire a forza. Anche le funzioni corporali si erano ridotte al minimo, come se il corpo stesso cercasse in tutti i modi di assimilare e sfruttare quanto più possibile, di quello che otteneva, per poter sopravvivere. Certo, non andare di corpo non lo preoccupava poi molto, ma discorso diverso era se, al contrario, rischiava un blocco renale… Tanto per aggiungere la ciliegina sulla torta di merda in cui era immerso.

Doveva assolutamente fare qualcosa, qualunque cosa, per sottrarsi da quella situazione. Raccogliere energie, quel tanto da permettergli di cercare una via di fuga, al minimo segnale di distrazione: appariva come uno scenario tanto invitante, ma dall’attuazione impossibile. Niente bis, allora, di quanto accaduto in quel villaggio di aborigeni, con i suoi spettri di acre fumo nero ad atterrire quegli animi e permettergli di muoversi in tutta tranquillità. Evidentemente i Kami e le divinità protettrici di quella gente non avevano gradito quel suo spettacolo e, adesso, doveva inventarsi qualcos’altro per salvarsi la pellaccia.

Provare una via più diplomatica, sfruttare la sua parlantina, magari per cercare un accordo con i suoi aguzzini, per salvarsi la vita… Sarebbe stato l’ideale, peccato, solo, per quel piccolo dettaglio della differenza di idioma. Lui non capiva un’acca di quello che quei tizi dicevano e loro, presumeva, non capivano un’acca di quel che diceva. Non che fosse stato particolarmente loquace, in questi giorni di prigionia. Aveva preferito la via del silenzio, ascoltare, cercare di studiare e comprendere quel loro modo di parlare, sperando di riuscire, seppur in minima parte, a comprenderlo. Sfortunatamente, però, le droghe ovattavano la sua percezione dei suoni, sempre ammesso che ciò non fosse dovuto ad una lesione del timpano, quindi le voci fuori cabina gli giungevano parecchio sottili, difficili da afferrare.

Poi, però, qualcosa ruppe quella routine. Lo Yamanaka se ne accorse solamente quando sganciarono la carrucola che lo teneva appeso al soffitto della sua cabina, facendolo cadere rovinosamente a terra. Un verso strozzato gli sfuggì dalle labbra spaccate, il dolore alle spalle ad invadergli il corpo come una fiamma bianca, tanto intenso da farlo rabbrividire da capo a piedi. Pronunciò un’imprecazione, mentre cercava di mettersi dritto, provare, quanto meno, ad ergersi in ginocchio, ma gli uomini venuti a prenderlo non gliene diedero il tempo, agguantandolo in malo modo dalle braccia, procurandogli un’ulteriore incremento di glutammato peptide, come se non fosse palese come i suoi neuro recettori stessero mandando segnali a tutto spiano, fuochi d’artificio a forma di SOS, resi ancora più luminosi dal forte stress a cui era sottoposto.

Con uno strattone, cercò di divincolarsi dalla presa di uno dei due, tentando malamente di mettersi dritto da solo, provando a muovere qualche passo, incerto a causa delle gambe che formicolavano, per via della prolungata sospensione a cui era stato sottoposto, per non parlare delle penetranti stilettate che gli causava la lesione al ginocchio, una pugnalata dritta sul tendine del quadricipite femorale, tra la sezione della fascia lata e la rotula, che si ripeteva ogni qual volta poggiava il peso sull’arto sinistro. Lo spintonano, quando sembra rallentare il passo, strattonandolo, per farlo andare più veloce, ma al giovane non sembra importargliene poi molto.

La sensazione di calore della luce del sole è una carezza delicata, così come il soffio del vento un tenue palliativo ai suoi dolori. Anche la sensazione dei diversi materiali sotto i piedi nudi, in qualche modo, sembrano infondergli una tenue sicurezza. Quelle sensazioni sono segni evidenti del fatto che si, è ancora vivo e si, può ancora trovare un modo per scampare anche a questo supplizio. Il cervello, quindi, galvanizzato da tutti quegli enzimi in circolo, analizza famelico, gli occhi a scrutare quanti più dettagli possibili, le orecchie tese, pur di riuscire a capire dove si trovasse e cosa, quella gente, si dicesse. E quando si rende conto del luogo in cui si trova, il giovane non può far altro che sospirare, frustrato. Ora si che poteva dire addio all’idea di sgattaiolare via come un topolino: troppa gente armata con cui fare i conti, almeno nelle condizioni in cui versava, anche se… Per come era ridotto, anche un bambino armato di bastone poteva facilmente metterlo al tappeto.

Cerca di memorizzare la strada che percorrono, ma sa bene che ha poco senso: anche riuscisse a fuggire, sarebbe impossibile farla franca. Davvero, nella sua mente, si delinea l’idea di cercare vie traverse per ottenere la salvezza. In cuor suo spera lo stiano portando dal loro capo, forse quell’ometto bizzarro che gli era sembrato di aver visto, durante i primi giorni di prigionia…. Almeno lui, a differenza degli altri, gli aveva dato l’impressione di comprendere un minimo il suo linguaggio, magari avrebbe trovato un modo per patteggiare la sua libertà e…

Quando l’ennesima porta si apre, Kacchan quasi non si sorprende di ritrovarsi nell’ennesima cella. Probabilmente vogliono tenerlo qualche giorno li, prima di farlo parlare col loro capo, ma… C’è qualcosa, in quella stanza, che gli lascia una strana sensazione di disagio addosso. Prima ancora di notare le cinghie su quello che sembra un tavolo, è l’odore a fargli iniziare a battere il cuore all’impazzata, il respiro affannoso. Per un attimo la vista, già di per sè offuscata, si tinge di rosso, l’arredo di quel sotterraneo a sostituirsi con ben altra stanza di muratura, con un arredamento ben diverso, un bambino che veniva trafitto dalla lunga spada serpeggiante della Tsuchikage e il suo sangue ad insozzarlo da capo a piedi.

Un fremito, seguito da una risatina isterica, mentre la stanza, ai suoi occhi, cambia nuovamente aspetto: un vecchio deposito interrato, un uomo legato ad una sedia, con gli arti martoriati, l’odore di sangue ed urina ad ammorbare l’aria, appesantito da quello delle sigarette che lui era solito fumare. Le suole delle sue scarpe ormai guazzano nei liquami della sua vittima, sarebbe stato utile un canale di scolo, per ripulire quello schifo, ma a lui non importava. Dopotutto, aveva già le sue anime ad ammorbargli lo spirito, con la loro sete di vendetta, nei confronti dell’uomo sui cui si era tanto accanito. Quel mercante, alla fine, lo aveva lasciato lì, a macerare, avvolto dalle anime che bramavano lo scotto per le sofferenze che avevano patito in vita, a causa delle sue malefatte.

« Chikushou, ma che bel posticino… » Non può fare a meno di trattenersi, mentre lo prendono di peso e lo piazzano su quel tavolo, legandolo stretto con diverse cinghie di cuoio, immobilizzandolo per bene. Trattiene il fiato, divorato da sensazioni estremamente contrastanti, mordendosi il labbro inferiore, mentre saggia la morsa ferrea del cuoio sulla pelle nuda. Sa bene cosa succederà, di lì a poco, e tutto si sarebbe giocato su quel breve lasso di tempo, quel frangente in cui vittima e carnefice incrociano lo sguardo ed entrambi comprendono cosa ne sarà l’uno dell’altro.

Quando sente la porta aprirsi nuovamente, dei passi annunciare l’arrivo di chi è stato mandato a fargli pentire di essere uscito dal grembo materno, un brivido di eccitazione lo pervade da capo a piedi, consapevole di come, ciò che pronuncerà, potrebbe costargli la vita. Tutto, adesso, si gioca su una sottile, labilissima, domanda: colui mandato a torturarlo, sarà in grado di comprendere un minimo quel che lui avrà da dire?

« Anulare e mignolo della mano destra sono insensibili, così come il resto dell’avambraccio. Probabilmente è dovuto ad una lesione del nervo cervicale. Il ginocchio sinistro, invece, è già danneggiato, nel caso avessi intenzione di provare con una martellata sulle rotule. Se vuoi provare con dei chiodi sotto le unghie, non garantisco però di una sua utilità: per curiosità, una volta, l’ho provato… Certo, fa un male porco, ma… Beh, la sensazione del metallo nella carne è… particolare, forse è per questo che mi piace riempirmi di piercing in ogni dove… E si, ho anche esplorato l’intrusione di oggetti oblunghi in particolari orifizi e questo non di mia volontà. Lo sto dicendo giusto per dovere di cronaca, non vorrei snervarti nel tuo cercare di estrapolarmi informazioni sotto tortura.» Inizia a parlare il giovane, lo sguardo rivolto verso l’alto. Non ha ancora visto in faccia il suo aguzzino.

« E ti dirò, sinceramente non ho voglia di provare questa inaspettata inversione di ruoli, ma… Non ho la fortuna di certe persone, che puoi tagliuzzarle a loro piacimento e non batteranno ciglio, quindi perché perdere tempo a sporcare gli strumenti del mestiere? Ho cose in sospeso a cui tengo particolarmente portare a termine, perciò risponderò senza problemi a tutte le domande che mi farai. » Solo allora volge lo sguardo e gli occhi cobalto del giovane vengono attratti, curiosi, dal viso di quell’uomo. Ironico come avessero gli stessi gusti, in fatto di taglio di capelli, ma se lui aveva usato quello stratagemma per nascondere parte delle cicatrici da ustione, l’altro lo sfoggiava per risaltare l’enorme cicatrice che gli deturpava il volto. Gli occhi del giovane osservano curiosi la linea che, presume, sia stata tracciata da una lama, fino a fermarsi su quel suo sguardo sobriamente triste. Quell’uomo, deve ammetterlo, lo incuriosisce da matti… O, più semplicemente, il matto, lì dentro, è proprio lui, visto che sembra manifestare fin troppo spesso uno spiccato interesse per persone palesemente disturbate in qualche maniera: vedasi come è andata a finire con Jikan…

« Come te la sei fatta? » Gli domanda, visibilmente incuriosito. Il suo sguardo non si stacca da lui, cercando di seguirlo ad ogni suo passo. « Certo, sei tu che devi fare le domande, ma volevo provare a rompere il ghiaccio… Se vuoi, ti posso dire come mi sono procurato questa… » E, così dicendo, con un cenno del capo fa riferimento alle enormi cicatrici da ustione che gli coprono buona parte del braccio e del fianco, oltre che parte di collo e mascella. « Dalle mie parti esistono oggetti in grado di esplodere a comando, e ti sorprenderesti se ti dicessi che potrebbero assumere le forme più disparate. »



view post Posted: 27/4/2022, 14:23     Laudatio Funebris - Arena
« No, Hanna-san. Non hai fatto nulla. Non sei qui per colpa tua. » Pronunciò la donna col tono più rassicurante possibile. Hanna tirò sul col naso, abbassando le braccia tese e portandosele al ventre, incrociate, le dita ad accarezzare titubante quel bendaggio stretto. Nonostante le parole pronunciate dalla donna, volte a spiegare quanto gli era successo, al bambino apparivano completamente aliene, come se stesse raccontando di avvenimenti a lui completamente estranei. Non ricordava affatto di essersi sentito male ne, tanto meno, di aver avuto a che fare con del chakra oscuro. Da che ne avesse memoria, il suo lo ricordava sempre chiaro, opalescente, quando si manifestava sotto forma di filamenti.

« Chakra oscuro? Il mio chakra è sempre stato opalescente... Non capisco...» Dichiarò a voce quella sua perplessità, abbassando lo sguardo nuovamente sulle mani, cercando, come aveva fatto in precedenza nella sua stanza, di estrarre quanti più filamenti possibili, prima che i sigilli vergati sulle bende li assorbissero. Ne fece un piccolo gomitolo, fluttuante tra i palmi, che rapido mostrò al medico, quasi trionfante. « Vede, Yumi-sama? Il mio chakra non è oscuro! » Pronunciò entusiasta, per poi sospirare tristemente quando vide i sigilli attivarsi e far sparire quella piccola matassa fuligginosa. Troppo concentrato com'era, non si accorse che la donna aveva iniziato a frugare tra le sue cose e sobbalzò, irrigidendosi tutto, sulla seduta, quando la donna sbatté con irruenza la mano sulla scrivania.

Trasalì, tanto rigido che la seduta della sedia scricchiolò dietro la sua schiena, gli occhi vitrei che schizzavano da una parte all'altra della stanza, in cerca di una via di fuga. « Hiroki-oniisan. » Sentire pronunciare il nome dello Hyuga lo ammutolì, costringendolo a trattenere il fiato. Forse era una coincidenza, non poteva essere proprio di lui, che la donna stava parlando... Dopotutto, Hiroki era un nome così comune e, da quel che sapeva, lì ad Oto quel particolare Hyuga si faceva chiamare con ben altro nome e...

Gli bastò un occhiata alla scrivania, sulla foto raffigurante proprio Onigami, Hiroki Hyuga, per capire di essere nei guai, ma... Quel che la donna diceva non aveva il minimo senso. Lui doveva saperne qualcosa? Seriamente?

Uno sbuffo infastidito gli uscì dalle labbra, segno evidente del suo fastidio. « Perché queste domande? Dopotutto, lei è un pezzo grosso del villaggio, dovrebbe sapere benissimo queste cose, anzi, forse addirittura meglio di me, che sono solo un bambino... Era questo che mi dicevano, quando chiedevo di Onigami, di che fine avesse fatto, dopo la nostra prima missione svolta insieme. » Incrociò le braccia al petto, iniziando a pronunciare, con voce maggiormente stridula. « Sei solo un bambino, queste cose non ti interessano... Se conosce il suo vero nome, Yumi-sama, di sicuro saprà anche che fine ha fatto. O mi vuole far credere che, davvero, pensa che io, un bambino, a cui i lacchè di Saito-domo non hanno voluto dir nulla, su che fine abbia fatto, ne sappia qualcosa di più.»

Si alzò in piedi, sulla sedia, per poi scendere con un saltello, indispettito, facendo così rovesciare la sedia per terra. Riversa su un fianco, sembrava un cetaceo arenatosi sulla battigia. « Fosse dipeso da me, l'avrei cercato immediatamente, fin dai primi giorni in cui non si avevano sue notizie, ma no... Nessuno voleva darmi retta, perché sono solo un bambino. Poi è sparita pure Keigai e nessuno che mi dava ancora notizie. Poi hanno attaccato il villaggio e ancora niente, mi hanno trascinato via come un sacco di patate, specialmente quando ho cercato di intrufolarmi nei laboratori sotterranei... E io non ne so nulla! IO. Come è possibile che LEI non ne sappia nulla, di quel che gli è successo. Mi prende in giro? E toglietemi queste bende maledette!» Imprecò, cercando di togliersi di dosso il bendaggio, provando a strapparlo a suon di denti ed unghie.
view post Posted: 20/4/2022, 10:43     Conto di Hachi Yamanaka - Banca
Acquisto UI per le Kage no Hotaru

• Acquisto e distribuzione di UI per il gruppo di cui fa parte il PG [X]
1.000 Ryo

Nuovo totale 6.500 ryo
view post Posted: 20/4/2022, 10:41     Inseguimenti e Caccia - Regolamento
Trimestre Dicembre 252 DN - Febbraio 253 DN

Per conto delle Kage no Hotaru, effettuo l'acquisto di 4 Unità Investigative, scalando il loro costo dal conto dell'unico membro PG del gruppo (-1.000 ryo) e le distribuisco in questa maniera:

2 UI nel territorio del Paese della Terra - Rintracciare Masaru Takeda, per ricostruire i suoi ultimi spostamenti [Avanscoperta]

2 UI nel territorio del Paese dell'Acqua, che si sposteranno poi verso le Isole Orientali - Rintracciare Kacchan Yamanaka, per ricostruire i suoi ultimi spostamenti [Avanscoperta]

Motivazione GdR On presentata nel corso di questa giocata [X]
view post Posted: 20/4/2022, 10:40     +1Die andere Seite - Spedizioni


Posizione Ignota

A bordo di una nave,
Data non pervenuta



Il rumore del sartiame che si tendeva, a poppa, appariva come un lamento flebile, nella notte, mentre lo sciabordare delle onde faceva da contralto, in una lenta nenia che acquietava il sonno, ma lì, nella stiva, in un cantuccio distante dove le assi di legno incatramato impedivano alla seppur flebile luce di passare, non vi era ne pace ne quiete, nonostante il lento oscillare del vascello ricordasse il lento dondolare della culla di un infante.

La corda di canapa stringeva dolorosamente intorno ai polsi, ormai segnati dalla fibra grezza, piagati. Prudevano da matti, ma in quella circostanza rappresentavano decisamente il male minore: le braccia tese, le spalle contratte da talmente tanto tempo che, ormai, non le sentiva nemmeno più. Ogni respiro, per Kacchan, rappresentava un calvario, appeso com'era in quella posizione, il buio della sua prigione ed il dolore come suo unico compagno.

L'avevano spogliato di tutto, lasciandolo vestito lo stretto necessario per coprir le vergogne, ma non i lividi e i tagli che sfregiavano il suo corpo martoriato. Sul fianco destro, all'altezza del costato, un grosso ematoma indicava il punto dove, probabilmente, più di una costola era stata incrinata; il viso tumefatto, gonfio, lì dove il naso era stato spaccato e lo zigomo fratturato rendevano i lineamenti quasi irriconoscibili. Le gambe, poi, seppur coperte dai pantaloni, serbavano anche loro uno stuolo di medaglie, fatti di tagli ed ematomi, nascondendo un ginocchio gonfio.

Lo scontro con quella donna, sulle Isole Orientali, l'aveva annientato completamente, le energie che faticavano a tornare. Certo, i suoi aguzzini facevano di tutto per tenerlo sul filo di lana, dandogli lo stretto necessario per non farlo morire di fame, sete o setticemia, ma... Il chakra sembrava non voler ricarburare il suo motore interno.

Inizialmente aveva supposto fosse dovuto alla misteriosa erba che aveva ingerito ad inizio scontro, eppure, presumeva, erano passati giorni da quando l'aveva assunta, il suo organismo doveva, per forza di cose, aver smaltito quella droga, eppure... Probabilmente stavano continuando a drogarlo, contaminando il cibo, per evitargli di usare quel suo "giochetto con gli spettri". Aveva cercato, malamente, di saltare qualche pasto e, in quelle circostanze, si era anche sentito vagamente meglio, sfruttando quelle poche energie ottenute per risanare le ferite interne più gravi. Poi, però, veniva preso di peso, costretto ad ingurgitare un qualche alcolico scadente, ma tanto forte da stordirlo completamente. Ed ecco che, nuovamente, si ritrovava senza forze, inerte, solo. Da quando si era risvegliato, nemmeno gli spettri si erano degnati di fargli compagnia, neppure quelli a lui più inseparabili.

Solo. Completamente solo. Abbandonato a sé stesso.

Vedi? È questo che succede, quando si vuole prestare aiuto agli altri.

Ti eri ripromesso di non farti fregare più, di vivere senza che nessuno potesse ostacolare i tuoi bisogni e desideri, ma guarda come ti sei ridotto, a voler aiutare una a m i c a che non si è fatta alcuno scrupolo ad abbandonarti, quando non le servivi più...

Nessuno verrà a salvarti, perché a nessuno importa davvero di te.


Paese della Pioggia - Ame no Kuni 雨の国

魂の庭 Tamashī no Niwa
covo delle Kage no Hotaru 影のホタル
15 Novembre 252 DN



Un lento ticchettio scandiva lo scorrere del tempo, in quella stanza buia e fredda, le uniche fonti di luce rappresentate dai led che illuminavano un grosso cilindro di vetro, una capsula di incubazione al cui interno, sospesa in una soluzione salina, ribolliva un liquido denso e scuro.

Il viso di Makoto Yotsuki era riflesso su quella teca resistente, nonostante il suo dito andasse, ritmicamente, a batterci sopra, osservando annoiata quel liquido reagire al suo tocco. Kacchan le aveva spiegato che si trattava di quella strana sostanza che permetteva a loro due di fare quelle cose strane che facevano. Non che ci avesse capito granché, solo che si chiamava... Cretinina? Chivallina? Boh, che le fregava. Quel che le importava, a lei, era che quella cosa che il suo corpo produceva continuasse a permetterle di fare quel che faceva, senza darle troppi problemi. Certo, lei era un caso a parte, ma per Kacchan, ogni volta, usarla era un calvario. Per estrarla, poi, non ne parliamo...

Con un sospiro rassegnato, la ragazzina incrociò le braccia sul tavolo da lavoro, osservando distratta tutti i macchinari strani che il suo aniki stava usando per portare avanti le sue ricerche. Anche di quelli, non aveva la benché minima idea di cosa servissero, nonostante alcuni li avesse lei stessa costruiti, seguendo le attente e precise indicazioni dello Yamanaka...

« Che fine hai fatto, fratellone? » Domandò rassegnata, senza ricevere risposta. L'ultima volta che l'aveva visto risaliva al giorno del suo compleanno, il 3 Ottobre, quando aveva ricevuto quella richiesta di aiuto da parte di Masaru. Come suo solito, non aveva minimamente esitato a correre in aiuto della Jinton, ma... Era da troppo tempo che non avevano più sue notizie e, in tutta sincerità, alla Yotsuki la cosa iniziava a pesare abbastanza.

Il rumore di passi in avvicinamento, tacchi alti che sbattevano sul pavimento piastrellato di quello scantinato, non preoccuparono minimamente l'adolescente. Sapeva perfettamente di chi si trattava dato che, tra gli abitanti del piccolo borgo, solo loro due avevano il coraggio di avvicinarsi a quel posto da incubo. La porta si aprì senza preavviso, la figura di Shiroko si sporse, permettendo alla luce in corridoio di illuminare lo studio. « Kacchan, ascolta, avrei bisogno di un tuo consulto per... »

L'albina si fermò sulla porta, sorpresa di trovare lo studio inattivo e Makoto lì, imperterrita a crogiolarsi nella sua tristezza e desolazione. « Ma... Ma come. Non è ancora tornato? » « No. » « Hai provato a contattarlo? » Domandò la pallida Shiroko, avvicinandosi all'amica che, in tutta risposta, allungò un braccio sul tavolo, frugando tra le carte lasciate incustodite e tirando fuori una catenella a cui era legato un ciondolo di cristallo chiaro. « Se lo è dimenticato qua. »

« Kuso. » Sibilò la più grande, appoggiandosi di peso contro il bordo del mobile, per poter osservare per bene il volto dell'amica: quello sguardo spento non le piacque affatto, mentre lei si rigirava quel monile tra le dita. Già una volta Makoto aveva sofferto la perdita di un fratello e conosceva perfettamente quel senso di impotenza nel non poterlo aiutare. Ci erano già passate e, di certo, la pallida donna non voleva rivedere la sua protetta nuovamente ricadere in quell'abisso di dolore.

« Ok, sai cosa? Andiamo a cercarlo. » La Yotsuki strabuzzò gli occhi, quasi faticasse a dare senso alle sue parole. « Cosa? E... E il covo? E gli altri? Dovremmo lasciarli soli? » « Stai tranquilla, lascerò un mio clone a dar loro supporto e poi sanno come cavarsela senza di noi. Non sono sprovveduti. » Così dicendo la donna allungò la mano sulla catenella che portava legata alla cintura dove, insieme ad un ciondolo che la identificava come aderente al credo jashinista, vi era un monile identico a quello lasciato incustodito dallo Yamanaka. Lo prese tra le dita, facendoci schioccare contro l'unghia del medio, producendo un suono limpido e cristallino, che immediatamente riverberò lungo la struttura cristallina, illuminandolo fiocamente. Nel vedere quel loro gingillo attivarsi, creato proprio da Shiroko, Makoto si tirò su, gli occhi ametista spalancati. Faceva sul serio, allora?

Una figura dai tratti confusi apparve tra le facce del cristallo, evidente segno di come la comunicazione avvenisse tra due persone estremamente distanti tra loro. « Oneechan, che succede? » Rispose una voce gioviale, presumibilmente dal timbro maschile, difficile da identificare a causa del disturbo delle trasmissioni. <b>« Otouto, abbiamo un problema. Aniki è sparito, non riusciamo più a metterci in contatto con lui. L'ultima volta era diretto a Sado, magari puoi fare qualcosa... » « Non preoccuparti, mi faccio aiutare dall'Ubriacona, se serve...» Shiroko quindi fornì lui una descrizione di Kacchan, del modo in cui si era camuffato, per occultare il suo aspetto, aggiungendo, inoltre, che era accompagnato da una donna, di cui non era certa di poter dare una descrizione attendibile, non sapendo se anche lei avesse optato per un travestimento.

« Tranquilla Oneechan, se Aniki è passato da queste parti, lo scopriremo senz'altro. » « Perfetto, tienimi aggiornata allora. Noi andremo ad Iwa, invece. » « Iwa? E perché mai, scusa?» Domandò Makoto, perplessa. « Dobbiamo scoprire che accidenti voleva Masaru da Kacchan e capire se è rientrata o se, come lui, non ha dato più notizie. Se la rintracciamo, potremmo capire se si sono effettivamente incontrati e se gli è successo qualcosa mentre erano insieme o se dopo, ad incarico finito. » Makoto, allora, scrocchiò le nocche, digrignando i denti, agguerrita. « Se per colpa sua gli è successo qualcosa, giuro su Raijin che questa è la volta buona che la spezzo in due.»

CITAZIONE
Uso questo pretesto GdR On per effettuare l'acquisto di 4 Unità Investigative (che confermerò anche nel topic adibito agli Inseguimenti e Cacce) per le Kage no Hotaru, scalando il loro costo dal conto di Kacchan (- 1.000 ryo) e le distribuisco in questa maniera:

2 UI nel territorio del Paese della Terra - Rintracciare Masaru Takeda, per ricostruire i suoi ultimi spostamenti [Avanscoperta]

2 UI nel territorio del Paese dell'Acqua, che si sposteranno poi verso le Isole Orientali - Rintracciare Kacchan Yamanaka, per ricostruire i suoi ultimi spostamenti [Avanscoperta]



view post Posted: 15/4/2022, 10:08     +1Spedizione C · 面倒 Mendō · Seccatura - Spedizioni


面倒 Mendō · Seccatura

Kuochisana-sen, Paese delle Onde ZLnMVNP
Una ventina di chilometri da Sado
5 Gennaio 253 DN



Cosa c'è di tanto interessante e affascinante, nello giocare a scacchi? Forse la sensazione di controllo che questo gioco sa infondere? Sessantaquattro caselle in grado di circoscrivere un mondo di cui avevi in mano regole e mosse, pieno potere di dominanza sui tuoi pezzi, capacità di prevedere quelli dell'avversario e, così facendo, dominare anch'essi, dove se sbagli la colpa è solo tua, di scelte strategiche errate, ma che se sei abbastanza furbo e astuto puoi recuperare... Non era poi così diverso dal mondo reale? Si poteva davvero far rassomigliare la propria esistenza, il piccolo mondo che ci circonda, ad una partita a scacchi? Tutto dipende dalle capacità del singolo, influenzate da una buona dose di intervento divino, che ogni tanto ci tiene a metterci lo zampino, aggiungere quel pepe ad una pietanza che può essere troppo piccante, o togliere sale dal piatto troppo saporito... Una lezione che il giovane Kyosuke avrebbe presto imparato, così come il mercante che stava giocando con lui.

Una partita abbastanza sottotono, avrebbe potuto notare Matsuda, ma nonostante le strategie poco raffinate di Kyo, ebbe la meglio sul mercante, le cui scelte di gioco furono completamente disastrose.

Ma lasciamo perdere tutti questi voli pindarici e filosofici di scacchi e tastiere varie, utili solo per sollazzi di menti altolocate e torniamo al presente, ad una situazione molto più concreta e che di altisonante, almeno stando alle capacità dell'uomo a capo del posto di blocco, ha ben poco. Un uomo rude e grezzo a dire poco: viso squadrato dalla pelata lucida di sudore, occhi piccoli, troppo ravvicinati ad un naso troppo pronunciato, a sovrastare una mascella tanto imbruttita da render palese quel modo di dire "Ogni scarafaggio è bella alla sua mamma, solo che lo chiama bello di zia e i genitori sono figli unici." Se lo avessero mai visto, avrebbe ricordato loro un grosso gorilla, al contrario avrebbero facilmente intuito che quel particolare essere umano poteva essere sicuramente la chiave di congiunzione per capire come l'uomo si fosse evoluto dalle scimmie.

Agguantò con malagrazia le bolle di carico che gli vennero porse da uno dei mercanti, affiancato da uno dei due ninja di scorta. I suoi occhi porcini si strinsero, mentre le labbra si muovevano silenziose, quasi faticasse a leggere, ma la farsa durò poco perché, subito spazientito, passò in malo modo il foglio ad un suo compagno più smilzo, decisamente più umano e acculturato di lui... Non che ci volesse molto. « Ciapa qua! Tu e gli altri controllate che non ci sia niente di più di quanto dichiarato, e voi... » Si rivolse nuovamente ai due del convoglio, quando il suo sguardo volse oltre le loro spalle, corrucciandosi ancor di più. Se la scorta dichiarata era di soli due ninja, allora che ci facevano quegli altri due?

Naoko, in tutto questo, rimase seduta al suo posto, fingendo indifferenza, ma Kyo, sporto dal finestrino, avrebbe facilmente visto una piccola coccinella, blu come quella che aveva dato loro ad inizio viaggio, lasciare il porto sicuro rappresentato dal corpo della sua padrona e volare via, fuori dal finestrino da cui lui stesso si era affacciato, dirigersi proprio verso il gruppetto tanto animato.

« Com'è che ci sono altri ninja, con voi? La scorta dichiarata non corrisponde! Che c'avete da nascondere, eh!? » Si alterò l'energumeno, vedendo i due Nara, le mani strette talmente forte intorno al manico della sua mazza che a momenti avrebbero potuto sentirne il legno cedere, sotto quella pressa. « Loro non fanno parte della nostra scorta, stiamo semplicemente dando loro un passaggio per Sado e... » « Si, e io ieri sono nato! CONTROLLATE DA CIMA A FONDO E... » « Perché tutto questo baccano, Toju? Ci sono problemi? »

Una voce chiara, cristallina, così diametralmente opposta a quella dell'omone proruppe da dietro la barricata, raggelando sul posto gli uomini del posto di blocco. Toju, paonazzo in viso, immediatamente sbiancò, abbassando lo sguardo, visibilmente a disagio. Se prima la situazione era parsa rovente, surriscaldata dai modi di fare dell'uomo, adesso si era letteralmente raggelata. « S-shiroko-sama... N-non serve che vi scomodiate... Q-qui è tutto sotto controllo... »

Il rumore di tacchi che calpestano il selciato introdusse l'affacciarsi di una figura femminea la cui particolarità poteva esser definita con un unico termine: bianco. Candidi erano i suoi capelli, tagliati corti poco sopra la spalla, ad incorniciare un incarnato ancor più pallido. Una bellezza di porcellana, con quel suo fisico alto e slanciato, ma deturpato, quasi a sfregio, da lunghe cicatrici che le segnavano il viso e quel poco di pelle lasciata visibile dai suoi indumenti, abiti che fasciavano il corpo senza nascondere le forme, ideali per chi necessitava della massima capacità di movimento. Gli occhi della donna, di un pallido giallo slavato, analizzarono con minuziosa attenzione i presenti, soffermandosi su ciascuno lo stretto indispensabile per carpirne le intenzioni. Porse una mano verso l'uomo che aveva preso la bolla di carico, consegnandogliela con fare reverenziale. « Lo vedo. » Rispose gelida, fredda come ghiaccio, il tono inflessibile, tanto da render difficile cogliere alcuna sfumatura del suo umore. L'accento, poi, era altrettanto particolare: non dissimile da quello kiriano, ma smorzato, come se si fosse perso, strada facendo, lasciando spazio ad una nota più marcata, tipica delle rudi montagne di Kumo.

Sistemò con cura i fogli, avvicinandosi e porgendoli con grazia al mercante, rimasto basito dalla presenza di quella donna. « Perdonate i miei uomini, ogni tanto si lasciano prendere da troppo zelo. » Si scusò con tono gentile, candido e pacifico, sorridendo loro mestamente. « La gente di questo piccolo villaggio ci ha assoldato per controllare le merci di passaggio. Purtroppo hanno avuto problemi con le autorità locali a causa di gente poco lecita, ed essendo povera gente, vorrebbero tanto evitare ulteriori problemi, specie se questi sono perpetrati da gente che non si fa scrupolo a sfruttare la gentilezza del prossimo. Poi, considerando quanto accaduto nel Paese del Cielo, vorremmo evitare spiacevoli inconvenienti. Spero possiate concordare. »

Le capacità di dialogo e semantica della donna, in quel particolare contesto, apparvero sconcertanti. Il mercante, ancora abbastanza incredulo, non poté fare a meno di boccheggiare, concorde. L'albina allora, sorridendogli dolcemente, si scostò, invitando con un braccio lui e il ninja di scorta. « Non vi toglieremo molto tempo, dalla vostra tabella di marcia. Se gentilmente potreste accompagnare i miei uomini, in modo tale da facilitare il controllo e darvi modo di assicurarvi che nulla possa esser danneggiato, ve ne sarei grata. »

I due assecondarono la richiesta, il ninja che affiancava il mercante ancora restio, ma decisamente più tranquillo dai modi presentati da quella nuova figura di comando apparsa. Toju, in tutto questo, osservava la donna con occhi simili a quelli di un povero cucciolo spaventato, timoroso di riceve il rimprovero dal suo padrone, facendosi piccolo piccolo, imbarazzato, quando lei gli poggiò una mano sulla spalla. « Capisco la tua diligenza per la causa, ma dovremo lavorare ancora parecchio sui modi.» « S-scusi Shiroko-sama. Farò del mio meglio.... »

Una pacca incoraggiante, un tenero sorriso, e la donna si voltò verso i due Nara, l'uno affacciato al finestrino e l'altro sceso, con la scusa di volersi fumare una sigaretta. E fu verso di loro che la donna si avvicinò. Naoko, che grazie alla coccinella mandata all'esterno aveva modo di sondare la situazione, trasalì, lasciandosi sfuggire un'imprecazione a denti stretti. « E così siete diretti a Sado, eh? » Domandò loro, curiosa, le mani giunte davanti a sé. Il ciondolo che portava legato al polso, avvolto in una lunga, sottile catenella, andò a cozzare contro una piccola piastra metallica che portava legata in vita, emettendo un tintinnio sottile: simile alle placche dei coprifornte ninja, uno stemma che non avevano mai visto era inciso sul metallo, la cui forma stilizzava la sagoma di una falena. Il simbolo sul ciondolo, invece, era forse quello che avrebbero facilmente potuto riconoscere e, nel mondo, era sicuramente un pessimo presagio: un triangolo rovesciato inscritto in una circonferenza.

Naoko si alzò di scatto dal suo posto, forse temendo che i due Nara potessero rivelare qualche dettaglio sul loro incarico? Difficile capirlo, dal suo viso inespressivo. « Si, abbiamo una nave da prendere. Spero non ci voglia molto, perché mi seccherebbe perdere la coincidenza. » Sentenziò l'Aburame, affiancando Kyo sul finestrino. L'albina alzò lo sguardo verso di lei, inclinando leggermente il capo, meditabonda, per poi sorriderle cordiale. « Ma certo, non è mia intenzione farvi perdere ulteriormente tempo, ma... Nel malaugurato caso dovesse succedere, potrei consigliarvi qualcuno che potrebbe reperirvi facilmente un passaggio d'emergenza, se dovesse servirvi... » « Non sarà necessario, grazie per la gentilezza. » « È il minimo che possa fare. » Sorrise amabile Shiroko. Nonostante la cordialità in quello scambio di battute, c'era un gelo tale, tra le due donne, che a momenti lo si poteva tranquillamente percepire sulla pelle. Ah, il fascino della sottile arte della dialettica.


Risultato del Mercante nella partita di Shogi: 1
  • 1d10
    1
  • Inviato il
    15/4/2022, 11:08
    ArdynIzunia
view post Posted: 13/4/2022, 00:19     L'ombra delle fauci - Missioni Evento
- Valutazione -
Ste valutazioni stanno facendo la muffa! Vediamo di smaltirne qualcuna, prima di andare a nanna :sese:

Vediamo un po’, per quanto riguarda il compenso finale, mi limiterò a pagare solo la A, poiché la C non raggiunge i requisiti minimi richiesti per essere valutata, oltre al fatto che chi doveva giocarla ha abbandonato in corso d’opera, non portandola di fatto a termine.

Votazione Finale

Voto: 7
Paga: 980 ryo
8tUHTbJ
view post Posted: 13/4/2022, 00:07     [Fase IV] Lacrime di un futuro passato - Into the Gedo
- Valutazione -
Ste valutazioni stanno facendo la muffa! Vediamo di smaltirne qualcuna, prima di andare a nanna :sese:

Stando alle direttive date per l'evento, la missione è classificata come difficoltà S, quindi la valuterò come tale, senza però tenere considerazione del numero di pagine richieste. Questo perché tutte le missioni hanno la partenza in comune, 覚醒 Kakusei: scontro finale, e quindi sommando le pagine ci stiamo più che bene nei conteggi...

Votazione Finale

Voto: 9,7
Paga: 1.746 ryo
8tUHTbJ
995 replies since 6/8/2017