| Konohagakure no Sato, Hi no Kuni, 14/02/252 DN "Che idea ti danno?"
I plichi allineati davanti a Saitō non sono così semplici da decifrare. Può avvertire lo sguardo indagatore del Jōnin pizzicargli la fronte, mentre gli viene concesso il tempo utile per farsi un'idea - seppure vaga - della situazione; un lasso di tempo nel corso del quale avrebbe certamente avuto modo di farsi delle domande, tipo: "ma che razza di richiesta è?" oppure "Ma non potrebbe illustrarmi gli ordini e basta?!"
Mentre il protagonista di questa vicenda si spreme le meningi per capire cosa replicare all'ufficiale, ci concediamo il tempo per ripercorrere le prime ore della sua giornata: una iniziata come tante altre per il ragazzo, almeno finché non si è svolto il classico copione della CONVOCAZIONE URGENTISSIMA presso l'Ufficio Missioni.
Se varcare la soglia del Palazzo dell'Hokage sia un'esperienza piacevole o meno per Saitō, sarà egli stesso a dircelo; l'atmosfera che si respira non è molto diversa, da quella percepita dal suo giovane collega Rei Huyga, recatosi solo un mese prima nello stesso ufficio in cui oggi è stato richiamato l'Uchiha. In quel luogo, spazio liminale intrappolato tra un pesante passato ed un futuro incerto, il tempo scorre in modo diverso rispetto al resto del vivace Villaggio e, come già si disse in altri luoghi, è difficile definire qualcosa che non si vede, non si ode, non si tocca né si assapora: i muri e i pavimenti sono sempre gli stessi, con le screpolature ataviche che si espandono lentamente per l'usura e lo scorrere degli anni; le eterne piante in vaso, gli arazzi dipinti con le antiche massime popolari appesi ad altezza occhi, anche quelli sembrano cimeli senza tempo. Solo... solo che quel rettangolo di muro più scuro, non ancora coperto da un nuovo ritratto, si apre su quell'intonaco come la più cupa delle voragini.
La porta dell'ufficio è socchiusa; il Jōnin deve averlo sentito arrivare, perché un immediato "vieni avanti" invita il giovane a spingere il legno scuro e farsi strada della stanza, ingombra per la maggior parte da una pesante scrivania levigata dagli anni di utilizzo ininterrotto. L'uomo che ha davanti è uno Hyuga: casata cadetta, a giudicare dal coprifronte accuratamente posizionato al di sopra degli occhi. Casata cadetta, sì, e certamente non è di idee progressiste.
Non perde tempo a presentarsi ma, aperto uno dei cassetti della scrivania, ha rapidamente allineato un paio di plichi davanti al ragazzo, senza che nemmeno uno dei serici capelli venisse turbato dalla serie di movimenti rapidi e precisi. "È una faccenda complessa, quella che Konoha ti sta affidando... almeno a mio avviso" - esordisce, fissando il suo sguardo ceruleo negli occhi dell'Uchiha: un lusso poterlo fare, senza doverne temere le conseguenze.
Il primo dei plichi è racchiuso da una cartellina blu, recante un numero di archivio scritto di fresco; aprendola, Saitō avrebbe riconosciuto immediatamente i colori vivaci degli incarti di quelle che sembrano proprio... merendine. Ce ne sono di diversi tipi, tutte con nomi accattivanti stampati sulla carta traslucida. Lo Hyuga lo fissa ora con un sorrisetto enigmatico, apparentemente in attesa di carpire un qualche segnale di sconcerto da parte sua.
"Conosci questi alimenti?*" - chiede infine, rompendo quello strano silenzio, mentre allunga le mani verso il secondo plico, di colore verde, che stavolta contiene nient'altro che grafici, protocollati dall'Ospedale di Konoha: statistiche, lunghe liste di pazienti e sintomi, colonne su colonne di numeri e percentuali. Roba che solo un medico potrebbe capire. Lo Hyuga continua a fissarlo, in silenzio.
"Che idea ti danno?" - domanda infine, con un'aria a metà tra l'innocente e l'inquisitorio. Sta forse mettendo alla prova le sue capacità logiche, prima di affidargli ufficialmente l'incarico?
Ecco, il cerchio si è chiuso: siamo tornati nello stesso tempo e nello stesso luogo in cui il nostro Uchiha si trovava, all'inizio di questa narrazione.
CITAZIONE *si tratta (in breve) di barrette proteiche, che ultimamente vanno di gran moda tra i giovanissimi, in particolare tra gli iscritti dell'Accademia. Hanno incarti di colori vivaci e le pubblicità con cui vengono reclamizzate fanno promesse assai lusinghiere al consumatore, assicurando incrementi nelle prestazioni fisiche di chi ne fa un consumo quotidiano. Info aggiuntive da passare in OFF, volendo, se no (se lo preferisci) sarà il Jonin a fare un breve briefing ongame, sulla base delle domande eventuali di Saitou.
Per esplorare qualsiasi dettaglio omesso nel post, contattami pure.
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