Tra Polvere e Pagine, Role libero per Kuro e Hideyoshi

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view post Posted on 8/8/2022, 13:29     +1   -1
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[Continua da QUI]

Chishiki, Città Alta, Sora no Kuni,
31 dicembre 252 DN



Non era passato troppo tempo dall'intera notte passata piegati su scartoffie, mappe e documenti, per capire quali passi muovere, e come farlo, per gestire al meglio non solo Oto, ma l'intera situazione. Si era discusso di molte cose, una fra tutte la misteriosa scomparsa del suo primo amico, Hayate. Lo ricordava come una persona estremamente criptica, severa, forse fin troppo, con se stessa, ma estremamente capace di fare sempre le mosse giuste. Ricordava i loro discorsi sul futuro, seduti sul tetto di un alto palazzo di Kiri, totalmente avvolti dalla Nebbia. Il loro modo austero di volersi bene e di provare una fiducia ed un rispetto incredibile, a tal punto da decidere quella sera stessa, senza neanche parlare più di tanto, chi era il più meritevole di brandire le due Gemelle.

(Abbiamo sempre saputo entrambi che la scelta migliore sarei stato io. Sono sempre stato una spanna sopra di te nell'arte della spada e del combattimento. Ma l'idea di legarmi in quel modo a Kiri mi logorava tanto, troppo. Non rimpiango di aver lasciato quel Paese di dannati, anche perchè ho lasciato a malincuore in amico per trovarne un altro.)

I passi di Kuro sullo scuro legno che conduceva alla stanza di Hideyoshi risuonavano precisi come un metronomo, accompagnati dagli altrettanto scanditi passi di Tsume, che camminava al suo fianco. Avevano intrapreso il loro viaggio insieme da pochissimo, ma la lupa sembrava già aver capito perfettamente il carattere di Kuro. Le piaceva correre e parlare, ma in quel momento tacque rispettando il silenzio dei pensieri del capo del Quintetto.
Il suono dei passi si arrestò, lasciando che le nocche del giovane, cozzarono contro la porta della stanza in cui risiedeva il Kage. Dopo averla colpita per tre volte, la spinse con i polpastrelli, aprendola.


- Hideyoshi-sama. Ci è stato concesso del tempo prima dell'incontro con le alte cariche. Andrò a Yuumen, la grande biblioteca. Vorrei fare delle ricerche su Shinso. Se il tuo fisico non è troppo stanco, avrei piacere che venissi con me, così da poterti raccontare anche dei miei ultimi due giorni.
 
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view post Posted on 10/8/2022, 14:00     +1   -1
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Hideyoshi Jiyuu - Heiki no Kashu (兵器歌)
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Chishiki, Città Alta.
31 dicembre 252, ore 11.00



Gli ultimi giorni erano stati un tumulto continuo, una sequela di eventi che, pur dipendenti dalla sua volontà e rimessi alla sua azione, parevano in tutto e per tutto trascinarlo senza concedergli un momento di pausa, di pace.
Solo i Kami sapevano quanto, invece, singoli istanti di calma e meditazione gli fossero necessari, specialmente in un momento come quello, all'incombere di un incontro così importante.
Voltò la testa di fianco sul cuscino, gli occhi ancora chiusi.


(Hakuja mi ha liberato dal peso dell'Oblio, dall'inesorabile scivolare della coscienza verso l'immateriale... ma sembra che io abbia più bisogno ora di riposare la testa che prima. Prima farlo era inevitabile, necessario... una cura al male inflittomi da un potere estraneo.
Ora... ora è semplice debolezza, semplice stanchezza.)


Il pensiero del Cantore indugiava su se stesso, senza sperare di raggiungere un punto, inconsciamente trattenendo tutto il resto, possibile che fosse, fuori da quelle quattro mura. Ma se c'era una cosa che Hideyoshi era completamente incapace di fare, era fuggire dai propri problemi, dalle proprie preoccupazioni. Anche solo per un istante.
Inevitabilmente, il peso di ciò che era da venire, di ciò che era accaduto, avrebbe piegato pensiero e sentimento fino a schiacciarli.
Fu sul limitare di quella sensazione che lo colse la visita di Kuro e Tsume. L'Ombra lo colse di sorpresa, bussando e aprendo la porta dopo una congrua attesa. Non ricevendo risposta da Hideyoshi, tuttavia, lo Spadaccino non entrò, limitandosi ad avanzare la propria offerta.
Il Cantore, lentamente, si issò a sedere.


"Certo... certo, Kuro-san. Volentieri.
Attendetemi fuori qualche minuto."


Non sarebbe stato costruttivo né, in verità, realistico prendere sonno in quel momento. Meglio impiegare la testa in qualcosa di costruttivo.
Alzandosi, il Kokage recuperò la propria pelliccia stesa vicino alla stufa, coprendosi e sospirando lievemente mentre il calore lo invadeva, benefico. Solo allora, recuperata la propria compostezza, si avviò fuori.


XXFOhV1



Yuumen, Chishiki, Città Bassa.
31 dicembre 252, ore 11.10



Affrontarono la discesa in relativo silenzio, il clangore dell'immenso macchinario ad occupare ogni frequenza. Ciascuno assorto nei suoi pensieri, fu soltanto al quietarsi dell'ascensore che Hideyoshi trovò le parole giuste per rivolgersi al compagno.

"Nello studio, Kuro-san, hai detto una cosa che sul momento non ho avuto la prontezza, o le energie di cogliere appieno.
Quando mi hai rivelato la vera natura di Shinso, hai detto che è stato il Morbo a risvegliare in te dei ricordi... che la tua affinità col Segno è dovuta al potere che trai da lei.
Che cosa te lo fa dire, esattamente?"


(Sappiamo fin troppo poco del Morbo... e anche del Segno, ahimé. Parole del genere non possono essere state pura circostanza o impulsività.)

Così parlavano, raggiungendo infine lo scalone che dava sul portico d'ingresso di Yuumen. L'edificio, visto da quella distanza, appariva se possibile ancor più grandioso di quanto non l'avesse fatto al loro primo passaggio. Sembrava incredibile che Sora, dopo tutto quello che aveva passato, fosse riuscita ad erigere un simile monumento al sapere... e Chishiki stessa per custodirlo.

 
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view post Posted on 19/8/2022, 17:43     +1   -1
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L'ingegnoso sistema di carrucole e cavi che faceva muovere la cabina, si era azionato e stava trainando i due ninja del Suono nella parte bassa della città. Era chiaro che entrambi avessero un mondo da raccontarsi, tranne qualche scambio di battute, non si erano mai lasciati andare in una vera conversazione riguardante gli anni trascorsi lontani, Kuro in primis aveva tanto da dire. Ma nonostante questo, l'unico suono udibile in quei pochi minuti di discesa, fu solamente il clangore del macchinario.
A rompere il silenzio fu il Cantore, amico di una vita ormai, che cercò di comprendere il legame tra il Morbo, il segno e Shinso.

Dopo un lieve sospiro e un sorriso sincero abbozzato in viso, Kuro continuava a camminare, mentre serenamente fece smaterializzare nuovamente la lama di Shinso, creando una grossa nube quasi etera, che fluttuava davanti a loro con sinuosi movimenti randomici.


- Non so spiegarti con precisione la cosa, sarò sincero. Ma il Morbo mi ha ridotto davvero male. Mi ha condotto in uno stato così estremo, che le uniche essenze vitali dentro di me, ovvero il potere del Segno e Shinso, sembrano aver cooperato per riportarmi alla luce. Non so dirti se la chiave sia una prima azione del Morbo che aiuta a risvegliare una parte sopita del Segno Maledetto. Ma qualcosa è successa e io ne sono la prova tangibile. Il mio potere è drasticamente aumentato, la mia forza vitale è drasticamente aumentata.

In una frazione di secondo, l'Ombra condensò la nuvola davanti a se in quattro spuntoni di una consistenza tutt'altro che nebbiosa. Li fece volare a una velocità elevatissima contro un albero davanti a loro, per poi farli fermare a una frazione di secondo prima dell'impatto.

- Il mio controllo su questa polvere è quasi perfetto, Hideyoshi. Non so cosa sia successo, ma è successo. Sono svenuto, ho rivissuto nella mia testa dei ricordi che avevo rimosso e sono riuscito a capire l'origine del mio potere, il mio nome perfino. Kuro… Questo nome me l'ha dato la Dea ed è il vero nome della mia lama. Sono legata a lei più di quel che credevo. E in qualche modo, Morbo e Segno hanno collaborato, legando Shinso anche a te.

La nube ritornò eterea, per poi avvicinarsi al corpo del Cantore, dolcemente posandosi sul suo braccio, materializzando una specie di scudo, una forma difensiva, quasi una piccola parte di esoscheletro metallico.

- Ha accettato anche te, puoi giovarne, in parte.
Per questo voglio andare li dentro, Hideyoshi-sama. Voglio trovare delle informazioni più dettagliate, sono certo di non essere l'unico ad aver preso contatto con la Dea, ho visto delle statue nel mio ricordo, come se fosse un antico culto celato..o nascosto da qualcuno.
Inoltre, devo compiere una cosa per conto di Fenrir. Devo trovare informazioni su Kairi Uchiha.


Approfittò dell'intonazione vocale per cercare di carpire una reazione sul viso dell'amico. Magari il Cantore l'aveva sentito nominare negli ultimi anni, ma non era il caso di riempirlo di domande.

GdROff - Piccolissimissimissimo appunto. La forma che Shinso prende assume sul corpo di Hide e l'esatta posizione, la scegli tu. - GdROn

Edited by .Kuroro - 20/8/2022, 17:52
 
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view post Posted on 3/9/2022, 00:04     +1   -1
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Hideyoshi Jiyuu - Heiki no Kashu (兵器歌)
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Chishiki, Città Alta.
31 dicembre 252, ore 11.10



Senza che lo Spadaccino producesse alcun movimento oltre il lieve cambio di espressione, Shinso sublimò di fronte ai loro occhi. La spada assunse una forma invero indefinibile, né liquida, solida o gassosa, aleggiando leggera come una nube ma fluida come l'acqua, mantenendo chiara la distinzione tra granello e granello. Nell'osservarla a quella maniera, avvitarsi e srotolarsi scomposta senza che tuttavia perdesse alcuna coesione, il Cantore avvertì l'essenza di ciò che lo Spadaccino gli aveva raccontato. Pareva davvero che uno spirito animasse la Spada. No; che essa stessa fosse uno spirito.

(Le uniche essenze vitali rimaste...)

Le parole di Kuro rimarcarono con maggior forza quel che aveva confessato nello Studio. Il Morbo lo aveva piegato, ma ciò che in lui era conteso tra il Segno e Shinso era rimasto intatto, per già frammentato che fosse. Nel prosciugare ogni altra forza, la malattia aveva rivelato un secondo centro di gravità oltre quello del Potere di Otomika... ed entrambi lo avevano mantenuto in vita.
Hideyoshi dovette rallentare il passo, inevitabilmente arrivando ad arrestarlo sotto il peso di quelle parole. Impiegò diversi istanti a sollevare lo sguardo per incontrare quello del compagno.


"La cosa più terribile, Kuro-san, è che non ho la possibilità né di confermare né di smentire.
L'esatta natura del Segno è il mistero che segna le nostre vite, quella del Suono e di chi ha avuto la sfortuna di entrarvi in contatto. La distruzione del Laboratorio ha cancellato qualsiasi collegamento utile e residuo.

Se ciò che dici è vero, allora potrebbe spiegarsi come mai io non abbia avvertito il peso della malattia, nelle profondità di Ryuchi. Fino ad ora ho attribuito questa eventualità alla scarsa memoria che ho di questi due anni passati, o alla Caverna stessa... ma se il chakra di Otomika ha perdurato dentro di te, allora dato il mio stato fisico non dovrei aver quasi avvertito il prosciugamento che il Morbo sembra imporre ai malati.
Si tratta di pura speculazione, naturalmente..."


(Hakuja non ha fatto alcuna menzione della malattia. Né in riferimento a me stesso, né in riferimento ai Mangiatori di Terra. Impossibile dire se a causa dell'influenza di Ryuchi, di nuovo, o del semplice fatto che il chakra naturale è immune alla malattia. Non sembra dopotutto che gli animali ne soffrano...)

Difficile dire; non sembra; forse; se.
La mente di Hideyoshi tornò a Kinji e ad Onimio, a Yo e a Tashigama, a tutti coloro che erano scomparsi o parevano averlo fatto. Ciò che avevano visto, ciò che avevano saputo, consumato da un oblio che pareva relegato ad un altro tempo, ad un'altra vita.
Questo pensava, già avvertendo pervaderlo quel senso di profondo scoramento che da sempre accompagnava quei pensieri, mentre la polvere di Shinso si condensava improvvisamente in una ressa di spuntoni. Quasi senza che il Cantore avesse il tempo di avvedersene, le punte volarono verso l'albero più vicino, minacciando di passarlo da parte a parte ma arrestandosi a meno di un centimetro dal legno. Tanto l'accelerazione quanto l'arresto erano stati istantanei, a dimostrare nuovamente il perfetto controllo che lo Spadaccino aveva su delle strutture tanto pesanti.


"Il vero nome della spada... dunque Shinso è unicamente il nome della dea.
È incredibile che tu abbia avuto un'epifania di questo tipo. In questo tempo... qualche anno fa, se mi avessi detto di aver sentito la voce di una divinità nella testa, ti avrei detto di starmi ben alla larga."


Commentò, sorridendo lievemente in un inatteso ascesso di ironia. Non c'era tuttavia alcun dubbio che Kuro avesse realmente sperimentato quella rivelazione... o quantomeno che essa avesse avuto un impatto straordinario sul suo corpo e sul suo spirito. In passato, il Cantore non gli aveva mai visto manipolare il metallo della spada a quella maniera, con quel livello di scomposizione e precisione.
Ma non era finita: senza che Kuro eseguisse alcun movimento, la polvere tornò a dissolversi in una nube informe, muovendo questa volta docilmente verso il Kokage. Sulla scia di ciò che lo Spadaccino rivelava, il metallo si raccolse attorno ad un braccio del Cantore, solidificandosi nella forma di un'elegante parabraccio. L'armatura seguiva il profilo del corpo, mai guadagnando vera forma solida ma nemmeno abbandonandone il principio: leggera come l'aria, nel movimento l'armatura mostrava una serie di corrugazioni, né spine né scaglie, mantenendo la lucentezza del ferro ma macchiando il riflesso di una nuova ombra, di una sfumatura tra il viola e il nero.
Fu chiaro allora ad Hideyoshi, osservandola, che la Spada aveva assunto le caratteristiche più intime del suo chakra.


"Straordinario... sembra... sembra quasi un essere vivente."

Proferì quasi sottovoce, alzando il braccio protetto per osservare la polvere scivolarvi sopra come la pelle di un serpente. Non mera protezione, al contatto Shinso riceveva e restituiva il chakra del Cantore, quasi catalizzandolo, benché in quel fugace momento al Kokage sarebbe stato impossibile dirlo con certezza.
Abbassando il braccio, Shinso tornò a librarsi in aria, scivolando fino a tornare a Kuro. Era esattamente al fine di rendere più certo ciò che aveva sperimentato che lo Spadaccino desiderava visitare la biblioteca: non mero desiderio di sapere, dunque, ma un vero e proprio bisogno di rendere certa la propria fede. Il Cantore lo capì solo in quell'istante.


(Un culto celato... nascosto...)

Non sorprendeva che qualcosa del genere potesse esistere; né nella loro terra, né altrove. Non era soltanto quello di Jashin l'unico culto ad avere proseliti nascosti... o meno nascosti, di recente. Innumerevoli religioni popolavano il Continente, ed ancor più l'avevano fatto in passato. Perché tuttavia questa si fosse rivelata solo con il Morbo, o comunque in un momento come quello che stavano attraversando, rimaneva un mistero.
C'era tuttavia una seconda ragione per la loro visita; una che non aveva a che fare con divinità o culti nascosti. Solo persone, una in particolare. Un nome che il Cantore non sentiva nominare da così tanto tempo da averne relegato ogni rilevanza al passato, ad un tempo non meglio specificato, completamente diverso da quello in cui vivevano.
Un uomo che era vissuto accanto ad Otomika, a Ki e a Keiichi. Kairi Uchiha.


(Katon no Kami...)

Ricordò il titolo altisonante con cui si faceva chiamare, uno che, prima di Akane Uchiha, aveva dettato la legge e scolpito la fama del Clan Uchiha, una decisamente più sinistra e imprevedibile di quella dello Yokai. Kairi era stato Kazekage e leader dell'Akatsuki, secondo molti contemporaneamente, organizzando il Secondo Torneo Chunin e provocando la morte dell'intero Consiglio del villaggio in un attentato passato alla storia.
Poi, caso più unico che raro per un ninja di simile fama, era semplicemente svanito nel nulla. Voci si erano andate rincorrendo riguardo il suo destino, riguardo un suo ritorno in anni passati, ma del famigerato nukenin di Suna non si era mai realmente saputo nulla.


(Fino ad ora?)

Lo Spadaccino aveva scelto quel momento appositamente. Nel porre la domanda, il suo sguardo rimase fisso sul volto del Cantore, al fine di carpirne l'umore e sondare i pensieri. Non sarebbe rimasto deluso dall'espressione di Hideyoshi, che passò dal perplesso al preoccupato, per poi assestarsi sullo scettico.

"Kairi Uchiha?
Informazioni di che tipo, oltre le mille dicerie che sono circolate per anni?
E... a che scopo esattamente, se posso? Fenrir-sama è una creatura fiera e rapida all'ira, impulsiva, ma pur sempre millenaria... saggia a suo modo. Perché dovrebbe chiedere a te di rintracciare un nukenin del genere, ammesso che sia ancora vivo?"


(Se è Fenrir a chiederlo, le probabilità che sia effettivamente ancora in vita aumentano. Una prospettiva preoccupante.)

Lo scetticismo del Kokage non poteva sorprendere nessuno, visto l'argomento... benché l'impulsività con cui aveva risposto non gli si confacesse interamente. Forse avvedendosene, Hideyoshi distolse lo sguardo dallo Spadaccino, portandolo brevemente agli scalini della Biblioteca.

"Perdonami, Kuro-san, non dubiterò dei tuoi scopi, né voglio invischiarmi negli affari dell'eremo. Anche tu, Tsume-san. Non è mia intenzione sminuire o dileggiare Fenrir-sama, né in generale farlo di anima viva.
Ma Kairi Uchiha... è scomparso da anni. Troppi anni. E anche fosse ancora vivo... per quale ragione cercarlo? Si tratta di uno shinobi estremamente pericoloso."


Tornò a Kuro, passando rapidamente per Tsume, che non poteva essere estranea a quell'informazione.

 
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3 replies since 8/8/2022, 13:29   91 views
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