Kagu-Tsuchi, Quest Tecniche Chuunin per pellegrinxi

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view post Posted on 26/1/2020, 13:06     +1   -1
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Non so ancora spiegarmi perché ho accettato.

Ci rifletto fin troppo, mentre mi aggiro tra le colonne di basalto che sostengono la copertura della navata centrale; l'odore di zolfo, qui al Tempio del Vulcano, è come quello d'incenso in qualsiasi altro sacrario, magari dedicato a divinità più popolari e diffuse. Odore d'incenso e fiori, per lo più, orpelli che qui stonerebbero terribilmente con la pietra lavica, l'ossidiana e il diaspro, e le luci basse e fluttuanti che si levano dai braceri squadrati.
Il Tempio del Vulcano è il cuore del Clan Youton, non è nella nostra natura ingentilire ciò che esprime la natura più intima del nostro sangue. Sarebbe piacevole come un uomo che si pitta il viso e si imbelletta gli occhi.
Il calore riflesso dalla roccia pervade ogni angolo.
Sembra di stare ancora nel grembo materno, lì dentro: scuro e caldo, silenzioso, distaccato dal cicaleccio e del fremito della vita quotidiana, pulito e raccolto.

Mamma tiene parecchio alla pulizia. Sarà per questo che ha debellato gli arazzi polverosi, i tappeti e gli inginocchiatoi tarlati appena è stata nominata Capoclan. All'inizio qualcuno se ne è lamentato, ma hanno finito tutti per abituarsi all'austera compostezza che ne è risultata.
Non avrei mai creduto che avrebbe approvato quella storia del teatrino.

Se mi sentisse chiamarlo teatrino, andrebbe su tutte le furie.
Per quanto abbia una certa età, ha ancora un'energia invidiabile.
La proposta le è arrivata da uno dei sacerdoti che si occupano dei piccoli del clan... e le leggende ai bambini piacciono tanto. Stranamente l'idea è piaciuta anche a lei, ed ha finito per incastrare anche me.
Cosa sono venuta a fare, quindi, al Tempio?
Beh, devo aspettare una chuunin in ritardo, pare abbia avuto un contrattempo. Gli altri sono già al lavoro, mamma ha praticamente costretto ogni famiglia a inviare un qualcuno a dare una mano... sarà stata incastrata pure lei come me, molto probabilmente.
Sollevo lo sguardo non appena sento il portone cigolare sui cardini – dovrò dire all'inserviente di oliarli a dovere – e studio le sembianze della ragazzina che fa il suo ingresso all'interno, guardandosi intorno.
Se è lei quella che aspettavo, sarà me la persona che cerca nel buio.
Mi separo quindi dalla colonna a cui mi sono appoggiata e le vado incontro.

« Fujimoto Sumiye-chan? »
 
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view post Posted on 7/2/2020, 22:38     +1   -1
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Cammino spedita, con un passo che non ha così tanto da invidiare ad una corsa leggera. Non sono una frequentatrice abituale del tempio, e in realtà è passato parecchio tempo dall'ultima volta in cui mi sono recata lì, ma non è un posto che si dimentica. Quando mio padre mi ci aveva portata per la prima volta, dopo essersi fatto assicurare che sarei rimasta in silenzio, avevo storto il naso per l'odore di zolfo. Dopo il primo impatto, però, ero rimasta affascinata dalla pietra lavica e dalla luce soffusa, stupita dal calore avvolgente. Il disagio iniziale si era trasformato un una sensazione piacevole, e in quel momento io, stretta stretta alla mano del mio papà, mi sentivo tranquilla e felice. Chissà cosa avevano pensato i presenti di quella nanetta che teneva le labbra serrate con forza per essere sicura di non farsi scappare nemmeno una parolina e che muoveva continuamente la testa per riuscire a guardare dietro questa o quella colonna, seguire con lo sguardo le venature della pietra scura o ammirare la danza delle ombre su una parete. Alla fine avevo persino iniziato ad apprezzare lo zolfo in quanto parte del fascino di quel luogo. Probabilmente in passare del tempo ha trasformato quell'esperienza in un ricordo anche più significativo del dovuto, ma ero pur sempre una bambina piccola che vedeva per la prima volta qualcosa di particolare. In ogni caso il tempio è qui, sono finalmente arrivata.

Sfortunatamente sono in ritardo. Fino a pochi minuti fa, in realtà, i miei programmi per la giornata non prevedevano affatto questa corsa al tempio. La mia era stata solamente una passeggiata senza pretese e, quando rientrai in casa, non pensavo che mentre ero via fosse potuto succedere nulla di significativo. L'espressione preoccupata con cui Otsune mi venne immediatamente incontro fu abbastanza a convincermi del contrario. La zia mi disse che Kei aveva ricevuto una missione, la prima da quando era diventato chunin, e che quindi non era potuto andare al tempio del Vulcano come previsto, e che quindi avrei dovuto prendere io il suo posto. Questo non sarebbe stato un problema, se non fosse stato per il fatto che non aveva avuto modo di dirmelo, e che quindi ero già in ritardo. Passai rapidamente dall'ingresso al bagno, poi alla camera e infine di nuovo all'entrata, dove Otsune ebbe modo di dirmi freneticamente che quasi ogni famiglia del clan era stata chiamata per dare una mano e di ricordarmi che ero in ritardo. Un attimo dopo ero nuovamente per strada.

Davanti alle porte del tempio rallento fino a fermarmi. Mi prendo un momento per sistemarmi e per non far vedere che sono arrivata quasi di corsa, poi, con cautela, entro, annunciata da un cigolio. Spero di trovare qualcuno, perché proprio non ho idea di dove andare né di cosa fare. Mi guardo intorno, cosa non semplicissima per la poca illuminazione, ma sembra che io sia stata fortunata: nella penombra appare una figura che si distacca da una delle colonne e si avvicina all'entrata. Noto prima la sagoma e realizzo che si tratta di una donna, poi a poco a poco diventano visibili i dettagli, i capelli scuri e gli occhi chiari. Sono verdi? A quanto pare stava aspettando proprio me, e questa è proprio una fortuna, purché il mio ritardo non sia stato troppo grave.
"Sì, sono io. Chiedo scusa per il ritardo." dico chinando il capo in quello che vorrebbe essere un rispettoso saluto.
 
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view post Posted on 18/2/2020, 22:27     +1   -1
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Rispondo a mia volta con un cenno del capo, lasciando che un sorriso sobrio e benevolo si dipinga da sé sul mio viso. È più una questione di abitudine che un segno di affetto: per quanto abbia sicuramente letto il suo fascicolo, anche solo per tenere sotto controllo le giovani leve del Clan, è la prima volta che la incontro di persona.

Tutto sommato, non è un elemento che salta all'occhio, ad un semplice esame delle carte, fatta eccezione per la faccenda della madre. I suoi dovevano essere una coppia di inguaribili romantici, se speravano di restare insieme, coi discendenti di Ki ancora in circolazione... in particolare lei. Ereditare la kekkei l'ha probabilmente salvata dall'orfanotrofio: poca gente a Kiri si prenderebbe in carico un'orfanella bastarda, senza un buon motivo.

Eppure il padre deve aver fatto un discreto lavoro con lei. Sembra educata, non pare il genere di persona che se ne va in giro a dare il tormento al prossimo per sfogare l'irritazione. La tranquillizzo con un cenno della mano, come se stessi scacciando un filo di fumo invisibile dall'aria davanti a me:
« Mi hanno accennato qualcosa sul motivo, non hai di che scusarti » replico affabile. Dopotutto, la maggior parte della gente coinvolta in quella pagliacciata è stata tirata dentro proprio come me: per amore o per forza, ed è già qualcosa che non sia arrivata sbuffando. « Seguimi fuori, ti spiego qual è il nostro incarico » le accenno avviandomi all'esterno, certa che sia più opportuno non disturbare la pace sacrale del tempio con ulteriori chiacchiere.

Tempo di lasciare che il portone si chiuda alle nostre spalle, che ho modo di osservare meglio la ragazzina... a quel punto un guizzo di sana curiosità femminile riesce a distogliermi dal proposito che aveva appena enunciato. « So che sei stata recentemente promossa di grado » – quelle parole abbandonano la mia bocca prima ancora che riesca a rendermene conto, mentre lascio che lo sguardo vaghi sulle fattezze dell'adolescente. Capelli color ebano e occhi azzurri, procede senza impettirsi o ancheggiare o tenendo il naso in aria: tutto il contrario di quanto mi aspetterei da un membro del nostro clan appena salito di grado.
In genere a quell'età sono ancora troppo inesperti, stupidi e arroganti per rendersi conto che potrebbe non essere un bene.

« Racconta, com'è andata? Mi hanno inviata in missione proprio in quei giorni » … e le voci che mi sono arrivate dal fronte del Torneo sono state tutt'altro che positive, ma i postumi dell'incarico mi hanno distolta dall'indagare più a fondo sugli eventi.
Fino ad ora.
 
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view post Posted on 28/2/2020, 13:16     +1   -1
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La donna risponde con garbo, sorridendo e dicendo di non preoccuparmi. Sorrido a mia volta, pensando che difficilmente sarebbe potuta andarmi meglio: il ritardo non sembra essere stato un problema, né lei pare indisposta verso di me. Il suo invito ad uscire incontra un cenno di assenso da parte mia, e così ripercorro all'indietro i miei passi, seguendo colei che mi ha accolta. Probabilmente si tratta di un superiore, non sembra affatto una chunin come me. Anche se non fosse sopra di me in grado, poi, lo rimarrebbe sicuramente in esperienza. Non mi è sfuggito il fatto che abbia detto "noi", quindi in qualche modo dovremo fare qualcosa insieme. Mi chiedo se fosse riferito solo a noi due o ad un gruppo di membri del clan, di cui io faccio parte e lei probabilmente è a capo. Chissà di cosa si tratta, se hanno chiamato insieme persone come lei e una neo-chunin come me, e stando a quanto detto da Otsune oltre a noi ci sono molte altre persone al lavoro. Quello che non le ho chiesto - non ne ho davvero avuto il tempo - è se fossimo stati convocati tutti in contemporanea o se ci dovessimo alternare in qualche modo. Questi pensieri, tutto sommato piacevoli per una persona curiosa come me, si disperdono come foglie al vento non appena viene fatta menzione della mia promozione. Non è una cosa che dovrebbe sorprendermi, non dopo così poco dal torneo, ma è più che sufficiente a farmi sentire improvvisamente a disagio. Sono rimasta sorpresa dall'opinione del kage su quanto accaduto a Iwa, ma questo non vuol dire che anche i membri del clan la penseranno in quel modo. Ogni conversazione sul torneo chunin rischia di divenire decisamente spiacevole, magari con un altro diverbio sul colore della nebbia, che è una cosa che con un parigrado ci può anche stare, con lei proprio meglio di no.

Ho imparato abbastanza presto che molte volte la reazione più spontanea non è la migliore, e che è saggio imporsi sorrisi e parole, quando necessario. Non è nemmeno così difficile: devo solo pensare come se non temessi che potrebbe ritenermi la vergogna del clan e agire di conseguenza. Senza timore va via anche il disagio, e quello che rimane è una ragazzina appena diventata chunin. Come si comporterebbe lei adesso? Viene abbastanza naturale scivolare nei suoi, più tranquilli, panni. Allargo il sorriso, perché il commento della donna le farebbe piacere, però senza esagerare: una promozione porta anche tante nuove responsabilità che nemmeno una me serena e sicura di sé sottovaluterebbe. Annuisco, come se aspettassi solamente che lei continui il discorso, cosa che invece temo. Eccola qui, la richiesta che fa contrarre i muscoli delle mie mani, in un istintivo stringere i pugni che però non deve accadere, e che quindi si trasforma in un movimento praticamente impercettibile, dita che si piegano leggermente per poi distendersi. Spero non ci faccia caso. Si comporta come se non sapesse, ma, anche se non era lì, ha sicuramente sentito i racconti. Devo stare attenta a cosa le dico. Vaglio rapidamente le opzioni e poi: "Ci hanno diviso in gruppi. Abbiamo superato la prima prova, nonostante alcune difficoltà e un'enorme tempesta di sabbia. Per la seconda credo dovessimo scontrarci per eliminare dei bambini affidati agli altri gruppi, ma la situazione ha portato tutti a temporeggiare e cercare soluzioni alternative, cosa che però ha portato a un'interruzione prematura della prova e al nostro fallimento. Il Mizukage, però, ha deciso di promuoverci lo stesso, dicendo che riteneva la prova inadatta a un torneo chunin e che avevamo comunque mostrato di essere responsabili." dico, sincera ma sintetica. Questo sembra un accettabile punto di incontro tra le parole della Yoton serena, che però si rende conto del fatto che il torneo non sia stato propriamente un successo e che non vuole sottrarre troppo tempo all'incarico che la attende, e di quella vera, che spera con tutta se stessa che il discorso finisca senza che si entri nei dettagli.
 
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view post Posted on 2/3/2020, 16:09     +1   -1
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Molto stringato come resoconto, ma considerato che la sintesi stessa è un dono, l'avrebbe considerato come un dettaglio che va a impreziosire il racconto. Considerata tuttavia la massima discrezione usata dalla giovane Youton e la lunghezza passeggiata che ci attende, decido – non senza una punta di maliziosa curiosità – di indagare più a fondo, tra le scarne righe che separano l'opinione ufficiale dal reale pensiero dietro quella laconica risposta.

« Un punto di vista piuttosto innovativo, considerati i Kage che hanno preceduto il Juudaime » commento con tono leggero e rilassato. È un dato di fatto, che Hayate Kobayashi stia mostrando una propensione allo spargimento di sangue nettamente inferiore ai Momochi, e che in ogni caso mostri più attenzione per l'integrità dell'essere umano di quanta non ne abbia mai dimostrata Hogo Kyujo. La novità non ha riscosso chiaramente un successo plateale, specie tra le personalità più conservatrici del Villaggio – inclusa mamma, tuttavia le nuove leve potrebbero non disprezzare affatto la nuova linea di condotta.

« E in base alla tua esperienza, come trovi questa decisione? » le domando senza peli sulla lingua, lanciandole un'occhiata in tralice. Stiamo arrivando al confine del quartiere del nostro Clan per avviarci verso un piccolo porto secondario: ci arriveremo uscendo da un ingresso seminascosto nelle mura. Da lì basta seguire una scalinata ripida intagliata nella roccia viva della scogliera, per poi raggiungere uno stretto molo sorvegliato.
Adoro il colore nero del basalto in quell'area: sembra partorito dal grembo stesso della terra. Già si sentono i richiami striduli dei gabbiani soffocati dalla nebbia, al di sopra delle nostre teste.

« Non voglio giudicare il tuo punto di vista, non sentirti sulle spine » aggiungo per precauzione: sia mai che l'atmosfera rilassata di quella sorta di scampagnata non venga rovinata da una banale domanda - « sono soltanto incuriosita dal punto di vista delle ultime generazioni. Siete decisamente più aperti alle novità rispetto agli anziani, e anche solo questa è un'ovvietà »
 
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view post Posted on 9/3/2020, 18:44     +1   -1
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Mi rendo conto che forse potrei stare esagerando a preoccuparmi così, ma il suo commento un brivido lungo la schiena me lo fa correre lo stesso. Continuerà, ormai è chiaro, e ciò non mi rende certo contenta. Certo, è possibile che voglia fare solo conversazione e che non immagini altro che una chiacchierata piacevole, però non ci conterei troppo e poi, anche se avesse le migliori intenzioni del mondo, le cose potrebbero sempre andare male lo stesso.
Mi aspetto una domanda, ma non diretta come quella che effettivamente arriva, provocando un'altra ondata di agitazione. Credevo che avrebbe girato intorno alla cosa per cercare di capire la mia opinione, e invece me l'ha semplicemente chiesta. Riesco a stento a notare che stiamo uscendo dal quartiere degli Yoton e a chiedermi quale possa essere la nostra destinazione, presa come sono dalla ricerca di un modo di destreggiarmi in quella conversazione scomoda. Non mi dovrei sentire sulle spine, dice, dichiarandosi solo curiosa dell'opinione delle nuove generazioni. Da parte mia arriva un sorriso, che si unisce a un'espressione vagamente sorpresa. Quello che il mio volto dovrebbe dire è: "Si figuri" - non credo di poterle dare del tu - "Non avrei mai neanche pensato una cosa del genere", e invece l'ho pensata eccome, e anche adesso non ho alcuna intenzione di rinunciare a cautela e precauzioni, non con il rischio di rovinarmi la giornata e far parlare di me come la Yoton smidollata, sempre che a quello non ci stia già pensando Benkei. Calma però, agitarmi troppo non mi aiuta di certo, e non lo farebbe soprattutto nel caso in cui lei notasse la cosa. Qual è la risposta giusta? Quel che è certo è che non mentirò. Essere laconica e tralasciare alcuni dettagli per evitare una situazione spiacevole è una cosa, rinnegare quello in cui credo invece ne è una molto diversa.
"Non ho certo la pretesa di rappresentare la mia intera generazione: non sono pochi coloro le cui opinioni si discostano dalle mie" esordisco con nient'altro che la pura verità. E' una cosa che tengo a precisare e, anche se non fosse così, le comunica di non dare troppo peso alle mie parole, il che può essere soltanto un bene. "Non mi aspettavo una decisione del genere, e so che potrebbe non essere ben vista. Credo però che, nonostante l'indubbia importanza che il torneo chunin abbia nelle relazioni con gli altri paesi, non sia intrinsecamente sbagliato valutare le promozioni indipendentemente dall'esito del torneo. Il secondo si basa sul superamento di specifiche prove, mentre la scelta per le prime si basa su una valutazione di un beneficio per il villaggio, dovuto alla promozione di un candidato idoneo, che però può venire dallo svolgimento di missioni anche molto diverse da quelle simulate nell'arena. Ritengo quindi che, se il kage ci ha ritenuti dei buoni possibili chunin, non sia stato un errore promuoverci, nonostante l'insuccesso a Iwa."
La risposta, in realtà, è abbastanza completa, e, dopo che sono riuscita a iniziare, viene fuori in modo davvero naturale e senza ulteriori difficoltà. E' solo parlando che mi rendo conto che la domanda non è poi così temibile, e che posso rispondere praticamente come farei a qualcuno con cui mi sentissi a mio agio a parlare. Non è davvero il mio pensiero sulla scelta del kage che può creare problemi, ma quello sulla seconda prova ad Iwa. Non escludo affatto la possibilità che lei voglia arrivare lì, ma finché non lo fa posso sempre sperare di giungere abbastanza vicini alla nostra destinazione da riportare la sua attenzione sull'incarico. Dove stiamo andando? Mentre parlavamo abbiamo superato le mura e adesso ci troviamo davanti a una banchina. In barca nel paese dell'Acqua potremmo andare praticamente ovunque, non ho elementi per intuire quale possa essere la nostra destinazione. In realtà, visto il clan a cui apparteniamo, c'è un luogo che salta alla mente, ma è improbabile. So che di Kazan no Kuni non rimane nulla più che un'isola deserta e devastata dagli innumerevoli vulcani. Cosa potremmo mai andare a fare lì?
 
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view post Posted on 13/3/2020, 23:24     +1   -1
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« È un ragionamento valido » commento guidandola verso la nostra meta intermedia « e senza voler togliere nulla al vostro impegno, dubito che la Roccia presterà la minima attenzione a come gli altri Paesi considerino il suo giudizio ».

La barchetta su cui ci lasciamo cullare dalle onde è ampio quel tanto che basta per trasportare due persone e il rematore, o diversi chilogrammi di pesce, se non venise adibita al trasporto dei passeggeri. Dal momento che non apprezzo personalmente il tanfo del pesce avariato, ho fatto in modo di ottenere un mezzo adeguatamente pulito e rimesso a nuovo. Sorrido alla Fujimoto, scostandomi dal viso una ciocca di capelli che si ostina a ondeggiarmi davanti al viso, incollandosi con assai poca eleganza sul rossetto cremisi con cui ho tinto le labbra prima di uscire.

« I Tornei sono un'occasione per i Paesi Ninja di mettersi in mostra di fronte ai Daimyo, dopotutto. Magari i nostri nonni avrebbero prestato più attenzione all'apparenza, riempiendosi le bocche un po' sdentate di parole come onore e rispettabilità » osservo, riagganciandomi e proseguendo il discorso intrapreso dalla giovane kunoichi, ma senza caricare di sarcasmo gli ultimi due lemmi - « Il Juudaime potrà anche essere accusato dagli anziani di scarso rispetto della tradizione, dalle stesse persone che inneggiano ancora ai tempi in cui si passavano i perdenti a fil di spada; è indubbio che in tal modo, tuttavia, si trascurerebbe il risvolto economico delle sue scelte. »

La navigazione, brezza birichina a parte, prosegue gradevole: il rollio della barchetta non è eccessivo, e il vento trasporta l'odore di sudore del marinaio in direzione opposta al mio viso.
« Finché i Daimyo riterranno i servigi del nostro Villaggio merce pregiata, navigheremo in acque tranquille; nel momento in cui cesseremo di essere elementi affidabili, inizieranno ad invitare per un tè proprio coloro che avevamo disprezzato, privandoci del supporto economico su cui la nostra vita bellicosa è basata »

« Chiaramente non sorgono Villaggi ninja, dove non ci sono signori feudali pronti a pagarne profumatamente i membri. Lo stesso Hayate Kobayashi, dopo aver rovesciato il Kyuudaime, deve aver incontrato l'approvazione del signore del posto per poter mantenere il suo posto... o non mi sarei stupita se l'avessero trovato avvelenato nella sua vasca da bagno già l'indomani del suo insediamento. E mi permetto di aggiungere: se il Juudaime non ritenesse funzionale la vostra promozione, temendo ricadute negative sul completamento dei nostri lavori, dubito che vi avrebbe promossi di grado.
Dopotutto, resta lui il garante della qualità del nostro lavoro, e non può permettere cali nella qualità, per motivi di sopravvivenza di tutta Kiri »
concludo, lanciando un'occhiata nel punto in cui la nebbia ha ormai velato del tutto le mura che svettano sulle falesie battute dalle onde.
« Ma forse ti annoio, Sumiye-chan? Sto proprio facendo discorsi poco stimolanti, per essere un primo incontro! » mi diverto a pungolarla, anche se in cuor mio so perfettamente di aver intrapreso un filone di ragionamento assai complesso, e molto poco tipico per la persona che sono sempre stata.

Da quando mi occupo di economia, oltre che di lenzuola?

Nel frattempo, a forza di remi, grazie alla corrente propizia, si delinea all'orizzonte - equidistante tra Kiri e la nostra imbarcazione - una silouhette scura, che in un primo momento sarebbe potuta assomigliare al dorso di un grosso cetaceo, se non fosse stato per il fatto che è immobile e piuttosto pietrosa. Ma quello si sarebbe notato in un secondo momento.
Per ora il vento si limita a portare alle nostre narici un vago ma inconfondibile odore di zolfo.


CITAZIONE
Se hai domande ssscrivi, anche se volessimo saltare il classico giro di raccordo.
 
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view post Posted on 22/3/2020, 00:48     +1   -1
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Annuisco, probabilmente ha ragione. Non credo che il disprezzo dello Tsuchikage verso di noi sia sparito, ma dubito che, anche incontrandomi, riesca effettivamente a riconoscermi come partecipante del torneo, e lo stesso dovrebbe valere per la maggior parte della popolazione di Iwa. Questa, pensandoci bene, è un'ottima cosa. Tempo ancora un paio di mesi e tornerò a essere la persona sconosciuta che sono sempre stata, e questo mi va più che bene. Ascolto attentamente le parole della donna, molto più interessata all'argomento di quanto lei potrebbe pensare. Non avevo mai davvero pensato all'importanza economica dell'approvazione del Daimyo. Effettivamente però è impossibile che il villaggio sia autosufficiente, nonostante le entrate provenienti dalle missioni commissionate, e pagate, da privati. Kiri è semplicemente troppo piccola per poter sostenere le spese di un esercito così imponente. Siamo, per quanto non in modo ufficiale, le forze armate del Paese, e dipendiamo da esso più di quanto la nostra libertà come villaggio non faccia pensare. E' piacevole notare che da quando siamo arrivati al molo l'argomento della conversazione si è spostato su qualcosa di meno direttamente legato al torneo chunin, quindi decisamente meno problematico e più interessante.

I viaggi in barca non mi sono mai dispiaciuti, anche se probabilmente li apprezzavo un pochino di più prima dell'Hinode. Per fortuna non credo che mi capiterà mai più di dover seguire le indicazioni di qualcuno che in realtà ci vuole sacrificare a una creatura leggendaria. Sembra legittimo mettere da parte i ricordi spiacevoli di esperienze passate e concentrarsi su cose che si verificano sempre. Sentire l'aria sul viso, ad esempio, è abbastanza piacevole, non lo è altrettanto il venire investiti da milioni di goccioline d'acqua. Preferisco di gran lunga essere completamente asciutta o completamente bagnata, a meno che questo non voglia dire sentirsi i vestiti fradici addosso. Forse in realtà prediligo l'asciutto, visto che farmi un bagno o una doccia è l'unico modo che mi viene in mente di entrare in contatto con l'acqua senza che i miei vestiti abbiano la stessa sorte. Si tratta in ogni caso solo di una preferenza e, vivendo nel Paese dell'Acqua, agli schizzi prima o poi - più prima che poi - ci fai l'abitudine. La persona che ho con me rimane una grossa incognita. E' evidente che non si consideri tra coloro che vorrebbero la morte di chi fallisce, ma non è nemmeno improbabile che le sue motivazioni per pensarla diversamente non vadano oltre considerazioni di carattere economico del tipo di quelle che mi sta esponendo adesso. In ogni caso rimane sicuramente meglio di niente, dove il niente si traduce abbastanza semplicemente nell'essere così legati ai miti di forza e sangue da non riuscire nemmeno a ragionare lucidamente.
"No, affatto." rispondo con un sorriso. Si tratta di una risposta obbligata, sarebbe davvero poco educato dire di starsi annoiando, ma che in questa particolare situazione è anche veritiera. Fino a pochi minuti fa speravo con tutta me stessa che cambiasse argomento, e adesso che bene o male l'ha fatto non potrei certo lamentarmi.

Non saprei come continuare la conversazione, né se sia davvero opportuno farlo, quindi mi dedico più che altro ad osservare la barca, il marinaio, il mare, finché non noto all'orizzonte una grossa sagoma scura. Ci metto un po' a capire che potrebbe trattarsi di un'isola, e per allora il peculiare odore dello zolfo è già arrivato alle mie narici. Non riesco ancora a regolarmi sulle dimensioni, potrebbe essere troppo grande o troppo piccola, ma sembra davvero Kazan no Kuni, o in ogni caso un isolotto vulcanico di un qualche tipo. Questa vista ridesta in me la curiosità verso la natura del nostro incarico, fornendomi poi una semplice idea di cosa che potrei dire per non sembrare capace solo di rispondere alle domande.
"Non mi è stato detto nulla sull'incarico. Di cosa si tratta?"
Spero solo che non decida di dirmelo soltanto una volta giunti a destinazione. Non sarei molto entusiasta di dover attendere che raggiungiamo quell'isola per scoprire finalmente cosa ci tocca fare. A giudicare da quanto vedo distante il villaggio dietro di noi, siamo ancora a metà strada, sempre che ci stiamo davvero dirigendo lì.

Edited by Pellegrinxi - 22/3/2020, 01:28
 
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view post Posted on 26/3/2020, 19:40     +1   -1
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CITAZIONE
Ribadisco: ho letto le tecniche Youton attuali e B L O R C H

« In realtà, riguardo al nostro obbiettivo qui, credo proprio che farò di testa mia » dichiaro improvvisamente dopo qualche istante di silenzio assorto, e subito senti allargarmisi sul viso un sorriso divertito.
Sarà che la piccola sembra parecchio seriosa e ligia, ma è da quando siamo salite in barca che sto ripensando all'incarico di mamma e a quanto mi sembri inutile. Cosa c'entra Sumiye?
Assolutamente niente: mi ha fatto solo ricordare che è passata da un pezzo, l'epoca in cui dovevo sforzarmi di mantenere un certo contegno per evitare certe conseguenze, e mi è venuta una bella idea per ricordarlo a me stessa.

« Ho in mente qualcosa di decisamente meglio. Ma sarà una sorpresa... aspetta e vedrai » le prometto strizzando l'occhio, mentre la barchetta si avvicina all'isolotto pietroso ondeggiando nervosamente: le correnti marine in quel punto sono piuttosto disturbate dalla risalita delle acque bollenti provenienti dalla faglia sul fondale, ma per me quella danza è una sorta di benvenuto amichevole a casa. Dopotutto potremmo scendere da quel guscio di noce in qualunque momento, e finire il tragitto a piedi, camminando sul pelo dell'acqua.

« E credo proprio che potrà esserti utile. Certo, farei molto prima a fare tutto da sola, ma... non sarebbe istruttivo. Ora che sei salita di grado, ti servirà qualche freccia in più al tuo arco ».


Un quarto d'ora dopo raggiungiamo la piccola crosta nerastra, e non senza scossoni saltiamo giù dall'imbarcazione, su cui ci avrebbe atteso pazientemente il traghettatore: il tonfo dell'ancora tra le onde è già alle mie spalle, quando muovo i primi passi sulla superficie calda e scabrosa del piccolo vulcano nascente.
Certo, è da diversi anni che nasce, e se è arrivato oltre il livello del mare vuol anche dire che è da un pezzo che la faglia sta eruttando magma... ma rispetto ai suoi antenati, i grandi vulcani di Kazan, resta una montagna con un bel po' di strada da fare.

« Secondo mia madre, la Capoclan, avremmo dovuto recuperare pietra vulcanica appena sgorgata dalle viscere della terra, per creare parte della scenografia » le spiego con un tono di voce abbastanza divertito. Il calore e l'energia dalle viscere della terra, particolarmente intenso in quel preciso luogo, tende a rendermi leggermente euforica « E farlo in due avrebbe dovuto renderci il lavoro meno gravoso. Ma vedrai, le piacerà quallo che ho in mente. Per prima cosa... serve un po' di atmosfera. Vieni, Sumiye-chan » la invito con rapidi gesti della mano ad avvicinarsi a me. Ci troviamo a una decina di metri dall'orlo dell'isolotto, ancora a valle del modesto cratere che ne occupa la parte centrale.

« Per prima cosa, ci vuole un po' di atmosfera... e un briciolo di discrezione. Non vogliamo nemmeno che il nostro amico sbirci le tecniche segrete del Clan » le preannuncio, assumendo una posizione più stabile divaricando le gambe, coi piedi ben piantati a terra. « Qualche insegnante della vecchia scuola ti andrà a raccontare che siamo in grado di condensare l'acqua grazie allo You... baggianate. Noi controlliamo la Lava, non il Suiton, e con un pizzico di concentrazione possiamo surriscaldare il suolo, grazie alle molecole di You polverizzato che esso contiene. Al lavoro, Sumiye-chan, fai come me » la invita a imitarla, stendendo le braccia in avanti coi palmi delle mani aperti e rivolti verso il basso.

Sumiye l'avrebbe vista inspirare ed espirare profondamente, un'espressione vagamente divertita sul viso, mentre lentamente una nebbiolina bianca avrebbe iniziato a sollevarsi dalle rocce nere, apparentemente prive di liquidi al loro interno.


CITAZIONE
Ho pensato di partire subito con le mosse. Questa è l'ultima di quelle da chuunin, Katon: Whisper of Fire about Kiri. Ikari sostanzialmente non t'ha detto un c@zzo di quello che devi fare, tranne il concetto basilare (surriscaldare lo You nel suolo, che essendo i questo caso vulcanico, non è cosa particolarmente complicata, una volta capito come incanalare il chakra). Prova a chiedere spiegazioni in caso, o tenta e descrivi il procedimento. Lasciami l'esito.
 
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view post Posted on 13/4/2020, 16:51     +1   -1
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Non mi piace. Mi riferisco al suo voler fare di testa propria, al fatto che debba essere una sorpresa, ma anche ai suoi sorrisi e al suo occhiolino. Confesso di essere un po' incuriosita da quello che potrei imparare, ma è qualcosa a cui rinuncerei senza esitare per non essere coinvolta. Lei dice che sarà decisamente meglio, ma nutro seri dubbi a riguardo. Non so nemmeno cosa dovremmo fare, è vero, però sono abbastanza convinta che prendere iniziative in questo modo non sia una buona idea. E' per questo che sul mio volto si dipinge l'espressione un po' preoccupata che vi rimane durante tutto l'ultimo quarto d'ora del nostro viaggio in barca. Lei potrebbe pensare che sia dovuta ai movimenti dell'imbarcazione, che invece affronterei con totale tranquillità. E' davvero poca cosa rispetto all'essere sorpresi da una tempesta, cosa per nulla rara per gli abitanti del Paese dell'Acqua. Non voglio dire di aver sempre fatto esattamente quanto mi era stato detto, sarebbe una grossa bugia, credo che le sue motivazioni di adesso siano completamente diverse dalle mie al torneo. Dovrò attendere per capire cosa abbia in mente, ma sono certa che preferirei non uscire dal seminato.

L'avvicinamento è lento, ma, ondeggiando a destra e a sinistra, arriviamo abbastanza vicini all'isola da poter sbarcare. Lei scende prima, io invece rimango sull'imbarcazione per qualche secondo, aspettando che la barca e la costa si allineino in modo da rendere il salto più facile. Quando i miei piedi toccano terra sono indietro solo di pochi passi, quindi la seguo senza difficoltà. Questo non può essere ciò che resta di Kazan no Kuni, troppo piccolo, troppo nuovo. E' sicuramente vulcanico, ma non una terra antica distrutta e affondata da anni di eruzioni. Mi giro verso il timoniere: lui non scende, né va via. Probabilmente rimarrà qui ad attenderci, e ciò mi fa pensare che il nostro incarico non dovrebbe richiedere moltissimo tempo. Continuo a guardarmi intorno, dopotutto è la prima volta che vedo un vulcano da vicino, ma quando la donna, di cui non so ancora il nome, inizia a parlare tutta la mia attenzione si concentra su di lei. Nell'arco di pochi secondi scopro una quantità impressionante di cose: ho davanti una figlia di Hanabi Netsubo, c'è in cantiere un qualche tipo di spettacolo e noi dovremmo estrarre rocce vulcaniche. Il fatto che lei sia la figlia della capoclan, oltre ad essere sorprendente, non è una buona notizia. La donna che è in cima alla gerarchia dei manipolatori di lava ha una certa fama, e questa basta a far dubitare che un incarico dato da lei possa essere preso alla leggera nemmeno da sua figlia, ma è indubbio che quella parentela renda la situazione della mia compagna diversa dalla mia. Lei è uno shinobi esperto che fa di testa sua riguardo a una cosa chiestale dalla madre, io sarei una neo-chunin che non esegue alla lettera le direttive del clan. Le piacerà quello che ha in mente? Se dovessi tirare a indovinare direi che abbia intenzione di creare lei stessa la pietra lavica coinvolgendo anche me. Alla storia che lo faccia per aiutarmi credo poco: secondo me vuole che partecipi anch'io solo perché renderebbe le cose più divertenti. Sarei una sorta di complice, immagino. Oh, no, continua a non piacermi, e poi diventa sempre più simile a una bravata. Se hanno detto che la pietra dovrebbe essere raccolta da qui ci sarà un motivo, non è possibile che non abbiano considerato un'alternativa che è apparentemente più semplice.

Mi avvicino a lei seguendo le sue indicazioni, senza nessuna idea su cosa intenda per atmosfera, ma decisa ad approfittare del momento per esprimere almeno parte dei miei dubbi. "Lei è... è sicura che andrà tutto bene?" La mia voce è esitante, incerta. Sono i miei dubbi, del resto, non sto dicendo che la sua è una cattiva idea, ed è buono che sia così. Prima di fare una cosa del genere dovrei almeno esserne sicura, e forse non sarebbe nemmeno abbastanza. Avrei preferito di gran lunga una situazione meno scomoda. Lei in ogni caso non perde tempo e inizia a spiegare la prima cosa da fare. Che voglia celare al barcaiolo le tecniche degli Yoton è più che comprensibile, anche se mi sarei aspettata di farlo spostandoci per uscire dalla sua visuale. Quello che dice è semplice e chiaro, e subito alle parole segue una nebbia leggera, che si alza a terra rispondendo ai comandi della donna. "Da dove proviene questa umidità?" chiedo, sinceramente stupita. Come è possibile che il semplice riscaldare il terreno produca questi risultati? Siamo su un vulcano, queste rocce non dovrebbero essere umide, eppure la foschia davanti a me sembra provenire da lì. La mia domanda in realtà ha anche un altro obiettivo: guadagnare tempo. Tentare di fare come lei vuol dire acconsentire tacitamente alla sua iniziativa. So che probabilmente non ho scelta e devo farlo, ma sento il bisogno di avere anche solo ancora pochi secondi per pensarci meglio. Caspita, non avrei davvero detto che quella che ho davanti fosse la figlia della capoclan. Che tipo di persona è davvero?
 
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view post Posted on 18/4/2020, 15:26     +1   -1
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« La roccia vulcanica raffreddata è incredibilmente porosa » esordisco, rallentando il processo di evaporazione - « E qui siamo in mezzo al mare. Non sto facendo altro che far evaporare l'acqua che inevitabilmente è rimasta intrappolata nei pori, durante l'ultima mareggiata.
Chiaramente col suolo normale sarà più semplice lavorare, e invece di uno strato di roccia salata otterrai della sabbia asciutta. Il principio è lo stesso in tutti i casi: forza, se aspetti ancora non resterà più acqua da sprigionare »
la esorto, notando che per qualche motivo sembra parecchio titubante.

Di domandare cosa la trattenga non ho voglia: un po' perché credo di aspettarmi la risposta, un po' perché sono assolutamente certa del risultato, e infine perché è decisamente il caso che Sumiye-chan inizi a prendere dimestichezza con qualche tecnica più avanzate, di quelle stupidaggini che il Clan insegna ai ragazzini.

« Cerca un appoggio soddisfacente contro il suolo, le piante dei piedi devono essere stabili » – riprendo imperterrita, mantenendo abilmente l'espressione serena tenuta finora - « Quello che ci circonda è magma solidificato: è un composto molto più affine a noi, rispetto a quel miscuglio ibrido che compone la terraferma. Incanala il chakra nelle mani e volgile verso il basso: basta risvegliare appena la lava addormentata, fredda e rigida, per farle riacquistare parte del suo calore iniziale e innescare l'evaporazione. E non dimenticarti di respirare, intesi?
Il cuore non può imprimere vera forza nel chakra, se non è correttamente irrorato dall'ossigeno »
le spiego più nel dettaglio, poi incrocio le braccia sul petto, assumendo la postura che usavo con Shi quando era piccolo e si rifiutava di lasciar perdere quegli stupidi pastelli.

Ha il magico effetto di far capire all'istante che vorresti che qualcosa venga fatto, e anche alla svelta, senza nemmeno che ci sia bisogno di alzare la voce o lanciare occhiate indispettite.
Shi mi ha sempre ignorata, costringendomi a passare a metodi più efficaci, ma non credo che una ragazzina ammodo come Sumiye si riveli altrettanto testarda.
 
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view post Posted on 26/4/2020, 11:16     +1   -1
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Devo dire che la spiegazione è esauriente, ma anche l'unica cosa che arriva. In realtà per la mia prima domanda anche il silenzio è una risposta: è abbastanza sicura da non sentire il bisogno di giustificare la sua idea. Per quanto possa essere una persona avventata, cosa che non ho comunque tutti questi motivi per credere, è sicuramente una Yoton esperta, e, se si tratta davvero di quello che penso, le sue opinioni sono probabilmente valide, e la sua sicurezza significativa. Uhm, non sono nemmeno sicura che tutto questo importi: il suo silenzio potrebbe significare solamente che non sente il bisogno di giustificarla con me. Non mi è sembrato di essere mai stata trattata con aria di superiorità da quando l'ho incontrata, e questo promette bene, ma non mi stupirei di certo se pensasse che, visto che è chiaramente un mio superiore, non dovrei far altro che fidarmi e seguire le sue indicazioni. Oh, no, per nulla difficile da immaginare, anche perché adesso è ferma in attesa. L'esortazione di prima, le sue braccia conserte, tutto fa capire che non posso temporeggiare oltre. Credo di aver capito abbastanza bene il procedimento e, anche se non ho mai provato, sono moderatamente fiduciosa nelle mie possibilità di successo, eppure non sono affatto entusiasta di tutto questo. Ho alternative? La risposta a questa domanda è più semplice di quello che mi piacerebbe: sì, ma sono tutte pessime, visto che comprometterebbero i rapporti con la donna, e senza nessuna garanzia di ottenere risultati positivi su altri fronti. Non resta che rassegnarsi e, a meno che la figlia della Netsubo non abbia in mente qualcosa di davvero folle, andare avanti su questa strada. Speriamo bene.

L'idea di base non è nulla di nuovo: utilizzare il fuoco per riscaldare la terra, proprio come ogni volta che devo unire i due elementi per formare lo Yo. Nonostante questo, però, le differenze sono molteplici: creare il magma richiede molto più calore di quanto non ce ne possa volere per far evaporare dell'acqua, ma una cosa è far avvenire il processo all'interno del proprio corpo utilizzando il chakra, una completamente diversa aumentare la temperatura del terreno sotto i miei piedi. Strizzo gli occhi per un momento, poi li riapro, dirigendo verso il mio sguardo verso la roccia nera che un tempo non molto lontano era lava ribollente. La donna rimane ai margini del mio campo visivo, una presenza non ben distinguibile, che però riesce benissimo a mettermi sotto pressione. Le mani vanno rivolte verso il basso, devo incanalare il chakra e, sì, tutto chiaro. Respirare regolarmente come ha detto lei risulta sorprendentemente difficile. E' incredibile come quando qualcuno ti dà indicazioni su qualcosa di naturale, come respirare o mantenere una buona postura, questo smetta improvvisamente di esserlo. Di solito non mi sento respirare, ma adesso riesco facilmente a contare tutte le volte in cui l'aria entra ed esce dai miei polmoni. Poco male, vedrò di farcela lo stesso. Inspiro.
Concentrare il chakra non è difficile, non dopo tutti gli allenamenti in accademia, e con un minimo sforzo riesco a far fluire una piccola parte di quell'energia verso le mani. Sicuramente non basterà per ottenere risultati osservabili, ma è meglio iniziare con poco e progredire gradualmente.
Espiro. La roccia è qui, davanti ai miei palmi. Non sono altissima, quindi la distanza non è più di qualche decina di centimetri, che il mio chakra deve riuscire a superare in qualche modo. Va bene, va bene, calma. Ce la posso fare. Continuo a respirare, facendo entrare l'aria dal naso ed emettendola dalla bocca, cercando il più possibile di mantenere un ritmo regolare. Non deve essere tanto diverso dalle tecniche del Doton. Mando il mio chakra in avanti, verso il magma ormai solido, come se volessi controllare quella roccia, imporle di muoversi seguendo i miei comandi, ma il mio obiettivo non è quello. Cerco un contatto, un legame tra me e il terreno, una via per far fluire il mio chakra, e quindi, mentre conto cinque, dieci respiri, aspetto di sentire una presa di qualche tipo, anche se lieve. Non ho certezze, quindi mi accontento di un'impressione, di un momento in cui sento la terra un po' più vicina, e inizio. E' un calore praticamente impercettibile, quello di una scintilla, ma è così che tutti i fuochi hanno inizio. A poco a poco le fiamme crescono, così come l'energia che convoglio nelle mani e poi dirigo verso il basso, sperando che non si disperda nell'aria umida e arrivi davvero a destinazione. Il magma che alimenta vulcani come questo è molto più caldo di qualsiasi fuoco, ma io devo soltanto risvegliare la lava dormiente quel tanto che basta perché sprigioni l'acqua che è entrata nei suoi pori, cosa che anche le mie energie dovrebbero essere abbastanza per fare senza enormi difficoltà.
Sento l'agitazione crescere per ogni momento in cui guardo sotto di me senza vedere nessuna nebbia che si forma, e il mio sguardo si sposta sulla donna, senza che io riesca ad impedirmi di lanciare una rapida occhiata alla sua espressione. No, torno alla roccia e, con un respiro più profondo degli altri, mi impongo di continuare senza lasciarmi influenzare troppo. Mantengo la concentrazione, aggiungendo un altro po' di energia, speranzosa che la nebbia possa rispondere alla mia chiamata, ma con la paura di fallire ancora in agguato, non così più lieve di quanto non fosse pochi secondi fa.
 
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view post Posted on 28/4/2020, 18:13     +1   -1
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Finalmente si è decisa: sul mio viso si dipinge un'espressione benevolente, mentre la osservo e annuisco.
Non sembra solo diligente: lo è sul serio, si è sforzata di replicare con precisione la postura che le ho mostrato, mentre per quanto riguarda l'incanalamento del chakra... è questione di prove ed errori. Non è semplice controllare una massa rocciosa non prodotta da noi stessi – o almeno, può essere ostico all'inizio – tuttavia sarebbe diventato mano a mano più naturale, con un po' si pratica.

Estendo una delle mie mani a percepire l'energia che Sumiye sprigiona verso il suolo, sochiudendo gli occhi: lo percepisco con chiarezza, in quel luogo così saturo di forza primordiale. Sta ancora cercando di trovare la giusta dose, per sollecitare i liquidi intrappolati nel terreno.

Avverto la sua tensione nella maniera in cui il chakra vibra: leggermente disordinato, tende a dissipare l'energia più che a canalizzarla verso il basso. Poco male. Le ci vorrà più sforzo di quanto in realtà non sia necessario, ma ci riuscirà lo stesso: inutile riprenderla, sembra il tipo di persona che si interromperebbe di colpo, dovendo poi ricominciare tutto da capo.

« Continua così, esatto » la incoraggio sfoderando un sorriso di apprezzamento « Finché non avverrà qualcosa di tangibile. In base alla manifestazione di ciò che stai facendo, imparerai a dosare il flusso nel modo più funzionale. Bada bene: funzionale. Dipende tutto da quello che desideri fare: se vuoi una nebbia leggera, servirà meno energia rispetto a quella necessaria a rilasciare un geyser... oh! Ecco, ci siamo. L'hai notato anche tu? » le domando allegramente, dopo aver notato un inconfondibile sbuffo di vapore sollevarsi dal suolo davanti ai suoi piedi.

Si è sollevato in modo un po' brusco, ma è normale che ciò accada: l'energia che lei sta investendo non è affatto poca.
« Cerca di rivivere la sensazione che hai provato nel momento in cui hai innescato l'evaporazione. È una questione di memoria muscolare: il corpo cercherà automaticamente di riprodurre le condizioni in cui ha ricevuto lo stimolo positivo... e poi diminuisci il flusso, lentamente, senza interromperlo » – le spiego, mentre osservo e saggio con attenzione il suo operato - « Non smettere di respirare, o resterai senza energie in breve tempo » la ammonisco bonariamente. Dovrà pensare a parecchie cose contemporaneamente: le starà scoppiando la testa.

Attraverso la mano protesa incanalo una modesta quantità di chakra, insinuandomi nel flusso del suo, che ancora fuoriesce in modo grezzo e un poco irregolare: con un pizzico di supporto e di esempio, avrebbe cercato anche lei di imitare lo scorrere tranquillo e controllato dell'energia che la guida nella pratica. Il mio sorriso si fa via via più soddisfatto, notando miglioramenti visibili nell'arco di pochi minuti. « Non imparerai tutto oggi, Fujimoto-chan. Dovrai esercitarti giornalmente, ma sei sulla strada giusta. »
L'avrei aiutata a sollevare una coltre di nebbia abbastanza spessa da impedire al barcaiolo di curiosare, poi con un cenno l'avrei invitata a seguirmi.

Avremmo raggiunto dopo pochi passi la zona più sopraelevata dell'isola, a breve distanza da un grosso foro circolare nella pietra nerissima: è il cratere, per ora assopito, la cui energia vibra attorno a noi con un fremito primigenio. « Quanta lava riesci a produrre in un colpo solo, Fujimoto-chan? » le domando a quel punto, prima di prendere una lunga boccata d'aria e impastare velocemente il chakra con lo Yo, componendo nel mentre una sequenza di sigilli con le mani. È un procedimento così naturale, ormai è necessario un battito di ciglia per completarlo: compongo i seal con movimenti più lenti e chiari del necessario, e l'istante seguente un getto di lava fusa prorompe dalle mie labbra, saturando l'aria con l'acre odore dello zolfo e dei vapori velenosi.

Espello e raffreddo rapidamente tre gettate, evitando di farlo alla massima potenza, per non intimidire la ragazza: dopotutto non ho nulla da dimostrare. I pilastri prodotti dal rapido raffreddamento del fluido sono tre, alti due metri, dal diametro di mezzo, sulla cui sommità brillano ancora altrettanti globi di lava bollente. Sollevando un palmo per mantenere un calore adeguato, e la invito ad imitare il procedimento: « Devo ripetere la sequenza? Sei riuscita a memorizzare le figure? » domando, pronta a mostrarle immediatamente una replica della sequenza, se fosse stato necessario.


CITAZIONE
Anche stavolta fai il tuo tentativo; libero di descrivere il “finale” della tecnica precedente, che comunque va a buon fine, dopo i primi minuti di assestamento.
 
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view post Posted on 7/2/2021, 19:33     +1   -1
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Scusa il ritardo!
Chiudiamo la Quest seguendo il regolamento Abbandono: dopo tutto questo tempo mi è difficilissimo ricordare tutti i dettagli e rileggere i post è improponibile x.x
In ogni caso hai una bella scrittura e non è assolutamente immeritato un voto 8 per il lavoro svolto finora.
Calcolando mezza quest svolta, ti spettano 240 exp (vecchia scala, immagino che la tua scheda non sia ancora aggiornata).

Non me ne volere se non ho recuperato la pic della mamma di Ikari, non voglio farti aspettare ancora!

Com'era, quella storia che mi stavo raccontando nemmeno un'ora fa?
... ah, si: che è passata da un pezzo l'epoca in cui dovevo sforzarmi di mantenere un certo contegno per evitare certe conseguenze...

Sumiye sta facendo del suo meglio per seguire le mie indicazioni; posso perfettamente immaginare la fatica che quella testolina sta sopportando, per guidare il corpo verso i risultati che entrambe ci aspettiamo. Mi piange quasi il cuore, al pensiero che questa ottima occasione di crescita stia per finire in pasto ai pesci.

Ecco, dovete sapere che mia madre - sì, la capoclan - si è sempre fatta vanto di aver sempre preteso e ottenuto che si seguissero le sue indicazioni alla lettera: in concreto, si deve eseguire ciò che lei richiede, quando lo domanda, nel modo in cui lo desidera e senza perdere tempo.
E si dà il caso che io, oggi, stia soddisfacendo solo ad una delle quattro condizioni da ella poste al lavoro assegnatoci.

Sospiro sollevando gli occhi al cielo, evitando però che la giovane allieva possa fraintendere la mia pacata frustrazione come una critica rivolta al suo sforzo; il tremore che risale dalle viscere della terra, attraverso la lava solidificata di quell'isolotto, comunica in maniera l'irritazione di quella donna inflessibile, che si sta avvicinando rapidamente alla nostra posizione. Presto lo sciabordare dell'acqua si fa ben udibile, misto ai richiami del barcaiolo, che crede di doverci salvare da un maremoto improvviso: a quel punto non posso farci più niente, Sumiye ha sentito le grida ed ha interrotto il suo addestramento.

Poi, all'improvviso, tutto tace: tremori, grida, fragore di onde.
Nemmeno ho accennato ad accorrere in soccorso del povero ignorante: mia madre sa ciò che fa, non lascerà che una sola persona perisca a causa di una sua mossa maldestra e lo fa non tanto per filantropia, quanto per orgoglio.

Sento il suo sguardo interrogativo su di me, occhiata alla quale rispondo con un sorriso enigmatico ed un'alzata di spalle, come a dire: non ci si può fare niente...
Avrebbe senz'altro capito, quando la figuretta nodosa dell'anziana madre fosse sbucata dalla nebbia da noi stesse sollevata, nebbia che si sfilaccia e si attorciglia attorno alle caviglie e alle maniche della turbolenta Youton.


***




Non immaginatevi chissà quale scenata.
Sarà pur mia madre, ma non dimentica mai di essere la responsabile dell'intero clan, né che io stessa sia una Jounin di un certo spessore: umiliarmi di fronte ad un'allieva non rientra nel novero dei suoi metodi.
Qualcuno lo definisce "la punizione silenziosa": basta la sua semplice presenza, perché tutti gli astanti comprendano con precisione estrema quale siano i suoi desiderata.
Ed eccoci che obbediamo al suo comando iniziale: caricare pietre sulla barca, chiuse in svariati sacchi di iuta, finché la barca non può contenerle altre senza rischiare di affondare; torniamo a bordo del natante, guidato dal nocchiero coi nervi a fior di pelle, e puntiamo la prua verso Kiri, pronte a concludere la piccola missione assegnataci.
Mamma ci precede senza degnarsi di salire sulla barchetta, ovviamente: lei si lascia trasportare da un'onda di magma fuso richiamata dal fondale marino, fino alla banchina da cui noi stesse siamo salpate.

Raggiungiamo il molo, scendiamo, scarichiamo i sacchi e li abbandoniamo lì, in attesa che i genin del clan arrivino correndo a prenderli per trasportarli nel luogo di destinazione. Lascio vagare lo sguardo tra la nebbia, sentendo un certo vuoto grigiore, lì dove poco fa brillava la scintilla della ribellione.
Certe cose non cambiano mai, vero, madre?

« Sarà per la prossima volta, Sumiye-chan » - sussurro salutandola con un sorriso divertito dipinto ad arte sul viso, ed un gesto casuale della mano, prima di sparire nella nebbia del quartiere Youton.
 
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view post Posted on 20/3/2021, 15:32     +1   -1
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Credo sia difficile immaginare un lavoro meno gratificante di trasportare sacchi pieni di pietre. Lo faccio senza lamentarmi, ovviamente, l'ira della capoclan è qualcosa che non desidero minimamente provocare. Ci osserva in silenzio, ma dal suo sguardo e dalle reazioni di sua figlia è impossibile non percepire quanto sia scontenta del modo originale in cui stavamo svolgendo l'incarico che ci era stato assegnato. Questa non è una sorpresa, davvero no, ma più la prima cosa che ho pensato appena ho sentito parlare di fare di testa propria. Se fossi sola la mia espressione sarebbe quella di una persona stanca, intenta a fare qualcosa che unisce la fatica alla noia, ma sotto gli occhi di Hanabi Netsubo non ho nessuna intenzione di far vedere qualsiasi cosa che non sia riempire sacchi e portarli sulla barca. Note positive? Immagino di aver capito perché lei desiderasse tanto svolgere l'incarico in modo alternativo e, tutto sommato, credo di aver imparato qualcosa anche se siamo state interrotte. Mentre salgo sulla barca per tornare a Kiri, stanca più di quanto non vorrei ammettere, e con un'avversione per le pietre che non sapevo di avere, penso che tutto sommato poteva andare molto peggio. La capoclan non ha bisogno di essere trasportata: cavalca un onda di magma che è in grado di mantenere fuso nonostante l'enorme quantità d'acqua che dovrebbe raffreddarlo e farlo solidificare in poco tempo, almeno esternamente. I minuti di viaggio passano mentre mi interrogo sul metodo utilizzato da Hanabi Netsubo per spostarsi in quel modo, e mi chiedo se sarò mai in grado di fare qualcosa del genere.
Una volta giunti a riva non resta che sbarcare, scaricare i sacchi pieni di pietre, rispondere al saluto di Hikari con un rispettoso "Arrivederci.", e incamminarmi verso casa, stavolta senza nessun incarico a sorpresa ad attendermi.
CITAZIONE
Le mie tempistiche da lumaca in questa quest riescono sempre a stupire persino me stesso. Per quanto riguarda la valutazione del master non posso darti altro che 10. Mi stava piacendo molto, ed è solo colpa mia che non è continuata.
 
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14 replies since 26/1/2020, 13:06   387 views
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