Iscrizioni Iwa

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.Kuroro
view post Posted on 7/11/2022, 18:40 by: .Kuroro
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Iwa
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Faccio richiesta di cambio PG e mi iscrivo ad Iwa, lasciando Kuro senza morte se possibile, regalandolo al GdR ed a Oto. L’ultima ruolata è una libera mentre chiacchiera con Hideyoshi, nulla di che.

Scheda Kuro

Ultima ruolata

Scelgo la seconda Opzione + Incentivo di Iwa.
CITAZIONE
Seconda Opzione:
~ Valore di Exp a scelta (compreso tra 100 e l'Exp maturata dal pg deceduto)
~ Livello in conseguenza degli Exp selezionati
~ Rango a scelta tra quelli resi disponibili dal Livello
~ Una Disciplina Personale ottenibile senza Quest (oltre alla Base prescelta)
~ Conto in Banca azzerato

Juro

Nome: Jurōjin
Cognome: Kurashiki
Soprannome: Il Tengu (Kami/Yōkai)
Rango: Jonin
Età: 36 anni
Data di Nascita: 27 maggio
Altezza: 186 centimetri
Peso: 85 kg
Lavoro: Medico chirurgo e genetista
Clan: Famiglia Kurashiki
Paese: Iwagakure No Sato

Descrizione Fisico-Caratteriale

Un metro e ottantasei centimetri di altezza ed una corporatura atletica ma robusta al tempo stesso. Postura impeccabile ed un portamento regale fanno di Jurōjin, un uomo rispettato in tutto il Villaggio non solo per il suo lavoro. Ma nonostante tutto, la cosa che maggiormente spicca è sicuramente la perenne presenza del cappuccio alzato e della sua maschera a coprirne il volto. Da questo nasce il suo soprannome “Tengu”. Maschera bianca, sempre perfettamente pulita, porta sulla fronte un cerchio che cambia colore, da Rosso a Blu.
Veste sempre di scuro, con spalline, gambali e parabraccia che presentano una trama a quadri che richiama il colore del cerchio sulla fronte della maschera.

E’ un medico chirurgo affermatissimo ad Iwagakure, sempre pronto a mettere in mostra le sue arti per aiutare chi ne ha bisogno. Sempre cordiale con tutti, non disdegna passare il tempo libero a passeggiare e chiacchierare con chiunque abbia dubbi e perplessità sul suo lavoro. Conta sulle spalle una quantità di operazioni incredibilmente alto; numero andato ad aumentare notevolmente durante i terribili anni del Morbo.


Storia Introduttiva

La famiglia Kurashiki è sempre stata una famiglia particolare.
Da sempre ossessionata per la conoscenza e per la medicina, per i veleni e per la genetica.
Tanto ossessionata a tal punto da cercare in ogni modo, anche quello meno opportuno, le risposte alle innumerevoli domande che gli si ponevano davanti. Di giorno, normali medici, chi specializzato in medicina generale, chi in chirurgia, chi in medicina da guerra ed altri ancora in farmacia; di notte, invece, nelle cavità delle montagne, nascosti perfettamente dalla geografia del Paese della Roccia, conducevano esperimenti per la creazione del farmaco definitivo, in grado di modificare la composizione cellulare in maniera totalmente autonoma, a seconda della malattia del paziente. Ricerche incredibilmente lunghe e difficili, che portavano i membri della famiglia a sparire per qualche giorno per poi ricomparire con bende alle mani, alle braccia, per coprire i segni di bruciature o ferite.
Jurōjin era cresciuto così, con questo perenne dualismo, con la voglia di conoscenza ma con l’obbligo di tenere tutto nascosto, finché il farmaco tanto desiderato non fosse stato scoperto e messo al sicuro; cresciuto con il motto della famiglia:

Ai fini della scienza tutto è lecito, tranne condurre esperimenti su esseri umani.

E questa frase ha per lungo tempo condizionato il pensiero del giovane ninja, che aveva sempre evitato di combattere, per non ricevere danni alle mani, strumento di lavoro.
Come potevano, degli scienziati, riuscire a comprendere le cellule e la loro guarigione, senza poter studiare gli effetti dei farmaci su esseri umani? Nessun animale, per quanto simile, sarebbe mai potuto essere paragonabile all’uomo. E questo pensiero, lentamente si rivelò essere la sua condanna. Più gli studi di famiglia andavano avanti e più lui si logorava dentro, perché gli stessi esperimenti arrivavano sempre ad un punto morto, fermandosi nel nulla, senza concretezza.

Approfittando del suo essere giovane, il giovane Jurōjin rimase sei giorni nelle cavità della montagna, nello studio di suo padre ed ogni giorno, non appena rimaneva da solo, si apprestava a testare quel farmaco sul suo corpo, all’insaputa di tutti, annotando sul suo taccuino i miglioramenti da fare e le innovazioni che riusciva a scoprire. I primi tre giorni filarono lisci, senza nessuna ripercussione: ogni taglio auto inflitto si rigenerava alla velocità che un normale corpo umano permetteva. Dal quarto giorno però la cosa cambiò radicalmente. Ogni ferita restava tale per una manciata di secondi per poi svanire senza lasciare alcuna cicatrice, perfino ingerire i veleni era diventato inutile, il corpo assorbiva tutto, come se non fosse una sostanza tossica. In sei giorni quel taccuino era pieno di informazioni, numeri e grafici che testimoniavano quanto accaduto.
Il settimo giorno, stanco dall’intera settimana passata sveglio, si appisolò lasciando incustodito quel quaderno. Al suo risveglio, tuonó suo padre impedendogli anche di avere il tempo di rispondere. Aveva trasgredito l’unica regola vigente nella famiglia, e dopo aver distrutto quel taccuino, cacciò di casa Jurōjin, isolandolo dalla famiglia.

Ogni studio riguardante quel farmaco furono immediatamente interrotti, la famiglia smise di rifugiarsi nell’oscurità della montagna, abbandonando l’idea che li aveva portati a condurre quella vita quasi straziante.
Jurōjin non capì mai il perché di quella reazione, ma di nascosto continuò a condurre i suoi studi, dal momento che la famiglia abbandonò radicalmente la montagna senza farci mai più ritorno. La famiglia abbandonò le ricerche, rifiutando quindi i fondi che, di nascosto, Iwa forniva loro da anni. Il giovane poté continuare la sua normale vita come un comune ninja, riuscendo a raggiungere con non troppe difficoltà il rango Jonin. Da quel momento in poi, la sua conoscenza della medicina era così elevata da poter sparire per un po’ dalla circolazione, per poi fare ritorno sotto copertura, facendosi chiamare da tutti “Tengu”, per via della maschera indossata. Dal momento del suo allontanamento, nessuno incrociò più i suoi occhi, nessuno lo guardo più in viso. Nessuno sapeva realmente della sua reale identità, tranne il vertice di Iwa.

L’unico a poterlo guardare nuovamente, fu suo padre, nel momento in cui Jurōjin fece ritorno a casa, all’insaputa di tutti. Il morbo aveva messo in ginocchio chiunque, ma aveva fortificato il Jonin, che ormai era riuscito ad impiantare dentro di sé proprio quel farmaco. Con il morbo aveva reagito ancor meglio, dandogli un controllo definitivo sulla sua evoluzione cellulare.
Curò suo padre, rivelò a lui soltanto la sua identità e senza dir nulla andò via. La sua identità non venne mai rivelata, ma il rapporto con il genitore sembrava tutt’altro che distrutto per sempre.

Edited by .Kuroro - 13/11/2022, 14:29
 
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