Reijiro Maniwa nacque a Kumo da una felicemente sposata coppia di shinobi della Nuvola: venne cresciuto con affetto e premura, viziato apertamente dalla madre e di nascosto dal padre.
Nonostante i primi anni di vita furono felici e spensierati, Reijiro faticò particolarmente a socializzare con gli altri bambini e veniva sempre deriso: era deboluccio, pallido e timido, totalmente diverso dallo stereotipo del guerriero di Kumo. Con gli anni le prese in giro divennero insulti, gli scherzi angherie al limite della violenza.
Il bambino finì per isolarsi sempre più, rifiutando di iniziare la scuola ninja per paura di non inserirsi e di essere emarginato ancora di più.
Così i genitori, seppure a malincuore, gli concessero di ricevere l'addestramento basilare direttamente da loro: si impegnarono al massimo per insegnare al figlio tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno nella sua futura vita da shinobi.
Più di due anni dopo, la Guerra scoppiò: Watashi e la sua progenie attaccarono il mondo ninja ma, finché il pericolo non arrivò sotto le porte di Kumo, Reijiro a malapena si accorse di ciò che gli accadeva attorno: era un bambino, dopotutto, ed era impegnato ad affrontare problematiche ben più importanti ai suoi occhi. Ma quando iniziò l'assedio, gli innocenti occhi del giovane Maniwa non poterono più guardare altrove: l'orrore della guerra si dipinse davanti a lui nel suo suo sanguinario e crudo realismo.
La madre, assieme a pochi altri shinobi e kunochi, decise volontariamente -andando di fatto contro le preferenze del kage e ricevendo, nei casi migliori, una degradazione- di distaccarsi dal fronte per assistere la componente debole della popolazione durante l'evacuazione: Reijiro e coloro che non erano in grado di combattere fuggirono fra le montagne; si rifugiarono in alcuni villaggi vicini, dove l'orrore di Watashi ancora non era arrivato.
L'isolamento durò un anno, durante il quale Chikako Maniwa continuò ad addestrare il figlio per distrarlo -e distrarsi- dal pensiero del marito in guerra: non erano certi sarebbe sopravvissuto, non erano più certi di nulla.
Un giorno, un messaggero li raggiunse portando una buona notizia: la calamità era stata sconfitta. Così la popolazione fece ritorno a Kumo, trovandola distrutta e martoriata dalle sanguinose battaglie: molti erano i morti ma, fortunatamente, Isamu Maniwa corse incontro alla sua famiglia e abbracciò la moglie e il figlio, il cuore di tutti pieno di sollievo e gioia.
Qualcosa, però, era cambiato nell'uomo: il marito solare ed energico che era rimasto a combattere non c'era più, ora cupo e parco di sorrisi, gli incubi a tenerlo sveglio la notte.
Kumogakure si rialzò comunque sulle sue gambe e venne deciso di ricostruirla da zero, ancora più in alto sulle ripide cime che l'avevano sempre difesa in anni e anni di storia.
La richiesta di materie prime e approvvigionamenti fece affluire nella città nascente numerosi mercanti e carovanieri: fu durante uno dei numerosi mercati che la vita di Reijiro, fin'ora triste e sola, prese una svolta inaspettata.
Reijiro incontrò un suo coetaneo, dietro una bancarella, che aiutava il padre a vendere stoffe e tessuti. Lo incuriosiva come dal suo volto trasparissero gentilezza e bontà e quando questi terminò il suo turno e gli chiese di giocare un po', sorprendentemente non si tirò indietro: giocarono tutto il giorno, e per molti giorni dopo di quello, rafforzando la loro amicizia. Reijiro ricominciò a sorridere e a scherzare, usciva di casa più spesso e non vedeva l'ora di incontrarsi col suo nuovo, unico amico. Hideki, così si chiamava.
Meno un anno dopo, però, il ragazzo mercante dovette trasferirsi in un altro villaggio, al seguito dei genitori. I due amici si diedero un addio con pianti e abbracci e, seduti sul bordo di un terrazzo di Kumo ormai ricostruita, strinsero un patto: quando si fossero rivisti, da adulti, si sarebbero presentati come il miglior shinobi e il mercante più ricco di tutto il regno ninja.
AVVENIMENTI GDRON
ESAME GENINCon questo pensiero ben fisso in mente, il giovane Maniwa decide di sostenere l'esame genin e che sarebbe cambiato, che avrebbe lasciato alle spalle il vecchio Reijiro; non è un compito facile ma la volontà nel cuore del ragazzo è ben salda, la determinazione ferrea.
Riesce infatti, non senza tentennamenti e peripezie, ad ottenere il titolo di genin e ad imbarcarsi nella sua prima missione da shinobi di Kumogakure: la sua nuova vita è iniziata!
LA PRIMA MISSIONELa breve missione in un villaggio vicino porta Reijiro a maturare, aprendosi un altro po' e scoprendo un suo lato battagliero che aveva sempre ignorato. Scopre inoltre di avere ereditato dalla madre la kekkei genkai del clan Yōton della Gomma e gli allenamenti per acquisire controllo sul chakra katon iniziano, senza perdere tempo.
GLI INSEGNAMENTI DI UNA MADREIl chakra katon scorre potente nelle vene del giovane e il suo addestramento fila liscio e senza problemi: in pochi giorni riesce a raffinare il controllo sull'elemento e a utilizzarlo -seppur in maniera alquanto limitata-.
RAPIMENTO E RIVELAZIONIDurante un giorno di pausa, Reijiro si dirige al nascondiglio in cui lui ed Hideki erano soliti passare le giornate. E' qui che incontra Keitaro, un ninja di Kumo che sembra avere molto in comune con lui. Ma questi rapisce il giovane e lo obbliga ad un gioco malato in cui nulla è reale e molte verità sui suoi genitori vengono rivelate: due fratelli, omicidi e sfaccettature oscure inimmaginabili.
Reijiro, inizialmente soverchiato dagli eventi, riesce a recuperare fiducia in sé stesso e, spinto agli estremi, apprende istintivamente le tecniche basilari del suo clan.
Scopre che le rivelazioni di Keitaro, come aveva inizialmente creduto, non sono completamente false, ma ancora deve capire dove termina la menzogna ed inizia la verità. In fondo, quell'uomo è stato ingannato tanto quanto lui.
Avrebbe avuto il tempo di parlarne con sua madre e suo padre, prima o poi, ma ora come ora l'unica cosa che importa è che tutto sia finito.
UNA SORELLA E UN FRATELLOReijiro si confronta con i genitori e perdona loro ogni menzogna. La famiglia, ancora più unita, decide di recarsi al cimitero per far conoscere al loro terzogenito sua sorella Setsuna e suo fratello Michi. Il giovane scopre di provare un istintivo affetto verso quei due ragazzi che non aveva mai conosciuto ma che, istintivamente, riconosce come parte della sua famiglia.
I BULLI NON LI SOPPORTOwork in progress