Area Est, Centro storico e piazza principale

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view post Posted on 6/12/2013, 19:07
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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tq0w

La grande piazza di Kumo è sempre stata il punto nevralgico del villaggio: Mercanti, stranieri, abitanti, ninja di ogni grado,tutti coloro che hanno sempre considerato quest'ala come un punto di ritrovo prima di partire per una missione o per acquistare merci, che fossero armi o beni primari. In giornate serene il sole illumina costantemente la zona, permettendo ai suoi raggi di risplendere attraverso i fantastici monumenti disseminati per la piazza o sulle lame delle armi dei guerrieri pronti a difenderla da qualsiasi pericolo. Se il luogo presenta un gran numero di ninja però, è particolarmente frequentato in genere anche da gente comune, che dall'annuncio di Watashi non si era più fatta vedere. Le case dei cittadini erano diventate le loro fortezze e il centro storico del paese il campo di battaglia da cui avrebbero sentito grida di sofferenza, gemiti di dolore e le urla di battaglia dei generali dell'alleanza. Watashi e i suoi figli sarebbero giunti anche nella piazza e nella piazza sarebbero dovuti restare e morire. Si sarebbero innalzati nuovi monumenti in memoria ai caduti, ma solo dopo aver vinto la guerra: questo era e doveva essere lo spirito degli shinobi, in nome dei loro amati, dei loro familiari e dell'intero mondo ninja. Oltre l'angoscia e la paura della grande battaglia.

Edited by Griever_ - 7/12/2013, 13:02
 
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view post Posted on 10/12/2013, 20:41
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GdrOff//continua da qui//GdROn

*Non fu il suo miglior discorso in pubblico ma non se ne preoccupò dato che non rientrava nei suoi interessavi risultare avvincente o rassicurante, ciò che contava in quel frangente e sempre era dire il vero e in modo spontaneo, cosa che non le era mai riuscito difficile fare.
Come tutti d'altronde la bella Hokage si era fatta trasportare dal susseguirsi di eventi e dal giorno fatidico in cui Watashi aveva dichiarato apertamente guerra al mondo ninja, le decisioni così come la divisione dei ruoli e delle competenze erano tutte state dettate con molta naturalezza e la difficile posizione che andava a ricoprire non l'aveva certo scelta di sua spontanea volontà. Così come le era capitata l'aveva accettata e senza riserve. Inutile infatti fu discutere sul piano di anzianità per il comando o di chi era il padrone di casa e conoscesse meglio la zona, il risultato delle votazioni ricadde infatti su di lei per la semplice fama che la marchiava come ottimo generale e kunoichi dotata di grandi abilità. Nel fare il suo nome i rappresentanti la ritennero quindi in grado di coordinare un grande esercito seppur le era capitato solo in poche occasioni di dare dimostrazioni simili sul campo. Allontanandosi ricordò proprio uno di quegli episodi, una guerra per il controllo del territorio tra Iwa e Taki dove lei nelle vesti di Neko con al suo fianco un anonimo Keiichi, aveva fornito un enorme contributo tra gli schieramenti dei secondi; allora ad attirare alleanze vi fu da una parte la semplice commissione a pagamento per Konoha mentre dall'altra un'organizzazione mercenaria attirata con una "promessa" fatta a cuor leggero sulla consegna di un Jinchūriki. Contrariamente da allora era interesse comune combattere e le lamentele avanzate da alcuni sul pericolo di diserzione erano state ritenute per lo più infondate da Akane, chi poteva voler realmente schierarsi con un Dio che minacciava di distruggere l'umanità? Inconcepibile.
Stabilì quindi quel punto come non prioritario e se perfino Akatsuki collaborava, la sua posizione in merito doveva per forza avere un senso.*


(Ora che è giunta l'ora finalmente bisogna restare uniti. Insieme possiamo ricominciare a sperare, forza!)

*Il boato che seguì la provocazione lanciata a fine discorso fu immenso e perpetrò durante tutta la discesa dalla montagna proprio come si addiceva alle grandi occasioni. Fiumi e fiumi di shinobi continuarono a lungo a incitare di sottofondo il nome dell'alleanza per darsi la carica e chi più chi meno manifestarono un diffuso intento di rivalsa e se anche la paura attanagliava i cuori, tirarsi indietro era ormai impossibile.

A dirigere e limitarsi alle parole sulla balconata rimasero alcuni rappresentanti dei Paesi liberi che di buon grado accettarono quella scelta. Votata invece alla battaglia e alla voglia di rivalsa Akane prese il suo equipaggiamento lasciandosi tutto alle spalle e senza proferire parola si trovò a rileggere la formazione che avrebbe guidato e che posizionata nell'area est doveva gestire la difesa del centro storico. Da li nel contempo, facendosi in quattro, avrebbe coordinato le altre divisioni. E pensare che appena un anno prima a Yuki aveva capito di essersi fatta carico di troppe responsabilità! Le bruciava ancora quella vecchia sconfitta dove un maledetto topo di biblioteca l'aveva gabbata alla grande. In compenso però quell'episodio era riuscito a farle rivedere le sue priorità e dopo quel relativo fallimento in missione aveva infatti delegato per la prima volta un incarico ad altri. A guardarsi ora però non capiva come si fosse ritrovata ad essere nuovamente sommersa dalle incombenze cento volte più di prima.
La verità di fondo era che le piaceva risolvere i problemi degli altri, donare sollievo e alleggerire il peso degli altri, lo sapeva inconsciamente percependo tutto ciò come un dovere inscindibile dalla carica che ricopriva e ovviamente più grande era la piramide da preservare più sentiva gravare quel peso.

Intanto a non molti chilometri dal centro del villaggio l'orda di progenie era continuamente monitorata e dalle squadre di segnalazione non giungevano mai belle notizie. Disordinate e caotiche le fila nemiche creavano un muro insormontabile, un confine oscuro in breve avrebbe invaso ogni cosa. A sottolineare la criticità del momento v'era il cielo che plumbeo si estendeva sopra di loro, silenzioso sembrava contorcersi come carico di brutti presagi e osservandolo l'Uchiha fece un paragone molto strano per l'occasione, un paradosso: era un orizzonte tetro degno dei migliori incubi e delle più ostili genjutsu, uno scenario apocalittico che nemmeno lei si sarebbe mai aspettata.*


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*Scesa dal palazzo del Raikage si avviò giù per le scale che portavano in piazza, da li seguì con lo sguardo la divisione in centurie e adocchiata la sua sezione si precipitò in prima linea. Spoglia delle sue vesti cerimoniali Akane scese in campo in tenuta militare come a voler dimostrare di essere li come chiunque altro, un soldato a disposizione dell'alleanza pronto a dare la vita per la causa che li accomunava tutti. *

Hachi: "Tutti in posizione Hokage-sama, farò in modo di tenere aggiornati tutti sugli sviluppi, la divisione Sensitiva è stata avvisata per le distanze da coprire."

"Sarà un gran bello sforzo per tutti ma via il dente via il dolore no?"

*Qualche passo in avanti e salutato il jonin Akane potè guardare in faccia il suo plotone e in particolare al suo team ristretto. Decine di shinobi dalle più svariate abilità non aspettavano altro che istruzioni precise e nel giro di pochi istanti furono accontentati. Rivolgendosi alla Divisione si schiarì la voce e nella scalpitante attesa dei primi scontri si mise a disposizione per qualsiasi dubbio.*

"La nostra Divisione sarà di supporto per tutta l'area Est, ogni nemico, ogni frammento o briciola non identificata che oltrepasserà questa linea dovrà essere allontanato con ogni mezzo. Sarà di nostra competenza proteggere le strade e i quartieri fino alla piazza principale dove appena se ne presenterà l'occasione.. vi attireremo gruppi di creature, lo spazio aperto fungerà da trappola quindi tenersi pronti con il doton.

Tatsumaru, puoi preparare dei semi segnalatori per la squadra?

Sapere sempre dove sono gli altri è di vitale importanza perciò prendiamo quante più precauzioni possibili, se dilagassero esplosioni il caos sarà disorientante. Cercate dei punti di riferimento e in caso di necessità raggiungeteli per mandare un segnale di soccorso che sia ben visibile anche dalla distanza.
Ai medici della divisione: restate in centro, le ultime fila vi copriranno le spalle ma tenete sempre alta la guardia e siate pronti ad intervenire, il lavoro non mancherà oggi, i vostri occhi vedranno di tutto e le nostre vite dipendono anche dalla vostra prontezza.

Voglio vedere collaborazione tra chi copre grandi raggi d'azione e chi combatte faccia a faccia con il nemico, rinchiudersi in un atteggiamento e ripeterlo è controproducente e prima o poi verrete abbattuti. Cercate soluzioni, comunicate e siate concreti.
"

(..e che i veri kami ci assistano..)

"Se volete porre delle domande avete ancora qualche istante prima che le nostre parole vengano coperte dall'infiammare della battaglia.."

GdrOff//perdonate il ritardo, da sabato dovrei tornare a pieno ritmo//<b>GdROn

 
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view post Posted on 11/12/2013, 18:42
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Quella era una vera e propria Guerra! Anche se sarebbe stata l’ultima…l’ultima grande Guerra del loro tempo. Watashi. Quante volte si era domandato chi fosse davvero quel Dio che decantava la sua gloria tingendo il mondo di disperazione e viola; se fosse la sua prima venuta nel loro mondo o, come credeva, già più volte ammorbò la loro realtà della sua presenza. E come lo avessero battuto, il modo, se lui avesse vinto quelle battaglie passate o se vi era un modo più semplice che tutto questo eppure…si fermò un attimo dando un rapido sguardo a quel cielo zozzo della presenza infame di un qualcosa che non doveva esserci – un Dio – ma eravamo proprio sicuri che lo fosse?
Lo aveva combattuto eppure c’era ancora qualcosa che non riusciva a mettere a fuoco: quel qualcosa che era un tarlo infame che rodeva il suo cervello. Era sicuro che la sua venuta era un evento ciclico e che la sua “divinità” fosse ormai persa da tanto, tanto tempo: era la sua bramosia, il suo attaccamento a questa terra che, forse, lo aveva reso battibile. Umano quasi veniva da dire – se umano era un aggettivo che poteva essere usato per qualcosa che restava, comunque, al di là delle loro forze – eppure Shinta credeva, una speranza per darsi coraggio, per avere un Quid, per combattere e non pensare che, forse, erano già sconfitti...condannati. Per credere, convincersi che tutto era possibile. Tutto…anche se un miracolo era avvenuto: tutti gli shinobi riuniti sotto un'unica bandiera: nessun simbolo, nessun kage, nessun paese, nessuna supremazia niente di tutto ciò. Solo combattere uniti – come dovevano essere – contro il vero nemico che non era il villaggio accanto o il paese ma appunto qual Dio fasullo che gli aveva resi vedenti; che aveva diramato le nebbie dell’odio e della stupidaggine mostrando la vera via…quella che dovevano percorrere.
L’avrebbero percorsa? Ma prima dovevano togliersi quel “sassolino” dalla scarpa. Prima doveva battere watashi e Shinta proseguì. Combattere e dare una possibilità alle nuove generazioni di non rifare i loro errori, a mostrare che era possibile essere uniti e che nessuno poteva battere un popolo unito…e sorrise. Ritrovò una parvenza di calma e rabbia – furore guerriero – per combattere e avere un obbiettivo e una speranza contava più di ogni arma di questo mondo e Jutsu.

Ecco la piazza. Ecco Akane Uchiha, potente e attenta nella sua guida da kage, mostrava ora il suo valore di condottiera: ne rimase stupito, affascinato e sorrise mentre si presentava. Un sorriso che era a metà tra il predatore e quello sardonico.

Shinta Himura. Ronin di Kumo…le mie spade sono vostre…per il momento. Tra poco avranno altri clienti…clienti spiacevoli ma non possiamo sceglierceli noi dopotutto.! Un occhiolino e un altro sorriso. Il cuore calmo che, per fortuna, sembrava non dargli fastidio e permettergli di combattere l’ultima battaglia come aveva sempre sognato.

Ma gli incontreremo ugualmente in battaglia…nonostante tutto. Per cui vediamo di aprire un po’ di crani e vendere cara la nostra vita e libertà!

Il tono seco e deciso, tagliente come le sue Katane e quegli occhi scintillanti nonostante la magrezza del volto. Un mezzo cenno con la testa e le sue spade vennero sguainate. In attesa…

 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 12/12/2013, 10:56




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




L'esercito era schierato, fieri guerrieri con la paura, la speranza, la sete di sangue negli occhi. Tra di loro vi erano volti conosciuti, compagni di Konoha e sconosciuti di altre nazioni, tuttavia Tatsumaru non scorse nessuno dei suoi amici. Erano tutti a combattere, dislocati nelle altre aree del villaggio, uniti contro un nemico più grande dell'odio tra le nazioni. Per quel giorno non dubitò di nessuno dei suoi compagni, per quel giorno sarebbero stati fratelli.

L'Hokage aveva cominciato a spiegare i piani della loro squadra. La loro mansione era ripulire il villaggio dalla Prole che fosse riuscita a superare le prime linee, e fornire supporto alle altre squadre dislocate in diversi punti strategici. Akane Uchiha era non solo il loro comandante, ma il generale dell'intera armata di shinobi, perciò avrebbe dovuto comunicare gli ordini a tutto l'esercito, e sarebbe stata il bersaglio principale degli attacchi del nemico. Ciò velò l'animo di Tatsu di una nera preoccupazione, ma ormai la macchina della guerra si era messa in moto, e non vi era modo di rallentare o tornare indietro.

Scattò sull'attenti quando l'Hokage pronunciò il suo nome, e sentì il cuore palpitare più velocemente nel suo petto.

"Certamente Hokage-Sama"



Si sentì importante, come mai si era sentito prima, finalmente poteva davvero fare la differenza in qualcosa. Prese il sacchetto di semi che portava in vita, e congiungendo le mani su di esso, infuse una grande dose del suo chakra in modo da impregnarne il contenuto, e poi porse il sacchetto ai suoi compagni, invitandoli a prendere un seme ciascuno. Si augurò bastassero, non sapeva esattamente quanti ne contenesse il sacchetto, ma erano semi minuscoli, perciò sarebbero potuti addirittura avanzare.

"Solo una domanda Hokage-Sama. Come comunicheremo tra di noi? Esiste un Jutsu di codifica che impedirà al nemico di intercettare le nostre trasmissioni?"



Gli sembrava una domanda intelligente, anche perchè non essendo sensitivo, e non essendosi mai trovato in una guerra, non sapeva come funzionassero le comunicazioni mentali, sempre che di queste si trattasse. Ricordava di avere con se la trasmittente che aveva ricevuto da Shiho al campo base, se si fosse deciso di optare per una trasmissione via radio, avrebbe potuto sintonizzarla sulla frequenza delle altre.

Provava una strana eccitazione, una sorta di frenesia tipica della calma prima della tempesta. Contro ogni logicità, si trovò a sperare che la battaglia cominciasse il prima possibile.

 
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view post Posted on 13/12/2013, 15:43
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Dopo aver sentito il discorso dell'Hokage, o meglio del suo Generale in quella guerra, Ryu fece qualche compera nella piazza che era proprio l'area designata in cui doveva recarsi per incontrarsi con i suoi compagni. Arrivò in mezzo al suo team e l'Hokage gli si presentò davanti in tenuta da combattimento. Come a dimostrare che il suo titolo non le sarebbe certo valso il privilegio di stare lontano dal campo di battaglia.

Finalmente ecco l'hokage.. si ricorderà di me?

La giovane donna iniziò a parlare a tutta la sua divisione spiegando che il loro supporto sarebbe stato fondamentale in quanto avrebbero protetto la zona della piazza principale. Si rivolse poi ad un elemento del gruppo, un certo Tatsumaru chiedendogli dei semi segnalatori in modo da poter rilevare sempre la presenza dei compagni anche in caso di pericolo.

Deve essere un ninja del clan Senju..l'arte del legno...deve essere utilissima anche in combattimento...

Nuovamente era tornato in auge il motivo che ogni tanto gettava Ryu nello sconforto: quello di non avere armi innate di cui disporre in caso di pericolo. Lui era un ninja qualunque a differenza di quel Tatsumaru che poteva distinguersi epr essere un Senju.
Cercò di buttarsi quelle stupide riflessioni alle spalle tanto più per il motivo che quel giorno il Senju sarebbe stato suo compagno e quanto più forte era la sua divisione tanto più ci guadagnava l'alleanza e anche, inutile negarlo essendo ipocriti, lui in prima persona. In quei frangenti anche un ninja di Kumo si era presentato sguainando le lame, probabilmente era un maestro nell'uso di quelle e Ryu avrebbe anche potuto rubare con gli occhi qualcosina da lui che sembrava esperto nel maneggiare le armi visto che voleva iniziare ad usarle molto nei suoi combattimenti. Mentre c'era un attimo di silenzio ne approfittò per avvicinarsi all'Hokage e rivolgerle qualche parola.


Salve signorina Akane, non so se si ricorda di me sono Ryu Zen! Qualche tempo fa sono venuto da lei per chiedere un finanziamento, volevo aprire la banca...ehm vabbe lasciamo perdere queste piccolezze volevo solo dirle che la mia lama è al suo servizio e al servizio dell'alleanza. Obbedirò a qualsiasi ordine purché ci permetta di vincere quel mostro!

Stringendo i denti e mostrando ostentata determinazione il giovane Ryu probabilmente aveva già fatto capire a tutto il gruppo che non si sarebbe tirato indietro davanti a nulla nonostante la poca esperienza o la mancanza di abilità.
Come la bella Ayumi Yamanaka gli aveva detto durante la sua prima missione, l'abilità innata di Ryu era probabilmente proprio quella sfrontata voglia e quella sfrenata passione che lo portava a superare i suoi limiti costantemente anche senza l'ausilio di Kekkei Genkai.

La sua guerra ora era in procinto di iniziare sul serio: il suo obiettivo era chiaro, la divisione di cui faceva parte era unita e pronta a dare battaglia al nemico comune.Era pronto per eseguire qualsiasi ordine fosse uscito dalla bocca dell'Hokage e lo avrebbe fatto, conscio che se era stata scelta anche come esecutrice del discorso all'esercito le sue qualità erano state riconosciute all'unanimità del consiglio dei Kage. Non poteva immaginare un comandante di divisione del quale si sarebbe potuto fidare di più. Forse anche questa sensazione di fiducia lo portava ad avere quella determinatezza rigida e inflessibile che lo rendeva sicuro di non essere un peso per i suoi compagni.


Ayumi hai ragione, non è un difetto il non avere abilità innate! Anzi ne farò il mio punto di forza!

Nonostante fosse ormai quasi sicuro di essere nipote di un esponente del clan Loto, Ryu viveva alla giornata senza pianificare nulla e dunque fino a quando i suoi poteri nascosti fossero rimasti tali, il suo spirito avrebbe continuato a pensarlo come un ninja qualsiasi senza peculiari abilità.
In realtà in quel flusso di emozioni che lo avevano travolto nel giro di poche settimane Ryu aveva praticamente dimenticato quella vicenda che lo aveva portato a capire di essere un potenziale ninja del clan Loto.



//Chiedo scusa per il ritardo!! La prossima volta sarò più puntuale! promesso^^ //
 
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KOMU
view post Posted on 15/12/2013, 13:47




Uao davvero un bel posto, che ne pensi Hikari? il cagnolino sulla mia spalla abbaiò entusiasta, anche a lui piaceva la piazza.
Dopo aver fatto gli ultimi acquisti nei negozio di Kumo eravamo giunti nella grandissima piazza, piena di mercati e negozi. Un tempo affollata da gente felice e uomini allegri in quel momento era piena solo da ninja agguerriti e giovani guerrieri. Tutti loro ... tutti noi eravamo lì per difendere il villaggio della nuvola, per contrastare la follia di Watashi, per impedire che un qualche dio spuntato dal nulla si prendesse il nostro mondo.
Quando avevo cominciato ad allenarmi come ninja coi miei genitori , molti anni prima, non mi aspettavo di certo di ritrovarmi in una guerra come quella ma in un certo senso ne ero felice. Potevo dimostrare agli altri chi ero.
Attraversai tutta la piazza ammirando tutti i vari monumenti , alcuni in onore dei caduti chissà se ... anche per me erigeranno un monumento simile non ero del tutto certo di tornare nei bei boschi della Foglia, avevo poche possibilità di sopravvivere all'attacco del dio oscuro.
Ma allora perchè ero andato lì? Perchè avevo risposto alla chiamata dell'Hokage? perchè anche io vivevo in quel mondo, perchè anche io avevo qualcuno da difendere , perchè quello era il mio dovere, perchè aiutare tutta la gene di quel mondo era uno dei motivi che mi aveva spinto a diventare ninja.
Anche se dovevo morire lo avrei fatto difendendo quello a cui più tenevo. E comunque avrei combattuto con tutte le mie forze e con tutta la mia anima, avevo promesso al mio fratellino Arashi che avrei provato a sopravvivere e lo avrei fatto.
Hikari abbaiava e annusava di qua e di là e un pò lo feci anche io. "Ascoltai" tutti gli odori che i ninja provenienti da tutti i paesi protavano con loro. Memorizzai bene quegli aromi .
Era un bello spettacolo vedere tutte quelle persone, di etnia e cultura diversa, convergere in un unico posto e combattere insieme ,era tutto quello lo vedevo dal tetto sui cui mi ero seduto. Hikari scese giù dalla mia spalla e si sedette vicino. Non la smetteva di scodinzolare per l'emozione della battaglia. Io gli fece qualche carezza sulla pelliccia e lui apprezzò leccandomi la mano. Sapevo che su di lui potevo sempre contare, che avremmo combattuto fino alla fine, che non ci saremmo mai lasciati. Era un legame d'amicizia, fraterno, una cosa che solo un Inuzuka poteva capire. Dal giorno in cui avevo incontrato il suo sguardo nel bosco sapevo che c'era un legame tra di noi, ed era forte e saldo. Nessuno avrebbe potuto mai spezzarlo. Come Hikari anche io dovevo imparare a equilibrare emozione e prudenza.
Ad un certo punto sentii una voce forte , sicura e femminile rivolgersi a tutta la nostra divisione . Era Akane Uchiha, la nostra Hokage. Era un onore combattere vicino a lei. Era una donna bella e giovane ma il suo aspetto non doveva ingannare, era una ninja fortissima. Akane spiegò che dovevamo difendere tutta l'area Est ma anche attirare in trappola l'esercito di Watashi.Mi sembrava un buon piano.Raccomandò prudenza ai medici e disse a noi altri di mandare segnali in caso di pericolo e di combattere insieme, di guardarci le spalle a vicenda. Chiese anche ad un certo Tatasumaru del Clan Senju, i dominatori del legno di Konoha, di preparare dei semi segnalatori.
L'hokage aveva ragione, nonostante tutte le differenze che c'erano tra noi Shinobi, di tutti i tipi e per vari motivi, il vero nemico era là fuori, oltre le mura di Kumo, non dentro .Il punto era questo ; in pochi minuti mostri di ogni tipo sarebbero entrati sarebbe cominciato lo sterminio.
Vidi vari ninja avvicinarsi al nostro capitano e parlargli ma io preferì non farlo. Ero un tipo umile e modesto e non volevo andare lì a pavoneggiarmi davanti al nostro capo .mi rivolsi al cane Che ne pensi Hikari, dici che ... ma Hikari era partito di corsa verso l'Hokage. Corsi velocemente giù dell' edificio su cui mi trovavo e seguì il mio amico. Lui passò velocemente sotto le gambe degli Shinobi e io invece dovetti andarci sbattere. Prima scossi da un cane e poi spintonati da un ragazzo, la gente che m'imprecava contro aveva buoni motivi. In poco tempo mi slanciai verso Hikari e lo presi per la collottola. Eccoti cucciolo e mi accorsi in quel momento che ero vicinissimo a Akane. Mi sistemai un attimo i capelli e il coprifronte che avevo alla vita e dissi Taka cioè Takahiro Inuzuka mi rimise il meticcio in testa e Hikari ai suoi ordini, Lady Uchiha. Siamo pronti alla battaglia . Che gli dei aiutino tutti in effetti non mi ero mai posto troppo domande sugli dei o il mondo divino. quello non era il momento giusto.
Mi domandai se avevo fatto un buona presentazione, non mi ero preparato nulla perchè non volevo di certo presentarmi. Mi chiesi se dovevo essere arrabbiato o riconoscente ad Hikari. Mi allontanai un poco e intravidi anche Ryu Zen, mio vecchio compagno di accademia. Lo salutai Ciao Ryu. Sono contento che anche tu sia venuto. Dobbiamo dare tutti noi stessi per impedire a quel mostro di distruggere il nostro mondo. dissi con voce decisa e sguardo fermo. Hiakri ringhiò con decisione , ma per incoraggiamento non per minaccia

scusate il ritardo
 
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view post Posted on 18/12/2013, 22:35
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*Con ordine anche le forze alleate assegnate al gruppo del Generale si riversarono per le strade del centro andando a creare un insieme eterogeneo pronto alla battaglia. Shinobi di spicco di ogni dove, semplici soldati, samurai e giovani alle prime armi, tutti avrebbero contribuito alla buona riuscita della guerra. Nell'osservare la calca Akane era in dubbio per quanto riguardava la partecipazione dei genin agli scontri, impreparati com'era avrebbero finito per morire inutilmente mentre - come aveva ricordato durante il summit - potevano risultare molto più utili ed efficaci aiutando i civili a rifugiarsi e al massimo supportando le squadre mediche o di rifornimento. Fatto stava che alla fine se anche aveva dato queste disposizioni alcuni tra i più affidabili erano stati messi di rinforzo nelle varie Divisioni tra chunin e jonin esperti. Mentre si spostava per le strade del villaggio fu tentata dal mandare via quei giovani, l'innocenza sui loro volti non doveva far parte di quell'insieme, l'imbarazzo che provò nel ricambiare i loro saluti fu tremendo: presto o tardi molti di loro sarebbero stati feriti, mutilati, avevano dei genitori da cui tornare e nonostante quei ragazzi fossero capitati sotto il suo comando non avrebbe potuto garantire la loro sopravvivenza. Takahiro, Ryu, lo stesso Tatsumaru.. ognuno di loro aveva il diritto di combattere per quello in cui credevano e sorridendo di rimando alle loro esclamazioni l'Hokage si premurò di passare poi la ricetrasmittente che aveva in avanzo allo spadaccino di Kumo assegnato al suo team.*

"Himura, prendi questa, in caso dovessi allontanarmi dal gruppo le tue spade saranno anche le mie, combatti senza esitazione e difendi i tuoi compagni ad ogni costo. "

*Terminando con tono pacato fece per indicare le wakizashi che portava in vita e poco prima di allontanarsi poggiò piano una mano sulla sua spalla andando a cercare il suo sguardo: quel gesto inizialmente fatto per avere conferma della sua determinazione fu invece poi sinonimo di fiducia, uno scambio che sanciva delle nuove responsabilità al giovane. Date così le prime indicazioni iniziò a disporre poi le truppe nella zona cercando di seguire uno schema piuttosto preciso. Cartina e la lista dei presenti alla mano prese a dare indicazioni sul rafforzamento delle mura di confine che delimitavano il centro storico specificando che sulle poche torrette presenti la sorveglianza doveva essere duplicata e andavano installate balestre a fuoco rapido e posizionati gli arcieri. L'ideale invero era quello di riuscire a costruire in tempo una struttura di scorrimento sulle balconate circolari tipiche di Kumo in modo tale da poter mirare con maggior facilità i bersagli in movimento. La collaborazione dei fabbri in merito fu tempestiva ma attendeva ancora notizie sull'avvenuta installazione dei dispositivi.
Ipotizzando di riuscire a spingere la progenie oltre le strade, procedendo verso l'interno fece disporre al limitare della piazza gli esperti elementali del Suiton in prima linea con alle spalle shinobi capaci di controllare egregiamente il Doton affiancati dai più rapidi utilizzatori del Raiton. Lo schema a difesa del centro storico prevedeva infatti una prima ondata d'acqua confinata da alte mura di terra sulla quale sarebbero saliti direttamente i terzi per scaricare i fulmini in acqua ad incrementarne la potenza. Sui tetti alle loro spalle fece disporre come seconda linea chiunque fosse in grado di sputare fiamme e chi di conseguenza ne sapeva incrementare la gittata con il Fuuton. Nelle posizioni più elevate piazzò i maestri armaioli che avevano l'ordine di attaccare qual'ora il muro di terra fosse stato sfondato o scavalcato; inutile dire che a tutti fu intimato di collaborare con le altre sezioni guardando l'uno le spalle dell'altro, così come nella prima linea, anche gli attacchi dalla distanza con armi andavano combinati con gli elementi per ottenere maggior potenza e gittata.
Rivolgendosi poi agli ultimi caposquadra ribadì gli ultimi concetti tracciando delle linee su un foglio di pergamene già logoro.*

sdpb3o

"Le armi. Non devono mancare, mai. Voglio minimo tre team da cinque pronti a rifornire sui tetti, per le strade e nelle prime linee e devono potersi spostare liberamente perciò preparate un percorso a partire dal centro dove sono le casse e mantenetelo pulito.
Chi è abituato al combattimento ravvicinato sarà disposto in gran numero nel cuore dello schema, esattamente qui. Quelli smistati dovranno affiancare gli altri reparti, proteggerli e respingere gli attacchi che li minacciano, non avranno un attimo di pace.
"

A pochi minuti da quello che si prospettava essere l'inizio della fine tutti gli occhi erano puntati su di lei e la tensione iniziò a farsi sentire quando gli shinobi in preparazione ripassavano gli schemi che aveva assegnato, li vedeva disporsi al loro posto senza replicare, una fiducia cieca. Chi già era pronto in posizione parlava con amici o compagni stranieri appena conosciuti e dai loro movimenti si evinceva una buona dose di sicurezza, sembravano aver chiara la situazione seppur forse con troppo ottimismo. I più silenziosi restarono in disparte guardandosi attorno come in attesa di qualcosa e al tempo stesso in cerca di risposte a domande che non avevano il coraggio di porre. Prima che potessero azzardare una domanda tuttavia il Generale li anticipò.*

"Un ultima cosa prima di iniziare. I ragazzi. Teneteli d'occhio il giusto, sono i più vulnerabili e si troveranno a non sapere come reagire davanti alle situazioni che gli si pareranno davanti. Ogni volta che vi sarà possibile allontanateli dal fuoco, mandateli a rinforzare le trincee, a ricaricare le balestre e rifornire i medici. Proteggeteli ottimizzando le loro prestazioni, nel loro piccolo sapranno rendersi più che utili, saranno indispensabili perciò se sorprenderò qualcuno ad allontanarli o anche solo a rimproverarli sarà bene che ci pensi prima su due volte.""

*Con quell'avvertimento fece per tornare alle retrovie per controllare come proseguiva l'evacuazione degli ultimi civili e al suo ritorno non perse tempo indossando all'oreccio un piccolo aggeggio che portava sempre con se da quando lavorava ancora sotto copertura.*

""Sintonizzate le trasmittenti sul canale 1.1 per restare in collegamento con la nostra zona, la Divisione responsabile delle Comunicazioni ci ha tenuto ad informare che il segnale potrebbe avere dei disturbi non da poco nel caos che si verrà a creare ma faranno il possibile per allargare la banda in modo tale da aiutarci nella gestione di imprevisti, contrattacchi e possibili ritirate. Sensitivi e Yamanaka coordineranno dalla base tramite alcuni dispositivi che ripetono il segnale indossati da shinobi sensoriali assegnati su ogni linea. "

*Terminando fissò anche il giovane senju che aveva fornito diversi semi segnalatori e che precedentemente aveva chiesto informazioni in merito alle comunicazione ricevendo in risposta un gesto frettoloso in cui Akane lasciava intendere che avrebbe risposto in un secondo momento. A vederla così indaffarata nel gestire le operazioni la donna sembrava aver accantonato ogni preoccupazione, concentrata e tutta d'un pezzo collegava vari discorsi, indicava all'orizzonte e spostando lo sguardo sul gruppo di turno riprendeva da dove aveva lasciato. Da sola sembrava essere al corrente di infiniti dettagli che i più comuni shinobi nemmeno potevano immaginare e questo mantenendo una naturalezza fuori dal comune.*

"Per finire chiunque sia in grado di percepire chakra dalla distanza, fiutare o vedere oltre quelle nubi si faccia avanti, sarà fondamentale riportare per tempo ogni indizio raccolto al Reparto di Segnalazione.
Guardatevi le spalle, ci aggiorniamo.
"

GdROff//@Gasp: la mappa è approssimativa dato che non avevo molti altri dati su come è formata la zona, fa conto che se il centro storico si estende anche a est della piazza lo schieramento è ripetuto allo stesso modo anche in quella direzione. Si tratta di uno degli schemi da utilizzare quando e se si riesce ad attirare la progenie nello spiazzo aperto. Se poi ho detto qualche cappellata fustigami xD
@ Komu, Drake, Tatsu: voi siete assegnati alle unità di supporto in prossimità della piazza centrale, appena dietro le seconde linee
@ Tiz: tu sei tra le unità corpo a corpo, come loro sempre zona centrale in quanto facenti parte del mio team
Nel tempo in cui Akane organizza le cose siete (anche) liberi di dire che date una mano a sgomberare, evacuare civili e organizzare le strade per facilitare i percorsi tracciati. //GdROn
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 20/12/2013, 10:23




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




Il generale cominciò a disporre la propria divisione, indicando a ciascuno la mansione che avrebbe svolto, e illustrando in poche parole la strategia adottata. Mostrò loro anche una mappa del perimetro che avrebbero dovuto difendere, che il Senju si affrettò a memorizzare. Tatsumaru non era uno stratega su larga scala, ma intuiva comunque che sarebbe stato difficile difendere un luogo simile. Il centro storico non era fatto per resistere ad un assalto, e in generale le piattaforme circolari che formavano il corpo della città erano esposte da ogni lato a possibili attacchi. L'unico vantaggio era l'impervio terreno su cui si ergevano, che una volta difesi i passaggi chiave le rendeva raggiungibili solo in volo, o dando una ripida scalata dal basso. Si augurò che il grosso dell'esercito venisse respinto alle mura, tuttavia era certo che la battaglia sarebbe giunta con uguale violenza anche da loro.

Era ansioso di mettersi all'opera, e dopo aver indossato la trasmittente e averla sintonizzata, si gettò nel flusso delle operazioni di coordinazione ed evacuazione. Mentre aiutava gli ultimi civili a lasciare la zona, alzò lo sguardo alle case che stavano abbandonando, trasformate in piccole torri e forti a difesa di quello spazio troppo aperto e dalle molteplici vie.

*Dei frangiflutti contro l'ondata della progenie... Serviranno a sparpagliarli, diminuendo l'impeto della loro carica, e a creare diversi colli di bottiglia da cui bersagliarli senza sosta... ma chi sarà il primo a cadere? Il nemico, o le case? *



Tristemente, il pensiero che molte delle persone che lasciavano le loro abitazioni avrebbero visto solo un cumulo di macerie al loro ritorno, gli lasciò l'amaro in bocca. Nel frattempo gli ordini di Akane si susseguivano, e in particolare una raccomandazione giunse più chiara delle altre alle orecchie del Senju.

*Una madre... *



Akane aveva due volti, quello della compassione e quello della furia. Una madre e un guerriero, inscindibili. La raccomandazione di proteggere i più giovani era si un modo per subire meno perdite, ma Tatsu colse l'aspetto umano di quella affermazione. Un generale si occupa solo di numeri, di strategie, di possibilità di riuscita, mentre lui aveva percepito in quelle parole una preoccupazione reale. Lei voleva salvare quanti più esseri umani possibili, non soldati vuoti. Eppure, essi erano soldati, non vuoti, ma consapevoli di aver scelto la via della guerra. Come Tatsu, anche loro dovevano aver capito cosa comportava essere un ninja, e per questo motivo erano ora al loro fianco, a lottare per una causa comune. Chiedere a un soldato esperto di fare la balia a un novizio, ne diminuiva il potenziale e l'efficacia. Certo nessuno doveva essere lasciato a se stesso, ma ognuno aveva un compito chiaro, da assolvere fino in fondo, e solo così, adempiendo al proprio ruolo, tutta la macchina della guerra poteva essere pienamente operativa.

Tatsumaru si identificò in quei "ragazzi" citati dall'Hokage. Lui conosceva il suo dovere, era un soldato, e i soldati combattono, non si tirano indietro, non hanno bisogno di qualcuno che risparmi loro gli orrori della battaglia. Dall'inizio della guerra, e forse anche prima di allora, aveva imparato che essere un ninja è una responsabilità, e un grande, grandissimo rischio. Chi non è disposto a rischiare, semplicemente non può diventare un ninja. Tatsumaru avrebbe eseguito gli ordini, quello era indubbio, ma mai si sarebbe fatto mettere un paraocchi.

Venne assegnato ad una delle squadre di supporto, nelle retrovie della piazza principale. Trovò tale scelta strategicamente sensata, poichè di certo non era un combattente da prima linea, e sebbene conoscesse il Suiton, le tecniche di legno erano estremamente utili come supporto. Si guardò attorno, per capire meglio la situazione, e cercare qualche faccia amica che potesse dargli conforto e supporto morale in quella battaglia. Un ultimo pensiero andò a Yukiko, insieme ad un silenzioso augurio di buona fortuna.

 
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view post Posted on 23/12/2013, 13:20
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Per la prima volta era considerato un guerriero e un uomo; non uno storpio, un ammalato da compatire e da relegare alle ultime file. Un malato da guardare con compassione e pietà: non voleva la pietà di nessuno! Mortificava il suo orgoglio da uomo e da guerriero ed era ipocrite sensazioni con sentimenti da idioti: lui non voleva la pietà, non la ricercava e voleva solo ed esclusivamente essere considerato come tutti gli altri.
Combatteva da quando era nato, non si era arreso e non voleva pietà o preoccupazione il suo orgoglio, la sua volontà erano forti; lui era forte che era ancora lì nonostante tutto: nonostante un cuore malato, nonostante una malattia che non gli avrebbe fatto vedere i trent’anni; nonostante tutto lui combatteva. Nonostante tutto lui era ancora lì e se la sua malattia non l’aveva sconfitto, se la morte ancora non lo aveva preso non si sarebbe arreso a Watashi. Non si era mai arreso nella sua vita non lo avrebbe fatto adesso di fronte a un qualcosa di così terribile e come lui mille altri: erano tutti lì di fronte ad un qualcosa di imbattibile eppure non erano ancora sconfitti…come lui. E finchè non si fosse sentito sconfitto avrebbe combattuto, si sarebbe alzato avrebbe impugnato le sue armi e dato battaglia. Malattia o Watashi che fosse. E accanto a lui ve n’erano a migliaia con quei sentimenti ed erano guidati dal Kage più forte della storia di Konoha; un onore? Forse…ma lo sarebbe stato di più incrociare le armi con lei ma per il momento lo avrebbe fatto da alleati…forse un giorno lontano da nemici: perché la via e la vita dello shinobi è pazza e frastagliata. I nemici di oggi saranno gli amici di domani e viceversa però qualcosa si era smosso nelle loro coscienze. Che un'altra via fosse percorribile? Con un unico, lento, movimento le sue Katane furono rinfoderate e la guardò con occhi vivi e accesi. La guardò avvicinarsi e prese la ricetrasmittente.

Come già le ho detto le mie Katane sono le sue...e se gli servirà una mano mi cerchi nel cuore della battaglia. Mi ritroverà li… le disse rispondendo a quel gesto: mise la sua mano sulla sua spalla e la strinse forte, guardandola un momento per poi andare a ultimare i preparativi.

Il piano congeniato non era male; era un ottimo piano e non conoscendo chi o cosa sarebbe balzato alle loro gole, era quello che meglio si adattava alla planimetria e più malleabile possibile da usare in maniera semplice ed efficace.

Non è il rango che fa lo shinobi Hogake! Da parte mia ogni uomo, donna o bambino che vuole combattere per la sua vita e la sua libertà è accettato come un fratello. Questa è una guerra che ci colpisce tutti e a cui tutti siamo chiamati a rispondervi…nel bene o nel male. Per cui qui vedo solo uomini pronti a tutto non ranghi…e tutti meritano il mio rispetto! disse tranquillo.

E stia attenta Akane…il nemico se attaccherà attaccherà lei: tagliare la testa e lasciarci senza idee e confusi. Per cui non abbassi la guardia: sarà interessante vedere la leggenda dei suoi occhi e la sua forza. Interessante davvero.. sorrise al solo pensiero della sua forza e la voglia di misurarsi con lei crebbe come un mare in tempesta.

Per cui si copra le spalle…misurerò la sua forza e quando tutto questa sarà finito la inviterò a cena! Dopo che vedrò la leggenda davanti a me vedrò se il suo sedere è tosto e sodo! E a primo acchito sembrerebbe così…Per cui veda di non morire che abbiamo un ristorante prenotato… Non vi era malizia in quelle parole: lui era davvero convinto che cè l’avrebbero fatta e sorrise guardandola sincero e con quella volontà che mai lo aveva abbandonato da quando era nato. Era un modo, solo un semplice modo, di spezzare la tensione e la guardò profondamente: ritto e senza paura ma profondamente pronto a morire per tutte quelle persone.
La guardava facendole capire che poteva contare su di lui e su tutta la sua forza che, sebbene, non fosse grande come la sua non si sarebbe tirato indietro. E le passò accanto sorridendole tranquillo facendole un occhiolino.

Se avrai bisogno di me chiamami…ci incontriamo sul campo… e andò a ultimare i preparativi. Non prima di averla guardata ancora sorridendole sincero. Le sue spade ronzavano e si concentrò a fondo ampliando le sue sensazioni e i suoi sensi: servivano tutte le sue abilità e lui le avrebbe messe al servizio di quella causa senza risparmiarsi. Se poteva salvare la sua patria e quegli uomini che combattevano con loro lo avrebbe fatto! Le sue spade ronzarono ancora di più, frementi per la battaglia e il sangue che sarebbe corso; il suo cuore batteva normalmente e il suo Io era finalmente libero e pronto a tutto.





CITAZIONE
<attivazione> -Abilità nel Fiuto- (Stm: -5 in combattimento, -2 in GDR) [Liv 6 : 0/10] "Il ninja in possesso di questa abilita riesce ad individuare il nemico che si nasconde e le trappole."


Edited by Wrigel - 23/12/2013, 22:17
 
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view post Posted on 28/12/2013, 12:41
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L'Hokage iniziò a dare le prime direttive al suo gruppo di uomini, dimostrando di aver già bene in testa la voglia di far svolgere il combattimento in un determinato modo. Nonostante il villaggio non fosse molto adatto ad essere difeso, poiché molto aperto, il generale aveva già in mente i punti chiave in cui convogliare le forze nemiche per attaccarle con la massima resa e il minimo sforzo.

Il villaggio stava radicalmente cambiando: tutte le abitazioni erano ora presidi militari e lungo il villaggio i fabbri avevano disposto delle torrette che sarebbero state fondamentali per le prime ondate di attacco nemico. L'hokage, sapendo che non tutti conoscevano quel villaggio, era munita anche di una mappa sulla quale erano segnati i palazzi principali e i posti in cui le varie squadre dovevano disporsi. Il giovane Ryu tentò di memorizzare al più presto quella mappa e non gli fu difficile prendendo quella enorme piazza come riferimento.


La piazza è lì, leggermente decentrata...bene devo essere pronto per quando arriveranno i nemici

Si toccò tutto il corpo per controllare che il suo equipaggiamento fosse in ordine, e poi continuò ad ascoltare con dedizione le parole del suo comandante.Quello stava ordinando di formare delle strade libere per il passaggio dei rifornimenti e stava nel frattempo anche controllando la corretta evacuazione di tutti i civili. Doveva pensare a mille cose e tutte insieme e anche sbagliarne solo una avrebbe potuto voler dire Sconfitta.

Non può fare tutto da sola maledizione, vado ad aiutare a sgomberare quella strada!

Davanti a lui Ryu vide dei ninja che stavano tentando di spostare delle scatole, all'apparenza pesantissime, per liberare un passaggio altrimenti troppo scomodo e stretto. Si diresse quindi verso di loro, ed appena arrivato li aiutò a trasportare quei "Macigni".

Forza ragazzi manca poco, possiamo metterle qui! Non daranno fastidio.

Gli altri ninja accettarono di buon grado l'idea del giovane e quella cassa venne posata in un piccolo spiazzo che sembrava fatto apposta per l'occasione.La situazione ora sembrava scorrere tranquilla e Ryu tornò alla sua posizione, avendo paura di non essere pronto poi per quando sarebbe scoppiato l'inferno.La sua posizione era quella di stare dietro la seconda linea pronto a controllare l'afflusso di rifornimenti ecc... un lavoro di contorno insomma che sarebbe stato certamente utile e poco rischioso ma allo stesso tempo non era affatto ciò che Ryu voleva.

Io voglio combattere... Io voglio stare nel cuore della battaglia! Perché devo essere relegato qui....mi sento un vigliacco a stare qui dietro..come posso fare avanti e indietro avendo il culo parato dagli altri che lottano? Che razza di compito è! Non sono venuto qui per essere di peso...sono venuto qui per combattere fianco a fianco con gli altri maledizione...Cosa potrò dimostrare? Se vinceremo la guerra e io sarò vivo..cosa sarò stato nell'economia del conflitto? Un fattorino?..

Ryu era stato un po' sconfortato dall'assegnazione di quel compito, però le parole del ragazzo con le Katane lo rincuorarono. Quel ninja non stava parlando con Ryu, bensì con l'Hokage, eppure quelle stesse parole avevano fatto breccia nello sconforto di Ryu... Aveva pienamente ragione. In quella situazione non esistevano gradi o nomi o altro..Esistevano solo persone che avevano voglia di combattere e come aveva detto lo stesso Shinta Himura, chiunque avesse avuto il coraggio di combattere, non necessariamente "combattimento" inteso in senso stretto, era degno di rispetto indipendentemente dal suo livello di abilità.

Ha ragione! Probabilmente non avrò subito l'opportunità di combattere ma se svolgeremo un buon lavoro noi qui dietro potremmo aiutare concretamente i ragazzi nella mischia...E' più utile un asino vivo...che un dottore morto dopotutto!
Se noi genin riusciamo a resistere e a coadiuvare il lavoro degli altri più preparati di noi possiamo far rendere l'esercito ancora di più.. Forza Ryu forza avrai il tuo momento, ma non ancora!


Finalmente il giovane Ryu sembrava autoconvincersi dell'utilità di essere in seconda linea anche se il suo cuore voleva essere nel centro del conflitto, nella zona calda. Voleva finalmente provare cosa significasse essere a contatto con un compagno ed avere la paura e l'adrenalina del combattimento che ti infiamma il cuore e il corpo. Per il momento però la sua presenza era molto più utile fuori dallo scontro. In caso di necessità però non si sarebbe tirato indietro.


Erano pronti. L'esercito era praticamente schierato, pronto ad affrontare quelle creature oscure. Ryu settò la trasmittente sul canale apposito e poi continuò ad aspettare, pronto a rispondere ai comandi dei suoi superiori e pronto, nonché terribilmente voglioso, ad intervenire nel conflitto in caso di necessità.
 
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view post Posted on 30/12/2013, 20:55
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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L'esercito era pronto, Akane non era soltanto una grande Hokage o la kunoichi più indicata per rappresentare l'intera alleanza ninja, era anche un'abile stratega, la prima mente dietro ogni meccanismo di attacco o di difesa, colei che avrebbe portato sulle spalle il fardello dell'esito dell'intera guerra, positivo o negativo. Una cosa era certa, finché rimaneva viva lei, una briciola di speranza continuava ad esistere negli animi di tutti coloro che si trovavano in quel lato del villaggio pronti a combattere. Lo schieramento era formato, gli esperti del combattimento a distanza sui tetti, i maestri dello scontro ravvicinato sulle strade compatti, pronti a cibarsi del sangue corrotto di ogni creatura.

Ore di silenzio, di sospiri, di angoscia e paura di perdere la vita nel modo più doloroso, ma ciò che lacerava il coraggio anche dei più temerari era la consapevolezza di dover affrontare l'esercito di un Dio, come battere un essere immortale? Poi l'insicurezza si trasformò in terrore e la concentrazione in stupore quando in mezzo all'esercito delle urla squarciarono il tacito velo che come un rituale stava iniziando la lotta prima psicologica e poi fisica. Alcuni uomini cominciarono a morire e in pochi secondi si scatenarono i primi atti della guerra nell'ala Est: una catastrofe sotto gli occhi del generale dell'alleanza. Uno Yamanaka cercò di capire ciò che stava accadendo nel cuore dello schieramento dei maestri dello scontro ravvicinato e vedendo i ninja dell'alleanza stessi combattersi a morte, sgranò gli occhi portandosi una mano alla bocca.

Yamanaka - Hokage... è il delirio, la guerra è cominciata... senza Watashi

Il giovane shinobi riferì quelle parole alla mente di Akane che non poté far altro che assistere ad un lago di sangue che cominciava ad espandersi nei vicoli e nella piazza. Prima che potesse dire qualsiasi cosa però, anche i ninja ai tetti agirono: palle di fuoco devastanti vennero scagliate verso l'esercito alleato e il Fuuton delle seconde linee fecero diventare le fiamme un inferno travolgente.

Era il disastro in pochi minuti, in quel modo l'intero schieramento si sarebbe dimezzato in pochi secondi. Nel delirio, alcuni ninja si accorsero di un curioso particolare ma era Tatsumaru che ne aveva già avuto a che fare: alcuni ninja alleati ridevano, avevano i volti sfigurati in quel sorriso diabolico che li portava a morire in quel modo, con tra le mani i corpi morti dei compagni uccisi. Alcuni si uccidevano, altri attaccavano e chi non aveva ancora subito la strana "influenza" cominciò a combattere per difendersi.

Poi un lampo e il cielo si alluminò di quell'ormai noto viola. In alto era spuntata una sfera di energia che prima aumentò di volume e poi esplose in un fascio oscuro rivelando una figura che fece riecheggiare una risata per tutta Kumo. I suoi occhi erano viola, la sua pelle putrida, non morta, la toga che lo ricopriva rovinata e le braccia leggermente più lunghe di un essere umano erano attraversate da puro chakra.


Nerigal - Un esercito guidato dalla più brillante delle generali... e mi ritrovo qui a distruggerlo, me ne rammarico. Io sono Nerigal, Dio della follia e della ragione, Dio del vuoto, figlio intelligente e pazzo di un padre che finalmente può dare a noi una casa e delle regole... da infrangere. Ridete dell'ironia, il gruppo più equilibrato, ragionato e ben guidato... esploso per la follia dei suoi membri. Avanti figli miei, mostrate alla bella Akane Uchiha come follia e ragione coesistono, senza scampo.

AKANE! Ecco l'esercito che combatterai questa notte di guerra. Non piangere, le lacrime sono sangue per i miei occhi stanchi... non fare come Kumo


A quel punto allargò le braccia e il cielo venne coperto da nubi oscure e cominciò a piovere, non era acqua però, era più densa, rossa, era... sangue.

||tipo 3/4 del vostro esercito è in preda all'"influenza". Sono colpiti anche il pg di Drake e quello di Tiz. Date il meglio e buon anno a tutti!||
 
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KOMU
view post Posted on 30/12/2013, 23:38




L’ hokage ci espose la sua formazione, ed ad ogni gruppo di ninja indicò la propria postazione. Il mondo in cui parlava , il modo in cui esponeva la strategia, la sicurezza in cui assegnava i compiti diede coraggio e forza anche a me. In quel momento forse capii perché l’avevano nominata Hokage.
Io e il mio amico a 4 zampe fummo assegnati ad una posizione abbastanza indietro dalla piazza , lontano dal cuore della battaglia. Devo dire che un po’ mi dispiacque , perché in questo modo , non potevo davvero mettermi in gioco ma fui anche sollevato , così mi trovavo lontano dal pericolo e poi era meglio lasciare le creature infernali ad i ninja più esperti . Io non ero molto esperto , nonostante tutto quello che potevo dire di me stesso.
Così mi allontanai da Akane Uchiha e con Hikari sempre sulla spalla mi diressi verso le seconde linee a cui ero stato assegnato.
Superai molti ninja e samurai che correvano alle proprie postazioni o recuperavano le loro armi. Vidi anche qualche civile , madri con figli,uomini anziani, bimbi insicuri che usciva dalla piazza. Erano tutti spaventati.
C’era molta confusione ed edifici in quella parte di Kumo , mi sembrava che tutto intorno a me ruotasse troppo velocemente spero solo di non perdermi
Dopo vari edifici finalmente arrivai a quello che , speravo , fosse il luogo al quale ero stato assegnato . Vidi intorno a me vari ragazzi della mia età, giovani genin che come me erano stati assegnati alle retrovie . Quasi tutti i ragazzini erano stati messi lì , forse l’Hokage ci aveva messo in un luogo così lontano proprio per proteggerci. Voleva vincere quella guerra ma soprattutto evitare più morti possibili.
Forse stare con ninja della mia età mi avrebbe dato più coraggio.
Mi trovavo lì , a pochi passi dal muro di un edificio, un ninja di grado più alto di me mi incaricò di trasportare delle grosse assi di legno per un muro lì vicino. Si capiva che era più esperto di me per via di tutte le armi e di tutte le cicatrici che aveva diventeremo anche noi così Hikari e lui abbaiò incoraggiante grazie amico. Così con entrambe le braccia sollevai il grosso legno e dopo molti sforzi lo portai alla barriera lì vicino , Hikari invece si limitò a salire sul legno e a girare su se stesso grazie dell’aiuto dissi in tono ironico tra uno sforzo e l’altro . Così portai vari assi per rafforzare le difese. Alla fine ero stanco ma soddisfatto del mio lavoro.
Riuscì a prendere un respiro solo per un secondo perché poi diedi una mano a far evacuare la gente. Guidai con altri ninja un gruppo di paesani verso l’uscita più vicina della piazza. Aiutai una donna anziana a seguire gli altri mentre Hikari si faceva inseguire da un bambino , così lo conduceva verso l’uscita.
Così aiutammo la gente normale a lasciare quello che da lì a poco sarebbe stato un campo da battaglia. Mi ritrovai poi con gli altri guerrieri, in un gruppo ben compattato, pronto alla battaglia per la libertà.
Per un po’ sembrava che quella calma innaturale e perfetta doveva durare per sempre ma sapevo che non poteva essere così. Rimasi lì immobile, con la mano pronta ad afferrare un kunai quando sarebbe iniziato l’inferno.
Hikari ai miei piedi continuava a guardarsi in giro alla ricerca di qualcosa da azzannare agitato né? Pure io il cucciolo mi guardò con aria entusiasta e continuò a sbavare in giro e ad annusare.
Rimanemmo lì e poi sentì qualcosa. Uno strano odore seguito da una risata che faceva venire la pelle d’oca. Era quasi un sibilio, era acuta e faceva parecchia paura . Mi girai alla ricerca della fonte di quella risata e vidi una katana che mi veniva contro. Feci in tempo a spostarmi . Hikari ringhiò minacciosamente ma cosa stai facendo? chi mi aveva attaccato era il ninja che prima mi aveva dato un ordine.
Quello per un momento non fece nulla ma poi sferzò un altro colpo, tirai fuori un kunai e riuscì a parare il colpo .
Lui continuava a menare fendenti ma io riuscì a evitarli o respingerli ma non volevo attaccare chi qualche minuto prima era stato un mio compagno. Hikari invece non si fece pregare, con un unico salto arrivò fino al viso del ninja e lo morsicò .Fu nel sangue che scorreva che notai qualcosa di inquietante ; un sorriso. Un sorriso da pazzo. Faceva paura e metteva soggezione, così voltati lo sguardo e vidi anche altri guerrieri attaccavano i loro compagni e tutti avevano quel sorriso maligno.
Non erano corrotti o venduti come aveva pensato all’ inizio ma posseduti. watashi che tu sia dannato! e preso dalla rabbia tirai un pugno deciso in faccia al mio nuovo nemico. Altro sangue sgorgò , colorando il viso del ninja esperto ma quello continuava a sorridere e questo mi irritava un mucchio e in certo senso mi scoraggiava. sembrava una marionetta impassibile mosse da un burattinaio invisibili, ma era cosciente di quello che faceva o dormiva? era ancora quello di prima?
Provai a fare anche io qualche affondo con la mia arma ma una parte di me mi fermò , Hikari invece continuava a mordere ovunque il nemico. Il cagnolino mi lanciò un sguardo d’incoraggiamento ma anche di rimprovero scusa cucciolo, ma non so se riesco a colpire un alleatoperché sentivo che dentro quello che combattevo era ancora il ninja di prima.
Una voce profonda risuonò ovunque dopo un botto ma non alzai lo sguardo, ero troppo impegnato a parare e a schivare. Era Nerigal dio della follia che si stava prendendo gioco di noi rendendo pazzi quasi tutti i membri del nostro esercito.
Quella si che era una mossa mista ad una tortura, sarei stato in grado di combattere ed uccidere Ryu , L’hokage o addirittura mia sorella?
L’odore di sangue che era comparso in giro aumentò di colpo . Quando mi ritrovai pieno di liquido caldo rosso e vidi il pelo bianco e nero di Hikari cremisi capì cosa succedeva; pioveva sangue. uao , forte ma inquietante dissi in un momento di distrazione. In quel frangente il ninja impazzito sferrò un pungo ma Hikari si mise davanti a me e fu colpito al posto mio.
Hikari!!! urlai preoccupato ma il cane si alzò in fretta, era più forte di quanto sembrasse.
Io , preso dalla rabbia, posizionai le mani , concentrai il chakra in bocca e sputai fuoco in terra , allontanando il nemico e altri folli che si stavano avvicinando. NON M’IMPORTA CHI SIETE, TOCCATE ANCORA HIKARI E VI AMMAZZO!!! quella era un promessa. Avevo trovato la giusta ragione per affrontare quei pupazzi sorridenti.
Hikari mi si avvicinò coraggio fratello e lui ululò come un lupo pronto ad andare a caccia.
 
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view post Posted on 3/1/2014, 14:02
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Molte cose non sono mai come ce l’aspettiamo. Niente è come sembra e tutto è lecito: in guerra poi questo è ancora più acuito. Il mezzo necessario, qualsiasi mezzo, per raggiungere il proprio scopo incurante di tutto e tutti. Guerra. Anche loro erano in guerra ma non una guerra normale no…erano in guerra contro un Dio che aveva un potere illimitato: ragionare, credere, pensare che fosse una “normale” guerra, combattuta contro altri uomini era da sciocchi e stupidi. Lo sapeva che era qualcosa che andava contro e oltre le loro capacità ma l’avrebbe affrontato, nonostante tutto, in battaglia: non avevano altre speranze se non il coraggio, le spade e la volontà. Era una guerra di sopravvivenza e l’avrebbero combattuta: tutti erano chiamati a rispondervi, tutti avrebbero risposto a questa sorte, a questo fato ineluttabile eppure..eppure si sentiva inquieto e strano.
Tremava e sussurri erano nella sua testa. Un che di malevolo si insinuava, come rampicante venefico, nel suo cuore, aviluppandolo in una morsa di tenebra e pazzia; occhi videro nemici dappertutto. Lui che un attimo prima era tra le fila dell’esercito alleato eccolo ora circondato da innumerevoli nemici: esseri dal ghigno putrido e malevolo; zanne e artigli; demoni dalle pelle scura e cadente che lo guardavano maligno e senza pietà. Era chiaro che lo avrebbero ucciso era chiaro…eppure…eppure vi era qualcosa di sbagliato.
C’era qualcosa di profondamente sbagliato ma era Watashi; Watashi era l’errore, la corruzione, la piaga virulenta, putrida ricolma di pus e veleno che appestava quel mondo come un cancro. Che si cibava della sua essenza e lui si mosse: rapido e letale e il sangue sgorgò. Ma perché così tanti nemici erano comparsi? Perché lui si mosse veloce e rapido ma qualcosa si dibatteva nel fondo della sua anima?
Perché? Perché sentiva che le sue lame non ronzavano più, non gli parlavano più, non erano più veloci e letali ma pesanti e scheggiate? Perché il dolore non lo avvertiva ma vedeva solo nemici su nemici e un mondo rosso sangue e il ticchettio di rossa pioggia sulle sue lame?
Perché quello stesso cielo che versava pioggia cremisi, sembrava la sua anima che piangeva calde lacrime di sangue?
Cos’era questa sensazione di freddo, di vuoto dove tutto era sbagliato e malevolo? Ma perché non riusciva a fermarsi e a riprendere fiato e sentiva solo l’irrefrenabile bisogno di uccidere…uccidere…UCCIDERE ancora e ancora e ancora?! Il cielo era diventato viola e una voce lontana riecheggiò più del tuono tanto caro a Kumo…ma era lontana. Era come tuono ma non capiva…non riusciva a capire le sue parole ma sapeva solo combattere e uccidere mentre mucchi di cadaveri rantolanti erano intorno a lui: il corpo ferito da mille ferite e mille cadaveri intorno a lui…eppure il suo cuore non lo sentiva.
Si sentiva strano ma colpì ancora…intorno a lui il caos, intorno a lui sempre nemici ma erano tutti uguali ma chi avrebbe visto da fuori, chi ancora poteva usufruire delle sue capacità avrebbe visto un esercito in rotta combattersi da solo.
Avrebbe visto fratelli e sorelle uccidersi a vicenda, compagni cercare di squartarsi e bagnarsi con le viscere dell’altro, altri rifarsi il trucco con il sangue caldo e fumante di chi aveva appena ucciso.
E il ghigno che Shinta vedeva sui volti di chi ammazzava era anche sul suo volto: deformato, corrotto da qualcosa che ora aleggiava nel cielo e con voce tonante scherniva Akane Uchiha e l’esercito alleato.
Non era la pazzia della battaglia a traviare l’uomo facendolo divenire belva, istinto primordiale al pari della più gretta e bassa forma di vita ma il potere di un Dio che corrompeva gli animi. Ora il suo sguardo per mezzo di quel sedicente messaggero era volto su di loro e la terra era bagnata dal loro stesso sangue: schiavi della volontà altrui.
Tutto era fiamme, devastazione, morte, rantoli, urla e ghigni selvaggi. I begli occhi di Akane Uchiha cosa avrebbero visto e quale lo stato d’animo di uno dei più forti shinobi del mondo? Non era dato saperlo ora…ma era chiaro che Watashi, per mezzo e bocca di Nerigal aveva mostrato quanto patetici potevano essere.
I cuori di chi era salvo, per miracolo o per quale altro motivo, assistevano a quella devastazione senza senso e dovettero uccidere per non essere uccisi: consapevoli che uccidevano ignare vittime cadute sotto un’ influenza malvagia.
Shinta era in mezzo a tutto questo e più degli altri uccideva e veniva ferito ma se avesse avuto, per un momento, raziocinio e volontà avrebbe chiesto di essere ucciso: perché era d’intralcio e un ostacolo e eriga lo sapeva: aveva rivolto su di loro le loro stesse armi ma in più, e questo fu terribile più di tutto, aveva annegato la loro speranza e il loro cuore in un nero pozzo di tenebra e disperazione. Perché dove poteva brillare la speranza se i propri stessi compagni si rivoltavano contro i pochi sopravissuti uccidendoli? Dov’era la vittoria in mezzo a quella disperazione, canto, poesia e sollazzo per la morte e per occhi malevoli di chi, dall’alto in un cielo nero carico di pioggia cremisi, sorrideva divertito a tale spettacolo? Ma perché molti erano preda di quei legacci viola che facevano impazzire e altri no? Perché se poteva anche solo volgere gli animi nella pazzia più totale perché non tutti? Per un suo solazzo e divertimento? E dov’era il divertimento se erano lì per distruggere tutto e portare il mondo nelle tenebre?
In ogni caso vi era una spiegazione plausibile: nulla si crea dal nulla ma tutto ha un senso anche watashi; anche lui, soprattutto lui, è preda di questo mondo ed è schiavo di regole – forse non capite o scoperte – ma doveva averle. Anche quel potere aveva un origine e un perché bastava solo capire da dove traeva forza e vigoria.
Un esercito che da alleato si trasforma in nemico era una piaga ma perché non tutto? Non era più divertente vedere akane uccidere da sola il proprio esercito e da esso stesso venire sopraffatta e morire chiedendosi dove avesse sbagliato?
Oppure era solo la mente limitata di un uomo che non riesce a contenere il pensiero, come mare, di un Dio. Ma più volte watashi aveva dimostrato di essere più avvezzo alla razza degli uomini, che tanto disprezzava, che a quella dei suoi simili che, forse, aveva rinnegato e da essi scacciato e privato della sua divinità.
Se era vero una speranza ancora brillava: ad Akane Uchiha tenerla vicina a sé e farla brillare ancora. Perché se lì c’era qualcuno che poteva fermare la pazzia quella era lei…e intanto Shinta uccideva e della sua anima ne rimaneva solo un lieve barlume sprofondata in neri abissi…

VI UCCIDO TUTTI!



 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 4/1/2014, 10:39




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




L'aria era tesa, immobile, come prima della tempesta, un'attesa che sfiancava Tatsumaru come mai avrebbe creduto. Dovevano mantenere la posizione, attendere l'attacco del Falso Dio, attendere gli ordini. Aveva finito di evacuare i civili, e in quel momento stava dando un'occhiata ai compagni con cui avrebbe lottato gomito a gomito. Due ninja di Kumo si davano violente ma amichevoli pacche sulle spalle, scommettendo su quanti nemci avrebbero ucciso, nel fragore di grasse risate. Un ninja di Kiri, dalla lunga spada e lo sguardo vuoto, affilava la sua lama scandendo il ritmo di quell'attesa. Dietro di lui, sentiva le voci di due kunoichi ricordare la serenità dei loro villaggi, e i bei momenti passati coi propri cari.

D'un tratto, il vento sembrò alzarsi, portando odori nuovi, e suoni sinistri. Era il clangore di lame misto al boato del chakra che prende forma tangibile? O il rumore di molti corpi in movimento, che si affrettavano e spingevano nella calca? Tatsu non sapeva se fosse frutto della sua immaginazione, ma sentì l'agitazione montare dentro di se. Che la battaglia fosse già cominciata? Eppure la radio era muta. Poi uno strano presentimento crebbe dentro il Senju, come crebbe il frastuono e l'odore di morte e di sangue.

*Qualcosa non quadra... Questa sensazione... *



Inquieto, si guardò attorno alla ricerca di un segno tangibile dei suoi timori. Anche lo spadaccino di Kiri si era messo sull'attenti, riponendo la cote e stringendo saldamente la spada a due mani. Dietro di lui non udiva più la voce delle kunoichi, e nemmeno i due ninja di Kumo si scambiavano più commenti spacconi sulla battaglia a venire. In particolare, loro due apparivano stranamente diversi. Un sorriso si stava delineando sui loro volti... e su molti altri attorno a loro.

Un urlo di dolore, da qualche parte nello schieramento, poi un brusio si diffuse come un fiume in piena tra i ranghi. Tatsu scattò sul chi vive, la sua mano corse ai kunai, e quando si voltò, la scena del ninja di Kumo che trapassava da parte a parte il suo compagno con la sua lama larga, lo fece sussultare.

*Come è possibile?! Cosa sta accadendo?! *



Si girò di scatto, a guardarsi le spalle, vedendo ora il volto delle due kunoichi, rosso del sangue degli uomini che stavano falciando, un tetro e folle sorriso sui loro volti. Si allontanò da loro con un balzo, parò un fendente che cadde su di lui da chissà dove, i suoi occhi schizzavano come impazziti da un angolo all'altro di quello che si era trasformato in un campo di battaglia. Il ninja di Kiri lottava contro orde di guerrieri, un tempo alleati, ora improvvisamente nemici. Perse la sua sagoma nell'intrico di corpi. Sentiva il calore avvampargli le membra, scivolargli sul viso, si accorse che stava piovendo, ma quando una goccia gli scivolò in bocca sentì l'aspro sapore metallico del sangue. Credette che il fendente lo avesse colpito, e che quello fosse il suo stesso sangue... fino a che non alzò gli occhi al cielo. Una pioggia rossa batteva incessante, contribuendo ad alimentare il fiume scarlatto che scorreva nelle strade. Tutto era rosso, i tetti, i muri, le persone, solo il cielo era viola, e su di esso, una figura lontana li osservava, tuonando parole incomprensibili nella confusione della lotta. Distinse solo le parole "follia" e "dio", e d'un tratto il discorso venne da se. Watashi aveva fatto la sua prima mossa, la battaglia era cominciata.

Cercò un luogo riparato, facendosi largo a spintoni tra la folla, evitando le lame e i jutsu dei ninja attorno a lui. Tutti loro avevano quel folle sorriso, un sorriso che lui aveva già visto

*Sorridono come i morti di quel villaggio nei pressi di Konoha... la stessa follia... che condurrà alla stessa distruzione.*



Tutto ciò gli riportava alla mente la Genjutsu in cui era rimasto intrappolato, che lo aveva spinto a combattere contro Satsuki. Il sorriso perverso del Nemico, il fratello che uccide il fratello. Ma in questo caso non si trattava di una Genjutsu, era tutto reale, tutto così vivo, e tutto così morto. Si portò la mano all'auricolare, chiamando l'Hokage.

"Hokage-sama! Qui la gente è impazzita, si stanno uccidendo tra di loro! Cosa dobbiamo fare? Hokage-sama!"



Era agitato, ma contro ogni previsione non aveva perso il controllo. Era triste ammetterlo, ma gli orrori che aveva visto in quella guerra lo avevano reso insensibile persino alla strage più efferata. Cominciò a pensare, e nel farlo si ricordò di un dettaglio. Tutti i ninja dell'Ala Est della città avevano preso i suoi semi segnalatori. Quel caos era opera di Watashi, non vi erano dubbi, e sin dagli albori della guerra il suo potere corruttore aveva cambiato il mondo, intaccando tutti gli esseri viventi, comprese le piante. Forse anche i semi segnalatori, a stretto contatto con i ninja resi folli, ora stavano emanando chakra corrotto, e se così fosse stato, sarebbe stato facile identificare i nemici dagli amici, anche senza vedere il loro volto deforme. In caso contrario, i semi segnalatori rimanevano comunque un modo per capire se qualcuno si stava avvicinando, soprattutto sotto quella pioggia rossa che rendeva difficile tenere gli occhi aperti. Acuì le sue percezioni, cercando di verificare se la sua supposizione fosse esatta. In tal caso, avrebbe avvertito l'Hokage di quella possibilità, ogni aiuto era prezioso.

Mentre attendeva gli ordini, cercò sui volti della folla un'espressione diversa dal macabro ghigno di Watashi, un alleato con cui combattere per uscire da quell'inferno. Dopotutto, il ninja di Kiri non sembrava essere impazzito, dunque poteva esserci ancora qualcuno sano di mente come lo era lui, e insieme avrebbero avuto la possibilità di sopravvivere in quell'inferno. Il dubbio che anch'egli fosse pazzo e non lo sapesse, lo sfiorò quel tanto che bastò a dargli un brivido freddo lungo la schiena. Si sforzò di non pensare a Yukiko, la preoccupazione gli avrebbe tolto preziosa concentrazione, eppure non riuscì ad impedire ad una lacrima di scivolare lontano dal suo occhio.

 
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view post Posted on 7/1/2014, 20:04
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*Date le ultime indicazioni Akane passò a dedicarsi ad altri studi come le planimetrie degli edifici e imparare dalle mappe le strade del villaggio nella zona Est. Credeva infatti che a battaglia inoltrata poteva tornare utile saper riconoscere ogni dettaglio o punto di riferimento a vista d'occhio e fu mentre leggeva una di queste carte che riportò alla mente gli avvertimenti ricevuti poco prima da Shinta e i suoi strani commenti. Aveva dei modi di fare molto diversi da come era abituata a vedere a Konoha, i gesti e le parole le parvero un azzardo in quelle circostanze, un po' fuori luogo - era così che si corteggiavano le donne a Kumo? - Senza darlo a vedere Akane la prese sul ridere preferendo interpretare le sue parole come un tentativo di sdrammatizzare la situazione e così facendo riprese a coordinare il resto delle truppe. Passarono in fretta i primi minuti e voltandosi dalla piazza centrale osservò con fierezza le fila di Shinobi dritti e pronti a dare battaglia, alcuni scambiavano qualche parola o sistemavano l'equipaggiamento, in pochi pregavano, ma tutti raccolti in punti strategici erano pronti a dare il massimo e nei loro occhi leggeva la passione e la determinazione che li animava: erano pronti a difendere non solo quella singola zona o villaggio ma la loro condizione di esseri umani liberi. Quella causa li aveva uniti e chissà se in futuro avrebbe reso benefici all'intero mondo ninja, Akane di suo, lo sperava con altrettanto vigore.

Vari capitani la aggiornarono puntualmente sul completamento delle postazioni che venivano presidiate e come da programma sui tetti fu tutto in ordine quando anche l'installazione dei marchingegni mobili fu portata a termine in tempi ottimali. Avendo ora un quadro generale della situazione non le restò altro che ripassare le ipotesi delle modalità di attacco del nemico e per quanto si dichiarassero pronti, realista, lei era consapevole che Watashi avrebbe trovato in ogni caso un modo per sorprenderli. Come se questa consapevolezza non bastasse ad inquietarla poi con il passare delle ore avvertì tensione salire di pari passò con i dubbi che si poneva. L'incertezza della vittoria e le domande che le venivano fatte su come poter battere un dio immortale, nell'insieme queste perplessità non aiutarono alla concentrazione ma fu impossibile evitare che ciò accadesse. Lei per prima non aveva idea di come distruggere Watashi, sapeva solo che ci avrebbe provato con tutte le sue forze.

Cattiva consigliera dunque l'ansia non mancò di manifestarsi e raggiunse l'apice quando si udirono le prime avvisaglie, della urla all'intero dello schieramento, cozzare di armi e poi dai tetti gli shinobi dell'alleanza far fuoco... sui proprio compagni. Le urla cariche di disperazione giunsero alle orecchie del Generale che confuso non capì immediatamente cosa stava accadendo. *


(Ma a cosa mirano, sono forse impazziti, non ho dato nessun ordine!!)

*Affrettandosi nel soccorrere chi stava per essere colpito alla sprovvista dai propri compagni Akane udì nella sua mente il messaggio di un giovane Yamanaka che avendo assistito di persona all'inizio di quella follia le confermò che era il delirio e senza il reale avvistamento di progenie.*

"AL RIPARO!
Non contrattaccare, ripeto, NON contrattaccare!
"

*Guardandosi attorno con sguardo acceso di frusrtazione vide le fila scomporsi e viste le prime reazioni ordinò a chi era ancora lucido di non ferire i compagni impazziti ma di limitarsi per il momento a difendersi e arretrare. Non fece però in tempo a dare l'ordine che una sferzata di vento le suggerì di voltarsi alla svelta per pararsi da una fiammata partita dalla torretta presidiata. L'istinto la portò a preparare un contrattacco ma non poteva rischiare di ferire i suoi stessi compagni e lo stesso valeva per il semplice scansarsi. Dall'auricolare giungeva la voce di Tatsumaru che già nel panico chiedeva cosa fare e altre voci poi si accodarono alla sua chiedendo quale fosse la fonte di quel caos? Un pugno a terra spinto dalla rabbia sollevò un enorme blocco di terra che andò a difendere lei, Takahiro e pochi altri compresi nel raggio d'azione di quel ninjutsu di fuoco e vento, poi, la risposta alle loro domande non tardò ad arrivare.
Sulle loro teste il cielo esplose in un bagliore violaceo rivelando una presenza avvolta in un globo di energia oscura, la sua risata malefica riecheggiò in tutta l'ala est e abbastanza vicina per udire il suo discorso l'Uchiha capì che chiunque fosse intendeva rivolgersi a lei.
Si presentò come Nerigal, Dio del Vuoto, a sua detta un acuto e al tempo stesso folle figlio di Watashi; nelle sue sembianze aliene e avvolto da un certo alone di mistero la figura del nuovo arrivato mostrava un certo fascino agli occhi curiosi dell'Hokage. Un'eleganza tetra.
Fu breve nel suo discorso ma capire il senso delle sue parole non fu altrettanto immediato e la cosa più strana fu proprio il suo arrivo. A che scopo rivelare il suo piano e sfidarla apertamente? Quel suo fare contraddittorio lasciò Akane senza parole ma la sfida era aperta e il tempo per ragionarci stringeva. Era un fuggi fuggi generale e quando Nerigal fece piovere sangue la zona si trasformò in un vero campo di battaglia dove la maggior parte delle forze alleate si rivoltava contro. *


(Come può essersi manifestato un altro Dio.. Che menta?
Presuntuoso.. se si tratta di uno dei migliori soldati che ha a disposizione Watashi sembra quasi non avere molta considerazione di lui, è come se lo consideri suo pari.. è giunto qui chiamandolo padre ma ha apertamente dichiarato che intende infrangere le sue regole. Cosa vorrà mai dimostrare a me o al padre che non rispetta?)


Hachi: "Hokage-sama diventa impossibile rifugiarsi, siamo in minoranza ad essere rimasti lucidi e tra chi non ha il coraggio di attaccare i propri alleati impazziti e chi non riesce a farne a meno rischiamo di perdere in partenza... siamo stati sfortunati nel beccare un simile avversario..

Lei crede nel fato?
"

"Oh meno male, pensavo di aver preso anche te.. puoi estendere la comunicazione selezionando solo le menti di chi è rimasto a difendere?"

*Una volta ottenuta conferma dal lato opposto in cui difendeva l'Uchiha, verso il reparto medico - impegnato a far arretrare le truppe - lo Yamanaka comunicò con lei telepaticamente ampliando poi il segnale di trasmissione per far in modo che la risposta giungesse di ritorno su ampia scala. Le sue parole furono udibili non solo a chi era fornito di ricetrasmittente ma anche a chi troppo lontano non riusciva ad ascoltare la sua voce.*

"Il fato non esiste, siamo noi a costruire il nostro destino.
Questo Nerigal è l'ennesimo inganno e dobbiamo dimostrargli cos'è realmente. Il Dio del Nulla.

Spalleggiatevi mentre si cerca una soluzione, voglio che intrappoliate chi vi attacca senza ferire. Coordinate le vostre abilità imprigionanti, centralmente esigo che i Nara rimasti estendano le loro ombre fino a raggiungere i tetti annullando le ninjutsu che partono dall'alto. Marionettisti pronti a rinchiudere chi viene rallentato e Controllori della sabbia tempestivi a intrappolare i movimenti di chi è a terra.

Tratteneteli come potete evitando di paralizzarli con il Raiton, non voglio che subiscano danni perchè combatteranno di nuovo al nostro fianco.

Recuperemo il controllo, abbiate fiducia nelle vostre forze e nel vostro Generale.
"

*Non c'era tempo per piangere i caduti, per quanto assurda fosse la situazione bisognava reagire e fu con la tristezza nel cuore che la donna si apprestò ad evitare nuovi attacchi corpo a corpo. Lanci di armi e ninjutsu, poi agile andò spostandosi da un tetto all'altro osservando la folla di shinobi. Scelse il suo bersaglio test.
Osservando i suoi alleati e compagni combattersi tra loro fu lo spadaccino dai capelli rossi il primo a capitargli sotto mano, un ragazzo conosciuto da poco ma che in quel marasma proprio non riusciva a vedere nel fronteggiare con tale aggressività i suoi stessi alleati, quella furia omicida non gli apparteneva e Akane aveva un piano da tentare per placarla. Non potendo abbassare la guardia con Nerigal li presente nulla però le vietò di raccogliere informazioni e nell'istante seguente attraversando il vicolo intercettò lo sguardo omicida di Shinta: a breve avrebbe visto le sembianze dell'Hokage e dei suoi bersagli mutare in quello che era l'aspetto della progenie conosciuta fatta di carne putrescente, ossa sporgenti e tentacoli deformi. Dalla sua reazione avrebbe provato a dedurre qual'era stato l'input avviato nelle loro menti da Nerigal e se quel semplice trucchetto poteva bastare per riportare la calma. *


Hachi: "se vedendovi belve smette di attaccarvi dovremmo agire per genjutsu su vasto raggio."

"Esattamente, l'idea non mi piace per niente ma per il momento può servire ad arginare i danni .."

Hachi: "Deve esserci altro sotto.."

"Lo credo anch'io, raccogli le impressioni che hanno avuto gli altri capo squadra e ci risentiamo a breve sperando di portare buone nuove."





<genjutsu> - Illusione delle Dita - [Chk: 40] [Eff: +50] "Questa è una tecnica che può essere effettuata solo dai ninja più esperti del Clan. Consiste nel far cadere l'avversario, tramite solo il movimento delle dita, in un'illusione molto potente. Questa genjutsu ovviamente non sarà efficace come una genjutsu oculare poichè viene attivata solamente con un dito e agisce, di conseguenza, solo sulla vista. In questo stato l'esecutore può far vedere all'avversario pressocchè tutto ciò che desidera. Il ninja avversario subisce un malus alla Frz e Dif di 20 + (residuo*2/3)"

[GdR]





- se vuoi i calcoli fammi sapere Gasp
 
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