| // buona fortuna a tutti.....^^//
Le nubi coprivano il cielo sopra il villaggio di Kumo e nonostante tutto, il sole riuscì a risplendere ancora una volta, illuminando anche se per breve quel stupendo villaggio, il villaggio della Nuvola ed i suoi magnifici paesaggi che lo circondavano. Tra le vie sovrastava il silenzio e solo il fruscio del vento osava interrompere quella quiete così calma e così annunciatrice di morte e distruzione. Molti si chiesero cosa mai potrebbe succedere nei giorni successivi, se l'intera umanità avrebbe ceduto, segnando per sempre il destino dell'uomo in quelle lande, oppure, sarebbe risorta più forte ed unita come non lo era mai stata. L'inizio della fine o l'inizio di tutto. Un'intera folla si era unita ed organizzata nella piazza principale. A Kumo erano giunte tutte le forze ormai disponibili, chi giungeva dal campo base, esperto ed allo stesso tempo preoccupato perchè sapeva a cosa stava andando in contro, chi novizio ed alle prima armi, era ansioso di dar battaglia per dimostrare la sua forza e le sue competenze. Tra quella folla, di esercito mercenario ed un esercito creato dall'unione di tutti i villaggi, anche Katai aveva risposto alla chiamata, ed era giunto in quel villaggio. Tra la confusione di chi vociferava e di chi sbraitava ad alta voce, il giovane Senju osservava attentamente e persistentemente il palazzo del Kage. In quella struttura si erano riunite le massime cariche di tutti i villaggi, comprese quelli dei villaggi minori. Come molti, Katai conosceva bene gli orrori scatenati dalla progenie, ed al solo pensiero era particolarmente preoccupato perchè ora sapeva che avrebbe dovuto affrontare un intero esercito di quelle "cose". Si guardò attorno e ben presto quei pensieri che lo tormentavano tanto divennero nella sua mente, soltanto delle parole offuscate, sapeva che nel momento del bisogno, nel momento in cui sarebbe stato davvero in difficoltà, avrebbe potuto contate su dei compagni capaci, pronti ad affiancarlo anche di fronte a mille avversità, e Katai avrebbe fatto altrettanto per ognuno di loro. Il Senju era giunto a Kumo, non perchè gli era stato ordinato, anzi si era offerto di propria spontanea volontà, ma perchè voleva proteggere la cosa più preziosa, il proprio villaggio. Anche nei momenti di estrema difficoltà, pensare al villaggio di Konoha gli era sufficiente per ravvivare ed alimentare la fiamma che gli ardeva costantemente dentro al cuore, ed anche nei giorni più freddi ed oscuri, tanto bastava per riscaldarlo e per questo Katai riusciva sempre a trovare la forza di andare avanti, ancora una volta, passo dopo passo, senza mai cedere. Durante i giorni trascorsi all'accademia e le lezioni tra i membri del clan, al Senju gli erano stati insegnati i valori più importanti della vita di un ninja e molti di questi non li aveva compresi al meglio. Solo ora, il ragazzo sapeva ciò che quei insegnamenti rappresentavano, o almeno sperava di aver capito. Si guardò attorno nell'attesa che i Kage finissero la loro riunione, Tra i mille volti riconobbe alcuni membri del suo clan, anche gli Uchiha erano giunti in gran numero. Cercò tra la folla, per vedere se qualche sui vecchio compagno di missione era lì, ma non riconobbe nessuno. Probabilmente erano caduti con onore in combattimento o come Katai si augurava, erano soltanto in qualche ospedale per rimettersi in sesto. Questi ultimi due, tre anni di guerra contro questo dio aveva inferto innumerevoli perdite tra gli eserciti dei vari villaggi, ed in quelli minori le perdite era pesanti se non totali. Nonostante le avversità, le enormi differenze che separavano i vari villaggi, Katai era speranzoso, riponeva la sua fiducia sotto la guida dei vari Kage augurandosi che uniti sarebbero riusciti a portare la pace in queste terre. La porta del balcone, quella dell'edificio amministrativo di Kumo, si aprì ed uno alla volta tutti i Kage fecero la loro comparsa. Dall'alto osservavano l'esercito che si era formato, esercito corso in aiuto di Kumo. Chissà cosa stavano pensando, chissà quali erano i loro pensieri. Nonostante i Kage si fossero affacciati, la folla continuava con quel chiacchiericcio fastidioso fino a che da un lieve brusio divenne silenzio. Fù allora che Akane, la tanto amata Hokage di Konoha si fece avanti come portavoce di tutte le cariche massime. Ora tutti erano in silenzio pronti ad ascoltare le parole, quelle parole, il discorso che sarebbe stato ricordato per sempre nella storia. Le parole che seguirono non furono di ispirazione, o conforto, o semplicemente lievi quel tanto da riuscire a fermare l'angoscia di quella maledetta situazione, anzi, furono parole amare, dure e crudeli per alcuni, dettate dalla verità. Quel discorso si rivelò molto difficile soprattutto da capire perchè spiegava la dura realtà che li avrebbe attesi, morte e distruzione, seguita dal dominio di Watashi se non fossero stati in grado di fermalo. Ci fù qualche minuto di pausa, nel quale nessuno osò proferire parola, tutti con gli occhi alzati verso i Kage speravano in qualche parola di più, ed infatti non tardarono ad arrivare. l'Hokage a gran voce esortò tutti
SHINOBI DELL'ALLEANZA, SIETE PRONTI A SCATENARE L'INFERNO?!"
A quelle parole, i ninja di ogni dove si caricarono di speranza e quasi all'unisono tutti urlarono, chi più forte che poteva quasi da rimanere senza voce, chi con un sì, chi impugnando i kunai e volgendoli verso l'altro dimostrando di esser pronti. La verità è che non si è mai abbastanza pronti, o almeno questo era quello che katai aveva imparato durante questi anni di guerra. Nonostante si considerasse un duro, anche il Senju, alle parole della sua Hokage, si commosse lievemente ed urlando a pieni polmoni
Per Konohaaaaaa
e per tutti gli eroi che hanno sacrificato la propria vita per proteggerla.
Non c'era molto tempo, di lì a breve ci sarebbe stata la battaglia finale, quella che avrebbe segnato il destino di una delle due parti. I vari gruppi di ninja a poco a poco si organizzavano ed se ne andavano nella loro zona di assegnazione. Katai si avviò verso i confini del villaggio, verso le porte di Kumo. Ben presto avrebbe incontrato i suoi nuovi compagni ed era ansioso di conoscerli. Presto avrebbero condiviso una esperienza che ben pochi sarebbero in grado di sostenere.
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