Watashi 42C/10B - Il Cimitero dei Mondi, ¬BloodyRose. & Zero C°

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view post Posted on 10/9/2013, 11:46
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//Primo post tutto vostro. Libero sfogo di fantasia e di tutto. Presentatemi i vostri PG e dove sono.
Nel post tenete conto che alcuni shinobi vi invieranno delle lettere per presentarvi al campo base per partecipare ad una missione dove, il contenuto della stessa, vi verrà svelato con dettagli e notizie.
Potete muovere questi shinobi a vostro piacimento come anche il contenuto della lettera e i modi per farvela avere. Insomma siete liberi su tutto.
A voi le testiere *le lancia*//

Edited by Wrigel - 10/9/2013, 16:40
 
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Zero C°
view post Posted on 13/9/2013, 19:27




*Narrato

Pensato


Parlato
Parlato


Cos’è un Ninja?



*Da quando era stato promosso a genin, Sohaku non riusciva a togliersi quest’interrogativo dalla testa. Quell’esperienza fu traumatica, dato che lo mise a diretto contatto con la prima delle sue debolezze: la normalità. Vedere cosa fossero in grado di fare i possessori di Kekkei Genkai ebbe un effetto poco piacevole sulla mente del ragazzo, che da quel momento iniziò a provare un senso di inadeguatezza e sconforto.*


Perché mi chiamano Ninja?



*Paura.*



Che cosa vogliono da me?



*I gelidi artigli del più primordiale degli istinti stavano lacerando l’anima di Sohaku, tanto da mettere in discussione la sua scelta di vita e di far vacillare le sue già flebili convinzioni.*

Cosa vuol dire essere uno Shinobi? Combattere? Uccidere? PER CHI? PER COSA?



*Quello specchio ora rifletteva centinaia di immagini identiche di un ragazzino spaventato, confuso, che non riusciva a sopportare la tortura a cui il fato lo sottoponeva costantemente da quattordici anni.*


Non è giusto, non è giusto non è giusto, non è giusto non è giusto, non è giusto non è giusto, non è giusto...



Ma che succede qui dentro?

Padre…

*La scena che si presentava al vecchio Oda era decisamente penosa e sconvolgente. Suo figlio era appoggiato ad un angolo del bagno, riverso nelle lacrime, mentre il sangue colava a terra dai suoi pugni stretti.*


Ma che diavolo hai combinato? Vieni qua…

*Quell’uomo enorme e torvo, abbandonò l’aura austera che di solito l’accompagnava e si chinò ad asciugare le lacrime del figlio, per poi occuparsi delle ferite alle mani con una particolare jutsu medica.*

Dammi gli occhiali. Vuoi dirmi che cosa è successo?

*La voce cavernosa del vecchio sovrastava il pianto ora più sommesso del figlio. Questo, senza proferire parola, estrasse dalla tasca un pezzo di carta stropicciato e lo porse a suo padre.*


Cos’è? Ma..! E’ il simbolo del Mizukage!

CITAZIONE
A: Sohaku Yokoyomi
Oggetto: Missione livello C

Sono richieste le particolari conoscenze e abilità del suddetto per il miglior esito della missione. Lo shinobi si recherà tempestivamente al campo base dove gli saranno fornite le informazioni necessarie.

Sohaku, questa è… la tua prima missione!

*Non rispose subito, i singulti del pianto erano ancora troppo forti per permettergli di articolare un discorso, tuttavia i suoi occhi erano piuttosto eloquenti per il vecchio Oda. Dopo alcuni minuti, riuscì finalmente parlare, non senza risentire dello sfogo emotivo.*


Stamattina… al negozio… sono entrati due chuunin… io speravo che volessero comprare qualcosa, ma uno di loro si è avvicinato al bancone e ha teso la sua mano verso di me… questa ha iniziato come a scomporsi in minuscoli pezzetti di carta… sparsi lungo il bancone… non sapevo cosa volessero fare, non riuscivo a parlare… i pezzetti di carta hanno iniziato a muoversi e ricongiungersi, fino a formare questa lettera… Poi se ne sono andati, ma mentre varcavano la soglia, dalla schiena dell’altro ninja è uscita fuori… una testa! Mi fissava! E ghignava… voleva uccidermi… lo so! I suoi occhi… non posso descriverli, so soltanto che uno sguardo come quello non dovrebbe esistere in questo mondo…
Gli è uscita una testa dalla schiena, ti rendi conto? E l’altro era fatto di carta, ti rendi conto o no, eh? Che cosa significa questa lettera? >Cosa vogliono da me? QUALI CONOSCENZE, QUALI ABILITA’? SONO APPENA USCITO DALL’ACCADEMIA, LORO NON SANNO NIENTE DI ME!!! QUESTO E’ SOLO UN MODULO IDENTICO A CHISSA’ QUANTI ALTRI!
SONO SOLO CARNE DA MACELLO!!!


*Sohaku non poteva credere che il villaggio che aveva deciso di servire avesse potuto giocargli un tiro simile.*

Adesso vedi di calmarti per favore! Credi di esistere solo tu in questo villaggio?

Padre… Come hai fatto tu, a sopravvivere? Come hai fatto a resistere così a lungo?

Ho usato la testa, ecco come ho fatto. E non ho perso il controllo come stai facendo tu. Non hai proprio imparato niente di quello che ti ho insegnato, questo tipo di atteggiamenti non ti porteranno da nessuna parte se non alla morte.
Questo mondo è più duro per quelli come noi, senza particolari abilità, ed è per questo che devi allenarti senza tregua per resistere. Non fraintendermi, allenare il corpo ti renderà più forte e più veloce, ma loro lo saranno sempre di più. La vera forza risiede nella mente, nelle tue convinzioni e nel tuo nindo. Quando comprenderai qual è il tuo posto nel mondo, non conoscerai ostacoli.
Loro sono forti, tu devi essere intelligente e determinato, figlio mio. Non puoi permetterti di essere la causa del tuo stesso fallimento. Capisci quello che dico?

Si, ma…

E non dimenticare che il Mizukage stesso è come noi.

ALLORA VUOL DIRE CHE e’ SOLTANTO UNA MARIONETTA IN MANO A QUELLINSOLENTE!!!

*Aveva esagerato stavolta, la sua guancia dolorante e lo confermava, e c’è da dire che Oda pur essendo un padre severo non era solito alzare le mani.*

Come ti permetti di parlare così del tuo Kage? Hogo è un grand’uomo, di gran lunga il migliore in questo villaggio! Ho combattuto al suo fianco abbastanza da poter nutrire più stima e rispetto per lui di quanto ne avevo per mio padre! Ora prenderai le tue cose e ti dirigerai al campo base, questa è la punizione per aver mancato di rispetto a me e al tuo villaggio! Muoviti, sparisci dalla mia vista.

*Incredulo, Sohaku ubbidì senza fiatare. Sapeva di aver sbagliato e sapeva che la durezza di suo padre era solo per il suo bene. Prese lo stretto indispensabile, scese le scale e si fiondò verso la porta.*


Aspetta. Dimentichi questo.

*Nella fretta aveva dimenticato la cosa più importante.*


Questo è il simbolo del villaggio, vuol dire che hai liberamente scelto di servire la Nebbia e i suoi abitanti, nel bene e nel male. Tu hai delle grandi qualità, l’ho visto nei tuoi occhi dalla prima volta che ti ho incontrato. Onora la tua coscienza, figlio mio.

*Solo adesso comprese le parole del padre. Prese il copri fronte e se lo strinse bene alla fronte, quindi uscì senza voltarsi. Sapeva che avrebbe sofferto ancora, sapeva che non sarebbe stato facile e che il rischio era grande, ma era un Ninja di Kiri, e lo sarebbe stato fino alla fine.*
 
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view post Posted on 14/9/2013, 18:25
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// Continua da Qui. //

*Chiudere quella porta parve simboleggiare la determinazione della giovane Hyuga a lasciarsi ogni cosa alle spalle. S’era prefissa un obiettivo e l’avrebbe raggiunto a tutti i costi. Abbandonato l’ospedale del Konohagakure No Sato, dove il cadetto Ryou l’aveva portata per assicurarle una completa guarigione lontana dai pericoli, prese a correre contro corrente fra le affollate vie che la separavano dall’ingresso principale del villaggio. L’unico modo ch’ella aveva trovato per raggiungere il giovane dagli occhi cremisi era correre verso il campo base, unico luogo in cui i membri dell’alleanza s’aggiornavano sugli avvenimenti succedutesi al fronte. Quella forsennata ricerca era guidata non solo da un forte senso del dovere, ma anche da un più che latente senso di colpa che, nell’innaturale silenzio della sua anima, macchiata d’omicidio, la opprimeva. Dopotutto, l’aveva lasciato solo contro un’orda di creature impazzite quando avrebbe dovuto proteggerlo. Una volta fuori dalle mura del villaggio, s’inoltrò nella foresta e sfrecciò all’ombra delle innumerevoli foglie illuminate di rugiada. Solo dopo aver percorso qualche miglio nella direzione prestabilita, la bella kunoichi s’accorse d’una presenza.*

Signorina!! Setsuna Hyuga!! La prego, si fermi!

*Quella voce le giunse alle orecchie da lontano, ma questo non le impedì di comprendere a chi potesse appartenere. Una tonalità di voce come quella, giovane e poco virile, doveva appartenere a un giovane e il fatto ch’egli riuscisse quantomeno a non perderla di vista durante l’inseguimento rimandava certamente ad un ninja. Nonostante queste deduzioni, l’unica reazione della giovane Setsuna fu quella di guardarsi per un solo attimo alle spalle e di procedere poi senza fermarsi.*

La prego.. non corra così! Non riesco.. a tenere il passo! Ho una lettera per voi, vi prego, fermatevi!!

(Devo raggiungere il campo base il più in fretta possibile! Non ho tempo d’intrattenere rapporti.)

Setsuna Hyuga: “Lanciatemela!

*Gridò in rimando alle suppliche del giovane, affaticato dalla corsa. D’altronde, non era facile raggiungere la velocità dalla Hyuga dai capelli cobalto.*

C-come?!

Setsuna Hyuga: “LANCIATEMI LA LETTERA!!

*Ordinò perentoria, quasi infastidita dall’insistenza di quel giovane che faceva soltanto il suo lavoro. Quello non era certo il suo modo di fare, ma quelle sensazioni che l’accompagnavano, di preoccupazione, di repulsione verso se stessa e di incapacità, l’avevano fatta agire d’istinto. Il giovane alle sue spalle, titubante, obbedì e le lanciò la busta. Con un’abile capriola e un guizzo la giovane kunoichi l’afferrò e la bloccò nella cintola stretta in vita. Per tutto il tempo, quello fu l’unico momento in cui cessò di correre verso la meta. Ovviamente, ragionandoci su nella tranquillità del nulla di fronte a sé, finì per pentirsi d’aver trattato in quella maniera brusca il ragazzino.

Dopo quasi un giorno d’incessante viaggio, interrotto da non più di due soste, il campo base entrò nel suo campo visivo. La lettera che le aveva lanciato il ragazzino quando ancora si trovava vicino al Konohagakure no Sato era scomparsa dalla sua cintola ed era stata riposta, dopo essere stata letta dalla ricevente, dentro la tasca dei pantaloni. Ancora una volta l’alleanza l’aveva chiamata a raccolta, bisognosa del suo contributo. Sospirò sonoramente al pensiero. L’unico motivo che l’aveva spinta fin li iniziava con la ricerca e terminava col ritrovamento dell’Uchiha. Dopo l’accaduto non si sentiva in grado di adempiere a chissà quale ordine. Giunta al campo costellato di tende, Setsuna s’arrestò davanti alla bacheca degli annunci speranzosa di trovare qualche notizia sulle sorti del villaggio e di quelle di Zu e Kinji, ma non trovò nulla di utile. Senza demordere chiese informazioni a chi capitava, descrivendo minuziosamente le caratteristiche salienti del suo compagno di squadra, ma anche qui nessuno seppe darle una risposta concreta. Svuotata d’ogni speranza, si guardò attorno. Forse, in quel preciso istante, l’avrebbe scorto fra la folla e avrebbe potuto corrergli contro per abbracciarlo e chiedergli scusa per quello che gli aveva fatto, ma chi vide non fu l’Uchiha.
*

Setsuna Hyuga: “..okaasan?!

*Sussurrò al vento col cuore in gola. S’avvicinò sospettosa al banchetto di mercanzie e alla donna incappucciata dietro di esso e quando ebbe la certezza che fosse proprio lei, marcò il suo incedere per raggiungerla.*

Kanae Hyuga: “Setsuna-chan!! Grazie al cielo.. stai bene!

Setsuna Hyuga: “Cosa ci fai TU qui?!

*Chiese alterata, bloccando la felicità della madre ch’era stata in pena per le sue sorti. La donna dai capelli cerulei abbassò il cappuccio del mantello e s’avvicinò alla figlia per tentare di calmarla. Aveva previsto quella reazione da parte della primogenita e adesso ne stava pagando le conseguenze.*

Kanae Hyuga: “..dovevo venire, per tenerti d’occhio.

Setsuna Hyuga: “Tenermi d’occhio?! TENERMI D’OCCHIO?! Qui la gente muore! Sapevi benissimo che non volevo che mi seguissi! Non sono più una bambina! Devi smetterla di trattarmi come una persona indifesa e bisognosa di protezione!! Io so cavarmela da sola, sono una kunoichi ormai!! Ho anche ucciso un uomo con le mie mani, ti basta come prova della mia forza?!

*Le urlò contro, riversando sulla donna tutto quello che l’affliggeva. Quelle parole pesavano sulla coscienza della giovane Hyuga, che mentre le pronunciava non smetteva di piangere. La madre l’osservò addolorata. Capiva quel senso di colpa, poiché anch’ella l’aveva provato tempo addietro. S’avvicinò dunque alla figlia, e l’abbracciò senza che lei muovesse un muscolo.*

Kanae Hyuga: “Sfogati. Butta fuori tutta quella rabbia. In guerra la gente muore, Setsuna.. e nessuno può farci nulla. Se hai ucciso, l’hai fatto per legittima difesa. Nessuno ti colpevolizza e non dovresti farlo nemmeno tu. Tu hai un cuore d’oro e sono sicura che le tue azioni siano state dettate dalla lealtà verso il tuo compito, e non da un piacere personale.

*Scossa dai singhiozzi, la piccola Setsuna abbracciò sua madre di rimando e continuò a piangere in silenzio per buttare via tutte le sensazioni negative che aveva covato dal momento del suo risveglio. Non s’accorse però che qualcuno, nell’ombra, l’aveva seguita.. ancora una volta per proteggerla.*

 
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view post Posted on 17/9/2013, 13:23
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Il campo base come sempre era in subbuglio. Un via vai di carri, uomini, contingenti armati, persone, shinobi.
Vi erano mukenin famosi; vi erano alte cariche dello stato; vi erano i damyo. Tutti uniti contro la minaccia comune. ma vi erano anche molti altri passati al lato oscuro - meglio dire viola - per cupidigia, sete di potere, odio, riscatto, desiderio.
In mezzo a quel frastuono due anime si avventuravano in nuovi territori inesplorati. Un altra missione - l'ennesima - per la salvezza del mondo. la tenda dell'alto comando delle Forze Alleate spiccava in mezzo a tante altre: con i suoi drappi coloro oro e rosso, rilucenti e intarsiati d'oro e argento, le sue guardie poste fuori, e i drappi che danzavano a un vento freddo che si alzò da est. L'inverno era arrivato in anticipo e la neve sarebbe caduta presto; il potere e il lungo braccio del Signore oscuro gettava su di loro la neve dai picchi montani più inaccessibili del mondo.


L'interno della tenda era spaziosa e calda: torce e un alto camino spandevano luce e calore al suo interno. Un tavolo con molte carte geografiche e alcuni plichi dai sigilli rotti e alcuni integri; uomini intorno a confabulare e dispacci mandati in ogni dove. Si accorsero dell'entrata dei due.


Signori! Questi sono i due Shinobi mandati a chiamare!

Grazie! Puoi andare! E voi due avvicinatevi...voi mandate questo dispaccio nel paese della pioggia e ditegli di restare in attesa di un nuovo ordine. Le mani si muovevano nervose. le parole uscivano nette e taglienti come katane. I dispacci mandati. Tutto doveva essere perfetto e preciso per poter coordinare quelle forze e tentare di resistere alla minaccia. Ma per tre anni stavano combattendo e ormai molti si chiedevano per quanto ancora avrebbero potuto resistere. ma non l'uomo che, con gesto sicuro, gli fece cenno di avvicinarsi. Era basso, anziano e pelato. aveva una lunga barba e una profonda cicatrice sulla guancia. Le mani erano ruvide e pelose ma sembravano tenaglie per quanto erano grandi e nerborute.
La voce era roca e gutturale e accanto a lui si poteva intravedere un piattino con molte sigarette spente o fumate male. E un altra se ne accese durante la loro conversazione.


Siete stati chiamati per trovare quest'uomo: è un ricercato pericoloso e abbastanza sfuggente. ma i nostri Anbu lo hanno visto attraversare da vicino il luogo dove è sorto il templio di Watashi. Purtroppo mi risulta difficile sguinzagliare alcuni uomini per trovarlo così voi siete chiamati a questo compito.
Il perchè è presto detto: l'uomo ha rubato i progetti e i piani dell'alleanza per compiacere il suo Dio. Cioè watashi. fa parte di una setta che adora quel sedicente Dio e questo era il suo guidrigildo per lui. Non credo che watashi abbia bisogno di sapere la nostra forza - visto che mi dicono che un esercito di ben ventimila unità stia marciando verso Kumo e che il nostro fronte orientale si è spostato per arginarli - ma la pazzia ormai fa parte di questo mondo. E Watashi sfrutta ogni debolezza per minare la nostra compattezza.
Fece una pausa. aspirò a lungo e con varie boccate la sigaretta dando il tempo ai ragazzi di poter assimilare le informazioni.

Il vostro uomo è un uomo sui trenta - trentacinque - anni di età. Abbastanza basso e assolutamente senza nessun particolare interessante: leggasi come kekkai, abilità particolari ecc. Un uomo comune che a quanto pare è riuscito a intrufolarsi e a rubare i piani. Un ottima capacità ha dimostrato visto che per due anni, si era arruolato volontario, si è occupato del dispaccio di informazioni e del coordinamento tra i reparti. Due anni di attesa solo per arrivare al suo obbiettivo. Per cui, a discapito di tutto, non sottovalutatelo mai.
In più ha strani simboli tatuati su tutto il corpo. Un dettaglio che vi potrà aiutare nelle vostre ricerche.
Altra pausa. Altra sigaretta accesa. Altra boccata. A voi il compito di rintracciarlo; fermarlo; vivo o morto. Riprendere le informazioni e portarle indietro. L'ultimo luogo avvistato, come detto, è il tempio di watashi: Ha fatto un lungo giro riscendendo Indicò sulla carta geografica i suoi ultimi spostamenti è sceso per il paese dell'erba, tagliando per il paese della pioggia. Lì si sono perse le sue tracce. A voi rintracciarlo. Una Hyuga sicuramente sarà abile nel trovarlo e confido nelle vostre capacità e intelligenza.

Un altra pausa. Si sedette e si gustò la sigaretta. E li guardò profondamente sia l'uno che l'altra.

//Ruolate voi come venite a trovarvi di fronte alla tenda dell'alto comando. Se volete mettetevi d'accordo se volete interagire prima di entrare nella tenda. A voi le tastiere//
 
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Zero C°
view post Posted on 20/9/2013, 21:28




*Un "Ninja di Kiri".
Chissà poi cosa volesse dire essere un "Ninja di Kiri". Sohaku non lo sapeva di certo, di certo era soltanto che continuare a ripetersi di essere un ninja di Kiri lo facesse sentire meglio, o meglio, lo aiutava a scacciare via i pensieri disfattisti che lo perseguitavano.
Si sentiva orgoglioso di quell'appellativo, di quel titolo, provava quello stesso tipo di soddisfazione che un bimbo prova quando immagina, crede, di poter volare, e già si figurava battaglie spettacolari, inseguimenti al cardiopalma e non gli dispiacque cullarsi un momento nella visione di sè stesso con indosso il cappello e le vesti decorate di blu proprie del Mizukage.*

Ok... Meglio non correre troppo per ora.

*Almeno per il tragitto che lo portava da casa al porto, non ci fu niente in grado di poter turbare la spensieratezza di un adolescente che stava consciamente rivivendo il brivido dell'onnipotenza bambina.
Giunto al porto, si imbarcò sulla prima nave in partenza per il Paese del Fuoco. Si voltò indietro ed osservò il villaggio natio allontanarsi e perdere di dettaglio, abbracciato dalle gelide eppure amorevoli spire delle caratteristiche nebbie che lo celavano ad occhi indiscreti. Era la prima volta che abbandonava il villaggio e lo stava facendo da solo.
Durante il viaggio non ci fu più tempo per esercizi di fantasia, dopotutto era in missione per combattere un dio malvagio.*

Watashi, lo chiamano. Bah, non mi sono mai interessato troppo a questa guerra. Chissà cosa dovrò affrontare...

*Il viaggio in mare non fu tremendo, anche se i posti a sedere della nave non erano l'emblema del comfort. Quello che lo preoccupava era il tragitto di diverse ore che avrebbe dovuto compiere a piedi, dato che aveva speso tutti i soldi per il biglietto della nave e per un misero equipaggiamento.*

Allora, vediamo...

*Estrasse una cartina geografica e cercò di tracciare un percorso.*

Dunque, sono sbarcato nel Paese delle Onde, ora mi dirigerò al Grande Ponte Naruto arrivando così al Paese del Fuoco. Poi chiederò informazioni per il campo base.

*Così deciso, partì. Tuttavia sapeva che il mondo ora era invaso dalla cosiddetta progenie e l'idea di compiere un viaggio in solitaria non lo entusiasmava, per cui cercò qualcuno con cui condividere il tragitto. Trovandosi in un porto non era certo difficile incontrare gente e così, tra una chiacchiera ed un'altra, fece la conoscenza di una donna sulla cinquantina, Mizuko, che si stava recando col suo carro proprio nel campo base per portare rifornimenti medici. Sohaku chiese il passaggio ed in cambio offrì la sua protezione in caso di banditi o progenie. Nonostante la donna avesse già suo marito e suo figlio con sè, accettò l'offerta più per buon spirito che non per reale convenienza. Il viaggio procedette spedito, almeno per il genin, dato che dopo pochi minuti e due chiacchiere di convenienza, cadde in un sonno profondo, stremato dal lungo viaggio marittimo.*

Sveglia! Siamo arrivati!

Uhn..?

*Si trovò catapultato nel mezzo del caos, centinaia di persone provenienti da tutti i villaggi ninja e non solo, erano lì in fermento, uniti sotto un'unica bandiera per la stessa causa.*

Ma che schifo di mondo... Tutti insieme a combattere il male comune, certo, come se il passato si potesse cancellare.
Ipocriti.
Il colmo sarebbe che mi mettessero insieme a dei ninja di Oto. Al solo pensiero mi viene il voltastomaco! Ninja fedeli che magari lavorano insieme a dei Mukenin!
Che schifo di mondo...

*Ma ciò che colpì più del resto l'attenzione di Sohaku fu il via vai terribile in quello che poteva definirsi il distretto ospedaliero. Ringraziò sentitamente Mizuko e la sua famiglia, poi si avvicinò per osservare meglio quello spettacolo raccapricciante: barelle, arti mancanti, urla e pianti erano semplice routine da quelle parti. La gente stava morendo e quando stai esalando l'ultimo respiro non importa molto da quale villaggio vieni o se l'hai tradito. A nessuno importava, tutti lavoravano strenuamente per il bene comune.*

Ehi tu! Si, tu figliolo, che diavolo stai combinando lì impalato? Se non sei qui per dare una mano levati dai piedi!

*Un uomo si avvicinò urlando a Sohaku che trasalì come se si fosse svegliato da un brutto sogno. Era alto, robusto, con il viso coperto da una mascherina. I suoi guanti e il suo camice erano impregnati di sangue fresco.*

Allora? Non hai sentito quello che ti ho detto? Cosa stai facendo qui?

Si, e-ecco, signore!

*Estrasse la lettera ricevuta quella mattina e la mostrò al medico*

Bene! Una nuova recluta! Devi dirigerti laggiù, nella tenda dell'alto comando. La vedi? E' quella con i drappi dorati. Sbrigati! In bocca al lupo figliolo, ci vediamo presto.

C-crepi, grazie

Spero di no, bastardo!

*Sohaku non perse tempo e si allontanò in fretta da quell'inferno, cercando quanto più possibile di togliersi dalla testa ogni immagine che lo ritraeva agonizzante e senza arti, abbandonato alle mani di quel dottore.*

Cazzo, cazzo, cazzo! Qui la gente muore sul serio! E io che ci sto a fare qui?
Cazzo!

Vai alla tenda e non pensare, vai alla tenda e non pensare.

*Arrivato nei pressi della tenda, venne ricevuto al suo interno insieme ad una ragazza. Era una kunoichi di Konoha, come si evinceva osservando il suo coprifronte, aveva un'aria decisamente scossa, il rossore intorno ai suoi freddi occhi bianchi dava l'impressione che avesse smesso di piangere da poco.*

A vederla dovrebbe essere una mia parigrado. Che sia qui per il mio stesso motivo?

*Erano entrati in quello che era a tutti gli effetti il punto di coordinamento di molte azioni in questa guerra, come dimostrava il tavolo ricoperto di carte d'ogni genere, il gruppo di uomini intenti a ragionarci sopra e il posacenere straripante del vecchio che fece cenno ai giovani d'avvicinarsi. Era un uomo che doveva averne viste anche troppe in vita sua, ma non per questo sembrava voler smettere di dare il suo contributo, nonostante sembrava compiere sforzi gravosi giorno dopo giorno.*

Siete stati chiamati per trovare quest'uomo: è un ricercato pericoloso e abbastanza sfuggente.

A quanto pare questa ragazza sarà la mia compagna in questa missione di caccia.

*L'uomo spiegò ai ragazzi tutti i dettagli della missione, specificando le caratteristiche dell'individuo da rintracciare e i suoi ultimi spostamenti.*

A voi rintracciarlo. Una Hyuga sicuramente sarà abile nel trovarlo e confido nelle vostre capacità e intelligenza.

Una Hyuga ha detto? Aspetta un momento... ne ho sentito parlare, ma non mi ricordo molto, so di certo che possiedono un'abilità innata, cazzo! Va bene, va bene, va bene, calmati. Sei in missione, cerca di essere collaborativo, DEVI essere collaborativo, non vorrai mica andare a trovare il dottore, giusto?

*Il vecchio uomo sembrava aver terminato il briefing e si sedette in silenzio a gustare una delle tante sigarette, squadrando la coppia.*

Il tempio di Watashi... non mi piace per niente.

*Sohaku si voltò verso la ragazza per poter discutere sul da farsi, parlando comunque con tono sostenuto, in modo che anche il vecchio potesse sentirlo.*

Dalle informazioni che ci hanno appena fornito, posso pensare che le nostre ricerche debbano partire dall'ultimo luogo in cui il nostro uomo è stato avvistato, ossia il Tempio di Watashi. Tu cosa ne pensi?

*Cercava conferme.*
 
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view post Posted on 22/9/2013, 15:54
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*L’emotività ch’ella tentava di nascondere esplose in un attimo, come un fiume in piena su quelle gote leggermente rosate. Uno sfogo di pianto come quello, dove tutte le sensazioni negative scivolano via insieme alle lacrime saline, non era esattamente ciò che avrebbe optato in altre circostanze ma, per quella volta, non fu capace di resistere al peso che gravava sulla sua coscienza. Le abbondanti lacrime le alleggerirono la mente, stordendola abbastanza da dimenticare, almeno in parte, l’effetto negativo delle sue tribolazioni mentali. In quegli interminabili istanti, si sentì debole.. una debolezza tutta femminile che, malgrado le apparenze e malgrado la forza d’animo che in più occasioni aveva dimostrato d’avere, teneva nascosta per sentirsi e apparire, in qualche modo, più forte di quello che in realtà era. Passarono alcuni minuti prima che la fanciulla si riprendesse. Quand’ebbe finito lo sfogo, o meglio.. quand’ebbe deciso di riprendere in mano le redini della situazione, prese a scostarsi dolcemente dall’amata madre, sciogliendo l’abbraccio in cui quest’ultima l’aveva custodita, e s’asciugò le guance col dorso della mano destra.*

Setsuna Hyuga: “..devo andare.

*Esordì all’improvviso, specchiandosi negli occhi della bellissima donna con una sicurezza ancora un po’ titubante ma che diveniva più salda man mano che anche il suo cuore accettava le conseguenze di quanto era avvenuto intorno a lei. Su questa base aveva deciso di continuare il suo cammino senza più lasciarsi sopraffare dalle emozioni.*

Setsuna Hyuga: “Sono stata convocata per una nuova missione. ..forse è l’occasione giusta per riscattarmi e rendervi fieri di me.

Kanae Hyuga: “Siamo già fieri di te, Setsuna.

*Intervenne la donna, spiazzando la primogenita.*

Kanae Hyuga: “Sono tua madre, conosco già il tuo valore.. e stai certa che anche tuo padre e tua sorella la pensano allo stesso modo. Sia io che tuo padre ti abbiamo amata dal primo giorno in cui sei entrata nelle nostre vite, e Akari-chan non fa altro che vantarsi della meravigliosa sorella che il cielo le ha voluto dare. Vorrei tanto farti desistere dall’andare, ma è tuo dovere di kunoichi rispondere all’appello dei superiori.. e so per certa che è tuo desiderio partecipare ancora una volta e dare il tuo contributo in questa strenua lotta. Non tenterò quindi di trattenerti.. solo.. fai molta attenzione! Cerca di riprenderti quella fiducia che le nuove circostanze ti hanno strappato con la forza.. e sii fiera della persona che sei.

*Continuò l’affascinante donna dai capelli cerulei, posando entrambe le mani sulle spalle della figlia per stringerla in una morsa tanto dolce quanto decisa. Nelle sue parole, la kunoichi lesse chiaramente il tentativo di infonderle coraggio e fiducia.. così come fu chiaramente palpabile quel moto d’orgoglio che le riempiva il cuore quando parlava della sua amata primogenita. L’indomabile Setsuna sorrise appena, facendosi sfuggire un’ultima lacrima da quegli occhi tanto restii. L’incoraggiamento della madre l’aveva rincuorata, e mentre l’osservava commossa la ringraziò in un sussurro. Infine, asciugò per l’ultima volta la gota inumidita e si voltò per avviarsi verso il meeting in cui avrebbe finalmente scoperto il suo ruolo nel nuovo incarico. Prima d’allontanarsi del tutto, la giovane si voltò verso sua madre e, con una tonalità un po’ più alta, le chiese un qualcosa che avrebbe dovuto chiederle fin da subito: Kinji. Le aveva fornito le caratteristiche salienti, nel dubbio che la madre conoscesse o si ricordasse di lui.. ma quando seppe che nemmeno sua madre l’aveva visto nei paraggi sospirò sfiduciata. Nonostante sapesse che la speranza di trovarlo facilmente fosse minima o addirittura inesistente, la kunoichi dagli occhi bianchi non riusciva a darsi per vinta. E’ la speranza a rendere più forti?*

Setsuna Hyuga: “Se dovessi vederlo, digli d’aspettarmi!

*Concluse la giovane, con un sorriso. Mentr’ella s’allontanava a grandi passi, sventolando la mano in un gesto di saluto, la bellissima donna al banchetto delle merci le risposte di stare tranquilla e la salutò di rimando, fiduciosa che la primogenita avrebbe sistemato ogni cosa nel suo cuore in tumulto.

Solo adesso s’accorgeva del grande via vai che v’era al campo, fra soldati, medici, feriti, negozianti, e signorotti provenienti tutti da paesi diversi. La confusione tendeva sempre a confonderla, ma aveva avuto modo d’abituarsi a una visione del genere. Un fresco venticello proveniente da est l’investì in pieno viso scompigliandole la lunga criniera del colore degli oceani più profondi e incontaminati, facendole correre un brivido lungo la schiena e le spalle semi nude. L’umidità impressa nel viso non l’aiutava di certo, ma il movimento sopperiva alla mancanza di calore sulla pelle. Con quel suo portamento, elegantemente fiero, simile a quello d’una persona tutta d’un pezzo, perfettamente in grado di compiere qualsivoglia dovere senza indietreggiare di fronte alle difficoltà, giunse alla tenda di comando, perfettamente riconoscibile per la sfarzosità delle rifiniture in oro su sfondo cremisi e per la presenza di quella coppia di guardie ai lati dei due lembi d’ingresso. Nonostante i suoi occhi fossero ancora lievemente arrossati per l’abbondante sfogo avuto pochi minuti prima, la kunoichi avanzò senza esitazione alcuna. Fermò il suo incedere all’ingresso, mostrando a una delle due sentinelle il rotolo di pergamena come prova del suo convoca mento e, quando questa le diete il premesso di libero accesso alla tenda, un lieve segno di riconoscenza da parte della Hyuga precedette il suo silenzioso ingresso. All’interno, l’ambiente risultava climaticamente più accogliente, ma ugualmente in fermento. Un uomo piuttosto basso, affetto da calvizie e non più nel fiore dell’età, controllava una quantità infinita di documenti e spartiva compiti, dispacci e ordini ai vari subordinati presenti nell’ampio spazio. La cera dei plichi spezzati insozzava il piano su cui erano riposti i documenti nuovi e vecchi di piccole scaglie. L’odore che si respirava era quello dell’inchiostro e della carta, che si sposava con quello più piacevole della cera che bruciava e colava dalle candele.. peccato che in mezzo a questi v’era anche un altro odore, più sgradevole, che presto o tardi la kunoichi avrebbe ricollegato al tabacco.
*

(..devo essere in anticipo.)

*Si ritrovò a pensare, mentre attendeva pazientemente d’essere ricevuta. Quand’ebbe terminato la sua generale ispezione visiva, la Hyuga s’accorse della nuova presenza all’interno della tenda ma non si volse a guardare chi fosse. Osservò il nuovo arrivato con la coda dell’occhio, riconoscendo nella giovinezza del ragazzo un parigrado e, notando il simbolo ch’era inciso sul suo copri fronte, indovinò la sua provenienza. Un kiriano. Nel momento in cui l’anziano ebbe terminato d’impartire gli ordini dovuti, invitò le matricole ad avvicinarsi e fu così che Setsuna capì che quel ragazzo avrebbe rappresentato il suo compagno di squadra per il compito che l’aspettava. Sotto esplicito ordine del vecchio comandante, i tre furono lasciati soli e solo quando fu certo che nessun altro fosse presente quest’ultimo cominciò a spiegare il motivo della loro convocazione, aspirando di tanto in tanto qualche boccata dalla sua pipa fumante: in poche parole, il loro compito era quello di rintracciare un traditore e recuperare i piani che questi aveva sottratto alle forze dell’alleanza. Mentre l’uomo elencava i dettagli, illustrava gli spostamenti della canaglia nella mappa davanti a se, soffermandosi nel discorso anche sui dettagli più minuziosi del suo tradimento. La Hyuga seguiva il discorso con interesse ed estrema attenzione, ma non poté fare a meno di stupirsi alle parole del suo superiore.*

(..chiamano due ninja praticamente inesperti per compiere un lavoro che nemmeno gli anbu sono riusciti a compiere. Come possono sperare nella nostra riuscita a fronte di un fallimento così clamoroso?!)

*Si chiese. Oltretutto, le parole <<portatelo, vivo o morto, e soprattutto recuperate quei piani>> pronunciate dall’uomo la turbarono interiormente. Uccidere qualcun altro non rientrava di certo nei suoi piani, ma la prospettiva dell’omicidio era più che plausibile. L’idea la nauseava, così come la nauseava il pungente odore del tabacco bruciato a cui le sue narici non erano abituate. Quando il capitano non ebbe nient’altro da dire, fu il giovane del Kirigakure No Sato ad intervenire, cercando delle conferme con delle domande a cui, Setsuna era certa, egli sapeva già dare risposta. A giudicare dal quel comportamento un po’ insicuro, il ragazzo non doveva avere molta esperienza sul campo.. ma non si sentì di giudicarlo, poiché non lo conosceva abbastanza e, seppure le sue supposizioni fossero state veritiere, tutti erano passati dalla prima esperienza e non tutti avevano reagito allo stesso modo. Dal canto suo, la giovane Setsuna, che non voleva perdersi in convenevoli, s’intromise nel discorso.*

Setsuna Hyuga: “Avete detto che avete perso le tracce del traditore nel paese della pioggia.. suppongo allora che abbiate degli agganci in quel Paese, considerando anche il dispaccio che avete mandato in quella direzione. Mi chiedevo se vi è qualcuno a cui possiamo fare riferimento per informazioni più dettagliate e, inoltre, se saprebbe indicarci qualcuno, qui al campo o altrove, che conosca abbastanza bene l’obiettivo. Conoscere il suo modus-operandi potrebbe aiutarci a stanarlo in meno tempo del previsto.

*Ragionò a voce alta, cercando dentro di se di formare un piano d’azione. Conoscere il suo nemico, poteva risultare un ottimo primo passo.*



EDIT: Ho corretto un ORRORE di grammatica.. evidentemente mentre scrivevo stavo pensando ad altro. XDD

Edited by ¬BloodyRose. - 23/9/2013, 15:49
 
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view post Posted on 25/9/2013, 13:45
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Un altra sigaretta accesa.

Credo che non abbiate afferrato il concetto: voi sarete oltre le linee nemiche! In una zona di guerra e dovrete passare oltre un esercito incredibilmente vasto e potente e seguire quel bastardo! Tutti gli uomini sono stati richiamati a difendere i confini - così come gli Anbu - e solo voi potete ritrovare quell'uomo e i piani. Dobbiamo centellinare le forze visto che il potere e gli eserciti di watashi sembrano non finire mai. Ma non possiamo permettere che qualcuno di umano prenda quei piani. Troppi nemici e troppe poche forze abbiamo.
Il paese della pioggia è una delle zone maggiormente devastate dovrete muovervi con cautela. Lo abbiamo avvistato che si stà dirigendo a Sud ma lo abbiamo perso - come ho già detto - nel paese della pioggia. Appoggi - purtroppo e per sfortuna - non ne avrete. Siete soli!
Su quest'ultime parole fu tetro il suo tono. Anche di sconfitta. Non voleva mandare dei genin in una missione così pericolosa ma le loro forze erano esigue. Watashi li stava fiaccando con tre anni e passa di guerre. Ed ora attaccava con tutto il suo potere.

Per il modus - operandi...beh...non sò dirvi. Per tre anni è stato un altra persona: travestimento, recitazione, nebbie e sotterfugi sono le sue abilità. Può essere chiunque e tutto. Gli anbu sono stati richiamati appunto per proteggere i confini dalla minaccia di watashi e del suo esercito. Sembra che quel Dio lo protegga! Che possa sprofondare nel più profondo degli inferni! Stronzo! Il pugno si serrò con rabbia e determinazione. Poi prese dal cassetto un foglio: l'identikit del loro nemico.

Questo è tutto ciò che posso fare per aiutarvi. Vi assegnerò una squadra ANBU, formata da vari paesi, per scortarvi fino ad un punto. Poi sarete soli. Completamente soli oltre le linee nemiche. A voi decidere come muovervi. Massima libertà...non scordatevi dell'obbiettivo!


//Null'altro. Il problema è che watashi si sta muovendo e impegna troppo le forze alleate. Approfittando di ciò il bastardo ha fatto perdere le sue tracce. Gli Anbu vi scorteranno oltre le linee nemiche. Decidete da voi dove farvi lasciare e in che punto: paese della pioggia; dell'erba, templio di watashi. Soppesate bene le informazioni ricevute. E decidetevi. Tenete conto di tutto; anche di come muovervi al di là delle linee alleate in pieno territorio nemico; di come avanzare ecc ecc. terrò conto di tutto sia per mettervi in difficoltà sia per darvi dei notevoli Bonus o malus a seconda di come vi muoviate.
*lancia le tastiere*//
 
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*L'apparente tranquillità della prima esposizione non poteva esprimere a pieno la tragica gravità degli eventi, come nel caso della seconda. L'irruenza dell'anziano superiore impresse indelebilmente nei loro cuori la disperata frustrazione d'un capo costretto a mandare a morte quasi assicurata shinobi inesperienti, ma nonostante la giovane kunoichi riuscisse prfettamente ad immedesimarsi nel ruolo ricoperto dal suo diretto superiore e comprendesse quali assurde sensazioni dovesse portare con se una simile decisione, non riusciva comunque a capacitarsi dell'impossibilità di una soluzione alternativa, più congeniale alla gravità degli eventi. Questa sua incapacità le suggeriva un rifiuto categorico, probabilmente dettato anche dal timore del fallimento che, quasi sempre, tentava di metterla in una posizione di fallo. Le parole dell'anziano l'avevano messa in una posizione scomoda, in cui anche la speranza più labile veniva inghiottita dall'oscura chiazza del vuoto. La possibilità di scoprire qualcosa in più di quello che già sapevano sul loro obiettivo avrebbe rappresentato per loro un vantaggio non indifferente ma, come da principio, gli shinobi si ritrovavano con un pugno di mosche in mano e l'unica consapevolezza, che certo terrorizzava entrambi, d'esser stati scelti per una missione suicida. Alla luce di quanto assimilato, la bellissima ragazza dai capelli cobalto volse il suo sguardo affaticato dalle lacrime in direzione del novizio al suo fianco. L'osservò per la durata d'un istante con immutabile tranquillità, non un secondo di più. Se l'avesse scorta, avrebbe sicuramente notato una stranezza piuttosto evidente: nonostante gli occhi ancora leggermente arrossati, chiaro sintomo d'un pianto abbondante, sembrava che quella stessa ragazza fosse stata privata d'ogni sorta d'emozione, positiva o negativa. L'intento della kunoichi non era certo quello di far sfoggio del suo autocontrollo, ma quello più plausibile di capire quale sorta di reazione potesse avere il suo compagno di squadra. Questo le avrebbero permesso di capire fino a che punto quel ragazzo si sarebbe spinto, quale fosse il suo limite. Le avrebbe permesso di comprendere, almeno in parte, chi aveva al suo fianco.*

(Buttarci fin da subito in mezzo alla mischia mi sembra una mossa azzardata, e falliremmo ancor prima d'aver cominciato. Abbiamo poche notizie riguardo quest'uomo.. un identikit, e la consapevolezza della sua bravura nel mentire, nel camuffarsi e nello sfruttare le situazioni più estreme a suo vantaggio. L'ultimo luogo d'avvistamento è stato questo tempio edificato in nome di quel maledetto.. possibilmente, se la fortuna ci assiste, troveremo delle tracce incontaminate che ci permetteranno di stanare il nostro obiettivo. Si.. credo sia la soluzione più ragionevole. Sono pessimista sulla nostra riuscita, ma se vogliamo coltivare almeno una minima speranza e lottare per la sopravvivenza dovremo giocare d'astuzia.)

*Notando che il silenzio che s'era impadronito delle labbra del compagno, probabilmente anch'egli intento a rimuginare sul da farsi, fu la kunoichi dagli occhi candidi a prendere parola per prima.*

Setsuna Hyuga: "Se il mio compagno è d'accordo, opterei di farci scortare nelle vicinanze del tempio. E' lì che i vostri inseguitori l'hanno avvistato l'ultima volta, dico bene? Credo ci convenga agire a partire da dove altri hanno fallito.. anche perché non è da escludere la possibilità di trovare tracce più nitide e notizie utili sui possibili piani di quella piaga di cui non voglio nemmeno pronunciare il nome."

*Espose il proprio ragionamento, enfatizzando non poco il disprezzo per colui il quale le aveva fatto non solo passare dei brutti momenti fra la vita e la morte, ma l'aveva anche privata dell'opportunità di salvare la persona forse più importante della sua vita. Il suo atteggiamento, il suo modo di porsi al problema che aveva schiacciato tutto il mondo, non rappresentava un futile moto di vendetta per le opportunità perse.. non sapeva infatti se il suo Uchiha fosse morto nell'intento di salvarla e quell'ignoranza alimentava la speranza di rivederlo all'orizzonte, quando meno se l'aspettava, col suo bel sorriso ad illuminargli lo sguardo. L'obiettivo del suo impegno era di duplice validità: da un lato v'era la rivalsa personale, la dimostrazione pratica d'essere una kunoichi degna di elogio e rispetto; dall'altro v'era il desiderio di porre fine alla guerra, di far cessare la sofferenza di migliaia di persone.. sofferenza che lei stessa aveva provato sulla propria pelle. Dunque, iniziare quel viaggio impossibile dall'unico luogo dove quasi certamente l'accolito del signore oscuro era passato le sembrava la mossa più sensata, alla luce anche delle informazioni spicciole in suo possesso. Presa dunque la decisione, attese in silenzio il responso del superiore, sperando altresì che la voce del suo compagno intervenisse a riguardo per capire meglio il suo punto di vista, in modo da iniziare il lungo percorso della conoscenza personale e capire fino a che punto quest'ultimo potesse essere meritevole della sua fiducia. Dover tenere conto d'un importante compito, della propria vita e di quella di un'altra persona non la rendeva per nulla tranquilla. Era una grossa responsabilità, troppo grossa per una genin.*



// Oramai chiedere scusa mi ha stufata, quindi eviterò di ripetermi nuovamente. Malauguratamente, temo che molti dei problemi che mi hanno tenuta lontana dal concentrarmi siano di lungo corso.. ma tenerò con tutta me stessa di non farvi aspettare più tutto questo tempo. Se dovesse accadere nuovamente, sapete il perché.
Cambiando discorso, non sono andata oltre la decisione di Setsuna volutamente. Non volevo essere autoconclusiva e volevo dare modo al mio compagno d'intervenire, per una questione non solo di piacevole role ma anche di realismo. Se c'è qualcosa che non va, MP. Cercherò di sistemare. //
 
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view post Posted on 8/10/2013, 16:20




*Il vecchio aveva parlato, aveva detto chiaramente come stavano le cose, confermando le paure di Sohaku, e cioè che i due genin erano stati selezionati senza alcun criterio specifico per una missione ad alto rischio, che li avrebbe portati ad agire nel territorio nemico.*

E' come pensavo, ci hanno affibiato questo compito solo perchè non potevano fare altrimenti, ci stanno mandando a morire!

*Di nuovo, la paura si impadronì della mente del giovane occhialuto, di nuovo, le sue convinzioni vacillavano.*

Sono pronto a rischiare la mia vita? Sono pronto a morire?

*Iniziò a sudare a freddo, bramava aria come nessun altro e per un momento indietreggiò. Un minuscolo passo indietro, un piccolo passo che lo allontanava dal pericolo e lo avvicinava alle nebbie sicure di Kiri.*

Carne da macello.

*Con espressione sconvolta si voltò di nuovo verso la kunoichi come per chiederle aiuto, e solo in quel momento notò un particolare che prima gli era sfuggito, un particolare che si sarebbe insinuato dentro di lui e che forse gli avrebbe permesso di convivere più serenamente con la sua condizione di "sfigato": la sua compagna aveva in volto tutti i postumi di un pianto recente. A quanto pareva, anche i ninja che Sohaku considerava dei mostri invincibili potevano essere feriti, anche loro avevano dubbi e insicurezze come ogni altro essere umano di questo mondo.
Sohaku rimase di stucco ad osservare quegli occhi gelidi e terribili, addolciti da un rossore che evocava il sapore agrodolce della normalità.*

Non capisco... cosa significa tutto questo? Come può piangere? Come può mostrarsi debole? Perché? Dovrei essere io a piangere e strepitare, sono io a rischiare la vita qui!

*Era evidente che il turbinare nella sua testa aveva intrapreso una strada diametralmente opposta rispetto a quella che richiedeva la missione, dato che laddove era necessario uno spirito di squadra, egli era invece concentrato solamente su sé stesso, ed é interessante notare come le sue paranoie non avessero nulla a che fare con la reale disposizione dei fatti, essendo, appunto, frutto di una scomoda condizione che Sohaku cercava disperatamente di superare, o quantomeno di placare.
La ragazza parlò e il suo piano coincideva con le prime, farfugliate parole del ninja più inesperto del campo base. La loro destinazione era quindi il tempio di Watashi, l'ultimo luogo in cui il loro obiettivo era stato avvistato e dove credevano sarebbe stato più facile seguire eventuali tracce.
Sohaku la osservò, rapito dalla discordanza tra l'aspetto e le parole di una kunoichi che sul volto aveva i segni della debolezza, mentre le sue labbra esponevano un piano seppur basilare con estrema freddezza, testimonianza di un autocontrollo invidiabile, da cui Sohaku doveva imparare a trarre esempio.
Fu in quel momento che Sohaku si accorse di essere di fronte ad un bivio. A dir la verità, la prima cosa che gli balenò in testa fu di scappare lontano, e se l'avesse fatto non sarebbe tornato a Kiri, non come un codardo. Ma le ultime parole del padre riecheggiarono nel suo cervello e spazzarono via la vile intenzione. Avrebbe onorato la sua coscienza.
Accantonata l'opzione fuga, gli rimanevano solo altre due strade possibili: da una parte avrebbe potuto continuare a piangersi addosso, adducendo ad attenuante il fatto che se anche un ninja privilegiato poteva permettersi quel lusso, allora non poteva esistere una sola ragione valida in tutto il mondo che gli avrebbe impedito di fare lo stesso, dopotutto, lui era solo un povero ragazzino vittima del fato. Dall'altra parte poteva smettere di comportarsi da egoista, accettarsi per quelli che era e convincersi che la paura non doveva appartenere ai ninja che, come lui, dovevano faticare doppiamente per sopravvivere.
In ogni caso, quello non era il momento più adatto per decidere, per cui Sohaku si liberò la coscienza dalla responsabilità di decidere del suo stesso destino, e per il momento si limitò ad assecondare lo svolgersi degli eventi.*


Sono d'accordo con questa kunoichi, signore, inizieremo la nostra caccia dal tempio di Watashi. Il nostro obiettivo é scaltro, sa confondersi e confondere e senz'altro non é così stupido da lasciare troppe tracce del suo passaggio, ma se abbiamo qualche possibilità di trovare qualcosa, queste saranno maggiori se concentreremo i nostri sforzi nel luogo in cui la sua presenza é più vivida.


*Le ansie, i dubbi, e tutto quello che poteva nuocere alla sua psiche non scomparve del tutto, ma rimase in sospeso, come congelato, pronto ad esplodere di nuovo o a restare lì, dove un piccolo ninja incapace di affrontare le sue paure l'aveva riposto.*


//GdrOff//

Ce l'ho fatta! Ammetto di essere stato un pò indaffarato anche io nelle ultime settimane... Ho cambiato i font del pensato e del parlato, è evidente, per cui non ho messo la legenda di nuovo. Se è necessario ditemelo!

//GdrOn//

 
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view post Posted on 12/10/2013, 13:26
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Il luogo dove tutto era iniziato si stagliava lontano coperto da un oscura foschia nera e il cielo brillava di viola e nero. Gli ANBU li avevano scortati fino a quella zona ma ora anche loro avevano esaurito la loro parte.

Qui ci lasciamo ragazzi. Ora è tutto nelle vostre mani. Addio!

Gente sbrigativa gli ANBU ma era così e così doveva andare: loro erano lì per una missione e l'avevano portata a termine ora iniziava quella dei due giovani ragazzi. A loro portare a termine la missione e trovare un modo. Il tempio era lontano qualche decina di chilometri ma la foschia, la nebbia, i lampi viola che ivi si abbattevano rendevano manifesta la sua presenza agli occhi dei due. I perchè dietro quel gesto, le ansie e le paure - come anche i motivi che spingevano quell'uomo lì - toccava a loro scoprirli.
certo la vegetazione non offriva riparo: era una landa morta e desolata, con esalazioni di gas velenoso e rocce aguzze e taglienti come rasoi. Una piana di morte e devastazione dove tutto era pericolo; dove tutto era un emanazione di watashi. Le strade e i sentieri per arrivarci erano innumerevoli ma ora anche la pioggia cadeva fitta ed era nera...nera e fangosa e non avrebbe favorito la scalata di quella landa deserta frastagliata da montagne aguzze, acquitrini paludosi, esalazioni venefiche e squassata da violenti terremoti.
 
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view post Posted on 17/10/2013, 01:45




*Partì. Nonostante tutto, partì, lasciandosi trasportare dal fluire del mondo intorno, totalmente incurante delle conseguenze delle proprie azioni e di quelle altrui, era come un topo incastrato in un angolo. Ridicolo, ma non poteva fare altro che affrontare il gatto.
Uscito dalla tenda dopo la sua compagna, aspettó che gli ANBU arrivassero per scortarli al Tempio di Watashi, nel Paese della Cascate. Nell'attesa non emise verbo ed osservò il campo base in preda alla totale atarassia, refrattario a qualunque sensazione, positiva o negativa, tanto che anche la memoria non tenne troppo conto di ciò che era altro da lui.
Di fatto, era come se il suo cervello e i suoi sensi si fossero spenti e mantenne questo stato per buona parte del viaggio. Una volta abbandonato il campo base, tutto iniziò a scorrere, e le persone, le parole, i paesaggi, si susseguirono senza soluzione di continuità in un carosello di luci, colori e suoni confusi. Nel suo stato di semi incoscienza Sohaku non viveva, veniva vissuto.
In mezzo a quell'amalgama, alcune parole dei ninja mascherati richiamarono l'attenzione dell'occhialuto genin.*


- Siamo appena entrati nel territorio del nemico, la meta non é lontana. Dobbiamo stare particolarmente all'erta e muoviamoci con discrezione, soprattutto voi due, chiaro?

*Era giunto il momento, ora erano ufficialmente degli infiltrati per conto dell'alleanza ninja.
Lentamente, le forme tornarono al loro posto, i colori si separarono dai suoni e ciò che era sopito tornò in attività, permettendo a Sohaku di iniziare a ricostruire le parti mancanti, proprio come quando ci si sveglia da un sogno particolarmente vivido, senza però riuscire a ricordarne i dettagli.*

Ma che... sto impazzendo. Ma che vita di merda che ho scelto.

*Confuso e disorientato, Sohaku capì tuttavia che era in viaggio con lo stesso gruppo di ninja con i quali aveva abbandonato il campo base, e dato che era rimasto indietro, accelerò il passo fino a raggiungere a fatica la kunoichi dai capelli color cobalto. Immaginando che finora non poteva aver fatto una buona impressione, pensò che presentarsi alla sua compagna potesse essere una buona idea.*

- Ehm... Comunque... io mi chiamo Sohaku Yokoyomi. Scusami se sono silenzioso, ho un vero casino in testa, ma ora non voglio parlarne.

*Sorrise imbarazzato e dopo un paio di colpi di tosse ad effetto, riprese a parlare.*

- Posso sapere il tuo nome? Al campo base ho sentito che fai parte di un clan, gli Hyuga di Konoha, mi pare... hai un'abilità innata, vero? Maledetta stronza Di cosa si tratta?

*Sohaku era un maestro nella sottile arte del buon viso a cattivo gioco, e questo era un ottimo momento per praticarla.
Il gruppo continuò ad avanzare ed avanzare, fino a quando l'ambiente circostante cambiò radicalmente, andando a perdere le caratteristiche che permettevano la tranquilla esistenza della razza umana.*


- Accidenti...

*Gli ANBU in testa al gruppo rallentarono e così tutti gli altri a seguire. Quello che si parava dinanzi ai ninja era uno spettacolo terribile ed entusiasmante allo stesso tempo: una landa folgorata, un deserto dove ora le esalazioni miasmatiche avvelenavano la terra dei grandi corsi d'acqua portatori di vita, e facevano da ammonimento per chiunque tentasse di avvicinarsi al Tempio, mentre esaltavano la natura stessa del Divoratore.
E, no, le dense nebbie che circondavano quel nulla immerso nel viola profondo non tranquillizzarono affatto Sohaku.
Gli ANBU avevano compiuto il loro dovere, e senza perdersi troppo in convenevoli, percorsero la strada all'inverso.*

Ma che facce da cazzo! Se ne vanno così? Tanto siamo noi gli infiltrati, a voi che vi frega, eh? Va bene, ve bene, va bene, va bene, ora meglio pensare a cose più importanti.

- Allora... non ho la più pallida idea di cosa possiamo fare. Che cosa si aspettano che facciamo? Andiamo avanti verso il nulla? Ci mettiamo a seguire le tracce di quel tizio basandoci su, su cosa, l'olfatto? Siamo dei cani?

*Stavolta non sarebbe crollato, e anzi, si stupì della propria freddezza*

- Io, io sto cercando di mantenere un certo controllo, come vedi.

*Pausa. Stava pensando, stava cercando di pensare.

- Allora, credo che la migliore cosa da fare ora, è cercare di avanzare cautamente verso il punto stabilito. Dopotutto il nostro obiettivo é sparito nei pressi del Tempio. Andiamo?

Spero che questa qua abbia delle buone doti da stratega, altrimenti sono fottuto.

 
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view post Posted on 19/10/2013, 15:40
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*Lo scambio avuto fra i due giovani shinobi e il loro diretto superiore fu breve: all’unanimità i ragazzi avevano deciso che sarebbe stato il caso di raggiungere il famigerato Tempio di Watashi, luogo ultimo dell’avvistamento del loro sfuggevole obiettivo. Stabilito il luogo, toccava agli Anbu scortarli. Dunque furono rapidamente congedati dall’anziano comandante, in modo ch’egli potesse velocemente tornare ai suoi affari, e furono costretti ad aspettare le loro “guide turistiche” fuori dalla tenda. Spirava ancora un po’ di vento e la differenza di temperatura si faceva sentire con più prepotenza sulle braccia e sul viso, cosa che costrinse la Hyuga ad intrecciare le braccia e sfregare delicatamente le mani calde sulle spalle nude per portarsi un po’ di calore. Quella stasi di certo non l’aiutava col freddo. Immersa nei suoi pensieri, non proferì parola.. ma d’altronde nemmeno il suo giovane compagno lo fece. Ognuno di loro aveva le proprie riflessioni e le proprie preoccupazioni: se da un lato v’era la paura del primo ingaggio e d’una morte quasi certa, dall’altro v’era l’irrimediabile peso delle responsabilità passate e future. Nel suo ragionamento, Setsuna non riusciva a stare calma. Non poteva fare a meno di fare avanti e indietro, intervallando piccole soste di qualche secondo prima di fare dietrofront.
Non passò molto tempo prima che gli Anbu si facessero vivi. Non vi furono presentazioni, poiché il viaggio era lungo e i convenevoli superflui a causa del fatto che il tempo a disposizione dei due genin stringeva. Il traditore doveva essere raggiunto il prima possibile e i piani recuperati prima che questi avesse il tempo di divulgarli fra le file nemiche. Se ciò fosse avvenuto, la riorganizzazione delle forze a disposizione di Watashi sarebbe stata immediata e questo avrebbe significato la disfatta dell’alleanza, a corto di uomini e senz’altro più lenta nella riorganizzazione. Durante il tragitto, intervallato da soste di brevissima durata, furono gli Anbu a profanare il silenzio con parole sbrigative e pressoché tutte di raccomandazione. La Hyuga senz’altro ascoltava i consigli dei più esperti, ma senza fiatare, poiché la sua mente era dedita a mettere insieme un piano d’azione preventivo, che puntualmente scartava a causa delle innumerevoli variabili che le si presentavano innanzi. Ad un certo punto del viaggio, quando oramai la meta sembrava essere prossima, il kiriano s’arrischiò a iniziare una conversazione con la sua nuova compagna di squadra. Dichiarò il suo nome, trovando scuse più che plausibili per non averlo fatto prima, e chiese nell’imbarazzo dell’innata della fanciulla Hyuga. A Setsuna non importava il motivo del suo ritardo, così come non le importava ricevere delle cortesie da parte di uno sconosciuto di cui avrebbe dovuto soltanto fidarsi ciecamente, ma non essendo malvagia e credendo in un alleggerimento del clima marziale venutosi a creare fra loro compagni, decise d’assecondarlo.
*

Setsuna Hyuga: “Non devi scusarti, non abbiamo avuto molte occasioni per presentarci. Mi chiamo Setsuna.. e a giudicare dalla tua curiosità sugli Hyuga, conosci già a quale famiglia appartengo.

*Gli rispose con garbo, senza rispondere però alla domanda riguardante i suoi occhi. Non che avesse qualcosa da nascondere, ma era stata comunque messa in guardia sin da bambina dal divulgare informazioni e comunque il giovane avrebbe avuto modo di vederla in azione, quindi non v’era motivo di fornire dettagli che avrebbe comunque scoperto da li a poco. La conversazione cessò lì, poiché gli Anbu esordirono con una nuova raccomandazione e sparirono nel nulla nel giro di poco, lasciando i due genin soli in una landa desolata e squassata dalle violenti calamità. Mentre il giovane al suo fianco lamentava a voce alta l’atteggiamento degli Anbu e cercava di ragionare sul da farsi, Setsuna osservava la valle con un’espressione grave in volto. Il cielo sopra di loro tendeva al nero, e a renderlo ancora più soprannaturale erano i lampi dalle sfumature violacee che, di tanto in tanto, ne illuminavano una porzione. Una pioggia battente, appiccicosa come fango, cadeva sulle loro teste insozzandoli e una leggera foschia scura rendeva più difficile la vista. Annusare l’aria fu per lei fonte di ricordi spiacevoli, poiché ricordava bene la pesantezza del gas di cui aveva a sue spese sviluppato gli anticorpi.*

(Ci risiamo. Voglio sperare che non pulluli di creature deformi, anche se a giudicare dal luogo potrebbero esserci più che semplici mostruosità ad attenderci..)

Setsuna Hyuga: “Sohaku, rallenta il respiro e cerca di trattenere quanta più aria possibile man mano che ci avvicineremo alla meta. L’aria è pregna d’un gas molto particolare, che potrebbe atrofizzare i tuoi muscoli e che è capace di farti il lavaggio del cervello in men che non si dica. Occhi aperti.

*Esordì, attivando istantaneamente il Byakugan per permettere alla sua vista di penetrare lo strato di foschia che certamente occhio normale avrebbe fatto fatica a penetrare. Quindi, facendo cenno al compagno, guardandolo per un solo attimo, sufficiente a far notare l’improvviso cambiamento del suo sguardo, cominciò ad avanzare cautamente partendo in testa al gruppo. Certamente era indiscusso che lei, per questa spedizione, sarebbe stata la leader.*



// Se devo fare i calcoli per il byakugan, dimmelo che al prossimo mantengo e sottraggo anche la STM di quest’attivazione. Anche se non specificato a dovere, Setsuna guarda non solo per vedere dove mettere i piedi e avvicinarsi al tempio, ma anche per vedere se c’è qualche movimento sospetto o qualche traccia. //
 
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view post Posted on 23/10/2013, 12:55
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Il viaggio proseguì non senza qualche difficoltà: frotte di progenie ad ogni dove, cambi continui di direzione, alle volte il tempio si avvicinava alle volte si allontanava ma le strade impervie di quella landa desolata erano poco battute e trovare la strada giusta era un impresa. Comunque per fortuna che vi era la Hyuga anche se neanche lei poteva sapere che il vero pericolo non era dato dalla progenie ma da quei gas: penetravano sotto pelle squassando dall'interno le viscere e già vi erano i primi segnali: si sentivano stranamente e insospettabilmente accaldati e sudavano freddo. Avevano attimi brevi di giramenti di testa e di nausee. Ma non potevano pensare che fossero proprio quei gas...perchè se così fosse...continuarono.

Tracce labili; pochi segni di vita ma il tempio era lì. A qualche decina di chilometri e il loro misterioso e inquietante obbiettivo vi era passato attraverso. Un bivacco. legna ormai fredda e la cenere era stata portata via da un vento freddo che ora frastagliava la pelle e il viso dei due. La temperatura calò d'un tratto e un freddo innaturale giunse. Ma il loro obbiettivo era passato da lì ma come e perchè? ma il bivacco era un chiaro segnale e il freddo un avvisaglia di quello che watashi e quella zona potevano fare.



//Ruolate la cosa del veleno come più vi aggrada. Però non potete sapere che si tratta del gas e dell'aria tossica - si perchè anche se sembra innocua è tossica - per cui a voi ruolare questa cosa. Il bivacco trovate intorno ancora delle orme per chi ha fiuto, piazzare trappole, conoscenze su metodi furtivi e d'occultamento in esplorazione ed osservazione, geografia e orientamento potrà tranquillamente seguirle. a quel punto aspettate me; se non avete nulla di tutto ciò trovate il bivacco e segni sicuri del suo passaggio ma dove si è diretto e perchè non lo potete capire. Se simona sfrutta il byakugan per guardare la zona vedrà che vi è una scala di roccia che si inerpica su un monte girando attorno al tempio alle sue spalle. Più o meno se il tempio si trova a 15 Km questa si trova a 5. Sentitevi liberi di fare come più volete. Potete interagire fermarvi ecc Insomma massima libertà come sempre. Il sole stà calando indicativamente sono le 4 di pomeriggio.
A voi//
 
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Zero C°
view post Posted on 30/10/2013, 21:29




*Giunti a destinazione, si misero subito al lavoro. Camminarono in lungo e in largo nella landa folgorata alla ricerca di qualcosa, di un segnale, di una traccia che potesse ricondurli il più in fretta possibile al loro obiettivo.*

Ci mancavano solo le esalazioni del cazzo! Meglio darle retta e rallentare il respiro...

*Ma il terreno impervio e il clima alterato dall'aura mefitica del dio non aiutavano di certo, rendendo anzi il tutto più faticoso e vanificando gli avvertimenti di Setsuna riguardo ai gas della zona, dato che in qualche modo dovevano pur respirare.
Si spostavano lentamente, soppesando i passi. Quel luogo brulicava di quella Progenie, esseri abominevoli e deformi, emanazione diretta di Watashi. Sohaku ne aveva sentito parlare, ma in verità é più corretto dire che non si parlava d'altro nei villaggi, e ovviamente non ne era affascinato. Non si era mai posto il problema di trovarsi faccia a faccia con quelle creature, dentro di sé era profondamente convinto che non sarebbe toccato a lui occuparsi di quelle cose e che l'intera faccenda riguardante Watashi sarebbe stata risolta, senza il suo aiuto, dagli adulti. Il destino gli aveva ampiamente dimostrato che si stava sbagliando ma se per questo lo malediceva, in quel momento lo ringraziava, perché la vista imperfetta che gli era stata donata gli impediva di distinguere nettamente le creature oscene che si muovevano in lontananza.
Setsuna invece ci vedeva benissimo. Stava facendo uso della sua abilità innata per sondare l'area e cercare qualcosa di riconducibile al traditore. Sohaku la osservava, il suo stato d'animo oscillava tra lo stupore che l'algida bellezza dello sguardo gelido di Konoha gli suscitava, e il timore reverenziale e l'inquietudine provocati dal cambiamento nel volto della kunoichi. Questa non aveva risposto alla domanda di Sohaku riguardo alla sua innata, eppure non si era dimostrata riluttante nel farne uso, tutt'altro, si era invece voltata verso l'occhialuto genin per mostrargli il suo potere. Lui, dal canto suo, non conosceva ancora le capacità della sua compagna, ma quella piccola dimostrazione fu sufficiente per fargli capire che si trovavano su due piani deversi, ancora. Cupo, continuò a cercare, con l'immagine di quegli occhi mostruosi bene impressa nella mente. La rabbia saliva, l'invidia lo permeava, anche se non era troppo scosso, non era sereno, certo, ma non sarebbe piombato in una delle sue solite crisi. Esistevano ninja naturalmente predisposti al combattimento e che per forza di cose erano migliori di lui, se ne stava facendo una ragione, per cui rimase molto sorpreso quando sentì il proprio corpo reagire come in preda ad un attacco di panico.
Battito accelerato, mancanza d'aria, sbalzi di temperatura e sudori freddi, tutte cose che già conosceva bene.*


Cazzo, ci risiamo... Cazzo! Non capisco...Non posso chiedere aiuto a quella là, sarebbe una debolezza che non posso permetteri, ma devo fermarmi... un attimo solo... Cazzo...



*Dovette sedersi a terra, con la schiena appoggiata ad una roccia. Chiuse gli occhi, rallentò il respiro. Si sentiva spossato, aveva caldo e poi freddo, la necessità d'aria era divenuta predominante rispetto al compimento della missione. Dopo alcuni minuti di pausa, non vi furono miglioramenti. Sohaku iniziò a sospettare che il malessere non dipendesse da un suo stato d'animo e che probabilmente l'influenza dannosa della zona iniziasse a farsi sentire. A questo punto avrebbe voluto tornare dalla kunoichi, sia per sincerarsi delle sue condizioni, sia per ricevere aiuto, o quantomeno un pò di conforto. Lentamente, si alzò e sollevò da terra i macigni che aveva al posto dei piedi. Nell'avvicinarsi, in lontananza, tra le nebbie e i fumi, qualcosa colse l'attenzione di Sohaku, che quasi incredulo, si strofinò gli occhi e gli occhiali, come a voler scongiurare il fatto che potesse trattarsi di un'allucinazione.
Si avvicinò. Un bivacco.*

Ma che..! Devo avvertire Setuna!

*Non poteva certo chiamarla a voce piena, le forze non glielo permettevano, e poi avrebbe attirato l'attenzione di tutti gli esseri immondi nelle vicinanze e non solo.
Che fare? Idea. Compose i sigilli, impastò il chakra e cadde a terra.
L'idea poteva non essere malvagia, avrebbe voluto usare una ninjutsu acquatica per segnalare la sua presenza, indirizzandola verso l'alto, ma impastare il chakra in quelle condizioni era deleterio. Non svenne, e se qualcuno gli fosse stato abbastanza vicino, avrebbe potuto distinguere il farfugliare confuso che sembrava emettere.*


S-Setsuna-senpai...
 
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view post Posted on 31/10/2013, 19:35
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*Il macabro paesaggio, proiettato dinnanzi all’incredulità di quelle giovani anime smarrite, pareva, per quanto possibile, incupirsi maggiormente di minuto in minuto. Sicuramente nessun uomo, per quanto curioso o coraggioso, si sarebbe mai arrischiato ad esplorare quella terra marcia e ricca d’insidie. Loro ne erano costretti. L’enorme peso del dovere gravava sulle loro spalle, così come le speranze di molte persone. L’irrazionale e cieco terrore che chiunque avrebbe provato in circostanze simili non riusciva, suo malgrado, ad arrestare il loro continuo incedere, ch’era trascinato da una volontà di ferro e reso fiero dalla loro tempra. Agitata come mai prima d’allora, la giovane dai lunghi capelli cobalto volgeva il suo misterioso sguardo, penetrante e in qualche modo minaccioso per via dei capillari rigonfi sulle tempie, verso ogni singolo dettaglio, pur insignificante che fosse. Solo di tanto in tanto questo si faceva lungimirante, raggiungendo quell’imponente struttura completamente votata al male che, per quanto potevano saperne, poteva essere il centro operativo del nemico. Non riusciva a pensare, talmente tanti erano i pensieri e le preoccupazioni che si sovrapponevano nella sua mente. Mentre continuava ad inerpicarsi con cautela fra le rocce scoscese di quella landa martoriata dai violenti movimenti sismici, con al seguito il più giovane compagno di squadra che, come lei, certamente provava delle emozioni contrastanti e fastidiose, s’accorse d’un improvviso quanto strano calore che pareva salirle fin sulle gote per poi tramutarsi in un sudore freddo e pungente. Se ne stupì. Un fisico atletico come il suo, abituato a fatiche ben maggiori di quelle che stava compiendo, non poteva certo mostrare cenni di cedimento così facilmente. Nonostante tutto, proseguì imperterrita. In silenzio. Col dorso della mano destra asciugò frettolosamente la fronte imperlata dalle improvvise e fastidiosissime caldane, che non facevano altro che rallentarla mentalmente facendole provare la gelida morsa dei brividi di freddo. Il clima, dopotutto, non era affatto invitante e nonostante il movimento, che avrebbe dovuto farle sopportare meglio la mancanza di calore, la bassa temperatura che aleggiava penetrava sino alle ossa. La pioggia battente non era certo d’aiuto. In quello stato, non solo ostruiva la visuale ma, a contatto con la pelle nuda e accaldata della giovane kunoichi, non faceva altro che intensificare i tremori febbrili.*

(L’ansia mi sta giocando brutti scherzi.. devo calmarmi e riprendere il controllo, e alla svelta! Se mostro anche il minimo segno di cedimento fisico o emotivo non sarò in grado di guidare la squadra. Sono io quella con più esperienza.. devo proteggere Sohaku come meglio posso..)

*Si ritrovò a pensare, attribuendo erroneamente i sintomi dell’aria nociva all’approccio negativo legato all’imminente prestazione. La precedente esperienza avrebbe forse dovuto suggerirle qualcosa in più, ma gli effetti ch’ella stava provando sulla pelle erano diametralmente differenti da quelli già sperimentati in precedenza, dunque la sua mente, pur non scartando in maniera definitiva l’ipotesi, l’accantonò per una possibilmente ritenuta più plausibile. Lungo l’infinita scalata, i suoi singolari occhi avevano incontrato un bivacco apparentemente abbandonato e, a non troppi chilometri di distanza, il basamento d’una lunga scalinata intagliata nella roccia che, solcando le montagne, avviluppava l’antico tempio come le spire d’una serpe. Dal canto suo, Sohaku, che aveva notato l’accampamento quando ne furono più prossimi, attirò l’attenzione della compagna con un segnale elegante e del tutto singolare. Sfruttando le sue qualità, aveva infatti composto dei jutsu e sfruttato una ninjutsu d’acqua per comunicarle quello che voleva senza il pericolo d’esser udito dalle creature oscure che sole popolavano quelle terre. Seppur non lo dimostrò, la Hyuga ne rimase affascinata e, recepito il messaggio, gli fece un cenno d’assenso col capo e s’avvicinò circospetta all’accampamento, sondando il terreno e ispezionando con l’utilizzo della sola vista la tenda scomposta e con i lembi semi aperti nell’intento di verificare la presenza di qualcuno. Dall’attenta osservazione dell’area apparentemente abbandonata, qualità questa in cui la giovane eccelleva, Setsuna non poté non notare delle strane orme sul terriccio fangoso, logorate un po’ dal maltempo. Cautamente, fece qualche passo per controllare da vicino.*

(Appartengono a un uomo, quindi forse il nostro obiettivo è passato da qui. Qualcosa però non mi quadra.. era braccato dagli Anbu, dopotutto.. com’è possibile che abbia avuto il tempo d’accamparsi, sapendo che unità specializzate nell’inseguimento gli stavano alle calcagna? ..mi sembra strano, molto strano.. a meno che questi non sia riuscito a distanziare gli Anbu di giorni, ma anche in quel caso che senso avrebbe prendersela comoda quando fra le mani hai le chiavi per la vittoria della tua fazione? ..non vorrei avesse già compiuto il suo compito, passato da qui.. sarebbe una vera catastrofe..)

*Indecisa sul da farsi e immersa nella ricostruzione logica delle possibili movenze del suo nemico, la giovane dai capelli cobalto mosse qualche passo verso il compagno e, una volta accorciate le distanze, gli sussurrò le sue perplessità, prima di tornare ad esaminare le tracce sparse e tentare, attraverso di esse, di ricostruire gli spostamenti dell’uomo.*

Setsuna Hyuga: “Non so se le hai notate anche tu, ma ci sono tracce del passaggio d’un uomo sul terreno qui intorno. Forse appartengono a colui che stiamo cercando, ma non canterei vittoria così in fretta. Inoltre, a qualche chilometro di distanza verso ovest, c’è una lunga scalinata scavata nella pietra, che costeggiando il fianco della montagna va virando verso il tempio, passandogli alle spalle.. ma non voglio portarsi sin lassù senza una degna motivazione. Non è il momento di giocare a fare gli eroi, non voglio metterti in pericolo. Cercherò di capire in che direzione vanno queste tracce, intanto.. sperando che non ci invitino nelle fauci del demonio. Se riesci a trovare qualcosa di interessante qui intorno, fammelo sapere.

*Quella voce giovane e dolcemente cristallina, sussurrata all’orecchio del ragazzo come le parole d’un amante, esprimevano sia il tormento che l’assoluta bontà della fanciulla che Sohaku aveva al suo fianco. Era prudente, intelligente.. ma sembrava quasi che facesse tutto soltanto per “tenerlo al sicuro” e per “compiere il suo dovere”. Non pensava a se stessa?! Questo il giovane non poteva saperlo.*



// Spero di non aver scritto castronerie sull’ubicazione della scala (sono andata a sentimento, dato che non era specificato) e sul fatto che ho lasciato che Setsuna vedesse la scala guardandosi attorno, ma decide di dare priorità alla tracce che vede sul terreno (ho la conoscenza nell’osservazione). //
 
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25 replies since 10/9/2013, 11:46   471 views
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