Stanza di Setsuna Hyuga

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view post Posted on 16/1/2011, 12:17     +1   -1
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Stanza di Setsuna Hyuga.
 
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view post Posted on 6/9/2013, 20:03     +1   -1
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*Quei misteriosi occhi bianco neve s'aprirono al mondo soltanto una decina di giorni dopo l'accaduto. Infastidita dalla luce del sole che filtrava dalla finestra alla destra della lettiga dov'era stata addormentata per buona parte della convalescenza, dovette portare la destra davanti al pallido viso dal colore porcellanato per far ombra sugli occhi disabituati. Era appena sveglia, e la vista sfocata non faceva che ampliare quel senso di confusione che provava. Dov'era? Com'era arrivata lì? Chi ce l'aveva portata? Una miriade di domande che, presto o tardi, avrebbero trovato risposta. Con un po' di fatica si mise a sedere sul letto e strinse i denti quando l'ago della flebo le pizzicò più in profondità il braccio sinistro, rivelando la sua presenza.*

(..una ..stanza d'ospedale?)

*Disorientata dall'improvviso cambio di locazione, la giovane dai capelli blu cobalto non poté fare a meno di guardarsi attorno. La stanza che l'ospitava era piuttosto scarna, ma qualcuno aveva provveduto a renderla più accogliente con piccoli accorgimenti, come il vaso brulicante di fiori freschi posto sul mobiletto rialzato alla sinistra della lettiga e delle semplici tende ricamate appese alla finestrella sulla destra, che contribuivano molto al gioco di chiaroscuri all'interno. Il resto della mobilia, nonostante le esigue migliorie, continuava ad essere anonimo e impersonale. La coraggiosa kunoichi abbassò lo sguardo e cominciò a porsi tante di quelle domande da farle venire il mal di mare. Certamente non poteva permettersi di rimanere all’oscuro per tutto quel tempo. Nel silenzio del suo ragionamento, accompagnato dal leggero frusciare al vento delle foglie sulle fronde rigogliose, e distratto di tanto in tanto dal cinguettio acuto di qualche volatile canterino, ricollegò parecchie cose.*

(Il villaggio! I-io.. ero con Kinji-kun e.. ricordo d’aver trafitto quell'uomo, e le creature avevano cominciato a ribellarsi! Poi nulla.. nulla..)

*Il respiro si fece corto e il battito cardiaco accelerò. Realizzare d'aver perso i sensi nel momento in cui c’era più bisogno della suo aiuto e ottenere così la consapevolezza d'aver lasciato l'amato Uchiha solo contro un orda di mostri inferociti la fece star male. Non poteva aver fatto una cosa del genere, non poteva essere successo per davvero. E se gli fosse successo qualcosa a causa della sua incapacità? Setsuna non se lo sarebbe mai perdonato. Mai.
D'un tratto, mentr’ella tentava di reprimere dentro di sé il panico della realizzazione, la porta della stanza s'aprì cigolando leggermente, e la bella kunoichi, adesso divorata dai sensi di colpa per non aver retto la pressione, si volse per guardare. Colui che varcò la soglia d'ingresso s'arrestò improvvisamente alla vista della kunoichi, inaspettatamente sveglia. I due si scrutarono a vicenda per alcuni, interminabili, attimi: l'uomo aveva un aspetto combattivo ma non per questo sgradevole; vestiva una tunica sofisticata, composta da una maglia senza maniche retinata nera cui era stata sovrapposta della lucente stoffa celeste che, aderente com’era al corpo, risaltava la forma dei muscoli ben allenati, dei particolari pantaloni bianchi e neri, separati dalla parte superiore da una grossa fascia porta oggetti color della pece, e degli stivali e dei guanti del medesimo colore, impreziositi da fasce bianche e da alcune cinghie che rilucevano come stelle nella notte. Fra i due, fu quest'ultimo a spezzare il silenzio per primo.
*

???: "Siete sveglia.."

*Proruppe, non sapendo esattamente da dove iniziare e cosa dire.*

(..quegli occhi..)

*Non riusciva a smettere di guardarglieli.*

???: "Sapevo che ce l'avreste fatta, d'altronde la vostra forza d'animo non è passata inosservata."

(..quel..simbolo..)

*Il giovane uomo sorrise, per nulla imbarazzato dagli occhi increduli della sua interlocutrice che scrutavano intensamente e con una punta d’incredulità i suoi occhi bianchi e la svastica uncinata impressa nella sua fronte, in bella vista. Mentr’ella tentava di non essere invadente col nuovo arrivato, egli fece qualche passo in avanti, in modo tale da chiudere la porta dietro le spalle, e s'avvicinò alla finestra. In quel preciso istante, l'uomo le dava le spalle e la bella fu distolta dall’osservare con intensità l’inconfutabile simbolo della schiavitù degli Hyuga.*

???: "Siete fortunata, Setsuna-san. Quell'Uchiha vi ha strappato al pericolo giusto in tempo.."

*La informò con leggerezza, forse incosciente del forte legame che l’univa a quel ragazzo dalla folta capigliatura castana e gli occhi cremisi. Nel sentire nominare quel nome, infatti, la giovane parve risvegliarsi dallo stato d'incredulità che lo sconosciuto dai lunghi capelli neri aveva suscitato in lei e con tenacia e probabilmente troppa veemenza, protese in avanti il busto e bloccò verbalmente l'uomo prima che potesse continuare a spiegarle.*

Setsuna Hyuga: "Kinji-kun?! Dov'è?! Come sta?!"

*L’uomo si voltò per guardarla negli occhi cristallini, e vi lesse speranza. Distruggerla non gli risultò per nulla facile.*

???: "Non saprei dirvi.."

*L’espressione della bella kunoichi cambiò rapidamente, oscurandosi. Nemmeno quell’uomo, che pareva essere a conoscenza di molte cose, sapeva che fine aveva fatto il suo compagno di squadra. Rimase in silenzio, e con lei anche lo sconosciuto.*

(Nemmeno lui conosce le sorti di Kinji. Eppure sembra sapere così tante cose.. cosa posso fare? Dovrei chiedere aiuto a questo sconosciuto e fidarmi delle sue parole..?)

Setsuna Hyuga: "Dove siamo?"

*Gli chiese, scegliendo di provare a fidarsi.*

???: "In patria."

Setsuna Hyuga: "In patria?! Intendi al Konohagakure no Sato?!"

???: "Esattamente."

Setsuna Hyuga: "..ma come sono arrivata fino a.."

???: "Sono stato io a riportarvi qui."

*La bella kunoichi interruppe per un momento l'infinito flusso di domande che le uscivano dalla bocca e guardò lo sconosciuto negli occhi. Quest'ultimo sosteneva il suo sguardo con estrema dignità. Si sentiva osservata in maniera diversa da quello Hyuga, come se non fosse la prima volta che i loro occhi bianchi s’incrociavano. Ancora una volta la più giovane decise di distogliere lo sguardo da lui, e non riuscì a trattenere un sospirò carico d’agitazione mentre si voltava dalla parte opposta per ragionare fra sé e sé sul da farsi. Il giovane guerriero appoggiato al davanzale della finestra non smetteva d’osservarla, di cercare di capire cos’avrebbe fatto o detto. Quella ragazza era sempre stata in grado di sorprenderlo, nonostante ella non lo sapesse. Quello poteva definirsi il primo incontro ufficiale fra i due Hyuga, poiché fino ad allora il giovane uomo era stato un’ombra per la ragazza. Come un angelo invisibile.*

Setsuna Hyuga: "Tornerò al fronte, devo cercarlo.."

*Proruppe improvvisamente la giovane, dopo una manciata di secondi scanditi dal silenzio.*

???: "Setsuna-san.. ascolt.."

Setsuna Hyuga: "Vi ringrazio infinitamente per avermi portata al sicuro e per esservi preso cura di me, come suppongo che abbiate fatto durante il periodo della mia convalescenza, ma ho preso la mia decisione e se, come m'è parso, conoscete la mia indole, sapete perfettamente che non sarete né voi né nessun altro a dissuadermi. Quindi, vi prego.. non mettetevi sulla mia strada."

*Gli risposte, prima ancora che lui potesse provare a dissuaderla. Il più grande abbassò lo sguardo e scosse il capo in un moto di rassegnazione. Nel mentre la bella kunoichi aveva già staccato la flebo dal braccio con una smorfia di dolore e stava prendendo dal cassetto a fianco un batuffolo di cotone imbevuto per tamponare la ferita procuratasi con l'ago. L'uomo la lasciò fare suo malgrado, guardandola inerme mentre s'avvicinava con risolutezza all'armadietto in cui avrebbe trovato tutti i suoi effetti personali, posto all’angolo. Da parte sua, la giovane non si preoccupò minimamente della presenza dello sconosciuto e tolse con un rapido ma elegante gesto la camicetta da notte che le era stata messa durante la degenza, per poter nuovamente indossare i suoi funzionali pantaloni bianchi con la pratica scamiciata nera, corredati dagli scaldamuscoli da braccio e dai sandali. Per finire prese la fidata Ketsueki dal fondo dell'armadio e, dopo averla per tre quarti estratta dal fodero bicolore per verificarne lo stato, s’apprestò a legarla alla cintola.*

Setsuna Hyuga: "Posso.. sapere come vi chiamate?"

*Chiese all’insolito spettatore, mentre ultimava i preparativi senza aspettare alcun consulto medico.*

Ryou: "Ryou.."

*Le rispose lui, continuando ad osservare il suo corpo appetibile e le sue eleganti movenze femminili, che parevano frutto d'un rituale ben studiato. L'abitudine d'osservarla nell’ombra evidentemente non aveva sopito la sua voglia di continuare a farlo. Le piaceva osservare quella stella del mattino, pallida nel firmamento schiarito dalle prime luci del sole. Stimava la sua forza, il suo coraggio, il suo spirito d’iniziativa. Il compito ch’egli doveva adempire sin dalla nascita di quella bella fanciulla non era un peso per lui, poiché avrebbe sacrificato volentieri la sua vita per vedere ancora quella stella brillare sotto gli occhi di tutti. La piccola Setsuna, all’oscuro dell’ingrato compito dello Hyuga appena conosciuto, avrebbe continuato la sua strada con le spalle protette e forse, un giorno, si sarebbe accorta del suo protettore invisibile e quello sguardo che riservava solo all’Uchiha si sarebbe rivolto altrove.
Quand’ebbe finito i preparativi per il viaggio, s'avviò verso l'uscio e, poco prima di varcare la soglia, si voltò verso il ventenne con un espressione che esprimeva sia fermezza che gratitudine.
*

Setsuna Hyuga: "Grazie, Ryou-san."

*E così chiuse la porta alle sue spalle, lasciando l'uomo da solo nella stanza.. nuovamente nell’ombra. *



Edited by ¬BloodyRose. - 6/9/2013, 22:02
 
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