E infatti, come già accennato, le sue mire erano ben altre. Tanto inaspettatamente quanto repentinamente il piccolo animale si impossessò del ghiacciolo e sgattaiolò lontano lasciandola con una mano tesa, vuota e inutile.
- Ah! Piccolo opportunista! -
Pensò sorridendo. Il quadrupede furfante aveva compiuto un’azione deprecabile, ma non per questo la tenerezza che provava per lui era svanita, anzi direi che si era aggiunta anche una buona dose di ammirazione per il coraggio e la destrezza dimostrata. Ad ogni modo ormai era svanito chissà dove a portare in salvo il prezioso bottino estorto all’umana, aveva provato a seguirlo con gli occhi ma ovviamente l’aveva perso immediatamente.
Fuyuki ridacchiò e disse qualcosa riguardo al fato che la perseguitava.
CITAZIONE
- Sembra che tu non abbia avuto molta fortuna con il sorbetto, oggi.
“Guardiamo il lato positivo: niente calorie difficili da smaltire!”
Rise anche lei di rimando e poi aggiunse:
“Pare comunque che la mia dose di fortuna l’abbia avuta comunque oggi.”
Ormai si fidava di lui, ogni dubbio era svanito nell’esatto momento in cui i suoi piedi avevano calpestato l’erba di quel luogo misterioso e magico, così gli sorrise, un sorriso che mostrava gratitudine, chissà se lui se ne accorse.
Ora però doveva muoversi, lui la invitava a seguirlo mentre si dirigeva verso la costruzione più grande e sfarzosa e, non senza difficoltà, tentava di tenere il passo. Pareva impossibile riuscire a camminare in quella selva di zampette, occhietti indagatori e code abbandonate qua e là, dovette osservare attentamente dove dirigeva il suo passo alfine di non disturbare nessuno di quei piccoli animaletti. Pareva un’equilibrista che camminava su un filo con l’aggravante che quel filo non era dritto e così il suo incedere era particolarmente buffo, come quello di un cameriere che, inciampando, cerca disperatamente di salvare il vassoio con le vettovaglie. Mentre si districava in questo esercizio fisico non perdeva occasione di lanciare saluti a molti di quegli esserini che la circondavano e così, tra un “salve a voi”, un “ciao piccolini” e vari cenni di saluto con la mano, arrivò alla base della lunga scalinata che portava sulla cima del bianco palazzo.
Fuyuki si fermò per un momento ad osservare in alto e lei lo imitò senza sapere cosa cercare esattamente, infatti non vide nulla di particolare o interessante, evidentemente il gesto del ragazzo era dettato da qualcosa che veniva dal profondo. Gettò un ultimo sguardo all’indietro, accorgendosi che in fondo le dispiaceva abbandonare tutte quelle piccole entità senza essere riuscita ad accarezzarne nemmeno una, ma si ripromise di farlo al ritorno, sempre che ci fosse stato un ritorno.
Quando si girò di nuovo vide che lui l’aveva distanziata, quindi accelerò il passo sugli alti gradini e faticando un pochino lo raggiunse tenendosi però alle sue spalle. Sentiva di doverlo fare, era lui che la stava introducendo, lei era solo un’ospite, per ora ben accetta. Arrivarono all’ultimo gradino, dal quale vide un’altra scala che portava in basso, nelle viscere della costruzione.
“E ora si scende ..”
Disse con un filo di voce, mentre poggiava il primo piede in discesa. La luce spariva man mano che s’inoltravano nel palazzo e quando giunsero ad uno stretto corridoio era quasi sparita del tutto, tanto che svariate torce erano state sistemate allo scopo di illuminare il cammino. Si guardava attorno curiosa, cercando di individuare ogni piccolo particolare ed era piena di meraviglia, poi, improvvisamente percepì una presenza da qualche parte davanti a lei.
Ben presto avrebbe capito di cosa si trattava. Infatti il corridoio finì dritto in un grande locale circolare con un seggio di legno sorvegliato da due gigantesche statue che raffiguravano ognuna una donnola minacciosamente armata di falce. Strizzò gli occhi per distinguere meglio la figura che sedeva al centro e riconobbe il grande tasso che sapeva essere il Signore dei Mustelidi.
Ma, come solito non riusciva a ricordarne il nome. Anche in questo caso sperò nel soccorso di un’educata presentazione. Si sforzò di essere il più naturale possibile, per fare una quantomeno decente impressione, e si fermò qualche passo dietro l’Eremita. Intanto osservava incuriosita e impressionata il grosso animale, i cui occhi lasciavano trapelare l’esperienza degli innumerevoli anni di vita vissuta, chiaramente espressi dalle rughe profonde che solcavano il suo muso.
Ne era affascinata, chissà quanta saggezza albergava in lui!
Il fascino aumentò quando una voce gentile e serafica inondò la sua mente anziché le sue orecchie.
- Telepatia! Mi sta parlando telepaticamente! -
Era sorpresa, ma, come un fulmine a ciel sereno tornò per una frazione di secondo il fantasma di Kai, il quale lei aveva creduto potesse leggere la sua mente. Ad ogni modo rimase a bocca aperta fissando il suo interlocutore mentale e constatando come fosse facile per lui comunicare, sapeva altresì che il suo clan poteva fare altrettanto, ma ancora per lei non era giunto il momento di apprendere quella tecnica.
Fuyuki salutò con un inchino e lei, frettolosamente, fece altrettanto, in effetti non sapeva bene come comportarsi e quindi copiò il gesto spudoratamente nella speranza di fare cosa gradita. In seguito fu proprio il ragazzo a parlare, ma sarebbe meglio dire a pensare, e lo fece presentandola. Subito venne interrotto dal grande tasso che sembrava conoscerla perfettamente.
CITAZIONE
Mujinahen - (Yukiko Yamanaka. Ho letto nei tuoi occhi la sofferenza che hai provato.. Mi dispiace, non deve essere stata un'esperienza piacevole. Se ho capito bene, Fuyuki-chan ti ha portata qui per insegnarti qualcosa. Sono contento di poter godere della tua compagnia.)
Quindi non solo parlava telepaticamente, ma era anche in grado di sondare la mente e i ricordi? Sorrise imbarazzata e cercò di darsi un contegno nel rispondere.
“Sono lieta ..”
Si rese conto che stava parlando e che la sua voce risuonava in maniera disturbante nella grande sala, allora tacque, guardò il ragazzo con aria imbarazzata, e provò semplicemente a pensare il resto della frase.
- .. di fare la vostra conoscenza. E’ stato un immenso dono conoscere Fuyuki e un dono ancor più prezioso è la benevolenza che nutre nei miei confronti, spero un giorno di poterlo in qualche modo ripagare. -
Evitò accuratamente di accennare alla sua sventura, sapeva comunque che Mujinahen-sama conosceva ormai ogni piccolo particolare sull’accaduto e sul suo stato d’animo. Si domandò se anche Fuyuki riusciva a sentirla e, se aveva sentito le parole del tasso, le avrebbe sicuramente posto delle domande a riguardo.