Un incontro fortuito?, Quest Mustelidi per ^Shinodari^ - Morph

« Older   Newer »
  Share  
^Shinodari^
view post Posted on 4/4/2012, 19:37     +1   -1




Narrato
- Pensato -
"Parlato"


UN INCONTRO FORTUITO?



Il primo petalo giallo si staccò dallo stelo e cadde delicatamente sul terreno umido, poi un altro e un altro ancora. I bulbi che aveva piantato nel giardino la mattina prima dell’esame per diventare Genin erano germogliati, fioriti e ora erano giunti alla fine della loro breve vita, ma lasciavano al mondo la promessa di una nuova rifioritura la prossima primavera. Era seduta sul pavimento della sua camera, con le gambe incrociate e i gomiti posati sulle ginocchia, mentre le mani sostenevano il mento. Guardava distrattamente oltre la veranda e si accorse dei fiori nel momento in cui un leggero soffio di vento le fece vibrare la massa di capelli chiari, provocandole il solletico sulla fronte.



- Ormai sono andati .. -



Quello fu il primo pensiero che ebbe, ma questo incipit la portò a ricordare il momento in cui erano stati piantati. Quella mattina era talmente nervosa che aveva deciso di allentare la tensione scavando buche in giardino, ma questo non era servito a calmarsi, ci era riuscita solo quando si era trovata al campo d’allenamento e aveva cominciato l’esame. Certo non sapeva che da quel giorno la sua vita sarebbe radicalmente cambiata.



“Kai ..”



Sussurrò quel nome, come se insieme al fiato potesse uscire anche la preoccupazione. Ora il terrore era passato, aveva parlato con Akane-sama ed era stata tranquillizzata, ma in ogni caso sapeva di non poter trascorrere l'intera vita a farsi proteggere.

Un altro soffio di vento leggero sollevò un petalo già caduto e lo fece svolazzare fin dentro la veranda, davanti a lei. Osservò le bizzarre evoluzioni finché non si posò di nuovo, sul legno del pavimento.

Doveva crescere.
Doveva trovare il modo per potersi difendere da Kai, perché era certa che l’avrebbe incontrato di nuovo e forse questa volta Tatsumaru non ci sarebbe stato. Si lasciò cadere all’indietro e allungò le gambe sul pavimento, stiracchiandosi come un gatto e si mise a fissare il soffitto, sbadigliando. La casa era silenziosa e quieta, non aveva nulla da fare tranne meditare sulle parole ascoltate la mattina dall’Hokage in persona.



- Devo fare qualcosa, non posso contare sempre sull’aiuto degli altri .. -



Già, ma cosa?
Sbadigliò di nuovo e questa volta rumorosamente, un paio di lacrime inumidirono gli occhi, non era pianto, semplicemente la risposta fisica allo sbadiglio incontrollato. Di nuovo il vento si insinuò dalla veranda e la investì facendo seccare le lacrime all’istante, fu allora che decise di uscire di casa.



Camminò senza meta per le strade del villaggio e spesso si voltò di scatto con la sensazione di essere osservata, ma era solo una sensazione. Perché si comportava in quel modo? Non lo aveva mai fatto prima, si era sempre sentita al sicuro, ma ora era diverso e ne conosceva perfettamente il motivo, però non riusciva a scacciare quella brutta sensazione, aveva paura, anche se non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno con sé stessa. Quando passava davanti alle vetrine si accostava e, fingendo di guardare all’interno, esaminava i volti che il riflesso le mandava, ma era un’osservazione inconcludente. I visi degli uomini e delle donne che le passavano dietro non avevano nulla di particolare o sospetto, erano comuni cittadini di Konoha e qualcuno di essi era addirittura conosciuto.
Eppure la sensazione di essere osservata le restava appiccicata addosso, quando sembrava scomparire, di nuovo tornava più forte di prima e, chissà per quale motivo, l’immagine del petalo che si staccava dallo stelo le era rimasta nella mente.

Si fermò ad un chiosco ed acquistò uno di quei buffi ghiaccioli da dividere in due, quelli con due bastoncini, e dopo aver percorso pochi metri decise di sedersi su una panchina. Era un posto relativamente tranquillo, ma non aveva calcolato il fatto che dietro di lei un’orda di ragazzini schiamazzanti si stavano sfidando con fionde e sassolini.
Stava gustando il fresco ristoro donatole dal sorbetto quando un colpo sulla nuca le fece abbassare la testa di colpo, il ghiacciolo si infilò in gola e quasi soffocò.



“Ahio!”



Riuscì a dire tra un colpo di tosse e l’altro.



“E che cavolo!?”



L’espressione si tramutò improvvisamente ed inesorabilmente e quando si girò per vedere cosa fosse successo il suo sguardo era talmente truce che pareva voler incenerire la banda di mocciosi, i quali si guardarono l’un l’altro impauriti e si dileguarono prontamente.



“Ma guarda che roba! Maleducati!”



Osservò le sue mani appiccicose sulle quali era colato impietosamente il sorbetto ormai frantumato e scosse la testa sconsolata. Notò anche un leggero tremore che le fece capire quanto quel piccolo sasso scagliato sulla nuca l’avesse spaventata, almeno fino al momento in cui non aveva capito di cosa si trattava.
Emise un lungo sospiro, mentre scrollava le mani per liberarsi dei frammenti zuccherosi.

 
Top
view post Posted on 6/4/2012, 13:27     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Mentre il Sole sorgeva da dietro la maestosa rocca degli Hokage, illuminando con la sua rosea e pallida luce le residenze degli abitanti di Konoha, c'era ancora chi affondava la testa sotto il cuscino, sperando che il richiamo che lo invitava ad alzarsi si decidesse a smettere di tormentarlo. Fuyuki, per esempio. Ultimamente il suo già corto riposo notturno era regolarmente disturbato da incubi che vedevano lui come protagonista, ma non solo: anche Kisho, il precedente eremita, lo accompagnava durante le sue notti insonni, trascorse tra continui risvegli e sussulti. Di conseguenza, se da un lato non vedeva l'ora di poter trascorrere qualche momento di pura tranquillità per le strade della Foglia, dall'altro temeva di udire la voce squillante di sua sorella, il suo più grande assillo.

Ayame - Fuyuki-chan, la colazione è pronta da mezz'ora!



- Arrivo!

Perchè tutto questo a me, dico io?

Urlò esasperato, gettando la spugna e decidendosi ad alzarsi. Diede una rapida occhiata al letto disordinato, scoprendo di essere troppo pigro per renderlo presentabile, per poi avvicinarsi al suo armadio. Indossò - tra uno sbadiglio e l'altro - i suoi vestiti e legò il coprifronte sotto le punte castane della sua folta e sciatta chioma, prima di trascinarsi per le scale giù in cucina. Divorò come un ingordo ciò che la ragazzina aveva preparato, consapevole di quanto quest'ultima odiasse vedere il frutto del proprio lavoro esaurito in pochi secondi. Si fece perdonare però con un bacio sulla fronte, l'unico saluto che le rivolse prima di abbandonare la propria modesta dimora.

Buongiorno Konoha!

Annunciò solenne nella sua mente, stiracchiandosi un po' le braccia e la schiena prima di cominciare ad incamminarsi. Passeggiò per qualche minuto, avanzando con passi lenti e cadenzati, quasi scanditi dal suono di un metronomo invisibile, in direzione della sua meta. Quale? A nessuna delle persone che lo Hyuga incontrava, conosciute o meno, era dato sapere che il Chunin, in apparenza un comune ragazzo che si concedeva qualche minuto di pace per le vie affollate del villaggio, era invece impegnato in una delicata missione di sorveglianza. Silenzioso e indifferente come un vero ANBU che si rispetti, procedeva con calma, consapevole che presto avrebbe avuto modo di interagire con il suo obiettivo.

Yukiko Yamanaka.

Non erano passati più di due giorni da quanto il giovane era stato convocato nello studio del Sandaime Hokage per ricevere l'incarico di osservare gli spostamenti della Genin, al fine di preservare la sua incolumità da un eventuale attacco da parte di Kai, un Nukenin di rango A che già una volta aveva attentato alla sua vita. Fuyuki si era informato a dovere, rovistando tra i documenti del distretto della Squadra Speciale per trovare i documenti che cercava. Una piccola pila di scartoffie che parlavano della Kunoichi, della sua vita, delle sue abitudini e di ciò che aveva fatto per la nazione che serviva: le informazioni erano ancora esigue, del resto la ragazza era divenuta una ninja soltanto da poco tempo, ma sufficienti per fornire allo Shinobi il materiale necessario per svolgere al meglio il proprio compito.


Dovrei essere vicino ormai...

Rimuginò tra sé, senza arrestare il proprio cammino. Fu però costretto a fermarsi non appena vide Yukiko incamminarsi a sua volta verso una meta a lui sconosciuta, o magari inesistente; non che fosse di rilevante importanza, considerando che per il Chunin bastava solo attendere l'arrivo del momento propizio per tentare un approccio. Non sapeva ancora come, né quando, tuttavia era consapevole di quanto fosse essenziale stringere un legame con la sua protetta. Quella che stava affrontando era una missione in borghese, quindi nessuno - soprattutto la Genin - doveva sospettare che lui fosse lì soltanto per sorvegliarla. Di conseguenza instaurare un rapporto di amicizia era l'ideale per stroncare sul nascere ogni dubbio di chi li osservava. Così si limitò a seguire i suoi spostamenti, infilando le mani in tasca per mostrarsi ancora più indifferente.

L'occasione si presentò quando la ragazza, provata dalla lunga camminata, decise di concedersi una pausa e di gustare un ghiacciolo una volta accomodatasi su una panchina. Subito Fuyuki si affrettò, catapultandosi verso il chiosco per acquistarne uno a sua volta. Non appena ebbe consegnato il denaro al venditore, si ritrovò a fare i conti con un serio problema: come avvicinarsi alla ragazza? Chiederle il permesso di sedersi al suo fianco non si rivelò essere la soluzione migliore, ma per fortuna una buona stella vegliava su di lui quel mattino. La Kunoichi fu vittima del violento e caotico gioco di alcuni bambini che si divertivano dietro di lei. Ritrovatasi sporca e con il gelato ormai impossibile da mangiare, con un'occhiataccia fu capace di costringere la banda di mocciosi a darsela a gambe levate. A quel punto al giovane ANBU non restava altro da fare che cogliere al volo l'opportunità che gli era stata presentata su un piatto d'argento.


- Non adirarti, magari un giorno capiterà anche a loro.

Disse avvicinandosi a lei, cercando di non far notare troppo il leggero risolino che fuoriusciva dalla sua bocca. Fosse stato un tipo freddo e di poche parole come Daisuke, avrebbe trovato qualche difficoltà nel mostrarsi cordiale alla ragazza, ma essendo lui un tipo abbastanza solare e scherzoso, per lo meno quando la sua mente non era tormentata da centinaia di pensieri, partiva con il piede giusto.

- Vuoi?

Le domandò, accennando ad un sorriso per non farla sentire in imbarazzo. In effetti il nome di Fuyuki Hyuga era parecchio conosciuto a Konoha, specialmente per le sue imprese e per il ruolo che ricopriva: era il custode del Sutra dei mustelidi, il secondo eremita della Foglia dopo la bella Akane, regina dei rospi. Il ragazzo allungò il braccio verso la Yamanaka, porgendole il ghiacciolo e invitandola - anche se non esplicitamente - ad afferrare il secondo bastoncino e a dividere a metà il candelotto di ghiaccio. Sperava in quel modo di preparare le basi per una amichevole e innocente conversazione, che ovviamente lo avrebbe aiutato a conquistare la sua simpatia.

 
Top
^Shinodari^
view post Posted on 10/4/2012, 22:07     +1   -1




Subito dopo il sospiro venne un sonoro sbuffo di disapprovazione. Aveva le mani appiccicose e doveva assolutamente infilarne almeno una nella tasca per estrarre un fazzoletto pulito.



- Accidenti a voi, piccoli teppistelli malefici! -



Pensò scrollando il capo.
La manovra non fu affatto semplice e sfilare il fazzoletto evitando di imbrattare la corta casacca bianca che indossava, si rivelò una vera impresa da prestigiatore, ma alla fine riuscì a ripulirsi le mani e per tutto il tempo non fece che maledire i mocciosi che avevano provocato tutto quel disagio.
Soddisfatta del lavoro accurato che era riuscita a portare a termine con successo non si accorse che qualcuno le si stava avvicinando.



CITAZIONE

- Non adirarti, magari un giorno capiterà anche a loro.


“Si .. già .. ma intanto sono io la vittima ..”



Rispose ancor prima di alzare lo sguardo verso l’interlocutore.



“Banditi! Ecco cosa sono .. ok, puoi anche prendermi in giro adesso!”



Aggiunse mentre ritirava nella tasca il fazzoletto lercio. Infine guardò nella direzione della voce pronta a rispondere a tono a colui che presumibilmente l’avrebbe presa in giro per ciò che aveva appena subito, ma l’espressione vagamente minacciosa che aveva assunto cambiò radicalmente non appena riconobbe il viso.



“Tu sei ..”



Il sorriso le illuminò il volto, quel ragazzo che le aveva rivolto la parola pareva essere lo Hyuga dei Mustelidi. Ma quale era il suo nome?



- Fu.. Fuy.. -



Non riusciva a ricordarlo.



- Accidenti! -



Ma mentre si spremeva le meningi per ricordarlo, lui la sorprese.



CITAZIONE

- Vuoi?


Le stava offrendo la metà del ghiacciolo che teneva in mano e per giunta era anche del suo gusto preferito!
Le guance si imporporarono immediatamente, non credeva di meritarsi tanta gentilezza da una persona così importante e pensare che in un primo momento aveva pensato che volesse deriderla e si era rivolta a lui in modo aggressivo.



“Uh! Cioè .. per me?”



Rimase per un attimo basita, fissandolo negli occhi come inebetita, poi timidamente allungò una mano per afferrare il bastoncino libero. Tirò delicatamente e non successe nulla, lo fece una seconda volta e questa volta con maggior forza, ma ancora il ghiacciolo non si spezzò. Lo guardò di nuovo accennando un sorriso ancor più imbarazzato e ci riprovò con molta più forza, questa volta qualcosa si spezzò ma non, come d’uopo, il sorbetto in due.
Crack!
Il legno si ruppe esattamente nel punto di uscita dal ghiaccio.



“Qualcosa mi dice che oggi non mi gusterò il ghiacciolo ..”



La sua espressione in quel momento era più eloquente di mille parole e il gesto che fece per buttare alle spalle il pezzetto di legno che le era rimasto in mano, senza guardarlo e con apparente indifferenza, non fece che sottolineare l’imbarazzo, per altro già ben definito dal rossore delle sue guance.



“Ti ringrazio lo stesso, come se l’avessi preso ..”



Abbassò il capo in un accenno di inchino. Perché a lei capitavano sempre queste cose estemporanee? E soprattutto perché non ricordava più il suo nome? Sperò vivamente che si presentasse da solo, almeno avrebbe evitato l’ennesima figuraccia.



“Comunque io mi chiamo Yukiko ..”



Esordì tendendo una mano, ma poi la ritrasse immediatamente ricordando di averla appena imbrattata, il rossore arrivò fino alle orecchie e una goccia di sudore scivolò dalla nuca lungo la schiena fino a venir assorbita dall’elastico dei pantaloni neri che portava sotto la casacca.



 
Top
view post Posted on 22/4/2012, 17:07     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Rimase immobile, senza distogliere lo sguardo dai magnifici occhi della ragazza e senza smettere di sorriderle. Quel suo atteggiamento affabile, combinato con la cordiale proposta di condividere quell'invitante ghiacciolo, sembrò ricavare ottimi frutti. Fuyuki non ne aveva dubbi e adesso aveva una vaga idea su quanto poteva premere l'acceleratore con il suo obiettivo. Fosse stata una fanciulla timida e riservata avrebbe sicuramente declinato l'offerta, ma accettando si era dimostrata ben disposta a ricevere sorprese di quel genere. Un punto che giocava a favore del giovane ANBU, lieto di poter passare qualche minuto con lei e soddisfatto per quel primo successo. Adesso non doveva far altro che attendere il momento propizio per accomodarsi al suo fianco, in modo tale da poter intraprendere una conversazione potendo contare sul massimo dell'informalità.

Durante il suo apprendistato gli avevano spiegato come, durante un colloquio, la distanza tra gli interlocutori interpretasse un ruolo di fondamentale importanza. Ogni persona possiede una diversa sensibilità e descrive attorno a sé una circonferenza nella quale accogliere determinati individui senza alcun disagio, direttamente proporzionale alla forza del suo carattere. Zona intima, personale, sociale e pubblica. Approfondendo l'argomento, lo Hyuga aveva scoperto la sua predisposizione nell'affrontare discussioni ad una distanza massima di un metro dal suo interlocutore, ovvero nella seconda area, la sua preferita.


Perfetto, ha abboccato.

Era pronto per procedere con il suo piano, tuttavia un particolare non tenuto in considerazione rischiò quasi di mandare in fumo ogni sua previsione. Yukiko aveva maldestramente spezzato il bastoncino e si era di conseguenza rassegnata al fatto di non poter assaporare quello spuntino rinfrescante, che tuttavia per il Chunin non rappresentava altro che un mero mezzo per poter ottenere ciò che desiderava. Non aveva alcun problema a liberarsene, se ciò lo avrebbe aiutato ad avvicinarsi ulteriormente alla sua metà. Con la sua sbadataggine la Yamanaka aveva strappato un sorriso di bocca al ragazzo, che quest'ultimo sfruttò abilmente per accompagnare le sue parole.

- Piuttosto sembra quasi un segno che mi incita a non esagerare! Tieni, ne avevo già mangiato un altro.

Si sedette accanto a lei, consegnandole il ghiacciolo e chiudendo le sue mani attorno al bastoncino, trattandole con la stessa delicatezza con la quale una madre accarezza i propri figli. Approfittando di quel breve momento di confidenza, si avvinò ulteriormente e le sussurrò qualcosa all'orecchio.

- Magari lasciamene giusto un po'.. Eh eh.

Mentiva spudoratamente, eppure la sua voce alle orecchie della Kunoichi sarebbe risultata incredibilmente naturale e amichevole. Aveva imparato a giostrare a suo piacimento il tono della suddetta, nonché a badare con cautela al suo linguaggio non verbale, studiando cinesica. Con un'analisi più attenta avrebbe inoltre avuto modo di tracciare un profilo di base di Yukiko e così facendo avrebbe ricavato un netto vantaggio, potendo elaborare con maggiore efficacia le risposte e inserire al momento giusto le parole per far prendere alla conversazione le pieghe che desiderava. Non pensò troppo alla stretta di mano, non era poi un particolare impossibile da trascurare.

- 'Come se l'avessi preso'. Invece io sono Fuyuki, piacere di conoscerti.

Adesso ti ricordi come mi chiamo, eh?

Pensò tra sé divertito, giocando e scherzando come un bambino solo per merito della sua capacità di studiare come un attento osservatore le reazioni della sua interlocutrice. Prima, quando lei lo aveva riconosciuto, aveva lasciato la frase in sospeso, nel vano tentativo di rammentare il suo nome. Spesso, quando non si sa qualcosa o si mente, si cerca di guadagnare tempo per formulare una frase o riflettere sopra un particolare. Ciò era sintomo di ignoranza e indecisione, infatti lo Shinobi si mostrava sempre pronto nelle sue risposte, quando poteva.

Era pronto a iniziare il suo - forse sporco - lavoro, ma qualcosa di inaspettato stravolse ancora una volta i suoi piani. Stavolta si trattava di una cosa ben più grossa del comune bastoncino di un ghiacciolo: una scossa di terremoto lo sorprese, ritardando di qualche minuto la nascita del vero e proprio colloquio. Era un avvenimento più unico che raro lì a Konoha, dove non venivano registrati simili fenomeni da decenni. Lo stesso Hyuga, forse per colpa della sua giovane età, per la prima volta di trovava faccia a faccia con un evento di tale portata, che tuttavia nascondeva dietro di sé un avvenimento decisamente più insolito. Una donna dal viso di porcellana, avvolta nelle sue vesti, si materializzò dinanzi agli occhi del ninja, sbarrati per lo stupore. Mostrò le sue eteree fattezze, levitando lieve a qualche metro da terra poiché sprovvista, almeno in quell'occasione, delle gambe che l'avrebbero classificata come mortale. Portavoce dell'Unico, ignorò la reazione del ragazzo e cinica eseguì il suo compito, professando un messaggio ai presenti. Tredici prescelti sarebbero stati richiamati e ognuno di essi avrebbe potuto esprimere un singolo desiderio, che la Grande Divinità avrebbe esaudito, trascendendo ogni limite umanamente riconosciuto.


E' realmente possibile?

Così com'era apparsa, la portavoce si dissolse nel nulla dalla quale era stata partorita. Lasciò Fuyuki pieno di perplessità, in preda a mille emozioni contrastanti che come una tempesta iniziarono a seminare panico e distruzione nel suo animo. Scrutando il volto della Yamanaka aveva appena capito che non si era trattato di un'allucinazione e che lui non era stato l'unico spettatore di quel misterioso avvenimento. Un desiderio, poter chiedere qualsiasi cosa senza vedersi relegato in un perimetro circoscritto.. Nemmeno lui, colui che si vantava di conoscere il comportamento dell'uomo, non sapeva dire cos'avrebbe chiesto. Forse perché non conosceva abbastanza sé stesso.

- Un desiderio.. Tu cosa chiederesti, Yukiko?

L'apparizione non aveva lasciato soltanto dubbi e domande, ma anche un'opportunità che l'eremita non si lasciò scappare. Aveva già previsto i tempi di reazione della ragazza, nonostante non potesse affermare con esattezza quale sarebbe stata la sua risposta. Si era informato a dovere e sapeva già quale fosse il suo più grande desiderio, ma nonostante ciò il Chunin voleva sentirlo direttamente dalle sue labbra. Forse avrebbe tentennato, però lui in cuor suo sperava il contrario.

Per la Genin quella non era una semplice discussione.. Poteva diventare un mezzo per prendere finalmente in mano le redini della propria vita.


// L'evento è iniziato, ruolalo pure come preferisci. Per fortuna ci ha aiutato, in un certo senso. xD //

 
Top
^Shinodari^
view post Posted on 23/4/2012, 16:29     +1   -1




Lo vide sedersi accanto a lei con il ghiacciolo monco di un bastoncino e lo vide tenderlo nuovamente verso le sue mani nel tentativo di offrirlo una seconda volta.



- Non si arrende .. -



Pensò sorridendo di rimando all'espressione di lui, il quale questa volta glielo consegnò intero adducendo una fantomatica scusa vagamente salutista. Non si limitò ad attendere che lei lo afferrasse da sola, ma agevolò l'operazione prendendo le sue mani e stringendole attorno all'unico legnetto rimasto, lo fece con estrema delicatezza e questo le ricordò i gesti teneri che suo padre le riservava quando era ancora una bimba. Certo non capitava tanto spesso, il più delle volte riceveva gravose lavate di testa a causa dei guai che combinava, tuttavia lei ricordava più lucidamente i momenti sereni.
Normalmente un gesto del genere da parte di uno sconosciuto l'avrebbe infastidita parecchio, ma quel ragazzo, di cui vergognosamente non ricordava il nome, aveva il potere di rendere la situazione accettabile. Nemmeno quando le si avvicinò ulteriormente per sussurrargli scherzosamente all'orecchio la richiesta di averne almeno un pezzetto, reagì in malo modo.



“Mangerò solo la mia metà, prometto!”



Rispose con davvero poca convinzione e un sorriso appositamente beffardo.

Ancora non riusciva a ricordare il suo nome, ma a questo punto aveva poca importanza e, si disse, avrebbe evitato accuratamente frasi che contemplavano l'uso del suddetto, alla fine sarebbe stato lui a rivelarglielo in qualche frangente della conversazione. Sembrò quasi che lui potesse leggere nella sua mente questo cruccio, infatti inaspettatamente si presentò, era quello che aspettava e, con un falso candore da far invidia a un bucaneve appena sbocciato, disse:



“Certo, certo .. Fuyuki, sei famoso e tutti ricordano il tuo nome.”



Accennò un sorriso angelico e uno sguardo sornione.



- Uff .. è andata, lo hai detto finalmente .. -



Aveva già fatto troppe brutte figure e questa menzogna non poteva gravare sulla sua coscienza, d'altronde, pensò, era solo una piccola bugia bianca atta a salvarle la faccia. Non era tipo da mentire, aveva combinato un sacco di guai nella sua ancor breve vita, ma mai aveva raccontato fandonie, le sue responsabilità se l'era sempre prese interamente e, insieme ad esse, anche le conseguenze.

Ora però era curiosa, avrebbe voluto conoscere il motivo per il quale il famoso Fuyuki Hyuga si era interessato alla sua sventura, le pareva impossibile che un simile personaggio potesse preoccuparsi di lei e del fatto che era stata colpita da un sasso lanciato da un'orda di bimbetti bellicosi, a parte per il gusto di deriderla.



“Come mai ..

Ma che accidenti?!”



Aveva appena incominciato la frase con la quale avrebbe chiesto spiegazioni a riguardo quando ebbe un capogiro e le parve che la panchina sulla quale era seduta ondeggiasse pericolosamente. Si affrettò a mettere il ghiacciolo in bocca per avere le mani libere ed usarle per ancorarsi saldamente alla seduta.



- Un terremoto! -



Pensò dopo il primo momento di sbigottimento. Era la prima volta che accadeva e si rese conto di quanto fosse strana quella sensazione, pareva che anche gli alberi alle sue spalle provassero fastidio, ne udiva le fronde scuotersi e il legno scricchiolare. Provò anche un senso di nausea, che fortunatamente durò solo pochi attimi.
Un pensiero assurdo percorse la sua mente strisciando veloce.



- Era solo una piccola bugia .. -



Non ebbe nemmeno il tempo di elaborarlo, fortunatamente direi, dato l'infantilismo che lasciava trasparire. Era chiaro che le forze della natura non potevano punire la sua menzogna, ma questo la dice lunga sul rapporto tra lei e la sua onestà.

Tuttavia questa era ben poca cosa di fronte a ciò che stava per succedere.

Il suo campo visivo divenne bianco e viola, nessun altro colore riusciva a sovrapporsi o fare da sfondo a questi, scomparve il verde degli alberi, il giallo e l'arancio delle case o il grigio della strada. Solo bianco e viola. Poi, come in sogno surreale, una figura si materializzò davanti ai suoi occhi aperti, pareva una donna dai tratti del viso, ma per il resto non aveva nulla di umano e le vesti ricamate che portava fluttuavano nell'aria senza nascondere e disegnare alcun corpo materiale. Rimase immobile, con il ghiacciolo stretto tra le labbra e le mani aggrappate alla panchina, unica cosa palpabile e reale che le era rimasta.
L'essere sorrise, un sorriso strano che non trasmetteva alcun sentimento e poi parlò. La sua voce era dolce, ma priva di accento e di ogni umano timbro, fredda e distaccata come un marchingegno programmato per proferire solo e unicamente quelle strane parole. Raccontò di miracoli e di divinità, di ritorni gloriosi e di tredici uomini scelti, di desideri e di preghiera.
E lei rimase immobile, costernata, e stupefatta mentre la presenza inquietante si faceva sempre più vicina per poi allontanarsi e avvicinarsi di nuovo, con gli occhi dilatati e il ghiacciolo serrato tra le labbra.
Poi, così com'era apparso, lo spirito svanì e tornarono le case, la strada e gli alberi.

Le ci volle qualche momento per capire che non era stato un sogno, ma che era accaduto davvero qualcosa, per un attimo pensò di essere stata trascinata in un genjutsu, ma poi scartò l'idea quando si girò per osservare Fuyuki e lo vide perplesso quanto lei. Allora meditò sulle parole udite e, inevitabilmente, si chiese quale fosse il suo desiderio, ma non trovò risposta. Eppure una risposta doveva darla, dato che il ragazzo le stava ponendo proprio quella domanda.



CITAZIONE

- Un desiderio.. Tu cosa chiederesti, Yukiko?


Cercò di aprir bocca, ma il ghiaccio freddo si era incollato alle labbra, allora dovette forzare per dischiuderle e ovviamente parte della pelle delicata rimase appiccicata al ghiacciolo. Fece finta di nulla, anche se in effetti le labbra bruciavano parecchio, ma non poteva rimpiazzare la figuraccia evitata col nome con questa nuova dovuta alla sua sbadataggine.



“Io .. non saprei ..”



Restò pensierosa per un momento.



“Sono tante le cose che desidero in questo istante, dovrei riflettere perché molte di esse sono raggiungibili con la sola volontà, non occorre un Dio per ottenerle ..”



Si fermò ancora un istante per leccarsi le labbra doloranti e poi proseguì, parlando più a sé stessa che al ragazzo.



“Vorrei che nessuno senta più il bisogno di proteggermi, vorrei poterlo fare da sola ed essere io a proteggere gli altri. Vorrei poter curare le persone malate o ferite. Vorrei poter sconfiggere un fantasma che ultimamente mi perseguita .. molte cose .. tutte insieme ..”



Guardò in basso, dubitando che lui potesse davvero comprendere ciò che desiderava. Poi alzò di nuovo lo sguardo e gli pose la stessa domanda.



“E tu Fuyuki, qual'è il tuo desiderio?”



Non si aspettava affatto che lui le rispondesse, infondo si conoscevano da pochi minuti e, se lei sapeva esattamente di aver di fronte una persona importante, lui al contrario stava conversando con una perfetta sconosciuta, una genin del Villaggio della Foglia, una come tante altre del resto.



// Si, direi di si xD //
 
Top
view post Posted on 23/4/2012, 19:12     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Ascoltò tacitamente ogni parola, analizzando ciascuno dei suoi movimenti, sostenendo ogni suo sguardo sino a restarne quasi assuefatto. Era come un freddo e astuto calcolatore, pronto a registrare le reazioni della sua interlocutrice e a trarre le dovute conclusioni per elaborare in fretta le risposte da fornirle. Conosceva - quasi alla perfezione - quale fosse il suo reale desiderio e non si stupì quando la ragazza, cercando di placare le sue curiosità, rimase sul vago, accennando solamente ad un fantasma che nell'ultimo periodo la tormentava e che dunque voleva assolutamente debellare. Anzi, Fuyuki ne rimase piacevolmente compiaciuto. Fornire troppi dettagli ad uno sconosciuto - perchè nonostante fosse popolare a Konoha, sempre di uno sconosciuto si trattava - era sintomo di ingenuità. Non che avesse temuto che Yukiko fosse una sprovveduta, ma era stato costretto a tenere in considerazione persino una simile eventualità.

A sua volta la fanciulla pose allo Hyuga lo stesso quesito, aspettandosi però di vedersi negata una risposta. Era un pensiero del tutto normale, pensare che qualcuno mettesse a nudo i propri sogni dinanzi ad una persona della quale si conosce esclusivamente il nome. In effetti non era un ragionamento errato.. Peccato che, al contrario, il giovane ANBU sapeva di lei più cose di quanto potesse immaginare. Malgrado ciò, una simile domanda riusciva a mettere in difficoltà anche un tipo sveglio come lui. Non si preoccupò troppo di fornire una risposta, la prima che gli venne in mente. Lo spontaneo desiderio che aveva toccato il suo cuore.


Che futile speranza.

- Chiedere scusa.. Ad una persona che non c'è più.

Sentenziò a bassa voce, abbassando lo sguardo una volta compreso quanto il suo desiderio fosse egoistico. Poi lo alzò al cielo, cercando conforto nell'osservare le nuvole, sperando di scorgere il viso della donna dalla quale voleva ricevere un perdono. Sapeva che era ormai troppo tardi per ripensarci e, scettico riguardo l'apparizione e la veridicità del messaggio che aveva da poco udito, si rassegnò alla sua unica consapevolezza. Doveva solo attendere. Aspettare che la morte lo portasse via da quel triste mondo e lo riportasse tra le braccia di chi lo aveva sempre amato.

Sospirò a lungo, prima di continuare.


- Poter camminare sulle proprie gambe, avere la forza di proteggere chi ci sta a cuore. E' un sogno nobile è, rispetto al mio.. E' a portata di mano.

Concluse fiscale, incrociando poi lo sguardo profondo della donzella. Si era fatto improvvisamente serio, dopo aver abbandonato per qualche secondo il viso cordiale e solare che solitamente lo accompagnava durante la giornata. Aveva ponderato con cura ogni singolo lemma che aveva pronunciato, affinché esse catturassero, come fa uno scoop con un amante del gossip, l'interesse della Yamanaka. La sua suonava tanto come una proposta e in effetti questa tesi venne prontamente avvalorata dal suo ultimo sussurro.

- Basta solo che tu mi dica: 'Sì, lo voglio'.

 
Top
^Shinodari^
view post Posted on 23/4/2012, 23:00     +1   -1




E invece, a dispetto di ogni aspettativa, lui le rispose facendola pentire di aver fatto la domanda.



CITAZIONE

- Chiedere scusa.. Ad una persona che non c'è più.


- Che non c’è più? Temo di aver riaperto una vecchia ferita .. era meglio evitare la domanda .. –



Ora si sentiva in grande imbarazzo, sia per le parole che per l’espressione che aveva assunto. Inevitabilmente la sua curiosità la portò a fare svariate ipotesi sulla natura di quell’affermazione e così pensò alla morte di un genitore, o a quella di un amico, persino a una ragazza, la costante era comunque la parola ‘morte’ e si sentì improvvisamente triste. Osservò il suo atteggiamento e quegli occhi portati in basso per poi perdersi tra le nuvole bianche che ombreggiavano Konoha a tratti, non fecero altro che avvalorare la sua ipotesi. L’ombra delle nuvole si sarebbe riflessa nei suoi occhi, incupendoli, se solo non fosse stato uno Hyuga. Ovviamente non avrebbe mai chiesto nulla a lui direttamente, ma si ripromise di indagare in un secondo momento.

Passarono alcuni lunghissimi minuti prima che lui rompesse quella sorta di muro d’imbarazzo che si era creato e quando lo fece anche lei si sentì più sollevata e poté staccare gli occhi dai suoi. Sperò vivamente che lui non si fosse accorto di quell’improvvisa tristezza che l’aveva assalita, anche perché era assurdo pensare che lei potesse provare quell’emozione per procura, cosa che invece le capitava spesso, empatia si poteva definire.



CITAZIONE

- Poter camminare sulle proprie gambe, avere la forza di proteggere chi ci sta a cuore. E' un sogno nobile è, rispetto al mio.. E' a portata di mano.


Proprio a portata di mano non era, ma Fuyuki non sbagliava, quella era una delle cose elencate che potevano essere ottenute con impegno, lavoro e forza di volontà, oltre naturalmente a un buon maestro.



“A portata di mano ..”



Ripeté meccanicamente, con lo sguardo piantato sul viso serio di lui. Capì improvvisamente che la conversazione aveva avuto una svolta inaspettata, da una situazione potenzialmente ridicola era nato qualcosa di estremamente importante. Per la seconda volta ebbe la sensazione di parlare con una specie di padre, prima con il gesto del ghiacciolo ed ora con questa situazione imprevedibile.
Questa consapevolezza divenne certezza con l’ultima frase che lui pronunciò quasi sottovoce.



CITAZIONE

- Basta solo che tu mi dica: 'Sì, lo voglio'.


Il suo viso espresse tutto lo stupore.



“Tu .. cioè .. tu mi stai proponendo .. nel senso che .. tu vorresti insegnarmi .. ?”



Non riusciva a formulare una frase decente che spiegasse ciò che le era parso di capire e intanto il ghiacciolo gocciolava impietoso per terra.



“Perché? Perché mi stai offrendo questa opportunità?”



Questo proprio non riusciva a spiegarselo, era possibile che l’avesse presa a cuore dopo pochi minuti di conoscenza? Un dubbio l’assalì: e se anche lui fosse stato un emissario di Kai? Non era possibile, no, non lo era. O forse anche il famoso Fuyuki Hyuga faceva parte del disegno diabolico del ragazzo dagli occhi gialli? In questo caso com’era possibile che nessuno, ma proprio nessuno si fosse accorto di nulla? Troppe domande e zero risposte. Aveva bisogno di certezze prima di poter accettare la proposta, ammesso che di proposta si trattasse.
Attese la sua risposta, forse da quella avrebbe capito qualcosa di più.



 
Top
view post Posted on 24/4/2012, 13:35     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Le parole del giovane sembrarono ottenere, almeno per un momento, dei risultati immediati. Registrò con perizia ogni suono che fuoriusciva dalle labbra della ragazza, rispondendo con un sorriso beffardo a ciascuno dei suoi vani tentativi di formulare una frase di senso compiuto che potesse esprimere tutto il suo stupore. Anche il suo volto comunicava in maniera decisamente esplicita le emozioni che la proposta dello Shinobi aveva suscitato nel suo cuore. Questo si ritrovò dinanzi ad un'espressione pregna di perplessità, ben celata da una maschera che era divenuta il palcoscenico di un disorientamento tangibile. Sapeva bene di aver premuto in anticipo il pedale dell'acceleratore e al tempo stesso era consapevole di quanto quella sua mossa fosse stata necessaria. La stessa Yamanaka, sconfitto il nodo che le bloccava la gola, pensò bene di mettere a nudo i suoi dubbi, sperando di ricevere una soluzione in grado di porre fine ai mille quesiti che la tormentavano.

Paura e meraviglia, una potente combinazione.

Non era passato poi molto tempo da quanto Yukiko era riuscita a fuggire dalle grinfie di Kai, il criminale che aveva attentato alla sua giovane vita. Era ancora guardinga, pronta a balzare sulla difensiva al minimo segnale di sospetto. Forse stava addirittura mettendo in dubbio la lealtà dell'eremita a Konoha, magari immaginandolo come un sicario che il Nukenin aveva inviato per spiarla. La situazione era decisamente diversa, poiché - nonostante Fuyuki si trovasse nei panni di un ANBU in borghese - era al suo fianco proprio per una motivazione strettamente legata alla comparsa del ninja dagli occhi gialli. Si rammaricò di non poter rivelare alla Genin quale fosse il suo reale compito, ovvero quello di salvaguardare la sua incolumità da un eventuale attacco. Tuttavia era costretto a mentirle, ancora una volta.

Non aveva ancora risposto alla prima domanda (o quello che era, considerata la difficoltà della sua interlocutrice nell'organizzare le idee), limitandosi ad annuire con un cenno svelto del capo. Si ritrovò invece obbligato a fornire al secondo una spiegazione - se non vera - quantomeno convincente.


- Non so per quale motivo, ma in te rivedo me stesso. Forse perchè anche io qualche anno fa ho avuto dei problemi con un fantasma.. O qualcosa che gli somigliava. So quanto sia importante, in questi casi, affrontare la situazione con qualcuno che possa aiutarci a trovare la giusta via per raggiungere i nostri obiettivi.

Una menzogna bella e buona, non si trattava d'altro. Primo, perchè in realtà si era ritrovato faccia a faccia con un fantasma, ma questo aveva iniziato a costellare le sue notti insonni di continui risvegli soltanto di recente; ovviamente la fanciulla non poteva conoscere la storia che si celava dietro il rapporto tra Fuyuki e Kisho Aburame, il precedente eremita, ma se lo avesse saputo, avrebbe individuato l'inganno in pochi istanti. Secondo, nonostante volesse realmente aiutarla, il suo non era un gesto del tutto disinteressato, ma che mirava ad un fine ultimo: diventare suo Sensei, in modo da potersi avvicinare a lei e trascorrere in sua compagnia tutto il tempo che desiderava. Per giunta, senza destare il minimo sospetto.

- Ammesso che tu non abbia di meglio da fare, ovviamente.

Concluse sereno, come se fosse pronto a ricevere anche un responso negativo. In verità, sebbene fosse costretto a tenere in considerazione una simile eventualità, aveva tracciato un profilo base di Yukiko ed era quasi convinto che avrebbe accettato, magari dopo aver valutato con attenzione la proposta. In caso contrario avrebbe dovuto trovare una maniera alternativa per starle vicino e già era in grado di stimare le molteplici difficoltà di un'operazione del genere: cosa avrebbe dovuto fare? Chiedere la sua mano a suo padre o dare l'impressione di essere uno stalker? Scherzò tra sé riflettendo su quell'ultima opzione. In effetti - pensò - la realtà non si discostava poi molto dalle sue fantasie.

Così rimase in tacita attesa, sostenendo abilmente il suo sguardo senza mostrare il minimo segno di stress. Nonostante in cuor suo mille emozioni contrastanti lottassero tra di loro per avere la meglio.


Non deludermi, Yukiko.

 
Top
^Shinodari^
view post Posted on 24/4/2012, 16:18     +1   -1




Fuyuki non ebbe alcuna difficoltà a rispondere prontamente alla sua domanda e lo fece con grande naturalezza e spontaneità, ma del resto anche Kai l'aveva sempre ingannata con gli stessi metodi. Certo quella era una situazione diversa, Kai non aveva la fama e la reputazione che lo Hyuga poteva vantare a Konoha, ad ogni modo non riusciva a fidarsi completamente delle sue parole e, probabilmente, la sua espressione lasciava trasparire il tormento che in quel momento albergava nel suo cuore. Anche la battuta finale, che avrebbe giudicato simpatica in altri momenti, non riuscì a rasserenarla.



“Quindi tu faresti tutto questo solo perché credi di sapere come mi sento in questo momento? Come puoi sapere qualcosa riguardo al MIO fantasma? Credi che sia la stessa situazione che hai vissuto in passato, ma in base a cosa lo pensi? I tuoi sono solo discorsi di circostanza.”



Gli vomitò addosso queste parole e lo fece con molta calma, esibendo un sorriso forzato che cercava di nascondere le sensazioni contrastanti che stava provando.
Prese tempo prima di continuare, tempo per esaminare lucidamente la situazione e intanto continuava a fissarlo negli occhi che, purtroppo per lei, erano quelli di uno Hyuga e quindi così difficili da interpretare.
La prima cosa a cui pensò fu quanto fosse fortunata ad aver ricevuto una proposta del genere, se davvero non aveva nulla a che fare con Kai era evidente che il miracolo di quella giornata non era quello di cui parlava la strana apparizione e nemmeno il terremoto, ma piuttosto l'incontro tra loro due. Come si poteva rifiutare un simile futuro? Lui era in gamba e chissà quante cose avrebbe potuto insegnarle, e poi era l'Eremita dei Mustelidi ..
Per un momento si trovò a desiderare l'evocazione, ma poi scartò l'idea, probabilmente non era ancora pronta per un fardello del genere, anche se ..
Anche se poter contare sull'aiuto di quegli esseri l'avrebbe fatta sentire meno sola contro il suo fantasma, l'avrebbe resa più forte e determinata.
Nonostante tutti questi pensieri positivi il fantasma continuava ad insinuarsi nella sua mente.



“Fuyuki ..”



Incominciò la frase intenzionata a declinare l'offerta, ma poi le venne quasi da ridere e la sua espressione divenne buffa e felice come quella di un bambino mentre scarta un pacco regalo.



“.. ecco, diciamo che al momento non ho nulla di meglio da fare.”



In una frazione di secondo, praticamente mentre stava già parlando, ebbe un'idea illuminante, un'idea tanto scontata quanto difficile da recepire. Nel tentativo di voler dissipare immediatamente i dubbi sulla reale identità del ragazzo, non aveva considerato l'opzione di rimandare il problema ad un tempo successivo. Avrebbe tenuto gli occhi ben aperti e al primo sentore di pericolo sarebbe scappata a gambe levate lontano da lui e poi c'era sempre l'Hokage, alla quale avrebbe potuto rivolgersi in caso di dubbi.

Le rimase il sorriso stampato sul volto a fare da contraltare all'espressione serena del suo interlocutore, ma le rimase anche un ghiacciolo gocciolante in mano.

 
Top
view post Posted on 25/4/2012, 13:30     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Discorsi di circostanza. Yukiko aveva fatto centro, ma era troppo impegnata a valutare la proposta che lo Hyuga le aveva fatto per riflettere su questo particolare e da esso risalire alla verità sul suo conto. Si stava rivelando sempre più acuta e Fuyuki si vide costretto a chiudere la questione con poche parole, impregnate di decisione, quasi rabbia.

- Che sia un fantasma, una perdita o una malattia affrontarle al fianco di qualcun altro può essere di grande aiuto.

Tagliò corto, pronunciando quei lemmi con tono pesante e con un solo fiato. La situazione lo stava preoccupando, sembrava quasi che la fanciulla fosse pronta a declinare l'offerta da un momento all'altro. Si vide sull'orlo del fallimento, sul baratro che si affacciava su di un abisso di sventura. Non poteva permettersi il lusso di sbagliare, consapevole com'era di quanto un secondo approccio con il suo obiettivo sarebbe risultato complicato e parecchio scomodo da gestire. In quel momento pendeva dalle labbra della sua bella interlocutrice, come se da queste potesse presto uscire una sentenza che avrebbe potuto seriamente compromettere la sua carriera di ANBU. Si domandava cosa avesse sbagliato, chiedendosi se l'insistere nel regalarle il ghiacciolo fosse stata una mossa ben ponderata come le altre. Quando la ragazza pronunciò il suo nome sentì una pugnalata trafiggergli il petto, ma il suo successivo sorriso strappò via con prepotenza il pugnale dalle sue carni.

Fiu.. Me la sono vista brutta stavolta.

Pensò sollevato, quasi fosse un condannato sfuggito all'ultimo secondo dalla pena di morte. Ringraziò nella propria mente il misterioso samaritano che lo aveva soccorso, prima di rivolgere alla Genin un sorriso compiaciuto che aveva corrugato il suo volto serio e impassibile.

- Perfetto!

Con quell'espressione in viso sembrava entusiasta come un bambino e la realtà non era poi tanto distante da quell'immagine. La sua felicità non era dovuta soltanto al responso positivo di Yukiko, ma ad una certezza che lo rendeva particolarmente allegro: fremeva come un i influenzato, solo perchè sapeva che presto avrebbe potuto incontrare nuovamente i suoi fratelli. In preda all'euforia avvicinò il pollice della mano destra alle labbra, mordendolo e provocando una piccola ferita. Allungò poi il braccio verso la fanciulla e con fare divertito tracciò una piccola linea cremisi sulla sua guancia, accompagnando quell'enigmatico gesto con una risata. Questa si spense soltanto quando, composti alcuni sigilli, entrambi i ninja vennero inghiottiti da una densa coltre di fumo.


Continua Qui

 
Top
9 replies since 4/4/2012, 19:37   310 views
  Share