Residenza del Clan

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view post Posted on 8/3/2010, 16:43     +1   -1
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Little Dreamer

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Dall'Apeiron, dalle Idee platoniche, dal Dio di Spinoza, da me stesso.

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*Un profondo sorriso increspò le labbra del jonin. Anche se era da sempre abituato alla maestosità e alla solennità che aleggiava dentro l'albero sacro, ogni tanto era molto più piacevole parlare con una persona spontanea come il genin che gli stava dinnanzi.*

Shizune: "Si bè... in realtà i miei genitori pensavano di avere una figlia alla quale dare il nome Shizune. Alla fine lo hanno assegnato a me... ma sai... a me non dispiace affatto... Bè, direi di avviarci. Seguimi."

*Mentre parlava con la massima cortesia nelle parole e un grande affetto sul viso studiava il ragazzo. Notò subito il braccio amputato del genin e per un millesimo di secondo l'espressione di felicità che aveva svanì per poi essere rimpiazzata da un altra espressione di felicità che però nascondeva goccie di pena e pietà per il ragazzo, ferito permanentemente alla sua così giovane età.*

Shizune: "Murasaki possi ciederti una cosa? Che.. che cosa è successo al tuo braccio?"

*Tornarono verso le scale e salirono nuovamente altri trentasei gradini. In pochi secondi si ritrovarono nel secondo piano dell'albero sacro. Lì l'apparente immobilità dei piani sottostanti svaniva, poiché vi erano numerose persone, per la maggior parte anziani e bambini che camminavano e parlavano. Tuttavia, nonostante quella scena tanto comune nei mercati di Konoha, il silenzio era quasi totale perché le parole erano basse e dolci a causa del solo addestramento che insegnava come parlare dentro il sacro albero. Tutti bisbigliavano, ma non quel solito bisbiglio che in grande quantità genera caos, anzi. Tutti i discorsi erano pronunciati con tanta enfasi e dolcezza che quel mare di bisbigli ricordava un antica e arcana melodia di che il ragazzo non era sicuro conoscesse o esistesse. Una strana aria aleggiava ovunque, un atmosfera di calma, pace, tranquillità e beatitudine. Si diressero verso una stanza lontana trenta passi dalle scale. Shizune mise la mano sulla maniglia in legno decorato ma non aprì la porta. Prima doveva essere sicuro che il ragazzo sapesse cosa significasse diventare un membro del clan...*

Shizune: "Murasaki prima di iniziare devo farti una domanda. Quando aprirò questa porta sarà troppo tardi per cambiare idea, la tua vita sarà per sempre decisa dalla risposta che mi darai: Il clan cui appartieni studia da secoli i principi più arcani e misteriosi della natura. Farne parte signifa diventare membri di una comunità di persone che dedica la propria vita alla natura. La domanda è questa: sei disposto a dedicare la tua vita alla natura fino alla fine dei tuoi giorni?"
 
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view post Posted on 8/3/2010, 18:55     +1   -1




Stranamente a come mi aspettavo che reagisse, il Jonin si mise a sorridere alla mia affermazione, infondo raggiunsi il mio obbiettivo: cominciare un rapporto, non basato sulla rigidità, ma sulla simpatia e la clemenza. Il tutto era facilitato dalla dolcezza che aveva quel giovane Jonin, era così affabile e gentile, che faceva piacere stargli accanto. Mi scrutò attentamente e osservò che mi mancava un braccio, così spinto dalla curiosità e dalla pietà, mi chiese come mi era stato levato. Per un attimo mi balenò davanti agli occhi la faccia di quel mostro, e avvertii nuovamente il dolore che provai, sentii quei denti freddi che staccavano la mia carne. Un brivido mi partì dalla schiena e afferrai con la mia unica mano la spalla mozzata, stringendola.

Murasaki: Ho commesso molti errori nella vita, ma il peggiore, mi è costato la perdita del braccio.

Non ebbi la forza di continuare. La mia voce per qualche istanti non era sconnessa e cantilenante, ma fortemente intrisa di dolore e di angoscia, mentre il mio viso e il mio sguardo fissavano il vuoto. Cominciammo a camminare, così mi alzai e con il mio solito andamento, lo seguii come un’ombra. Salimmo altre scale, erano uguali a quelle che collegavano il piano terra al primo piano. Arrivammo così al secondo piano. Qua la situazione mi stupì abbastanza. La struttura della stanza era molto simile alle altre, ma c’era qualcosa di diverso. Molte persone, tra anziani e bambini, passeggiavano spensieratamente, parlando. Avevano un modo molto particolare di dialogare, bisbigliavano, ma non era un sussurro fastidioso, anzi, le loro voci si fondevano insieme, quasi come se stessero intonando un canto, il tutto nel massimo rispetto di quel luogo sacro. Dovevo ammettere che il loro modo di fare mi piaceva parecchio, era affascinante. Ci dirigemmo verso la porta di una stanza, ma quando Shizune stava per aprirla, si soffermò e mi fece una domanda:

Shizune: Murasaki prima di iniziare devo farti una domanda. Quando aprirò questa porta sarà troppo tardi per cambiare idea, la tua vita sarà per sempre decisa dalla risposta che mi darai: Il clan cui appartieni studia da secoli i principi più arcani e misteriosi della natura. Farne parte significa diventare membri di una comunità di persone che dedica la propria vita alla natura. La domanda è questa: sei disposto a dedicare la tua vita alla natura fino alla fine dei tuoi giorni?

A quel punto mi bloccai, era davvero ciò che volevo? Davvero volevo entrare a far parte di quel clan completamente? Ci pensai un po’ su. Il mio sguardo non diceva niente. Dopo qualche minuto presi la mia decisione.

Murasaki: Io non ho una famiglia, non ho più amici. L’unico che avevo è morto. Sono nato e cresciuto nella foresta, e ci vivo tutt’ora. La natura è la mia vera famiglia, la foresta è la mia casa. E una foglia è la mia migliore amica. Quindi la mia risposta è, SI!!! Voglio far parte di questo Clan.
 
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view post Posted on 9/3/2010, 17:04     +1   -1
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view post Posted on 2/7/2010, 12:54     +1   -1
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SPOILER (click to view)
*Narrato*
(Pensato)
-Parlato-
Altri personaggi


*Era una bella giornata di sole e Kuma, dopo essere uscito di casa e aver camminato a lungo, si fermò per una pausa, iniziò a guardare in alto il cielo sereno, senza una nuvola. Qui pensava al suo futuro e per la mente del giovane ragazzo passavano strani pensieri, a volte positivi e a volte negativi; Si domandava se sarebbe riuscito a diventare uno dei tanti ninja esemplare del suo clan e aiutare gli altri a mantenere la pace in quest'ultimo e a Konhoa; ma poi lui si faceva coraggio e trovava le risposte da solo. Passato un po di tempo decise di rimettersi in viaggio; *

(Voglio proprio andare a vedere la sede del mio clan e vedere se qualcuno è disposto a insegnarmi qualcosa di più su quest'ultimo e qualche bella tecnica. Vorrei saperne davvero di più;)

*Quindi si addentrò nella foresta presso konhoa; il territorio presentava maestosi e rigogliosi alberi di tante specie, che ombreggiavano il territorio sottostante, c'era molto verde, dopotutto siamo in una foresta, tutto sembrava avere un equilibrio, a partire dall'atmosfera, che era tranquilla e adatta a concentrarsi e rilassarsi, a finire con gli animali, cioè un grande rapporto fra flora e fauna. Se qualcuno si fosse concentrato tantissimo avrebbe sentito gli alberi parlare con i compagni vicini, la natura si rispettava reciprocamente; in parole povere era il posto ideale per un allenamento. A questo punto Kuma, dopo essersi perso fra i suoi pensieri, arrivò in un punto dove c'era una cascata, dalle acque pure e limpide, che formava alla fine del suo percorso un laghetto, circondato da alberi secolari e fiori profumati; accanto a questo si poteva vedere una piccola costruzione in legno, probabilmente una casa abitata, e quindi Kuma decise di entrare e vedere se c'era qualche anima pia che lo avrebbe addestrato, anche per poco, per quanto riguarda il suo clan, quindi bussò e aprì la porta dicendo:*

-C'è qualcuno!! Ehm scusate sono un genin in cerca di un maestro e...-

*Kuma non continuò poichè la casa sembrava disabitata, c'era un silenzio tombale, però quelli che vi abitavano,probabilmente, dovevano essersi allontanati da poco, c'era ancora un pasto semi consumato, e la tavola era ancora apparecchiata, però Kuma non vedendo nessuno, uscì fuori e aspettò sdraiato,sotto uno di quei alberi maestosi e ombreggianti che avrebbero fatto venire voglia al giovane ragazzo di fare un pisolino.*

 
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Raiky
view post Posted on 5/7/2010, 22:15     +1   -1




*Raiky giunse alla sede del clan, era mattina il sole era limpido e gli uccellini sugli alberi che cantavano beatemente.
Per lui vedere il tutto era magnifico, uccelli, vegetazione, era il massimo.
Stette li fermo ad ammirare quella che per lui era l'eccellenza per un paio di minuti, subito dopo decise di entrare all'interno della sede, così si avvicinò alla porta, fece un gran sospiro e busso*


toc toc

"C'è nessuno?"

*Disse quelle parole alzando un pò la voce, ma non strillando, non voleva disturbare gli uccelli, ma il suo tentativo risultò inutile perchè gli uccellini volarono via*

(Era piacevole ascoltarli, vabbè fa niente)

*Così aspettò che qualcuno lo aprisse per poi incominciare ad apprendere le tecniche da lui tanto desiderate*
 
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view post Posted on 6/7/2010, 10:39     +1   -1
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SPOILER (click to view)
non per qualcosa, ma forse vi siete scodati di me XD, avevo postato prima di Raiky
 
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.AL
view post Posted on 6/7/2010, 19:04     +1   -1




SPOILER (click to view)
hai chiesto ad un quester?
 
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Stephisto
view post Posted on 6/7/2010, 23:18     +1   -1




gdroff - Per danygel, continua qui Link! - gdron
 
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gozzobba
view post Posted on 29/10/2010, 17:56     +1   -1




Nikosu volle aspettare qualche giorno dopo la sua promozione a Genin, per poter girare per il villaggio sfoggiando l'immacolato coprifronte che portava, pregustando anche l'onore con cui l'avrebbe portato dopo che si sarebbe sporcato di sudore e fango per i suoi allenamenti.
Tre giorni dopo essere stato al campo d'addestramento, dunque, il giovane genin volle provare l'ebbrezza di entrare nella sede del suo clan, il clan della foresta, uno dei più nobili e antichi della foglia.
Lui avrebbe fatto sì che la sua famiglia di mercanti fosse onorata come una di shinobi, ma soprattutto scelse un clan completamente diverso da quello di suo cugino Akira, che in quei giorni si stava allenando nella palestra del loto.
Chiese in giro per un maestro che lo potesse guidare per le vie del clan e che gli potesse insegnare i primordi di quest'ultimo, invano. Decise quindi di aspettare fino a che qualcuno si degnasse di riceverlo.


(Prima o poi qualcuno passerà di qui, spero.)
 
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view post Posted on 3/11/2010, 19:53     +1   -1




//Continua: QUI//
 
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Sharke
view post Posted on 29/5/2011, 07:30     +1   -1




Raiden giunse alla sede del clan....deserto. Non c'era la minima ombra, nessuno nemmeno un dannato membro del clan. era molto giovane ma aveva comunque dei membri era riprovevole che la sede fosse così inospicale. La grande arcata e l'enorme porta, l'ingresso all'interno della struttura. Il corridoio era vuoto, nessun abbellimento nessun ornamento la costruzione era stata da poco edificata, ma anche all'interno non c'era nessuno così Raiden decise di sedersi fuori sul giardinetto d'igresso nell'attesa che passasse qualcuno del clan ad insegnargli le tecniche

starò qui per qualche ora poi me ne vado

L'ampio giardino ornato da piccoli arbusti ed un sentiero, al centro Un'enorme albero come a simboleggiare il clan Seniju
 
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Chain Master
view post Posted on 29/5/2011, 21:45     +1   -1




Giungeva da Konoha, dove il verde e le piante venivano relegati, come in tutte le città degli uomini, a meri ornamenti al servizio dell'uomo. Giungeva da terre artificiali, per richiedere di apprendere i segreti della natura. La sua presunzione, così come la sua forza di volontà, sarebbero state messe presto alla prova.
Già nei pressi di quell'antichissima residenza s'intravedeva da lontano l'immensa chioma di Senju: l'albero madre e a suo modo rappresentativo dell'anima stessa dal clan. Li dentro la vita sciamava in migliaia di modi, che tuttavia gli occhi del piccolo genin non erano in grado di cogliere. Offuscati dalla cecità tipica degli uomini, i suoi sensi erano atrofizzati, il suo istinto...annebbiato. Senza ch'egli nemmeno se ne accorgesse, mille occhi avevano già scorto la sua presenza sin da quando avea lasciato il villaggio e, chissà...forse anche da molto prima.



continua qui
 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 1/1/2012, 14:00     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato Tatsumaru"



Continua da qui

Si era incamminato di buon mattino lungo la strada indicatagli da suo padre, e in breve tempo si era lasciato alle spalle le case e le mura di Konoha, tuffandosi nella fitta vegetazione del bosco. Con se aveva tutto l’equipaggiamento, e una mappa consunta, la stessa che usò suo padre, e che veniva tramandata da generazioni nella sua famiglia. Il luogo in cui si stava recando era avvolto nel mistero.

Persino suo padre non volle anticipargli nulla, si limitò ad indicargli la strada per raggiungere il bosco, e da li Tatsumaru avrebbe dovuto fare affidamento solamente al suo istinto, e alle approssimative indicazioni della mappa. Già, perché quella mappa era solamente una guida, pochi tratti ed ideogrammi sbiaditi, ciò che mancava doveva essere compensato dall’istinto del viaggiatore. Non poteva essere altrimenti, quello era prima di tutto un viaggio spirituale, una sorta di iniziazione. Solo chi era pronto a ricevere i segreti del sangue Senju avrebbe trovato la strada, raggiunto quel luogo misterioso.

Più si addentrava nel bosco, più esso diveniva fitto e lussureggiante, selvaggio, ed inquietante. Avanzava a fatica, facendosi strada col kunai, e quando ciò non era possibile, scalando alberi e superando dirupi. Cominciava a chiedersi se davvero quella fosse la strada giusta, se il suo istinto lo aveva guidato bene, e se avesse interpretato correttamente la mappa. Si sentiva smarrito, e un freddo interiore gli stringeva il cuore e lo stomaco. Poi, d’improvviso, una sensazione nuova, opposta a ciò che stava provando fino a prima, e per questo dirompente. Un’insolito calore, un’insolita sicurezza, un’insolita calma. D’un tratto seppe cosa fare. Chiuse gli occhi, e seguì quel calore interiore, dapprima camminando, poi correndo, sapendo senza vederla quale fosse la strada.

Si arrestò, e quando aprì gli occhi lo spettacolo lo lasciò senza fiato. Si trovava ai piedi di un enorme albero, gigantesco, grande quanto un intero villaggio. Si ergeva imponente, accogliendo sotto la sua vasta chioma a cupola i suoi figli, alberi rigogliosi anch’essi di dimensioni ciclopiche, ma che nulla toglievano all’imponenza del padre. Tatsumaru si sentì come protetto e accolto dall’abbraccio di quella chioma, che tra il verde del fogliame lasciava filtrare lunghi raggi di luce dorata. La natura in quel luogo pareva esistere da sempre, immutata e intatta. Avanzando sul manto erboso tappezzato di foglie e fiori, il ragazzo raggiunse le radici dell’albero, così grandi da sembrare esse stesse grandi alberi intrecciati. La sacralità di quel luogo lo mise per un momento in soggezione, prendendo il posto della meraviglia e dello stupore. Mosse alcuni passi nei dintorni, per osservare meglio, stando attento a non calpestare nemmeno un fiore, a non scalfire la corteccia, portando rispetto ad ogni cosa lo circondasse. Lentamente, la serenità di quel luogo tornò a pervaderlo, e nulla ebbe più importanza, nemmeno il tempo.

||Spero di non aver esagerato nella descrizione, leggendo il primo post di questa discussione ho immaginato il luogo come una sorta di luogo sacro Hindù ^^ ||


 
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view post Posted on 5/1/2012, 22:23     +1   -1
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.wanderlust

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80 replies since 19/7/2009, 09:26   952 views
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