Stanza di Akane Uchiha

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view post Posted on 15/12/2007, 13:07     +1   -1
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Stanza di Akane Uchiha
 
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*Lo sfogo di Ayame mandò in estasi il Sennin, pervaso da un irresistibile sadismo.

Quando aspettava di fronte alla sala operatoria, sentiva su di se lo sguardo carico di chakra di Ayame. Era così ovvio che lo stava puntando col suo mangekyou Sharingan*


(Vorresti farmi a fette vero? Vieni qua, vieni, la morte ti attende...non puoi farlo vero? Non puoi muoverti, sei solo un sottoposto...tua sorella è il capo assoluto, tu no...la figlia minore ha superato la maggiore, sia in forza sia in rispetto e anche in amore...dai, su! Vieni, vieni da Shinigami!)

*Si paralizzò un secondo a quel pensiero. Che diavolo stava dicendo?*

(Oh kami, perchè sono così spietato, inizio perfino a non identificarmi più con me stesso...)

*A sentire lo sproloquio di Ayame, quando si alzò per entrare si girò un'ultima volta verso di lei*

"Tua sorella è più forte di te ormai. E' molto più forte di me, e tu al confronto con me sei solo un granellino di sabbia nel Paese del Vento. Saluti, novellina!"

*Che soddisfazione...
Una sala operatoria. Quante volte le aveva viste in vita quelle sale piene di arnesi e di macchinari. Strumenti sporchi di sangue, organi trapiantati, ustioni di primo grado, arti congelati. Aveva visto di tutto nella sua carriera, ma solo in quel momento si rese conto che non aveva mai partecipato ad un intervento che non richiedesse la cura di ferite di guerra. Era ironica come cosa*


"Ehi.." *Disse a bassa voce avvicinandosi al letto. Scrutato come un gioiello sotto teca, Keiichi allungò le mani verso Akane irradiando chakra curativo dalle mani in maniera così chiara e lampante da evitare qualsiasi allarmismo che le sue mani illuminarono la stanza.* "Ben svegliata amore..."






 
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view post Posted on 17/6/2010, 00:35     +1   -1
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GDROFF//continua da QUA//GDRON

* Per tutto il tempo Akane aveva dormito sotto l'effetto dell'anestesia totale, l'ultima cosa che ricordava fu l'aver dato indicazioni ad un anbu e poi una luce abbagliante che dall'alto veniva puntata su di lei che doveva essere quella della sala operatoria. Le fecero respirare un gas soporifero tramite una mascherina e le fu chiesto di contare fino a dieci. Arrivata a quattro lei iniziò a perdere i sensi e con dei rumore in sottofondo di ferri, probabilmente bisturi o robe simili, e un vociare che sentiva provenire da lontano si addormentò.
Il risveglio fu traumatico, all'inizio trovandosi ancora in uno stato di shock aveva iniziato dimenarsi nel letto senza rendersene conto, ci vollero ben quattro medici per calmarla e farla stare ferma. Aveva rischiato più volte di battere la testa contro la spalliera del letto o sullo spigolo del comodino o addirittura di aggravare la sua situazione visto il recente intervento. Quando la situazione si stabilizzò la spostarono dal reparto di terapia intensivo fino al secondo piano, ben lontano dal reparto maternità. Il capomedico le spiegò cosa era successo e il risultato dell'operazione e le reazioni che aveva avuto il suo corpo anche inconsciamente. Impassibile. Annuì soltanto quando disse che c'era una visita per lei, le diedero cinque minuti. Aprendo gli occhi capì di trovarsi in una delle tante stanza dell'ospedale, vuota e buia. Un comodino piccolo con sopra appoggiato un piccolo vaso di fiori, un paio di quadri appesi alle pareti bianche ed un piccolo separè ripiegato in un angolo. Dall'unica finestra filtrava un fievole luce giallognola emanata da un lampione poco distante che arrivava all'altezza di quel piano. Sotto le coperte e con una flebo attaccata al braccio destro aspettò che entrasse qualcuno. La porta cigolando si aprì, non si annunciò, ma riconobbe i passi silenziosi.*


"Heylà..non serve, l'effetto dei farmaci è ancora attivo e non sento nulla.."
"Perchè sei venuto.. non voglio che tu mi veda così, in questo stato pietoso.."

*Sembrava ancora stordita e aveva gli occhi lucidi, quando vide Keiichi avvicinarsi al letto si vergognò tremendamente. Non riusciva in alcun modo a guardarlo negli occhi e dopo averci provato più volte si voltò dall'altra parte. Le lenzuola leggere nel movimento si spostarono verso il basso seguendo il movimento delle sue gambe e scoprendo parte della schiena nuda di lei.*

"spero che il chirurgo abbia mantenuto la promessa, ha parlato soltanto con te e gli anbu vero?
Il..villaggio, la gente non deve sapere nient'altro. Una ferita sul campo, sono cose che capitano, dovranno accontentarsi di questo, non mi piace mentire ma..raccontare..la verità..sarebbe, troppo..."


*Rannicchiandosi strinse le lenzuola nelle mani e premendo forte la testa contro il cuscino le lacrime iniziarono a scorrere lungo le guance senza sosta. Presa da un dolore troppo grande non riuscì a controllare la sua reazione e singhiozzando si chiuse in se stessa, sembrava non voler vedere nessuno ne tanto meno Keiichi. Come i primi giorni dopo la violenza subita, il contatto con qualsiasi uomo la spaventava: come le era capitato nel dojo qualche tempo prima anche solo parlare, una semplice pacca sulla spalla o una stretta di mano risultava per lei un qualcosa di traumatico.*

 
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view post Posted on 17/6/2010, 08:12     +1   -1
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"Nessun altro sa nulla non ti preoccupare" *Furono le uniche parole che riuscì a dire. Stette parecchio tempo in silenzio, sapendo di avere il tempo come avversario*
"Bada a tua sorella, credo che ormai abbia perso il senno dalla rabbia già da tempo. Consiglio una misura cautelare, prima stava vaneggiando minacce senza neppure rendersi conto del luogo dove si trovava"

*I cinque minuti concessi passarono in fretta. Quando gli venne dato ordine, si alzò senza discutere e senza dire nulla se non un semplice saluto, non era il caso di fare o dire altro in quel momento*


 
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*Keiichi non riuscì a dire molto in quella situazione e quando il tempo concesso volse al termine volle metterla in guarda dalla sorella. Per lei però non erano una novità, quando aveva ferito quasi a morte il suo ragazzo, era già stata minacciata di morte e poi sbattuta fuori di casa. Erano mesi che non la vedeva, non che le mancasse, ma probabilmente in quel lasso di tempo la rabbia che covava nei suoi confronti era stata notevolmente alimentata specie dopo l'intervento di Keiichi. Sapeva essere molto vendicativa..ma non era di quello che si preoccupava adesso, ma bensì di chi era su quel piano dell'ospedale. Quando l'avevano spostata da un reparto all'altro, aveva visto nel corridoio l'uomo che odiava più al mondo, quel Nara che l'aveva ridotta in quello stato, Dan. Sembrava stare bene, certo con un braccio in meno e la sua virilità annullata, ma per il resto sembrava in ottima forma. I loro sguardi si erano incrociati una sola volta e questo era bastato per farla stare male*

( è ancora qui, non voglio vederlo, non voglio vederlo, non voglio vederlo!)

*Il ragazzo uscì silenziosamente dalla stanza mentre lei continuando con quell'andamento dei suoi pensieri finì per chiudersi in se stessa. Nei giorni seguenti al ricovero non parlò con nessuno, rispondeva appena con dei cenni della testa ad un'infermiera.. Keiichi era passato a trovarla ma non volle vedere nemmeno lui. Non aveva più alcuna perdita di sangue e la ferita si era rimarginata, eppure continuava a lamentarsi dicendo di stare male..Fu possibile alimentarla solo per via endovena, aveva perso l'appetito e non aveva voglia di ricevere nessuna visita. Più il tempo passava e più i regali degli abitanti del villaggio si accumulavano in un angolo, sembravano essere tutti molto preoccupati per lei. Passata la settima notte il medico curante di buon mattino le portò buone nuove: poteva essere dimessa, stava bene, dalle ultime analisi risultava che tutti i parametri erano stabili e che quindi poteva tornare al suo lavoro e ruolo di capo del villaggio. Lei però non volle stare a sentire i suoi consigli e forse per capriccio lamentò nuovi dolori prolungando la sua permanenza li dentro. Stufo della situazione il capoanbu entrò senza chiedere permesso nella sua stanza con l'intento di farla riprendere, con le buone o con le cattive.*

Capo anbu:"Akane-sama, il medico dice che è normale sentirsi così dopo un'operazione del genere..ma adesso sta esagerando. Lei è una donna forte! Il villaggio ha bisogno di lei!"

(...........cosa...........chi..................ah................che vuole..........)

"Osu, sei un buon capo, perchè non prendi il mio posto?"

Capo anbu:"LEI STA DELIRANDO!! Accidenti!"

"Farò del mio meglio.."

*Anche il più freddo degli anbu non riuscì a resistere difronte a quella situazione, e quando sentì quella proposta non riuscì a trattenersi dall'andare a smuoverla dal lettino. Con le sue possenti braccia la sollevò scuotendola, si tolse la maschera e guardandola dritto negli occhi parlò quasi pregandola. Lei con lo sguardo perso nel vuoto non cambiò espressione e allontanandolo con la forza si limitò a dire che ci avrebbe provato..al seguito entro un medico molto giovane ed imbranato.*

Medico"Hokage-sama è guarita del tutto non può restare qui..dalle ultime analisi risulta che-"

"Ho capito cosa risulta, ho capito..
Tolgo il disturbo entro domani non si preoccupi"


Medico"Ma io non volevo dire questo, solo che-"

"Fa silenzio!"

Medico"M-ma io, scusate...è che.. non-"

"NON BALBETTARE CHE MI IRRITI!"

Medico:"AAah mi scusi signorina!! La lascio n pace"

*Arrivò quasi a mettere piede fuori la stanza che gli fu consegnato da un collega un nuovo regalo, si voltò nuovamente e timoroso rientrò. Un po' imbarazzato indicò i regali che occupavano gran parte della stanza fece una domanda al suo paziente speciale*

Medico:"S-scusi, questi dove li metto?"

"METTILI DOVE TI PARE!"

*Spaventato dalla reazione quasi fece cadere il pacchetto, appena recuperato uscì di corsa e avvisò il suo capo della decisione presa con l'Hokage. Nel tardo pomeriggio Akane finalmente provò a muoversi. Controvoglia si tolse le coperte di dosso e staccando la flebo dal braccio si mise seduta. Indossava una veste bianca e molto larga, una di quelle che fornivano a chi si ricoverava. Mise i piedi fuori dal letto e si accorse che non arrivava a toccare il pavimento mentre le pantofole erano lontane. Pensò di essere troppo bassa per la sua età e una cosa stupida come questa la demoralizzò nuovamente, facendola sentire inutile. Bastava veramente poco che la voglia di scomparire dalla faccia della terra tornava più forte che mai. Teneva la testa bassa con i capelli sciolti che le cadevano davanti, fissava i piedi, o forse una mattonella mentre le mani stringevano forte la veste.*

GDROFF//sono passati 10 giorni, puoi intervenire come meglio credi al di fuori delle indicazioni date. Ti è stata concessa la libertà vigilata.//GDRON



Edited by ~Crazy Angy. - 18/6/2010, 04:06
 
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view post Posted on 17/6/2010, 22:58     +1   -1
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*L'andirivieni di gente che portava regali all'Hokage era come un fiume in piena che travolgeva ogni cosa, sassi, sabbia e detriti sul fondo del fiume che si accalcavano tutti in quella piccola zona di corrente morta che era la stanza di Akane. Diverse urla uscirono dalla sua stanza, segno che lo stress e la rabbia che ancora crescevano dentro di lei non erano minimamente acquietati. Perennemente sotto lo sguardo vigile degli Anbu, non disse una parola quel giorno, se non la semplice richiesta di poterla vedere almeno una volta al giorno.
Ma se c'era qualcosa in quel momento che aveva attirato la sua attenzione, per quanto gli dolesse ammetterlo, non era la salute di Akane. C'era stato un rapido flash ai suoi occhi, giusto un bagliore, che avevano totalmente distratto i suoi pensieri, facendogli elucubrare pensieri malvagi. Certo non poteva distaccarsi dagli anbu ma poteva camminare...certo non poteva dire o fare cose troppo azzardate, ma poteva muoversi indisturbato non inosservato, ma meglio di nulla. Si alzò affermando di doversi sgranchire le gambe. Sapeva che ogni suo passo era monitorato e registrato, ma tento ugualmente un azzardo. Camminò per diverso tempo su e giù per l'ospedale e ad ogni passo qualche granello di sabbia della sua giara si distaccava, andando poi lungo le pareti. Si era messo anche a parlare con gli Anbu, che non sapendo bene cosa dire, si limitavano a rispondere a monosillabi e con frasi standard. Ma più il tempo passava, meno la loro attenzione era concentrata su quello che stava facendo.
Incrociò diversi medici in ospedale. I più avventurosi si azzardarono a mostrargli cartelle cliniche e a porgli domande per consigli sulle terapie da seguire*


"No no, peggiorerebbe solo la situazione...

ferita da taglio così grave non c'è molta speranza, amputazione diretta...

come ha fatto ad arrivare fino q qui vivo se mezzo corpo era congelato?

Sarà dispendioso, ha costante bisogno di antidolorifici e afflusso di chakra...

Non c'è molto da fare se il canale circolatorio del chakraviene reciso. Temo non potrà più usare adeguatamente le ninjutsu...la sua carriera ninja è finita...

No non vi spiego i miei segreti, inutile che me li chiediate!

Tensei Ninjutsu? Se sei disposto a morire provandoci, ti dico subito come si fa!

...più che altro ho visto che l'uso di questo medicinale contrasta l'effetto del primo soccorso, abbatte si le molecole di veleno ma spesso e volentieri intacca l'organismo..."


*Piano piano, sia per la scorta degli Anbu sia per la sua docilità, Keiichi fu attorniato da moltissimi ninja medici. Alcuni avevano perfino osato chiedergli se poteva mostrare loro il marchio di Oto, ma gli anbu avevano chiaramente negato questa possibilità allarmandosi istantaneamente. Seppur con timore, le domande iniziarono a variare, senza mai toccare il perchè dell'abbandono di Suna e affini, ma sempre riguardarono la sua vita ninja*

"A dire il vero essere eremita non è tutto questo vantaggio, il mio corpo ha più cicatrici fatte da Enma che dalla totalità dei nemici che ho mai affrontato!

No non sono proprio un'atleta, la leggenda che sia così veloce è inventata, o forse dipende da cosa intendi te, io posso viaggiare nel flusso delle sabbie come meglio credo. In quel caso si, hai ragione.

Non ti insegno nessuna tecnica ragazzo, smettila di provarci...

Beh fu uno sforzo immane per me contrastare quelle lame a Kiri. Non capisco perchè crediate che sia tanto facile, solo perchè maneggio grandi quantità di sabbia non significa che sia senza sforzo.

Non guardarmi male giovane Anbu, l'insistenza ha un limite! E poi non dovreste permettere che mi importunino fino a questo punto o sbaglio?

No ragazza, la tensei ninjutsu ha un limite massimo di tempo, per tuo padre non c'è molto da fare, mi dispiace..."


*Perfetto, assolutamente perfetto. La distrazione ormai era tale che le quantità di sabbia che scorrevano lungo la giara erano aumentate senza che nessuno se ne accorgesse.

E mentre lui era occupato a "intrattenere" la folla di arditi che osavano rivolgergli la parola, lontano da occhi indiscreti, sempre muovendosi silenziosamente, la sua copia si formava, granello dopo granello.

Calava la notte. Il tempo passava, la gente se ne andava. Perennemente sotto sorveglianza, decise di uscire dall'ospedale chiedendo se poteva rivedere lo stadio chunin di Konoha. Anche se bizzarra, acconsentirono a quella richiesta. E mentre l'originale si allontanava, il falso si formava.
le ombre erano alte in quelle mura ormai, e la luce iniziava a farsi rara per quei corridori. Lungo il punto dove le pareti si incontrano, piccole frecciate di sabbia si riunivano in un unico essere e scivolavano sotto una porta. Un cartello con scritto "Non disturbare" alla maniglia, un messaggio che recitava che il paziente era preda a deliri dal ricordo dell'amputazione...fatto. Conoscere tutti quei medici era servito, aveva intuito qualche nome e poteva agire.
Nell'ombra illuminata solo da una fioca luce distante delle strade del centro di Konoha, solo in quella stanza dall'aspetto tetro, il suo giocattolo di carne stava aspettando. Non poteva toccarlo no, anche perchè una copia...non è molto potente. Ma bastava anceh solo la tortura psicologica...Una leggera voce distante si fece sentire nella stanza mentre l'ignara vittima leggeva un libro con l'unico braccio rimasto, aiutato dalla luna che splendeva alta in cielo.*


"Uno due tre, Lui viene per te..."

Dan: "Chi è la?" *disse alzandosi di soprassalto e cadendo per poco dato che non c'erano più due braccia a sostenerlo

"Quattro cinque sei al sicuro non sei..." *Si alzò del tutto in piedi allontanandosi dalla porta e avvicinandosi alla finestra*


"Sette Otto, rimettiti dentro al letto! *Una frusta di sabbia lo afferrò sbattendolo nuovamente a letto e tappandogli la bocca*

"Sette Otto Nove Se ti agiti vai non sai dove

*Iniziò a sudare freddo, mentre la sua pulsazione cardiaca aumentò notevolmente*

*Una figura nera comparve all'improvviso da sotto il letto stendendosi affianco a lui, scrutandolo con sguardo malvagio.*

"Ciao Dan!"

*Iniziò ad agitarsi la fu costretto violentemente contro il materasso dalla spinta del corpo del Sennin mutato dal potere del sigillo*

"Su su su, cosa sono queste urla, perchè ti dimeni?"

*Si era disteso assieme a lui proprio nel lato monco e ora il suo fiato era sul suo collo*

"Scommetto che essere senza un braccio può avere i suoi vantaggi nei momenti di intimità, a volte può risultare troppo ingombrante un braccio vero?" *Ridacchiò sarcasticamente* "Oh scusa...a te quella cosa non è più concessa, non è vero?"

*Una lacrima di rabbia uscì dai suoi occhi, lacrima assorbita da un serpente di sabbia nera che soffiò sul suo viso*

"Ma su, ma su! Hai ancora una mano dai! Impara ad usarla! L'avevi allenata tanto, ora non puoi usarla per te stesso certo, ma si, può essere un valido sostituto! Come ci sente Dan? Ancora in ospedale? Dimmi, è doloroso urinare vero? Ammesso che tu ne sia ancora capace"

*Lo afferrò delicatamente per il viso girando il suo sguardo verso il proprio*

"Nara Nara Nara...prima o poi sarai da solo, prima o poi non sarò controllato da nessuno, prima o poi farai una mossa falsa e allora...oh si, allora mi divertirò a finire pezzo per pezzo quello che ho iniziato! Ricorda Dan, la morte è una liberazione non una punizione!"

*Scomparve in mille granelli di sabbia, lasciando quel disperato in preda ad una crisi isterica di panico. Urla che straziarono la notte di Konoha e che lasciarono il Sennin totalmentesoddisfatto*
 
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view post Posted on 18/6/2010, 03:44     +1   -1
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*A notte inoltrata delle urla agghiaccianti spaventarono tutti i medici e i pazienti presenti nella struttura. Akane che non riusciva a dormire già da molte ore, sentì quella voce familiare mentre si rigirava tra le lenzuola e quando la riconobbe non potè che stare meglio. Stava soffrendo quel cane, se lo meritava pensò e con una certa soddisfazione trovò la posizione giusta per dormire. Passarono all'incirca un paio d'ore quando iniziò a delirare per via degli incubi. Quando si svegliò di soprassalto erano le quattro del mattino e accorgendosi di essere sudata andò a rinfrescarsi nel bagno senza accendere nessuna luce: c'era uno specchio ovale in cui la luce riflessa della luna illuminava la piccola stanza, si trovava appena sopra il lavandino e mentre l'acqua sgorgava fluida tra le sue mani per controllarne la temperatura, non riuscì a specchiarsi nemmeno per un istante. Con rabbia ne colpì la superficie con un pugno mandandolo in frantumi e ferendo la sua mano in più punti. Il sangue continuò a fuoriuscire ma non sembrò preoccuparsene, aveva ferite ben più profonde di cui preoccuparsi. Quelle della sua anima, sporcata dalle azioni di un folle. Provava una quantità d'odio infinita, in cuor suo Akane sapeva che questo avrebbe portato solo altra violenza..ma non poteva farci molto, quella notte l'aveva segnata, era convinta di essere condannata alla sofferenza anche solo per quel ricordo. Si rifugiava continuamente nella speranza che il tempo rimarginasse quella sua ferita fino a richiuderla. Purtroppo non avveniva mai. Ferite del genere andavano curate con il giusto rimedio e ce n'era uno solo giusto: accettare quello che era successo. Conosceva la soluzione ma non riusciva a metterla in pratica, come poteva? E quindi, come poteva smettere di soffrire ogni volta? Senza trovare risposta a queste ed altre mille domande, si lasciò scivolare lungo il lavandino e poggiandosi con la schiena al materiale freddo arrivò a sedersi a terra con le ginocchia al petto e la testa poggiata sopra. Le braccia stringevano il suo corpo e iniziò a dondolare avanti e indietro mentre il lavandino si riempì fino a strabordare e far cadere dell'acqua in testa alla donna.*

"perchè a me....."

(accettarlo...sarebbe come giustificarlo..non ci riesco, come potrei.........e se........)

*Continuava a sentirsi inutile e a credere di essere soltanto un peso per se stessa, Keiichi..e per il villaggio intero. Mentre i tagli continuavano a sanguinare sporcando la veste immacolata, prese una grossa scheggia che era conficcata nella carne e senza muoversi più di tanto rimase ad osservarla per diverso tempo. Spinta da un male incurabile aveva ormai perso il lume della ragione e stava per compiere un gesto folle: avvicinando sempre più la parte tagliente del frammento al collo, il suo sguardo si perdeva nel vuoto. L'acqua le scivolava addosso rendendo la veste un velo trasparente. Nei suoi occhi il riflesso della luna, così lontana adesso iniziava a sembrare più grande e visibile, quasi come se potesse toccarla e respirarne l'essenza..*

GDROFF// trovi Akane li :eho:, volendo puoi entrare dalla finestra tramite la sabbia, ha bisogno di una strigliata misà :sese: //GDRON



Edited by ~Crazy Angy. - 19/6/2010, 02:16
 
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*La polvere azzurrina derivante dall'esplosione del frammento di vetro si blocco a pochi centimetri dal suo volto. Una scia di sabbia si erse in aria, formando un messaggio a mezz'aria*

Anche il vetro è fatto di sabbia, sai?

*Un occhio scrutava quella scena, senza dire nulla, mentre lentamente un corpo si formava*

"Vedo che la ricostruzione dello stadio procede bene. Mi spieghi cosa avevi intenzione di fare con quel vetro?" *disse osservando la mano insanguinata* "Fammi vedere."

*Ferita superficiale quella, nulla di grave. basto poco a rigenerarla*

"Adesso sentiamo. Sei uscita di senno o sei semplicemente sotto l'effetto di una genjutsu e questa è una trappola?" Chiese schiettamente*
 
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view post Posted on 19/6/2010, 02:37     +1   -1
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*Per essere sicura di riuscire nell'intento, l'uchiha concentrò una piccola quantità di chakra del vento sul frammento, ma quando il questo fu vicino al tagliare un semplice laccio di cuoio che portava al collo, esplose tra le sue mani creando una polvere sottile e luccicante di colore azzurrino. Davanti ai suoi occhi si creò un gioco di luci e ombre affascinante che rese la situazione alquanto surreale. Sussultando rimase a guardare della sabbia a mezz'aria che muovendosi sinuosa andò a formare un breve messaggio. Allora capì, era stato lui. Lentamente una scia di sabbia materializzò il corpo del ragazzo davanti a lei che preoccupato la stava fissando. In un secondo momento curandole la ferita alla mano chiese che intenzioni aveva e lei ascoltate le sue parole pensò che avrebbe fatto davvero ridere se l'effetto di una genjutsu l'avesse ridotta in quello stato, a quel punto sarebbe anche potuta andare in pensione. Senza fiatare rimase a guardare come il chakra curativo stava rimarginando il taglio sulla sua pelle. Osservava meravigliata con quanta delicatezza operava..e mentre una mano era tenuta ferma dal medico, l'altra si mosse andando ad infilarsi nella scollatura della veste bagnata. Afferrò qualcosa e poi senza avere il coraggio di dire nulla la mostrò: era una semplice collana formata da un laccio di cuoio nero alla cui estremità era agganciato un frammento di roccia, una parte della rosa del deserto che un tempo le aveva regalato Keiichi. Durante uno dei tanti scontri si era danneggiata e adesso portava con se quella parte. Toccando quel filo poi lo fece reagire con il suo chakra e diverse scariche elettriche lo percorsero per intero fino ad arrivare al "gioiello". Era un modo come un altro per rendere indistruttibile quel pezzo che le era rimasto, l'unico ricordo che lo legava a lei quando non c'era. Quella notte era stata molto vicina dal tagliarlo..*

"Ho bisogno di sapere cosa pensi di me. Insomma Keiichi, guardami. Non sono la donna perfetta che tutti credono, ho mille debolezze, ho infiniti dubbi, domande, rimorsi...Spiegami come puoi restare al mio fianco sapendo quello che mi è stato fatto, dopo che ho portato in grembo una creatura frutto della violenza di un mostro!"

*Il pavimento bagnato non l'aiutò molto nel rialzarsi e infatti faticò non poco per rimettersi all'impiedi. Fermato il flusso dell'acqua lasciò scivolare la mano fino allo stipite della porta e dando le spalle al sannin vi si poggiò aspettando una risposta dalla quale molto probabilmente sarebbe dipeso il suo futuro come ninja, come kage e come donna.*

"Guardami e dimmi che la mia vita è servita a qualcosa perchè mi sento inutile, peggio ancora mi sento un peso per il villaggio, per te..per me stessa..Se sparissi dalla faccia della Terra molto probabilmente in molti gioirebbero..

AaAah andiamo via di qui, ho bisogno di bere qualcosa.."


*Bere per dimenticare era l'unica cosa che riusciva a fare da mesi, l'unica che la faceva stare meglio anche se per un breve lasso di tempo. Affogare i suoi problemi nell'alcol non le faceva certo onore ma non riuscendo ad accettare quello che le era successo rimase a lungo l'unica soluzione. Altre non ne esistevano o forse lei non le conosceva..Keiichi poteva forse aiutarla a trovarne? Fino a quel momento non solo non aveva avuto il coraggio di denunciare l'episodio ma non aveva mai chiesto l'aiuto di nessuno. Iniziando a singhiozzare provò a trattenersi ma anche sforzandosi non riuscì a trattenere le lacrime.*

"Aiutami..."

*Con un filo di voce chiese finalmente aiuto, era quello il primo passo verso la guarigione. Non ne poteva più di soffrire inutilmente da sola anche se sfogandosi in quel modo si pentì di averlo fatto appena un istante dopo. Pensò che da parte sua condividere quel dolore con qualcun altro era un gesto di puro egoismo. Cercò di nascondere il volto dietro i capelli e restando immobile, come pietrificata, strinse le spalle. Come se non bastasse tremava per via della tensione e della veste bagnata..con i piedi scalzi e le braccia attaccate ai fianchi sembrava più piccola del solito: una bambola di cristallo che rischiava di andare in pezzi al minimo soffio.*

 
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*Stette ad osservare le sue reazioni contemplando per quello che gli sembrò un lunghissimo lasso di tempo quel volto e quel corpo.*

(Ah, la rosa del deserto...perfino mi sfuggiva di avergliela mai donata, è come se appartenesse ad un'altra vita quel dono)

"E che cosa dovrei pensare di male?" *Disse mentre si librava nell'aria sopra una nuvola di sabbia. Degli arti di tale elemento saettarono a prendere alcuni asciugamani e la coprirono. La fece sedere sulla morbida nuvola abbracciandola*

"Akane...forse non ti rendi conto di alcune cose. Lascia che ti spieghi il perchè nonostante tutto quello che significa, continuo a trasformarmi col potere del sigillo. Mi pare di avertelo gia detto, ma te lo ridirò, tanto per sottolineare.
Quando io e Otomika decidemmo di avventurarci nel tentativo di controllare il chakra della natura, io e la parte corrotta di me stesso ci riunimmo. Forse era grazie al luogo dove ci trovavamo, forse era grazie ai poteri occulti del sigillo di cui neppure Otomika è a conoscenza. Shinigami era come un veggente, lui aveva la capacità di vedere attraverso il flusso del chakra che scorre nel mondo ogni evento di qualsiasi persona a me collegata. Ho visto tutta la scena...
Potevi fare qualcosa?"
*Le disse in tono severo. Una mano di sabbia andò ad avvolgerla improvvisamente stringendo ogni parte del suo corpo* "Vedi com'è andata? Te non eri in te e lui ne ha approfittato. Così come ora potrei farlo io. Eri debole e immobilizzata dal potere dell'ombra. Ora sei immobilizzata dal potere della sabbia" *La lasciò andare* "Non hai chiesto aiuto è vero, però puoi fare sempre qualcosa ora. Sei l'Hokage e gli Yamanaka sono piuttosto esperti nell'arte della lettura mentale. Puoi sempre chiedere ad un fidatissimo jonin Yamanaka di leggere cos'è successo. Ci sarebbero le prove allora e te potresti semplicemente imprigionarlo. O puoi sempre farti cancellare la memoria se proprio non riesci a gestirlo. Però non sarebbe di aiuto, ne farsi cancellare la memoria ne perderla momentaneamente. Ogni nostra ferita, se accettata è solo in grado di renderci più forti alle avversità Akane. Tu pensi di non essere utile al tuo villaggio? Per quello che posso aver visto e per la potenza che sento scorrere nel tuo chakra, probabilmente non serve nemmeno che Otomika mantenga fede ai suoi patti. Sei così potente che potresti polverizzarci entrambi senza darci il tempo di renderci conto di cos'è successo. E cosa vuoi che me ne freghi di quel che è successo, non capisco perchè diamine insisti a darti la colpa. Se io dovessi essere immobilizzato, la mia kekkei genkai annullata e il mio chakra prosciugato, senza la possibilità di fare nulla di nulla e una persona dovesse iniziare a farmi a fette solo per sadismo ma mi lasciasse in vita...sarebbe colpa mia? Se questo è vero tutti i torturatori del mondo sarebbero persone giuste, perchè se tu vieni torturato è solo colpa tua se non puoi farci nulla no? Perchè eri troppo debole? Basta dire cazzate!" *Disse piuttosto severamente* "Quel feto è morto. Suo padre è senza un braccio, senza...beh avrai capito no?E passerà il resto dei suoi giorni tormentato dalla paura. Almeno fino a quando non accada qualcosa che lo renda vulnerabile, perchè in quel caso ci metterò davvero poco a terminare l'opera, te lo dico schiettamente. Essere un peso per il villaggio vuol dire essere l'Hokage e non saper fare nulla. Vorrebbe dire essere un Kage incapace di difendere il proprio villaggio, incapace di difendere se stesso e incapace di aiutare gli altri. Se questo fosse vero però..." *Tirò fuori la maschera del demone dal triplo volto* "Questa sarebbe ancora sulla faccia di quel guerriero e tu saresti morta e corrosa da quell'acido. Ora Konoha sarebbe rasa al suolo, pechè hai visto di cosa era capace quel veleno no? Konoha è stata attaccata due volte e due volte hai respinto te gli invasori. La prima volta magari non era all'altezza di scacciarli tutti e hai solo affrontato il capo. Nessun problema, io tenevo a bada i pezzi piccoli mentre tu fronteggiavi il big boss, che era solo un umano con un'arma troppo potente per essere vera. Ma la seconda volta tu hai battuto un avversario che è riuscito a sconfiggere ME Akane. Vero, non sono molto forte ormai, ma la mia difesa è sempre stata la mia arma più potente. E nonostante la resistenza del mio corpo, della mia armatura e della mia sabbia, i colpi di quella bestia mi hanno colpito e mi hanno fatto svenire. Mentre te l'hai disperso evitando che l'eremo andasse in cenere. Là fuori è pieno di giovani reclute che aspirano a diventare qualcuno nella vita e nel mondo ninja. Quando ero a Suna l'esempio magari potevo essere io, ma io ho tradito Suna, l'ho rinnegata, e non me ne pento, devo confessarti che assolutamente non sento la mancanza di Suna. Mi mancano ogni tanto i deserti e le dune gialle sulle quali giocavo quando ero piccolo, mi mancano i luoghi dove ho sviluppato la mia kekkei genkai e ne ho appreso i segreti. Ma quei luoghi sono anche cosparsi del dolore che non potrà mai essere cancellato. Suna è piena di ipocrisia e arroganza. Ma ti rendi conto che avevo lasciato le sorti del villaggio al mio migliore amico, Kroxigor Azashi, proprio perchè pensavo che non sarebbe stato come me e invece lui faceva il doppiogioco? Prima di andarmene Kroxigor mi aveva lasciato un canarino d'argilla. In teoria potevo usarlo per comunicare con lui. Non l'ho mai fatto e adesso me ne pento. Kroxigor è morto e io non ho mai potuto chiedergli perchè di tutto ciò. Bene o male lui ha fatto molto peggio di me. Lasciare Suna per Oto non compromette il villaggio. Io posso rivelare alcune cose di Suna che solo un Kage può conoscere, ma almeno io fisicamente a Suna non c'ero più. Lui si. Lui ha fatto ben peggio di me. Ma io sono vivo, lui è morto. Hai idea di quello che possono aver pensato i ninja di Suna nel sapere che il loro kazekage era morto? E cosa pensi che faranno i ninja di Konoha dovessi sparire pure te? E poi diamine, vorrai mica darla vinta ad Ayame? "

*stette in silenzio per qualche secondo, senza però mollare la presa delle sue braccia*

"Se tu fossi davvero quel che dici, per quanto forte non saresti il capo villaggio. Se ti è stato concessa questa carica ci deve essere un motivo. E se anche fosse vero che alla tua scomparsa molti gioirebbero..." *La guardò dritta negli occhi* "Sappi che io morirei con te"


 
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* Il sannin si mise comodo su una nuvola di sabbia per poi porgere con la stessa un asciugamano alla ragazza e farla accomodare al suo fianco. La abbracciò e improvvisamente ebbe la sensazione di essere al sicuro, con la testa sulla sua spalla riuscì a calmarsi e a fermare il pianto. Fu allora che Keiichi le ricordò di come aveva assistito al tutto, poi con tono severo provò a farle capire che non avrebbe potuto evitare che ciò accadesse: avvolgendola con la sua sabbia la strinse quasi soffocandola e più la stretta si faceva forte e più il battito del suo cuore accellerava...come quella volta. In un certo senso il giovane sannin le stava ricordando come si erano svolti i fatti, come nonostante la sua forza non avrebbe potuto far nulla per impedirlo. Con la paura negli occhi rimase in attesa che terminasse quella "dimostrazione" e quando fu libera tirò un sospiro di sollievo. Riuscì in quel modo a capire che non aveva colpe.*

("cosa dovrei pensare di male?"......"Potevi fare qualcosa?".........."Perchè eri troppo debole?"......"Basta dire cazzate!"......q-quanta comprensione...)

*Parole che arrivarono dritte al cuore. Incredula davanti alla reazione del compagno non seppe bene cosa dire, cosa fare, come giustificarsi. Come aveva fatto ad essere così cieca? Adesso le sembrava tutto così facile, con l'aiuto di chi le voleva bene tutto sembrava una passeggiata. Davanti ad un amore come il loro qualsiasi problema poteva essere affrontato e superato con facilità. La forza dell'amore che in quel momento scorreva in lei e che albergava in lui fu tale da farle prendere una decisione importante così, su due piedi. Sembrò essersi caricata di energia nuova, come se il male fosse scomparso del tutto. Senza badare alle conseguenze del suo gesto si liberò dell'asciugamano e scendendo dalla nuvola tornò nella stanza principale mettendo via anche la veste umida. Illuminato dalla luce lunare per pochi istanti il corpo della donna si mostrò in tutto il suo splendore, poi tornata nell'ombra, indossò la divisa pulita e riprese il suo equipaggiamento. Non curante della presenza del ragazzo fece come se fosse da sola in casa sua e quando ebbe finito sorrise, esclamando che aveva fretta. Strattonandolo per un braccio lo invitò ad uscire con lei da quella stanza e insieme iniziarono a correre lungo il corridoio dell'ospedale. Cercando qualcuno svegliò mezzo reparto: diverse infermiere la guardarono male mentre dei pazienti ricoverati si lamentarono dalle loro stanze reclamando un po' di tranquillità. Il profumo inebriante dei fiori di campo portato dal vento invase quel tratto attraversavando le finestre e fu allora che svoltato l'angolo un anbu si allarmò nel vederla li, in divisa e seguita dal mukenin. *

"HACHI! Dov'è Hachi, ho bisogno di lui adesso!"

Anbu:"Che succede Hokage-sama!? Sta bene?"

"Dov'è Hachi? Ho bisogno di lui adesso!"

Anbu:"Dovrebbe tornare a breve dal giro di ricognizione, ma perchè lui, posso aiutarla io e adesso visto che sembra abbastanza urgente la sua richiesta. "

"Ho bisogno delle sua abilità innata"

???:"Quando ho sentito mi sono precipitato fin qui più veloce che potevo, in cosa posso esserle utile?"

*Una voce profonda risuonò appena sopra le loro teste. Un anbu con un lungo codino biondo si scusò per il ritardo e scendendo dal soffitto si rese disponibile per qualsiasi evenienza.*

"entra nella mia testa Hachi, è importante e vorrei che tu lo faccessi adesso. Ascolta, scava nel mio passato, la mia mente deve aver protetto un determinato episodio con dei blocchi ma per te dovrebbe risultare facile."

Hachi:"Mi dispiace ma sono costretto a rifiutare. Uso questa mia abilità soltanto contro mukenin che catturiamo o eventuali questioni di cui lei sa bene com-"

"HACHI!! Potrei non averne il coraggio tra cinque minuti, devi sapere cosa mi è successo e posso contare solo sul tuo aiuto! Credimi servirà per mettere in prigione un maledetto figlio di puttana!"

Hachi:"Ma Sarebbe come violare la sua privacy, non mi permetterei mai"

"..non importa. Fallo e basta!"

Hachi:"Come vuole..a quando dovrei tornare, mi serve una linea guida del tempo per lo meno, un luogo, un nome. Più informazioni ho e più facile e indolore sarà il procedimento"

"All'incirca a tre mesi fa..al locale famoso per i suoi spettacoli poco lontano dalla sede del clan uchiha..Dan Nara.."

Hachi:"Farò del mio meglio, sarò veloce lo prometto"

*Mentre dava spiegazioni all'anbu, membro del clan Yamanaka, iniziò già a dubitare della decisione presa e mentre vedeva le mani dell'uomo avvicinarsi alla sua testa cercò con gli occhi quelli di Keiichi. Aveva una gran voglia di tirarsi indietro proprio adesso ma il solo guardare quegli occhi la convinsero ad andare avanti. Lo voleva al suo fianco nel momento in cui qualcuno di estraneo avrebbe avuto accesso ai suoi ricordi.
Nel momento in cui la tecnica di indagine mentale ebbe iniziò, Akane per facilitargli ulteriormente il lavoro non oppose alcuna resistenza e di conseguenza perse i sensi. L'altro anbu la prese prima che cadesse a terra e facendola sdraiare su un divanetto continuarono. Procedendo a ritroso nei suoi ricordi il jonin di tanto in tanto esclamava, incredibili erano le battaglie affrontate solo nell'ultimo periodo e tante le cose legate al sannin poco distante. Ai giorni di prigionia dopo l'ultima missione svolta e la sofferenza per ciò che portava in grembo. Scavando nella sua testa come una talpa fa nel terreno arrivò al giorno che gli interessava. Vide l'Hokage, allora semplice jonin, che appena superato l'addestramento per entrare nella squadra anbu era uscita a festeggiare con la sorella e il suo ragazzo, quel Dan Nara su cui doveva indagare. Osservò come uno spettatore tutta la serata e come si era svolta la cena a tre. Potè vedere con i suoi occhi come tutto si era trasformato in una trappola, opera di un maniaco. Vide quel biondino dallo sguardo furbo e occhi dolci mettere della droga nel drink dell'uchiha, lo vide seguirla nel bagno delle donne fino a quando le saltò addossò sfruttando il controllo dell'ombra. Incredulo iniziò a scuotere la testa, ne aveva abbastanza di quella scena raccapricciante, voleva uscire da quei ricordi, non voleva credere fosse possibile una cosa del genere. *


Hachi:"BASTA! NON VOGLIO VEDERE OLTRE!!
PERCHE' NON RIESCO AD USCIRNE!?!?!"


Anbu:"C-he ti succede? Guarda è lei, vuole che continui.."

Hachi:"Che forza di volontà..non è possibile, nessuno può tanto quando sono sotto l'effetto di questa tecnica..
Non può costringermi a continuare la prego!!"


*Intanto la fronte corrugata di Akane nella sua espressione sofferente esprimeva tutto il suo dolore nel rivivere con lui quei momenti. Senza aprire gli occhi alzò la mano fino a raggiungere il braccio dello Yamanaka costringendolo a finire di guardare quell'episodio di cui tanto si vergognava e che aveva tenuto nascosto a tutti. Lo costrinse con la forza della sua mente, non potè opporsi, era nettamente superiore. Pochi secondi dopo l'anbu lasciò la mente della donna e cadde all'indietro, sembrava sconvolto. Arrabbiato e allo stesso tempo incredulo dinanzi a tanta malvagità: risuonavano ancora nell'aria le ultime parole che aveva sentito nella testa dell'uchiha..*

("Hachi, ti prego non farne parola con nessuno, hai le prove necessarie adesso. Sai cosa fare.")

Hachi:"Non è possibile, ditemi che non è accaduto realmente quello che ho visto..io io, io lo faccio a pezzi quello stronzo!!"

Anbu:"Spiegati!"

Hachi:"K-Keiichi, è tutto vero quello che ho visto, non era una sua genjutsu, vero? Perchè riverarlo soltanto adesso..quel bastardo è ancora in libertà..e Ayame!!! Portateli entrambi qui, adesso!! Voglio anche il capo!"

*Per alcuni istanti l'anbu esitò ma poi vedendo la rabbia del compagno sparì eseguendo l'ordine. Akane intanto continuava a lamentarsi nel sonno mentre con una mano cercava di afferrare il nulla. Pochi minuti e l'anbu tornò accompagnato dall'infermo e da altri due compagni, Ayame che era fuori servizio e il Capoanbu. *

Ayame: "cosa sono questi modi, stavo dormendo, voglio delle spiegazioni"

Hachi:"Non sei nelle condizioni di poterti lamentare, è per lei che sei stata convocata qui d'urgenza."

*Indicò l'Hokage distesa sulla poltrona mentre soffriva per via degli incubi e quando vide il Nara portato in quel corridoio su una barella gli saltò addosso colpendolo con un calcio all'addome. In quel colpo mise tutta la forza di cui disponeva e arrivò a sfondare il lettino e a danneggiare notevolemente il pavimento.*

Ayame:"Tsk! Cosa le è successo stavolta? Hey ma che cazzo fai!!!"

Capo anbu:"Hachi calmati e spiegaci!"

Hachi:"Codice nero signore, deve fidarsi di me, conosce la procedura.
Non posso riverarle niente"


Capo anbu:"Uhm, sei sicuro di quel che dici, sicuro di non aver sopravvalutato la situazione? "

Hachi:"No signore e non si preoccupi del mukenin. Dobbiamo arrestare quest'uomo e interrogare Ayame il prima possibile per sapere cosa sa o cosa crede di sapere. L'Hokage h-ha subito un torto troppo grande per restare impunito, la prego si fidi di me.
Inoltre dobbiamo fare il prima possibile un colloquio con tutte le autorità del Paese, le spiegherò strada facendo."


Capo anbu:"Va bene. Come prevede una delle clausole del codice, il titolo di capo passa a te per questa situazione. Hai tu il comando, agisci come meglio credi."

Hachi:"Grazie signore. Ayame seguici alla base e porta con te quel..rifiuto. Keiichi, prima di andare volevo soltanto ringraziarti per quello che hai fatto, ti siamo tutti debitori. Riceverai presto buone notizie, adesso torna a prenderti cura di lei, ha bisogno un po' di quella tranquillità che solo tu sai darle..
Andiamo"


*I tre anbu abbandonarono il posto uscendo dalla grande finestra mentre Ayame diede un ultimo sguardo ad enrambi i sannin, li odiava profondamente, erano riusciti a metterla nei guai e a far condannare il suo ragazzo. Quando furono soli il personale dell'ospedale che era stato fatto allontanare tornò curioso a controllare cosa stava succedendo.*



GDROFF//Agisci come meglio credi durante l'episodio, alla fine se vuoi, puoi portare Akane a quella che tu ricordi essere casa sua//GDRON

Edited by ~Crazy Angy. - 20/6/2010, 06:56
 
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view post Posted on 21/6/2010, 12:48     +1   -1
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*Durante tutto lo svolgersi delle azioni, il suo sguardo restò concentrato su Akane per darle tutto il suo sostegno morale. Alla fine, il colpevole e la sua compagna furono portati di fronte a loro. La reazione di Ayame era scontata, mentre il Nara chiaramente alla vista del Sennin si era immobilizzato dal terrore. Poco prima di essere portati via, Ayame lanciò un ultimo sguardo feroce ai due, ricambiato da un semplice dito medio di Keiichi e un altro gesto volgare per farla infuriare ancora di più*

"Ringraziarmi di cosa..." *Disse senza nemmeno pensarci* "E' gia tanto poter stare qua senza avere la ghigliottina al collo"

*Quando si riprese, aiuto Akane a rialzarsi*

"Sei stata molto forte a rivivere quel'esperienza. Ti porto a casa, andiamo.."





GDROFF//continua QUI//GDRON

Edited by ~Crazy Angy. - 21/6/2010, 17:14
 
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view post Posted on 6/3/2012, 16:53     +1   -1
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OT//continua da qua//OT

*Appena accertato che non avesse nulla di grave in breve fu fatta accomodare nella sua stanza d'ospedale da un'infermiera la quale, uscì poco dopo per lasciare il posto a due colleghi specializzati. Un uomo rude accompagnato da una donna dalla folta chioma rossa fece il suo ingresso e questo in modo alquanto strano. Fecero infatti come per contendersi la paziente "speciale" ma senza perdersi in chiacchiere passarono alle cure e alla medicazione. Non capì perchè le stesse bendando entrambi gli occhi ma per il momento l'Uchiha preferì limitarsi ad assecondare il dottore e le sue prediche. L'alone curativo che sprigionavano le sue mani le ricordava molto il chakra che aveva utilizzato diverse volte Keiichi su di lei. Furono molte nel tempo infatti le ferite che il giovane sannin aveva curato, eppure al confronto quello che percepiva al momento sulla pelle non era niente al confronto. Impiegò pochi minuti per donare sollievo a quel fastidio all'occhio sinistro ma nonostante l'impegno e l'esperienza non riusciva come il Rosso a rilassarla e a trasmettere in lei uno stato di maggiore calma. *

"Farò il possibile dottore, la ringrazio."

*Quando il medico terminò il suo lavoro e l'infermiera finì di pulirle il viso, Akane mantenendo un tono calmo e sereno ringraziò i medici per l'intervento e seguendoli con lo sguardo fino alla porta attese qualche minuto prima di stendersi a letto. Stanca com'era avrebbe dormito volentieri qualche ora e infatti poco dopo, costretta all'oscurità, non ci mise molto ad arrendersi a quel cuscino morbido. Pian piano il respiro si fece più lento e regolare fino a quando la concezione del mondo e dello spazo intorno a se prese a diventare solo qualcosa di infinitamente piccolo e distante da lei.*

 
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view post Posted on 7/3/2012, 18:05     +1   -1
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*Il riposo fu rigenerante.
Le ore passate a letto avevano permesso al corpo di riposare e alla mente di riordinare i pensieri e questo anche se il risveglio non fu dei più piacevoli. Il non poter aprire gli occhi per un'osservatrice come Akane risultò fastidioso e da cattiva paziente quale era sempre stata, allargò la benda sugli occhi scoprendo quanto meno il destro che al contrario dell'altro non aveva bisogno di particolari cure o attenzioni. Strato dopo stato ecco che finalmente trapelare un po' di luce e potendo finalmente guardarsi attorno, oltre a notare una sedia fuori posto e la cartella medica sul comodino, non v'era nulla di diverso da prima. Doveva essere notte fonda e nei paragi non sembrava esserci nessuno, udì soltanto lo scorrere lontano di qualche carrello nel corridoio adiacente. Aspettando che passasse si sfilò quindi il camice e rialzandosi i suoi piedi scivolarono comodi nelle ciabatte. Prese poi sottobraccio la sua veste malconcia e con calma si trascinò fuori da li; mettendo una firma sul modulo per l'uscita poi fece per affacciarsi sul corridoio e iniziò a cercare di inquadrare la zona. Se di fronte a se vedeva il numero 25 e la sua era la porta 22 significava che per raggiungere la camera della sorella avrebbe dovuto salire ben due piani. Constatato ciò prese ad incamminarsi quindi verso le scale e questo sperando di non incontrare il suo medico curante che di certo l'avrebbe fatta tornare indietro per accertamenti.
Di tanto in tanto incrociò la sorveglianza e infermieri vari che facevano il loro turno, un saluto silenzioso e via di nuovo dietro l'angolo.
Arrivata a destinazione si fermò sull'uscio per un lungo attimo.*


(..non ho concluso molto, mi spiace Ayame, prometto che ci riproverò)

*Dispiaciuta per non aver portato a casa grandi risultati dopo quel folle pseudo-allenamento, l'Uchiha si fece forza e ancora entrò per giungere a lei. Qualcuno aveva provveduto a pulire le superfici e addirittura a cambiare i fiori e ad abbellire per quanto possibile quelle quattro mura. Apprezzò in modo superficiale il gesto ma in realtà poco le importava, nulla poteva alleviare le sue sofferenze o rendere più piacevole quell'infinita attesa. Sospirando quindi si buttò sulla destra e presa una sedia andò a contemplare il volto della sorella così come faceva da tempo ormai. Ogni volta era così assurdo eppure gratificante vedere l'assenza di sofferenza in quel corpo freddo.*

"I ragazzi ti portano i loro saluti... sai, a volte sembra che il tempo non sia passato e che tu.."

*Mordendosi il labbro troncò e sapendo come sarebbe andata a finire smise subito di provarci. In quei mesi passati al suo capezzale era cambiato poco o niente, quelle poche volte che l'attività celebrale dava quei piccoli segni di vita i medici dicevano che era solo per un bisogno del corpo di alimentarsi, una sorta di riflesso incondizionato ma Akane non voleva ancora arrendersi. Non voleva ancora decidere.*

    "Ancora, come ogni volta che metteva piede in quella stanza d'ospedale, chi si sentiva sollevata era lei, proprio nel vederla. Sentiva le sue energie tornare e quindi restava ore a fissare il suo viso come a non volerlo dimenticare nella peggiore delle eventualità."



OT//continuerà in studio qui//OT
 
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view post Posted on 19/1/2020, 00:18     +1   -1
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Gdr Off// Continua dallo Studio dell'Hokage [X] //GdrOn


    ~ 11 Marzo 249 DN ~ iwBM5GL Konohagakure no sato
    [ Ospedale, Reparto di Terapia Intensiva ]



    Ore 04:00

A dire il vero non ricordò cosa vide in sogno e quando riaprì gli occhi riconobbe a stento il volto pallido del compagno. Distinse però il bip elettronico dei macchinari e capì di essere finita in ospedale, ricoverata d'urgenza. Stordita dai farmaci e dall'enorme bernoccolo che si era procurata cadendo, si vide una luce puntata dritta negli occhi e all'inizio non recepì molto delle parole, i suoni giungevano ovattati alle sue orecchie.

"Pupille reattive, è un buon segno sempai."

"Tesoro, mi senti tesoro? Va tutto bene, il peggio è passato. Sei forte, ve la caverete tutti e tre." "V-venga con me forza, lasciamola riposare." Ma pur richiamandolo per la terza volta, Ayumi non riuscì a raggiungerlo nemmeno di striscio. Chino al suo capezzale Hachi le teneva la mano e baciandola sulla fronte contenne a stento l'emozione. "Siete la mia vita, non lascerò che vi accada niente, mi hai sentito? " Gli occhi lucidi e il volto arrossato, nessuno in ospedale aveva mai visto il primario in quello stato.

"Dottore se-"

"Non insistere Ayumi, ti sarò eternamente grato per l'aiuto che mi hai dato ma ti prego, voglio restare. Le mie mani non erano le mie, non hanno mai tremato durante un intervento.."

"Non si colpevolizzi, dato il coinvolgimento la sua esitazione è stata del tutto naturale e lei lo sa.. è stato lei a insegnarmelo. Credeva forse di esserne immune?"

Esitazione? No. Il mio cruccio è quello di non essermi accorto di nulla, questo tipo di malori danno sempre delle avvisaglie, dei sintomi.. o lei li ha mascherati davvero bene oppure- "Oppure cosa? Con rispetto parlando, coglio proprio sentirla questa. Mani ai fianchi lo sembrò sfidarlo a definirsi un cattivo medico. Il suo pensiero però non verteva su quello, ma, piuttosto, sulla paura di essere un cattivo padre. "..è stato Hikari a trovarla svenuta, come se non ne avesse passate già abbastanza.

Cercando di mettersi nei suoi panni la dottoressa si addolcì e nonostante la sua giovane età seppe prendere le redini della situazione e consigliare al meglio il suo mentore.

"Come assistente del Sandaime mi sono occupata spesso di lui e se lo conosco bene come credo non gliene farà un colpa. Si sarà spaventato, quello si, ma è anche per questo che la sto invitando ad allontanarsi, avrà bisogno di qualcuno che lo rassicuri. Perciò, insisto.
Torni in lei e non mi costringa a chiamare i rinforzi, conosce perfettamente le regole del suo ospedale, siamo in terapia intensiva e non è permesso fare visite prolungate. Avete bisogno d'aria voi per primo sempai e Hikari ha bisogno di lei, cerchi di distrarlo e per il resto lasci fare a noi. Appena il Sandaime sarà cosciente la farò chiamare e potrete aggiornarla voi stesso.
"

Dovette fare uno sforzo enorme per decidersi ad abbandonare il suo capezzale ma alla fine cedette, la mora sapeva essere convincente e spaventosa al tempo stesso. Le aveva insegnato bene.

Ayumi-san.. grazie.
Per qualsiasi cosa sono qua fuori.


Non ditelo nemmeno per scherzo, ho già provveduto al cambio turno di domani, la coprirò io finchè la signorina non si sarà rimessa e Hiyama coprirà il mio posto in pronto soccorso.

Doppiamente grato Hachi si avviò verso l'uscita, la sua amata aveva rischiato di morire quella notte e con lei la figlia che aspettavano, i figli anzi: nel curare l'emorragia improvvisa i medici avevano scoperto lo sviluppo di un secondo feto, un gemello, un maschietto sfuggito alle prime ecografie che cresceva a rilento e con delle anomalie nel battito cardiaco. Come avrebbe fatto a dirglielo, Hachi ancora non lo sapeva, era una notizia splendida ma al contempo terribile, specie considerando com'era finita la sua prima gravidanza.

    Ore 10:00

Il suo cervello faticò a metabolizzare la appena notizia ricevuta, restò imbambolata per diverso tempo senza reagire e se l'idea di aspettare due gemelli non sembrò sconvolgerla più di tanto, lo fu scoprire che il malore avuto quella notte era dovuto alle condizioni precarie del secondo. La voce di Hachi le giunse sempre più ovattata mentre la riempiva di dettagli tecnici ma soprattutto di consigli terapeutici e di accortezze che avrebbe dovuto prendere da li fino al giorno del parto.. il tutto senza omettere i nomi impronunciabili di farmaci e integratori che avrebbe dovuto assumere per ridurre i rischi di una nuova crisi. Ah e poi le disse, "niente ginnastica da letto fino al parto", come se fosse davvero rilevante in un momento simile e a giudicare dall'espressione contrariata che montò su, fu l'unica cosa che recepì davvero tra tutte quelle chiacchiere. Ne rimase infastidita.

"Dì qualcosa ti prego. Sono stato pessimo lo so.. non so come sia possibile che non ce ne fossimo accorti prima, le ecografie non mostravano nessuna anomalia. A cosa pensi?"

"Ora che dovresti farlo, non mi leggi la mente?" evitando il contatto visivo, lo punzecchiò.

"Tu.. non vuoi che lo faccia. Sei arrabbiata con me, lo capisco, ne hai tutte le ragioni ma non credi sia crudele da parte tua trattarmi così? Ho avuto paura di perdervi e- " "Il nome." - lo interruppe. "Mh..?"
" Sto solo pensando al nome che dovremo dare a nostro figlio."

Con quelle parole Akane dimostrò di essere già andata oltre, lo colse in contropiede e stavolta fu impossibile trattenere lacrime di gioia, scoppiò a piangere come un bambino e si allungò ad abbracciarla.

"Fa piano, staccherai tutti questi aggeggi, se poi iniziano ad emettere suoni strano non ne voglio sapere niente. Ma.. insomma oh, Hachi? Possibile mai, a volte sembri un bambino più di Hikari."

"Non m'importa, ti amo. Avete sentito!? Io amo da impazzire questa donna. Gesticolando lo ripetè come a voler convincere chiunque fosse in quell'ospedale e poi, calmandosi, tornò a lei."Vi amo alla follia ed è tutto quello che conta."

"A-anch'io ma ho davvero bisogno di ossigeno adesso.. oh dei, grazie."

"Pardon, sarà che non siete le uniche ad avere sbalzi ormonali, non pensavo ma anche la paternità ha un suo perchè, mi sta mandando su di giri."

"Già.." - commentò a stento lei - "No ma prego, meno entusiasmo eh, prenditi pure tutto il merito per questi due gioiellini che verranno fuori.". LA pensavano allo stesso modo eppure lei non si lasciò trasportare dall'emozione e anzi, tirandosi su, tra una smorfia di dolore per l'intervento subito e la stanchezza, il suo viso s'incupì. Fu sul punto di aggiungere altro ma si trattenne: aveva di certo qualcosa che le frullava in testa ma preso com'era il jonin non se ne accorse minimamente.

"Aldilà di tutte le prove scientifiche che mi hai portato, credo di sapere cos'è successo davvero e non ti piacerà.." - quando sputò il rospo Hachi non riuscì ad intuire dove volesse andare a parare ma l'istinto lo portò a drizzare le antenne.
Ebbe un brutto presentimento e sciolto l'abbraccio, tornò a sedersi.


"Non ho nessuna prova per dimostrare la mia tesi ma credo sia opera di Keiichi. ""..ma di che parli? Se è ancora per la presenza che credevi di avvertire mi sembrava di aver già chiarito ieri sera, non ti pare?" - Lei scosse piano la testa e accarezzando il grembo appena rigonfio con entrambe le mani, ritentò. Fu il più delicata possibile ma non c'era un modo "giusto" per dire una cosa simile.

"Credo che l'altro sia figlio suo, e no, prima che tu me lo chieda, non c'è stato più nulla tra noi."

"Cosa. Come.. che stai dicendo, non capisco."

"Hai conosciuto bene Keiichi e hai letto molti dei suoi studi medici, se perfino mio nonno è riuscito a studiare un metodo per far sviluppare un feto fuori dal grembo materno, cosa vuoi che sia per il kami della medicina trovare il modo di reincarnarsi e di lasciarmi per sempre una parte di lui?"

"Ma che assurdità vai dicendo, e io che ti ascolto anche. Per un attimo mi hai spaventato."

"Si chiamerà Keiichi, è lui, io lo so fidati."

Stanco di quella storia lo Yamanaka trattenne a fatica uno sbotto di rabbia e portandosi una mano alla bocca si stropicciò il viso costringendosi a non commentare la scelta frettolosa ed egoistica. Nervoso si alzò e la discussione iniziò a farsi animata: dal corridoio Hikari e gli altri di passaggio di certo se ne resero conto.

"Tu, sai che tu sai essere proprio-" "Cosa?" "Tu non-" "Forza dillo."

Hachi iniziò a fare su e giù nella stanza, i suoi occhi gonfi e rossi adesso erano passati ad esprimere sconforto e ira, quasi, e con lei che lo provocava insistentemente alla fine decise di uscire dalla stanza pur di non rischiare di dire cose di cui poi si sarebbe potuto pentire. "Dove credi di andare adesso? Tsk.." Scappando a quel modo non ci fece una bella figura ma fu lei a dover sopportare gli sguardi dei passanti che si erano soffermati fuori dalla porta.

"E voi che avete da guardare? Andale, àndale, lo spettacolo è finito. Ah. Lei no infermiera. Chiuda quella porta e mi dia qualcosa per rilassarmi."

La ragazza in camice eseguì gli ordini e preparata la flebo lasciò l'Hokage da sola con i suoi pensieri.
Per quanto Hachi si fosse dichiarato maturo nei confronti del suo legame con il Rosso, la sua reazione era giustificabile, come avrebbe potuto sopportare l'idea di veder girare per casa un piccolo Keiichi? Non dirglielo però sarebbe stato anche peggio e di certo non avrebbe aspettato il parto per rivelargli i suoi sospetti: a quel punto si che avrebbe potuto accusarla di averlo tradito.


(Oh che strano, uno è nato con i capelli rossi, che strano! Sarà figlio del postino?
Per carità.. ho fatto bene a spiegargli la mia ipotesi. E poi credo che non arriverà mai a chiedere il test del dna, non è così stupido. Tra sei mesi si scoprirà la verità e se i suoi capelli saranno ramati o se somiglierà a Keiichi capiremo chi aveva ragione, se la scienza, l'istinto materno o il potere del kami della medicina.)


Non sapeva bene cosa provare nei confronti del sannin, il dolore del lutto si mescolava alla rabbia per aver agito ancora una volta alle sue spalle e alla gioia di avere una parte di lui con se. Riflettendoci capì anche quando aveva fatto la sua mossa e cioè l'ultima volta che si erano visti, durante l'allenamento alla spiaggia.

      Dicembre 248 DN - Hi no kuni
      ~ Spiaggia sud ai confini con Kawa no kuni [X]




    U
    n una calda giornata di Dicembre stava per iniziare un'ardua battaglia e a fare da cornice una spiaggia nel profondo sud del paese del Fuoco, quasi a sfiorare i confini con il Fiume. Lo sciabordio dell'acqua nei pressi della spiaggia fece da sottofondo allo studiarsi reciproco dei due guerrieri, quella che in molti avrebbero definito come la calma prima della tempesta. Poi, all'ennesimo infrangersi delle onde sugli scogli scattarono in avanti. Affondando i passi nella sabbia incrociarono le spade esibendosi in qualche rapido scambio utile solo a riscaldarsi e poi, quello vestito di nero con la chioma rossa, sparì.
    Lei, mora, esile ma non meno prestante nel fisico, dopo l'ultimo fendente sferrato lo vide esplodere in milioni di granelli di sabbia e ne perse le tracce. Pensò alla tecnica della sostituzione o ad un clone di sabbia ma dovette ricredersi, non era nulla di così banale, l'umidità che li circondava infatti iniziò a far ricadere quel pulviscolo sulle sue spalle come pioggia estiva: tanto fine quanto.. acida. Se ne accorse quando un principio di bruciore iniziò ad arrossarle gli occhi e pizzicarle in viso. Repentinamente cercò di liberarsene con qualche pacca qua e là ma non fece che peggiorare le situazione, la polvere sottile si insinuò sotto l'armatura e gli abiti; lentamente la sabbia iniziò a corrodere la pelle spingendola a liberarsi in tutta fretta dell'equipaggiamento.

    "Questa poi, da te non mi aspettavo un colpo tanto basso."

    Costretta dalle circostanze gettò via il cinturone con le spade e ogni altro ingombro ma si trovò in difficoltà nel togliersi l'armatura che le copriva il braccio sinistro e parte del busto. Nella fretta, con le scottature che si facevano sempre più intense e dolorose, non riuscì a slacciare i vari nodi che tenevano in posizione le piastre e iniziando a saltellare sul posto per il male finì per fare la figura dell'imbranata. Fu allora che da terra si levarono due getti di sabbia innocui. Ancora intangibile non poteva che essere opera di Keiichi che si prendeva gioco di lei, infantile come un bambino che sbracciava sul pelo dell'acqua alle terme con la sola differenza che, anzichè schizzare acqua negli occhi, la sabbia le finì un po' ovunque: nella scollatura, nel naso e in bocca, una combo che la spinse a liberarsene sputando, tossendo e scrollandosi goffamente.

    "Lo trovi divertente ah? Non siamo venuti fin qui per giocare."

    Seccata si liberò degli ultimi ingombri e restò praticamente in mutande. Non riuscendo a liberarsi della sabbia umida sulla pelle tentò di raggiungere di nuovo il mare ma, neanche a dirlo, Keiichi non glielo permise. Padrone assoluto del campo di battaglia dal nulla alzò una barriera, sabbia solida spessa dieci metri, alta trenta e lunga cento e forse più: un vero e proprio muro che gettando ombra sulla spiaggia si estendeva lungo tutta la riva fino a perdita d'occhio.

    (Ecco perchè ha voluto vietare le evocazioni, con i rospi avrei recuperato facilmente dell'acqua per lavarmi via questa roba)

    L'aveva giocata, era stato furbo, e pensare che era stata sua l'idea di fare quello scontro di allenamento. Accigliata per non aver sospettato nulla accettò la sfida: "E sia.. Juryoku seigyo!". Il mangekyou circoscritto nelle sue iridi vorticò frenetico e nel raggio di duecento metri l'aria iniziò ad incrinarsi e a flettersi come distorta da una forza invisibile. La pioggia di sabbia venne schiacciata a terra dal jutsu gravitazionale rendendo il pulviscolo più compatto e che presto le avrebbe dato l'opportunità di colpire l'avversario invisibile.
    Concentrando il chakra sotto la pianta dei piedi iniziò a risalire la barriera e prima ancora di giungere in cima compose dei sigilli con una velocità disarmante; agli occhi di uno sconosciuto quel grissino di donna non avrebbe avuto alcuna speranza di vincere, specialmente in condizioni ambientali tanto sfavorevoli, eppure allo stesso modo, svestita dei suoi fregi, non sembrava poter nascondere una potenza di fuoco come quella che scatenò. Ricorrendo al suo elemento primario - in svantaggio per natura sula sabbia - l'Uchiha gonfiò il petto arrossato fino a tendere la fasciatura che copriva i suoi seni e quando rilasciò il chakra concentrato nei polmoni, un'enorme palla di fuoco si levò in alto superando in altezza la barriera. Un piccolo sole che rovente e sfavillante una volta raggiunto il suo massimo splendore si spense altrettanto velocemente, come una stella che nasce, brilla e muore: nell'implodere su se stessa tuttavia l'enorme fiammata diede origine ad una pioggia di fuoco senza precedenti.

    Giunta in cima osservò incantata la sabbia che fuggiva le fiamme. Fu una danza ipnotica quanto utile in quanto, prima di abbattersi sulla spiaggia, quegli agglomerati incandescenti in caduta iniziarono a colpire i grumi di sabbia sospesi in aria e lo fecero senza dare modo a Keiichi di smaterializzarsi ulteriormente o al contrario, di riprendere forma nel suo corpo fisico. Più simile ad una pioggia di meteoriti che altro, con quel jutsu l'Hokage costrinse il suo consigliere a muoversi in giro zigzagando, una mossa che sfruttò per delimitare una scia sempre più netta che l'avrebbe portata a lui. Uniti i palmi delle mani, sfruttò ogni istante per richiamare a se il chakra naturale.

    ( Sennin Mōdo )

    L'energia che ricercava, abbondava in un luogo come quello, potè assorbirne dal mare e da ogni goccia di sale, dalla sabbia e dalle rocce, dagli scogli e da ogni animale che abitava quei lidi; l'eremita richiamò a se quell'essenza primordiale fino a quando non riaprì gli occhi sotto una nuova luce sentendosi rinvigorita nel corpo e nella mente. Al termine della pioggia di fuoco un Keiiichi esausto vagava ai piedi della barriera mentre pativa il peso della gravità aumentata.
    Alzando la testa il Rosso sembrò aver percepito il cambiamento in lei e quando la vide precipitarsi verso di lui iniziò a preoccuparsi. Scendendo verticalmente dalla barriera la vide fare una deviazione per colpire il suo terzo occhio che fluttuava a mezz'aria, aiutata dal suo jutsu sembrò levitare e con i piedi di nuovo ancorati alla parete riprese a saettare giù. Il controllore della sabbia creò un secondo occhio ma inutilmente, fece la stessa fine proprio come il terzo, schiacciato sotto i piedi e poi il quarto, a stento sfiorato dal pugno di lei eppure sbriciolato allo stesso modo. A man a mano che ne creava degli altri fecero tutti la stessa fine insieme a scudi, barriere, colonne e qualsiasi altra barriera architettonica che le mise davanti. Come un treno in corsa Akane non gli avrebbe permesso di controllare ancora i suoi movimenti.

    "Se la lentezza è da sempre il mio punto debole, il tuo è la fretta unita all'arroganza. Credi davvero che io necessiti di quel jutsu di terz'ordine per sapere dove ti trovi e avvantaggiarmi sul tuo sharingan?"

    Sogghignando il Rosso gli fece capire che seguendo quella strategia era caduta nuovamente in trappola, l'intera spiaggia su cui poggiavano, centinaia di metri cubici di sabbia, altro non erano che il suo enorme terzo occhio. E lo divenne sul serio.
    Arrivata ad un passo dal suo avversario dall'alto vide le dune fondersi e trasformarsi fino a prendere colore e forma mentre diveniva un unico e immenso occhio dorato. Jutsu simili erano per le arti di pochi e quando l'occhio chiuse l'enorme palpebra, un gigantesco geyser ascendente investì Akane. Affilati come lame e sottili come spiedi, i granelli di sabbia la ferirono in ogni dove martoriando ancora la sua pelle e in breve fu come trovarsi nell'occhio del ciclone. Nella sua rapida crescita l'uragano inghiottì ogni cosa e lei, esposta alle intemperie si ritrovò inerme, imprigionata in una tempesta di sabbia fu come se ogni centimetro del suo corpo venisse consumato lentamente dalla carta vetrata, un attacco a raggio totale dalla quale non potè fuggire. Perso il controllo sulla gravità e sull'energia naturale non le restò che stringere i denti e chiudersi in un bozzolo aspettando che il peggio passasse. O quasi.
    Come se avesse vita propria il mangekyou eterno scintillò istintivamente e il suo corpo minuto fu avvolto da un'aura violacea che si fece ossa e si fece fibra. Granulosa come sabbia del medesimo colore il suo guerriero spirituale iniziò a prendere forma fino a dispiegare le sue ali e chiuderla in un abbraccio. Quella era la sua fortezza di puro chakra ispirato proprio al lato oscuro del suo avversario: Shinigami.

    "Questo è un colpo basso perfino per te Ombra di Fuoco."

    "Mietitore, ne è passato di tempo." [X]

    "Tempo si.. a lui non ne resta molto, ma questo lo sai. "

    "L'ho convinto a battersi per arrivare a questo momento, per arrivare a te. Ormai l'avrai capito, e lui con te."

    "Quindi non solo ti credi scaltra ma anche una brava bugiarda."

    Il Susano'o riusciva a proteggerla dalla tempesta che impazzava ma ad ogni insinuazione la sua resistenza veniva meno.

    "Non sono qui per i tuoi giochetti psicologici, ci aspettano battaglie importanti, sono certa che avrai saputo del risveglio dei Bijuu. Ho una questione da sottoporti. L'ultima volta mi dicesti che Hideyoshi ci aveva visto giusto, dicesti che l'unico modo per dominare il marchio era quello di dominare se stessi e quindi, perdere la propria umanità. Ma.. se la mia intenzione non fosse quella di dominare ma piuttosto, di liberare qualcuno dalla schiavitù del Samsara? "

    Scindere l'inscindibile, questo era anche più divertente. Le risa di quel demonio divamparono come un incendio alimentato dall'uragano fino a divenire incontrollabili. Shinigami smise solo quando non ne potè più e fu allora che i suoi occhi scarlatti si aprirono in quel mare di sabbia vorticante; mimetizzati nel vortice concavo le due fessure sanguigne la deridevano e la sfidavano al tempo stesso.

    "Se esistesse il modo, Keiichi mi avrebbe sradicato da tempo non credi? Diavolo di una donna, sei proprio divertente accidenti. Credi io sia un'entità scaturita dal nulla, ma non ti rendi conto che io sono Keiichi, tanto quanto lui è me. Lascia perdere, Kinji ormai è compromesso, l'anello lo spingerà irrimediabilmente nell'Oblio e chi sa che cosa scaturirà dalle viscere della sua psiche.. forse un mio degno successore? "

    "Tsk, come se potessi arrendermi all'idea. Ti sono sfuggite altre cose negli anni, non puoi negarlo e poi così come sono stata in grado, tramite Keiichi, di metterti i bastoni tra le ruote, Kinji potrà trovare la salvezza. "

    "Hai interferito con i nostri piani, è vero, ma cos'hai ottenuto dimmi?"

    "Tempo."

    "Tempo, tempo, tempo.. ti accontenti di poco Hokage. Il tempo di cui parli tanto è un concetto che agli occhi degli uomini certo appare qualcosa di incomprensibile, ma che, ai miei, giunge come un gioco da bambini. A giudicare dalla tua voglia di procreare tuttavia è chiaro che non hai compreso nulla e che sei tu per prima a temere l'inesorabilità del tempo. Già te lo dissi mi sembra..

      Se non si muore da eroe, si vive abbastanza a lungo da diventare il cattivo.

    La macchia di tenebra che vive in te, Uchiha, presto o tardi finirà per inghiottire la tua luce folgorante. Non lascerai un bel ricordo alla tua prole né al villaggio che ami tanto.
    "



    "Tu hai paura."


    "Divertente scricciolo. Se volessi potrei farti abortire qui e ora, che ne dici ah? O potrei far nascere quel piccolo agglomerato di cellule con le peggiori malattie a voi conosciute e anche quelle che ancora dovete scoprire.

    A chi ti rivolgeresti allora ah, ai tuoi adorati e sordi kami?
    "


    "Tu hai decisamente paura Divoratore.

    Non di me certo ma di sparire, me ne aveva parlato Keiichi sai? Com'è che l'aveva chiamata.. ah si, obnubilazione di conoscenza. Temi di fare la fine di quelle povere anime che lui ha sacrificato. Hai paura di tornare ad essere Niente.
    "

    "come osi !?

    Ho visto anche tu la fine che farai, la guerra con Suna e Hikarikage che tra una decina d'anni ti darà la caccia. Più cerchi di evitarlo, più ti fissi su quel nodo temporale e più lo attirerai a te. È così che funzionava la mia Vista, Ombra di Fuoco. Tu e solo tu sarai autrice della tua disdetta.
    "


    Trasalì. Quella volta pensava di aver avuto solo un'incubo, un delirio in preda all'anestesia e alla morfina somministratale durante il trapianto oculare: possibile invece che si trattava di un papabile scenario del suo futuro prossimo e che suo malgrado lo stava creando?
    Mentre si interrogava la tempesta s'intensificò, la sabbia dorata prese a mescolarsi a quella corrotta trasformando il jutsu di Keiichi in un gorgo tanto oscuro che impedì alla luce di raggiungerli. Il Susano'o iniziò a cedere e lentamente a perdere pezzi: la falce volò via, le ali divennero rachitiche e presto il corpo del guardiano si sarebbe dissolto lasciando la creatrice in balia del vero Shinigami. Prossima a svenire dalle tenebre emerse una luce di speranza, la sua metà - il suo yin - era tornato.

    "Ora basta."

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    Potente la voce calda del sennin interruppe la rappresaglia del suo doppio. Con la sua influenza rallentò la forza centrifuga del jutsu e diluì la sabbia corrotta con la sua fin quasi a farla sparire; il tempo sembrò fermarsi ma invece riprese solo a scorrere in modo diverso, il vento cambiò e invertì la rotazione dell'uragano. Sospesi nel cuore della tempesta, un'Akane sfinita e un Keiichi tronfio e abbacchiato al tempo stesso, il volto diviso in due espressioni contrapposte.

    "Sappiamo entrambi che la Vista non ci appartiene più, non c'è più nessun futuro che puoi plasmare ed io con te."

    "L'hai fatto di nuovo, chi hai sacrificato stavolta? Quale anime "indegna", Messia? Aah ma che importa.. "


    Dapprima furioso il Divoratore finì per rassegnarsi, quando quei due erano insieme non aveva speranze.
    Sul finire però ci ripensò e lo fece lasciandoli con un avvertimento: checchè ne potessero dire, aveva le sue buone ragioni per farlo.

    "Sandaime, dovresti davvero iniziare a prenderti cura della tua di anima. Preparati per le conseguenze impreviste. "

    Placata la tempesta e scacciato il demone nato dal suo sigillo maledetto Keiichi assicurò ad entrambi un atterraggio morbido e una volta saliti su una nuvola di sabbia, la superficie iniziò ad emettere un alone curativo che agì sulle molteplici abrasioni di lei. Quella era vera sabbia, quella soffice e amica a cui era affezionata e nel sentirla finalmente rilassò i nervi rischiando per un pelo di addormentarsi. Nettamente diversa dalla materia oscura che aveva combattuto fino allo stremo restò piacevolmente sorpresa dalla sensazione di calore e protezione che le diede quando la ricoprì interamente ma, solo una volta tornati sulla spiaggia e riaperti gli occhi si rese conto che a sorreggerla ed abbracciarla era Keiichi stesso. Lui ad inebriarla con il suo profumo. Arrossendo come una bambina si voltò dall'altra parte, un ciocca di capelli ad aiutarla nel celare quell'imbarazzo.
    L'alta marea aveva iniziato ad inghiottire la muraglia alle loro spalle e li dove la falce del Susano'o era precipitata creando profonde crepe, ad un certo punto la barriera cedette e le onde riuscirono a farsi strada fino ai loro piedi.
    Un segno forse, ma cosa ne avrebbe dovuto dedurre?



    "Con la pazienza e con la costanza non c'è niente che non si possa vincere. Sii come l'acqua.. scorri, modellati, lascia che tutto ti scivoli addosso ma resta sempre uguale."

    "Sssh, riposa ora." le sussurrò all'orecchio lasciandosi inebriare a sua volta da quella vicinanza. Nessuno dei due aveva voglia di abbandonare quei lidi ma pur consapevoli di quanto fosse sbagliato, si lasciarono cullare dal vento e dalle onde aspettando che i tormenti venissero lavati e spazzati via da nuove speranze.

    "L’acqua non ha memoria, per questo è così limpida."

    Delirava per la stanchezza forse, eppure dietro quello sguardo languido Keiichi fu certo di leggere ben altro, nostalgia forse.
    Teneramente vicini l'uno all'altra, quella posa riportò entrambi al loro primo incontro, un ricordo romantico che rischiò di accendere vecchi ardori e quando la sentì assopirsi tra le sue braccia il Rosso non seppe se sentirsi sollevato o amareggiato. Non gli restava molto tempo da vivere - Shinigami diceva il vero - e con molte probabilità non avrebbe potuto aspirare ad un'altra gioia come quella che gli stava venendo regalata.





Gdr Off// Continua con il Torneo di Iwa [X] e al termine, in Missione 14B [X] //GdrOn


Edited by ~Angy. - 7/11/2020, 22:36
 
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