Classe #56 - Le molte stranezze della Nuova Insegnante
Post II
Legenda:
”Parlato Noriko””Pensato Noriko”Il comportamento dell’insegnante la stava mettendo ancora di più in agitazione, perché sembrava tutto fuorchè prevedibile e lei era una persona che preferiva avere tutto sotto controllo.
Quella donna non era sotto controllo, era la proverbiale mina vagante. Non andava affatto bene.
Si presentò come Nihyatsu Hirugao, ed era un nome che, in quel momento, non le diceva nulla. Avrebbe potuto essere chiunque, avrebbe persino potuto far parte del Clan Yōton della Lava, visto che comunque conosceva solo pochi dei suoi esponenti.
Non le piaceva il tono con cui la donna parlava, l’atmosfera era diventata… cupa, e la tensione era molto più che palpabile, e Noriko ripensò a quello che le era venuto in mente quando aveva saputo che sarebbe stata lei la sua esaminatrice:
”Questo esame non sarà come tutti gli altri, non sarà come quelli affrontati dai miei genitori”Il cuore aveva preso a batterle più forte nel petto, lo sentiva premere contro la cassa toracica e risuonare nelle orecchie come la pelle di un tamburo che veniva percosso più e più volte. Si, sapeva cosa intendesse la Nihyatsu, perché era una cosa che aveva provato sulla propria pelle quando aveva voluto imparare le tecniche del Clan: una donna doveva fare il doppio del lavoro per essere considerata dal pari di un uomo. Non capiva il senso di quella distinzione, ma ne portava il marchio addosso, quello dell’essere una femmina; marchiata dalla nascita, non poteva fare altro che prendere atto di quell’ingiustizia e cercare di fare qualcosa al riguardo.
Noriko fissò Hirugao, le labbra stirate in una linea dura, e annuì in risposta anche se non ne era per niente felice. Si, avrebbe voluto anche lei che fosse così semplice, avrebbe voluto scontrarsi con il Kaguya, sfoderare le tecniche della Terra e della Lava, ma la vita dello shinobi non era tutta una battaglia. O almeno, non una che fosse così ovvia; c’erano anche tutta una serie di missioni dove non era necessario combattere, dove era sconsigliato, e quelle dove era mandatorio strapparsi via tutto quanto per portare a termine la missione, per proteggere il villaggio.
Solo che non si aspettava la successiva richiesta della Nihyatsu, corredata di rumori fuori dalla porta, come se qualcuno stesse spingendo per entrare. La Nakamura sbattè le palpebre, sbigottita e basita dalla piega degli eventi. Poi, inevitabilmente, arrossì di nuovo.
Non aveva mai fatto una cosa del genere, aveva solo dodici anni e comediavoloavrebbepotutofareunacosadelgenere? Si sentiva in fiamme per l’imbarazzo, ancora più di prima, e di sentiva strappata in due: da un lato non voleva cedere, perché Hirugao non era il suo tipo e già solo il modo in cui aveva mangiato le ultime prugne, sbavandoci sopra praticamente, avrebbe spento qualsiasi bollore; dall’altro… se non l’avrebbe fatto, c’era una probabilità altissima che non si sarebbe diplomata.
Le manine erano chiuse a pugno sulle cosce, leggermente tremanti.
”Cosa devo fare? Cosa?”Il ciclo di pensieri venne interrotto dal Kaguya, che aveva chiamato l’insegnante e nel frattempo si stava togliendo la giacca. Se possibile Noriko divenne ancora più rossa, e non si sarebbe stupita nel vedere del fumo fuoriuscire dalle orecchie.
”Che cavolo sta facendo?!?!” Sarebbe morta, non sarebbe tornata a casa quella sera.
”Come possono una timida ragazza e un ragazzo sbiadito dalla malattia poter sedurre lei, venerabile Hirugao Nihyatsu” proferì Keiichiro, e la Yōton passò dall’imbarazzo alla sorpresa incredulità. Davvero voleva… blandirla? Poteva funzionare?
Tuttavia, le sembrava anche una richiesta troppo strana, come potevano le due cose essere collegate? E anche, come erano collegate a qualsiasi cosa c’era fuori da quella porta che premeva per entrare?
Noriko si alzò lentamente, guardando prima l’altro esaminando e poi la donna. Era ancora tentennante, perché i dubbi non erano ancora fugati e anzi, si moltiplicavano ad ogni secondo che passava. Poi si decise; finchè non avesse fatto la propria mossa, non avrebbe potuto scoprire di più.
”Sedurre lei, Nihyatsu-san?” Intanto aveva preso a scendere lungo il corridoio centrale. Mai come in quegli istanti si era sentita più esposta, ma doveva rimanere concentrata.
”Normalmente avrei rifiutato, mi sembra solo un buon modo per buttare via se stessi. Ma mi sentirei umiliata se non riuscissi a conquistare il coprifronte dopo tutta la fatica che ho fatto”Noriko raggiunse la cattedra, dove la donna stava seduta, e si appoggiò al mobile con finta nonchalance. Piegò di lato la testa, dipingendosi sul viso un’espressione incuriosita che, ne era certa, le avrebbe fatto brillare gli occhi nerissimi. Poi avrebbe allungato una mano, indicando il cesto di prugne. Non era il suo frutto preferito, ma avrebbe dovuto farselo andar bene.
”Posso una?”Se la risposta fosse stata affermativa, la Nakamura avrebbe preso un frutto, soppesandolo nella mano sinistra prima di staccare un morso e lasciare che il succo le colorasse le labbra di viola e rivoli scendessero lungo il mento e il collo fino al bordo dell’
iromuji azzurro che indossava, mentre fissava Hirugao negli occhi.
”Questo… questo come ti fa sentire?”Spero male