堅固 Kengo - Nel cuore del proprio Dominio, Role libera al Passato per .Astaroth (1° PG) e Rei_hyuga

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view post Posted on 11/4/2024, 10:20     +1   -1
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Fuyuki Hyuga - Namida (涙)

YQy7JR

Continua da 過去 Kako - Affrontare il Passato

Casa di Fuyuki e Chiaki Hyuga - iwBM5GL Konoha
14 Gennaio 253


Era la prima volta che vedeva la neve posarsi su quel giardino, nonostante quella fosse casa sua. Anche se in fondo, sebbene fosse sua per ciò che aveva costruito insieme a sua moglie, poteva davvero definirla tale? Quando i due coniugi, con i bambini al seguito, avevano deciso di abitare nella dimora che era appartenuta ai genitori di Chiaki, era l'aprile dell'anno 248 DN. Da allora, Namida aveva trascorso soltanto tre mesi in quella casa, prima di marciare verso Yason Mori ed i quattro anni di stenti che lo avevano atteso dopo quella sanguinosa avventura oltre i confini del Continente. Perciò quel meraviglioso panorama, con la sua candida armonia, riusciva sia a rasserenarlo che a stupirlo, per il fascino di ciò che appariva nuovo e bello da contemplare, per placare i desideri degli occhi e del cuore. Sì, perché da quando aveva fatto ritorno al Villaggio, giusto pochi giorni prima, si era spesso trovato a rimuginare sulle parole che aveva scambiato con il Vermiglio, durante la loro lotta.
Fino a quel momento, non aveva dubitato per un istante di poter essere un ottimo Hokage, un degno successore dei ninja che lo avevano preceduto al comando del Villaggio, senza però mai fermarsi davvero a riflettere su cosa ciò significasse davvero. Si era unicamente affidato alla propria cieca devozione verso la Foglia e la Volontà del Fuoco, ma in diverse occasioni si era ritrovato a chiedersi se ciò fosse sufficiente. Per Konoha aveva compiuto le peggiori atrocità, aveva sopportato i sacrifici più estremi e da quando era stato nominato Yondaime si era prodigato per sostenere una nuova idea di giustizia ed equità, là dove queste erano state calpestate... ma erano ingredienti sufficienti, per essere davvero l'Hokage di cui il popolo aveva bisogno? Pensieri ai quali non permise di attecchire, non oltre lo strato emerso del suo conscio; non era il momento per peccare di risolutezza o decisione, non all'alba del nuovo Summit che si sarebbe presto tenuto a Kumo e, al cui tavolo, lui e gli altri leader delle Cinque Grandi Nazioni avrebbero deciso il destino del loro tempo.
Non era nemmeno il momento adatto per vacillare di fronte alle speranze - o provocazioni, nel peggiore dei casi - dell'allievo del suo nemico più recente. Kinji Uchiha era un Jonin di tutto rispetto, uno dei più stimati e potenti membri del suo Clan, forse addirittura il più forte tra loro, dopo la dipartita dello Yokai... ma qualsiasi fossero le sue intenzioni, dopo quanto aveva appreso dalle parole melliflue nel nuovo leader della Foglia, si sarebbe mosso in un terreno impervio, nonché infruttuoso. Non vi era nessuno, oltre Fuyuki e il Tenshi del Cielo, ad avere la benché minima idea di cosa fosse successo davvero, prima della strage dell'11 Dicembre scorso. Un segreto che il Vermiglio non avrebbe mai potuto scoprire, se non scavando nei ricordi di un uomo che mai aveva esposto la parte più perfida del suo piano, nemmeno ai suoi alleati più fidati. Uno stallo quindi quello proposto fra loro due, un tacito assenso che avrebbe permesso ad entrambi di fare ciò che più ritenevano giusto, per la sicurezza interna del Villaggio e per far fronte al nemico che continuava a muoversi, al di là del mare che isolava il Continente degli Shinobi.
La pallida luce lunare di quella silenziosa sera di Gennaio abbracciò dunque un volto tanto stanco, quanto ammantato di dubbi e sincere preoccupazioni per l'imminente guerra. Con la mente ancora immersa in questi pensieri opprimenti, mentre fumava una sigaretta, seduto sulla superficie lignea del cortile che precedeva il giardino, Fuyuki si accorse in ritardo del fatto che qualcuno si stesse avvicinando alle sue spalle.

- Finirai per prenderti una brutta polmonite, se resterai qui fuori a fumare ancora a lungo. - esordì Mirai, la quale si fermò a pochi centimetri di distanza dal più grande, decidendo a differenza sua di rimanere in piedi, con entrambe le braccia incrociate di fronte al petto. Lo Yondaime si voltò appena, quanto bastava per scorgere fra gli occhi vacui della fanciulla un disappunto non diverso da quello che Chiaki era solita mostrare con fermezza, quando voleva riprendere per le rime suo marito circa quel brutto vizio. Ad essere onesti, il fatto che Mirai somigliasse così tanto a sua moglie, in quei comportamenti essenzialmente caporaleschi, era qualcosa che riusciva quasi a mettergli quasi paura.
Un'austera facciata, quella della ragazza, che si sgretolò come sabbia bagnata quando Fuyuki rispose mestamente con un "Hai ragione. Torno dentro a mettere a letto Amane." e di rimando lei si ritrovò a replicare senza pensare, aggrappandosi unicamente al suo istinto.
- Va tutto bene?
- Sì, Mirai. Sono soltanto esausto, è stata una giornata impegnativa. - mentì, sospirando, e in quel tirare il fiato la ragazza poté riconoscere la veridicità delle sue parole. Era tornato a casa da un paio d'ore e da quando ne aveva varcato la soglia, gli era sembrato turbato - cosa che era perfettamente normale, specie di ritorno da un Summit burrascoso come quello tenutosi nel cuore della capitale di Sora no Kuni. Non aveva aperto bocca al riguardo, né lei si era permessa di chiedere senza che fosse prima lui ad introdurre l'argomento. Non poteva certamente dire di conoscere Fuyuki quanto sua moglie, ma nell'intimità domestica alle volte l'uomo posava la maschera da soldato e si lasciava scrutare dentro, come le pagine di un libro aperto. A quel punto, lo avrebbe lasciato solo con le sue preoccupazioni, finché non sarebbe stato lui stesso a parlargliene apertamente. Lo seguì quindi con uno sguardo di sincera apprensione, mentre rientrava in casa e, lasciati i sandali sull'uscio, saliva al piano di sopra per trascorrere qualche minuto con sua figlia. Non avrebbe disturbato quel momento così intimo e, al tempo stesso, raro, specialmente per un Hokage. Si ritrovò però a pensare che fosse un peccato che, dopo gli anni di assenza del padre, il nuovo ruolo di quest'ultimo non gli permettesse di spendere il tempo che avrebbe davvero desiderato di conservare per la sua piccola bambina. Ciò nonostante, specie considerando la particolare condizione fisica di Amane, non poteva non riconoscere quanta cura e amore Fuyuki riuscisse ad infondere in ogni momento trascorso con lei, anche il più breve.
Come uomo e padre, Namida era molto diverso dal ninja devoto e risoluto che sedeva al comando del Villaggio della Foglia. Su questo, non c'era alcun dubbio.

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Magione dell'Hokage - iwBM5GL Konoha
15 Gennaio 253, pochi minuti dopo la mezzanotte


Ed eccolo, per l'appunto, l'altro volto di Fuyuki Hyuga.
Un dipinto di fiera compostezza e decisione, quello del Quarto Hokage, capace di non tradire le più umane emozioni che ci sarebbe aspettato di vedere, in chiunque altro. Era seduto sul suo scranno, proteso in avanti verso la scrivania, con i gomiti poggiati su di essa e le dita intrecciate davanti alle labbra. L'unico occhio sano osservava sapiente i tre ANBU che se ne stavano in piedi di fronte a lui, in posizione marziale. Uno sguardo che, tuttavia, sembrava voler guardare oltre le circostanze apprese lo scorso pomeriggio, prima di rincasare, quando Ryouinu si era palesato nel suo ufficio per comunicargli di non aver potuto adempiere al suo incarico.
Hikarikage era scomparso e, con lui, anche i più piccoli Ayame e Kenji.

Non vi era niente da recriminare, nell'operato della Iena. Avendo già trovato vuota la dimora dei figli del Sandaime già il mattino precedente, aveva seguito alla lettera le indicazioni del suo superiore Yamaneko ed era pertanto rimasta a pattugliarla fino a qualche ora dopo l'imbrunire. Non vi era stato alcun movimento in entrata, né all'interno dell'abitazione erano stati rinvenuti elementi che lasciavano presagire un allontanamento coatto. Tutto era perfettamente in ordine, persino gli effetti personali del Genin e dei bambini non mancavano all'appello. Ovunque fossero andati a finire, quei tre dovevano aver portato con loro lo stretto necessario per un viaggio di fortuna. Dietro di loro, niente. Né un biglietto, né alcun commiato comunicato al vicinato. Silenzio.
Anche il lavoro di Hebi, la Serpe, era stato impeccabile. Il nominativo di Hikarikage non figurava in nessuno degli ultimi incarichi attribuiti ai giovani shinobi, né quello dei bambini e del più grande comparivano negli elenchi dei Chunin e Jonin affidati al pattugliamento delle Porte di Konoha. Impossibile dunque che i figli di Akane Uchiha avessero varcato i confini del Villaggio per godersi una gita fuori porta. No, Hikarikage doveva aver avuto la premura di agire senza che nessuno lo notasse... e tanto bastava per comprendere che il risultato di ciò fosse frutto di una pianificazione accurata che, sicuramente, doveva aver previsto la collaborazione di qualcun altro - o, ancora peggio, il suo tacito assenso nel chiudere un occhio per permettergli di allontanarsi indisturbato dalla Foglia.

Bastò un cenno dello Yondaime, affinché due dei tre ANBU dinanzi a lui sparissero, come ombre nel cuore della notte. Al suo cospetto rimase esclusivamente Yamaneko, l'unico che avrebbe avuto il privilegio di ascoltare con le sue orecchie le impressione dell'Hokage in merito alla faccenda.
- Il Kazekage va informato immediatamente dell'accaduto. Se la notizia della fuga di Hikarikage dovesse giungere alla sua attenzione prima di una nostra comunicazione ufficiale, la Foglia rischierebbe di rimanere invischiata in un incidente diplomatico di non poco conto. Stando all'accordo stretto con Himura-dono [X], avrei dovuto metterlo al più presto al corrente circa la decisione che il ragazzo avrebbe preso per sé, Ayame e Kenji. Certo, avrei dovuto aspettarmelo... se qualcuno avesse avuto intenzione di allontanare i figli di Akane dal Villaggio, quale migliore occasione delle settimane in cui la delegazione di Konoha sarebbe stata ospite a Sora no Kuni?
Kuso... mi duole ammetterlo, ma il Kazekage è stato quasi profetico. A questo punto, è inevitabile che l'allontanamento dei tre mocciosi verrà adoperato come leva politica. Mi dispiace per i due bambini, se soltanto Hikarikage avesse avuto la pazienza di attendere...
-
lasciò la frase in sospeso, vacillando per una frazione di secondo. Ripensò al Genin dalle ciocche dorate, agli anni che lui stesso aveva investito per proteggerlo, in nome della lealtà che lo legava a sua madre. Avrebbe voluto parlargli, da uomo a uomo, così come aveva fatto con il Demone Vermiglio. Le parole che avrebbe speso per dargli conforto nel lutto, tuttavia, sarebbero morte insieme al progetto di una vita anonima e sicura, per Ayame e Kenji, nei domini della Sabbia.
- Abbiamo notizie di Saitō ?
Nessuna risposta verbale, da parte della Lince. Un silenzio che bastava come risposta, almeno per Fuyuki, il quale però non spese alcuna parola di rimprovero sul suo allievo, della cui deviazione era stato già avvisato da lui stesso, una volta abbandonati i domini del Cielo.
- Invia uno dei tuoi uomini a Suna, Yamaneko. Una persona discreta, ma abbastanza loquace da far comprendere ad Himura-dono che navighiamo ancora in acque incerte... per quanto la situazione faccia pensare ad una fuga organizzata, non abbiamo prove, né una pista. Escludo un richiamo inverso al Monte Myōboku, è impossibile che i due pargoli abbiano firmato il patto di sangue, come ha sicuramente fatto Hikarikage. - e come Aiko e Amane, i suoi, di figli. Circostanze diverse, tuttavia. I Mustelidi avevano tutelato sin da subito l'incolumità dei bambini di due Nukenin - inverosimile che, invece, i Rospi avessero pensato di far lo stesso con la progenie della donna più influente e potente del Paese del Fuoco.
- Rafforza la sicurezza intorno alla mia abitazione, fuori dalle mura. Voglio due uomini a monitorare ogni avvicinamento sospetto, due ANBU discreti agli occhi di qualsiasi malintenzionato e dei membri della mia famiglia... e altri due, pronti a dar loro il cambio ogni otto ore. Giunti a questo punto, la protezione fornita dai Mustelidi e da Ryunosuke potrebbe anche vacillare. Occupati poi di fornire indicazioni a Kinji circa quanto sto per dirti, perché al tuo fianco sarà lui a fare le mie veci al prossimo Summit. Purtroppo, temo di non poter rischiare di allontanarmi dal Villaggio, non finché non avrò sbrigliato questa matassa.
Ricorda, Yamaneko...

... la fuga di Hikarikage è stata soltanto un avvertimento.
Hai, Yondaime-sama.


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Il giorno successivo, la fotografia più recente del figlio del Terzo Hokage avrebbe fatto capolino sulle pagine dei quotidiani, accompagnata dal suo nome e dal motivo di quella pubblicazione.
Scomparso.
Nessuna indiscrezione, né motivazioni che potessero far pensare al fatto che il Genin fosse divenuto un ricercato. No, la parola scomparso non era casuale e a rafforzare l'apprensione per l'improvviso allontanamento del giovane vi era una nota in calce firmata dallo Yondaime e che invitava chiunque avesse incontrato - o anche soltanto avvistato - Hikarikage di recente a farsi avanti, affinché il ragazzo potesse essere ritrovato e riportato, in tutta sicurezza, all'interno delle mura.
Ad accompagnare il volto del fanciullo, capace di scrutare con intima curiosità il lettore con le sue iridi smeraldine, vi erano le foto e i nomi dei due bambini scomparsi con lui - Ayame e Kenji Yamanaka. Capelli corvini e occhi scuri per la bambina, non diversi da quelli di sua madre; per il gemello, invece, capelli rossi ed iridi di un castano chiaro, quasi ambrato. A concludere l'annuncio, la promessa di una lauta ricompensa per chiunque avesse fornito elementi validi per le indagini che erano già iniziate, a detta della casa editrice, già il giorno precedente.
Non era qualcosa di insolito, durante simili indagini, che le autorità chiedessero aiuto al pubblico, nella speranza di poter ottenere anche soltanto un debole indizio, qualcosa che potesse mettere le ricerche sui giusti binari. Ciò che invece andava fuori dall'ordinaria procedura era che la notizia fosse diventata di pubblico dominio sin da subito, senza che le autorità facessero opportune domande alla componente militare della Foglia, a partire dai Jonin incaricati di supervisionare le attività di Genin come Hikarikage.
Qualcosa che avrebbe sicuramente messo in allarme eventuali responsabili, questo lo Yondaime lo sapeva bene. Purtroppo, era l'unico modo in cui lui e la Squadra Speciale potevano procedere.

Così iniziava la partita a scacchi tra Fuyuki Hyuga, il Quarto Hokage, e chiunque avesse favorito, istigato o costretto la fuga di Hikarikage e dei due gemelli nati dall'unione fra lo Yokai ed Hachi Yamanaka.
Un match impari, dato che il primo non aveva la benché minima idea di chi fosse il suo sfidante. Un lusso che persino ad Akane Uchiha era stato concesso dalla sua controparte, durante le sue ultime settimane di vita. Di chi poteva trattarsi? Un redivivo sostenitore del governo del Sandaime? Una mossa del Clan Hyuga, adirato per le recenti imposizioni legislative che avevano minato irrimediabilmente secoli di sanguinosa tradizione? Lo stesso Kinji Uchiha, magari? Un'incertezza che, almeno per il momento, metteva Namida in una forte situazione di svantaggio, in un mondo di shinobi e machiavellici intrighi dai risvolti politici che erano capaci di andare a fondo nelle carni delle vittime, con una crudeltà più feroce di quella di una katana. Un avvertimento che era stato in grado di scuoterlo, se non in superficie, nell'intimità del suo essere uomo e padre - persino più delle parole che il Vermiglio aveva speso nei suoi confronti, come Hokage.

Una matassa intricata, sì...

... ma il cui nodo cardine, inaspettatamente, si nascondeva fra le mani inesperte di un giovane e rampante shinobi, il quale era stato messo in mezzo ad un progetto che andava ben oltre la sua ancora immatura comprensione.

Rei_hyuga, ruola pure il modo in cui Rei accoglie la notizia della scomparsa di Hikari, letta sui quotidiani. Troverà Fuyuki nel suo ufficio, all'interno della Magione, intento ad adempiere alle sue funzioni di Hokage, da solo. Buon divertimento ;D

Per chiunque legga, preciso che la collocazione al passato della giocata non è dettata dalla mia esigenza di aprire altre role al presente, ma ad una difficile triangolazione nel collocare temporalmente questo preciso momento, fra il primo Summit al Cielo, la missione di Rei in cui Hikari se la da a gambe e il secondo Summit. Rispettando però l'importanza delle informazioni che Fuyuki potrebbe apprendere in questa giocata, tuttavia, mi guarderò bene dal proseguire con role al presente fintanto che non avremo terminato.

 
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