Laboratorio di Akihiro, Casa Imai, Sunagakure no Sato - 2 Gennaio 253
Il quasi impercettibile fruscio della tenda attirò l'attenzione di Akihiro, che però non si scompose. Lavorava senza sosta come sua abitudine. Non faceva altro che quello, ormai.
"Ehm-ehm"
Lo scintillio del metallo fuso si interruppe, lasciando solo un alone rosso vivo nel punto in cui stava avvenendo la saldatura. L'aria era pregna di un odore sgradevole al naso, metallo fuso per l'appunto misto a plastica bruciata, e di una fitta nebbiolina biancastra tra cui passavano a fatica fasci di luce provenienti da diverse fiaccole fissate al muro. Il servitore arricciò il naso cercando di respirare quanto più possibile dall'esterno del laboratorio senza riempirsi i polmoni di quella mistura di gas nauseabondi.
"Dimmi pure" Aki parlò senza voltarsi verso il suo interlocutore, anzi assestò quei suoi buffi occhiali -molto particolari, partendo da un'unica montatura si allungavano tre paia di lenti di diametro sempre minore ma con spessore sempre maggiore, uno dei quali era molto molto scuro certamente per riparare gli occhi dal forte bagliore della saldatura- e riprese a lavorare esattamente dal punto in cui si era interrotto. Subito un nuovo rivolo di fumo si unì al mucchio già presente sopra il bancone.
"Non crede che far cambiare aria alla stanza, ogni tanto, sia una cosa buona, signorino?"
"Ah, sei tu.."Aki si voltò verso l'ingresso e spostò i minuscoli occhi deformati dalle lenti sull'uomo che sostava sulla soglia. Sorrise, cosa che non avrebbe fatto se qualsiasi altro membro della servitù gli avesse parlato in quel modo tanto sfacciato.
"Forse.." Fece spallucce
"Sei sceso fin qui solo per dirmi una cosa che neanche mia madre mi avrebbe detto? Che poi, cosa ci fai ancora in piedi a quest'ora?" "Che ora credete che sia? Il sole è già alto.. Avete passato un'altra notte intera nel laboratorio, nobile Akihiro."
"Ah. Allora vuol dire che mi hai forse portato la colazione?"Sorrise di nuovo consapevole che la sua pancia si sarebbe riempita solo se si fosse procurato lui del cibo. Posò gli attrezzi da lavoro, rimosse gli occhiali da saldatura e passò ad aprire ogni tenda, socchiudendo anche un paio di finestre per far uscire l'aria viziata.
"Hai proprio ragione, non ti stavi prendendo gioco di me. Dimmi, dunque, che sei venuto a fare? Ti manda mia madre?""No, signorino, la padrona non centra nulla. Volevo solo aggiornarla sulle novità, visto che sono mesi che non esce di casa, ma che dico di casa, che non esce dal laboratorio.." L'ultima frase venne accompagnata da un'occhiataccia da parte del giovane Chunin. "A parte dettagli minori, c'è una notizia che sta circolando velocemente, è sulla bocca di tutti. È come un telefono senza fili, magari ad ogni passaggio la versione cambia di qualche dettaglio, ma la base sembra consolidata. C'è stato un grosso attentato!"
Tutta l'attenzione del marionettista era ora catturata dal suo interlocutore, che non ebbe bisogno dell'incoraggiamento per continuare il suo racconto.
"Pare sia esplosa una bomba durante il Summit dei Kage a Sora no Kuni! Non s-"
"Come sta il Kazekage?" Chiese Aki interrompendo bruscamente il servitore.
"Non sappiamo nulla, è ancora troppo presto perchè tutti i dettagli arrivino alla gente comune. Ma questo è quanto, sembra che sia stato distrutto tutto il tempio, alcuni dicono che metà del Paese del Cielo sia stato cancellato dalle mappe.."
"Questo mi sembra abbastanza poco credibile.. Sarà meglio aspettare fonti più attendibili prima di saltare a conclusioni affrettate.. Beh, se è vero che non mi hai portato la colazione, direi che posso riprendere col lavoro.. E se hai delle nuove notiz-""C'è un'altra cosa, nobile Akihiro. Credevo le interessasse sapere che è da un paio di giorni che un ciondolo in camera sua ogni tanto, mentre sistemiamo e puliamo, emette uno strano bagliore."
"Oh, sì certo. E magari stai per dirmi che gli asini volano? Se le tue fonti sono sempre così accurate, forse non dovrei credere ad una sola parola di quanto mi hai raccontato prima. Non è che stai cercando di fregarmi??"Scoppiò a ridere, ma l'altro non fece altrettanto. Finalmente i fumi della saldatura erano usciti dalla stanza, lasciando spazio ai veri profumi di un degno laboratorio di un marionettista: legno e vernice. Poco lontano dai due, una testa osservava l'intera scena in silenzio, immobile. Un cilindro nero, elegante ma usurato, era posato di fianco al capo, proprio a contatto con il suo becco lungo e curvo. Di Yamato non era rimasto che quel macabro pezzo. Aki notò che l'inserviente vi ci stava dedicando la maggior parte della propria attenzione.
"È abbastanza inquietante, non è vero?"L'uomo rispose dopo qualche secondo di riflessione. "Ci siamo tutti chiesti, signorino, come mai avete deciso di smantellare Yamato ancor prima di averlo completato. Con tutto il lavoro che ci avete speso, tra tempo e denaro.."
Aki si fermò a guardare la testa di legno della marionetta mai nata. Gli occhi erano fissi in un punto, ma la mente navigava controvento tra i ricordi in tempesta. Un forte senso di frustrazione lo pervase.
Non sono stato abbastanza bravo.. Ero ad un passo dal completare l'opera, ma quel maledetto sistema circolatorio di Chakra continuava ad essere imperfetto, non riuscivo a controllare al meglio la marionetta e.. Niente. Non sono stato abbastanza bravo.. Mio fratello.."Yua avrà comunque un fratello! Ho sfruttato la maggior parte dei componenti di Yamato per costruire Yori e posso ritenermi quasi soddisfatto! Ci ho messo davvero poco tempo, tutto sommato, ed ho quasi finito. Guarda che meraviglia. No, non guardare il braccio che ci sto ancora lavorando, guarda il busto, guarda la schiena. Guarda che rifiniture.. Mah, non mi sembri molto entusiasta.. Bene, puoi davvero andare, non meriti di guardare oltre la mia arte.."Il maggiordomo, avendo finito gli argomenti e prendendo alla lettera gli ordini del giovane, si voltò dopo un formale saluto e abbandonò l'area. Aki rimase solo coi suoi pensieri e le sue marionette.
Mio fratello.. Anche Yua aveva osservato tutta la scena, appesa ben comoda sul suo personale supporto.
"Non cominciare.. Non è stato facile neanche per me prendere quella decisione, ma non ho potuto fare altrimenti. Yamato era di un livello troppo alto per me, sai che è vero e quanto odi ammetterlo. Ma avrai comunque un fratello, Yua. Yori è praticamente completato, ho usato buona parte dei trucchi di Yamato e anche il rivestimento esterno è quasi interamente adattato dal suo. Questo non rende Yori un po' Yamato? Sarà come essere in tre, no? Yamato aveva un gran potenziale, ma ho dovuto ripiegare su qualcosa di più pratico. Vedrai che l'Assassino sarà un ottimo compagno di avventure, me lo sento! Oh dai, non fare l'imbronciata.. Che c'è ora?"Il ciondolo.. La luce.. Shimada.."SHIMADA! Sta a vedere che è il suo ciondolo che si illumina! Devo assolutamente andare a controllare! Grazie per avermi fatto ricordare, Yua!"
Da qualche parte nel Paese del Vento - 4 Gennaio 253
Camminare nel deserto non era mai stato un problema, la sabbia era il suo elemento naturale, suo come di qualsiasi altro abitante del Paese del Vento. E la fortuna volle che quella bizzarra collanina, che stava davvero pulsando ritmicamente, lo stava guidando esattamente nel cuore del deserto. Si era preparato di tutto punto: aveva acqua in abbondanza, qualche razione di sopravvivenza e anche del cibo fresco da consumare prima. E ovviamente aveva Yua. In quel momento era fuori dal suo rotolo del richiamo e aleggiava al fianco del ragazzo, con i contorni che tremolavano sotto il calore degli impietosi raggi del sole cocente.
"Chi l'avrebbe mai detto che quel vecchio stava dicendo la verità?! Questa collanina mi sta davvero guidando da qualche parte. Se non ricordo male, lui è in possesso dell'altra metà e la mia mi avrebbe condotto alla sua. Dici che abbiamo fatto bene a lasciare Suna per dare retta ad un ciondolo luminoso? Ehm, sì, è vero che sono mesi che non esco dal Villaggio. Sì, sì, d'accordo, neanche dal laboratorio. Hai ragione, forse non aspettavo altro che uno stimolo per staccare un po' da tutto. Ma stavo lavorando su Yori. A proposito, sei contenta che sta venendo con noi? Non è ancora operativo al cento percento, ma ho pensato che fargli respirare dell'aria diversa avrebbe fatto bene al suo legno."Yua guardò Aki con i suoi occhi vitrei continuando a fluttuare al suo fianco, senza lasciare una minima traccia sulla sabbia piacevolmente calda, poi guardò il rotolo del richiamo che doveva condividere con il nuovo compagno. L'espressione neutra non mostrava nessun sentimento. Non avendo fretta alcuna nell'arrivare a destinazione il prima possibile, Akihiro aveva deciso di accamparsi qualche ora prima per recuperare le energie. L'accampamento improvvisato era ormai già lontano, mentre la destinazione, a giudicare dal ritmo del lampeggiamento del gioiello, sempre più vicina.
"Scommetto il cappello di Yamato che stiamo andando proprio verso quel grosso tornado.."Lo disse senza preoccupazione nella voce. Era chiaro già da tempo che il ciondolo puntava esattamente in quella direzione. Non era difficile imbattersi in tornado di sabbia nel Paese del Vento, le correnti d'aria a temperature diverse creavano scontrandosi molto spesso quei fenomeni atmosferici così intriganti, e l'amico in questione sembrava decisamente imponente rispetto ad ogni altro che il Chunin avesse mai visto. Sorprendente poi fu scoprire che quel tornado aveva delle radici di legno. O meglio, vorticava freneticamente intorno ad un enorme albero la cui struttura si perdeva nel turbinio della sabbia man mano che si alzava verso il cielo. La base del vegetale spuntava prepotente e massiccia dal cono sfocato che vi si avvitava intorno: una immagine intrigante ed affascinante. Aki prese immediatamente nota della cosa e la appuntò in un angolo della propria mente: un meccanismo che, sfruttando l'azione combinata del vento e della sabbia, creasse un rivestimento per una ipotetica nuova marionetta? O un diversivo che sposta l'attenzione dell'avversario? O ancora un meccanismo d'attacco che va a disturbarne i riflessi?
Chissà se potrò davvero incontrare di nuovo Shimada.. Ho molte cose da chiedergli. Ho fatto delle ricerche durante tutto questo tempo, ma non ho trovato nulla che parlasse di lui o della sua organizzazione. È stato difficile, anche perchè non ne conosco nemmeno il nome.. non so niente di niente, solo che sembrano avere le risposte alle domande che mi sto facendo e le risorse per concretizzare la teoria in realtà.
Dovresti ringraziarlo..
"Hai ragione. Dovrei davvero ringraziarlo come si deve. In fondo mi ha salvato la vita per ben due volte e non ne aveva affatto motivo. Certo, era molto interessato ai reperti che avevo recuperato e sigillato nelle pergamene e senza di me sarebbe stato difficile rompere i sigilli senza danneggiare la merce. Credo, però, che il suo gruppo non avrebbe dovuto faticare neanche molto per recuperare gli artefatti. Quindi perchè mi ha dato una mano? Soprattutto questo gli vorrei chiedere. Non ne ho avuto il coraggio, quella volta. Non dopo quello che avevo fatto.."Le dune erano diventate sempre più basse, fino a scomparire quasi del tutto in prossimità dell'albero maestoso. Probabilmente a causa del forte vento che ne scagliava i granelli di sabbia in lontananza, creando una specie di conca liscia e dorata. Aki si fermò ad un centinaio di passi da quello spettacolo, anche un po' sinistro, della natura.
"Beh, Yua. Direi che siamo pressochè arrivati a destinazione." Prese in mano il ciondolo, che emetteva una forte luce azzurra fissa e non più intermittente, quindi lo cacciò al di sotto della casacca. "Il cappello di Yamato è ancora mio, ho vinto la scommessa. *FIUUU* Cazzo quanto è grande sto albero! Si vede solo qualche metro di tronco in altezza, poi sparisce tra la sabbia di questo uragano. Incredibile. Che dici, dobbiamo infilarci in quella specie di sentiero che si intravede tra le radici? Certo che se questa è la base del gruppo di Shimada, tanti complimenti. A pochi verrebbe in mente di ficcanasare lì dentro.. Avanti, vediamo di concludere qualcosa.."Yua tornò senza lamentele comoda nel rotolo del richiamo ed Aki prese ad assicurarsi l'intero equipaggiamento al corpo, controllando come d'abitudine se anche la sua cara e preziosa maschera fosse al suo posto -aveva deciso di portarla con sè pur non avendo un valido motivo, al momento, per usarla-, pronto ad affrontare le raffiche dell'uragano, che non sembravano poi così ostiche da superare lì a quota zero.