| Kinji cominciò dunque a mettersi ai fornelli ungendo per bene la padella già sul fuoco. Intanto, come uno chef o perlomeno imitando quelli che aveva visto durante i suoi viaggi, si rivolse a Ren.
- Assistente, che razza di chef sarei senza il mio grembiule? Anzi, che razza di chef SAREMMO!?
Ren si guardò intorno un po' spaesato ma come al suo solito pieno di iniziativa. Lanciò uno sguardo ai bordi dell'angolo cottura e notò due grembiuli, probabilmente uno per Hayato (che era quello più consumato) e un altro di Kinji (ovvero quello che sembrava quasi nuovo, e già questo ad un occhio attento avrebbe potuto dirla lunga sulla sua dedizione culinaria).
- Assistente, mettiamoci la sacra veste che ci tramuterà in stelle dei fornelli!
Il viso di Ren si illuminò nel rendersi conto che si sarebbe dovuto vestire anche lui e cominciò annuendo per poi passare a Kinji il capo d'abbigliamento e mettersi il suo alla bene a meglio. In realtà era un po' lungo per il più giovane, arrivandogli quasi alle ginocchia, ma poco importava. Quando entrambi furono pronti, cominciò il vero e proprio processo di preparazione del piatto.
- Perfetto! Assistente, adesso ho bisogno che tu ti occupi del compito più importante per una ricetta impeccabile... sai di cosa parlo?
Ren ci pensò per qualche attimo portando la mano al mento.
- Non potremmo cominciare e basta?
Chiese Yugure con un pizzico di noia tra una parola e l'altra.
- Assolutamente no! Per fare qualcosa di speciale è importante capirne il processo, sapere quale è il segreto che rende quel piatto unico e speciale. Qual'è la costante di ogni buon okonomiyaki?
- Beh credo... quell'impasto che si fa con la verza?
Kinji fece un breve applauso per poi riprendere con la sua commedia.
- Precisamente. Quindi, per avere un buon impasto io mi occuperò di mischiare la pastella senza creare grumi e tu invece prendi una bella verza fresca che Hayato ha comprato, la lavi e la tagli in pezzi sottili e lunghi. Tutto chiaro?
- Si, chef!
Rispose con entusiasmo. Chissà dove l'aveva sentita quella frase. Ad ogni modo, Ren fece come gli era stato chiesto e si avvicinò al piano da lavoro accanto ad Hayato, che intanto si stava occupando di preparare altre cose per accompagnare il piatto principale.
- Sicuro che non vuoi che la tagli io?
- No grazie, devo farcela da solo!
Rispose, così cominciò ad armeggiare con il coltello mentre Yugure e Hayato preparavano la tavola. Nonostante fosse la prima volta che si cimentava con un coltello da cucina, il più giovane fece un bel lavoro e, una volta passato a Kinji, il tutto venne mischiato con il composto che aveva preparato per ottenere un impasto non uniforme ma compatto.
- Ed è qui che avviene la magia...
Armato di spatola da cucina, il Vermiglio versò parte del composto sulla pentola, per poi piazzarci accanto dei gamberetti e seppioline già pulite in precedenza.
- Vedi, Assistente? Il segreto degli okonomiyaki è che nessuno ti vieta di metterci qualsiasi cosa ti piaccia sopra. Tu cosa ci metteresti?
- Direi... pancetta!
- Ottima scelta. Prendine un po' in frigo.
Quando la pancetta fu messa sopra il composto, dopo alcuni minuti Kinji vi mise sopra anche i pezzettini di pesce e si preparò a girare il tutto. Yugure si mise le ali davanti agli occhi, temendo ciò che sarebbe successo di li a poco.
- Oh no... ecco che se ne va via il nostro pranzo...
Nonostante la malafede del rapace, il Jonin procedette riuscendo a capovolgere l'okonomiyaki con una mossa da manuale, suscitando stupore sia in Yugure che in Hayato ed eccitazione in Ren.
- Wow, che salto! Posso provarci anche io?
- Un passo alla volta, mio giovane assistente. Non si può imparare a correre senza aver prima imparato a camminare. La prossima volta ti insegnerò come si fa.
Come tocco finale, il Vermiglio ci spennellò sopra un po' di salsa teriyaki e della maionese che ci stava sempre bene. Da li a una decina di minuti, quattro porzioni fumanti vennero portate a tavola. Yugure fu l'unica a proferire parola esponendo il pensiero che attanagliava la mente di tutti, tranne che Ren a questo punto.
- Devo ammetterlo, si sembrare buono lo sembra. Passiamo all'assaggio.
Persino Kinji, una volta addentato il primo boccone, si stupì di quanto era saporito ciò che aveva preparato. Di solito era davvero pessimo ai fornelli, ma forse stavolta aveva davvero scoperto una tecnica segreta per rendere le cose commestibili. Sta di fatto che tutti i commensali gustarono i piatti davanti a loro e conversarono amabilmente per tutto il tempo. La vita aveva riservato a tutti loro delle prove difficili da superare, a chi più gravi e a chi meno, eppure erano tutti li a comportarsi come una famiglia qualunque: uniti e felici di quel poco che avevano. Ren sembrava soddisfatto, così come Hayato e quello era l'importante per Kinji.
- Certo che Kinji sa fare proprio un sacco di cose: l'ho visto in azione ed è fortissimo, sa cucinare e dare ordini come un generale! Però anche Hayato non è da meno, è sempre composto e attento a tutto, l'ho visto che ci teneva sempre sotto controllo e mi ha dato una mano quando ero in difficoltà con la verza... ops, non dovevo dirlo. Comunque, volevo dire che voi due siete proprio forti insieme. Dite che un giorno diventerò anche io bravo come voi?
Una domanda genuina che in un certo modo spiazzò entrambi. Non miravano ad essere presi a modello da qualcuno, ma per quanto Kinji aveva già provato questa sensazione crescendo, Hayato invece sentiva più il peso della novità di essere all'altezza delle aspettative di qualcuno più giovane. Fu proprio Hayato a rispondere nascondendo malamente un certo imbarazzo.
- Beh puoi diventare tutto ciò che vuoi quando sarai grande. Ma tanto per cominciare, Kinji ci ha sorpreso solo oggi e poi io non lascio mai la tavola in disordine quando abbiamo finito di mangiare... quindi sono meglio di te, caro fratellone.
Quando ebbero finito anche i dolci che Hayato si era premurato di comprare durante la mattina, quest'ultimo si alzò da tavola cominciando a sparecchiare; ovviamente Ren non volle sentirsi da meno e lo seguì imitandolo con i piatti sporchi tra le mani. Kinji rimase solo a tavola con Yugure.
E' davvero un momento prezioso questo. Sono sicuro che ce ne saranno altri che vivremo, ma chissà quando: dobbiamo preservare questa armonia che tanto abbiamo fatto per ottenere... e pensare che se ci fosse stata qui anche lei, si sarebbe divertita un mondo...
Un velo di tristezza comparve sull'espressione fino a quel momento felice e rilassata del Vermiglio; Yugure non se lo lasciò sfuggire e gli beccò delicatamente una spalla.
- Tutto ok? Sembri giù di corda, e sappi che il fascino da bello e tenebroso con tanti pensieri per la testa non ti si addice.
Kinji si portò una mano dietro il capo grattandosi la nuca.
- Va tutta bene, sono solo un po' stanco. Tu non ti senti stremata dopo aver preparato questo ben di Kami?
- Guarda che non è una ricetta complicata... ma stiamo parlando di te, quindi probabilmente hai esaurito tutte le energie di una giornata per fare questo miracolo. Va pure a sdraiarti sul divano in salotto, io cerco di aiutare gli altri.
Disse facendo qualche sbattito d'ali verso la cucina.
Beh, forse ha ragione... di solito non mi sento così stanco dopo pranzo. Forse sto invecchiando, forse ho davvero dato tutto me stesso, oppure sono quelle schifose medicine... chissà.
Pensò tra se e se sbadigliando sonoramente e alzandosi dalla sedia per dirigersi verso il suo obbiettivo: il giardino. Kinji si sedette sui tatami più esterni che confinavano con il verde retrostante la casa, tenendo i piedi scalzi lontani da terra. Per qualche motivo era davvero stanco, talmente tanto da non voler rimanere poggiato con le braccia per terra, ma piuttosto stendersi su un lato a fissare i rami degli alberi muoversi placidamente con il vento. Non molto tempo dopo, senza rendersene conto, crollò.
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