| Più rimestava l’acqua stagnante di quel caso, più si alzava il fango dal fondo. Invece di schiarirsi le idee, nuove domande sorgevano su una sempre più nebulosa visione d’insieme, che sin dagli inizi si era già mostrata piuttosto intricata. Persone che di punto in bianco se ne andavano, persone che sparivano, Shinobi che, nell’intento di far luce, rimanevano intrappolati essi stessi in quel gorgo oscuro. C’era davvero parecchia carne al fuoco lì, così tanta che poteva immaginarsene l’odore - per quanto il puzzo della carne alla griglia ancora gli facesse venire il voltastomaco - e venire a sapere che, quanto meno, del suo collega scomparso se ne stesse occupando presumibilmente qualcun altro fu un sollievo. Quello, per quanto il superiore non avvallò la possibilità che lo trovasse prima Yu, poteva essere considerato un punto secondario, collaterale, rispetto alla ricerca del figlio del Daimyo e della risoluzione di quel caso. Ma non per questo il Rosso si sarebbe scordato che prima di lui altri Shinobi avevano calcato quelle terre, anzi…il pregresso avvenuto avrebbe potuto certamente dargli qualche input in più, ne era sicuro. Annuì greve, quindi, alla conferma dell’ANBU circa il comportamento da tenere nel qual caso si fosse imbattuto in Hōzuki Takeshi, aprendo bene le orecchie per le informazioni seguenti, le più importanti, quelle di cui non gli serviva una semplice conferma. Non aveva intuito male, in fin dei conti: Hiwatari Kazuki aveva un fratello minore, Nobuyuki. I tratti caratterizzanti gli scomparsi, però, in lui erano leggermente più sbiaditi. Infatti, a differenza del fratello, non aveva gli occhi di quel blu profondo, bensì tendenti più al grigio. Ciò non toglieva che fosse sempre un colore simile, abbinato a capelli corvini. Come ben suggeriva lo stesso professorino, non andava assolutamente accantonato solo per quella caratteristica non proprio identica a quella del fratello maggiore. Se fosse stato possibile evitare un altro spiacevole evento alla famiglia del Daimyo, l’avrebbe fatto. Non avrebbe commesso la negligenza di sottovalutare quell’eventualità, tanto meno chiunque si celasse dietro a quella brutta storia. Doveva essere atroce…non sapere minimamente che fine avessero fatto i propri cari, pensarli in pericolo, sofferenti o peggio. Lui lo sapeva bene. Con Kai era andata proprio così. Sapeva che lo avevano rapito, ma non aveva idea se fosse ancora vivo, se sì in che condizioni, e tanto meno dove lo tenessero. Quella pena, non l’avrebbe augurata proprio a nessuno. Si era soli ad affrontarla, anche se attorno c’erano tanti altri. E proprio per questo, proprio perché comprendeva la situazione, fin troppo incisa a fuoco sulla propria pelle, avrebbe fatto di tutto per portare a termine quell’incarico nel migliore dei modi. Per altro, a quanto pareva era abbonato nel ritrovare persone scomparse. E la cosa divertente era che, ad affidargli quel tipo di missioni era sempre lo stesso individuo. Sì, perché per quanto fosse sorpreso di essere solo per quel compito, a colpirlo maggiormente furono le parole seguenti con cui il professorino giustificò la cosa. “Le tue capacità sono state considerate sopra la media dal capo” diceva lui. E chi altri, un giovane ANBU come quello, avrebbe potuto chiamare ‘capo’?
Altro che capacità sopra la media…tu ti diverti a cacciarmi nei guai, Fuyu-sensei.
Tutto tornava adesso. Il perché quel giovane quattrocchi sembrasse così fuori posto e pure la presenza delle tazze da tè. Fuyu doveva averlo piazzato al suo posto poco prima che il Rosso arrivasse. Poveraccio. Sembrava proprio che non fosse lui l’unica “vittima” dei giochetti dello Yuki. Non che non fosse onorato! Al contrario. Ma se lo ricordava ancora lo sguardo divertito di Fuyu, quando gli aveva assegnato quella missione ad Hatoma che Yu si era conquistato con le unghie e con i denti. Quindi immaginava che ora fosse da qualche parte, più o meno con la stessa espressione sul viso, con una delle sue tazze di tè aromatico in mano. Era rimasto un momento in silenzio, dopo quella rivelazione: un po’ per lo stupore d’essere solo - era la prima volta che partiva in solitaria da Kiri - un po’ per la faccenda dello Yuki. E il professorino, evidentemente interpretò quel suo tacere con l’aver finalmente concluso le domande. Gli diede via libera al magazzino per rifornirsi di ciò di cui aveva bisogno e le ultime indicazioni circa la posizione del villaggio e la sua conformazione. Considerato questo, era evidente che mappa e ritratto del figlio del Daimyo non si sarebbero mossi da quella stanza. Tanto meglio! Quando meno non avrebbe avuto addosso oggetti che potessero dare indicazioni su cosa fosse lì a fare, semmai fosse andato storto qualcosa e fosse stato catturato. Aveva ben memorizzato il viso di Hiwatari Kazuki, e la direzione da prendere era chiara. Aveva solo un’ultima domanda, considerato che ora tutte le informazioni che avrebbe ricevuto sarebbero state ad appannaggio delle famiglie dei rapiti.
Penso di potermi affidare al Daimyo Hiwatari per avere indicazioni sulle altre famiglie colpite da questi eventi, non è così? Alla risposta positiva del professorino, annui, inchinandosi brevemente un attimo dopo. Ryōkai. Farò quanto in mio potere per portare a termine la missione. Incrociò a quel punto gli occhi castani dietro le lenti degli occhiali del superiore. Riferisca pure al suo capo che non lo deluderò.
Dicendo questo, uscì dallo studio, iniziando a fare un inventario mentale di cosa avrebbe potuto prendere dal magazzino, ancora prima di arrivarci effettivamente. Era la prima volta che gli veniva data l’occasione di accedervi, ma sapeva si trovasse nel seminterrato del palazzo. Non a livello delle prigioni, ma uno superiore. Prese quindi le scale, scendendo nei sotterranei umidi. La pietra dei corridoi trasudava acqua in alcuni punti, illuminata solo dalla fioca luce delle torce. Nonostante questo, non fu difficoltoso trovare la porta del magazzino. Lì dentro c’era una moltitudine di roba! Armi, oggetti utili, medicinali…tutto accatastato ordinatamente secondo categoria in degli scaffali che dovevano avere i loro anni. L’odore di umido e chiuso era forte, ma allo stesso tempo anche il profumo del cuoio, il lezzo del ferro e delle erbe officinali. Ma non c’era tempo da perdere in simili sciocchezze. Yu si prese giusto un momento per un giro di perlustrazione, facendo sì che le idee partorite nel raggiungere quel posto, prendessero concretezza o venissero scartate. Quindi iniziò a raccattare un po’ di roba utile. Spiedi, arco e frecce per avere qualcosa di alternativo alle sue bolle per colpire sulla distanza, medicinali perché non si poteva mai sapere, oggetti di supporto vari, una ricetrasmittente in più che facesse coppia con la sua, perché poteva servire, un rotolo in cui stipare tutto l’equipaggiamento extra che non poteva portarsi addosso.
« In base a cosa stai scegliendo cosa portarti appresso? » Mh? Ah, sto prendendo cose che possano essere valide sia per il loro utilizzo canonico che per uno collaterale. Sai, anche se una cosa viene creata per svolgere un compito specifico, non significa che non si possa usare in altro modo. « A me sono sempre bastate le mie zanne e i miei artigli! » Ahaha, non fatico a immaginare! Ma, vedi, per uno Shinobi, le armi sono l’ultima cosa da usare. Piuttosto…questa è la nostra prima missione assieme, non sei contento? E ora che ci penso, effettivamente non sono affatto solo come ha detto quel professorino là sopra. Già, ma era chiaro che quell’ANBU non sapesse nulla di lui, se non forse il suo nome, il suo grado e che doveva affidargli una missione. « Sembri un cucciolo su di giri. » Kurama sospirò, quasi nostalgico, quasi come se in quel cucciolo su di giri vedesse un sé stesso di tanto tempo prima. « Ma in effetti, questa anche per me è la prima volta in cui vado a caccia con qualcuno che non siano i miei fratelli. E pure con loro…ormai si parla di millenni fa. » Non te li farò rimpiangere, promesso. « Mpf! » Una risata sbuffata da un vocione profondo e cavernoso. « Il caso è un casino come solo voi umani sapete fare, ma tu sembri divertito. » Lo sono! Insomma…non per quello che è successo a quelle persone, ovvio. Comprendo fin troppo bene cosa si prova a vedersi strappato via qualcuno senza sapere se sia ancora vivo o che altro. Tuttavia quest’incarico sembra così incasinato…sai che soddisfazione una volta che tutti i pezzi saranno al loro posto? E poi è da un sacco che non posso lasciare Kiri, solo questo mi rende euforico! « Stai iniziando a convincermi, sai? Quando partiamo? » E sta volta, riusciva proprio a immaginarselo quel ghigno feroce sul muso della Volpe. Proprio adesso. Ho appena finito di sigillare l’equipaggiamento nel rotolo, quindi possiamo andare! Di seguito quello che Yu prende dal magazzino, in verde ho evidenziato gli slot equipaggiamento dove tiene il tutto e altre specifiche:
Ricetrasmittente: Piccola radio ricetrasmittente da posizionare sull’orecchio in modo che non possa impedire movimenti o tenere occupate le mani durante delle azioni. Particolarmente utile per coordinare azioni nel caso in cui ci si trovi ad una distanza tale da non poter comunicare liberamente con i propri compagni di team. Se la distanza che intercorre tra gli utilizzatori è inferiore ai 100 m, la comunicazione e l’impiego dell’oggetto (se già estratto e posizionato sull’orecchio) non costerà nessuna azione. Al contrario, se la distanza tra gli utilizzatori supera i 100 m, sarà necessario sprecare un’azione per ricercare il segnale e sincronizzarsi su di uno a banda più larga. [utilizzabile solo in missione] [non occupa Slot]
6xSpiedo: Quest'arma, le cui origini risalgono all'istituzione delle prime squadre Oinin di Kiri, è alla vista un banale ago di ferro. Non vi è concezione più sbagliata, dato che queste armi possono rivelarsi estremamente letali se il ninja che le possiede è un esperto conoscitore dell'anatomia umana. Una delle peculiarità degli Oinin era proprio questa, si narra che i componenti di queste squadra fossero in grado di uccidere un uomo con un solo spiedo o addirittura di paralizzarlo, stimolando con precisione chirurgica i principali nervi del suo corpo. Viene utilizzata come arma da lancio con un bonus di +4 all'Frz che sale a +5 nel caso l’avversario si difenda dall’attacco. Ha un peso insignificante e un set di 6 occupa 1 Slot. [Slot 5]
1xRotolo del richiamo medio: Rotolo di pergamena nel quale possono essere inseriti fino a 10 pezzi tra oggetti, armi ed equip. Al costo di [Chk:10] è possibile richiamarne uno o depositarlo in uno spazio vuoto. Un rotolo non può contenere al proprio interno altri rotoli. Richiamare o depositare non consuma azioni. [Occupa 1 Slot Arma in schiena o in Vita] [Slot Arma 1][Qui sotto il contenuto del rotolo] 1xArco: Arco a due mani, efficace dalla lunga distanza e usato, in maggioranza, da coloro che utilizzano per la maggior parte attacchi dalla distanza, nonostante possa sembrare di effimera entità il suo danno è da considerare con meticolosa attenzione. Gli attacchi causati da questa arma sono di tipo Perforante, e il mezzo con cui esso arreca danno sono le frecce. Nel momento in cui l'utilizzatore incanala nelle frecce il chakra elementare godrà anche di un bonus alle Ninjutsu Elementali d’attacco e difesa a lungo raggio. Quest'ultimo è valido solamente per le Ninjutsu Elementali. Quest'arma può essere usata anche come Contundente, sfruttando il corpo dell'arco, con bonus dimezzato. (Peso: 2 Kg)
12xFrecce [2 set da 6]: Semplici frecce costituite con prevalenza da legno generico sulla cui punta presentano un rinforzamento di ferro ed esse possono essere recuperate con la regola dei set di armi. È possibile adoperarle con abbellimenti vari e far propria una determinata composizione d'armamento. Possono essere intrise del proprio chakra elementare fornendo quindi un bonus alle Ninjutsu Elementali d’attacco e difesa a lungo raggio(bonus efficacia valido SOLO per le Ninjutsu Elementali). Causano status “ferite da perforazione” e nel caso vengano utilizzate incanalando il chakra elementare si aggiunge lo status del suddetto elemento utilizzato. (Peso: 0.2 Kg) [Le considero in Chakracciaio]
1xRimedio di erbe: cura gli status Accecamento, Veleno, Dolore, Sonnolenza e Paralisi, fino al 4° grado. [occupa 1 Slot]
1mxGarza: ferita da taglio o contusione -1 ai malus ogni 10 cm di garza [1 metro occupa 1 Slot]
200mxFilo: filo di nylon resistente e trasparente, oltre che incredibilmente versatile. Utile per creare trappole, è indispensabile agli Uchiha per effettuare il Triplice Attacco del Mulino Sharingan. [100m occupano 1 Slot]
2xBombe lucenti: Piccola bomba sferica alla cui deflazione emana una luce tanto potente da abbagliare l'avversario, provocandogli per un turno status accecamento da luce. Il malus da accecamento va calcolato su Int base (dell’utilizzatore)/2. Utilizzabile come oggetto di fuga, permettendo un turno di vantaggio (quello in cui l’avversario viene accecato). La fuga può essere comunque fermata da un livello minimo in Sensi Migliorati di 5/4/2/1. [2 bombe occupano 1 Slot]
12xCampanellino [2 set da 6]: Piccolo sonaglio argentato dal suono avente onde sonore molto particolari, quasi ipnotiche che agiscono direttamente sulla mente del proprio avversario. Solitamente vengono utilizzati come esca, attaccati ad un’arma da lancio (quali kunai o spiedi) con cui si effettua un attacco/trappola il cui intento non è colpire il nemico, ma fare in modo che esso eluda l’assalto lasciando quindi che l’arma si conficchi nel terreno di scontro, cosicché i sonagli possano emettere le proprie onde sonore in modo continuo, assoggettando la mente avversaria. Nel caso questo accada, il malcapitato subirà un malus alla Res pari a [Int base(dell’utilizzatore)/20]. Il malus perdura per un solo turno dopo l'utilizzo. [Un set da 6 campanelli occupa 1 Slot]
Detto fatto e lo strampalato duo si mise in viaggio. Yu si prese giusto il tempo di bardarsi con una cappa scura trovata nel magazzino - usata, un po’ sdrucita, ma ancora perfettamente idonea al suo compito - prima di lasciare il villaggio nella direzione indicatagli dal professorino. Il posto che cercava non era troppo distante. Come ben sottolineato dal suo superiore, i rapimenti stavano ormai minacciando i confini della Nebbia, di conseguenza non poteva volerci molto per arrivare. Un luogo bucolico per come glielo aveva descritto, stretto nell’abbraccio della foresta e percorso da diversi torrentelli. Doveva essere un bel posto…quando le cose andavano bene. Adesso non faticava a immaginare l’atmosfera pesante che avrebbe trovato. Il suo intento era quello di recuperare quanto prima le informazioni essenziali per poter iniziare le indagini e pulire quel vetro sporco che si trovava davanti agli occhi e il modo migliore per farlo era parlare con il Daimyo e con le altre famiglie che erano state amputate. Tuttavia, prima di presentarsi dal Signore di Kokuhyō, si sarebbe fatto un bel giro di perlustrazione, sia lungo i confini del borgo, sia all’interno dello stesso…fiumiciattoli compresi. In Accademia spesso gli dicevano che, a volte, per iniziare a indagare in un posto, era buona norma buttarsi un po’ a caso in una locanda, sedersi ad un tavolo in penombra e ascoltare che dicevano le persone. Avrebbe anche potuto farci un pensierino, prima di dirigersi definitivamente dal mandante principale di quella missione. Da valutare una volta sul posto. Fare ipotesi adesso gli era un po’ difficile, ma era da un po’ che una domanda gli ronzava in testa. Perchè mai qualcuno avrebbe dovuto prendersela con i ragazzi recanti quei tratti somatici? E poi perché proprio in quel villaggio disperso nel mezzo della selva? Qualcosa stonava, una nota fuori posto che strideva col resto della melodia. Avrebbe dovuto fare attenzione…e non scartare l’ipotesi che l’orco si nascondesse proprio in quello stesso paese. Paese che iniziò a mostrarsi tra gli alberi della selva, dopo appena un’oretta e mezzo di marcia sostenuta. La sua sagoma si delineò nella nebbia, sotto l’ombra di nubi plumbee, ricordandogli nettamente casa.
Ci siamo.
Come da programma, iniziò la sua perlustrazione del posto dal perimetro esterno. Evitò attentamente di avvicinarsi troppo all’entrata principale del villaggio, inoltrandosi piuttosto nella foresta, col cappuccio ben calato sulla testa, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutarlo. Tracce, impronte, qualcosa di anomalo e fuori posto, senza contare quella casa. Sì, quella vicino al bosco e al fiumiciattolo dove si erano appostati i suoi colleghi prima che il giovane Hōzuki prendesse e se ne andasse, facendo perdere le sue tracce alla compagna. Sul rapporto c’era scritto che era una casa grande, quasi una specie di villa…supponeva quindi fosse riconoscibile rispetto alle abitazioni più comuni, così come a quella del Daimyo che - neanche a dirlo - spiccava per grandezza e magnificenza. La poteva vedere un po’ anche dal perimetro del borgo, perfettamente tenuta, con tetti spioventi neri e un giardino esterno rigoglioso. Non riusciva a vedere, da quel punto, se ve ne fosse uno interno, ma supponeva di sì: la struttura dell’abitazione suggeriva che ci fossero stanze e corridoi che correvano tutto attorno al centro, dove le stanze principali si affacciavano con le porte in carta di riso. Avrebbe avuto modo più tardi di ammirarla nella sua totalità, ora era tempo di raccogliere informazioni. Se qualcuno l’avesse notato, probabilmente l’avrebbe scambiato per un fungaiolo, mentre, a volte, scostava col piede le foglie del terreno accucciandosi per poi osservare meglio le tracce sottostanti. Non che ce ne fossero molte. Per lo più si trattava di orme lasciate dagli animali della zona che si avvicinavano ai centri abitati, magari alla ricerca di cibo facile, e tracce di carri. Quelle si notavano bene, erano talmente calcate nel terreno che non gli serviva nemmeno osservarle da vicino, segno di una certa abitudinarietà nel muoversi in quelle tratte. A parte questo, tuttavia notò dei dettagli interessanti…più che altro inquietanti e sinistri. Capitava ogni tanto che buttasse l’occhio per le strade, ovviamente giravano poche persone, per lo più donne con marmocchi al seguito e uomini fuori dal target d’età del presumibile sequestratore seriale. Tutti di fretta. Molti imbacuccati, altri più ribellini affrontavano l’umido del posto sbracciati. Era chiaro che la paura aleggiasse sul villaggio: a testimoniarlo, Yu, non troppo distante dall’ingresso principale del borgo, si imbatté in un albero, uno di quelli sacri, con la shimenawa attorno al tronco. Ma non era l’unica cosa ad essere stata attaccata sulla corteccia…quella pianta era piena zeppa di talismani. O meglio, pezzi di carta senza alcuna utilità, creati dalla gente del luogo. Non erano veri talismani, erano più preghiere scarabocchiate e invocazioni atte a difendere il villaggio, a proteggere le persone che lo abitavano. D’altronde, quando il terrore dilaniava da dentro, le persone avevano bisogno di attaccarsi a qualcosa, qualsiasi cosa pur di trovare il coraggio e la forza di andare avanti. Anche una finta preghiera scritta su di un foglietto che di sacro e benedetto non aveva proprio nulla andava bene…perché il mondo non poteva essere così orrendo, la vita non poteva essere così crudele da non concedergli quanto meno l’opportunità di poter credere che un qualche Kami, mosso a pietà decidesse infine di aiutarli. Per quanto fosse sciocco, Yu non si sentì di biasimarli. Lasciati a loro stessi, quella era l’unica via d’uscita che erano riusciti a trovare. Niente di utile ai fini della sua ricerca, ma lasciava intendere il livello di disperazione di quella gente. Fu terminando il suo ampio giro che si imbatté, contrariamente, in qualcosa che forse avrebbe potuto essere un valido spunto. Situata al limitare del villaggio, leggermente isolata rispetto allo stesso, trovò una casa piuttosto ampia. Sembrava abbandonata. Muschio cresceva in mezzo ai sassi di cui era composta, il tetto era marciulento, quello che doveva essere il giardino sembrava un groviglio incolto di cespugli spinosi, i vetri delle finestre erano opachi, rovinati e ragnatele piuttosto importanti decoravano quel già sinistro quadretto. Stava valutando l’idea di controllare più da vicino, magari provare ad entrare, quando un sonoro “clack” della porta sul retro lo fece scattare come una molla e nascondersi dietro al primo tronco disponibile. Si sporse quello che bastava per tirare l’occhio e osservare se fosse stata solo una corrente d’aria a spalancare la porta - e conseguentemente sentirsi perculare da Kurama a vita per essersi nascosto così rapidamente - ma il suo sguardo incrociò invece una vecchia signora, forse una domestica, che scopava fuori lo sporco di casa. Fu giusto un attimo, perché poi l’anziana se ne tornò in casa, sbattendo l’uscio, ma quanto serviva per prendere nota che quella casa dall’aspetto malandato era effettivamente abitata da qualcuno. Avrebbe potuto chiedere informazioni su quell’abitazione e chi vi abitava al Daimyo, tra le altre cose di cui voleva parlare. Era quasi sicuro fosse proprio quella la casa di cui parlava il rapporto dei due Shinobi che erano stati lì prima di lui, valeva la pena di sentire che cosa il signore avesse da dirgli in merito. Ma prima, doveva fare ancora la perlustrazione interna. L’esplorazione del perimetro gli aveva dato una manciata di informazioni, poche, non esattamente utili, ma non per questo da buttare via. Adesso era caso di fare un giretto per le strade di Kokuhyō, ma si sarebbe fatto aiutare.
« Non vorrai chiamare quei cosi tutta lingua e zanzare nel cervello! » Oh avanti, a parte per la parlantina troppo sciolta non sono così male. E ci serve il loro aiuto se vogliamo perlustrare anche i fiumi che attraversano il villaggio. « Pensi di trovarci qualcosa? » Non lo so, ma vale la pena controllare.
Se non aveva visto male, mentre faceva quel sopralluogo esterno, aveva intravisto una vecchia costruzione, mezza diroccata, forse un vecchio fienile o un vecchio magazzino ormai dismesso. Insomma, un luogo più che riparato e abbastanza scostato dal villaggio per poter evocare ‘Kichi e ‘Tatsu in tutta sicurezza. Sì, aveva deciso per i due fratellini che, sebbene fossero i più debolucci dell’eremo, erano di dimensioni ridotte rispetto ai loro compagni più forti, quindi meno evidenti, senza contare che, essendo in due, avrebbero fatto più in fretta il giro dei torrenti che vivacizzavano quel villaggio. Si sentiva un po’ in colpa, a dire il vero, a non poter dire loro nulla di Kurama, quasi come se li tradisse in un certo senso, ma il Mizukage era stato perentorio…e volente o meno i Rospi erano un collegamento fin troppo diretto con un altro Kage delle Grandi Terre Ninja. Meglio evitare. Tornò quindi sui suoi passi, fino a raggiungere la vecchia costruzione decadente. Vi si intrufolò da un buco sul muro, causato dal crollo di parte della parete - i detriti erano ancora sparsi un po’ all’interno e un po’ all’esterno della struttura - e si preparò a procedere con l’evocazione…oltre che a zittire immediatamente i suoi due amichetti anfibi dai colori sgargianti. Morse il pollice, pagando il pegno di sangue dovuto per la tecnica e, composti i sigilli, pose la mano sul terreno e dalla canonica nube di fumo apparvero subito Gamakichi e Gamatatsu.
Mpe mpavomlo smummepte. MMMH?!
Mpamemu!
Mani sulle larghe bocche dei Rospi, Yu iniziò subito a spiegare la situazione. Ssssth, ragazzi sono io. Abbassò il cappuccio giusto qualche attimo perché lo vedessero, prima di rialzarlo. Scusate le maniere poco gentili, ma siamo in missione. Ora vi libero, ma voi tenete la voce bassa, ok?
Pfua! Cavolo Yu mi hai fatto prendere un colpo, saranno secoli che non ci vediamo!
Shi, da quelle volta che shiamo venuti ad avvertirti delle Bestie Codate…credo...
Beh significa solo che non mi sono cacciato in guai così grossi da dove richiedere il vostro aiuto, no? Si giustificò. Comunque sono contento di rivedervi e mi dispiace avervi disturbati…qualsiasi cosa steste facendo.
Ah figurati, cacciavamo zanzare. ‘Tatsu ha insistito e alla fine mi ha convinto.
Non mi pareva fosshi così obbligato, fratellone.
Ok ok, d’accordo. Sentite, ho bisogno di una mano. Frenò sul nascere quello che aveva tutto il potenziale per diventare un litigio tra fratelli, riportando l’attenzione sul fulcro della loro presenza lì. Nel villaggio in cui siamo succedono cose strane e sto facendo una prima perlustrazione del posto. Spiegò brevemente. Ho bisogno che voi esploriate i fiumiciattoli che attraversano questo paese, mentre io mi occupo di fare un giro per le strade.
Oooh per questo ci hai chiamati. Mi sembrava strano ti servisse il nostro aiuto per una cosa così semplice come fare una ricognizione. Incrociò le braccia al petto, abbassando deciso la testolina arancione. Per me non ci sono problemi. Che dici ‘Tatsu?
Ci shono zanzare?
Le zanzare: il metro di misura per l’interesse di ‘Tatsu. Tutte quelle che vuoi.
Allora ci shto!
Perfetto. Ci rivediamo qui tra una ventina di minuti, d’accordo? Non fatevi vedere assolutamente, se necessario usate la trasformazione e mutatevi in rane comuni.
Va bene, capo! Lascia fare a noi! E sbattè la zampa palmata sulla pancia tondeggiante, come un tamburo. Cerchi qualcosa di particolare?
Qualsiasi cosa stoni. Qualsiasi cosa di strano. Ma anche se ci sono canali nascosti o tracce di qualsiasi tipo. Insomma riportatemi tutto quello che vedete.
Agli ordini! Agli ordini!
Si salutarono lì, in quel vecchio fienile diroccato, dividendosi per svolgere ognuno i propri compiti. Mentre i Rospi balzavano a cercare il primo corso d’acqua disponibile in cui tuffarsi, Yu, stretto nel suo mantello, ripercorse i suoi passi fino all’entrata principale del Villaggio. Rifacendo la strada al contrario, tornò ad imbattersi in quell’albero pieno di talismani…impossibile non guardarlo ancora una volta, passando. Quindi si apprestò a superare per la prima volta l’ingresso di quel luogo abbracciato dalla perdita e dal dolore. Un villaggio che normalmente sarebbe stato fiorente e rigoglioso come la foresta che lo avvolgeva, ma che adesso era in ginocchio, con l’umore sotto i piedi e la paura a serpeggiare per le strade tutte. Ed era suo il compito di fare chiarezza sulla faccenda che lo affliggeva. <tecnica> - Tecnica del Richiamo -"Il ninja si procura volontariamente una piccola ferita. Il sangue che ne sgorga è il sacrificio richiesto per attivare il legame con il contratto firmato e questo, combinato con la composizione di diversi sigilli, permette di evocare le creature più disparate, che risulteranno sempre più potenti ad ogni grado ninja. Poggiata la mano a terra, la creatura evocata potrà agire seguendo le direttive dell'evocatore."
~Gamakichi e Gamatatsu [Chk: 60] Figli del capostipite della specie, si tratta di due rospi di piccole dimensioni. Entrambi indossano una giubba blu e hanno dei particolari segni tatuati sul corpo e intorno agli occhi - in netto contrasto con il colore arancio e giallo della loro pelle ruvida. Caratterizzati da un indissolubile legame fraterno, il loro rapporto spesso viene messo a dura prova quando il più pigro e paffuto dei due, Gamatatsu, si esibisce in tutta la sua goffaggine o nella richiesta di pasti fuori dagli orari. Intrattenersi in discorsi con i due rospi in questione, infatti, sfocia il più delle volte in un'azzuffata amichevole e rimproveri puntigliosi da parte del più maturo Gamakichi. D'altronde, quando impiegati sul campo sanno mettere da parte le divergenze e la loro collaborazione e versatilità, anche in fase di esplorazione, ricambia in egual modo il tempo speso a farli ragionare nel tempo libero. Frz: 140 Def: 136 Vta: 50 Chk: 40 Int: 40 Res: 110 Vel: 40 Stm: 143 Slt: 250
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