Omizutori, Matsuri- Prima Edizione

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Corlys
view post Posted on 2/7/2019, 01:24 by: Corlys     +1   -1
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*Quello per Fujio era stato un viaggio meraviglioso. Forse l'esperienza più esaltante della sua vita. Forse insieme all'accademia Ninja l'unica vera esperienza di vita vissuta, dove aveva potuto provare stupore e meraviglia e non semplicemente tentare di sopravvivere.
Non aveva mai messo piede all'infuori del Paese della Terra, sebbene avesse vissuto per alcuni anni in una cittadina al confine con il Paese dell'Erba mai aveva avuto voglia o motivo di passarne i confini, ed invece un giorno, si era ritrovato recapitato in casa un permesso dagli uffici del palazzo dello Tsuchikage un passaporto, una discreta somma di Ryo per il viaggio e un biglietto prenotato per alcune notti da Ajifuku, una locanda situata a Kaijūatama la capitale di Taki No Kuni. Inizialmente potete immaginare la confusione del ragazzo, ma insieme a quei documenti vi era anche una lettera che lo esortava ad andare per partecipare all'Omizutori, una tradizionale festa Buddista che si teneva ogni anno nella capitale delle Cascate e si diceva attraesse persone da tutto il mondo, più o meno fedeli.
Fujio era tutt'altro che un ardito fedele, non conosceva praticamente nulla del Buddismo e solo i precetti e i concetti basilari dello Shintoismo. Avendo vissuto come guardia e galoppino di una prostituta non aveva certo avuto modo di entrare in confidenza con la religione, e il patrigno ubriacone e violento che lo odiava con cui era cresciuto non si era certo speso a insegnargli quei concetti.
Fujio comprese subito che chi aveva recuperato quei documenti e lasciato quei soldi era il misterioso benefattore che aveva pagato per la sua casa e che si era occupato di lui, e questo non fece che aumentare la sua curiosità. La lettera tuttavia chiudeva con una frase "Un ninja che sia degno di questo nome non può conoscere solamente il suo villaggio ma deve visitare il mondo, scoprirlo e tentare di capirne i meccanismi che lo animano. Un uomo che si rispetti per conoscere se stesso deve imparare a cercarsi dentro e cercarsi dentro gli altri."
Queste parole così lontane dalle sue corde e dalle sue esperienze lo fecero riflettere tanto che passò i giorni successivi ad informarsi sulla festività e il luogo che la ospitava e quando venne a sapere che la Tsuchikage e il suo seguito sarebbero probabilmente stati invitati prese la decisione finale. Inoltre era probabile che anche gli altri Kage e i grandi ninja di numerosi paesi potessero prendervi parte!
Così nel giorno destinato prese il suo fedele boh, il suo sakkan mise la sua maschera e la sua mantellina, nello zaino lo stretto necessario per il viaggio e si incamminò.
Attraverso la familiare landa pietrosa di Tsuchi no Kuni fino al confine con Taki, e si inerpicò tra le montagne che dividevano i due paesi e li giunse la prima meraviglia, la vista dell'Otawā di Imatakare una gigantesca torre-fortezza a base quadrata, che s'issa per diverse decine di metri verso l'alto con pareti bianchissime e migliaia di finestre, pronta ad osservare ogni movimento, in cima ad essa l'enorme pira pronta ad essere accesa e tramite un sistema di segnali visivi e di fuochi pronta in breve a far giungere notizie infauste fino alla capitale.
Di lì riprese il cammino attraversando boschi e foreste come non ne aveva mai viste, e le gole rocciose del paese. Queste non differivano molto da quelle del suo paese Natio se non per il fatto che erano tutte solcate da fiumi e cascate che un abitante di Tsuchi No Kuni poteva solo sognare. Ed infine dopo alcuni giorni di cammino giunse in vista del grande monte Kigen, che già di se era uno spettacolo mozzafiato, ma quando vi giunse alle pendici la sua visione del mondo cambiò totalmente.
Dalla cima del monte sgorgavano immense cascate, come se tutta l'acqua del mondo calasse da lassù.
Rimase alcuni minuti immobile sotto ad osservare quella visione con la bocca spalancata sotto la maschera sordo a tutto ciò che non era quell'enorme, incommensurabile rumore di scrosciare d'acqua, fedeli e viandanti gli passavano intorno a volte urtandolo e chiedendo scusa ma lui nemmeno ci fece caso. Poi prese una decisione, sapeva dove sarebbe andato prima di qualunque altro posto.Corse quindi su quei sentieri ostili che conducevano fino alle porte di Kaijūatama driblando le persone che gli si passavano davanti e spesso urtandole e ricevendo insulti e maledizioni in cambio. La sua proverbiale lucidità e freddezza era ormai totalmente andata a farsi friggere. Corse fino al punto panoramico più in alto della città, eludendo totalmente le processioni religiose i templi così come i mercati e le altre attrattive decisamente più mondane fino a giungere sulle sponde del lago dove poteva guardare quelle cascate gettarsi verso la terra da li guardandosi intorno si poteva vedere tutto il paese, a Nord Ovest le brulle montagne che aveva superato che dividevano il paese da quello della terra e poco più a sud i fertili campi di di Kusa no Kuni, ad est le cime Innevate del paese della Neve, a Nord il mare sconfinato di cui fino ad ora aveva solamente sentito parlare ed a sud Le grandi foreste che dovevano segnare il limite del paese del Fuoco.
Il rumore di acqua lo circondava mentre guardava e scopriva nuove cose intorno a se.
Non si era mai sentito così prima d'ora, in passato era stato soddisfatto per alcune cose, come il passaggio all'esame genin, ma mai aveva provato quel che provava in quel momento. Si sentiva felice, e per la prima volta libero, come se tutto quello che aveva mai vissuto e pensato fosse sparito nel nulla, cancellato totalmente dalla vastità di quel nuovo mondo che aveva scoperto.
In mezzo a tutta quell'acqua non se n'era nemmeno accorto ma sotto la sua maschera stava piangendo.*
 
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