Omizutori, Matsuri- Prima Edizione

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 4/6/2019, 21:47     +1   -1
Avatar

Group:
Staff
Posts:
3,271
Location:
Naruto GDR

Status:





2up8sxz

2up8sxz

Matsuri


Omizutori







hB2QahH


CITAZIONE
Agli Illustrissimi Kage, ed ai rispettabili Daimyo tutti dei Paesi Ninja


Con la presente è mio vivissimo piacere invitare le Signorie Vostre e i Vostri valorosi shinobi al tradizionale Omizutori, che si terrà presso la Capitale Kaijūatama all'inizio del mese di Marzo.

Il rituale di Purificazione è un'antica e rinomata ricorrenza, profondamente radicata nella cultura del Paese che ho l'onore di guidare: sarà mia profonda gioia condividere lo spettacolo delle Fiamme dell'Otaimatsu con quanti desidereranno accogliere l'invito, nello spirito di Rinascita e rinnovata Speranza che accompagna i nostri passi verso la Primavera, e benedice la nuova stagione, che si lascia alle spalle i rigori e le Tempeste del crudele Inverno appena trascorso.

La Cascata sarà lieta di accogliere i più giovani virgulti delle vostre schiere così come i guerrieri più valenti, onde rinnovare lo spirito di Fratellanza che le fiamme di Fukagizu non hanno avuto potere di estinguere.


Nella lieta attesa di una Vostra risposta, porgo i miei sinceri omaggi




Unko Fōru, Daimyo di Taki no Kuni

Introduzione e ambientazione


Il primo Matsuri, come avete avuto modo di leggere, si svolgerà nel Paese della Cascata.
Ci siamo ispirati alla ricorrenza dell'Omizutori, festività tradizionale giapponese che si tiene solitamente durante le prime due settimane di Marzo: nel nostro GdR la durata formale della festività sarà ridotta ad 8 giorni, dall'1 all'8 del mese; all'atto pratico, per restringere l'arco temporale, terremo in considerazione ai fini del role i giorni 7 e 8 Marzo del 249 DN.

Se le date designate non fossero compatibili con la cronologia delle role del vostro pg, tuttavia desideraste comunque partecipare, vi preghiamo di segnalarlo in fase di iscrizione [X] e cercheremo una soluzione praticabile per la maggior parte degli interessati, anche modificando la data dell'evento.

In caso contrario non si porranno problemi, ma tenete presente che difficilmente un Kage lascia liberi i propri soldati per ben otto giorni (che ricordiamo essere la durata formale della festa, ma la giocata si aprirà a partire dal giorno 7 Marzo).
Se avete la libertà di ruolare il vostro arrivo in una data precedente al 07.03, abbiate l'accortezza di concordare i motivi e la durata complessiva della licenza coi rispettivi Kage/Reggenti.

Saranno periodicamente effettuati post da parte dello Staff per avanzare temporalmente lungo l'arco delle 48 ore interessate dall'evento, ed introdurre le varie iniziative che compongono il rito tradizionale: ciò non avverrà a cadenza fissa, ma in base a quanto sarà osservato delle varie interazioni che avverranno durante la giocata.

I Kage non sono obbligati a partecipare (specifichiamo in caso la lettera dovesse suggerire il contrario): se ne avranno modo, sarà gradita (ma sempre facoltativa) una breve risposta da parte loro alla missiva del Daimyo della Cascata; chiediamo solo di non porre limitazioni alla partecipazione dei giocatori, ma piuttosto, se lo ritenessero opportuno, di fornire indicazioni di massima sul comportamento da tenere in questa occasione.

Dato che svariati eserciti non possono essere mobilitati in toto e radunati a Kaijūatama, i giocatori potranno ruolare di essere stati sorteggiati o selezionati dal loro Kage/Reggente per presenziare all'iniziativa, come rappresentanza del proprio Paese di origine; per i Liberi Puri il problema non si pone.
I Nukenin dovranno prestare particolare attenzione in fase di iscrizione e di gioco, per ovvi motivi (per qualsiasi necessità contattate i Narratori).

Si prega di prendere visione del Regolamento Matsuri [X] prima di iscriversi, e si ricorda che l'evento sarà attivato al raggiungimento del quinto partecipante: tenete d'occhio tagboard e shoutbox per tutti gli aggiornamenti del caso.

Preghiamo Master/Quester e Insegnanti di invitare personalmente i propri giocatori a partecipare, soprattutto se si tratta di elementi iscritti da poco.





Edited by -Egeria- - 23/2/2020, 10:12
 
Web  Top
view post Posted on 13/6/2019, 16:04     +1   -1
Avatar

Group:
Staff
Posts:
3,271
Location:
Naruto GDR

Status:





2up8sxz

2up8sxz

Matsuri


Omizutori










La leggenda narra che in tempi antichi, il fondatore del tempio organizzò una cerimonia alla quale invitò 13700 divinità: una di queste, Onyu-myojin, si presentò in ritardo, e per scusarsi fece sgorgare l’acqua dal terreno di fronte al tempio, in un determinato giorno di ogni anno.
Per questa ragione il pozzo viene considerato sacro, in quanto dono della divinità, e si crede che la sua acqua sia in grado di guarire e purificare dai peccati.




Kaijūatama, Paese della Cascata
7 Marzo 249 DN, mattino




Lunga è la marcia che conduce i pellegrini alla vetta del monte Kigen: attraverso strette valli, ponti, guadi, un cammino al fianco di freschi torrenti che odorano ancora di neve... neve che si scioglie sulle vette protese verso il cielo, e scorre a riempire la valle dei canti allegri dell'acqua.
La nebbiolina si tinge dell'oro dei raggi del sole nascente, incoronando i germogli ancora in boccio degli alberi, presto pronti a rivestirsi di un nuovo, tenero verde.

Lenti si inerpicano i contadini sulle mulattiere, gli asini carichi di ceste e bisacce, arrancano lenti su per le pietraie: partiti che le stelle scoloravano in cielo, dopo lunga marcia, sempre più in alto, dove solo rapaci e stambecchi osano avventurarsi. Il sole neonato infine si affaccia tra le vette e lo scroscio della Cascata accoglie tutti, contadini e cittadini, pellegrini e shinobi, nella Capitale: Kaijūatama dalle mille sorgenti, che le disgrazie recenti lasciarono intonsa.

Le strade della città intera fervono dell'andirivieni di gente di tanti paesi: chi visita templi, chi negozi, chi il mercato, chi le meraviglie della città - momenti di riposo e svago, per i veterani di guerra ospiti della Signora di Taki.
Sorridono e salutano gli ospiti, coloro che abitano la città dell'acqua che ride: da cinque giorni ormai accolgono volti nuovi, che tanto beneficio portano alla loro amata terra; non c'è albergo, stanza oppure ostello rimasto vuoto, da cinque giorni a questa parte.
Le ambite Mele del Mostro occhieggiano da ogni cesta, riempiendo dolcetti, cibi e spuntini del loro dolce aroma: trasportate fino alla vetta a costo di grande sudore, per altrettanto valore sono vendute ai tanti visitatori.

Alacri i monaci sciamano per le strade, si affaccendano attorno al grande Tempio: odorano d'incenso e di petali gli altari, intrecciano talismani, recitando preghiere con voci melodiose; a mezzanotte brilleranno le torce, tutti le aspettano, a benedire e scacciare il male - agli uomini tocca però la fatica di preparare la festa ai Kami immortali. Mondare la cenere dei giorni passati, pulire i viali dalle foglie avvizzite, appendere le fiaccole nuove, potare le camelie appassite: ogni giorno la stessa impresa, per donare agli astanti la più bella delle feste per la nuova Pimavera.



CITAZIONE
Ebbene sì, si comincia!

Raccomandiamo di leggere bene la scheda di Taki no Kuni prima di iniziare la giocata [X]
Immaginate le classiche bancarelle delle fiere, per quanto riguarda le aree frequentate dai turisti: tiro al bersaglio, pesca il pesciolino, lettura delle carte, teatro di strada e chi più ne ha, più ne metta; i templi in città sono più d'uno, libero di ispirarvi alle letture che preferite per descrivere le mete che i vostri pg decidono di visitare.

Attenzione: al pozzo sotterraneo non si accede, ci scenderanno i monaci in serata, durante la processione. Per ora si parla solo di raduno dei pellegrini in città.


Qualche specifica:

> ricordatevi che potete aggiungervi quando volete, basta segnalare l'iscrizione nel topic Iscrizioni

> potete interagire con qualsiasi elemento ambientale e inventarne anche di vostri; quello che non è consentito è compiere deliberate azioni di distruzione verso cose, persone o animali, di entità tale da richiamare l'attenzione delle forze dell'ordine

> non c'è una scadenza o un ordine da rispettare per il posting: non avanzate però temporalmente (restate al mattino, massimo ora di pranzo), questo lo si farà seguendo le indicazioni contenute nei post dell'account Staff, che seguirà la giocata

> eventuali Kage partecipanti saranno alloggiati nel Palazzo del Daimyo con tutti gli onori

> per qualsiasi richiesta o suggerimento contattate i Narratori


Edited by -Egeria- - 23/2/2020, 10:12
 
Web  Top
view post Posted on 21/6/2019, 10:03     +1   -1
Avatar

A Man of No Consequence

Group:
Member
Posts:
2,041

Status:




Narrato
«Parlato»
"Pensato"
KacchanKyoko Yamanaka (madre)Matsuda Nara (sensei)Negoziante

«Oh, andiamo... Perché non vuoi venire?» Il viso dai lineamenti delicati di Kyoko Yamanaka si corrucciò, le labbra sottili e delicate a dar forma ad un broncio infantile, incrociando le braccia al petto. «Dovresti fare una pausa, di tanto in tanto, sai?» Affermò, convinta, guardando suo figlio che, come al solito, era piegato sui suoi libri.

Sospirando, Kacchan sollevò lo sguardo, togliendosi gli occhiali e massaggiandosi la radice del naso. «Ma', ti prego... Ne abbiamo già parlato. Non intendo andarci.» E, come se con quelle parole la questione fosse chiusa, Kacchan si ributtò sulla sua lettura, intenzionato a concludere quanto meno quel capitolo che stava leggendo, ma sua madre, nonostante l'aspetto esile e sottile come un giunco, era di una tenacia e testardagine tali da far impallidire anche la più dura delle rocce.

«Eppure, quando eri piccolo, ci andavamo sempre.... Se non vuoi venire con me, vai almeno con le tue amiche! Sono sicura che Chyio e Natsuko ne sarebbero entusiaste.» Questa volta il ragazzo non si prestò nemmeno di alzare lo sguardo, continuando imperterrito nel suo studio. «Chyio è impegnata a dare una mano a suo padre, mentre Natsuko è partita per una missione in solitaria.» Spiegò, lapidario, pronto, però, a spiccare il volo nel caso in cui sua madre avesse insistito ulteriormente.

Non ci fu una risposta immediata, però, da parte della donna, anzi. Il silenzio prolungato che ne seguì spinsero il ragazzo ad alzare nuovamente lo sguardo, incrociando così il viso della madre: gli occhi verde giada erano socchiusi, mentre sul suo viso era dipinta un'espressione furbetta. Brutto, bruttissimo segno. «Ma', non farti venire strane idee... Lo sai, ho i turni in ospedale e portarmi avanti con lo studio per la specializzazione, e mi fermo solo per fare missioni. Davvero, anche volendo non avrei tempo per venire a Kaijūatama...» Il sorriso della donna si allargò ulteriormente, mostrando in un ghigno la dentatura bianca e l'incisivo scheggiato, retaggio di un'infanzia e adolescenza da scapestrata. «Oh, ma certo tesoro...» «Mamma. Ti prego, non fare...»

[...il giorno dopo...]


«Non ci credo.... L'ha fatto davvero.» Nel vedere l'espressione sconsolata e rassegnata del ragazzo, Matsuda Nara iniziò a ridere a crepapelle, tanto da doversi poggiare sulla sua scrivania, paonazzo in volto. «Quando tua madre si mette in testa qualcosa, non la schioda niente e nessuno eh? Devi aver preso da lei la tua cocciutaggine.» Commentò il maestro di Kacchan, cercando di riprendersi. Il biondo, tuttavia, non poteva far altro che arrendersi ai fatti: alla fine sua madre aveva vinto, sarebbe andato a Kaijūatama, e come scusa gli aveva fatto assegnare un incarico. Niente di così difficile, a dirla tutta, doveva semplicemente ordinare dei fiori di tsubaki da riconsegnare poi nel suo negozio. Sarebbe stata una toccata e fuga, avrebbe preso la merce e se ne sarebbe subito tornato a Konoha, non era necessario che si fermasse più del dovuto, no?

[7 Marzo 249 DN, mattino]


«Caspiterina, quanto sei cresciuto, giovanotto! Ricordo ancora quando sei venuto con tua madre e tuo padre: quel povero diavolo doveva tenerti a bada, perché volevi prendere ogni tipo di fiore e pianta che avevo in esposizione... Quanto tempo è passato?» Domandò bonaria la proprietaria del negozio, ridacchiando in memoria dei vecchi tempi. Kacchan, dal canto suo, era estremamente a disagio: si grattò imbarazzato dietro la nuca, cercando di apparire quanto più rilassato, ma era maledettamente difficile. Anche lui, come l'anziana signora, ricordava quei tempi felici e spensierati, ed ogni frammento riemerso dai meandri più oscuri della sua memoria, rappresentavano una stilettata gelida nel suo cuore.

«Eh si, abbastanza direi... Siamo cambiati un po' tutti, ma lei è sempre la stessa, così come mia madre, che ordina sempre la stessa roba.» La battuta fece ridere la donna, che si portò una mano sul petto ampio, il sorriso felice che aveva sul volto la rendeva più giovane di una decina d'anni. «Beh, su una cosa hai ragione, però, tua madre ordina sempre la stessa cosa! Cinquecento rami di tsubaki, tra rossi, bianchi, rosa e maculati. Per quest'anno quali vuole maggiormente?» Kacchan alzò le mani, scrollando leggermente le spalle. «A questo giro le lascia carta bianca. Vuole che la sorprenda...» La donna sembrò entusiasta della cosa, tanto che il ragazzo avrebbe potuto giurare di vedere i suoi occhi miopi luccicare come stelle nel cielo.

Non gli restava che aspettare, prendere il pacco e tornarsene a casa, mettendo così quanti più chilometri di distanza da quel posto, ma i Kami avevano ben altri progetti, per lui, e se ne rese amaramente conto immediatamente. «Ottimo davvero! Quest'anno ho avuto degli esemplari davvero particolari, che di sicuro lasceranno entusiasta Kyoko.... Bene ragazzo mio, torna domattina a ritirare tutto.» «C-come? Domani? Io credevo me l'avrebbe consegnati oggi...» «Oh, tesoro, non essere impaziente! Devo selezionare i fiori più adatti alle esigenze di tua madre, per non parlare del trattamento che devo applicargli, per far in modo che rimangano freschi fino al tuo ritorno a Konoha... Sarebbe un peccato se sfiorissero strada facendo... E poi, guarda il lato positivo, tesoro. Potrai goderti la festa stasera e ripartire domani, rilassato e fresco come una rosa.» «Certo.... Sicuramente.» Ora si che era davvero nei guai.



 
Top
view post Posted on 22/6/2019, 07:14     +1   -1
Avatar

Mhh... mhhhh..

Group:
Admin
Posts:
10,043
Location:
Frittata

Status:


Taki no Kuni, 7 marzo 249 DN, mattino


Kgp95Pt
*Gli dèi non avevano mai dato risposta ad alcuna delle sue preghiere. Erano quel che erano, dopotutto, ed Hideyoshi, superato quel periodo dell'età in cui sincera ed inequivocabile era la fede che vi fosse qualcuno ad ascoltarlo, e che ad essere sbagliato fosse solo quel che chiedeva, aveva smesso di aspettarsi alcunché. Mai tuttavia era scomparsa la consapevolezza, cosciente nei momenti peggiori e latente in quelli migliori, che il divino lo stesse a guardare, aspettandosi chissà cosa e chiedendo chissà che. Più terribile si faceva il mondo attorno a lui, più non c'era ragione di pensare che non vi fosse, da qualche parte, qualcuno responsabile. Qualcuno capace, magari, di ribaltare la situazione senza pretendere altro.
Così la sua strada deviò da nord a nord-ovest, seguendo quella che, in fondo, è la speranza di ogni misera anima del Continente. Sarebbe dovuto tornare immediatamente al Suono, e poi di nuovo organizzare il proprio, personale pellegrinaggio nelle profondità di Ryuchi... ma quanto aveva udito nel Fuoco continuava a tormentarlo, ad allontanare passo e coscienza dalla responsabilità. Così, dopo un giorno e mezzo di cammino, il Kokage giunse assieme a molti altri in vista del monte Kigen.
Il massiccio apparve quasi d'improvviso, velato verso la sommità dalle nuvole, e alla base dalla foschia che il riversarsi dell'acqua generava continuamente. Un manto quasi accecante ai raggi dell'alba, immagine gloriosa e terrificante al tempo stesso, preannunciata dal rombo profondo di correnti e cascate. Erano il sangue e la linfa di quella terra, il loro battito un tremito frenetico sotto le piante dei piedi, memore della più terribile delle battaglie. Sì, si disse il Cantore di Lame... se mai c'era stato un luogo vicino agli dèi, doveva essere quello. Specie in quel periodo.
Arrivarono finalmente in vista della capitale ormai a mattinata inoltrata; la luce li aveva anticipati nella salita, filtrando attraverso il vapore e riflettendosi sull'immensa cascata che faceva da sipario alla meraviglia che era Kaijūatama, capitale e santuario del paese. Un sentiero scosceso costeggiava il corso impetuoso generato dal lago alla sommità del Kigen; la salita, benché agevolata in più punti da gradinate in pietra, difficile per i più anziani tra loro... che pure rimanevano i più navigati e determinati. Mentre il riverente silenzio che regnava tra i pellegrini veniva minato dall'incombente vociare cittadino, il Kokage stesso si trovò ad aiutare, il cappuccio intriso di vapore e i guanti viscidi.
Fu in questo stato che Hideyoshi varcò le porte della città, ritrovandosi immerso nel fervore della festa, il vociare della gente in perfetta armonia con il rombo distante dell'acqua. Attorno a lui ogni genere di profumo e colore, in un moto preannunciato ma comunque, in qualche modo, irruento e fuori luogo. Mondanità e modernità facevano da filtro a ciò che di solenne aveva una festa come quella, riducendo l'adorazione ad uno scomodo compromesso con il commercio e il consumo... eppure erano essi stessi festività, celebrazione, motivo per ogni popolo di avvicinarsi. Era sempre stato così; al punto che veniva da chiedersi se l'idea fosse venuta prima al pellegrino o al mercante.
Quale che fosse la risposta, il Kokage non vi ponderò molto sopra: animato dalla necessità di rispettare entrambi gli aspetti della festività, lo shinobi si avvicinò ad un negozio di fiori non molto distante dalle porte. Chinò il capo all'ingresso, benché la proprietaria fosse già occupata con dei clienti, rimuovendo il cappuccio bagnato e portando una mano alle narici per schermare in qualche modo il fortissimo odore tipico di serre e vivai. Gli occhi si mossero in cerca di un fiore adatto all'offerta, almeno verosimilmente adatto, stante la necessità di domandare alla proprietaria delucidazioni a riguardo. Attese, dunque, e nel camminare lentamente tra piante e fiori lo sguardo cadde inevitabilmente sul ragazzo dai capelli biondi al banco. L'abbigliamento era indubbiamente quello di uno shinobi, e di uno che non ha bisogno di nascondere il proprio status. Un movimento, un riflesso sulla cinghia in vita, ed il simbolo della Foglia attrasse gli occhi del Cantore, fugando ogni dubbio residuo.*
 
Top
view post Posted on 23/6/2019, 19:51     +1   -1
Avatar


Group:
Meccanici
Posts:
1,082

Status:


Il viaggio non è corto, Kiri dista parecchio dalla Cascata e ci tocca attraversare una buona metà del continente ninja. Durante il viaggio mi sono chiesta più volte perché tra quelli con il permesso di recarsi fin qui ci sia anche io, un anonimo genin con solo due missioni svolte. Questi pensieri, così insistenti durante le lunghe salite affrontate accanto a contadini e civili, che si muovono sicuramente anche loro per la festa, questi pensieri, dicevo, vengono completamente spazzati via dal suono scrosciante delle cascate.

Che spettacolo! E' acqua, come quella che sono abituata a vedere a casa, ma riesce ad essere incredibilmente diversa. Persino la foschia non copre il sole come la nebbia di Kiri, ma ne riflette la luce, ed è tutto ancora più luminoso. Cammino senza più pensare, trasportata solo dalla meraviglia, mentre osservo la gente che va e viene, i fiori, i negozi, il cibo, i monaci che si affaccendano qua e là. Persone provenienti da luoghi così diversi si radunano qui per la primavera, tutti, pellegrini e semplici visitatori, premono per per respirare anch'essi questa bellissima aria di festa. Io, dal canto mio, non sono una persona religiosa, e in realtà non mi sono nemmeno mai posta davvero il problema. Dove non arriva la devozione, però, riesce sicuramente a giungere la curiosità e ogni tempio, ogni rito attrae la mia attenzione e vorrei riuscire a vedere tutto, nel poco tempo che c'è a disposizione.

Non ho ancora fatto molta strada nella città quando i miei occhi cadono sulla figura di qualcuno che mi sembra di aver già visto. Non sono in grado di riconoscerlo prima che sparisca in un negozio di fiori, quindi, spinta dalla curiosità, mi avvicino al negozio e, mentre lo supero camminando, getto un'occhiata all'interno, nella speranza di vedere quel tipo che mi ricorda qualcosa. Chissà chi potrebbe essere, non credo di conoscere tante persone, e non persone che potrebbero trovarsi qui, quindi magari è solo un'impressione.
 
Top
view post Posted on 24/6/2019, 10:39     +1   -1

The Pine

Group:
Member
Posts:
18,096
Location:
Rugiada

Status:


Devo essere sincero, con voi... Sono rimasto stupefatto quando il Priore mi ha concesso di venire qui ad adempire un rito che credevo reputasse profano, ma forse è solo colpa mia e di quei pregiudizi che mi porto dietro da prima che diventassi un religioso. Forse però ho solo dimenticato come funzionano le religioni, in questa parte del mondo...

Per quanto tu possa avere un'appartenenza, un credo, una filosofia, è inutile scacciare e disprezzare le altre, ma anzi, abbracciale e rendile parte di te. L'ho visto, infinite volte, con coloro che venerano il Vulcano, pregare e abbracciarsi con i monaci senza divinità che predicano solo la pace della mente. Pensavo forse che il Jashinismo fosse diverso? Sì, può essere... Ma sono contento che non sia così.

"Purificarsi dal peccato", che cosa meravigliosa. Per quanto impossibile, fa bene raccogliersi un attimo in sé stessi e nella fede, credere che davvero ci si possa pulire l'animo. Nella religione, finalmente compresa, ho trovato una pace inestimabile e pura, che mi abbraccia direttamente nel cuore, seppur per alcuni in maniera contorta e sbagliata. Poco importa. I "peccati" sono qualcosa di soggettivo come la fede stessa, e per quanto forse non mi pulirò della zozzura che qualcun'altro mi attribuisce, sicuramente sarà pulita quella che mi sono attribuito da solo. Tanto mi basta.

Sorriderei, se potessi sorridere, mentre tutti questi pensieri mi avvolgono nella meditazione.

Credo di essere qui da un giorno, ormai. Il tempo scorre senza cognizioni, quando sei in preghiera. Con le ossa incrociate a terra, il volto chino in avanti e le orbite svuotate degli occhi, ricacciati all'interno per privarmi della vista e tenere i pensieri il più puri possibile. Ho chiesto alla mia protettrice di lasciarmi a pensare, e lei rispettosa come sempre, ha accettato senza remore. So che è con me, come sempre. Il suo abbraccio è ancora intorno alla mia anima, ma il suo silenzio è un dono prezioso in questo momento.

Sorreggo nella mano destra una campana, che suono alla conclusione di ogni mantra, mentre la mancina è tesa di fronte il mio viso. Non emetto un suono, se non quello della mia voce e il tintinnio del bronzo... Ma mi rendo conto, con l'aumentare del brusio di fondo che mi circonda, che non devo essere uno spettacolo peculiare. Di tanto in tanto ho sentito un tintinnare diverso. Monete, gettate di fronte a me. Probabilmente pensano che sia qualche sorta di baracconata... Non posso dargli torto. Non ne sono offeso. Spero solo che nessuno si spaventi, quando mi alzerò...



 
Contacts  Top
view post Posted on 1/7/2019, 12:57     +1   -1
Avatar

A Man of No Consequence

Group:
Member
Posts:
2,041

Status:




Narrato
«Parlato»
"Pensato"
KacchanNegoziante

«Signora, ma non potrebbe consegnarmeli subito? Cerchi di capire, cosa dovrei fare, io, fino a domattina?» Domandò il ragazzo, esasperato, suscitando nella donna una risata. Doveva divertirsi parecchio nel vederlo dannarsi tanto, ma a Kacchan la faccenda non faceva affatto ridere. Quello, per lui, era uno stramaledetto dito nel culo. Perché accidenti non poteva dargli subito quei dannati fiori?

«Oh, voi giovani, come siete irruenti... Te l'ho detto, necessitano del trattamento adatto per il trasporto e chi se ne occupa al momento non è ancora arrivato, oltre a volerci del tempo... Se sei così impaziente di far qualcosa, perché non mi dai una mano qui in negozio? Vedi, si è già riempito!» Sospirando mestamente, Kacchan si voltò, constatando la presenza di due nuovi avventori all'interno del negozio... E nel vedere la figura, di uno di questi, non poté fare a meno di irrigidirsi, preoccupato, come se un serpente si fosse avvicinato troppo alla sua scarpa e stesse meditando di strisciare intorno ad essa.

Il famigerato Cantore di Lame, nonché Kokage di una rinata Oto, era lì nel negozio, bagnato fradicio come un pulcino, lo sguardo incuriosito che può avere un bambino quando vede uno scaffale intero ricolmo di caramelle e dolciumi e non sapere quale scegliere. Cosa ci faceva, lì, un personaggio tanto di spicco? Soprattutto, che fini poteva mai avere uno come lui?

Nel riconoscere la sua persona, Kacchan socchiuse leggermente gli occhi blu cobalto, corrucciando il viso e soffiando fuori l'aria dal naso, quasi fosse indispettito. «Se la mette così, allora...» Fece, dando una leggera manata sul bancone, per poi girarsi e dirigersi proprio verso la bomba appena entrata. Doveva sincerarsi che quell'arnese non fosse in procinto di scoppiare o se fosse invece disinnescata. Sorrise affabile, sfregandosi le mani e piegandosi in un leggero inchino. «Salve, posso esserle utile? Cerca qualcosa di particolare?»


 
Top
view post Posted on 2/7/2019, 01:24     +1   -1
Avatar

Group:
Member
Posts:
96

Status:


*Quello per Fujio era stato un viaggio meraviglioso. Forse l'esperienza più esaltante della sua vita. Forse insieme all'accademia Ninja l'unica vera esperienza di vita vissuta, dove aveva potuto provare stupore e meraviglia e non semplicemente tentare di sopravvivere.
Non aveva mai messo piede all'infuori del Paese della Terra, sebbene avesse vissuto per alcuni anni in una cittadina al confine con il Paese dell'Erba mai aveva avuto voglia o motivo di passarne i confini, ed invece un giorno, si era ritrovato recapitato in casa un permesso dagli uffici del palazzo dello Tsuchikage un passaporto, una discreta somma di Ryo per il viaggio e un biglietto prenotato per alcune notti da Ajifuku, una locanda situata a Kaijūatama la capitale di Taki No Kuni. Inizialmente potete immaginare la confusione del ragazzo, ma insieme a quei documenti vi era anche una lettera che lo esortava ad andare per partecipare all'Omizutori, una tradizionale festa Buddista che si teneva ogni anno nella capitale delle Cascate e si diceva attraesse persone da tutto il mondo, più o meno fedeli.
Fujio era tutt'altro che un ardito fedele, non conosceva praticamente nulla del Buddismo e solo i precetti e i concetti basilari dello Shintoismo. Avendo vissuto come guardia e galoppino di una prostituta non aveva certo avuto modo di entrare in confidenza con la religione, e il patrigno ubriacone e violento che lo odiava con cui era cresciuto non si era certo speso a insegnargli quei concetti.
Fujio comprese subito che chi aveva recuperato quei documenti e lasciato quei soldi era il misterioso benefattore che aveva pagato per la sua casa e che si era occupato di lui, e questo non fece che aumentare la sua curiosità. La lettera tuttavia chiudeva con una frase "Un ninja che sia degno di questo nome non può conoscere solamente il suo villaggio ma deve visitare il mondo, scoprirlo e tentare di capirne i meccanismi che lo animano. Un uomo che si rispetti per conoscere se stesso deve imparare a cercarsi dentro e cercarsi dentro gli altri."
Queste parole così lontane dalle sue corde e dalle sue esperienze lo fecero riflettere tanto che passò i giorni successivi ad informarsi sulla festività e il luogo che la ospitava e quando venne a sapere che la Tsuchikage e il suo seguito sarebbero probabilmente stati invitati prese la decisione finale. Inoltre era probabile che anche gli altri Kage e i grandi ninja di numerosi paesi potessero prendervi parte!
Così nel giorno destinato prese il suo fedele boh, il suo sakkan mise la sua maschera e la sua mantellina, nello zaino lo stretto necessario per il viaggio e si incamminò.
Attraverso la familiare landa pietrosa di Tsuchi no Kuni fino al confine con Taki, e si inerpicò tra le montagne che dividevano i due paesi e li giunse la prima meraviglia, la vista dell'Otawā di Imatakare una gigantesca torre-fortezza a base quadrata, che s'issa per diverse decine di metri verso l'alto con pareti bianchissime e migliaia di finestre, pronta ad osservare ogni movimento, in cima ad essa l'enorme pira pronta ad essere accesa e tramite un sistema di segnali visivi e di fuochi pronta in breve a far giungere notizie infauste fino alla capitale.
Di lì riprese il cammino attraversando boschi e foreste come non ne aveva mai viste, e le gole rocciose del paese. Queste non differivano molto da quelle del suo paese Natio se non per il fatto che erano tutte solcate da fiumi e cascate che un abitante di Tsuchi No Kuni poteva solo sognare. Ed infine dopo alcuni giorni di cammino giunse in vista del grande monte Kigen, che già di se era uno spettacolo mozzafiato, ma quando vi giunse alle pendici la sua visione del mondo cambiò totalmente.
Dalla cima del monte sgorgavano immense cascate, come se tutta l'acqua del mondo calasse da lassù.
Rimase alcuni minuti immobile sotto ad osservare quella visione con la bocca spalancata sotto la maschera sordo a tutto ciò che non era quell'enorme, incommensurabile rumore di scrosciare d'acqua, fedeli e viandanti gli passavano intorno a volte urtandolo e chiedendo scusa ma lui nemmeno ci fece caso. Poi prese una decisione, sapeva dove sarebbe andato prima di qualunque altro posto.Corse quindi su quei sentieri ostili che conducevano fino alle porte di Kaijūatama driblando le persone che gli si passavano davanti e spesso urtandole e ricevendo insulti e maledizioni in cambio. La sua proverbiale lucidità e freddezza era ormai totalmente andata a farsi friggere. Corse fino al punto panoramico più in alto della città, eludendo totalmente le processioni religiose i templi così come i mercati e le altre attrattive decisamente più mondane fino a giungere sulle sponde del lago dove poteva guardare quelle cascate gettarsi verso la terra da li guardandosi intorno si poteva vedere tutto il paese, a Nord Ovest le brulle montagne che aveva superato che dividevano il paese da quello della terra e poco più a sud i fertili campi di di Kusa no Kuni, ad est le cime Innevate del paese della Neve, a Nord il mare sconfinato di cui fino ad ora aveva solamente sentito parlare ed a sud Le grandi foreste che dovevano segnare il limite del paese del Fuoco.
Il rumore di acqua lo circondava mentre guardava e scopriva nuove cose intorno a se.
Non si era mai sentito così prima d'ora, in passato era stato soddisfatto per alcune cose, come il passaggio all'esame genin, ma mai aveva provato quel che provava in quel momento. Si sentiva felice, e per la prima volta libero, come se tutto quello che aveva mai vissuto e pensato fosse sparito nel nulla, cancellato totalmente dalla vastità di quel nuovo mondo che aveva scoperto.
In mezzo a tutta quell'acqua non se n'era nemmeno accorto ma sotto la sua maschera stava piangendo.*
 
Web  Top
view post Posted on 12/7/2019, 14:22     +1   -1
Avatar

Mhh... mhhhh..

Group:
Admin
Posts:
10,043
Location:
Frittata

Status:


Taki no Kuni, 7 marzo 249 DN, mattino


*Un istante dopo il ragazzo si era voltato, ed immediatamente, il blu dell'uno nel verde dell'altro, Hideyoshi seppe di essere stato riconosciuto. Vide lo shinobi irrigidirsi lievemente, reazione comune all'incontro con le fattezze emaciate del Kokage ma, ad occhi avvezzi, insufficiente a dissimulare l'ulteriore presa di coscienza. Non che fosse particolarmente un problema: per quanto sconveniente potesse essere per una personalità come la sua, il Cantore non aveva fatto nulla per nascondere le proprie sembianze. Era arrivato lì deviando da un percorso su cui già pochissimi sapevano fosse, e se ne sarebbe andato prima che alcuna voce potesse diffondersi.
Non perché avesse una taglia sulla testa, o perché fosse un kage... ma perché ineluttabile gli era la consapevolezza di star facendo qualcosa che esulava completamente dai propri doveri. Qualcosa di proprio, di profondamente egoista, nonostante l'oggetto del voto da offrire.
La mente torno a questo riguardo nel momento in cui il giovane di Konoha gli rivolse parola. Lo fece dopo un sospiro, assestando una manata di piatto al bancone, alla maniera di un negoziante che torna al lavoro. Gli ricordò, in un flash momentaneo e fuori d'ogni somiglianza fisica, Bairei.*


(Chissà che fine hai fatto. Chissà se sei ancora vivo. E se lo sei, o non lo sei, che cosa pensi di me.)

*Si disse, ricambiando la cortesia del ragazzo, meno il sorriso. Lo sguardo vagò un momento oltre, alla negoziante già impegnata in altro, inevitabile il domandarsi per quale ragione un ninja di Konoha dovesse prestare aiuto ad una negoziante della Cascata. Aveva udito sprazzi della loro conversazione, certo, ma l'idea che il ragazzo si fosse convinto nel momento in cui l'aveva visto non poteva non presentarglisi.
Ciononostante, poco senso aveva generare conflitto su basi del genere, in un luogo del genere. Gli occhi venati d'ambra del Cantore di Lame tornarono a trafiggere quelli del giovane di Konoha, misurandone le intenzioni.
Gli avrebbe consigliato dei fiori ridicoli? Lo avrebbe spinto a comprare quelli più costosi? Avrebbe versato della polvere d'antrace nei boccioli? Chi poteva dirlo.*


"Buongiorno. Vorrei presentare un'offerta al grande Tempio, questa sera, per il benessere della mia casa e dei miei congiunti.
Quale sarebbe, secondo lei, l'offerta appropriata?"


*Pronunciò in un unico tono, senza tradire alcuna emozione. L'avrebbe spinto a compiere un passo falso, a rivelare le proprie intenzioni. Doveva.*

GDROFF///Lol.///GDRON
 
Top
view post Posted on 13/7/2019, 11:02     +1   -1
Avatar

A Man of No Consequence

Group:
Member
Posts:
2,041

Status:




Narrato
«Parlato»
"Pensato"
KacchanNegoziante

Non aveva idea del perché il Kokage si trovasse lì, se fosse per un motivo politico o per mero sfizio personale, ma era meglio non rischiare: l’ultima cosa che voleva, al momento, era quella di scatenare involontariamente un qualche incidente diplomatico, o peggio, esser testimone di qualcosa che poteva avere ben peggiori ripercussioni. Inevitabile fu, per Kacchan, ripensare all'assedio subito da Konoha dall'allora capo di Akatsuki, temendo un risvolto del genere anche per quel borgo, con antagonista Hideyoshi, ma... Forse si stava facendo leggermente prendere dalla paranoia, ingigantendo troppo la situazione e vedendo ombre dove, in realtà, non ce ne erano.

Nonostante le parole pronunciate dall'uomo, non si sentiva ancora del tutto convinto della sua buona fede: dopotutto, la sua fama lo precedeva, nonché quella del villaggio di cui lui aveva preso le redini, quindi perché sorprendersi per quella diffidenza? Tutti erano capaci di asserire a motivazioni religiose per poter coprire azioni più torride....

«Oh, un’offerta dice? Oh, beh...» Si grattò il mento coperto da una leggera barbetta bionda, scacciando quelle preoccupazioni che potevano risultare essere dei meri buchi nell'acqua. «Vediamo cosa possiamo fare…» Assunse pensieroso, cercando di ricordare qualcosina di ikebana. Cosa poteva fare?

Si guardò intorno, cercando qualche idea e lo sguardo gli cadde su di un solitario ramo spoglio, contorto e bitorzoluto su di cui vi era rimasto un unico, solitario fiore di camelia dalla tenue colorazione pallida, che diventava di un rosa leggermente più scuro sulle estremità dei suoi petali tondeggianti. Non era molto profumato, come esemplare, e forse era per questo che era rimasto lì, scartato dagli altri acquirenti.

Prese l’intero ramo, tenendolo con cura, quasi fosse un infante, e lo posò sul tavolo, studiandolo in silenzio. «La camelia è un fiore che definirei umile. Sboccia silenziosamente, senza farsi troppo notare. Non ha un profumo forte, certi esemplari addirittura non ne hanno. Hanno una loro bellezza timida e incerta, quasi fossero insicure di loro stesse. Anche il loro modo di appassire è in qualche modo privo d’importanza, per il resto del mondo. Se ne vanno via in maniera altrettanto lugubre e silenziosa. Eppure guardalo, questo fiore. Il portamento e la disposizione dei petali sembrano essere rigidi e dotati di una certa carnosità. Queste caratteristiche ricordano le persone solide, di spessore, che non vacillano durante il loro cammino, bensì proseguono senza indugi per la propria strada. Eppure il ramo su cui è cresciuto è un ramo brutto, contorto, difficile su cui crescere. Deve aver combattuto parecchio, quel fiore, per esser riuscito a prendersi quel posto. E tanto deve aver sofferto e patito, per esser riuscito a resistere fino ad ora.» Spiegò Kacchan, accarezzando i petali di quel fiore tanto delicato, lo stesso che Natsuko, tempo addietro, si era tatuata sul viso, vicino agli occhi. Un monito per quella casata che voleva bollarla come “cadetta”, nonostante avesse il sangue puro della prima famiglia. Niente tatuaggio della casata cadetta degli Hyuga, per lei. Tanto, ci stava già pensando la biologia a distruggerle quegli occhi della stessa, pallida tonalità rosata...

«La camelia indica il sacrificio…» Pronunciò lo Yamanaka, schiarendosi la gola e scacciando la preoccupazione verso l’amica, tornando nuovamente nel negozio di fiori, davanti a quel banco, l’intento di realizzare una composizione per il Kokage. «Rappresenta un pegno ed un impegno ad affrontare un grande sacrificio, in nome di qualcosa di molto più grande.» Spiegò, avvicinandosi quindi ad altri vasi pieni di fiori profumati. Tra questi scelse alcune ortensie, formando un piccolo mazzolino, profumato e dai colori vivaci, che variavano dal bianco al blu fino anche al rosso. Era un bouquet variopinto, che sistemò ai piedi del ramo di camelia, che fissò con un ramo di agrifoglio, con le sue piccole bacche rosse e le foglie pungenti. L’agrifoglio, dopo aver ancorato le ortensie sul ramo, venne sistemato anche intorno ad esso, in maniera tale che le sue bacche e le sue foglie incorniciassero il fiore di camelia, senza però togliergli l’importanza che aveva. «Le ortensie indicano le persone care, al quale siamo legate da diverse forme d’amore, tante come lo sono i colori che questi fiori assumono. Perché l’amore, nella sua universalità, possiede infinite sfumature. L’agrifoglio, invece, per le sue foglie pungenti, ha il significato di difesa, precauzione, ma anche di eternità perché in antichità garantiva protezione dai malvagi e dalle intemperie.»

Posò le mani sui fianchi, studiando attentamente la composizione che aveva realizzato, scrutandola perplesso: nel suo complesso, nonostante la varietà di colori data dalle ortensie, era semplice, slanciata, priva di fronzoli inutili e orpelli di troppo. Nel complesso manteneva una figura triangolare, come richiedeva l’ikebana, eppure... Sentiva che mancava qualcosa, e lo sguardo lo spinse verso fiori che, in una composizione del genere, nessuno si sarebbe mai aspettato di mettere.

Perché il bucaneve, nelle credenze popolari, era sempre stato visto come un portatore di sventura, per la sua forma a campana che si inarca verso il basso, l’insolito periodo di fioritura e la vicinanza al suolo, nonostante serbasse in sé un significato molto più positivo, di vita, ottimismo e speranza. Un macabro dualismo che, ironia della sorte, in qualche modo riprendeva in pieno il nindo di Kacchan, e così decise di sistemarli nella sua composizione, inserendoli tra il ramo di camelia e l’agrifoglio, facendone sbucare qualcuno anche tra le ortensie, proprio come se sbucassero fuori dalla neve.

«Quattro tipologie di piante. Forma triangolare. Non potrei ritenermi più soddisfatto di così. Spero sia di vostro gradimento...» E, così dicendo, si fece da parte, permettendo così all'acquirente di vedere lui stesso quello che il giovane aveva tirato fuori. «Non sono un tipo religioso, anzi. Penso che i Kami ci si puliscano il culo, con le nostre preghiere, ma penso che un omaggio del genere possa andar bene: una richiesta di protezione, mossa dal più umile dei fiori, sperando che la vita non faccia così schifo come lo è stata fin’ora.» Anche la titolare, da dietro il bancone, osservava in silenzio la scena, il fiato sospeso, quasi stesse decidendo se prendere Kacchan e sbatterlo fuori, non prima di avergli tirato un vaso in testa.... O forse quel privilegio sarebbe toccato ad Hideyoshi?



 
Top
view post Posted on 11/8/2019, 16:17     +1   -1
Avatar


Group:
Iwa
Posts:
3,970
Location:
Cair Paravel

Status:


CITAZIONE
Ahhhh, ma com'è freddo questo topic! Vediamo di scaldare l'ambiente! :guru: :guru: :guru: :ahguru:

Gente che va, gente che viene. Gente ovunque. Eugh. Si sa, alle feste va un po' così, ma se è vero che la Mangiafuoco non eccelle quanto a relazioni pubbliche, è anche vero che non è un'asocialona brutta e puzzosa.
Dopo quanto avvenuto, dopo essersi ripresa da un coma di nomiricordoquantimesi, diciamo che se la meritava una pausa...
Anche se ha dormito tanto.


"Bah..."
continua a brontolare a bassa voce il nibbio sulla sua spalla, dato che voleva starsene per i fatti suoi a cercare rapaci del sesso opposto.

Ying appare tranquilla, un suo collega l'ha informata di questa festività che, curiosamente, le ricorda molto le feste che si celebravano nella sua terra nativa.
Lì, davanti al negozio di fiori, ferma a cogliere con la mente e con il cuore quel momento di pura nostalgia. Un momento magico, incantevole, con i profumi delle piante che si spargono soavi nell'etere e le arrivano alle narici, accompagnati dal buonissimo odore di incenso, di bruciato e di...

...di bruciato?

Degli scoppiettii continui ed il propagarsi di una luce calda e intensa al suo fianco sono segnali evidenti: qualquadra non cosa.

Il momento l'ha colto un po' troppo.

Moegami agita le ali per avvisare la sorella, spalancando gli occhi sorpreso, e lei si affretta a spostare il vaso in fiamme da una parte, ma siccome stiamo parlando di Ying, finisce per spostarlo proprio dove ci stanno le altre, mandando anche quelle a fuoco.


"Erm..."


Inizia a sudare freddo mentre tenta di riparare al danno combinato, se fossero da soli probabilmente sentirebbe gli improperi del falco, che la sta guardando male e vorrebbe beccarla su quella zucca che si ritrova, stupito certe volte da come abbia fatto a prendere quella giubba da chunin.

"Erm!"


Gli lancia addosso una tenda di quelle piegate che trova lì all'angolo... ma non sapendo spegnere manualmente le fiamme, invece di tentare di soffocarlo si limita solo a lanciargli la tenda, finendo per alimentare il fuoco.

"ERM!"


Nella foga del momento, mentre Gami dal ramo in cui si è messo alza gli occhi al cielo e trattiene l'istinto di schiaffarsi un'ala in fronte, Ying pensa bene all'unica alternativa plausibile per lei in quel momento.
Prende un'altra tenda di quelle piegate e la apre, afferra tutte le piante a fuoco di quelle in esposizione e si allontana.

"PERMESSO!!!"


Si lancia in corsa verso quell'ampia fontana che ha visto prima, la gente sentendo l'avviso vedendo le fiamme le si allontana allarmata, tanto meglio! Un bel salto e...

"HOP!"


In realtà quella fontana porcAVACCAÈUNPOZZO!!?!


...too late.




91fUyRy




CITAZIONE
Sappi che avevo già in mente di farlo prima ancora che me lo scrivessi.
 
Contacts  Top
view post Posted on 20/8/2019, 15:42     +1   -1
Avatar

Mhh... mhhhh..

Group:
Admin
Posts:
10,043
Location:
Frittata

Status:


Taki no Kuni, 7 marzo 249 DN, mattino


*Il giovane rispose alla sua richiesta senza tradire esitazioni di sorta. Quasi subito ruppe il loro confronto, muovendo verso uno scaffale piuttosto in disparte rispetto al tripudio centrale. Superò fiori in offerta di ogni tipo, colori tra i più sgargianti, per arrivare ad un ramo di camelia dall'aspetto tutt'altro che rigoglioso. Vi sopravviveva un unico bocciolo, e nemmeno tanto vispo, tale che al Cantore ci vollero diversi secondi per rendersi conto che no, il tizio non voleva propinargli un ramo morto.
Anche quando il fiore gli arrivò davanti, tuttavia, Hideyoshi non se ne rallegrò minimamente. In parte perché era cronicamente depresso, certo, ma in misura non minore perché, sul momento, ritenne seriamente che il ragazzino lo stesse paragonando al ramo. Mezzo rinsecchito, fragile, lievemente torto, in cima un ciuffo bianco... il biondo non aveva nemmeno raggiunto il banco che il Kokage era già sul piede di guerra, benché, naturalmente, a modo suo.
Mai avrebbe permesso che quel misero gioco psicologico gli facesse perdere la calma, mai avrebbe mostrato le proprie carte di fronte a quell'affronto gratuito. Lo sguardo si assottigliò finché del konohano non rimase che una sfumatura bionda; le sue parole, almeno da principio, un rumore indistinto... eppure, diffidente e prevenuto che fosse, presto Hideyoshi avrebbe presto dovuto rendere merito alla parlantina del ragazzo, che prese a declamare vizi e virtù della camelia con serietà e profondità tali da, quasi, ingannare il jonin. Stava tentando di ingraziarselo ora? Era un livello ulteriore di presa in giro? Non lo aveva mai voluto prendere per il culo ma stava semplicemente facendo il proprio lavoro in una situazione difficile? Nah, impossibile.*


(Deve aver combattuto parecchio... sofferto e patito...)

*Nel giro di mezzo secondo Hideyoshi divenne come una di quelle vecchie che, sentendosi leggere l'oroscopo, finiscono col ritenere che ogni singola previsione inconfutabilmente le riguardi, non importa quanto vaga o generica. Era lui a non avere un profumo forte, era lui lugubre e silenzioso, timido ed incerto... incapace di vacillare e di voltarsi indietro, benché fragile e contorto. Il sacrificio era il miglior esito cui poteva aspirare.
Carnoso non lo era di certo, ma vabbè.
Fu poi il turno delle ortensie, delle persone care, disposte attorno al ramo come familiari, come amici e commilitoni attorno al feretro. Ma non era il suo: lui era l'agrifoglio, la difesa, stretto attorno agli altri per proteggerli e tenerli uniti... o almeno, avrebbe dovuto esserlo. In un singolo istante il simbolismo si era rivoltato su sé stesso, ed ora la composizione rappresentava il villaggio, le ortensie i suoi membri, il ramo i suoi morti. L'agrifoglio riusciva a malapena a tenerli uniti, figurarsi a proteggerli... era più un vezzo, un tocco di colore, qualcosa di simbolico.
Il pensiero lo riportò ad Ailish, alla vita cui l'aveva spinto e alla fine che aveva fatto, a Ryutaro, al modo in cui era riuscito ad organizzare la resistenza... al modo in cui era morto. Non fosse stato per il costante aiuto di altri, per il loro sacrificio, il Suono sarebbe scomparso alla morte di Otomika, ed Hideyoshi con esso. Su questo, almeno, Yo aveva ragione.
Con questo spirito avrebbe affrontato il bucaneve, il futuro, la sventura e la necessaria forza per sopravvivervi.*


"Immagino che possa aver ragione... non so, non esiste altra risposta.
Magari servirà, magari no..."


*Commentò, la mente ancora altrove, alle difficoltà che attendevano il neonato Suono... le stesse che lui era lì, ad evitare, ben sapendo che non avrebbe potuto evitare assolutamente nulla. Specialmente riguardo sé stesso. Pensò a quel che Kinji gli aveva detto, a quel che Mahiru gli aveva rivelato... chissà dov'era ora, chissà se era proprio lì nella capitale.
Quando, finalmente, si riscosse da quei pensieri per tornare al momento presente, era decisamente tornato ad essere lo stesso Hideyoshi che aveva varcato la soglia del negozio.*


"Vi ringrazio, è un lavoro ecc-"

*Fece per ringraziare, pronto ad inchinarsi nuovamente e a tirare fuori il denaro quando, improvvisamente, del trambusto alle sue spalle. Grida, forse, ed indistinguibile anche alla luce del mattino il pulsare delle fiamme.*

"Ma che..."

GDROFF///Lol, ero partito leggero... prometto che i prossimi saranno meno complessati. Scusate il ritardo.///GDRON
 
Top
view post Posted on 21/8/2019, 08:18     +1   -1
Avatar

A Man of No Consequence

Group:
Member
Posts:
2,041

Status:




Narrato
«Parlato»
"Pensato"
KacchanPassante

Avere la parlantina sciolta tornava molto utile, specie per un involontario attaccabrighe come Kacchan che, braccia conserte, spostava lo sguardo dalla composizione di fiori al Kokage. Continuava ad essere sospettoso nei suoi confronti, eppure, a parte un’iniziale astio, non percepiva in lui alcun sentimento bellicoso. Sembrava tranquillo, quindi perché continuare a preoccuparsi? ”Paranoia del cazzo...” Avrebbe però tirato un sospiro di sollievo solamente quando l’avesse visto uscire da quel locale...

«Bene, può pagare alla signora. Io me ne...» Non fece in tempo a finire la frase, che immediatamente i rumori provenienti dall’esterno lo colsero di sorpresa, catturando completamente la sua attenzione. Al diavolo la composizione e il Kokage, si lanciò fuori in tutta fretta, notando una certa agitazione, oltre ad un intenso odore di bruciato... Peccato che fosse troppo presto per accendere i fuochi cerimoniali.

Si avvicinò quindi ad un curioso che, indeciso, non sapeva se avvicinarsi al pozzo o meno. «Tutto bene? Cos’è successo?» «È sbucata fuori… come na catapulta! Ha dato fuoco ai vasi e si è gettata nel pozzo!» Parecchio confuso dalla spiegazione ottenuta, il giovane Yamanaka decise quindi di avvicinarsi al pozzo, sporgendosi oltre la muratura e guardandone il fondo: effettivamente, a mollo nell’acqua, intravedeva una figura... Una donna? «Ehi, tutto bene li sotto?»


 
Top
view post Posted on 21/8/2019, 10:46     +1   -1
Avatar


Group:
Iwa
Posts:
3,970
Location:
Cair Paravel

Status:


Accidenti, è tutta fradicia e galleggia assieme alle piante nell'acqua del pozzo che fortunatamente è abbastanza alta, per questo le ha evitato un duro impatto.
La Mangiafuoco sputacchia un po' di quell'acqua con un certo fastidio e decide molto ingegnosamente di utilizzare il katon per trarsi d'impaccio, per questo le esplodono getti di fiamme dalle mani e da sotto gli stivali, che fanno ribollire l'acqua ma per i quali forza propulsiva riesce comunque a sollevarla in aria, nonostante l'elemento opposto.

Per un momento i getti di fuoco si spengono e rischia di cadere di nuovo, ma li riaccende subito ed altrettanto in fretta sfreccia verso l'uscita, tirandosi fuori illesa - testata contro il secchio a parte.
Tutti i presenti avrebbero potuto vedere una brunetta fradicia ma sorridente e dall'aria socievole, che veste colori quali bordeaux e grigio, eccetto per la sua giubba da chuunin, e porta il coprifronte di Kumo.

"Scusate il disagio signori!"
afferma con una sfumatura di imbarazzo nel tono tranquillo, mettendo avanti quelle mani prive in totale di tre dita, "è tutto sotto controllo! Potete tornare ai vostri affari."

Sorridente certo, finché non nota il fuoco che per via dell'acqua le è rimasto sulle man-

Eh ma allora!!!

Stavolta si avvia verso una delle piccole cascate presenti nel perimetro, tuffando dentro il laghetto le braccia e tirandole fuori con un sospiro di sollievo. Finalmente.
Moegami, brontolone come sempre, non può fare proprio a meno di schiaffarsi un'ala sul becco a quella scena, lasciando poi il ramo per volare verso la spalla della sorella, che nel frattempo si sta strizzando i capelli.
Stavolta la giovane si concentra con più cura sulla quantità di calore che utilizza per far evaporare l'acqua che ha addosso, asciugandosi vesti e capelli senza badare molto ai presenti.
Ultimi ma non meno importanti gli stivali neri dalla punta arricciata, tolti al fine di svuotarli.


"Come vedi sto bene,"
risponde gentilmente alla domanda del ragazzo biondo - no, non le era sfuggita - posando le iridi color ambra su quelle blu del giovane, "grazie."




Essendo un medico è a tua discrezione Ardyn capire o meno che le cicatrici che porta lungo le braccia e fin sotto la mascella sono da ustione, quelle su un braccio più vecchie delle altre.
Fun fact: gli stivali neri sono l'ultima cosa che le è rimasta dell'armatura del suo vecchio mondo. u.u
 
Contacts  Top
view post Posted on 27/8/2019, 15:48     +1   -1
Avatar

A Man of No Consequence

Group:
Member
Posts:
2,041

Status:




Narrato
«Parlato»
"Pensato"
KacchanPassante

Riuscì appena in tempo a scansarsi, più per sesto senso che per altro, perché non aveva mai visto accadere una cosa del genere: ammantata di fiamme, la ragazza, che si rivelò essere un ninja di Kumo, saltò fuori dal pozzo, alzando dietro di sé una calda nube di vapore, che lo fece immediatamente tossire.... E nel naso gli arrivò, prepotente, la puzza di peli bruciati. "Ottimo, mi ha rifatto le sopracciglia..."

Osservò la ragazza con uno sguardo misto di sorpresa, curiosità e anche... Preoccupazione? Probabile, perché mai aveva visto un ninja utilizzare il Katon in quella maniera, e l'unica cosa a cui poteva associarlo, in quel momento, erano le fiamme che avevano inghiottito...

«Oh, bhe, tipetto bollente...» Pronunciò, schiarendosi la gola, cercando di scacciare quei pensieri. Il suo essere medico corse in suo soccorso, perché immediata la sua attenzione venne dirottata via da quei giorni di distruzione e morte, portandolo su un piano ben più.... Oddio, non che vi si stesse allontanando molto, dato che quelle brutte ustioni che coprivano parte del corpo della ragazza non potevano esser certo associate ad eventi tutto rose e fiori. «Non deve esser stato facile riuscire a controllarle... Le fiamme, intendo...» Disse Kacchan, indicando con un gesto sbadato le ustioni.... E le dita? Cosa le era successo, alla mano? Un taglio del genere, troppo netto e preciso, poteva esser solamente opera di un colpo mirato alla lama bianca, che deve aver anche cauterizzato immediatamente la ferita e....

Scosse energico il capo, tirando fuori una sigaretta, con tutta l'intenzione di accendersela. Non chiese nemmeno se potesse darle fastidio il fumo passivo... Per una che fiammeggia in quel modo, il fumo non può darle certo fastidio, no? «Mi auguro tu non abbia niente a che vedere con le salamandre, spero...» Domandò con voce roca, la sigaretta stretta tra le labbra, cercando di accenderla col suo accendino.... ma dannazione quel coso sembrava non voler funzionare. Che avesse dimenticato di caricare il gas?


 
Top
39 replies since 4/6/2019, 21:47   1425 views
  Share