Per quanto tentasse con tutte le sue forze di farsi andare bene quell'atteggiamento apparentemente lavativo e senza enfasi alcuna da parte della ragazzina (o quantomeno di non badarci più di tanto), non ci riusciva. Non sopportava proprio quel tipo di condotta; era come avere denti ma non avere il pane, e non era affatto divertente. Probabilmente era troppo abituato a ricevere delle reazioni - a volte anche piuttosto violente - da parte della gente e per questo faceva fatica a comprende e accettare appieno quell'attitudine da parte della Nasai, che pareva farsi scivolare ogni cosa di dosso con la stessa facilità di una parete piastrellata a nuovo. Sembrava quasi facesse tutto senza un minimo di coinvolgimento. Faceva proprio passare la voglia. Anche adesso, che aveva esposto quelli che erano i suoi pensieri su come cominciare a muoversi per affrontare al meglio il compito che erano stati chiamati a svolgere, sembrava quasi non avesse grosso interesse nell'interloquire o nel metterci del proprio, seppure la vedesse annuire di tanto in tanto col capo. Che noia. Sperava davvero che fosse poco loquace a parole, ma che sul campo di battaglia fosse la perfetta kunoichi che non aveva bisogno del baby sitter al seguito, perché piuttosto l'avrebbe lasciata a crepare.
Sospirò appena. Ovviamente non aveva nulla da aggiungere a quanto aveva già specificato lui e si trovava d'accordo col ragionamento aperto appena fatto (classico), al punto che era talmente pronta a partire da avviarsi direttamente verso l'uscita. Mentre era di spalle, Takumi sollevò lo sguardo al cielo in un moto di esasperazione, facendosi forza nel sopportare ripetendosi mentalmente 'devi solo portare a termine questa missione, coraggio'. Scostò il busto dagli scaffali per riprendere la posizione eretta e, ripiegata la mappa e posta ordinatamente nella tasca interna dell'haori, fece per muoversi anche lui, seguendo la sua compagna verso l'uscita. Ma fu quando meno se l'aspettava che la Nasai, pur buttandola li come fosse una cosa di poco conto, disse un qualcosa che lo colse completamente impreparato. Aveva detto che i vestiti dei due rampolli non erano di buona fattura? Non che fosse un'esperto d'abiti, o che da una istantanea fosse facilmente distinguibile un abito scarso da uno ben realizzato, ma a lui non era proprio sembrato che quelli che aveva visto addosso a Hirokumi e Morisaka Tsujihara fossero abiti 'riciclati', come li aveva definiti la Nasai. A me non sembravano male. Da cosa hai dedotto che quelli fossero abiti riciclati? chiese con un sopracciglio sollevato, scettico, attento però alle parole della compagna che forse, almeno per quella volta, aveva trovato qualcosa che a lui era sfuggito. Non hai notato la combinazione dei colori? Come minimo andavano di moda sei anni fa. affermò senza troppo coinvolgimento la Nasai, sempre piuttosto stretta di culo nell'esprimersi a suo parere, scoppiando l'ennesimo palloncino rosa fra le labbra mentre avanzava con entrambe le mani cacciate nelle tasche della felpa. Se lo dici tu.. rispose quindi, facendo spallucce e decidendo di fidarsi dell'intuizione della ragazzina, o quantomeno di tenerla presente nei suoi futuri ragionamenti. Non aveva alcun modo dopotutto di verificare quanto vere fossero quelle parole, anche perché certo non si intendeva di moda (andava a gusto, a giustapposizione dei colori). Oltretutto aveva lasciato i ritratti nello studio del superiore, per non portarsi troppe cose dietro e confidando sul fatto che avesse una buona memoria e avrebbe sicuramente riconosciuto i due obiettivi. Non gli andava proprio di tornare indietro a dare un'occhiata, non adesso che avevano lasciato la struttura e stavano avviandosi alle porte, accolti dalla sempre perenne coltre di nebbia.
Se così fosse e ci fosse una pecunia nei fondi monetari del daimyo, forse il riscatto non è stato chiesto su una somma di denaro ma su qualcos'altro. Forse uno scambio di persone..? Difficile dirlo con così poco fra le mani.
C'erano mille e più modi di richiedere un riscatto, eppure quello era l'ultimo dei problemi per loro che erano stati chiamati a portare a termine un'operazione di salvataggio. Sapere il movente poteva essere un vantaggio per portare in trappola chi di dovere e cogliere un sostanzioso effetto sorpresa, ma prima dovevano conoscere il territorio, individuare le tracce e decidere da li come comportarsi. Era l'unico punto fisso che avevano sotto il naso, quello tracciato sulla mappa che il castano stava portandosi dietro e le tracce che, nella speranza fossero state trascurate nella concitazione del momento, sarebbero state ancora ben identificabili sul terreno, considerato anche e soprattutto il poco tempo intercorso fra il rapimento e la loro chiamata. Dovevano assolutamente partire da li, ed entrambi erano d'accordo su questo.
Lasciato alle spalle il villaggio, raggiungere le coordinate che Takumi aveva ben memorizzato non avrebbe richiesto troppo tempo. Giusto una mezza giornata a passo sostenuto, che per shinobi addestrati come loro sarebbe stata una bazzecola. Non aveva intenzione di fermarsi e di perdere altro tempo in ciance, anche perché la Nasai, c'era proprio da dirlo, era di compagnia tanto quanto poteva esserlo l'anta di un armadio. Eppure quest'ultima durante il tragitto suggerì di fare una pausa, a circa metà strada o poco più dal loro ipotetico punto d'arrivo. Takumi rallentò il passo per poterla osservare di sbieco con un misto di incredulità e rassegnazione, come volesse chiederle 'ma sei seria?'. Dopotutto era stata lei stessa a dire che avevano perso anche abbastanza tempo, e adesso se ne usciva con una pausa. Era incredibile. La voglia di fare di quella ragazzina rasentava la soglia minima mai vista in una sola persona. Sbuffò. E va bene, facciamo una pausa.. disse poi esasperato, rallentando ulteriormente fino a fermarsi, stando ben attento ai rumori che li circondavano (non poteva mai sapersi). ..ma solo cinque minuti, ti avviso. aggiunse poi evidentemente scocciato, con un broncio che pareva quello di un bambino a cui avevano appena rovinato un gioco. La vide dunque accomodarsi per riposare, masticando incessantemente quella fastidiosissima gomma e osservandolo come fosse l'unica cosa da guardare in mezzo a un paesaggio di tutto rispetto. Ah ma non glie l'avrebbe fatta passare così liscia, nossignore. Doveva muovere il culo quella ragazzina e doveva farlo adesso, senza battere la fiacca. Fece passare giusto cinque secondi netti, prima di girare i tacchi e riprendere la marcia; marcia che si interruppe dopo tre passi, mentre si volgeva con un sorrisetto sornione alla sua carissima accompagnatrice. Ho detto 'minuti'? Mi sono sbagliato, intendevo secondi. s'espresse serafico, sbattendosene altamente di non aver tenuto fede al patto stipulato sulla durata di quell'inutile pausa. Sai, quelle tracce non rimangono certo ad aspettare i nostri comodi. proseguì ad incalzarla, ottenendo però soltanto quello sguardo senza alcun tipo d'espressione, svariati piccoli 'pop' della gomma da masticare e un culo saldamente ancorato a dove stava poggiato, senza alcuna risposta né fisica né emotiva. A quel punto il sorrisetto sul suo volto si spense gradualmente. Era seria, sin troppo seria. Avrebbe voluto strangolarla in quel preciso istante, dato che palesemente non aveva intenzione di muoversi. Fantastico. Fottiti. disse a denti stretti in un sussurro, sbuffando e avviandosi davvero. Non aveva tempo da perdere. L'avrebbe raggiunto dopo, tanto cinque minuti non erano poi una gran roba da recuperare per una kunoichi che (supponeva) apparteneva o fosse vicina al corpo degli ANBU. Ma davvero capitavano tutti a lui i casi umani? Senza speranza.
Giunto nei pressi del posto indicato dalla mappa, si fece maggiormente cauto. S'avvicinò di soppiatto, preferendo una posizione sopraelevata per essere maggiormente silenzioso nei movimenti (le frasche a terra non avrebbero aiutato nell'intento) e servendosi del suo fine udito per capire se qualcuno fosse in avvicinamento. Soltanto appurato di essere solo e adocchiando bene dove metteva i sandali per evitare di beccarsi una trappola nel remoto caso in cui avessero avuto il tempo di piazzarne (e ne dubitava, era passato troppo poco tempo e se erano tornati indietro era per coprire le tracce, avrebbe avuto poco senso perdere tempo a piazzare trappole li) si sarebbe mosso per cercare delle effettive tracce sul terreno. La Nasai sarebbe arrivata a breve, supponeva; le sue qualità erano necessarie, soprattutto in quel frangente. Qualità sprecate, se poi non era nemmeno avvezza a muoversi dopo un paio d'ore di marcia.. ma indubbiamente necessarie.