Jouri 場裏 - Anello Esterno

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NightFlight
view post Posted on 22/10/2018, 16:18 by: NightFlight




Legenda:
parlato Reiki
pensato Reiki
parlato Hikari
parlato Miho


    Gyūki


Il viaggio verso Iwa proseguì senza intoppi. La preoccupazione non era bassissima, vista la dolce attesa dell'Hokage, ma non ci furono problemi. Viaggiò in una carrozza con i suoi stretti collaboratori... diversa da quella di Reiki, che con il solito spirito di osservazione notava ciò che accadeva nella sua, senza guardarla davvero. Ognuno dei partecipanti sembrava avere qualcosa di diverso per la testa, che non fosse il torneo. Tutti ad eccezione di Miho. Miho Akimichi pensava solo a quello e l'aveva reso una scusa (piuttosto credibile) per rivolgere la parola a Reiki.

Sono migliorata, sai?! La mia Arte del Vento non è più quella cosa incontrollata che hai visto in accademia!

Fantastico!

Continuava a fissare il paesaggio fuori dal finestrino, disinteressato...

Non mi vedi dimagrita?!

Fu costretto a voltarsi verso di lei, per la prima volta...

Miho-chan, io -

- e tu?! Mi sembri cambiato, sai? E poi, sei sempre giù di morale! Sono io il problema?!

No. Scusami, stavo solo pensando al torneo... e poi sono un po' stanco.

La compagna si rese conto del fatto che stava mentendo quando, poco dopo, Reiki si sarebbe unito agli altri per osservare il nuovo gioco inventato dal figlio di Akane Uchiha, Hikarikage. Inutile mentire, del resto Miho era una delle poche persone a sapere del cugino. Ne avevano già parlato al loro primo incontro. Il fratello della ragazza conosceva molto bene Akashi... Reiki lo aveva completamente rimosso. Come aveva fatto a dimenticare che una delle persone che poteva aiutarlo su Akashi, era così incredibilmente vicina?! Cercò immediatamente di sistemare le cose ma gli venne decisamente male.

Miho-chan! A proposito... tuo fratello Yoshiki...

Ma tu non eri stanco?!

La ragazza rispose immediatamente, con tono sarcastico. Seguirono istanti di silenzio, in cui Reiki si stava rendendo conto di essersi comportato piuttosto male con la compagna di squadra, se così si poteva definire, visto che non si vedevano praticamente mai.

La situazione torno alla normalità quando Hikarikage spiegò a tutti il gioco. Reiki decise di non partecipare, non ne aveva proprio voglia di giocare o di parlare con gli altri. Gyūki sembrava un gioco niente male agli occhi dell'Uchiha, che osservava le varie mosse cercando di capire eventuali regole e strategie che potevano sfuggirgli.


Ma... che cosa sto facendo? Che sia davvero la strada giusta? In fondo, se Akashi fosse qui fuori io non lo saprei. Perché sono dentro questa carrozza, poi seguirò l'Hokage dentro Iwa, parteciperò al torneo e, indipendentemente dal risultato, tornerò al servizio di Konoha... ma forse questo è un passaggio necessario, se voglio smetterla di inseguire bestiame, proteggere studiosi e catturare ladruncoli... che sonno però ... mi si chiudono gli occhi...

Fece in tempo ad alzarsi, si allontanò dalla "scacchiera" in silenzio, rivolgendo un'ultima parola a Miho, intenta a giocare tutta sorridente... forse ci teneva ad apparire gentile e far divertire Hikarikage, visto il comportamento degli altri. Reiki oltrepassò il punto in cui si trovava Miho, dandole le spalle e senza guardarla disse le parole che avrebbero lasciato la giovane Akimichi in blocco totale per una piccola manciata di secondi.

Hey... che tu ci creda o no, mi dispiace.

Quella situazione, per certi versi, ricordava proprio il gioco a cui gli altri giocavano da un po', quello creato da Hikarikage. Tutti, in fondo, muovevano delle metaforiche pedine, per raggiungere un scopo. Ma chi, o cosa, era la biglia al centro del terreno di gioco? Reiki tornò a rivolgere lo sguardo all'esterno, iniziò a vederci male, gli occhi si chiudevano ormai da soli. Decise di non resistere, decise che avrebbe smesso di pensare... totalmente. Almeno per ora, almeno fino ad Iwa.



* * * *





Il viaggio fu particolarmente rilassante... ma nemmeno quei carri così ben costruiti potevano resistere al terreno irregolare delle montagne del Paese della Terra. Le vibrazioni delle ruote causate dalla roccia svegliarono Reiki. Appena sveglio, confuso a causa della lunga dormita, proseguì per inerzia dal momento in cui l'Hokage disse che avrebbero proseguito il viaggio a piedi... fu la notizia peggiore della giornata. Le grandi mura ed il maestoso ingresso ad Iwa lasciavano intendere che anche questo, come gli altri villaggi, aveva curato la propria immagine in modo da dare agli shinobi e ai visitatori l'idea di essere entrati in uno dei grandi villaggi ninja più importanti del mondo. Il clima molto più austero trasmetteva una sensazione totalmente diversa da Konoha, ormai lontana. Forse era davvero così, o forse era solo questione di abitudini... una percezione della realtà a cui non erano abituati gli abitanti del Paese del Fuoco. La grande fontana, i quattro pilastri, i drappi di Iwa, tutto questo per il Torneo di Selezione dei Chunin. Tanta gente in attesa dell'arrivo dei partecipanti, per l'evento che attirava ogni volta un numero straordinario di signorotti, commercianti, studiosi, shinobi e, ovviamente, spettatori.

Del resto il torneo era uno spettacolo vero e proprio. Già il solo fatto di parteciparvi, di avere i requisiti necessari, era sintomo di buone capacità dei genin iscritti a questa sorta di "esame". Poteva essere un vanto, in un certo senso, un traguardo raggiunto. Un traguardo piccolo però, in confronto a quello che ancora dovevano affrontare. L'evento si sarebbe svolto al di fuori delle mura del villaggio... una chiara misura di sicurezza. Scelta criticabile ma anche comprensibile e indicativa del fatto che i piani alti di Iwa non reputavano questo momento un momento facile e privo di pericoli. O forse no... ma la prudenza non era mai troppa.

Si goderono il rinfresco. Reiki non si sentì minimamente in difficoltà ad approfittarne. Non si comportò da ingordo ma, anche se con educazione e discrezione, passò la maggior parte del tempo più vicino possibile a cibo e bevande offerte dal villaggio ospitante. Mangiava e beveva, immerso nei suoi pensieri, con lo sguardo perso che rimbalzava tra i partecipanti ed il cielo.

Dopo essersi rifocillati, seguirono l'anbu della Roccia che li guidava verso l'arena. Reiki non aprì bocca e non parlò con nessuno... fino a quando...

Sei shilenzioso da quando shiamo partiti, qualcosa non va?

Un altro dei partecipanti al torneo, con la bocca piena di dango, si rivolse all'Uchiha per la prima volta. Reiki non riconobbe la sua voce ma quando si voltò, si rese immediatamente conto di conoscere già quel ragazzo almeno di vista. Il figlio dell'Hokage, Hikarikage, lo osservava tutto interessato con occhi innocenti. Aveva tutta l'aria di chi non chiede solo per educazione. Dopotutto, era stato proprio lui ad avvicinarsi a Reiki ed era stato l'unico tra quegli sconosciuti ad interessarsi di lui. L'Uchiha non aveva molta voglia di parlare, ma non era il caso di essere scontroso con qualcuno di una tale gentilezza. Hikarikage sembrava una persona pulita e, probabilmente, avrebbe fatto squadra con Reiki e Miho nel torneo.

Tu sei Hikarikage, giusto?

Abbozzò un sorriso, e rispose in modo gentile.

Niente, stavo solo pensando al torneo.

Concluse la frase sorridendo a bocca ed occhi chiusi, inclinando leggermente la testa verso la spalla destra. Stava mentendo, ancora una volta. Almeno per il momento, non era minimamente preoccupato per il torneo. I suoi pensieri erano gli stessi che lo perseguitavano fin da quando suo padre gli aveva affidato una katana identica a quella che anche Akashi aveva brandito, probabilmente nello stesso torneo, in un luogo diverso. Non tese la mano a Hikarikage ma con timidezza ed un po' di difficoltà, si presentò.

Se il torneo sarà a squadre, potremmo ritrovarci nello stesso team... io, te e Miho. Piacere di conoscerti. Vengo dal clan Uchiha, proprio come l'Hokage...

...sorrise ad Hikari per fargli capire di essere a conoscenza del legame tra lui ed Akane. Sorrise e si apprestò a concludere con le parole con cui sarebbe stato meglio esordire. Purtroppo non era affatto bravo in queste cose.

... mi chiamo Reiki.

La situazione però, al di fuori di quei pochi metri cubi che racchiudevano i due genin, sembrava strana e confusa. Ognuno seguiva la propria strada, secondo le proprie idee. Ognuno avrebbe mosso al meglio le proprie pedine, secondo la propria strategia. Tutto sembrava al proprio posto. Eppure, da un momento all'altro, una biglia avrebbe potuto sollevarsi dal suo incavo in legno e cominciare a sparare scariche di chakra sulle pedine stesse, complicando le cose... quella biglia, probabilmente, era rappresentata dal torneo.

Esattamente come un gioco, proprio come una partita a Gyūki.
 
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