L'Epurazione del cacciatore di demoni, Quest Bijuu per And - Kokuo (metà positiva)

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view post Posted on 27/8/2018, 10:59     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Era il solito giro mattutino, il sole era alto tra le nuvole di Koromi, un piccolo villaggio a Est di Kumo ai confini del Paese del Fulmine. Le strade erano deserte, chissà che cosa facevano gli abitanti prima di quei giorni così nefasti. Doveva essere stata dura per loro abituarsi a tanta sofferenza e corruzione. Era sicuro di aver udito anche qualche urlo negli ultimi giorni, chiaramente il grido di aiuto di qualche disperato che non era riuscito a liberare. Tremendo il continente degli Shinobi, ogni anno nasceva qualcosa di nuovo e terrificante e ogni volta chi ci andava di mezzo erano coloro che non sapevano difendersi. Fortuna che al mondo c'erano uomini capaci di prendersi carico di certe responsabilità, era soltanto grazie a loro che il mondo continuava ad andare avanti e il sole a sorgere oltre le montagne del paese. Quell'arancione che sembrava bruciare l'orizzonte avrebbe probabilmente bruciato anche intere terre senza il coraggio spropositato di pochi eletti. Già, pochi, davvero pochi, tanto che durante la ronda di sicurezza vedeva sempre meno persone adempiere ai loro incarichi. Niente però lo avrebbe fermato, agiva per depurare un mondo e anche senza nessuno a fargli i complimenti, si sarebbe curato dei propri compiti per il bene generale dei continenti. Sì, perché seppur vero che era dentro i confini ninja che i problemi erano sempre più lampanti, era giusto spingersi anche oltre di tanto in tanto. A ogni modo quella era la settimana del Fulmine, ultimamente questi maledetti mostri avevano già preso troppo campo e c'era bisogno di veri eroi per riuscire a ristabilire l'ordine, fortuna che esisteva gente come lui.

Fischiettando la solita canzone dunque, si spinse fino al centro villaggio, superando un piccolo laghetto da dove i locali erano soliti pescare. Era un villaggio florido un tempo, peccato per quelle bestie. Aprì la porta di un appartamento con un calcio e con la grossa spada in spalla entrò liberamente. Aprì il frigo concedendosi un po' di succo all'arancia dalla busta di cartone e si sedette su uno dei divani cominciando a sfogliare una rivista poggiata sul tavolo. Niente di che, era il solito piccolo villaggio che aveva chiesto aiuto ai buoni, fortuna che era nei dintorni. Posò la rivista ed entrò in camera da letto guidato da un tonfo, era lì che si nascondeva una coppia di anziani tremanti di terrore. Lei piangeva implorando pietà, l'uomo, notando di essere stato scoperto, venne fuori provando a colpire l'ospite che rapido saettò di lato e con una ginocchiata lo piegò al suolo.


??? - Non c'è di che, non lo faccio né per i soldi, né per la gloria. Sono semplicemente compassionevole e di buon cuore.

Calò lo spadone sul vecchio un paio di volte facendolo a pezzi, poi afferrò la vedova per i radi capelli bianchi e le affondò la faccia sulle viscere del marito, attendendo che morisse per mancanza di aria. Quando la sentì non opporre più resistenza la scaraventò al suolo come si fa con un sacco di patate. A quel punto le si avvicinò ponendo la spada nel fodero sulla schiena e si abbassò la cerniera dei pantaloni.

??? - Tranquilli prenderò io tutto il male che avete in corpo, sarò il vostro salvatore.

E tornò a fischiettare.

||Bella Andrè :asd:
E' la prima volta che ci incrociamo come master e giocatore quindi lascia che ti dica un paio di cosette su come mi piace gestire le role. Innanzitutto sono un master tosto, come dico sempre le mie giocate devono essere superate e non solo giocate che siano missioni D o S poco importa. Questa in particolare è una quest difficoltà Rashamon, in sostanza tra le più difficili del gdr, dunque non prendere mai sottogamba nessun post, che sia transizione o focale per la trama. Piuttosto prenditi il tuo tempo per rileggere e non avere mai fretta di postare. Io di mio cercherò di essere il più veloce possibile e in caso di ritardi importanti verrai sempre avvisato, tu invece vai vascio, la giocata è tua e la tempistica la gestisci come vuoi. Per il resto mi piace molto chi prende iniziativa, chi non rimane passivo e chi insomma partecipa attivamente alla costruzione della storia, che in fondo scriviamo sempre in due. Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi, non farti mai problemi a chiedermi per qualche dubbio. Per il primo post sei completamente libero, fammi un po' vedere chi è Eiji e come sta vivendo il post evento. Come indicazioni ti do solo il fatto che alla fine ti verrà affidata una missione da Kumo: in alcuni villaggi minori del Paese del Fulmine si stanno verificando degli eventi spiacevoli, si registrano uccisioni e sparizioni sospette che col passare del tempo sembrano aggravarsi sempre di più. Sarai mandato a controllare e risolvere la situazione. Buon role!||
 
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view post Posted on 28/8/2018, 21:07     +1   -1
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Legenda per il futuro.

Ichigo

Niko

Sanmaru


Eiji svegliati! - NRHRHRHRH... COOOH - NRHRHRHRH... COOOH... - Se la russava alla grandissima il nostro Chunin mentre Mameko cercava di svegliarlo. Era stato Eiji a chiederglielo, anche se il suo corpo non sembrava abbastanza pronto ad accettare la sveglia. Continuava ad emettere quei suoni fastidiosi mentre la sua posizione si faceva sempre più svaccata. Con una gamba sotto ed una sopra la coperta, una mano sullo stomaco che veniva grattato ogni due minuti e una sotto il cuscino. - Coraggio Eiji... non farmi penare... - Ma lui continuava. Era stanco dopo tutte le vicende inerenti il Gedo. Inoltre il suo discorso con il Consiglio lo aveva leggermente stressato. Dopo tanto tempo si stava godendo una bella dormita nel suo letto. Ma allora perché richiedere la sveglia? - Jashin... Perché a me?!... KUMO è IN PERICOLO, ARRIVANO I BIJUU, SCAPPATE, SCAPPATE! - AAAAAAAAAAAAAAH! - Con un colpo di reni si mise seduto sul materasso, mentre i suoi occhi spalancati osservavano il circondario in cerca di chissà quale scenario apocalittico. - WHAT THE FUCK?! Ma erano scoparsi... ?! KOKUOH!? - Kokuo? Ti ci sei proprio affezionato eh?! Chissà che fine ha fatto. - Yeah... Eheh... Chissà... - Non aveva ancora rivelato a Mameko la sua nuova condizione. Dopotutto era un membro del Kyo Dan, avrebbe potuto reagire in modi imprevedibili. Non ottenne nessuna risposta dal Bijuu, eppure poteva sentire il chakra della bestia mentre fluiva nel suo corpo. Tutto sembrava andare per il meglio. Non vi erano grida, terremoti, insomma la pace più assoluta. Portò quindi i suoi due smeraldi sulla figura in carrozzina di Mameko, comprendendo che si trattava di uno scherzo. - You... - Mi hai chiesto di alzati e l'ho fatto, adesso vedi di muovere il culo! - Ed uscì dalla stanza ridacchiando sommessamente, come si confaceva ad un vecchio, perché ormai questo stava diventando. La benedizione di Jashin lo stava lentamente abbandonando ed il suo corpo ne risentiva.

Finalmente sveglio, si mise in piedi. Ci vollero alcuni minuti prima che potesse effettivamente definirsi operativo, ma la colazione lo rinvigorì parecchio.
- Si può sapere perché ti sei fatto svegliare? Non poteva dormire un po’ per oggi? - Nah... It's ok bro! Ci sono un sacco di persone che stanno si stanno preparando per il ritorno a casa, mi piacerebbe dar loro una mano. - Nessuno ti ha chiesto di farlo, non hai incarichi di questo tipo. - I know, I know... - Facendo spallucce ed allargando le braccia. - Però mi andava di farlo. Oltretutto vorrei godermi un po' Kumo finché posso, qualcosa mi dice che presto mi manderanno a chiamare... - Ah giusto, alla fine com'è andata ieri, cosa sei andato a fare dal Consiglio? - Come fai a sapere che ero dal Consiglio? The fuck man, mi spii? - Sai bene che ho le mie fonti no?! Quindi...? - Sono andato a fare rapporto. Una Genin che era con me è rimasta ferita e sembra essere in coma. That's sad... Se solo fossi stato più forte... - Sono cose che capitano. Capisco che come Chunin tu ti senta responsabile, però ricorda che non sei onnisciente, ci saranno sempre cose che sfuggiranno al tuo controllo. - U're right... Maybe... Anyway, è tempo che vada! Ci vediamo più tardi! -

Non aveva mentito a Mameko, semplicemente aveva omesso di dirgli delle cose. Voleva parlare di Kokuoh con calma, facendogli capire che non era stata colpa sua. Non avrebbe voluto imprigionarlo nel suo corpo, anche se la cosa non gli dispiaceva affatto. Era piuttosto felice della cosa a dire il vero. Aveva incontrato Kokuoh così tante volte, aveva persino collaborato con lui. Insomma, si sentiva legato alla bestia, anche se era consapevole che la stessa non ricambiasse il pensiero. Non ancora almeno. In ogni caso era sicuro che sarebbero andati d'accordo. Lui andava d'accordo con tutti, o almeno questo era quello che la gente gli lasciava credere di solito. Oltretutto, e non lo nascondeva nemmeno a se stesso, avere a disposizione una fonte di potere così grande lo eccitava a dismisura. Insomma, solo vantaggi per il giovane adepto di Jashin. Quindi uscì di casa abbigliato come al solito, kimono bianco con rifiniture romboidali verdi e coprifronte legato al braccio destro. La giornata si prospettava piuttosto bella, il tempo prometteva sole e cielo azzurro. Tranquillamente discese il sentiero che divideva la sua abitazione dal resto del villaggio, non ci volle molto prima di ritrovarsi tra le via più affollate di Kumo. Da quando aveva parlato della sua situazione con il Consiglio si sentiva più leggero. Non aveva ben compreso quale fosse la posizione dello stesso a riguardo, ma fino a quando non avessero deciso di sbatterlo in cella per lui sarebbe andato tutto bene. Era sicuro di essere tenuto sotto controllo in un certo senso. Perché? Beh, se fosse toccato a lui decidere avrebbe posto dei vigilanti alle calcagna della bomba umana pronta ad esplodere. Il tutto però non lo infastidiva ne lo preoccupava. Quello che doveva fare era semplice, continuare a vivere come aveva sempre fatto per dimostrare che era ancora lui. Il solo ed unico Eiji Imai. - Uuuuhhh... What a nice day... Tu sei ancora in silenzio stampa, vero? - Ancora nulla. Kokuoh era piuttosto taciturno. - Voi invece? Già svegli?! - Ma che vuoi impiastro, lasciami dormire! - Iniziamo già di primo mattino... - Oh yeah bro! Dopotutto dobbiamo vegliare su di te! - Sorrise nel sentire le voci delle tre falci riecheggiare dentro la sua testa, almeno loro non gli tenevano il muso. - Sentito? Guarda che potresti anche farcelo un saluto, eh?! C'mon bro! - Ma nulla. Kokuoh era irremovibile.

La Nuvola era in fermento. Molte delle persone che si erano rifugiate all'interno della stessa stavano per partire. Le scorte iniziavano a scarseggiare, per questo non potevano essere ospitate più a lungo. Quelle che non avevano una casa sarebbero state scortate da dei ninja durante un breve, si sperava, periodo in cui sarebbero stati nomadi. Ovviamente Kumo avrebbe fornito loro protezione e assistenza, cercando di garantire un sostenibile tenore di vita. Ma, in sostanza, perché s’era fatto svegliare? Beh il motivo era semplice, ed eccolo spiegato dalle sue azioni. Mentre camminava per la città, si prendeva spesso qualche secondo per osservare il circondario ed aiutare la le gente. Dal vecchio che aveva bisogno di una mano a caricare il carro con i propri averi, alla signora che aveva perso di vista suo figlio. Nulla di impegnativo.

La giornata scorreva celermente tra una balla e l'altra. Incontrò qualche volto conosciuto durante il suo girovagare senza meta. Uno fra tanti? Kohei, il giovane Genin che lo aveva ritrovato in fin di vita, si fa per dire, dopo lo scontro che lo aveva visto impegnato contro Yugure. Il giovane ragazzo era ancora impegnato nelle sue opere di supporto al villaggio e agli sfollati. Da quando lo aveva visto l'ultima volta, però, pareva esseri fatto più sicuro di sé. La cosa non poté che compiacere il nostro Chunin, che vedeva un gran potenziale il quel compaesano. Le domande arrivarono come un fiume in piena. Eiji, dal canto suo, rispose alla bene e meglio, omettendo quello che era giusto omettere.
- Certo che sei sempre in mezzo a qualche guaio eh! - IO?! WHAT?! Lo dici come se lo facessi apposta! Sono una persona tranquilla che viene puntualmente disturbata dal corso degli eventi... Eheh... - Sicuro! Mi sembri proprio il tipo! Però un po' ti invidio, mi piacerebbe vivere avventure simili... - Vedrai che arriveranno anche per te, anzi speriamo! Ho bisogno di un po' di tregua... If know what I mean! Eheh... - E proprio parlando di tregue. Una semplice ombra, nemmeno la vide passare, lasciò andare una missiva che giunse precisamente nelle mani del nostro ragazzo. Una convocazione al palazzo del Kage per un incarico, proprio come si aspettava. - I need to go now! See yà bro! Continua ad impegnarti! -

Non ci volle molto prima che giungesse a palazzo. Questa volta si dovette fermare dalla segretaria che, nel vederlo, storse visibilmente il naso. - Questa volta non scappi eh?! - No sis... Scusa per ieri... Eheh... - Disse ridacchiando e portando la destrorsa dietro il capo. - L'incarico è questo. In alcuni villaggi minori del Paese del Fulmine si stanno verificando uccisioni e sparizioni. Non abbiamo molte informazioni a riguardo, ma pare che la situazione si stia facendo sempre più grave. Il tuo compito sarà andare sul posto per indagare e fermare questa mattanza. Sarai solo questa volta. - La segretaria concluse dandogli alcune indicazioni inerenti il luogo. Nulla di impossibile da raggiungere, non per lui che aveva viaggiato così tanto. - Partirai immediatamente. - Yessir! Eiji Imai is on the case! - Beh, che dire. Iniziamo.


 
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view post Posted on 28/8/2018, 23:15     +1   -1
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Natami, piccolo villaggio costiero a Nord-Ovest del Paese del Fulmine. Aveva una superficie modesta, contava pochi abitanti e i più erano commercianti e pescatori che lavoravano e scambiavano le loro merci. Eiji fu spedito proprio lì a indagare su queste fantomatiche sparizioni. Secondo i rapporti che gli avevano fornito prima di partire, i problemi dovevano essere cominciati già da un paio di settimane con altri villaggi vicini, sembrava che chiunque fosse il responsabile si stesse sempre di più avvicinando all'epicentro di Kumo, percorrendo un largo giro a spirale e fermandosi villaggio dopo villaggio a creare scompiglio e disagio. Fu proprio quest'ultimo che trovò il ragazzo non appena giunse nei pressi di Natami: il sole alto nel cielo terso illuminava la strada principale che portava fino alla piazza, luogo in genere costantemente frequentato, anche di notte, da chi commerciava il pesce appena pescato o altre spezie e cibo proveniente dai raccolti dei campi della periferia. Invece nulla, a fare compagnia al giovane era soltanto il vento che soffiando contro le pareti silenti delle abitazioni sembrava ricreare l'ululato tetro di una mandria di lupi. Proseguendo giunse al molo, luogo in cui svettava l'insegna della taverna "Chiaroscuro", costruita direttamente sul mare con lunghe palafitte e un pontile che attraversava la pungente brezza proveniente dai territori del Gelo. Neanche lì però ci fu nessuno ad accoglierlo, sembrava in tutto e per tutto un villaggio fantasma ma che a differenza dei tetri luoghi infestati, lì non stavano neppure le anime di chi un tempo dovevano aver abitato quei luoghi. Sembrava che qualcuno avesse evacuato l'intero villaggio e doveva averlo fatto anche con una certa fretta considerando le casse di pesce al molo abbandonate e i contenuti dei carri lungo la strada lasciati in balia degli avvoltoi. Le case poi, molte porte erano contrassegnate con una vistosa croce rossa e ponendo una certa attenzione lo stesso simbolo era disegnato anche su alcune parti delle strade, come fossero dei promemoria sui sentieri già battuti. Vi era soltanto una via non ancora segnata, quella che si addentrava nella parte Est della città, lontana dal mare. Riguardo le strutture invece, neppure la taverna "Chiaroscuro" aveva la croce rossa all'entrata, dovevano essere tutti territori risparmiati da qualsiasi cosa si fosse abbattuta su quel piccolo centro commerciale. Eiji era lì, tra il percorso verso Est e la taverna sul molo, con la possibilità di verificare se anche le due barche attraccate fossero deserte, com'era plausibile supporre. Che la gente di quel luogo fosse scomparsa, che fosse stata uccisa o messa in fuga doveva però essere dimostrato e verificato, da qualche parte un indizio su chi o cosa aveva causato quel terribile eco di silenzio tombale doveva venir fuori. Intanto però si udiva solo il suono delle onde all'arrabbiarsi del vento, irritato dalle nuove tensioni che aveva deciso di sfogare sull'enorme distesa marina, agitandola a sua volta.
 
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Legenda.

Ichigo

Niko

Sanmaru

Higyō


Non c'era molto tempo. L'ordine era di partire immediatamente e lui aveva tutta l'intenzione di rispettarlo. Prima di farlo, però, decise di passare un secondo da casa. C'erano giusto un paio di cose che doveva prendere prima di partire, nulla di strano, il suo equipaggiamento base. Ovviamente nel tornare indietro trovò il suo coinquilino ad accoglierlo il quale, nel vederlo così frettoloso, comprese che l'incarico era giunto. - Quindi ti hanno mandato a chiamare? - Yeah bro! Ci sono problemi nei villaggi minori, devo andare a vedere che succede. - Ti sembra pericoloso? - I donnow man... Omicidi, sparizioni, insomma questo genere di cose. Spero non sia nulla di grave, ma darò il massimo come sempre. - Bravo ragazzo. Fai attenzione mi raccomando! - Sure Bro! Stai parlando di me dopotutto, ho la faccia di uno che non fa attenzione? HELL NO! - E Mameko ridacchiò. Conosceva abbastanza bene il Chunin ormai, non era uno stupido, ma prendeva le cose sempre un po' troppo alla leggera. Tendeva a svegliarsi solo sul finale. Solo quando entrava in contatto con qualcosa che gli dava veramente fastidio, o con qualcuno che minacciava quello a cui teneva, faceva immediatamente sul serio. C’era da dire una cosa però, era maturato parecchio da quando aveva fermato il Kyo Dan a Kumo e combattuto al fianco di Kokuoh. Vedere una delle sue sottoposte andare in coma con il rischio di non risvegliarsi gli aveva dato una bella scossa, ma questo Mameko non poteva ancora averlo scorto. Quindi Eiji alzò i tacchi, uscendo dalle porte della Nuvola e attraversando le mura in ricostruzione. Il suo obiettivo era un villaggio costiero di nome Natami. Non poteva certo dire di esserci stato, però conosceva abbastanza bene quelle terre.

Quindi iniziò il suo viaggio. Come al solito cercò di godersi ogni momento che passava immerso nella natura. Gli piaceva tanto transitare per luoghi non contaminati, per questo tendeva a prendersi qualche minuto per osservarli. Non questa volta però, il dovere chiamava e lui stava rispondendo. Mentre camminava la sua mente viaggiava arrivando a formulare svariate ipotesi inerenti la missione. Era quasi sicuro che tutto quel trambusto fosse stato fatto da un gruppo di uomini di qualche tipo. Però era strano, semplici banditi non avrebbero alcun interesse a colpire così duramente un villaggio dopo l'altro. Era come se le sue prede non si curassero minimamente di essere scoperte o intercettate. Il loro iter appariva abbastanza chiaro seguendo quelli che erano i rapporti. Non capiva bene a cosa stessero puntando. Uccidere così tante persone avrebbe frenato commerci e produzione, quindi anche i loro affari sarebbero andati in malora. Non restava altro che una singola ipotesi, ovvero che stesse inseguendo dei semplici assassini. Questo avrebbe spiegato le innumerevoli morti ma non le motivazioni dietro alle stesse. Quelle avrebbero indicato il grado di rabbia che avrebbe percorso le sue membra una volta giunto in contatto con le sue prede. Non gli piaceva spargere sangue innocente, pur essendo un adepto di Jashin aveva le sue regole e i suoi principi. Non tutti erano degni di essere sacrificati e quando si era degni, solitamente, era perché si erano compiute gesta poco consone agli occhi del Chunin.

Camminava con passo tranquillo continuando a procedere verso la sua meta. Attorno a lui dominavano silenzio e quiete, nessuno rumoreggiava, nemmeno le falci che solitamente erano le prime a farsi sentire. Per un secondo, dimenticandosi completamente del compito che stava adempiendo, si chiese cosa stesse facendo Kokuoh, cosa stesse pensando. Avrebbe voluto passare del tempo con lui e interagire come si confaceva alla situazione, però non aveva ancora capito come entrare nel suo “sogno”. Era strano, perché alla fine si trovava dentro il suo corpo, eppure da allora non lo aveva più visto faccia a faccia. Tutte queste domande vennero bruscamente interrotte dalla vista del suo obiettivo. Eccolo. Si stagliava all'orizzonte come una perla. Era piccolo eppure prezioso e accogliente, un posto piacevole dove spendere alcune giornate in completa tranquillità. Quello che lo stupì, però, fu il fatto che i suoi occhi non scorsero nessuno. I due smeraldi erano il senso che più aveva sviluppato nel tempo, eppure non scorgevano nessuno ad animare quelle case. Che si stesse sbagliando? Difficile, ma qualcosa gli diceva di prestare la dovuta attenzione. Se c'era una cosa che aveva imparato durante la sua battaglia alla torre delle comunicazioni, era che il sensitivo era una delle sue abilità più forti e che quattro occhi erano meglio di due. Perdonaciceleperchéabbiamopeccatov2.

Quindi compose immediatamente i sigilli e si morse leggermente il pollice, per poi richiamare quella che pensava essere la sua solita evocazione. Una nuvola di fumo avvolse il rapace, lasciando credere al giovane che si trattasse di Washi, il nibbio, ma così non era.
- YOOO BROOOOH... Wait... What the fuck?! - Dal fumo comparve una figura differente, molto più maestosa e dalle fattezze particolari. - Who are U bro!? - Come, prego? - Ehm... I mean... Chi sei e dove sta Washi? Ero convinto di aver evocato lui! - Sei tu ad aver evocato me, almeno potresti presentarti prima. Comunque hai immesso più chakra del solito e così sono comparso io. - Oooh... Yeah sorry sorry... - Disse portando la destrorsa alla nuca e ridacchiando per poi continuare. - Io sono Eiji Imai, firmatario dei rapaci e Chunin della Nuvola. Nice to meet yà! - E tese il pugno verso il pennuto in segno di saluto. Tutto quello che ottenne fu una mezza occhiata storta, mentre la bestia parve perdersi nei suoi pensieri per qualche secondo. - Ah, adesso ricordo chi sei. Washi mi ha parlato di te e dei tuoi modi... Strani. Io sono Higyō, piacere di incontrati. - Fece un cenno di saluto con il capo, ma non ricambiò il pugno del ragazzo. Come avrebbe potuto farlo vi chiederete voi? Beh, ovviamente con la zampa. Coraggio, un po' di fantasia. - Allora, perché mi hai evocato? - Quindi Eiji perse qualche minuto a spiegare la situazione al pennuto, raccontandoli della missione e del posto che avrebbero dovuto esplorare. - Vedi quel villaggio? Sembra completamente deserto, vorrei che mi fornissi informazioni dall'alto in modo da non essere colto alla sprovvista. Got it? - Il rapace non disse nulla e spiegò le maestose ali, spiccando il volo in una folata di vento e polvere.

Era giunto il momento di addentrarsi nel villaggio. Facendosi sempre più vicino, Eiji comprese che effettivamente ad attenderlo non vi era nulla se non vento e pesce marcio. Nessuna anima bazzicava per quelle vie, o almeno così credeva. Il suo nuovo compagno non stava segnalando nulla, come ad indicare che effettivamente quel posto fosse deserto. Vi erano degli strani segni sulle porte della abitazioni. Come dei marchi che indicavano posti in cui si era già stati, oppure posti da evitare, difficile dirlo senza nessun indizio.
- YOOOOO! NOONE HERE?! - Nessuna risposta. Lui era curioso però, voleva vedere cosa si celava dietro a quei segni rossi. Prima, però, decide si fare quello che non aveva fatto nella sua precedente missione, ovvero essere prudente. Il suo sentivo venne attivano in un battito di ciglia. Nulla. Non percepiva nulla da quelle case, in compenso la sua attenzione venne attirata da qualcosa di differente. Due energie si manifestarono ai suoi occhi. Una molto potente ad Est, che si stava allontanando dal centro abitato, l'altra più fioca dentro la taverna che svettava sul mare. Lasciò quindi perdere quelle abitazioni che sembravano essere un buco nell'acqua e si diresse verso il locale "Chiaroscuro". Prima di farlo, però, fece un cenno con la mano al rapace che volteggiava sopra la sua testa. Questi scese repentino, affiancandosi al ragazzo senza toccare il terreno. - Bro percepisco un forte chakra che si dirige verso Est. Non sappiamo ancora cosa sia successo in questo posto, ma vorrei che cercassi la fonte di questo chakra e la tenessi d'occhio. Liste up! Cerca di non farti notare, io ti raggiungerò appena possibile. - Fece una piccola pausa portando le pupille alle porte della locanda. - Anche dentro a quel locale c'è un'energia vitale anche se molto più debole del'altra. Vado a dare un'occhiata. Deal?! - Washi mi aveva detto che eri un tipo tutto strano, ma devo dire che almeno non sembri uno sprovveduto. D'accordo, ti darò una mano. - E nuovamente scomparve nel blu del cielo, librandosi in volo cavalcando quelle strane correnti d'aria.

La prima parte del suo piano era stata portata a termine. Avrebbe potuto monitorare gli spostamenti di quella che pareva l'unica anima viva nel circondario pur non essendole ancora alle calcagna. Prima di raggiungerla, la sua curiosità lo spingeva ad entrare in quella taverna. Si aspettava di trovarci qualcuno di ferito all'interno a giudicare dalla sua forza vitale, ma non poteva certo esserne sicuro. Per questo schioccò le dita ed attorno a lui si manifestarono le tre falci.
- Quindi...? Hai paura ad entrare in quella locanda? - Suvvia Ichigo, siamo in missione. - Tranquillo bro, ti guardiamo le spalle. - Ovviamente le tre armi conoscevano già la situazione ed erano pronte ad intervenire, anche Ichigo nonostante dovesse sempre fare la parte dello scorbutico rompipalle. - There is something wrong here... But hey... Ora che siete con me non ho più nulla da temere, right? - Ridacchiò un poco mentre due delle tra falci facevano un cenno di assenso. Ichigo si astenne, sempre simpatico. Quindi prese ed entrò nel "Chiaroscuro" preparato a ogni evenienza, o quasi. Spalancò la porta con le tre falci che volteggiavano attorno alla sua figura a catene tese e con le nove lame pronte a colpire. - Who's there?!

<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - [Stm: -2] [Liv 4: 21/30]

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 1: 52/60]

<tecnica> - Tecnica del Richiamo - [Chk: dipende dall'evocazione]

Per quanto riguarda Higyō

Sensi migliorati (vista) a lv 3

Abilità Rapidità a livello 3

Per raggiungere l'obiettivo.

 
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Il rapace andò in perlustrazione verso la fonte di energia più potente, in direzione Est. Sorvolò il villaggio cercando di captare qualsiasi movimento dall'alto ma come aveva già notato durante il primo giro non vi era effettivamente anima viva. Da lontano però, più si avvicinava a dove effettivamente doveva trovarsi l'entità a cui apparteneva l'alone di denso chakra azzurro, più un fischiettio di una canzone si rendeva riconoscibile e chiaro e fu in quella direzione che si diresse. Rapido schivò le strutture delle case presenti, infilandosi in cunicoli e scorciatoie che soltanto una creatura agile come lui avrebbe potuto sfruttare, e in men che non si dica si ritrovò all'entrata di un'altra abitazione senza croce rosse sopra la porta ma che era evidentemente stata visitata da poco da qualcuno. Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa però:

??? - Heila!

Higyo trasalì, non l'aveva minimamente percepito né sentito e se lo ritrovò esattamente alle spalle. Era d'altronde strano anche che gli avesse rivolto la parola, agli occhi di un estraneo lui era un semplice rapace planato sul villaggio attirato magari dall'odore di prede, pesce o chissà che altro, e invece no, quell'individuo si era rivolto proprio a lui.

??? - Bel piumaggio amico, penso ti farò arrosto.

Fu un attimo ma l'aquila lo vide trascorrere in tutta la sua interezza come una maledizione. Non riuscì a muoversi di un solo centimetro, si sentì bloccata, come se una forza impressionante la stesse tenendo ferma nel punto esatto in cui era atterrata e allora non poté che osservare inerme la lama di un uomo dai fitti capelli argentati e gli occhi color ghiaccio venire verso di sé per poi sentire il dolore più grave che avesse mai sopportato dalla breve ma interminabile durata di un battito di ciglia, prima di venere il proprio piumaggio aprirsi per lasciare spazio al proprio copioso sangue scuro. Esplose in una nuvola di fumo a quel punto, tornando all'eremo dopo aver vissuto probabilmente il peggiore secondo di un'intera esistenza.

??? - Ops...

Nel frattempo nella taverna Chiaroscuro, Eiji si era introdotto in compagnia delle sue tre falci per cercare di entrare in contatto con la debole energia percepita precedentemente. L'interno del locale era quanto di più classico si potesse aspettare per un luogo del genere: boccali della peggior birra semi vuoti su alcuni tavoli, liquori rovesciati e il puzzo nauseabondo di vomito. Certo, in circostanze diverse doveva quantomeno essere più pulito, ma anche affollato e con lo staff funzionale la situazione non doveva essere più di tanto migliore. Il giovane si avvicinò dunque a passi lenti nella piccola camera oltre il bancone dell'oste e saltando l'ostacolo si accorse di alcune gambe fuoriuscire dalla destra di un tavolo rovesciato. Sentiva un respiro affannato, esausto e scorgendo il capo vide un anziano signore calvo e dalla carnagione pallida come quella di un cadavere, completamente terrorizzato e in preda a tremori incontrollati. Inizialmente non si era accorto della presenza del ninja ma quando alzò lo sguardo sussultò in maniera così lampante che solo per un soffio non batté la testa nel piede del tavolo, e sarebbe stato un colpo così forte che lo avrebbe probabilmente steso.

Vecchio - O mio dio no no, no! Ti prego ti prego ti prego, non ho fatto niente, andrò via, prendi tutto quello che ho, prendi tutto, tutto, ti prego...

Si aggrappò ai piedi di Eiji in preda al panico, piangendo e per un po' non riuscì a dire altro che quello.

Vecchio - Non mangiarmi, ti prego... ti prego farò tutto quello che vuoi... tutto...

C'era anche puzza di feci in quella piccola stanza. Quell'uomo si era probabilmente rintanato lì senza più uscire per chissà quanto tempo. Era sconvolto, non avrebbe parlato facilmente o forse non sarebbe mai più riuscito a farlo lucidamente.

Vecchio - Perché a noi...? Abbi pietà...
 
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Washi


<div align="center"><div style="background-color: #ffffff; border: 10px solid #ffffff; width: 553px"><div align="center"><div style="font-family: segoe ui; font-size: 11px; line-height: 110%; text-align: justify; text-transform: normal;color:black">
Questo posto ha un odore veramente merdoso. - E pensa che lo senti attraverso il mio naso, neanche ne avessi uno tuo... - Bisbigliavano fra loro mentre il ragazzo avanzava con fare attento e guardingo. Il pericolo poteva nascondersi dietro ad ogni angolo. Anche se il suo sensitivo era attivo non sapeva con chi aveva a che fare. Se ci fossero stati più bersagli capaci, magari, di nascondere il proprio chakra, si sarebbe trovato presto nei guai. Fortuna voleva che portasse con se qualcosa che in molti non possedevano. Una strana cosa che comunemente viene chiamata immortalità, ma che comunque aveva imparato a non sopravvalutare. Un colpo al collo e puff, anche lui sarebbe stato completamente inutilizzabile, almeno fino a quando non gli avessero ricucito la testa. Era chiaro che quel posto era stato travolto da qualcosa o da qualcuno. Non avevano nemmeno avuto tempo di risistemare. Il puzzo di vomito e alcool riempivano la stanza. Se non fosse stato abituato a peggio probabilmente il ragazzo ne avrebbe risentito. Non era solito dare alle sue vittime una fine non proprio tranquilla, le budella erano all'ordine del giorno per il nostro adepto di Jashin. Procedeva verso quella strana e debole fonte di energia, per raggiungerla dovette oltrepassare il bancone, ma non fu molto complicato. Nel farlo, comunque, cercò di mantenere un religioso silenzio, evitando di urtare qualsiasi cosa potesse fare anche solo il minimo rumore. Utile? Neanche troppo visto che si era già annunciato al suo ingresso in taverna, ma amen, lasciamolo giocare al ninja silente.

Poi ecco qualcosa di insolito, si fa per dire. Fattezze di un corpo umano comparvero all'orizzonte, accompagnate da un respiro molto debole e alquanto affannato. Aveva trovato la fonte di energia che si celava dentro quella strana locanda apparentemente abbandonata. Non si scompose, continuando ad avvicinarsi con fare sempre più guardingo. Solo quando si fece abbastanza vicino riuscì, finalmente, a scorgere la sagoma del vecchio nella sua interezza. Pelato, pallido e apparentemente terrorizzato. Sembrava quasi che si stesse nascondendo da qualcosa o da qualcuno. Il sussulto del vecchio non lo sorprese, anche se non capiva bene le motivazioni dello stesso. Non disse una parola continuando ad osservalo con quei suoi smeraldi. Era una minaccia? Avrebbe scommesso di no, ma decise comunque di mantenere una certa distanza di sicurezza. Con uno scatto l'uomo si aggrappò ai suoi piedi in preda al panico. Lo pregava di risparmiarlo. Pian piano iniziava a comprendere che, forse, qualcuno era davvero passato per quel villaggio e si era portato via tutti in qualche modo. Non mangiarmi? Inarcò il sopracciglio destro sorpreso da questa affermazione, alla quale però rispose senza pensare.
- Mangiarti? Hell no bro, non mangio mica il primo che passa... - Non ci volle nemmeno una frazione di secondo per rendersi conto che quello che aveva detto poteva suonare strano, quindi ritrattò. - I mean... Non mangio proprio nessuno io, sono un bravo ragazzo, che ti credi?! - Effettivamente quello che gli serviva era solo il sangue, mica si metteva a mangiare le sue vittime. Schifo. Diciamo che le assaporava, già meglio. - I donnow man... Non so neanche cosa sia successo, come faccio a sapere perché è successo a voi! - Aveva realizzato sin da subito che il poveretto era in stato di shock, sfortunatamente non aveva la benché minima idea di cosa fare in uan situazione del genere. Non era mai entrato in contatto con una persona in quelle condizioni, non che ricordasse almeno. Solitamente erano le sue vittime quelle che lo pregavano per essere risparmiate, ma in quel caso non doveva certo sbattersi per cercare di calmarle. Un colpo e via, tolto il dente tolto il dolore.<b> - Anyways bro... Caaaaaalm doooown... Lo vedi questo? - <b>Disse spostando in avanti il braccio destro e battendo con l'indice della mano sinistra sulla piastra incisa con il simbolo della Nuvola. - Sono un ninja di Kumo, mi hanno mandato per darvi una mano ed indagare su quello che sta succedendo in questo posto... C'mon bro! Tranquillizzati e raccontami tutto. -

Nonostante stesse parlando con il vecchietto, il suo sensitivo era ancora bello che attivo. Non voleva certo farsi prendere alle spalle come un babbeo qualsiasi. Nel suo continuare a monitorare la situazione, percepiva anche la presenza della sua evocazione lanciatasi all'inseguimento dell'altra forza vitale. Sembrava che si fosse fatta fin troppo vicino alla stessa, non conosceva ancora bene quel compagno e quindi non sapeva come fosse solito agire. In ogni caso non era particolarmente preoccupato. Sembrava parecchio più preparato di Washi e, oltretutto, le sue dimensioni trasudavano una forza non indifferente. Poi accadde. Il suo compagno venne avvicinato dal bersaglio senza fare nulla. Era come immobile mentre la controparte lo ghermiva. Non capiva. Non si spiegava il motivo per cui il rapace stesse fermo nello stesso luogo. Puff. Scomparve nel nulla. Come si era manifestato in precedenza, adesso la sua forza vitale era sparita. No, non era morto, se così fosse stato l'avrebbe visto spegnersi nel nulla. Era scomparso come se fosse stato richiamato a casa. - Qualcosa non va... - I know... - Bisbigliò a denti stretti. - The fuck?! Che fine ha fatto l'amico pennuto?! - Ma Eiji non rispose. Non lo sapeva, poteva solo presumere. Prese quindi un po' più di distanza dal vecchio e provò a comporre i sigilli fatti in precedenza. Nulla da fare, Higyō non rispose più al suo appello, ne la prima, ne la seconda volta. Non ci provò nemmeno una terza volta, ma cambiò strategia. I sigilli erano i medesimi, ma l'obiettivo della sua chiamata era differente. Una nuvola di fumo si manifestò e con essa apparve Washi. - Che cazzo è successo?! - Esordì il nibbio non appena il fumo venne diradato da un battito delle sue ali. - What?! Cosa dovrebbe essere successo, al massimo lo chiedo io a te! - Con lui Eiji aveva più confidenza. Avevano collaborato parecchie volte, lo aveva persino visto sacrificare anime a Jashin. - Higyō è tornato all'eremo gravemente ferito, pensavo fosse con te! - Ferito?! Are U kidding me?! Lo avevo mandato a seguire una pista, non pensavo fosse stato colpito... Come sta?! - Non bene, ma per fortuna all'eremo abbiamo chi si occuperà di lui. Allora, cosa succede?! - I donnow man. Mi hanno mandato in questo villaggio che pareva essere abbandonato se non per due forze vitali. Una è questo nonnetto terrorizzato, l'altra avrebbe dovuto tenerla d'occhio Higyō... - Non ha detto molto prima di svenire... Ha parlato di un uomo dai capelli e dagli occhi argentati... Portava con sé uno spadone e apparentemente fischiettava... - Fischiettava!? - Sì, così ha detto... Inoltre ha anche raccontato di come si fosse sentito inerme davanti a lui, immobilizzato. Mi ha detto di dirti di fare molta attenzione. - ... - Non sapeva bene a cosa pensare. Eppure degli animali ninja addestrati come loro non sarebbero dovuti essere bersagli facili. - Io non capisco come sia possibile... Higyō poi... uno dei guerrieri più forti e rispettati dell'eremo che dice cose del genere... Non posso credere che uno come lui sia a rischio di vita... - In un fremito di rabbia Eiji sbatté il pugno chiuso contro il primo muro disponibile, crepando visibilmente le pareti in legno. Nei suoi occhi si era acceso lo stesso fuoco che li animava durante i combattimenti più sentiti, solo che questa volta non era soddisfazione, ma di rabbia. Il volto distorto in un ringhio pensando a colui che aveva osato colpire uno dei suoi fratelli. Rimase immobile per qualche secondo, inspirando ed espirando in modo costante e vistoso per poi tornare normale, almeno esteriormente. Si fece nuovamente vicino al vecchio. - Se hai qualcos'altro da dire fallo ora. I'll be back I promise... Se non dovessi tornare corri più velocemente che puoi verso Kumo, troverai sicuramente riparo. - Avrebbe atteso che il vecchio parlasse per poi levarsi ed uscire dalla locanda seguito dalle falci e dal rapace. - Washi, listen to me. Capisco che tu voglia vendicare il tuo compagno ma il nostro avversario potrebbe essere troppo pericoloso. Ti chiedo questo. Resta nel cielo dove sei al sicuro e controlla la situazione. Se le cose dovessero mettersi male per me allora vola a Kumo e chiedi rinforzi. Io mi occuperò del bastardo che ha ferito il nostro fratello. - Io sono un guerriero, come puoi chiedermi questo?! - I know bro! Abbiamo combattuto assieme contro vari nemici, ma questa volta è differente. Higyō è in quelle condizioni anche per colpa mia, non voglio che la cosa si ripeta! - ...Vedremo... Per adesso posso dirti che va bene... Accetto... - E si librò in volo. Quindi Eiji avrebbe iniziato il suo inseguimento alla volta della forza vitale più forte, ma come si sarebbe preparato alla stessa lo scoprirete nel prossimo post, tutto quello che posso dire è che nel farsi più vicino si sarebbe fatto sempre più attento. Il suo intento iniziale sarebbe stato quello di studiare la preda, cercando alcuni ripari utili per utilizzare le sue abilità nel nascondersi combinate con alcune tecniche base del ninjutsu.

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 1: 52/60]

<tecnica> - Tecnica del Richiamo - [Chk: dipende dall'evocazione]

<abilità/tecnica> - Nascondersi - [Stm: -5 in combattimento] [Liv 6: 0/10]

<tecnica> - Trasparenza - (Chk: 20 x turno)

Washi al momento è solo alto in cielo.

 
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view post Posted on 1/9/2018, 13:18     +1   -1
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Sembrava inutile, qualsiasi cosa dicesse Eiji, il vecchio non riusciva a calmarsi. Era ancora ai suoi piedi e se il giovane li scostava, lui ci tornava per essere sicuro che capisse quanto disperato fosse e quanto bisogno avesse della sua pietà. Continuò imperterrito a ripetere le stesse cose allo stesso modo e sembrò poter farlo per chissà quanto tempo ancora, finché il giovane Jashinista non toccò il proprio coprifronte nominando Kumo. Quella era stata la chiave di volta per azionare qualcosa nel suo cervello sotto shock: si alzò con lo sguardo terrorizzato e le mani tremanti, se possibile più di prima, e con tutta la fatica di questo mondo riuscì a riaprire bocca senza necessariamente ripetere quello che aveva già comunicato fino alla nausea.

Vecchio - No... non Kumo, non Kumo! Ti ucciderà, ci ucciderà tutti e poi ci mangerà! Vai via, vai via da questo posto!

Indietreggiando inciampò su una sedia rovesciata e da terra si spinse con le braccia e con i piedi fino a dietro ciò che rimaneva di uno scrittoio. Si rintanò lì continuando a confabulare qualcosa tra sé e sé lasciandosi di tanto in tanto scappare qualcosa su un mostro che li avrebbe mangiati tutti.

Vecchio - Non Kumo, non Kumo... ti ucciderà, e poi ucciderà me... non dire Kumo...

Non sembrava poter essere più utile di così al momento ed Eiji preferì andare ad indagare direttamente verso la potente fonte di chakra che aveva percepito già prima di entrare nella taverna. Evocando Washi venne a conoscenza del destino dell'altro rapace, di come fosse stato colpito a morte con un singolo fendente da un particolare uomo dagli occhi color ghiaccio. Era strano però, il chakra che sentiva ad Ovest era sì particolare, ma non così possente da doverne avere timore. In quella circostanza non aveva comunque importanza, era già successo troppo in quel villaggio per comprendere quanto delicata fosse la situazione. Eiji si diresse così verso la fonte dei problemi stando per attendo a non farsi scoprire: aveva usato tutte le accortezze del caso e a meno di cose strane sembrava essere ben celato.

??? - Heilà!

Una voce alle sue spalle, nonostante la trasparenza, nonostante il tentativo di nascondersi. Il Chunin non si era ancora girato ma era dietro di lui, non poteva sapere chi o quando fosse scivolato alle sue spalle, ma in pochi secondi aveva in effetti potuto constatare che l'energia percepita non era più in un punto preciso del villaggio ma ovunque nell'arco di almeno due chilometri. Non lo stava attaccando, non lo aveva colpito e non sentiva fischiettare. Poteva muoversi e poteva girarsi, ma poteva anche attaccare direttamente. Doveva innanzitutto respirare e dunque prendere una decisione.
 
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Ichigo

Niko

Sanmaru

Washi

Dialoghi pensati con relativi colori


Quel nonnetto non pareva essere di alcun aiuto. Tutto quello che usciva dalla sua bocca non era altro che un continuo lamento pieno di terrore e agonia. Impossibile per il ragazzo capire con precisione cosa lo avesse ridotto in quello stato, soprattutto guardandosi attorno e vedendo tutto così tranquillo. Se non fosse stata proprio Kumo a mandarlo in quelle terre, avrebbe pensato che gli abitanti fossero stati evacuati per la minaccia delle bestie codate. Tutto quello che rimaneva di quel luogo era lì, disteso a terra tremante ai suoi piedi. Continuava ad osservarlo cercando di comprendere al meglio le sue parole. Mangiare. Continuava a parlare di qualcuno o qualcosa che lo avrebbe ucciso e poi mangiato. Che fosse una bestia? Eppure non percepiva nessuna forza vitale oltre a quella del vecchio, del suo rapace e della presenza misteriosa non molto lontana. Oltretutto non c’era segno di attacco da parte di qualcuno di sregolato e smodato come una bestia selvaggia. Tutto sembrava essere stato ripulito, si fa per dire, dalla vita. Non restava più molto da fare. Una volta compreso che non avrebbe ottenuto nulla più di quello dal poveretto, l’unica opzione restante era prendere la sua roba e partire. Dentro di lui sentiva ancora ribollire la rabbia provocata dalla fine ingiusta e ingiustificata fatta dal suo compagno. Si sentiva responsabile, anche se indirettamente. Sangue chiama sangue. Se la scusa dell'aggressore non fosse stata più che convincente, il sangue del suo fratello sarebbe stato ripagato con gli interessi. Ci fu una cosa, però, che sembrò turbare un minimo Eiji. Quel nonnetto, nel sentire il nome di Kumo non parve rassicurato nemmeno di una virgola, anzi il terrore nel suoi occhi crebbe tanto da dargli la forza di reggersi in piedi. "Non dire Kumo." Perché? Alla fine si trattava del massimo esponente all'interno di quel paese. Nessuno all'interno del Fulmine aveva mai anche solo pensato di mettere in discussione l'autorità della Nuvola. Eppure in questa particolare situazione sembrava che proprio casa sua fosse l'obiettivo, proprio casa sua fosse la causa scatenante di quello che ancora appariva come un mistero.

Il vecchietto capitolò a terra, segnale per il ragazzo di andare. Gli diede le ultime indicazioni del caso, anche se era abbastanza certo che non fossero state recepite, e poi uscì dal "Chiaroscuro". Il rapace pareva essere d'accordo con il piano, anche se non nascondeva il suo malcontento. Al momento però ad Eiji non veniva in mente nulla di meglio. Grazie al sentitivo poteva percepire la differenza del chakra che scorreva nel corpo di Washi, rispetto a quella del corpo di suo fratello ferito a morte. C'era un grande divario fra i due. Non poteva chiedere al nibbio di mettere a rischio anche la sua vita, non consapevole del fatto che avrebbe rischiato molto di più rispetto al pennuto precedente. Di tutto quello che il vecchio gli aveva detto decise di mettere in pratica una cosa soltanto. Non poteva andarsene, ovviamente, ma poteva nascondere la sua appartenenza alla Nuvola. Lo aveva già fatto parecchie volte in passato, soprattutto quando si trovava in contatto diretto con gli altri adepti di Jashin del Santuario. Dopotutto a Kumo il Jashinismo non era legale, lui era solo l'eccezione che confermava la regola, eccezione che però doveva restare celata ai più. Quindi prese il coprifronte e lo ripose nella sua sacca ninja, le sue falci invece vennero lasciate libere. Se davvero il suo obiettivo era così pericoloso meglio evitare di riporle. Sarebbe immediatamente parso ostile? Forse, ma non era un suo problema, la fine che la sua preda avrebbe fatto era già segnata.

Mentre si avvicinava alla fonte di chakra più potente la sua mente viaggiava tra le ipotesi che potevano riempire i mille buchi che questa storia faceva da ogni parte.
- Seems like someone is doing some weird shit... Un assassino che mangia le sue vittime... Perché? E perché il vecchietto sembrava terrorizzato dal fatto che fossi di Kumo... Cioè non proprio da quello... Vabbè avete capito... - Ti rendi conto che tu bevi sangue e sacrifichi persone per essere immortale, si!? - I know bro, ma è diverso! Non uccido innocenti, altrimenti mi avrebbero già cacciato dalla Nuvola a pedate... O peggio... - E' strano comunque... Non capisco cosa potrebbe spingere una persona a compiere atti tanto orribili. Cosa ci guadagna? - Potrebbe essere un immortale anche lui. Non è poi così strano che qualche fanatico degeneri e passi dal sangue alla carne, don't yà think!? - I donnow bro... - In più sembra che Kumo non piaccia affatto alla persona che stiamo cercando. Che abbia qualche correlazione con la stessa? - Let's hope he is not Kyo Dan...Se fosse amico di Jugure potremmo avere un problema... Quel tipo era forte, molto. Potrebbe non andarmi bene come allora. - Ai tempi non ci avevi ancora risvegliato... Pigro di un minchione, avresti avuto la metà dei problemi. -

Questo piccolo dialogo mentale si concluse repentinamente. Non era più tempo di chiacchiere, ormai si erano fatti relativamente vicini, non abbastanza da essere uditi o visti, ma comunque la situazione richiedeva un certo gradi di concentrazione. Questa volta avrebbe agito di soppiatto, non voleva fare la fine del suo pennuto. Quindi iniziò ad avvicinarsi basandosi sulla posizione che il sensitivo gli faceva percepire. Continuando a muoversi tra le ombre provocate dal sole che s'infrangeva sulle strutture della zona, fino a raggiungere un buon punto. Dei barili impilati uno sull'altro. Il suo bersaglio doveva essere proprio dietro di quelli. Tutto era pronto. Washi era in cielo, lui era nascosto e a breve lui e le sue falci sarebbero diventati invisibili ad occhio umano. Scomparve grazie alla tecnica non prima di sporgersi e immobilizzarsi. Secondi, pochi secondi e avrebbe potuto osservare finalmente quello che pensava essere il carnefice.

Una voce. Le sue spalle si abbassarono leggermente affrante dal fatto che, per quanto provasse, i suoi tentativi di essere stealth fallivano sempre miseramente. La trasparenza svanì rendendo nuovamente visibili Chunin e falci attorno a lui. Mentre tutto questo succedeva, però, qualcosa cambiò nel circondario. Quell'energia che aveva seguito fino a quel momento sembrava essersi diffusa in tutta l'area. Non capiva. Era potere quello che stava percependo? Quella saturazione di energia che si allargata fino a coprire l'interezza del range del suo sensitivo? Era davvero potere o una semplice tecnica atta a confondere un potenziale bersaglio. Se era così allora voleva dire che era stato attirato in una trappola o qualcosa del genere. Eppure sentiva di potersi ancora muovere, di potersi anche lanciare in un attacco. Non era spaventato, ma piuttosto incuriosito da tutto quello. Avrebbe voluto capire e per questo mise da parte la rabbia per qualche secondo. La curiosità era sempre stata uno dei suoi capisaldi, ciò che lo muoveva, tra tante altre cose.
- Are U... - Si decise a voltarsi verso la misteriosa controparte aspettandosi di vedere qualcosa di simile a ciò che Washi gli aveva descritto. - Tutto questo... Sei tu? - Le falci sempre pronte alla difesa e alla offensiva. Sarebbe bastato un pensiero. - Who are U?... I mean... Chi sei... Cosa ci fai in questo posto desolato? - Cosa, o meglio chi avrebbero scorto i suoi smeraldi?

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view post Posted on 2/9/2018, 16:06     +1   -1
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Si girò e lo vide: era un uomo più sulla quarantina che sulla trentina, con i capelli lunghi fino alle spalle, color argento, e gli occhi di ghiaccio. Aveva un rada barba incolta dello stesso colore dei capelli e un lungo cappotto con cappuccio rosso e nero. A giudicare dal corpetto dalle stringhe in metallo e gli stivali che completavano quel particolare vestiario non doveva essere originario del continente, ma in quella frazione di secondo fu un altro il particolare che avrebbe maggiormente attirato l'attenzione, come giusto che fosse: il lungo spadone riposto nel fodero sulla schiena con sull'elsa il volto di uno spaventoso demone. Il suo viso era comunque tranquillo, sorridente ansi, e quando Eiji gli fu davanti non mutò espressione ascoltando con calma quanto avesse da dire. Alzò un braccio per sistemarsi l'arma per poi incrociarlo con l'altro e alzare un sopracciglio.

??? - Uh sei straniero! Che lingua era quella? Anch'io ho origini straniere ma vivo in questo continente da ormai chissà quanti anni, e ormai devo starci per forza, mi tocca.

Squadrò il Chunin da capo a piedi riconoscendo un equipaggiamento che straniero in effetti non era, qualcosa non quadrava ma come lui aveva vissuto per anni in quei dintorni, poteva essere capitato lo stesso all'ospite di quel villaggio desolato.

Hiro - A ogni modo, chiamami Hiro, direi che mi si addice abbastanza. Mi trovo in questo villaggio perché sto facendo il giro del Paese del Fulmine questa settimana, sto salvando questo lato di mondo. Tu piuttosto, che ci fai qui, da dove vieni?

Era realmente curioso, con un tono tanto sincero e apparentemente positivo che sembrava impossibile attribuire a lui la colpa delle dicerie che si sentivano in giro, come ad esempio le follie raccontante dal vecchio alla taverna durante il suo delirio. A ogni modo, lo Jashinista doveva fare attenzione, chiunque fosse stato a mettere fuori gioco il suo confratello rapace lo aveva fatto con un solo colpo e in mezzo secondo, e allo stesso modo poteva finire lui senza l'accortezza di usare il cervello per ogni parola proferita davanti a estranei. Che fosse lui o meno il motivo di quella desolazione al villaggio, o che ne avesse a che fare, non lo aveva attaccato per prima per qualche ragione e questo era un dato da non sottovalutare. Washi continuava intanto a volare al nel cielo, da lassù non aveva visto nessun altro salvo il suo evocatore e quello strano spadaccino, evidentemente per chilometri e chilometri in quei territori non vi era davvero altra anima viva.
 
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Sanmaru

Washi


Quando finalmente si voltò riuscì a scorgere una figura che, nel bene o nel male, poteva tranquillamente essere ricondotta a quella che Washi aveva descritto. Che fosse lui l'aggressore del suo fratello rapace? Possibile, anzi direi quasi certo, ma il tutto lasciava ancora interdetto il giovane. Non era stato attaccato dal suo interlocutore, anzi. Non si spiegava come avesse fatto a percepirlo così in fretta, anche se immaginava che se davvero aveva steso un rapace come Higyō in un solo colpo, magari avrebbe potuto possedere qualche capacità sensitiva. Non era molto bravo a nascondere le sue tracce, Eiji lo sapeva bene questo. Il vero mistero rimaneva il come avesse fatto a scivolare alle sue spalle eludendo le sue ben allenate capacità sensitive. In ogni caso, anche se la controparte non sembrava ostile al momento, il ragazzo non aveva ancora intenzione di abbassare la guardia. Assieme a lui erano tornate visibili anche le falci che continuavano ad fluttuare li attorno. Nessun movimento brusco, nessuna intenzione di colpire, almeno non al momento. In ogni caso, per quanto fosse ormai certo che quell'uomo fosse l'aggressore del rapace, non poteva ancora sapere se la desolazione del villaggio fosse causa sua. Il vecchio non era stato in grado di dargli alcuna informazione utile se non quella di nascondere la sua appartenenza alla Nuvola. Per il momento, quindi, avrebbe rispettato quell'indicazione vedendo dove questo l'avrebbe portato. -

Not really Bro... - Fece una piccola pausa. Per quanto non fosse sicuro di quali fossero i suoi sentimenti e le sue intenzioni verso quel vecchio, cercava comunque di mantenersi cordiale. Che il tutto fosse nato da una svista? Che avesse preso il rapace per un pollo qualsiasi e l'avesse attaccato per cibarsene. In tal caso avrebbe anche potuto sorvolare sull'accaduto. Tutti sbagliano nella vita. - Si chiama inglese! L'ho imparato perché con la mia famiglia abbiamo viaggiato molto all'esterno del mondo ninja. Tu dove sei nato? Magari sono stato nella tua terra natale! - Non che la cosa gli interessasse davvero. Continuava ad essere più incuriosito da quella enorme quantità di energia che quel vecchio pareva emanare. Per soddisfare le sue curiosità, però, sarebbe stato disposto anche a perdersi in chiacchiere. - Actually sono nato nel Paese dell'Acqua, in un Santuario che non ha nulla a che vedere con Kiri in generale. - Il bello era che non gli stava nemmeno mentendo, non propriamente. Seguendo un vecchio ragionamento di Shintou, le persone rinascevano una volta scelte da Jashin e il Santuario diveniva la loro nuova casa. Ovviamente Eiji non si era dimostrato d'accordo ai tempi, essendo rimasto sempre se stesso sentiva ancora forte la sua appartenenza a Kumo. Bisognava dire che, comunque, il Santuario era per lui un porto sicuro, un posto dove avrebbe sempre trovato riparo e accoglienza. Una casa. Un po' come anche il monte sacro dei rapaci. Per questo decise di dire una mezza verità al suo interlocutore, così da avere un background effettivamente rintracciabile, per quanto il Santuario fosse un posto segreto, senza fare riferimento alcuno a Kumo. Mezze verità, giochi di ombre e luci. Insomma, anche Eiji alle volte era in grado di far fruttare l'esperienza utilizzando la sua materia grigia. Ichigo era molto fiero di lui, anche se lo avrebbe preso a nomi comunque. Sfortunatamente non erano soli e le falci non si erano mai dimostrate molto propense a parlare con estranei, almeno non direttamente.

Senza rendersene nemmeno conto, la sua bocca larga aveva praticamente già risposto a tutte le domande che la controparte gli aveva posto tranne quella inerente il nome.
- By the way my name is Eiji! - Quindi sorrise, ma questa volta si guardò bene dal tendere il pugno verso la controparte. Doveva ancora fargli una domanda fondamentale, ma non ci avrebbe messo molto prima di farlo, giusto il tempo di fare ancora due chiacchiere. - Passavo da queste parti, non mi aspettavo di non trovare anima viva in posto così ad essere sincero. Per caso sai cosa possa essere successo agli abitanti? Vengo dal famoso Santuario di cui ti ho parlato. I miei genitori mi hanno trasmesso la passione per i viaggi, così quando ho tempo libero girovago per il continente in cerca di cose interessanti. - Quindi allargò le braccia facendo spallucce. In ogni caso non era stato disattento, aveva colto le parole di Hiro. Salvare quella parte di mondo? Cosa intendeva? Ma tranquilli, non si sarebbe tenuto il dubbio per molto. - Hey bro... Avrei due domande, la prima è semplice curiosità... Cosa intendi per "sto salvando questo lato di mondo?" - Mimando le virgolette con le dita. Avrebbe atteso la risposta alla prima domanda per porgergli la seconda. - La seconda è un po' più seria... Perché hai attaccato il mio compagno? Un rapace piuttosto grande, per quanto ne so io non dovrebbe averti fatto nulla di male, ma vorrei sentire la tua versione. - Bene, era il momento della verità. Si fece relativamente più serio nel porre il quesito, anche se non minaccioso. Dalla risposta della controparte sarebbero dipese le sue reazioni. - Ma che te frega delle sue motivazioni. Staccagli la testa dal collo e andiamo, piccolo cretino. E' probabile che quel vecchio fosse terrorizzato per causa sua. Deve essere la nostra preda. - Yeah bro! Dai che almeno ci andiamo a mangiare qualcosa, ho un certo vuoto nella catena. Eheh... - Ragazzi calmi. Eiji non sta agendo male. Un passo alla volta, anche io penso che sia lui la nostra preda, ma non possiamo rischiare di sbagliare bersaglio. Inoltre sembra fortissimo... - Eiji non rispose agli interventi silenti che le catene fecero durante l'attesa. Sapeva che avevano ragione, o almeno lo presumeva. Una domanda che, però, gli frullava nella testa era questa: sarebbe davvero riuscito a sconfiggere quell'avversario? Lui era sempre e comunque fiducioso nelle sue possibilità e capacità, eppure prima di saltargli alla gola aveva bisogno di conferme, conferme che dovevano ancora arrivare.

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 1: 52/60]

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view post Posted on 2/9/2018, 18:48     +1   -1
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Un viaggiatore proveniente dal Paese dell'Acqua, Hiro ci pensò un paio di secondi e annuì soddisfatto. Sembrò anche piuttosto interessato alla lingua parlata da quel bizzarro ragazzo armato di falci. Non era nulla che avesse mai sentito, di sicuro nulla a che vedere con la sua terra natia ma non per questo meno degna di attenzione. A giudicare dal suo racconto, si trovava a Natami per puro caso, semplice meta di passaggio di un pellegrinare senza meta precisa attraverso tutto il continente, nulla di più pericoloso in anni come quelli, in cui mese dopo mese nascevano mostri e demoni di ogni sorta. Su quell'ultimo punto l'uomo volle ribattere, provando ad avvertire chi in teoria non aveva nulla a che fare con quelle specifiche terre di stare lontano il più possibile. Quello che disse rispose anche a una delle domande di Eiji:

Hiro - Non è un buon periodo per stare in queste terre. Vedi, sto facendo un giro completo del continente per epurare tutto ciò che è entrato in contatto direttamente o secondariamente con certi demoni codati, non so se ne hai sentito parlare. Questa è la settimana del Fulmine, e sono ancora piuttosto indietro. Qui non c'è nessuno perché ho già purificato l'area, dovresti aver visto delle croci rosse nelle case ripulite. Niente più demoni, niente più gente corrotta.

Fede pollice in su sorridendo e battendosi contemporaneamente con un pugno il petto, come se fosse l'unica persona da ringraziare per quello che stesse facendo. Sembrava quasi in attesa di sentire ringraziamenti da parte del giovane Jashinista, ma in realtà non gliene fregava nulla, gli bastava la considerazione di se stesso e il benestare di tutte le persone che aveva "epurato".

Hiro - Sono un vero eroe insomma, avvicino chi è stato corrotto, la spada lo purifica e io ne assorbo il male. E' una vera sfortuna che tu non sia di questo paese, avrei potuto purificarti subito, mentre l'Acqua non so in che settimana avevo deciso di farla... e capisci bene che fare eccezioni solo per brava gente non ha senso, qui meritavano tutti di essere epurati ben prima di questi giorni.

Era il salvatore di tutti, una sorta di messia disceso nel continente degli shinobi a salvare le anime dei peccatori corrotti, segnati dai Bijuu. La sua epurazione era però qualcosa di scabroso, stando a quello che diceva il vecchio alla taverna, se davvero di lui parlava, lo spadaccino... se li mangiava? A ogni modo, rispondendo alla seconda domanda, Hiro fece spallucce come se non potesse fare altrimenti, e il suo interlocutore doveva capirlo.

Hiro - Avevo fame, ma hai visto quanta carne aveva quel pennuto? Mi dispiace ma non sapevo fosse di qualcuno. Anche quello lì sopra che ci guarda è tuo?

Indicò nel cielo Washi, tra tutti i volatili che solcavano i venti di quel villaggio, era proprio del rapace di Eiji che parlava. Forse era una sorta di abilità sensitiva molto potente, o magari chissà che altro da qualcuno che non era nemmeno di quei confini. Risposto ai quesiti del giovane, toccò a Hiro porre una domanda dunque e fu stavolta qualcosa di inaspettato anche per lo Jashinista, qualcosa che indusse l'uomo a sfilare la lama del suo spadone dal fodero per infilzarla al suolo pronto a utilizzarla. Il Chunin lo vide cambiare espressione, mutare in un sorriso inquietante e terrificante allo stesso tempo mentre ruotava lo sguardo verso Sud in lontananza, oltre il range dell'abilità sensitiva di Eiji.

Hiro - Invece volevo chiederti, sono amici tuoi quei tre ANBU di Kumo che ti stanno seguendo fin da quando hai messo piede in questo villaggio?
 
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view post Posted on 2/9/2018, 20:29     +1   -1
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Washi


Sembrava che la storiella che aveva imbastito sul momento alla bene e meglio avesse auto gli effetti sperati. La controparte non ebbe nulla da obiettare riguardo la provenienza del giovane, tanto meno riguardo al fatto che fosse un viaggiatore in transito per quelle zone casualmente. Il tutto lasciò abbastanza contento il nostro ninja che, per una volta, poteva effettivamente vantasi di aver utilizzato l'astuzia piuttosto che i muscoli. Ottimo Eiji, siamo già Chunin e abbiamo scoperto anche che l'astuzia è un'arma molto potente. Facciamo passi da gigante. La controparte non si mostrò minimamente infastidita da quelle domande, anzi, rispose immediatamente e anche in modo piuttosto esaustivo. Durante la prima parte del suo discorso Eiji iniziò a comprendere che in tutto quello c'era qualcosa di estremamente sbagliato. Il fatto che Hiro ne parlasse in modo così tranquillo, però, spingeva il ragazzo a volerne sapere di più. Il suo cervello era già arrivato alla soluzione più logica. Lui era la sua preda, lui era quello che avrebbe dovuto fermare al fine di portare a compimento la sua missione. Però non gli bastava saperlo. Era incuriosito da quell'essere dalle fattezze umane ma dal cervello chiaramente demoniaco. Aveva già purificato l'area. Case ripulite. Croci rosse sulle porte. Stava davvero andando di villaggio in villaggio a mietere vittime innocenti perché presupponeva che fossero entrate in contatto con il Bijuu? Adesso comprese quelle che erano le indicazioni del vecchio. Era la settimana del Fulmine e Kumo ne faceva parte, se avesse scoperto la sua provenienza da cacciatore Eiji sarebbe diventato preda. Ringraziò mentalmente quel poveretto nella locanda, iniziando a chiedersi cosa avrebbe potuto fare Hiro se avesse scoperto chi aveva davanti. Un ragazzo come tanti all'apparenza, che in realtà nascondeva al suo interno lo spirito di una di quelle bestie.

Accennò un mezzo sorriso in risposta alle movenze della controparte.
- I see... - Non sapeva bene cosa fare e come agire, per questo cercava di prendere tempo analizzando la situazione. Fortunatamente la spiegazione del vecchio non era ancora finita, garantendogli minuti preziosi. "Ne assorbo il male". Il tutto gli fu chiaro in quel momento. Mangiare. Ecco cosa intendeva quel vecchio. Ecco perché non c'erano corpi in giro e nemmeno puzzo di putrefazione. Erano tutti scomparsi perché uccisi e mangiati da questo mostro che aveva davanti agli occhi. Cercò di mantenere un contegno. Non era tanto l'azione del mangiare altre persone ad infastidirlo, quanto il fatto che lo facesse in modo indiscriminato. Oltretutto non stava colpendo bersagli specifici, ma interi villaggi con famiglie e bambini innocenti. Imperdonabile. A Jashin magari sarebbe piaciuto un uomo del genere, ma Jashin non era li e Eiji non seguiva sempre alla lettera il suo volere. Lo minacciò di morte con una tranquillità allarmante. Se lo aveva percepito aveva anche una vaga idea della sua forza. Se davvero era convinto di poterlo abbattere come se nulla fosse, forse era davvero più forte del giovane. Fortunatamente Eiji avrebbe avuto qualche asso nella manica da giocare, anche se restava da capire se sarebbe stato vincente o meno. - Well... Seems like U have some kind of plan... But hey... In questo paese non si nasconde anche il famoso villaggio della Nuvola? Cosa pensi di fare una volta arrivato in quel luogo? Ho sentito dire che ci sono parecchi ninja di talento tra quelle mura, pensi di poterli sconfiggere tutti? - Ovviamente lo stava prendendo in giro ma in modo velato. Non una mezza risata. Non un movimento fuori posto. All'apparenza stava semplicemente conversando con un malato di mente a cui, prima o poi, avrebbe strappato il cuore. - Anyways... Capisco cosa stai facendo... Però vorrei sapere cosa ti spinge a farlo? Nel senso, ti ha mandato qualcuno oppure è una cosa che hai scelto di tua spontanea volontà? - Perché indagare più affondo? Ovvio, no? Se qualcuno lo aveva mandato, questo significava che le sue falci avrebbero avuto più vittime. Avrebbe epurato chiunque si nascondesse dietro questo cacciatore di demoni o, più semplicemente, povero stolto malato di mente. - Lo sapevo, lo sapevo. Cosa aspettiamo allora, facciamogli capire che non può fare il cazzo che vuole quando ci siamo noi in giro. - Certo che oggi sei proprio irrequieto! - Voglio solo divertirmi un po’! - Me too! Me too! E' da un sacco che non affettiamo qualcuno effettivamente. Questo tipo sembra abbastanza succoso! - Stare zitte per loro era un optional. Fortuna che la controparte non poteva leggere nel pensiero del Chunin.

La sua risposta al quesito inerente il pennuto si dimostrò soddisfacente. Era stata una svista, ma questo non avrebbe comunque frenato la mano del ragazzo. Ormai era chiaro che quella bestia era la sua bestia, quindi il macello l'avrebbe attesa comunque. - Allora dire che non ci sono problemi, una svista può sempre capitare! Eheh... - Poi alzò la sguardo andando a cercare il nibbio che volteggiava sopra di loro in attesa di qualcosa, tipo un segnale. Come aveva fatto a percepirlo? Era del tutto incredibile. Davvero possedeva una capacità sensitiva così sviluppata? Un'ipotesi si fece largo nella sua mente. Che quel grande campo di energia che si estendeva ben oltre la sua abilità, fosse in realtà una specie di velo? Un volta entrati dentro lo stesso, questo Hiro era in grado di percepire la presenza di chiunque. Ovviamente erano supposizioni e probabilmente sarebbero rimaste tali, a meno che l'uomo non gli avesse fatto un assist importante. - Yeah man. E' stato lui a dirmi che l'altro nostro compagno era ferito e che eri stato tu a colpirlo. Sta tenendo d'occhio la situazione. Quando sono entrato in questo villaggio e non ho visto nessuno mi sono preoccupato. - Quindi fece spallucce per poi tornare a prestare attenzione alla controparte.

Fu proprio allora che lo vide muoversi come non si era mai mosso prima di allora. Portò la mano all'elsa e impugnò la sua arma piantandola nel terreno. Qualcosa lo stava turbando. Che fossero le parole del giovane? Eppure avrebbe giurato di essere stato abbastanza attento con le stesse. Fortunatamente non era così, anche se la notizia che gli diede lo lasciò abbastanza esterrefatto. Lo stupore era visibile sul suo volto. Per quanto fosse abbastanza sicuro di essere seguito all'interno di Kumo, non pensava che avrebbero esteso il tutto anche a fuori le mura. Non era solo alla fine dei conti, non del tutto almeno.
- What the fuck?! - Sfruttando il genuino stupore, continuò a recitare la parte di colui che non c'entrava nulla con la Nuvola. Il suo interlocutore intanto sembrava essersi trasformato in un vero demonio. Tutto in lui era mutato, a partire dalla sua espressione. Pareva minaccioso e pronto al massacro, animato da un sorrisetto che Eiji conosceva bene. Era lo stesso che compariva sul suo volto nei combattimenti all'ultimo sangue. Dove la preda dava il tutto per tutto solo per venire abbattuta sul finale. - No man. Non sapevo di essere seguito e, se devo essere sincero io non sento nessuna presenza. Come fai a percepirli? - Ricordate quando parlavo di assist importante? Glielo aveva appena fornito, toh che culo.

In ogni caso, quello che passò per la mente del ragazzo non era così difficile da intuire. Quegli Anbu erano li per lui, non per Hiro sicuramente. Il fatto che non fosse loro compito risolvere i problemi di quel villaggio, però, non impediva ad Eiii di usarli a suo vantaggio. Il vecchio pareva aver tutta l'intenzione di attaccarli. Lui l'avrebbe seguito e, una volta giunti faccia a faccia, avrebbe colpito la sua preda sfruttando l'effetto sorpresa. Un piano semplice e piuttosto infame, ma avrebbe garantito la fine della missione in pochi istanti. Se davvero questo Hiro era forte come si prospettava, la battaglia sarebbe stata avvincente, ma comunque più semplice se al suo fianco ci fossero stati altri ninja di Kumo. 200 IQ btw.


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view post Posted on 4/9/2018, 23:32     +1   -1
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Eiji era furbo, aveva ben celato le sue origini e stava provando a giostrare quella situazione a suo vantaggio. Se davvero c'erano degli ANBU che lo tallonavano da quando aveva lasciato Kumo, non poteva esserci squadra migliore per fermare la follia del cacciatore. Affermò di non avere idea riguardo quella sorta di "scorta" e l'uomo sembrò crederci senza stare troppo a pensarci, fece spallucce e afferrando saldamente l'elsa della sua fidata arma la trascinò verso la loro direzione.

Hiro - Beh è lavoro per me, vengono da Kumo dunque tocca liberarli dal male. Beati loro, fortuna ha voluto che mi abbiano incontrato proprio nella settimana del Fulmine. Vieni con me? Non mi dispiace la compagnia.

Eiji non se lo fece ripetere due volte, era nei suoi piani sfruttare la situazione per braccare l'obiettivo e in quattro contro uno era sicuro che in un modo o nell'altro sarebbero riusciti a fermarlo o quantomeno danneggiarlo. Camminarono verso Sud e nel tragitto, lo spadaccino si preoccupò di rispondere ai dubbi del gradito ospite in quella circostanza.

Hiro - Ah riguardo a prima... "sconfiggerli tutti"? Io non sconfiggo nessuno, io libero, purifico. Mi saranno grate le anime cristalline che voleranno tra quelle terre quando avrò finito. I demoni e le loro tracce devono essere disintegrati tutti.

Cominciò a roteare la spada con una facilità pazzesca, facendosi beffe dell'aria, lacerando il vento che soffiava nel villaggio e l'importanza che stava assumendo la situazione, con ben tre ANBU che stava per affrontare a viso aperto. Dunque rispose all'altro dubbio, riguardo la sua abilità di percezione fuori dal comune.

Hiro - Un eroe deve essere preparato, metti che ti venga a bussare un demone o qualcuno che ne contiene uno... devo essere sempre pronto a ogni evenienza, riconoscendo immediatamente chi va aiutato in tal senso, non credi?

Il suo modo di parlare era quieto, possedeva calma, fuori contesto se vogliamo, e quello che stava facendo in quei giorni, i massacri e le violenze sui cittadini dei villaggi che aveva visitato, li vedeva evidentemente davvero come una sorta di malato sacrificio eroico. A ogni modo, dopo una decina di minuti lungo la strada verso Sud, si fermò rinfoderando la spada e facendo cenno a Eiji di fermarsi.

Hiro - Sta a vedere eh.

Sorrise, poi tornò a fischiettare quella canzone, sempre la stessa e sempre lo stesso ritornello. Ne era ossessionato o magari, come a volte capita, si era semplicemente svegliato quella mattina con il motivetto in testa e non era più riuscito a scrollarselo di dosso. Fatto sta che cominciò a guardarsi intorno, come se riuscisse a scrutare oltre la pareti delle abitazioni o a distanze impensabili, come se potesse vedere oltre gli arbusti in fondo o oltre i confini del villaggio. Eiji di suo non riusciva a captare ne vedere nulla di strano, la sua abilità sensoriale era debilitata dallo stesso problema avuto quando aveva incontrato Hiro, sentiva la sua energia ovunque ed era ingombrante, tanto da mischiarsi con qualsiasi altra fonte di vita presente. Poi riprese a camminare invitando il compagno improvvisato a fare lo stesso, e cinque minuti dopo balzarono insieme sopra il tetto di un'abitazione e la videro lì: una figura mascherata, di spalle, che non si era minimamente accorta della loro presenza, impensabile per un ANBU. Smise di fischiettare solo a quel punto e quando fece altri due passi, lo shinobi di Kumo si voltò sorpreso mostrando la sua maschera di gatto e con un balzo all'indietro si allontanò di almeno una decina di metri dal cacciatore.

ANBU gatto - Ma che diamine? Com'è possibile?

Hiro gettò un'occhiata A Eiji facendo spallucce, poi estrasse la spada e la puntò contro il suo avversario. Il suo viso era sorridente in una maniera inquietante, simile a quando aveva nominato per la prima volta quei tre "stranieri" da purificare.

Hiro - Guarda, ti farò vedere quanto grande può essere la mia carità.
 
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view post Posted on 5/9/2018, 14:26     +1   -1
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Eiji era furbo. Minchia, parole che mai mi sarei aspettato di leggere in qualsivoglia post. Eppure bisognava dare a Cersare quel che era di Cesare. Il chunin stava cercando di lavorare anche con la materia grigia e fino a quel momento ci stava riuscendo. Effettivamente definirlo uno stupido sarebbe stato poco corretto, semplicemente usava prende sempre sotto gamba le situazioni. Fortunatamente la difficoltà delle missioni che aveva svolto era aumentata, facendogli capire che il suo modus operandi non poteva funzionare ancora per molto. Stava crescendo senza nemmeno rendersene conto. Stava migliorando non solo come ninja, come soldato, ma anche come persona in generale. Aveva iniziato a capire che anche da un fallimento ci possono essere riscontri positivi. Inutile dire che ancora odiava non portare a termine i suoi compiti, piuttosto che trovarsi in una qualsiasi situazione di svantaggio. Eppure ogni volta che succedeva rischiava il tutto per tutto pur di uscirne con la testa sulle spalle. Avrebbe fatto così anche in questo caso. Non era importante il livello di forza del nemico. Non erano importanti le sue capacità sensitive, l'avrebbe abbattuto dando il suo massimo e sorpassando quello della controparte. In ogni caso, le parole del chunin della Nuvola parevano aver sortito l'effetto desiderato. Stava prendendo in giro il suo interlocutore senza che questi riuscisse a comprenderlo. Di questo passo sarebbe veramente riuscito a coglierlo di sorpresa in qualche modo. Il momento propizio sarebbe arrivato, si sarebbe dovuto mostrare pronto a coglierlo. - Why not!? Sure bro! Here we go! - Con un falso entusiasmo che velava in realtà quello che era un odio sempre più crescente verso Hiro. Stava parlando di suoi fratelli. Per quanto fossero stati inviati per tenerlo d'occhio, erano comunque soldati della Nuvola. Non gli avrebbe permesso di torcere un capello a nessuno di loro. Non gli avrebbe perdonato le vittime del villaggio e nemmeno di quelli precedenti. Tutto sarebbe stato ripagato con gli interessi. Tutto quello che sperava era che gli Anbu gli permettessero di fare ciò che voleva di quel mostro una volta reso innocuo. Solo allora avrebbe dato sfogo a tutta la sua rabbia rivelando il suo lato sadico.

Quindi presero a camminare diretti verso una battaglia imminente seguiti da Washi ancora alto nel cielo. Eiji teneva il fianco della controparte mentre ascoltava le sue parole inerenti liberazione e salvezza. Non poteva fare a meno di sganasciarsi dalle risate, almeno mentalmente, sentendo tutte quelle idiozie una dietro l'altra. Di contro all'esterno continuava a mantenere lo stesso contegno, mostrandosi sempre cordiale come suo solito.
- I mean... Yeah but... - Cercò nella sua mente parole che non fossero insulti, minacce o simili. Era davvero interessato alla mentalità di quella persona, doveva comprendere quali processi lo avevano reso la bestia che era. Non che intendesse perdonarlo o simili. Semplice curiosità, la stessa che lo aveva cacciato in innumerevoli guai. - Le anime cristalline sicuramente saranno grate, ma prima di essere purificate non pensi opporranno resistenza? Essendo loro macchiate dal male di quei demoni, non penso si arrenderanno senza provare a difendersi...? If U know what I mean... - Continuava a parlare dell'argomento Kumo. Ovviamente era particolarmente interessato allo stesso. Era comunque consapevole che Hiro non avrebbe mai potuto portare a termine la sua missione. Perché? Beh. Prima di tutto avrebbe affrontato Eiji tra non molto, ma anche se lui fosse caduto, Kumo era piena di ninja più capaci pronti a fermarlo. Era una missione suicida in tutto e per tutto, anche se Hiro non sembrava pensarla in questo modo.

Era molto rilassato, sin troppo. Stava per affrontare tre Anbu di uno dei villaggi più famosi di tutto il continente ninja eppure non subiva alcuna pressione. Troppo sicuro di se stesso, un po' come il nostro ragazzo a dire il vero. Questo però, se da un lato lo intimoriva, dall'altro lo rassicurava. Non conosceva la sua reale forza, eppure se davvero era così tranquillo a riguardo sarebbe stato più semplice coglierlo alla provvista. Poi quella frase. Una battuta, forse. Un riferimento chiaro alla condizione in cui versava il nostro shinobi. Persone che contengono demoni. Era pur vero che in passato altri demoni si erano abbattuti sul mondo ninja, mettendolo a ferro e fuoco e possedendo innocenti. Però questi erano tempi andati, anche se non così lontani. L'era di Watashi aveva fatto il suo corso, sempre se a ciò alludeva con le sue strane parole. Nella testa del ragazzo, però, si formulò qualche dubbio riguardo la sua copertura. Era sicuro che la controparte non conoscesse la sua provenienza, ma poteva dire lo stesso per quanto riguardava Kokuoh? Che lo stesse semplicemente risparmiando perché quella era la "settimana del Fulmine"?
- Lui sa. - Possibile, ma sarebbe affrettato dire che conosce davvero la verità. - Who the fuck care bros?! La sua testa rotolerà tra poco. There's no escape from us... Eheh... - Un brivido percorse la schiena del ragazzo mentre la falci discutevano in maniere silente. Se Hiro avesse saputo, se la sua percezione fosse arrivata a tanto, questo non avrebbe fatto differenza. Non aveva intenzioni ostili verso Eiji, almeno non le stava dimostrando ora. Eppure si era palesato immediatamente disposto ad abbattere gli Anbu. Questo la diceva lunga secondo l’Imai. - Qualcuno che ne contiene uno?! The fuck bro? Hai incontrato gente del genere? Non pensavo fosse possibile! - Considerando che Eiji non aveva avuto a che fare direttamente con Watashi e la sua progenie, tutto quello su cui si basava erano storie e voci. In ogni caso continuò a fingersi innocente, magari quelle parole non si riferivano effettivamente a lui.

Quindi interruppe il suo incedere sotto indicazione della controparte. Qualcosa stava per succedere. Sfortunatamente non percepiva nulla perché il suo sensitivo era intralciato da quella strana energia. Hiro, invece, pareva aver ben chiara la posizione delle sue prede e presto le avrebbero raggiunte. Allora e solo allora il piano del ragazzo sarebbe stato realizzabile. Il suo compagno improvvisato prese a fischiettare per poi guardarsi attorno. Inizialmente Eiji seguì con lo sguardo quello di Hiro, ma accorgendosi che attorno a lui non c'era nulla di particolare, tornò ad osservare il vecchio. Qualcosa non quadrava. Era come se vedesse cose che al ragazzo erano precluse. Come se quei muri e quel legno non fossero un ostacolo. Come se fosse completamente onnisciente all'interno di chissà qualche raggio d'azione. Quindi ripresero a camminare, sempre fischiettando quel motivetto che, pian piano, stava iniziando ad entrare in testa anche al giovane. Non capiva il motivo di tanta calma. Facendo questo rumore sarebbero stati scoperti subito e gli Anbu sarebbero intervenuti, oppure sarebbero fuggiti. Dopotutto il loro compito non era quello di affrontare Hiro, o almeno così credeva Eiji. Saltarono sopra un tetto e finalmente lo videro. Era di spalle, completamente inconsapevole della loro presenza. Fu allora che il ragazzo iniziò a farsi alcune domande riguardo alle capacità di Hiro. Che il segreto fosse proprio quel suo strano fischiettare? Una Genjutsu o chissà quale strana abilità che gli permettevano di passare completamente inosservato una volta iniziato a fischiare. Seguendo lo stesso ragionamento comprese che, forse, perché il tutto avesse effetto bisognava essere almeno ad una certa distanza dal bersaglio che si voleva cogliere alla sprovvista. Forse bisognava fare in modo che l'avversario sentisse il rumore del suo fischiettio perché Hiro riuscisse a celarsi completamente ai suoi occhi e alle sue abilità. Oltretutto, cosa non poco importante, aveva iniziato a guardarsi attorno solo dopo aver iniziato a fischiare. Era sempre più convinto che quella fosse la chiave di tutto. Se davvero voleva mettere fuori gioco quel mostro, forse il primo bersaglio da colpire sarebbe stata proprio la bocca.
- Are u ready?! - Che domanda del cazzo! - Certo. - HELL YEAH! - Non ci volle molto prima che l'Anbu si accorgesse di loro, ma guarda caso fu in grado di farlo solo dopo che Hiro smise di fischiettare. Coincidenze? Io non credo. Cit. Adam Ketchupocomesischiamalui. Rispose alle spallucce del suo compagno d'armi, si fa per dire, posizionandosi leggermente più indietro rispetto allo stesso, come a volergli lasciare spazio per la sua fantomatica dimostrazione. No. Non lo stava più affiancando. Era una specie di sotterfugio? Ovviamente. Ma un mostro del genere non si meritava nemmeno di essere trattato come un guerriero. Oltretutto una cosa per Eiji era importante durante una missione. Il risultato.

Lo vide iniziare a sorridere in modo sadico e fece lo stesso. Stava per assaporare il sangue della sua preda. Lo sentiva, fremeva.
- Alla bocca e al collo first. - Le ultime indicazioni prima che il tutto avesse un inizio. Le falci erano ancora attorno a lui, sempre pronte come serpenti durante la caccia. Avrebbe quindi atteso che uno dei due facesse la prima mossa. L'anbu o Hiro. Solo allora le falci sarebbero scattate verso quel mostro. Gli attacchi erano ben tre e puntavano a punti differenti. Due falci laterali sarebbero saettate con l'intento di conficcarsi ai lati del collo, recidendolo se necessario, l'altra sarebbe piombata dall'alto, andando a conficcare la più grande delle tre lame nella bocca della bestia, lasciando le altre due ad infierire sul volto dello stesso. Nove lame per tre attacchi. Presto tutto sarebbe finito. Era pur vero che tutto questo sarebbe andato a cozzare con la sua idea iniziale di torturarlo a morte, ma se davvero la sua abilità era così pericolosa, meglio liberarsene nel il più celermente possibile. Eiji the wise confirmed.



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view post Posted on 7/9/2018, 10:46     +1   -1
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Le domande del giovane Chunin ebbero immediata risposta, Hiro continuava a essere piuttosto loquace su ciò che riguardava la sua "epurazione" proprio per il fatto che la considerava una causa assolutamente giusta e necessaria per quanto carica di responsabilità. Però nulla, quell'uomo continuava ad aggirare il vero problema posto da Eiji, o semplicemente davvero non riusciva a vederlo:

Hiro - Che tipo di resistenza? Nah, magari alcuni non capiscono subito che sono lì per aiutarli ma quando poi stupro e mangio i loro cadaveri capiscono e mi ringraziano. In genere mi lasciano sempre fare.

Era probabilmente la calma e la noncuranza a rendere quel demone di uno spadaccino davvero inquietante. Non conosceva la paura, non aveva timore di niente e pur davanti alla possibilità di affrontare tre Anbu di Kumo insieme non aveva titubato un attimo, si era lanciato alla loro "salvezza" con al seguito il fedele di Jashin pronto ad attentare alla sua vita. Alla domanda se avesse conosciuto dei tipi o comunque delle situazioni come quelle descritte però, sembrò tornare serio e pensoso e proseguendo trascinando la lama dello spadone sul terreno, si prese alcuni secondi per rispondere.

Hiro - Certo, questo mondo è in piedi anche grazie a me. Hai mai sentito nominare Watashi? Lui ha corrotto le fondamenta di questo continente... e ora le maledette bestie codate. Questo posto va salvato.

Chissà, forse era vero, forse davvero il continente degli shinobi era maledetto ma di certo non andava aiutato nella maniera in cui ci stava provando Hiro. In quella circostanza l'unico vero essere spregevole e maledetto era lui nonostante avesse a fianco un fedele di Jashin portatore del Kokuo. A ogni modo, dopo essere arrivati alle spalle dell'Anbu, dopo le congetture di Eiji e le parole di Hiro era il momento di passare ai fatti. Lo spadaccino saettò contro il suo avversario e il Chunin ne approfittò per attaccarlo, chiudendolo in una tenaglia tra sé e l'Anbu di Kumo. Hiro se ne rese conto e facendo leva sulla spada stessa conficcata sul terreno, mise un piede sull'elsa e balzò schivando i due attacchi. I compaesani finirono così per scontrarsi ma le falci di Eiji incontrarono soltanto una forza invisibile che le scaraventò a distanza permettendo all'Anbu con una capriola di allontanarsi ancora di qualche metro. Hiro era impressionato, quei due erano riusciti a non uccidersi a vicenda.

Hiro - Avete una grandissima sintonia, sicuri di non essere compaesani?

Finì la frase e corse immediatamente verso l'avversario riafferrando la spada rimasta incastrata sul terreno, dunque caricò l'uomo con la maschera di gatto schivando il primo pugno e una seconda onda d'urto invisibile che alzò la polvere alle spalle dello spadaccino. Quest'ultimo si mosse ad una velocità pazzesca, sfidando il vento stesso, lacerando l'aria e i secondi, per giungere dunque con il gomito a distruggere il fianco del guerriero di Kumo che si piegò in avanti in preda al dolore. A quel punto gli afferrò il braccio spezzandolo e con un calcio colpì la caviglia rompendogli probabilmente la tibia. Quando poi lo prese di forza facendolo roteare al suolo gli infilzò la spada all'interno della bocca facendo schizzare ovunque il suo sangue. Quell'Anbu era morto e non aveva nemmeno capito che cosa fosse successo, mentre Hiro se la rideva alzando lo sguardo verso lo Jashinista che aveva assistito a quello che era stato un massacro di appena due secondi.

Hiro - Bella quella cosa con le falci, stavi sbagliando bersaglio però, l'eroe sono io.

Era serissimo, sul punto di scattare e fare a pezzi anche Eiji, ma non lo fece ancora. Poi una voce, dall'interno del ragazzo, dal profondo della sua anima, e non aveva nulla a che fare con Jashin. Era una sensazione mai provata, un tono forse già sentito ma mai così vicino. Un brivido lo colse e nella sua mente si materializzò una parola come facesse parte di lui.

Scappa!

 
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48 replies since 27/8/2018, 10:59   1269 views
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