[Fase IV] - Eidolon, gaeshi(1o pg) - Bloodyrose(2o pg) - Steve - Lucifergirl(1o pg) - Egeria(1o pg) - (!) - Crystal

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view post Posted on 26/8/2018, 03:09
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.wanderlust

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Under The Well, Gennaio 249 DN



Le loro speranze risultarono vane. Non era stata concessa la possibilità agli Shinobi di instaurare un dialogo con la creatura codata, nonostante l'apertura che gli stessi avevano predisposto nei suoi confronti. Hayate, dal canto suo, aveva cercato di usufruire dell'oratoria di cui disponeva e la marcata esperienza politica che aveva accumulato nel suo itinere da ninja per ribaltare la situazione, ahimè avrebbe dovuto supporre che quella creatura non fosse del tutto razionale ma retta ancora da impulsi animaleschi. I suoi sottoposti, chi più, chi completamente fuori rotta, tentarono a loro modo di utilizzare le giuste parole per fargli cambiare idea. Con le vicissitudini che Kurama aveva dovuto sopportare sino ad allora e per la fiducia tradita da parte degli antenati, solamente nel caso più astruso possibile avrebbe potuto accordarsi con gli Shinobi. Era fin troppo poco. Lo si poteva leggere nelle iridi cremisi della creatura, divampanti di rabbia, di collera, e non particolarmente inclini alla comunicazione.

Dì lì a poco, però, il tacito silenzio divenne nuovamente predominante nell'ambiente. Il Nove Code sbraitò fragorosamente, placando le voci di chi voleva continuare a persuaderlo o di chi si accingesse a farlo. Indirettamente Kurama, nel rispondere con toni alquanto adirati, fece trapelare delle informazioni che, al momento, erano ignote al Mizukage; non erano minuziose, ma avrebbe potuto indagarvi a riguardo per conoscerle appieno. La rabbia era tale da renderlo quasi incapace di controllare la propria forza e dare adito al chakra di essere sprigionato interamente. In quel caso, forse, lo scontro sarebbe stato inevitabile, ma l'overture non era delle più rosee. Le iridi diamantine erano fisse sulla creatura, constatandone l'evidente peccato di cui si stava macchiando: la superbia. Nascose un lieve sorriso; non era il caso di deriderlo ma la contingenza l'avrebbe richiesto. Si trovava in una condizione tale da non potersi permettere di decantare siffatta mera umiltà. Lo vide avvicinarsi, ammantando le zampe nella melma e con un ghigno divertito che parve sembrargli un déjà vu, dato che si sovrapposero le medesime immagini vissute poco tempo prima nel tempio infuocato. Riaffermò la propria abnegazione in seno alla superbia, negando qualsiasi possibile rapporto tra le due parti, sebbene in passato fosse già stato stabilito.

Quelle sue parole risultarono vacue all'udito del Mizukage, consapevole di come avrebbe potuto reagire Kurama. Era conscio di come gli Shinobi, in quel contesto, fossero solamente delle marionette da manipolare e con cui allietare l'altrui ozio, e al cospetto della volpe, avrebbero dovuto impiegare molto più tempo per limitare le "difese" che aveva eretto per proteggersi da ulteriori tradimenti. Ōmikami non era stupida; aveva elaborato in modo caparbio quella situazione, cercando di far rinsavire la creatura e nel contempo di far redimere dai propri peccati l'intera progenie Ninja attraverso quei sette portavoce. Solo un'idea, ovviamente, ma Hayate la stava avvalorando ogni istante sempre di più. Poi, però, qualcosa del tutto differente lusingò l'attenzione dell'Efebico. In un attimo effimero cercò di comporre i puzzles di quella situazione sibillina; era colpa della Dea e della sua trascendentale goliardia se gli Shinobi erano stati relegati in quella prigione insieme alla volpe? Così parve di capire, prima che non vi fu più tempo per ponderare alcun pensiero.

L'intero ambiente parve sgretolarsi, come una casa di carta allo spirar dei venti, offrendo loro uno spettacolo letale ma nel contempo idilliaco. L'orizzonte si dissolse, così come il Sole che pianse lacrime cremisi sulla melma. Tutto era così contorto, così surreale. Una luca immensa, poi, si espanse nella landa, inondando qualsiasi anfratto o piccolo spazio dell'intera zona. Non ebbe neanche il tempo di porre in atto un'azione contraria, una difesa, o un'idea che potesse fargliela eludere. Non poté far nulla. Stava per divenire nutrimento di quel bagliore, ma nel contempo si rifugiò nella parte più recondita della sua coscienza... Per preservarla, per proteggersi. Non aveva paura, bensì necessitava di conservare dei ricordi vividi su quanto accaduto.

CITAZIONE
Finita, finalmente, grazie.

Coinvolgimento. Andrò controcorrente, ma, hOnestly, no, non mi è piaciuta, almeno dal punto di vista del mio pg, per quanto riguarda la storyline è stata un bel po' affascinante. Un meh, odio le divinità, ma scialla. E' vero, hai avuto del lavoro da fare su sette pg quasi tutti differenti, ma ruolando Hayate mi sono sentito piuttosto limitato e non mi dilungherò sui perché. Ero frenato, bloccato, impossibilitato ad imporre alcuna autorità, e tanti cazzi e mazzi. Sarà che non sono abituato a partecipare a delle missioni in gruppo... questo è ciò che ho percepito. Belle le copie, gli enigmi e quant'altro, meno le modalità. Troppo pesante da affrontare con Hayate, avessi usato Myako sarebbe stata tutta un'altra storia e mi sarei divertito. Purtroppo non era calibrata per un personaggio avente un rango del genere. Ti assegno un 7,5.


Tempistiche. Per le tempistiche assegno un 10, sebbene vi sia stata lentezza in alcune settimane...


 
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view post Posted on 27/8/2018, 10:12

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Un discorso fatto di getto, con il cuore in mano, tutto per cercare di dare dimostrazione alla creature che qualcosa in lui era davvero cambiato. Pentimento per quanto proferito poco prima, certo, ma anche e soprattutto comprensione per quel dolore millenario a cui lei e le altre bestie codate erano state sottoposte a causa della ritrosia dell'essere umano. Tempo e sofferenze impossibili da cancellare in un singolo istante tanto che la volpe stessa si prese gioco di quella falsa speranza, rigettando qualsiasi tentativo di approccio amichevole. Ma le parole al veleno dell'animale non poterono spiegare a pieno quel risentimento nei loro confronti. V'era dell'altro celato sotto quel sorriso sprezzante. Arroganza mista ad un senso di superiorità nata dall'ergersi al di sopra delle nove e di qualsiasi altra cosa sulla faccia della terra. Un comportamento irritante, tanto da costringere lo spadaccino a stringere i pugni in modo da sopportare quelle invettive in silenzio. Poteva davvero essere così sprezzante da sminuire persino i suoi simili? Il solo paragone con il tre ed il sei code lo aveva visibilmente irritato, al punto da spingerlo a paragonare questi ultimi agli umani stessi.
Lo spadaccino ascoltò in silenzio ogni singola parola, cercando di non perdere alcun particolare di quel discorso pregno d'ira. Le minacce della volpe risuonarono macabre in quell'ambiente dallo spazio distorto e giunsero alle orecchie dello Squalo come un atto di sfida nei loro confronti. Sentì quell'enorme chakra ribollire nel suo corpo tremante dalla rabbia mentre la creatura diminuiva la distanza dal gruppo della Nebbia. La Samehada fremette violentemente nel percepire quel gustoso pasto farsi avanti ma, per Mitsuaki, quello non era ancora il momento giusto. Tutt'attorno la luce aveva iniziato ad inglobare quello spazio di materia indefinita, inglobando in se qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino, compresi i suoi compagni d'avventura. Ma l'attenzione dello spadaccino non venne minimamente distolta da quella che in quel momento era la sua priorità.


E allora ci rivedremo dall'altra parte...e saremo nuovamente nemici.

Il suo corpo venne completamente avvolto dalle spire luminose, quasi sommerso da quell'ondata di fluido dorato. Lo spadaccino percepì un calore crescente, sempre più forte, intenso quasi quanto quello provato quando s'era incatenato alla colonna nel precedente tempio. Sentì ogni fibra di quelle membra sfaldarsi e bruciare, senza che però vi fosse la minima sensazione di dolore. Il suo stesso essere venne inglobato ed infine dissolto da quella luce eterea.

Mi dispiace, ma ho fallito...

Una semplice constatazione, un ultimo pensiero prima di svanire completamente.
La signora dai lunghi capelli neri avrebbe certamente compreso.


CITAZIONE
Prima delle valutazioni ci tenevo a ringraziarti e a farti i complimenti per aver saputo gestire queste sette pecorelle per tutto il viaggio, immagino non sia stato per nulla semplice. I complimenti vanno anche ai miei colleghi, mi dispiace non aver avuto troppa interazione con tutti ma certamente avremo occasione di rimediare in futuro.
Meglio passare alle valutazioni và.

Coinvolgimento. Come hai avuto modo di constatare tu stesso Mitsuaki non è un pg semplice da gestire in alcune situazioni ed il fatto d'esser stato messo in minoranza da un gruppo di cervelloni lo ha in qualche modo ridimensionato nel suo modo di fare. In questo caso però non posso far altro che constatare che non vi sia alcuna colpa da parte tua dato che la situazione era quella che era ed il modo di agire degli altri non era chiaramente sotto il tuo controllo. Come detto prima non credo esista un modo per "soddisfare" le esigenze di ben sette persone tutte alla stessa maniera in una giocata così contenuta in quanto a numero di post. Detto questo mi sento di assegnare un 9.

Tempistiche. Si, conoscendo il tuo ritmo di post ho inizialmente pensato che avremmo impiegato molto più tempo del previsto. Felice di essermi sbagliato XD Assegno un bel 10 perché, escludendo l'ultimo post, sei sempre stato abbastanza celere nel rispondere (anche considerando che molte volte ho postato l'ultimo giorno utile, colpa mia).

Detto questo ancora complimenti a tutti e come detto ci vediamo dall'altra parte per un abbraccio di gruppo!
 
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view post Posted on 29/8/2018, 20:22
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Fu un epilogo piuttosto scontato, quello del dialogo a senso unico che intercorse fra loro. Nessuno era riuscito a far breccia in quella muraglia invisibile che la volpe a nove code aveva frapposto fra sé e il resto dell'umanità, e francamente non ci sperava nemmeno. Dopo che aveva tentato di fregarli in quella maniera avrebbe solo che goduto di una sua possibile disfatta, o della perpetua sofferenza dettata da una prigionia lunga e duratura in quel mondo illusorio. Peccato che la loro libertà fosse legata a doppia mandata a quella del demone, che di tutta risposta aveva preso a ringhiare in maniera poco rassicurante. Si lasciò sfuggire una mezza risata. Non ci voleva un genio a figurarsi l'espressione collerica allo snudare di quei denti aguzzi, in concomitanza alla ben più visibile mutazione del manto. Prevedibile. Sperava che la ragionevolezza funzionasse, che il bisogno di essere allo stato brado fosse sufficiente per portare il demone a scendere a compromessi.. ma a quanto pareva aveva sbagliato i suoi calcoli. Aveva erroneamente pensato che fosse un essere furbo, sottile, eppure non stava dimostrandosi tale. Era patetico. Tronfio. E poteva capirlo da un certo punto di vista: erano stati proprio loro a lasciarlo nella conca con un pugno di mosche in mano, non si aspettava un comitato di benvenuto differente da quello che avevano appena ricevuto. Alcune delle parole che gli erano state rivolte suonavano vuote tanto alla volpe quanto a lui, seppur sapesse bene che ricredersi era insito nella natura umana. Ma quell'essere cosa poteva capirne della natura umana, se si ostinava a ergersi su tutto e tutti come fosse intoccabile? Stava proprio li la risposta. Non capiva e non voleva capire, ma allo stesso tempo non attaccava. Non si era appena decantato come il leone sovrano, paragonando loro a un ammasso di pecore pronte a scappare innanzi alla sua pericolosa magnificenza?

Beh caro 'leone sovrano', le pecore impaurite ti hanno fottuto per ben due volte.. qualche domanda me la farei, fossi in te..

Non poteva che esserci una singola spiegazione a quell'atteggiamento: non erano le pecore a tremare davanti al 'leone', ma quest'ultimo a temere quelle sette insulse presenze. E poco importava che tentasse di dimostrare tutto il contrario, avanzando in loro direzione come un predatore pronto a dar loro la caccia, artigliando quel liquido scuro con cautela. Era poco credibile; talmente poco che nessuno dei suoi compaesani ebbe l'ardire di indietreggiare nemmeno di un passo, men che meno lui. Un bugiardo, come aveva ben apostrofato il ragazzino dalla chioma fulva. Se era la guerra che voleva glie l'avrebbe servita sul piatto d'argento, se questo fosse servito a uscire da quel posto e tornare a casa. Ecco che però un sorriso maligno s'affacciò sul volto della volpe, lo stesso che era stato loro rivolto alla conca, quando stavano bruciando vivi. Serrò nervosamente la mascella il castano, assottigliando pericolosamente lo sguardo. Desiderava con tutto il cuore strapparglielo nella maniera più brutale che conoscesse, quel cazzo di sorriso.
Quell'essere demoniaco pieno di sé vomitò fiele dalle sue fauci, sotto forma di parole, per insinuare il seme del dubbio nei loro cuori, e in parte ebbe l'effetto sperato. Almeno con lui. Non aveva dimenticato quello che aveva detto la volpe bianca, Ōmikami, sul perché avesse fatto patire loro quel calvario.. ma se effettivamente sapeva che non ci sarebbe stato dialogo, né tanto meno una speranza per una riconciliazione, perché aveva comunque deciso di mandarli li? Serrò i pugni. Non gli piaceva affatto pensare di essere un mero burattino nelle mani di uno sconosciuto, seppure quest'ultimo avesse delle mani gentili. Voleva uscire da quel posto e basta, e al diavolo la volpe e i piani di riconciliazione fallimentari: non era colpevole per quello che le avevano fatto e non capiva perché doveva essere proprio lui a patire per i peccati altrui.
Ad allentare un po' la tensione del momento, interrompendo a poche parole dall'ipotetica fine quel discorso maledetto che stava pericolosamente scavando dentro il suo animo stanco e ferito come una coppia di bacchette nella pasta di wasabi, fu il repentino e impazzito avvicinarsi della piccola moretta alla volpe. Era uscita di senno? Aggrottò le sopracciglia, nel biasimare silenziosamente la ragazzina nonostante quella fosse una conferma per quello che aveva dedotto da un pezzo. Non sembrava avere intenzioni di schiacciarla con una zampa, quindi tanto bel fumo e nessun arrosto.
E rimasero li senza possibilità di replica, sino a quando la tela non sbiadì decretando il volere dei Kami. Volse appena il capo alle sue spalle, avvertendo il calore avvolgente mentre le sue pupille cercavano di adattarsi all'impatto visivo del sole liquido. Spettacolo suggestivo, degno di un'opera d'arte. Sorrise sardonico alle ultime parole d'addio di quell'essere tanto spavaldo ma poco concreto, e un sussurro si perse nell'aria.


Si. Come no.



CITAZIONE
Essere riuscita a completare una Missione S per me non può che essere motivo d'orgoglio, specie perché non ne ho mai fatte prima d'ora come giocatrice. Ma bando alle ciance e passiamo diretti alla valutazione per il "Capitano, mio Capitano".

Coinvolgimento. Non posso che quotare il discorso di Sara, qui. Ho pensato tantissimo, stimolata dalla situazione generale, sentendomi una perfetta idiota quanto un genio del male. E' stata una delle missioni più ragionate che ho fatto, più difficili che ho fatto, e posso dire anche più belle. Ho amato le interazioni (anche se mi piange il cuoricino per Shitsuki) e lo spazio che sei riuscito a darci nel poterle fare. Quella del "doppio" oltretutto è stata una bella sfida; non era semplice giocarsi due PG uguali nello stesso luogo, ma anche li sento di essere riuscita a fare un passo avanti, diversificando il Takumi relativamente calmo e padrone della situazione da quello in escandescenze perché legato come un salame. E se sono riuscita in questo è merito sia mio (che diamine), ma anche e soprattutto di un master eccellente. Sei una garanzia Giammy. 10, senza nemmeno pensarci mezza volta.

Tempistiche. Questa è una nota dolente tanto per me quanto per te. Siamo della vecchia guardia, quella del 'meglio la qualità della velocità'.. e sai cosa c'è? Ne sono sempre più convinta. Non sei stato sempre dentro le tempistiche (anche perché alcuni postavano il giorno della scadenza, e te non potevi fare i salti mortali) ma non mi va proprio di infierire e infangare un lavoro di questa portata con un voto decisamente troppo basso in tempistiche. Ti assegno un 8.5, perché solitamente voti più alti li do ai master più rapidi. Solo per quello però.

E abbiamo finito, credo. Yey!
Alla prossima!
 
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view post Posted on 6/9/2018, 01:32
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Parole su parole su parole, ognuno dei ninja di Kiri provò ad instaurare un dialogo con la Volpe tramite il suo personale metodo di approccio. Parole che vennero spazzate via dall'irragionevolezza della volpe, un sentimento che trovava radici nella sua fierezza in quanto essere primordiale di fronte a dei semplici e comuni esseri umani. Nessuno di loro venne ascoltato, le loro argomentazioni -fondate o meno che fossero- semplicemente rifiutate in nome dell'odio atavico che animava Kurama. Avevano fallito, questo pensava Takeshi mentre il manto del Bijuu si liquefaceva e si ricomponeva, al ritmo del pulsare del suo chakra indomabile. Ma avevano mai avuto una qualche speranza di riuscita, fin dal principio? Omikami aveva davvero chiesto loro di riappacificare Kurama e la razza umana, o era semplicemente un suo capriccio da divinità? C'era da aspettarsi che non lo avrebbero mai scoperto, e si sarebbero dovuti accontentare solo di supposizioni e ipotesi. La mente di un Kami era oltre ogni loro immaginazione.
Ma poi... cos'era davvero un Kami? Watashi aveva dato prova della propria esistenza mostrandosi al mondo e rivelando la presenza di creature sovrannaturali... ma la natura di tali creature era ancora sconosciuta, e forse lo sarebbe rimasta per sempre. Gli era stato insegnato che i Kami sono tali perchè la loro stessa esistenza non deve essere dimostrata tramite prove scientifiche e tangibili, ma affidandosi ciecamente alla fede e alla preghiera. Omikami quindi, ammesso anche che fosse la grande Amaterasu, a quale preghiera avrebbe risposto apparendo ai ninja di Kiri?

Più parlava, più Kurama mostrava i suoi denti affilati in un ghigno malefico e inebriato del suo stesso delirio di potenza. Prede, predatori. La visione del mondo della Volpe era piuttosto netta, frutto di millenni in cui aveva regnato incontrastata sulla Terra assieme ai suoi otto fratelli: non c'era da stupirsi che provasse odio nei confronti di tutti loro, che li considerasse inferiori... era una reazione naturale. Forse stava esagerando nel pensare ciò, ma poteva essere l'orgoglio a parlare per lei: la volontà di non voler ammettere di esser già stata sconfitta una volta, da quelli che considerava come stupidi scarti dell'evoluzione, la furia del sentirsi -per la prima volta- un passo indietro. La paura di non essere più il cacciatore invincibile, di non essere più all'altezza. Una facciata dietro cui nascondersi, inconsapevolmente.
Takeshi abbassò lievemente lo sguardo, e i capelli gli coprirono per un attimo gli occhi mentre un sorriso di sfida, provocatorio, gli apparve sul volto. Forte della benedizione di Omikami, il cui chakra batteva a ritmo del suo cuore, avrebbe risposto a dovere alla minaccia della creatura.

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Allora non sottovalutare gli esseri umani, stavolta.


No, se c'era una cosa che non avrebbe permesso era che il mondo venisse distrutto. Quello era il suo mondo, il mondo di Nene e di tutti gli altri, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerlo - e sapeva di non essere l'unico a pensarla così, tra i suoi compagni.


Ma ecco che il tempo a loro disposizione era finito: il cielo e il sole cominciarono a liquefarsi nel mare, una tavolozza di colori che veniva indistintamente mescolata fino a perdere ogni senso del singolo. Il chunin provò un moto di rammarico accorgendosi che anche il potere supremo che aveva temporaneamente acquisito se ne sarebbe andato, ma non avrebbe potuto fare granchè. Riuscì solo a mantenere la concentrazione abbastanza a lungo da osservare tutto l'ambiente, creature viventi comprese, collassare su sè stesso in modo lentamente inesorabile e irreale, accompagnato dalla risata sguaiata di Kurama.
E quando tutti i colori furono uno solo, rimase solo la loro unione: il nero della coscienza.


CITAZIONE
E ovviamente, appena la deadline sparisce sparisco anche io, e arrivo come da tradizione in ritardo infinito a chiudere il giro.

Tempistiche: Mi tengo in linea con i miei compagni con un 9, sono veramente l'ultima persona che deve dire qualcosa da questo punto di vista, e non do dieci solo perchè esiste la gaeshi airlines ™.

Coinvolgimento: È doveroso specificare che valuterò il mio coinvolgimento, non quello del pg che poverino ha fatto quel che poteva (cioè non proprio ma ci siamo capiti). Come hai giustamente detto, dal punto di vista del role data la presenza di personalità più esuberanti e/o cariche importanti oltre alla mia lentezza, mi sono trovato (io) un po' in difficoltà a ruolare e mi sono sentito (Takeshi) un po' in disparte, ma di questo colpa ne ho soltanto io. Dal punto di vista off invece dopo i primi post l'hype ha ingranato in modo meraviglioso e il gruppo whatsapp + skype (che mi avete fatto installare di nuovo mannaggia a voi) ha fatto il resto. La spiegazione delle due cattedrali poi, a cui gli altri sono siamo arrivati alla fine, era davvero stupenda. 9.5

Che dire, è stata di sicuro la missione più difficile che abbia mai affrontato, e meno male che eravamo in gruppo o non ne sarei mai scappato vivo :asd: Complimenti immensissimi a te che hai dovuto gestire questo casino (e in solo pochi post per di più) e lo hai fatto come solo un veterano sa fare, e complimentoni e grazie a tutti i compagni per i meme che uscivano dal gruppo wa perchè alla fine in qualche modo ce l'abbiamo fatta :re:
Ci becchiamo fuori ^^
 
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view post Posted on 19/9/2019, 18:51
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A Man of No Consequence

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- Valutazione -
Meno chiacchiere e più azione! Diamoci da fare con sta lista da smaltire :sese: E dato che la volta scorsa ho seguito le vicende di un team di Kiri, vediamo quindi di vedere come se la sono cavata gli altri compagni di villaggio :coffee:

Stando alle direttive date per l'evento, la missione è classificata come difficoltà S, quindi la valuterò come tale, senza però tenere considerazione del numero di pagine richieste. Questo perché tutte le missioni hanno la partenza in comune, 覚醒 Kakusei: scontro finale, e quindi sommando le pagine ci stiamo più che bene nei conteggi...

Qui, tra Steve e Onion, possiamo assistere ad una combo letale stilistica tra due mostri della narrativa arzigogolata e aulica :asd: Per mia fortuna, almeno lo stile del master non è stato così opprimente, a livello di gorgheggi stilistici, conoscendo i suoi standard. Nonostante in alcuni punti ci si perda nella ricercatezza dei termini per descrivere le situazioni, che siano in chiave metaforica o meno, la lettura scorre bene e senza intoppi, precisa a parte qualche svista dovuta per lo più alla digitazione.

Trama a dir poco azzeccata, mi ha trasmesso il giusto senso di angoscia che ci si sarebbe aspettati in una situazione del genere. Peccato che mi sia persa sul finale, che mi è parso troppo accellerato e ho avuto difficoltà a seguire e comprendere la vicenda nella sua interezza.

Votazione Finale

Voto: 9-
Paga: 1.139 ryo
8tUHTbJ
 
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