Under The Well, Gennaio 249 DN
Le loro speranze risultarono vane. Non era stata concessa la possibilità agli Shinobi di instaurare un dialogo con la creatura codata, nonostante l'apertura che gli stessi avevano predisposto nei suoi confronti. Hayate, dal canto suo, aveva cercato di usufruire dell'oratoria di cui disponeva e la marcata esperienza politica che aveva accumulato nel suo itinere da ninja per ribaltare la situazione, ahimè avrebbe dovuto supporre che quella creatura non fosse del tutto razionale ma retta ancora da impulsi animaleschi. I suoi sottoposti, chi più, chi completamente fuori rotta, tentarono a loro modo di utilizzare le giuste parole per fargli cambiare idea. Con le vicissitudini che Kurama aveva dovuto sopportare sino ad allora e per la fiducia tradita da parte degli antenati, solamente nel caso più astruso possibile avrebbe potuto accordarsi con gli Shinobi. Era fin troppo poco. Lo si poteva leggere nelle iridi cremisi della creatura, divampanti di rabbia, di collera, e non particolarmente inclini alla comunicazione.
Dì lì a poco, però, il tacito silenzio divenne nuovamente predominante nell'ambiente. Il Nove Code sbraitò fragorosamente, placando le voci di chi voleva continuare a persuaderlo o di chi si accingesse a farlo. Indirettamente Kurama, nel rispondere con toni alquanto adirati, fece trapelare delle informazioni che, al momento, erano ignote al Mizukage; non erano minuziose, ma avrebbe potuto indagarvi a riguardo per conoscerle appieno. La rabbia era tale da renderlo quasi incapace di controllare la propria forza e dare adito al chakra di essere sprigionato interamente. In quel caso, forse, lo scontro sarebbe stato inevitabile, ma l'overture non era delle più rosee. Le iridi diamantine erano fisse sulla creatura, constatandone l'evidente peccato di cui si stava macchiando: la superbia. Nascose un lieve sorriso; non era il caso di deriderlo ma la contingenza l'avrebbe richiesto. Si trovava in una condizione tale da non potersi permettere di decantare siffatta mera umiltà. Lo vide avvicinarsi, ammantando le zampe nella melma e con un ghigno divertito che parve sembrargli un déjà vu, dato che si sovrapposero le medesime immagini vissute poco tempo prima nel tempio infuocato. Riaffermò la propria abnegazione in seno alla superbia, negando qualsiasi possibile rapporto tra le due parti, sebbene in passato fosse già stato stabilito.
Quelle sue parole risultarono vacue all'udito del Mizukage, consapevole di come avrebbe potuto reagire Kurama. Era conscio di come gli Shinobi, in quel contesto, fossero solamente delle marionette da manipolare e con cui allietare l'altrui ozio, e al cospetto della volpe, avrebbero dovuto impiegare molto più tempo per limitare le "difese" che aveva eretto per proteggersi da ulteriori tradimenti. Ōmikami non era stupida; aveva elaborato in modo caparbio quella situazione, cercando di far rinsavire la creatura e nel contempo di far redimere dai propri peccati l'intera progenie Ninja attraverso quei sette portavoce. Solo un'idea, ovviamente, ma Hayate la stava avvalorando ogni istante sempre di più. Poi, però, qualcosa del tutto differente lusingò l'attenzione dell'Efebico. In un attimo effimero cercò di comporre i puzzles di quella situazione sibillina; era colpa della Dea e della sua trascendentale goliardia se gli Shinobi erano stati relegati in quella prigione insieme alla volpe? Così parve di capire, prima che non vi fu più tempo per ponderare alcun pensiero.
L'intero ambiente parve sgretolarsi, come una casa di carta allo spirar dei venti, offrendo loro uno spettacolo letale ma nel contempo idilliaco. L'orizzonte si dissolse, così come il Sole che pianse lacrime cremisi sulla melma. Tutto era così contorto, così surreale. Una luca immensa, poi, si espanse nella landa, inondando qualsiasi anfratto o piccolo spazio dell'intera zona. Non ebbe neanche il tempo di porre in atto un'azione contraria, una difesa, o un'idea che potesse fargliela eludere. Non poté far nulla. Stava per divenire nutrimento di quel bagliore, ma nel contempo si rifugiò nella parte più recondita della sua coscienza... Per preservarla, per proteggersi. Non aveva paura, bensì necessitava di conservare dei ricordi vividi su quanto accaduto.
CITAZIONE
Finita, finalmente, grazie.
Coinvolgimento. Andrò controcorrente, ma, hOnestly, no, non mi è piaciuta, almeno dal punto di vista del mio pg, per quanto riguarda la storyline è stata un bel po' affascinante. Un meh, odio le divinità, ma scialla. E' vero, hai avuto del lavoro da fare su sette pg quasi tutti differenti, ma ruolando Hayate mi sono sentito piuttosto limitato e non mi dilungherò sui perché. Ero frenato, bloccato, impossibilitato ad imporre alcuna autorità, e tanti cazzi e mazzi. Sarà che non sono abituato a partecipare a delle missioni in gruppo... questo è ciò che ho percepito. Belle le copie, gli enigmi e quant'altro, meno le modalità. Troppo pesante da affrontare con Hayate, avessi usato Myako sarebbe stata tutta un'altra storia e mi sarei divertito. Purtroppo non era calibrata per un personaggio avente un rango del genere. Ti assegno un 7,5.
Tempistiche. Per le tempistiche assegno un 10, sebbene vi sia stata lentezza in alcune settimane...