Aveva vaghi ricordi di quello che era accaduto sino a quel momento, di quello che aveva fatto o detto alle sue ragazze. Era sicura di essersi risvegliata in quel posto oscuro pieno zeppo di minerali brillanti, di aver visto Akiho svegliarsi subito dopo e a seguire Rei, Masaru e Kaoru; ricordava bene il ritrovamento di quel ragazzo del Gelo, impaurito da fantasmi inesistenti più che dalle reali bestie che si muovevano nell'ombra a loro insaputa; era convinta di averlo visto quell'insetto gigante, nonostante soffrisse dannatamente per quegli improvvisi mal di testa. Poi il buio. Un buio opprimente, solitario. Perpetuo silenzio che venne spezzato dallo schioccare di qualcosa, disturbato da un brusio e allontanato da un ricordo d'infanzia e dalla voglia di non mollare. Quelle erano le certezze di Chiye Koizumi, sovrana della Roccia, rediviva. Si sentiva gratificata per la devozione delle sue ragazze, collerica nei confronti di chi aveva osato annullarla e di chi aveva tradito ogni briciolo di fiducia. Oh, ricordava bene cosa aveva fatto Kataritsuen, quale fosse il prezzo da pagare per i suoi scellerati piani per rendere prigionieri i nove. Un affronto del genere non poteva certo dimenticarlo, così come sua sorella non aveva dimenticato quale fosse la via da seguire nonostante la sua forzata prigionia. Dovevano trovare un modo per uscire, e al diavolo i piani del Taisei e quelli del Kyo Dan: se si trovavano in quell'assurda situazione, prigionieri con un demone che avrebbe voluto far di loro del cibo a portar via, era colpa loro. Era chiaro come il demone fosse vittima e loro agnelli sacrificali senza alcun riserbo.
Conscia delle sue mancanze e del suo giudizio offuscato prevalentemente dalla collera che aveva dentro per quel demone e per quegli stolti che avevano osato metterle i bastoni fra le ruote, aveva deciso consapevolmente di lasciare carta bianca alle sue sottoposte, riponendo in loro quella fiducia che sino a quel momento era stata tradita. Akiho aveva acconsentito silenziosamente a quella decisione, non soltanto perché quelle ragazze erano in qualche modo riuscite a salvare sua sorella e quindi erano divenute degne di quella fiducia che a pochi era riservata in quel della Roccia, ma anche perché doveva assolutamente tenere sott'occhio Chiye. Chi meglio di lei poteva capire cosa le si agitava dentro? Chi meglio di lei a farle da spalla, da braccio destro? Dovevano tenere sotto scacco il demone per permettere alle altre di decidere il loro destino, e su tutte facevano affidamento a Rei. Era stata addestrata da ANBU, come loro; aveva sofferto le pene dell'inferno e aveva trovato la sua ragione d'essere, e sapevano bene entrambe che non avrebbe mai tradito la Roccia e la sua sovrana per nulla al mondo. Fiducia ben riposta.
La piccola prescelta del nero aveva infatti deciso di non piegarsi al demone, di non sottostare a capo basso alle sue richieste senza motivi plausibili per farlo. Aveva ordinato alla sue compagne di non toccare Sadou e chiesto al demone di dar loro una motivazione convincente per eliminarlo, altrimenti non avrebbero mosso un dito - considerato pure il potenziale del ragazzo, che per quanto ingenuo era riuscito comunque ad avere un contatto col cristallo. Ma non diede solo contro, no. Era determinata a distruggere i cristalli e a uscire da quel posto, come tutte loro; assecondare quella richiesta, attualmente e con le informazioni in loro possesso, era l'unica pista che avevano. Masaru si trovò d'accordo con la compagna e non intervenne per bloccarla nell'attacco che stava preparando contro il misterioso minerale blu, ma si concentrò piuttosto sul demone e sulla compagna poco distante, che sino a quel momento era stata la più condiscendente verso l'enorme insetto.
Il demone parve sbuffare pesantemente alle parole della ragazza avvolta nelle bende, in un clangore metallico che ben poco faceva presagire una reazione positiva. Contrariamente alla bionda amica degli insetti - evidentemente l'unica ad essere condiscendente a ogni suo capriccio, per cieca paura o superba ammirazione - lei era determinata a non sottostare a tutte le sue richieste, a risparmiare la vita di quell'insulto umano che sapeva bene avrebbe potuto rappresentare una minaccia ai suoi piani finali. Oh l'aveva visto imbambolato davanti al cristallo, a bisbigliare; aveva osservato il suo tentativo di dissuadere le ragazze dal distruggerlo. Stupidi, stupidi umani. Si credono così superbi, così al di sopra di ogni cosa, così scaltri. Ma nonostante provasse un qual certo fastidio nel dover scendere a patti con loro, Chōmei accettò tacitamente la decisione della ragazzina sfilacciata; un cenno del capo laterale fu la risposta, segno che avrebbe lasciato correre, per questa volta. L'importante era distruggere quei maledetti cristalli, estirpare quelle anime e guadagnare l'agognata libertà. Patetico. Lui, unico e solo sovrano del cielo, trascinato in un buco scomodo. E pensare che una volta lo veneravano, in cambio di un briciolo di fortuna! A distrarlo dai suoi pensieri, mentre la ragazza dalla lingua lunga avvalorava la tesi della più piccola delle cinque con un ragionamento che poteva anche essere condivisibile e opportuno, fu anzitutto QUELLA donna. Era pericolosa, specie perché la sua libertà di movimento in quella cava era piuttosto limitata. Per poco non lo feriva seriamente con quella spada-frusta appiccicaticcia, e doveva quella mancanza alla sua sfacciata fortuna. L'occhio color ocra era una brace viva, che puntava dritto contro il suo elmo. Temeraria. Come aveva fatto a piegare una volontà tanto ferrea? Un grosso colpo di fortuna, senza dubbio. La rossa al suo fianco non sembrava altrettanto pericolosa; era lenta a confronto con l'altra, ma avrebbe potuto rappresentare un ostacolo massiccio nel ravvicinato con quell'arnese fra le braccia. Sembrava in attesa, attenta alle mosse della mora. Due facce di una stessa medaglia.
Fu allora che accadde quello che nessuno si sarebbe mai aspettato, men che meno Chiye e il demone che le sostava dinnanzi, che furbo prese a ridacchiare. Kaoru aveva deciso di trasgredire gli ordini di Rei, di assecondare la meschina volontà del sette code e attaccare Sadou che con grande ingegno fece per sfilare la maglietta, lanciandola in aria per poi sostituirvisi e lasciare che le api della bionda aggredissero il pezzo di stoffa. A quel punto sarebbe intervenuta Masaru a placare quella situazione, ma oramai il danno era fatto. Insubordinazione. Una delle sue aveva preferito quello schifosissimo demone che aveva osato usarla come una marionetta da quattro soldi piuttosto che l'ordine della Roccia. La parola di Rei era esplicitamente un SUO ordine, in tutto e per tutto. Oh se la collera prese a montare, se il suo unico occhio color ocra non aveva passato da parte a parte dapprima la ragazza - alla quale aspettava una pessima romanza - e poi l'insetto. Quel ridacchiare cominciava seriamente a darle sui nervi. Nessuno, nemmeno il più pericoloso dei demoni, poteva prendersi gioco di lei, della sua autorità, e passarla liscia. Nemmeno Watashi, professato Kami, aveva osato tanto.
Sfruttando le sue abilità ANBU, facendo per ingrossare le sue fibre muscolari per rendere più resistenti e pericolose, Rei attaccò il cuore del cristallo. Sadou, per paura che la ragazza potesse perdere se stessa a contatto col cristallo e preoccupato per il povero Heikichi che, capita effettivamente l'antifona, parve entrare in uno stato di crisi di panico ancor più profondo, prendendo a gridare e a supplicare come un ossesso, optò per una strategia piuttosto strana, basata su supposizioni che, purtroppo, non si rivelarono efficaci. Nonostante i suoi sforzi, il colpo di Rei (congiunto al suo) distrussero nel vero senso della parola il cristallo, che frantumato perse ogni brillantezza. Spento, morto, come quello rosso. La voce di Heikichi divenne un lontano ricordo e la sua anima era persa per sempre. Rei però stava benone; una piccola vincita in quella sconfitta. Nell'osservare quanto fatto, la presenza si allontanò di tutta fretta, allertando i sensi di coloro che avevano orecchie per poter ascoltare.
Quel piccolo trambusto non era passato inosservato, non alla sovrana. Allora, stufa di rimanere vittima degli eventi, stufa di non sapere fino in fondo, collerica per aver permesso a quel demone di prendere possesso della sua volontà e di scavalcare la sua autorità, rischiando di portare le sue ragazze l'una contro l'altra, Chiye decise di agire. Dovevano trovare una via di fuga, tornare a Fukagizu; li ne avrebbe avute anche per Kataritsuen, unico vero artefice di tutto quello schifo. Con un colpo secco staccò la punta di Tsuchinoko dalla colonna, sfiorando le ali del demone che lanciò un grido metallico. Akiho avanzò, pronta a difendere la sorella. - Adesso basta giochetti. Ti sei divertito abbastanza! - disse aspra, sigillando la frustra in una compatta spada e passando due dita sulla lama che avvampò. Katon. - Vuoi davvero combattermi, stolta umana?! Sono la vostra unica speranza! - non aveva certo paura della donna, non lui. - No, sei soltanto un tronfio manipolatore! - Per tutta risposta, Chiye mulinò in aria la frusta infuocata e lo costrinse ad allontanarsi per schivare il colpo, cosa che fece riprendere il tremendo ronzare ma che questa volta fu ben gestito da Akiho che, superata la prima destabilizzazione dovuta a una scossa per via del danneggiamento alla colonna, ne provocò una seconda con uno sbattere secco della sua Senkoku al suolo. Chiye si lanciò subito all'inseguimento, animata da un sentimento oscuro; in un modo o nell'altro sarebbero usciti da la dentro, ma quel demone figlio di un insetto non l'avrebbe passata liscia per quello che le aveva fatto. - Andate! Cercate un'uscita! - ordinò Akiho, lanciandosi dietro alla sorella per poterle coprire le spalle.
Assecondando l'ordine della minore delle Koizumi, seconda in carica dopo la sovrana che aveva dato prova ancora una volta dell'orgoglio incrollabile di cui si forgiava la Roccia, corsero tutte dal lato opposto rispetto al bijuu, alla ricerca di una via d'uscita da quel luogo infame. La misteriosa presenza era andata da quella parte, Rei e Sadou l'avevano sentito poco prima; andando a ritroso, superarono il cunicolo oramai buio dove prima brillava la luce rossa, addentrandosi ancora più in profondità. Il territorio non cambiava affatto, anche se da quelle parti c'erano meno bozzoli. I fastidiosi lamenti divennero sempre più forti, sintomo che altri cristalli erano in attesa; le loro luci brillarono sul fondale, mostrando un rosato piacevole a destra e un bianco opaco a sinistra, qualche metro prima. Rei decise di imboccare la via di sinistra, seguita da Sadou - che fra tutte, preferiva la compagnia dell'unica persona che aveva cercato di non assecondare la follia del demone; Masaru e Kaoru avanzarono verso quello di destra.
@Rei/SadouConformazione del tutto simile al precedente cristallo, ma con sostanziali differenze ad accogliere i loro sguardi increduli. La formazione cristallina era muta, pallida, bianca, pura, assai luminosa. Ogni piccolo frammento bianco splendeva come animato da qualcosa, rinvigorito da una forza che era palpabile nell'aria. Davanti al cristallo un bambino di non più di dieci anni, ferito alla spalla destra, col fiatone e uno straccio logoro a coprirlo. Avvertendo la presenza dei due, si volse verso di loro; lo sguardo di chi ha paura, di chi ha perso qualcosa, di chi si sente fragile.. eppure anche di chi sa, di chi conosce. A un'attenta occhiata, avrebbero facilmente detto che quella profondità d'occhi stonava parecchio con l'ingenuità di un infante. - Fatemi largo! Avete combinato abbastanza danno! - inveì contro li loro, senza dare tempo e modo di spiegarsi, cercando di sfuggire e di passar loro in mezzo. Cosa avrebbero fatto l'arma della Roccia e il giovane shinobi del Gelo?
@Masaru/KaoruPoco più avanti la situazione era ben diversa: il cristallo dalla luce rosata era tenue, leggermente danneggiato eppure calmo. Chiamava, nonostante non potessero sentire pienamente le sue parole. Aveva una voce morbida, femminile, un lamento soffocato dalla timidezza, dal non voler dare disturbo, dalla consapevolezza del suo destino eppure non per questo collerica con chi avrebbe potuto farle del male. Cosa fare? Provare a entrare in contatto con esso per distruggerlo oppure per supportarlo?
Prossima Scadenza: 01/08 (se riuscite a fare comunque entro domenica tanto di guadagnato per voi ragazzi siete dei fighi); penultimo post per voi #copyandpaste
DISCLAIMER x VALUTATORE. Per tagliare corto e accorpare quanto più possibile, mi sono sentita con i ragazzi per concordare le loro azioni (esecuzione degli ordini di Chiye/Akiho, spartizione al bivio).