[Fase IV] Lacrime di un futuro passato, Per Angy (2° pg), Blazing Phoenix, Misato Kojima

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view post Posted on 2/7/2018, 14:40
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Lacrime di un futuro passato - La codardia della creatura -
Il cuore le batteva forte e la determinazione di far uscire vivi da quella situazioni tutti quanti era ben radicata in lei. Certo era perfettamente conscia di non essere abbastanza forte ma dentro alla sua cupola aveva Sun e avrebbe fatto qualsiasi cosa per tirarlo fuori con la sua pellaccia.
Le vibrazioni si fecero sempre più forti e quando la giovane sentì un forte tonfo sulla sua cupola la paura di essere schiacciata nonostante i suoi sforzi si fece largo in lei e senza nemmeno rendersene conto chiuse gli occhi. Una cosa automatica, in fondo non avrebbe mai voluto assistere alla propria morte, aveva sempre pensato succedesse in combattimento ma non voleva soffrire troppo, in fondo chi desiderava il dolore?

"Non avere paura…io sono con te!"


Sentì la voce del suo papà che l’accarezzava con delicatezza e quando i tremori si fermarono attese qualche istante, il suo cuore, che stava battendo forte, si calmò lentamente fino ad avere un ritmo più regolare. Quando aprì gli occhi non riuscì a capacitarsi di quello che aveva intorno. La sua cupola era sparita e intorno a lei un’arena dorata la circondava. Cosa significava?
Misato si guardò intorno e i suoi occhi incrociarono quelli di Sun, almeno lui era vivo e accanto a lei, c’era una possibilità allora. Non aveva paura, era convinta che potevano affrontare qualsiasi situazione e, in ogni caso, la morte era meglio di una vita fatta d’illusioni.

«Come facciamo ad uscire da qui? E soprattutto dove sono Fujie e i due fratelli?»


Chiese a Sun. In quel preciso istante iniziò ad avere paura perchè si ricordò della figura della Jonin-S che si lasciava schiacciare dalle macerie…poi più nulla. La sua barriera le aveva impedito di osservare la fine di quella vicenda. E ora? Doveva capire come uscire da lì e, soprattutto, come trovare i compagni.
Stava cercando di calmarsi per poter pensare in maniera più lucida quando la voce del Bijuu si alzò di nuovo nell’aria facendosi sentire a loro due.
Siete ragionevoli…la vostra amica morirà…vivere in pace…eppure sarebbe stato tutto finto. La realtà non poteva essere costruita in quella maniera. Sua nonna soffriva per la sua lontananza, Yoori ce l’aveva a morte con lei perché lo lasciava sempre da solo, Arashi non si faceva vedere da mesi perché lei lo aveva deluso. La realtà è questa e di certo non aveva alcuna intenzione di vivere in un mondo finto dove tutto poteva andare come voleva lei. Per quanto bello sarebbe stato finto e lei non era diventata uno shinobi per una cosa del genere.
Alzò lo sguardo verso il cielo iniziando ad essere stufa di quei giochetti e sentendosi terribilmente impotente davanti alla potenza di quella creatura.

«Tu non vuoi stare in pace, ti vuoi solo nascondere senza affrontare la realtà. Mi spiace ma questa si chiama codardia. Io non ho alcuna intenzione di vivere in questa maniera, sono diventata uno shinobi per aiutare le persone a costruire un mondo migliore dove nessuno ha più valore del prossimo, dove tutti siamo uguali e dove possiamo costruire insieme un pianeta dove non esistono differenze ma solo virtù differenti. Un mondo dove ognuno potrà mettere al servizio le proprie qualità…e io non posso fare questo rimanendo chiusa in questo posto. Devo tornare a casa.»


Disse con aria sicura e determinata. Era stufa di dover convincere quella creatura, in fondo chi non cerca di salvarsi da sola non la salva nessuno, Misato poteva dargli una mano ma il primo a metterci il proprio impegno era il Rokubi.

«Per realizzare questo sogno bisogna lavorare tutti insieme e sconfiggere gente crudele che crede di poter soggiogare la vita di qualcun altro. Cazzate. Vanno sconfitti e tu puoi aiutarci se vuoi. Se noi, piccoli esseri umani, siamo in grado di avere questo coraggio per proteggere ciò che amiamo perché non lo puoi fare tu? E in ogni caso tu puoi rimanere qui, nascosto, lascia però che noi andiamo a continuare le nostre guerre…così quando tutto sarà finito anche tu potrai tornare alla realtà e trovare un posto che sia tuo…trovare casa…»


Poteva anche sembrare un discorso utopico ma lei ci credeva. Per questo suo sogno aveva fatto tanti errori, abbandonate pezzi di sé per strada per permettere agli altri di rimanere integri. Aveva distrutto il suo cuore per permettere agli altri di non sporcarsi le mani. Per avverare questo sogno era pronta a distruggere sé stessa e in quel mondo non poteva farlo. Rimanere lì non era solo codardia ma anche profondo egoismo.


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Blazing Phoenix
view post Posted on 5/7/2018, 17:08




Il tremore proseguì imperterrito. La sua intensità in continua, roboante crescita. Arrivò al punto in cui dovetti accucciarmi, piazzando le mani sopra la testa mentre la barriera di sabbia nera mi avvolgeva completamente. La mia mente non poté che soffermarsi sui compagni rimasti al di fuori delle nostre barriere. Fujie sembrava convinta ad andare fino in fondo con la propria decisione, ma i fratelli Ukemura erano stati più che altro coinvolti in questo a loro discapito. Mi sentivo un vigliacco. Non avevo potuto far altro che nascondermi e per di più impegnando le risorse di un'altra shinobi. Speravo che fossero tutti riusciti a scamparla, in qualche modo.

Non me ne ero neanche reso conto, ma avevo tenuto gli occhi chiusi per tutto quel tempo. Quando li riaprii, non riuscii a nascondere la sorpresa. In un certo senso, eravamo ancora all'interno delle nostre cupole di sabbia, ma era come se si fossero espanse all'inverosimile, ingrandendosi centinaia di volte e combinandosi insieme alle macerie in un unico amalgamato di sabbia dorata, ferrosa e detriti. Quello o eravamo stati rimpiccioliti fino a diventar non più grossi di un topo. Il mio sguardo si incrociò con quello di Misato, le preoccupazioni che manifestò non erano molto diverse dalle mie.

« Potrebbe nuovamente essere opera di Saiken, in tal caso non credo ci sia niente che possiamo fare per uscire di qui... spero solo che Fujie e gli altri stiano bene. »

Osservando attentamente i dintorni, non era possibile individuare nessuna traccia degli altri, o di una via di uscita. Il silenzio regnò sovrano per interminabili secondi, rendendomi terribilmente teso. Eravamo praticamente in balia di una creatura che, per quanto ragionevole e di buon cuore, era adesso in preda ad una furia esasperata. Quasi come richiamato dai miei stessi pensieri, la voce di Saiken echeggiò nella cupola. Sembrava esausto, ma nuovamente calmo e speranzoso. Desiderava con tutto il cuore di portarci dalla propria parte. Ciò che ci mostrò mi strinse una morsa attorno al cuore. La figura di Hadaka apparve proprio di fronte a me, assieme a quella di uno sconosciuto che riconobbi come la persona su cui Misato aveva pianto disperatamente. La morsa si fece ancora più stretta e mi sentii sprofondare quando altre due figure si affiancarono ad Hadaka: mio padre Sanzo e mia sorella Ren. Quando si materializzarono del tutto, fu impossibile per me anche solo dubitare che non si trattasse veramente di loro. I loro occhi si incrociarono con i miei, sorrisero. Vederli in perfetta salute avrebbe dovuto essere un sollievo, una gioia perfino, eppure... eppure la mia mente fu invasa da tutt'altri pensieri. Guardando mio padre, non potei fare a meno di sentire il suo possente grido, un misto di collera e disperazione, che rimbombò nelle mie orecchie quando mi accasciai a terra privo di forze una volta colpito dal rituale del Taisei. Guardando mia sorella, invece, tutto ciò che balenò davanti ai miei occhi fu il suo corpo inerme, il suo sguardo vitreo perso nel vuoto. Quei ricordi erano veri. Dolorosamente veri. Abbassai lo sguardo mentre i miei occhi ricominciarono a riempirsi di lacrime, rimanendo in silenzio mentre Misato dava libero sfogo ai propri pensieri.

La mia mente cominciò a vagare. Non potevo minimamente biasimare il comportamento di Saiken. Sarebbe stato ipocrita da parte mia. Io stesso mi ero rinchiuso in una fuga mentale per anni, dopo quel dannato ed ingiusto litigio che ebbi con la mia sorellina, Rin. Ciò che mi spinse ad abbandonare l'Accademia ed isolarmi nasceva dallo stesso sentimento che spingeva Saiken a fare quello che stava facendo. Irreparabile pentimento, l'essere consci di aver fatto un terribile sbaglio, torto o di aver ferito qualcuno senza avere un modo di rimettere le cose a posto. L'essere disposti ad accettare di allontanare sé stessi da tutto per il bene degli altri. Io lo capivo, ma nella mia ancora giovane esperienza, avevo imparato anche qualcos'altro. Le ferite guariscono, gli errori si correggono, le soluzioni si trovano.

Drizzai la testa non appena Misato ebbe finito di parlare. Ciò che diceva era giusto, eppure pensai che forse era stata anche troppo dura con il Bijuu. Forse stavamo sottovalutando quanto conscio fosse di ciò che stava facendo e non è tentando di strapparlo via con forza dalle proprie convinzioni che ci avrebbe aiutato.

« Codardia? Forse. In tal caso puoi chiamare codardo anche me. C'è stato un tempo in cui sarei stato disposto a comportarmi allo stesso modo di Saiken-san. Ma è una “codardia” dettata da una dolorosa realizzazione, dal desiderio di fare del bene e da un'enorme bontà. Saiken soffre, Misato-san. Tutto questo è completamente naturale. E' un istinto protettivo. »

Dissi allargando le braccia, indicando tutto intorno. Infine, allungai una mano verso le apparizioni dei nostri cari.

« Non sappiamo come funzioni questo sigillo, se di ciò si tratta, che ci ha portati ad essere riuniti qui. Non possiamo essere certi che ci sia un modo per noi di uscirne senza portare anche Saiken con noi e contro la sua volontà. »

Alzai gli occhi, cercando in qualche modo di incrociare anche solo per caso lo sguardo del demone. Fatto ciò, indicai Ren con decisione.

« Questa è mia sorella Ren, non sono sicuro se anche tu sia in grado di vederla. Tuttavia, non è la vera Ren. Lei è da qualche parte, là fuori. Il suo sguardo è piantato contro il cielo, completamente privo di vita. Ma se, come me, è stata poi sigillata, allora ho una possibilità per mantenere la mia promessa. »

Recitai le parole con solennità e decisione mentre riaffioravano, vivide, nella mia mente.

« Fuggirò dall'inferno più profondo, sconfiggerò il più micidiale dei demoni. Torneremo a Suna insieme. Tu, papà ed io. Te lo prometto, Ren. »

Non pronunciai le parole ad alta voce, ma potevano essere udite senza alcun problema. Sorrisi, guardando nuovamente verso l'alto.

« Certo, non sono esattamente finito nel tipo di inferno che mi sarei potuto aspettare ma le tentazioni qua non mancano, heh. Inoltre, che sorpresa, quello che conoscevo con l'appellativo di “demone” è in realtà una deliziosa creatura. Chiamerei demoni quei signori che hanno risvegliato quell'abominio di pietra dalle viscere della terra, con tanta leggerezza e senza alcun riguardo per coloro che stavano dando la vita per aiutarli. »

Feci una breve pausa, riprendendo con un tono un po' più serio.

« Ma il punto resta, Saiken-san. Tutti noi, Fujie, Satori, Miyamoto, Misato ed io, abbiamo qualcosa o qualcuno che ci aspetta là fuori nel mondo reale. E' imperfetto? E' ingiusto o inutilmente complicato? Certamente, ma resta il mondo a cui apparteniamo. Nulla ci vieta di lottare per migliorarlo o di trovare scappatoie più convenienti... o di fuggire da esso, come vuoi fare tu. Le tue scelte ti appartengono, ti chiedo di capire che lo stesso vale per le nostre. Non voglio forzarti a scegliere di venire con noi, ma almeno di lasciarci provare a trovare un'uscita, pure con il tuo aiuto se lo riterresti accettabile. Immagino che la nostra ambiziosa testardaggine sia per te incomprensibile come per noi la grandezza dei tuoi poteri o la forza della tua convinzione. »

Terminai il mio sproloquio abbassando lo sguardo e sospirando. Avevo fino ad esso sorvolato su un alquanto spinoso dettaglio che Saiken aveva menzionato. Sarebbe stato pericoloso per me tirare in ballo Fujie dopo che aveva infastidito e sfidato apertamente il Bijuu, ma non potevo permettermi di lasciarla andare senza provarci.

« Io... mi dispiace che sia andata in quel modo, ma... la nostra amica, Fujie. Da come ne hai parlato sembra essere ancora viva. E' proprio necessario che muoia? Possiamo salvarla in qualche modo? La morte è qualcosa di così... definitivo, non preferiresti anche tu che potesse esserci un'altra possibilità? Un'alternativa? »

Stavolta, era il mio tono che si era fatto carico di speranza. Non volevo supplicare il Bijuu, non sarebbe stato altro che una poco dignitosa maniera di forzare la sua mano in modo meno aggressivo. Era un animo gentile, nel profondo, ero sicuro che lasciargli la scelta avrebbe portato a qualcosa di buono... o almeno, avrebbe potuto considerare la cosa.
 
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view post Posted on 6/7/2018, 00:16
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Artificial Flower's Lullaby

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Fujie



Il grattare di Yasei era l'unico rumore che le orecchie di Fujie potevano percepire. La sua arringa aveva colpito il Bijuu quel tanto che bastava per farlo tacere per lunghi secondi. Lunghissimi e strazianti, per chi aveva ossa fratturate e per chi scavava disperatamente alla ricerca della propria metà spirituale.

Il povero lupo poteva solo guardare e farsi guardare a sua volta: anche con tutta la sua buona volontà non sarebbe riuscito a infilarsi in quello stretto pertugio se non con la punta del muso, e se anche ce l'avesse fatta il rischio che tutto crollasse su entrambi rimaneva tragicamente reale.

Stessa cosa per lei: era bloccata, a tu per tu con quella voce che nemmeno poteva dirsi tale. Non aveva una provenienza fisica, e quando Saiken parlò di nuovo la kunoichi lo sentì direttamente nel suo cervello.

«Dimmi perché lo fai.»

Si era liberato di quei residui di piagnisteo con cui lo avevano incontrato la prima volta. La voce era sempre molto sottile, inadatta ad un corpo così enorme, ma il tono era più deciso.

«Sono secoli che gli uomini mi danno la caccia. E secoli che altrettanti uomini vengono da me dicendomi che sono una divinità e che sono al mio servizio. Ma sai cosa succede ogni volta?
Gli uomini si ammazzano tra di loro per un potere che io non voglio concedere. Ma che loro continuano a sperare di avere.»


Stavolta il sentimento era più chiaro: risentimento. Le lotte che per generazioni si erano susseguite fra Kyo Dan e Taisei erano tutte conservate nella memoria del Demone dalle Sei Code.

«Parli come se tu potessi capire quel che provo, quando tutto quello che vuoi è che io vi aiuti a uscire da qui. Perché credi di potermi comprendere? Sono... Un demone che vi fa schifo. Che alla tua razza provoca disgusto.
In che modo potresti sperare di comprendermi, umana?»



Misato e Sun



Gli spettri, le invitanti proiezioni dei loro cari, guardavano i due Shinobi della sabbia con sorrisi calorosi.
Sarebbe bastato poco. Un cedimento, un venire a patti col proprio orgoglio, e sarebbero stati per sempre felici e contenti.
Questo almeno era quello che proponeva Saiken... Ma i manipolatori di sabbie decisero che non volevano correre il rischio di una vita eternamente falsa, per quanto felice.

«Allora sei diventata shinobi per nulla, umana.»

La voce del Rokubi rimbombò chiaramente in risposta a Misato.

«La vostra razza ha la memoria corta. Non imparate dai vostri errori, continuate ad ammazzarvi nel tentativo di conquistare qualsiasi cosa. Sei un'illusa.»

Era deluso, stanco, amareggiato. Non c'era più nessun piagnisteo nella sua voce, solo quella rassegnazione sconfortata. Tuttavia, quando fu Sun a parlare, ecco che il Bijuu cambiò leggermente il tono di voce. Fra tutti, andando contro il luogo comune stereotipato che vede la donna come angelo confortante, era stato proprio il ragazzo a dimostrare più calore verso il demone a sei code.

«La vostra amica... È ancora viva, per ora.»

I fantasmi tremolarono e i loro volti diventarono più sfocati.

«Parole. Belle parole, sì. È una cosa che ho sempre ammirato di voi umani, sapete parlare molto bene. È così che sono stato catturato, più volte...»


Si udì un sospiro, di fiato buttato fuori. Contemporaneamente, i volti dei fantasmi presero ad allungarsi come se si stessero sciogliendo. Anche i corpi si ripiegarono verso il basso, appesantiti.

«Anche tua sorella è qua dentro, ragazzo. Se era là fuori, adesso è qua dentro. Il Gedo Mazo ha preso tutti, senza distinzione. E adesso vi dimostro perché è meglio che io stia qui dentro.»

La mutazione nelle creature fatte di ricordo giunse al termine. Al posto dei volti, c'erano ora masse di tentacoli viscidi che si muovevano lentamente, colando bava schiumosa. Le schiene curve, le mani tramutate in artigli adunchi. Anche gli occhi si erano allungati, e le sclere si erano tinte di nero petrolio.

«L'ultimo villaggio che ha interagito con me, umani come voi, si è trasformato nelle creature che vedete. Ho portato tanta disperazione e tanto dolore, senza poterlo controllare. Voi volete liberarmi...»

Le figure si moltiplicarono. A decine, a centinaia, invasero l'intera arena circondando completamente Misato e Sun. I tentacoli mandavano versi gutturali e acuti, stridenti all'orecchio.

«Rimangono umani. Provano le stesse sensazioni di prima... Ma sono mostruosi. Ora ditemi se vale la pena rischiare una cosa del genere... O se voi, shinobi convinti di quello che state facendo, non dovreste sacrificare la vostra libertà pur di tenermi confinato qui.»

Le figure si mossero facendo un passo in avanti, in perfetta sincronia.
L'urlo di Saiken si fece di nuovo acuto e stridulo, recuperando quel sentore di disperazione che avevano imparato a riconoscere.

«DITEMELO, FORZA!»



CITAZIONE
Prossima scadenza: 13 luglio
 
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view post Posted on 9/7/2018, 22:02
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♫ Peace ♫

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Perchè lo fai, perché credi di potermi comprendere, ancora con quelle dannate domande - pensò la rossa - e solo avesse avuto più libertà di movimento nulla avrebbe impedito al palmo della sua mano di impattare sulla fronte sottolineandone la frustrazione. Non riuscivano a comunicare ed inevitabilmente ebbe la sensazione che come al solito fosse colpa sua, della sua incapacità di esprimersi ma diversamente dal solito non lasciò perdere, non poteva ignorare Saiken, stavolta c'era ben altro in gioco e la chiave sembrava risiedere proprio in quel comprendersi vicendevolmente.
Si trovò dunque a chiedersi come facevano di norma a comunicare due persone che non parlavano la stessa lingua o due esseri appartenenti a specie diverse. Lasciandosi colpire con le sue azioni aveva tentato l'impossibile ma senza successo e se non con le parole, cos'altro le restava? Perchè diamine non poteva essere semplice e immediato come con Yasei, perchè non poteva entrarle dentro e leggere i suoi pensieri insieme a cuore e mente?


"Ti comprendo perchè gli umani l'hanno fatto anche con me. Li ho odiati per questo e li odio tutt'ora."

Non erano considerabili "uomini" quelli che avevano tentato più volte di sfruttare il suo potenziale e per quanto quel desiderio di conquista fosse insito nel ruolo di shinobi, quello che le era successo non aveva nulla a che fare con il lavoro subordinato o al semplice ordine militare che vedeva i soldati usati come pedine. Tentò di spiegarglielo ma con poca convinzione, fermandosi a più riprese nella ricerca di parole che non erano parte del suo vocabolario, tossendo per la mancanza d'aria e respirando in modo irregolare.

".. è da quando sono venuta al mondo che gli umani cercano di capire cosa sono e come possono sfruttarmi. Ciò che non si comprende può far paura così come può far gola.. non come le bistecche, hai capito no? Ecco ed io ai loro occhi sono sempre stata vista come un mostro, qualcosa da studiare e sfruttare."

Quello era il meglio che poteva fare, il suo tentativo migliore per spiegare al demone che sapeva come ci si sentiva a ad avere addosso quegli sguardi carichi di aspettative e desiderio. Definì "umani" le persone che avevano accompagnato la sua vita come se lei non si sentisse tale ed effettivamente era così: il suo girovagare per le foreste fin dalla tenera età con la sola compagnia di un lupo, priva di qualsivoglia educazione, erano tutte caratteristiche che facevano di lei un essere ibrido alla stregua di un animale selvatico. Aveva imparato il linguaggio comune più tardi senza però mai perdere determinati comportamenti e riflessi, sviluppando però in compenso un amore indiscusso per la natura e per la libertà. Fu iniziata al culto della Luce, poi adottata da Suna.

"Puzzavo ancora di latte quando dandomi una casa quel prete-baka mi vendette a Suna per un sacco d'oro, qualche capo di bestiame e la promessa che raggiunta l'età lui e la sua congrega avrebbero potuto liberarsi di me."

E come ringraziamento quando anni dopo quell'orfana fu accompagnata nella capitale del Vento, di quel piccolo villaggio - dei rituali e delle vesti rosse - non restò che polvere. Con sommo dispiacere scoprì solo tempo dopo che la Sabbia aveva sfruttato quegli anni per studiare il suo potenziale e alla fine, viste anche le sue origini da dover tenere segrete, deciso di cancellare ogni prova di quegli accordi.

"Non ho mai reso la vita facile ai sensei, ai compagni d'accademia, a nessuno in realtà.. ma è così anche ora, non lo faccio di proposito, proprio come tu non vuoi fare davvero del male a noi o chicchesia. "

Il suo era un riflesso incondizionato, una risposta naturale che sorgeva dall'essere additata come mostro perchè diversa o perchè troppo forte per gli standard. La definivano spesso come disumana.
Aveva fatto del male involontariamente a tante persone per mancanza di controllo, per il suo essere così istintiva e prepotente ma che colpa ne aveva se nel suo sangue aveva quel potere, quel chakra mai visto e se era cresciuta in un determinato modo?
Crescendo inevitabilmente incanalò sempre più quella rabbia servendo il suo Dio, l'unico che silente sembrava riconoscere i suoi sforzi e preghiere: divennero sempre più numerosi i sacrifici fatti in suo nome, immolava tutte le anime malvagie che dal suo punto di vista erano tali, corrotte da un vizio troppo sporco da poter lavare diversamente se non con il sangue. Le sue mani si erano tinte di rosso innumerevoli volte e per quanto quei sacrifici fossero legittimi ai suoi occhi, per la legge e per il giudizio comune non poteva che essere libero arbitrio, violenza gratuita e prevaricazione. Iniziarono a temerla più di prima.


"Ogni volta che si riferiscono a me come Nashibi.. fa male. "

Non sapeva come esprimere quel peso che le si palesava puntualmente all'altezza del petto, era come la comparsa improvvisa di una presenza schiacciante e spinosa che la faceva soffocare e sanguinare al tempo stesso.
Nonostante tutto comunque aveva anche avuto modo di scoprite le gioie dell'amore, gioie che durarono poco tuttavia e che contribuirono a indurire il suo animo e ad isolare il suo spirito. L'amore sfociò nel dolore del tradimento e quel che fu peggio era che accadde per mano di chi aveva il suo stesso sangue - un Inuzuka di Konoha - che alla fine pagò con la vita le macchinazioni messe in atto dietro ordini del suo villaggio: Yasei lo sbranò vivo. Da quel giorno - tentò di spiegare al demone - si chiuse in se stessa proprio come stava facendo lui. L'amore che aveva provato per quell'uomo era stata solo un'illusione, l'ennesima trovata per avvicinarla, un' incommensurabile delusione: quando pensava di aver finalmente trovato la sua dimensione, il suo posto nel mondo, scoprì di aver trovato l'ennesimo umano bastardo che voleva privarla della sua libertà e del suo potere.
Senza sapere come raccontò le sue esperienze come non aveva mai fatto con nessuno e se in quel momento Shou e Reiko l'avessero sentita avrebbero faticato a riconoscerla pensando che si trattasse di deliri pre mortem.


"Te lo ripeto, ti comprendo perchè hanno fatto lo stesso con me. La differenza è che io nonostante tutte le batoste ho continuato per la mia strada, ho trovato del buono e lo stesso dovresti fare tu.

Non puoi lasciare che siano gli altri a definire chi vuoi essere oggi.
"

Non gli stava dicendo chi essere, gli stava dicendo che comprendeva la sua natura e che avrebbe dovuto decidere da solo chi essere e cosa fare, questo senza farsi condizionare dal passato. Forse i demoni nel loro essere divinità non avevano una simile capacità di auto percezione, forse ciò che sentiva il demone era un qualcosa di legato unicamente a quello che i suoi seguaci credevano e a ciò che i suoi nemici sostenevano, in quel caso non aveva speranze di convincerlo a reagire né a fargli capire che poteva esserci qualcosa di meglio al mondo. Ma chissà, magari la presenza stessa di Fujie in quel posto poteva fungere da motore pro attivo in tal senso: poteva una donna che non si sentiva umana spingere un demone ad esserlo e ad avere fiducia nella vita?

Da quando aveva emesso il suo primo vagito aveva affrontato qualsiasi ostacolo senza mai tirarsi indietro, si era scornata con qualsiasi tipo di scoglio e lo aveva superato a suon di testate e per quanto non fosse la strada più intelligente o più facile, continuando così aveva trovato qualcuno a cui poter dare la sua piena fiducia. Ultimi ma non ultimi erano i cani dell'eremo, quel gruppo variegato di pelosi a quattro zampe che vivevano proprio nelle profondità di quel Paese.


"Nè.. non ti ricorda Fenrir?"

Impegnato a scavare e tentare di infilarsi inutilmente tra le macerie Yasei a quelle parole si fermò, effettivamente il disagio che condividevano era simile e così le ferite subite. Essere visti come un mezzo, una fonte di potere, essere manipolati e traditi in modi indicibili non poteva che generare una sfiducia incurabile. Sognando di poterlo richiamare e vederlo intento in un dibattito con il sei code comunicò di nuovo con il suo compagno dal pelo fulvo, poteva vedere la punta del suo muso sbuffare tra la polvere: gli ripetè di fermarsi se non voleva rischiare di restare bloccato a sua volta.




~ Abilità ~
<attivazione/passiva> - Sensitivo [Liv 0: 61]"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
CITAZIONE
    Liv 6: 8 Stm a turno; 4 turni necessari all'attivazione; 150 m di range
    Liv 5: 8 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 300 m di range
    Liv 4: 7 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 500 m di range
    Liv 3: 7 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 700 m di range
    Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range
    Liv 1: 6 Stm a turno; 1 turno necessario all'attivazione; 1,5 km di range
    Liv 0: 3 Stm a turno; 1 turno necessario all'attivazione; 2 km di range




 
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Blazing Phoenix
view post Posted on 13/7/2018, 20:42




Il tono di Saiken si fece aspro mentre ammoniva le affermazioni di Misato. Inaspettatamente, il suo tono si fece più rilassato appena decise di rispondere alla mia domanda riguardo Fujie. Certo, una pesante traccia di stanca amarezza era ancora presente nel suo tono, ma lo considerai un passo avanti nella giusta direzione. Fujie era ancora viva, potevamo ancora avere una possibilità di salvarla... per il momento però, era meglio non forzare troppo la cosa, attesi in silenzio mentre Saiken continuava a parlare. Complimentò le mie parole, una lusinga non da poco ma, sfortunatamente per me, Saiken aveva già avuto a che fare con chiacchieroni del mio calibro; in particolare, gente che non si era fatta scrupoli nell'approfittare della gentile fiducia offerta dal demone stesso. Mi trovai non poco in difficoltà. L'istinto mi suggerì di scusarmi, mostrare comprensione ed un pizzico di empatia verso il Seicode, ma a quale scopo? Come se una banale frase di circostanza potesse cancellare quello che è stato il passato tormentato di questa creatura. Come poche altre volte in vita mia, mi morsi la lingua e lasciai che Saiken continuasse ad esprimersi.

Il Bijuu sospirò pesantemente, il suono sembrava provenire da ogni direzione oltre che direttamente nelle nostre teste. Le varie illusioni dei nostri cari sembrarono reagire a quel suono, i loro volti sembrarono sbiadire mentre i loro corpi cominciarono ad afflosciarsi. La mia attenzione verso quel particolare venne però spazzata via con una singola frase. “Anche tua sorella è qui dentro, ragazzo”. Spalancai gli occhi. “Il Gedo Mazo ha preso tutti, senza distinzione”. Fu come se fino a quel momento avessi portato un macigno sulle spalle e quel peso fosse improvvisamente sparito. Mi sentii disorientato, per appena un momento, e speranzoso quanto non mai. C'era effettivamente una speranza di rivedere Ren e papà! Balbettai goffamente, mentre spostavo lo sguardo verso punti indeterminati dell'enorme cupola. Non sapevo da dove Saiken ci stesse segretamente osservando ma dovevo assolutamente ringraziarlo.

« Saiken-san... »

Agilmente, mi rannicchiai rapidamente a terra, inginocchiandomi con assoluta revernza.

« Può sembrare un gesto estremo o fin troppo affrettato, ma ciò che mi hai appena detto significa tutto per me. Grazie, grazie, grazie infinite! »

Piantai la fronte con decisione contro il duro e polveroso terreno, parlando al demone codato con il cuore in mano. Ero talmente assorto nella mia dimostrazione di gratitudine che non mi accorsi di come le figure dei nostri cari avessero cominciato a deformarsi drasticamente. Furono alcuni preoccupanti suoni a farmi drizzare la testa, in aggiunta alla voce di Saiken, il quale si apprestò a renderci partecipi di un alquanto tragico episodio. Un sussulto mi scosse mentre un gemito mi uscì volontariamente dalla bocca per la sorpresa e lo spavento. Davanti a noi non c'erano più i nostri amici o familiari... o meglio, se erano ancora loro, non avevano più il loro aspetto. Tentacoli grondanti saliva e muco pendevano dai loro volti, i loro occhi si erano fatti completamente neri e si protendevano oltre le orbite come fossero quelli di una lumaca. Le loro schiene si erano ingobbite e pure le mani avevano subito drastiche deformazioni. Non fui minimamente in grado di celare la repulsione né il mio inorridire nel trovarmi improvvisamente faccia a faccia con un qualcosa del genere. Le amare parole di Saiken accompagnarono la comparsa di decine su decine di nuove figure, tutte distorte e deformate alla stessa maniera. La voce del Seicode ci assicurò che erano ancora del tutto umani, che le loro sensazioni erano rimaste inalterate a differenza del loro aspetto, che lui stesso definì mostruoso.

Fu così che Saiken decise di metterci alla prova. Voleva sapere se eravamo disposti a correre il rischio che la sua energia corrompesse i corpi di altri innocenti o se fossimo disposti a sacrificare la nostra libertà per evitarlo del tutto. Il suono di una miriade di passi echeggiò nella cupola, ognuna di quelle figure si era mossa in perfetta sincronia con le altre. Istintivamente, feci un passo indietro, urtando inavvertitamente contro Misato. Quelle figure deformi ci circondavano completamente e con snervante lentezza compivano lenti passi verso di noi, andando a restringere il cerchio. Che fare adesso? Saiken aveva messo tutte le carte in tavola, desideroso di ricevere una risposta chiara e definitiva. Nel profondo sentivo di non volermi arrendere, chi altri avrebbe sacrificato la propria libertà su due piedi e senza esitazioni? Ma non potevo nemmeno rispondere a cuor leggero che avrei tranquillamente messo a rischio le vite di chissà quanti altri innocenti. Sacrificio e prigionia o una piaga dilagante? Perché prendersi in giro? Entrambe quelle scelte facevano schifo. Dovevo saperne di più. Doveva esserci un modo migliore di risolvere la questione.

« Ti chiedo di perdonare la mia ostinazione, Saiken-san, ma voglio essere sicuro che davvero non ci siano altre alternative per noi... e pure per te. »

Feci una breve pausa mentre davo un'altra occhiata alle creature che ci circondavano.

« Non hai alcun controllo su questa... “corruzione”, se così posso chiamarla, senza offesa. Sai forse cosa sia a causarla? Una delle tue esalazioni o forse il tuo chakra stesso? Dici che, nonostante i cambiamenti fisici, nessuna delle persone afflitte accusi di particolari sintomi o abbia sofferenze di natura fisica, quindi mi chiedo: può esserci un rimedio? E' un processo reversibile? Se fossero le tue esalazioni il problema, queste potrebbero essere studiate per creare un qualche antidoto o vaccino. Se fosse l'esposizione al tuo particolare chakra non basterebbe l'utilizzo di particolari tecniche di sigillo che possano tenere determinate zone al riparo da questi effetti collaterali? Lo so, non ti sto dando una vera risposta con questo mio stallo, ma non voglio arrendermi senza averle provate tutte... immagino non sia una sorpresa esagerata. Appartengo a questa fastidiosa specie anch'io dopotutto, heheh! »

Ciò che stavo proponendo poteva quasi sembrare ridicolo. Umani che collaborano con un Bijuu? Impossibile. Eppure, nonostante tutto, sentivo che poteva essere uno dei pochi modi di spezzare o almeno smorzare questo ciclo di odio e guerra che va avanti da intere epoche.
 
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view post Posted on 16/7/2018, 10:50
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Lacrime di un futuro passato - lo farò io per te -
Non si sentì attaccata dall’affermazione di Saiken perché più di una volta, lei stessa, in momenti di grande sconforto, si era detta più volte di aver preso la strada sbagliata, di fare quello che faceva per nulla e che il mondo pacifico che tanto agognava non sarebbe mai giunto. Eppure qualcosa dentro di lei continuava a farla credere, a farle sperare un mondo e un futuro migliore per tutto il genere umano.
Misato tirò però un sospiro di sollievo quando sentì che Fujie era ancora viva. Non aveva dubbi riguardo la sua capacità ma la sua impetuosità. Temeva potesse lanciarsi in azioni sconsiderate che avrebbero potuto mettere a rischio la sua vita e quella di Yasei. Ma per fortuna il peggio non era ancora avvenuto, la speranza di tornare tutti a casa insieme era ancora viva.
Guardò ancora una volta le figure che stavano davanti a lei che le sorridevano ascoltando le parole di Saiken. Sentiva la sua sofferenza e in qualche modo voleva aiutarlo a riemergere dal buco nero nel quale era caduto però era anche vero che lui non voleva più essere aiutato, che li stava solo allontanando frapponendo dei muri nella speranza di non essere più disturbata. Le stesse figure che fino a quel momento avevano dato tanta serenità a lei e a Sun si trasformarono in esseri mostruosi. Il cuore della ragazza le saltò in gola aumentando i battiti per la paura che quelle figure incutevano in lei ma cercò di calmarsi, non poteva perdere la lucidità in un momento come quello.
Lasciò che il sunese parlasse e in qualche modo si sentì confortata dalla sua vicinanza. La giovane età del ragazzo era una cosa buona in un momento come quello perché ancora più umano rispetto a lei, ancora in grado di entrare nel cuore degli altri mentre Misato Kojima ormai sapeva soltanto uccidere e sognare. Null’altro.

«Se tu resti qui rinchiusa, fuggitiva, altre persone cattive saranno in grado di trovare e di acquisire il potere per liberarti e soggiogarti. Se invece tornerai nel mondo con noi potrai crearti una rete di amicizie e di vicini in grado di poterti aiutare e sostenerti. Tu dici che la più grande dote degli esseri umani sono le parole…io invece credo che sia la capacità di proteggere chi si ama. Io, come Sun, sono convinta che ciò che ti ha proccurata dolore sia un ostacolo superabile in qualche modo…io sono convinta che tu possa tornare nel mondo insieme a noi per costruire una vita che sia tua. Demone, Dio, Umano…tutto ciò perde importanza quando trovi qualcuno che ti accetta e ti vuole bene…se tu volessi tornare noi potremmo essere tuoi amici, potremmo aiutarti…non so quanto le nostre promesse possano valere ma anche se sono solo una debole umana io farei di tutto per poterti aiutare. Lo promisi a Son Goku e ora lo prometto a te.»


Non erano necessarie troppe parole, in fondo Sun aveva detto tutto ciò che c’era da dire, l’unica cosa che poteva farle era dargli una prospettiva del futuro, farle capire che non tutto, in quel mondo imperfetto era perduto. Finchè lei fosse stata viva avrebbe cercato di portare un luce a chiunque ne avesse bisogno.


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view post Posted on 16/7/2018, 22:25
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Fujie



Fujie rispose, e venne ascoltata. Non ci fu risposta inizialmente, ma nella sua testa percepiva come un respiro calmo, segno che dall'altra parte qualcuno c'era, era presente. Il Bijuu la lasciò parlare fino alla fine senza mai interromperla, e malgrado il dolore alla gamba permanesse, alla kunoichi sembrò che il peso che la teneva ferma ora fosse diminuito. Forse stava perdendo sensibilità alla gamba, anche quella era una spiegazione plausibile, ma di sicuro il dolore si era un po' attenuato.
La voce di Saiken si fece udire di nuovo, leggermente confusa.

«Ma tu... Sei umana. Sei uguale a loro. Non sei un mostro. Sei una di quegli umani pazzi che sono pronti a farsi del male per dimostrare che hanno ragione... Ma sei come loro.»

Di fronte alla donna apparve una immagine perfetta di sé. Accucciata con le ginocchia divaricate, l'espressione perplessa e la posa tranquilla, sostava di fronte a lei parlando con la sua stessa voce. A Fujie sarebbe risultata forse un po' strana, come quando si ascolta una propria registrazione e non ci si riconosce, ma l'imitazione era eccellente come le migliori Moltiplicazioni del Corpo.
La guardò mentre parlava di sé, del suo passato, dei dolori subiti. Un confessionale a cuore aperto che il demone assorbì rendendo sempre meno opprimente quella caverna di macerie in cui si trovavano.

«Ti senti diversa... La maggior parte di voi si sente diverso. Qualcuno speciale. Qualcuno superiore. Altri si sentono ingiustamente trattati, ritengono di non meritare quello che hanno o gli succede, e spesso ricorrono alla violenza per cambiare le cose. Io lo so. Vi ho visti evolvervi, ma senza mai fare un passo in avanti.»

L'ambiente attorno alla kunoichi si era morbidamente trasformato nell'interno di una tenda. Tessuti spessi e scuri, un ambiente largo dal profumo di sabbia del deserto. Fujie era ora distesa su di un tappeto, che la separava dal terreno sabbioso. La gamba era ancora rotta, di questo era sicura, ma quantomeno poteva muoversi.
Non c'era Yasei, però. Era come se il lupo fosse fuori dalla tenda, tenda di cui non si vedeva l'entrata. L'animale avrebbe potuto percepire Fujie vicina, ma ancora irraggiungibile.

«Ma perché ci tieni così tanto a tornare da loro? Perché vuoi soffrire per chi non ti considera parte del suo branco, malgrado tutti gli sforzi che hai fatto?»

Era come guardarsi allo specchio, uno specchio dotato di vita propria. Anche l'odore era uguale, impregnato di quello di Yasei come se avessero appena passato la notte assieme addormentati uno contro l'altra.
Era familiare. Era casa. Le sensazioni percepite da Fujie sarebbero state estremamente piacevoli e accoglienti, un abbraccio materno primordiale e caldo.

Sun e Misato



L'inchino di Sun non sembrò avere effetti palesi, ma le sue domande vennero ben recepite dal demone attualmente invisibile.

«È la mia presenza. Provoca effetti sulle creature più deboli, effetti diversi e mai piacevoli. Nella mia lunga esistenza, posso assicurarvi che la nausea che avete provato semplicemente a starmi vicino è quanto di più augurabile possa esserci, fra le alternative.»

Si sentì uno sbuffo secco, e tutti i "mostri" tentacolari scossero la testa.

«Certo, il rimedio c'è. Il Kyo Dan l'ha trovato, c'è stato un periodo... Secoli fa, in cui mi avevano convinto. Il loro capo, allora, mi sembrava una brava persona, anche per i vostri standard umani.

Poi venne ucciso in una delle vostre tante guerre inutili, e tutto è ricominciato da capo. Il punto è...»


Le figure ripresero ad avanzare verso di loro. Sembravano più minacciose, e alcune protendevano le mani verso Sun e Misato.

«Volete essermi amici? Non potete. Usciti da qui, i vostri simili vi scambierebbero per fanatici, per pazzi... Perché nessuno può essere amico di un demone.»

Ci fu un'interruzione come di un sospiro trattenuto, di chi cerca di contenersi per non piangere.

«Nel migliore dei casi, non vi ascolterebbero. Nel peggiore, vi attaccherebbero. E farebbero bene... Perché sareste stati voi a ridurli così.»

Ora fra i due ninja e la marea di creature c'erano poco meno di due metri.

«La vostra amica prima era pronta a farsi ammazzare piuttosto che vivere in una illusione. Ora invece chiedo a voi...

Siete disposti a fare lo stesso?
O preferite uccidere me qua dentro, e rischiare poi queste scene là fuori?»


Saiken apparve di nuovo, dietro la marea di umani mutati. Era enorme ora, dodici metri di lumacone viscido dall'odore putrescente. Apparve semplicemente come se qualcuno avesse alzato un velo e lui fosse stato sempre lì, al margine di quella cupola, ad osservarli.

«Perché io non ho intenzione di passare l'eternità a discutere con voi. E le alternative, vi assicuro, sono limitate.»

Si stava spazientendo, si sentiva che voleva tirare corto e giungere a una conclusione, qualsiasi fosse.
I metri di spazio si ridussero a uno e mezzo.
E diamine, quei cosi puzzavano.




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Prossima scadenza: 23 luglio
 
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view post Posted on 18/7/2018, 20:41
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La ascoltò senza interromperla e quando il torpore alla gamba iniziò ad espandersi ebbe come la sensazione che finalmente fosse riuscita a cavare il ragno dal buco, Saiken doveva aver capito o almeno così sperava. Ciò che ne risultò tuttavia fu ancora confusione, il bijuu continuando a restare nascosto le parlò all'orecchio ribadendo quanto fossero diversi. Nonostante tutto avrebbe continuato a vederla per una semplice umana, una di quelle uscite da una partita difettosa: un'umana pazza che crede di essere speciale e che per far valere le sue ragioni usava la forza. Risentita da quella descrizione capì che non doveva avergli fatto proprio una bella impressione ma la cosa più strana fu sentirselo dire da un proprio clone; facendo leva sui gomiti tirò su il busto e osservò la sua immagine riflessa mentre tutt'attorno l'ambiente mutava facendosi meno soffocante e più familiare. L'odore di Yasei, il calore della sabbia sotto quel tappeto per un attimo le fecero dimenticare perfino il dolore alla gamba.

"Sembra generare queste illusioni spontaneamente in base al suo stato d'animo.. "

Iniziando a credere che perfino il dolore alla gamba fosse opera del Rokubi tentò di alzarsi per fronteggiare faccia a faccia la sua copia ma nel farlo l'articolazione cedette e il dolore al ginocchio tornò a farsi lancinante.

"Tsk ma sei sordo o cosa? "

Imprecò un po' per il dolore e un po' per via di ciò che chiese di nuovo Saiken, se lei era ottuso quel lumacone raggiungeva livelli incalcolabili.

"Voglio uscire perchè in quel mondo di merda alla fine ho trovato quel branco e puoi farlo anche tu. Esci da qui con noi e inizierai a capire come ci si sente ad essere parte di qualcosa. "

Voleva tornare da Yasei per combattere al suo fianco, voleva spalleggiare il suo amato-odiato Kazekage e porre fine a quella battaglia insieme a Shou, Reiko e gli altri. Voleva tornare all'eremo e raccontare tutto a Yorime, a Pakkun, a Bull e perfino a quel testone di Fenrir per poi mangiare carne fino a scoppiare e perchè no, irrompere nell'armeria d Suna e concedersi una sana scopata con quel figo di Yoichi. La voglia di vivere era fuoco ardente in lei e avendo terminato le parole a sua disposizione non potè che fissare intensamente gli occhi dorati della sua copia mentre il cuore le batteva forte nel petto al solo pensiero di quello che poteva ancora essere.

"Immagina. Puoi."

Istintivamente cercò di trasmettere all'esterno ciò che sentiva dentro fino a quando il fuoco e la luce che caratterizzavano il suo animo iniziò ad espandersi e prendere forma. Il chakra ribollente dell'Okami prese a ricoprire il suo corpo come un'aura viva e che presto avrebbe raggiunto la donna che aveva davanti, il prestavolto che stava utilizzando il demone a sei code. Se solo fosse riuscita a fargli capire cosa intendeva, se solo avesse ascoltato davvero magari avrebbe visto, avrebbe immaginato cosa poteva esserci di buono la fuori e avrebbe finito per sciogliere le catene che li imprigionavano.


Gdr Off// Oh my GeoOoOrge xD //GdrOn

 
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Blazing Phoenix
view post Posted on 21/7/2018, 15:32




La voce acuta ma candida di Saiken echeggiò nuovamente da punti imprecisati della cupola. Mi spiegò come la sua mera presenza fosse in grado di nuocere alle creature più deboli; l'incontrollabile nausea era solo il minore e più auspicabile dei mali che era in grado di arrecare. Il Bijuu emise uno sbuffo secco. Il verso sembrò scuotere la moltitudine di esseri, che reagì scuotendo la testa in sintonia con il suono. Saiken riprese a parlare e, immediatamente, le prime parole che pronunciò mi fecero drizzare le orecchie. Un rimedio c'era! Uno antico leader del Kyo Dan lo aveva scoperto o ci si era avvicinato sufficientemente da riaccendere la speranza in Saiken, facendolo avvicinare a quell'ordine. Raccontò di come lo avesse trovato una persona sorprendentemente ben intenzionata ma che, sfortunatamente, restò uccisa in uno degli innumerevoli conflitti segreti dei due Ordini. Fui preso completamente alla sprovvista quando il tono del demone si tinse di una tonalità più seccata come se improvvisamente avesse deciso di tagliare corto e venire al sodo. Mi allarmai, lanciando rapide occhiate intorno a noi mentre la marea di figure riprese ad avanzare. Le loro intenzioni non parevano affatto amichevoli, le prime file addirittura tesero le loro braccia verso di noi, come fossero pronte ad afferrarci. Una morsa mi strinse le viscere mentre quell'inquietante spettacolo veniva coronato dalla sentenza di Saiken. Giudicò impossibile formare un'amicizia con lui e aveva tutte le ragioni per ritenerlo tale. Tutto il suo discorso fu mirato a stroncare tutte le nostre speranze e riportarci al quesito originale. Fujie era stata disposta a sacrificarsi, avremmo noi fatto lo stesso? O avremmo provato a sbarazzarci del Bijuu, rischiando un contagio di massa? Nonostante la ferrea durezza mostrata dalle sue parole, Saiken non fu completamente in grado di nascondere la fortissima tristezza che lo attanagliava. Come se un gigantesco velo fosse improvvisamente sollevato, il Bijuu si manifestò nuovamente, appena oltre la distesa di figure “corrotte”. Era semplicemente immenso, nessun dubbio che quello doveva essere il suo vero aspetto. Stesse fattezze di quando lo incontrammo nella città fantasma ma almeno quattro volte più grande.

Presi un lungo respiro, facendo del mio meglio per mantenere i nervi saldi. Non c'erano altre alternative o scappatoie, Saiken pretendeva una scelta.

« Impossibile diventare amici? E' probabile tu abbia ragione, ma non dev'essere necessariamente niente del genere. Direi... rispetto, più che altro. E nonostante tutto, Saiken-san, voglio che tu sappia che ti sei guadagnato il mio, per quello che vale. »

Con piccoli movimenti di braccia, spalle, gambe e piedi cominciai a preparare i muscoli.

« Prima hai menzionato qualcosa di abbastanza fondamentale su uno dei capi del Kyo Dan. Dici che aveva scoperto come risolvere questo tuo problema che ti provoca immenso disagio. Sei mai venuto a conoscenza di quale fosse questa soluzione? »

Poteva essere già troppo tardi per riuscire a trovare una soluzione diplomatica, ma tanto valeva tentare ancora. Concessi al Bijuu qualche istante per riflettere sulle mie parole, non di più. L'incombente folla era adesso a non più di un paio di metri da noi ed un alquanto intenso e nauseabondo odore fu un chiaro e nefasto presagio. Afferrai il bastone bo che portavo sulla schiena e lo estrassi agilmente, ruotandolo un paio di volte tra le mani prima di assumere una posizione pronta allo scontro.

« In ogni caso, la mia scelta già la conosci. Non posso abbandonare mia sorella, mio padre e nemmeno Fujie; non quando c'è ancora la possibilità di fare qualcosa. Comunque, non prendiamoci in giro, non sarei in grado di ucciderti nemmeno se volessi. Verosimilmente, non riuscirei nemmeno a scalfirti. La mia scelta è resistere e sopravvivere, ad ogni costo. Sono conscio dei rischi di cui ci stai mettendo in guardia, ma la tue prigioni hanno già fallito in passato, cosa ti fa credere che non possa succedere ancora e ancora? »
Una volta esaurito tutto ciò che avevo da dire, assunsi una posizione di guardia, preparandomi ad allontanare e scacciare l'orda che si stava inesorabilmente abbattendo su di noi con lentezza snervante.
 
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view post Posted on 22/7/2018, 20:49
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Lacrime di un futuro passato - Il desiderio del ritorno -
Il tempo delle parole stava terminando, almeno per lei. Ormai si era stufata di cercare di convincere qualcuno che non voleva più essere salvato e di sicuro loro da soli non avrebbero mai avuto una presa emotivo sul Bijuu abbastanza forte da poterlo far capitolare. Ormai le sue posizioni erano chiare e nessuno lo avrebbe smosso, non Misato per lo meno.

«Io sono d’accordo con tutto ciò che Sun dice. Non avrei potuto usare parole migliori delle sue. Ci sono persone che mi aspettano nel mondo reale e non ho intenzione di rimanere qui.»


Disse infine con semplicità sentendo la sabbia della sua giara ronzarle intorno sempre più velocemente, sempre più nervosa, man mano che quelle creature si avvicinarono a lei.


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-GdrOff-

CITAZIONE
Mi rendo conto che il post fa schifo ma sono stravolta e domani parto presto, chiedo venia per la schifezza!

-GdrOn-
 
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view post Posted on 23/7/2018, 19:33
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Fujie



La gamba era dolorosamente, realmente rotta. Questo almeno era ciò che percepiva Fujie mentre il suo clone la guardava, facendosi serio in volto quando l'originale imprecò in quel modo.
La fissò a lungo in silenzio, osservandola e studiandola anche quando il chakra dell'Okami si manifestò nella sua unicità. Era qualcosa che Saiken non sembrava aver visto prima, dato che alzò le sopracciglia esibendo un'espressione stupita.

«Ne sei convinta. Ne sei davvero convinta. Che cosa... Strana.»

Scosse la testa, facendo ondeggiare la lunga chioma folta.

«I tuoi compagni mi stanno dicendo la stessa cosa. Il ragazzo, soprattutto. Ho detto loro di uccidermi, così ce ne andremo tutti da qui... Ma penso non abbiano capito.»

La figura del clone demoniaco iniziò a scomporsi. Lentamente, la pelle si fece più pallida e prese a sciogliersi come un ghiacciolo lasciato troppo tempo al sole. Sembrava una statua di cera, che pur decomponendosi continuava a parlare con la voce della kunoichi, ora però più deformata.

«Sono stanco di uccidere. Stanco di provare a credere negli esseri umani. Ma se tutti gli altri che sono stati intrappolati sono come voi, questa prigione non reggerà a lungo... Come tutte le altre.»

Assieme a Fujie, prese a decomporsi anche la tenda. Sembrava un incubo di un fabbricante di candele reso realtà, e l'unica cosa salda che Fujie percepì era la presenza di Yasei poco lontano. La tenda le crollò addosso, ma non le fece alcun male: semplicemente le oscurò la vista, come una coperta tiepida.

Sun e Misato



L'enorme Bijuu sospirò lungamente. Un vago sentore di marciume raggiunse le narici dei due manipolatori di sabbia, ricordando la puzza fetida che li aveva accolti nei primi momenti.

«No, non l'ho mai saputo. Probabilmente perché non esiste davvero. L'arroganza degli uomini è ben più grande del loro reale potere.»


Sembrava rassegnato, amareggiato da quella cosa. Come una persona che vede le sue speranze infrangersi fin troppe volte.

«Non volete uccidermi voi, quindi. Non capite, a quanto pare...»

Mosse i tentacoli e le code, e l'orda avanzò. Le loro mani si allungarono per toccare le braccia, le gambe, le spalle e i volti dei due shinobi.

«Per fortuna che la vostra caposquadra non è così tenera.»

Le mani si moltiplicarono, cercando sempre più appigli, tentarono di strattonare i vestiti, i capelli. Per ogni persona mutata che Sun e Misato scacciavano, un'altra ne compariva per prenderne il posto.
Saiken, calmissimo, osservava la scena mentre la muraglia di creature si ammassava circondando i due ninja sempre di più. Non per fare loro male, ma per tirarli verso il basso, abbatterli, chiuderli in un abbraccio collettivo tentacolare. Non avevano la puzza del Rokubi, ma gli arti mutati erano viscidi e freddi, decisamente poco piacevoli al tatto.

«Questo è per ricordarvi che la vostra scelta avrà delle conseguenze... E di tener fede alla vostra parola.»

Sempre più mani e tentacoli. Sempre meno luce. Sempre meno aria.

Calò il buio.

Tutti



Quando riuscirono a riaprire gli occhi, si ritrovarono di nuovo nella città di pietra.
Quella distrutta dal passaggio dei Bijuu, silenziosa come un cimitero, cupa sotto un cielo plumbeo senza stelle.
Saiken, quattordici metri almeno di bestia codata viscida e fetida, era stanziato di fronte a loro. La puzza era contenuta, e dei fratelli Ukemura nessuna traccia.
Yasei era di nuovo al fianco di Fujie, la cui gamba però continuava ad essere rotta.
Sun e Misato erano coperti di bava. L'odore era disgustoso, puzzava di marcio come se avessero fatto il bagno nei rifiuti, ed era leggermente acida: nei punti dove aveva toccato la loro pelle, bruciava. Sopportabile ma fastidioso, senza dubbio.

«Avete deciso di rischiare le conseguenze di una mia liberazione. Bene. Avanti.»

Era nervoso. Ora che avevano imparato a capire come parlava, Saiken appariva e suonava nervoso e teso. Le code vibravano leggermente e la voce era più acuta.

«Uccidetemi. Così ce ne andiamo da qui. Fate una cosa veloce, se potete.»


CITAZIONE
Prossima scadenza: 30 luglio.
 
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view post Posted on 27/7/2018, 23:55
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Se anche riuscì nel suo intento il risultato non fu quello sperato, pur comprendendo ciò che intendeva trasmetterle Saiken non si soffermò ad immaginare quanto gli era stato descritto ma quando vide la jonin sua controparte sciogliersi capì che qualcosa si stava muovendo. Come rassegnata infatti l'antica creatura sembrò aver finito una volta per tutta con i piagnistei - e per quanto atavica la sua stanchezza - con le ultime parole sembrò donare speranza all'umana pazza che aveva impersonato. Oro nell'oro il contatto visivo tra loro venne interrotto solo quando di punto in bianco la tenda venne giù portando con se le tenebre, silenziosa e soffice Fujie si sentì disorientata nel ritrovarsi poi al punto di partenza.

"Ohh eccoti! Mi sei mancato anche tu amico. Se sopravviveremo a questo giorno prometto che inizierò ad applicarmi un pochino anche sulle genjutsu, giuringiurello."

Ritrovatasi nel mezzo della Fukagizu distrutta dal passaggio dei bijuu fu una sorpresa piacevole ma non quanto poter riabbracciare Yasei. Irruento il lupo la travolse e dopo averle lavato viso e braccia spostò il muso sul ginocchio ferito: condividendone il dolore finì per saggiarne il sangue quasi come a voler mitigare la sua sofferenza. "Va bene tranquillo. Non è niente, guarda?". Allontanando con gentilezza il muso della fiera Fujie ricorse con molta naturalezza all'imposizione delle mani e nel giro di un istante, specchiandosi nelle iridi dorate del lupo, il chakra curativo illuminò la parte. Come tornati nel loro mondo i due non sembrarono curarsi dell'assenza dei fratelli Ukemura, così come dell'apparizione di Saiken che finalmente li aveva degnati della sua mastodontica presenza. In realtà anche se non aveva alzato la testa era tutt'altro che distratta o incurante, semplicemente intendeva godersi il momento e rassicurare Yasei. "Visto? Sto già meglio.", il gonfiore effettivamente sembrò diminuire ma le sue doti non erano tali da rimarginare la ferita a dovere, figuriamoci poi ricomporre fratture scomposte.

"A voi è andata meglio vedo.." commentò nel rivedere Sun e Misato ma più li osservava e più si convinceva del contrario, in breve infatti si corresse: "..più o meno. Che avete fatto, ci avete sguazzato insieme?"

Storcendo il naso davanti alla bava che ricopriva i due Fujie commentò così, senza cattiveria, la sua fu una semplice osservazione ad alta voce. Poi il bestione molliccio alto quasi quindici metri parlò e il tono della sua voce per la prima sembrò rispecchiare la sua mole: nonostante il nervosismo che evidenziava con il tremore delle numerose code Saiken sembrò aver finalmente preso una posizione, peccato solo che l'invito a ucciderlo fosse oltremodo ridicolo e scatenò la risata isterica della rossa.

"HAHAHAhahhahha.. heee.. stai scherzando non è vero?"

Non voleva credere a quello che aveva appena sentito, come avevano fatto a tornare DAVVERO al punto di partenza? Era stata lei a chiedergli di togliersi la vita e in tutta risposta il demone aveva fatto sapere che era impossibile, aveva detto che nemmeno volendo poteva morire, né lui, né i suoi otto fratelli. Vide così svanire le sue speranze e disillusa fu sul punto di andare su tutte le furie: il suo viso cambio tonalità fin quasi a divenire un tutt'uno con la chioma fulva, fortuna volle che quando fu sul punto di sbottare venne anticipata da quella roccia di Sun. Con innocenza questi chiese se quella di "ucciderlo" fosse l'unica soluzione per uscire e la risposta che sopraggiunse le aprì un mondo.

Uccidetemi. Così ce ne andiamo da qui.
Sia nel complesso che singolarmente quelle due affermazioni erano un controsenso ma quando vide Saiken apprezzare la riluttanza di Sun il puzzle iniziò a prendere forma. Faticando non poco il demone spiegò che la statua che li aveva assorbiti si nutriva del loro chakra di chi era imprigionato al suo interno e che su tutti la fonte primaria era quella dei bijuu. Sudando bava lungo il corpo infine lo vide tranquillizzare il genin spiegando che non sarebbe stato un vero addio e che prima o poi - chissà dove e chissà quando - la sua energia sarebbe tornata al mondo.


«Non morirò, tranquilli... Probabilmente ricomparirò da qualche altra parte, come al solito. E starà a voi...»

"Perchè siete parte del tutto.. perchè voi.. Voi, siete vento e onde che soffiano e smuovono la vita."

Lasciando scivolare via la rabbia dalle vene alzò lo sguardo alle stelle e aprendo i sensi d'improvviso sembrò percepire per la prima volta la grandezza dell'essere che avevano davanti; capì solo allora che senza i bijuu la vita stessa non era possibile su quella terra, senza di loro non sarebbe esistito il Fuoco di cui si nutriva così come le ombre che cacciava: come aveva fatto a non capirlo prima?
Ricordandosi di respirare fu sconvolgente e tossendo infine riempì di nuovo i polmoni sentendo quella consapevolezza scorrerle dentro come fosse musica, come un profumo raro e indescrivibile, etereo eppure al tempo stesso tangibile: immenso e sconfinato il senso di gioia che la pervase fu paragonabile ad un orgasmo sensoriale.


« E starà a voi prendervi le responsabilità per i danni che farò. »


In quell'avvertimento minaccioso il Nashibi lesse un invito a cercarlo e sul volto si aprì un sorriso tanto idiota quanto determinato. Era quello che faceva da sempre, era parte della dottrina con cui era cresciuta - se lo imponeva - e così come con il divoratore, non sarebbe rimasta indifferente davanti ad un nuovo flagello qualora sarebbe apparso.

    "Puoi giurarci amico."

Facendosi aiutare dal lupo si rimise in piedi e zoppicando gli salì in groppa. Nel mentre il chakra medico che irradiava le sue mani scomparve lentamente finendo per concentrarsi sulla falange dell'indice destro. Avrebbe caricato un singolo colpo: veloce sarebbe stato veloce ma indolore non poteva prometterlo, Himura ne sapeva qualcosa..





~ Tecniche Mediche ~
<ijutsu> - Konjio−to: Autocura - [Chk: 70]
“Anche se si chiama ''Autocura'' questa Ijutsu non permette di sanare le ferite del corpo del medico, ma solo di rinvigorirlo per breve tempo. Portandosi infatti la mano pregna del proprio chakra color verde nel petto, il ninja manda delle scariche nel proprio cuore, il fulcro dell'energia spirituale e fisica del corpo, che subito andranno ad irradiare il resto degli altri tsubo, garantendo una maggiore scorta di energie a questi. Una tecnica che richiede un po' di tempo per essere portata a termine certo, ma permette allo Shinobi di combattere o di far combattere per un'altra manciata di minuti al massimo delle forze, garantendo una scorta di altri 30 Punti Stamina. Ogni tecnica ha sia dei pro che dei contro, e il difetto dell'Autocura sta nel limite di volte che questa può essere utilizzata in un individuo prima di provocare seri shock, ovvero due volte per scontro.”

<ijutsu> - Kyosei no Shichisei: Colpo dell'Orsa Maggiore! - [Chk: 150] [Stm: 10]
“Il colpo più terribile che un Medico da Guerra possa utilizzare, oltre che la più difficile. Un attacco devastante, un semplice piccolo tocco che regala una sola cosa: morte. Per utilizzare quest'attacco, il Colpo dell'Orsa Maggiore, non è necessario solo conoscere alla perfezione il fisico umano, ma anche il proprio spirito, arrivando al punto di rendere anima e fisico una cosa sola indistinguibile ma soprattutto indivisibile. Solo una volta giunto a questo livello il medico è in grado di colpire il tsubo più importante di una persona, quello della Vita situato in mezzo agli occhi, e di ucciderlo alla sollecitazione di questo. Questa jutsu dunque non causa punti danno, ma semplicemente malus da Dolore e Panico moltiplicati per 2,5. Se il dislivello tra l'attacco e la difesa con effettivo assorbimento sarà maggiore al resto della vita, il nemico cadrà a terra, esalando l'ultimo respiro. Il jutsu ha un bonus applicabile sia alla Frz che all'Int o a una media di queste di +350".
[La tecnica prenderà anche il bonus della Specializzazione.]



~ Abilità ~
<attivazione/passiva> - Sensitivo [Liv 0: 61]"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
CITAZIONE
    Liv 6: 8 Stm a turno; 4 turni necessari all'attivazione; 150 m di range
    Liv 5: 8 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 300 m di range
    Liv 4: 7 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 500 m di range
    Liv 3: 7 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 700 m di range
    Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range
    Liv 1: 6 Stm a turno; 1 turno necessario all'attivazione; 1,5 km di range
    Liv 0: 3 Stm a turno; 1 turno necessario all'attivazione; 2 km di range




 
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Blazing Phoenix
view post Posted on 29/7/2018, 22:34




Una familiare e pungente puzza accompagnò un pesante sospiro. Saiken non era mai venuto a conoscienza della scoperta di quel antico capo del Kyo Dan, anzi, sospettava che potesse trattarsi dell’ennesima menzogna pronunciata in nome della nostra irrefrenabile arroganza. E con quelle parole, l’ultimo mio appiglio andò a farsi benedire. Saiken parlò con estrema amarezza e sconforto nella propria voce anche quando pronunciò delle parole il cui senso mi sfuggì. Non capivamo? Ci eravamo semplicemente rifiutati di ucciderlo, c’era forse dell’altro? Purtroppo, non ebbi il tempo di riflettere su quelle parole. Semplicemente muovendo le proprie code, Saiken comandò alla schiera di esseri mutati di avanzare. Barcollarono verso di noi, allungando le braccia e le loro mani artigliate. Quell’immagine, la coscienza di essere circondato in ogni direzione e il crescente odore nauseabondo mi rese più teso di una corda di violino. Mi costrinsi ad allentare la presa sul bastone, per aiutare a rilassare i muscoli, mentre mi preparavo a scacciare la prima ondata. Non erano persone vere, solo illusioni. Solo illusioni. Presi un lungo respiro, incanalando il chakra attraverso le mie mani e lungo le rifiniture ed anima di chakracciaio che costituivano buona parte del mio bastone bo. Una crescente brezza avvolse la mia arma fino a trasformarsi in una forte corrente d’aria, per quanto contenuta.

Una prima mano si fece fin troppo vicina, immediatamente alla mia destra. Deviai il suo percorso con un rapido colpo di un’estremità del bastone, continuai poi ad assecondare il movimento dell’arma fino a far sfrecciare la seconda estremità con forza proprio davanti al volto mutato dell’essere che avevo davanti. Un’improvvisa folata esplose dal basso verso l’alto, seguendo perfettamente l’arco percorso dal mio bastone. L’essere fu sollevato da terra e scagliato in un punto imprecisato della massa di suoi simili. Potei udire nuovamente la voce di Saiken. “Per fortuna che la vostra caposquadra non è così tenera”. Quelle parole inaspettate si rivelarono una distrazione fin troppo grande. Una mano mi afferrò per la manica, strattonandomi indietro. Mi voltai di scatto, strappando svariate cuciture e scacciando quell’essere con la stessa tecnica Fuuton canalizzata. Avrei voluto saperne di più, avrei voluto chiedere a Saiken cosa intendeva. L’unica certezza era che si stava riferendo a Fujie e forse quella ragazza selvaggia era un’osso più duro di quanto potessi immaginare. Altre due paia di mani cercano di aggrapparsi alle mie vesti, riuscii a scacciare e respingere solo uno degli assalitori, il secondo continuo ad avanzarmi contro, destabilizzandomi e aggrappandosi ad una mia spalla. Tentai di scrollarmelo di dosso, ottenendo solo più strappi su alcuni lembi della mia divisa. Quel singolo momento di apertura fu sufficiente a far avvicinare una nuova coppia di esseri. Uno di questi afferrò il mio bastone appena cercai di colpirlo. Mollai l’arma di colpo e composi una serie di sigilli. Con un fulmineo cenno della mano, uno dei tre assalitori fu catapultato in aria, ma questo permise agli altri due di rafforzare ancora di più la presa che avevano su di me. Cercai di liberarmi dalla presa con calci e pugni, ma quei corpi sembravano immuni al dolore, per non parlare di come la loro viscida consistenza sembrava assorbire ogni impatto. Stavo venendo sopraffatto. Il mio respiro si fece irregolare mentre questa consapevolezza cresceva e si rafforzava nella mia mente. Provai a divincolarmi e scivolare via, sfruttando la viscosità dei loro corpi contro di loro ma, nuovamente, senza risultati. La paura cominciò ad impadronirsi di me e la vista mi si annebbiò mentre qualche lacrima scendeva sulle mie guance. Tanta, sciocca spavalderia per un ragazzino che si era fatto sconfiggere senza troppi problemi. Un intero gruppo di esseri mutati mi fu addosso, afferrandomi dove potevano e trascinandomi inesorabilmente a terra. Gemetti, ringhiai, gridai mentre continuavo a cercare di liberarmi dalla crescente morsa... inutilmente. Sempre più corpi si ammucchiavano su di me, oscurando la poca luce all’interno della cupola e ricoprendomi di bava. Saiken, che fino ad allora aveva assisitito impassibile alla scena, parlò nuovamente. Questo era un monito sulle coseguenze che le nostre scelte porteranno ed un invito a mantenere la parola data. Svanita la voce del Bijuu, tutto si fece buio.

Fu come risvegliarsi da un incubo. Solo che invece di ritrovarmi nel mio letto, coperto di sudore, me ne stavo in piedi nel bel mezzo di Fukagizu... coperto di bava fetida. I punti dove quella sostanza era riuscita ad entrare in contatto con la mia pelle bruciavano fastidiosamente. Feci del mio meglio per scuotermi di dosso gli eccessi, lanciando qualche gocciolone in giro, ma a quanto pare non c’era altro che potessi fare per liberarmi dall’irritazione sulla pelle. Scorsi Misato vicino a me, anche lei era completamente ricoperta da quella sostanza maleodorante. Una folta chioma rossa catturò poi il mio sguardo, i miei occhi si spalancarono. Quasi gridai il suo nome, tanto piacevole fu la sorpresa di rivederla sana e salva. Davanti a lei, Saiken si stagliava in tutta la sua immensa statura. La rossa si voltò verso di noi, commentando
schiettamente sullo stato in cui ci trovavamo.

<< Solo una situazione un po’... viscida, Fujie-san. Heheh... >>

Improvvisamente mi accorsi che qualcuno mancava all’appello. Non c’era nessuna traccia dei fratelli Ukemura.

<< Huh? Saiken-san, dove sono i fratelli Ukemura? Erano anche loro imprigionati in una tua genjutsu o sono scappati? >>

Il grosso lumacone inclinò la testa, come fosse confuso, e disse...

<< Non ho idea di chi tu stia parlando. >>

Quella risposta mi lasciò semplicemente di stucco. Li ricordavo nitidamente ed ero sicuro che lo stesso valesse per Misato e Fujie. Che fossero stati davvero semplici illusioni? Allucinazioni? Ogni risposta che ricevevo sembrava rendere tutto più confuso. Tuttavia il tempo delle riflessioni era giunto al termine, Saiken sembrò aver accettato la nostra scelta. Con tono nervoso, ci incitò ad ucciderlo, possibilmente in fretta, così da permetterci a tutti di uscire. Fu quella frase ad aprirmi gli occhi e svelarmi cosa avesse spinto la creatura a sfidarci chiedendoci di ucciderlo, prima, e poi a sospirare rammaricato, affermando che non avessi capito. La sua energia doveva essere ciò che stava alimentando questo mondo illusorio... tuttavia, nonostante questa illuminazione, semplicemente non potevo spingermi a fare del male a Saiken. La risata isterica di Fujie giunse alle mie orecchie, risata che a stento nascondeva una rabbia che montava. Non doveva aver gradito le parole del Bijuu, o frainteso ciò che implicava.

<< Non c’è proprio nessun’altra via di uscita, Saiken-san? Da come la stai ponendo, l’unico modo per spezzare questa illusione è uccidere il tuo vero corpo, non una copia illusoria... >>

<< Ho capito che ti fa schifo uccidere, guarda, lo apprezzo... Ma questa statua si nutre di noi per restare attiva. E noi siamo la fonte di chakra più sostanziosa. >>

Le parole del Bijuu mi colsero alla sprovvista. Per quanto fosse visibilmente nervoso e tremolante, era ferreo nella sua determinazione a sacrificarsi per farci uscire tutti. La sua bontà e generosità mi toccarono il cuore.

<< Non morirò, tranquilli... Probabilmente ricomparirò da qualche parte, come al solito. E starà a voi... >>

Semplicemente sorprendente. Ciò che avevo frainteso per paura di morire era semplicemente paura del dolore. Saiken, come effettivamente aveva già menzionato, non poteva essere ucciso. Era talmente radicato nell’ordine naturale che la sua esistenza non poteva essere estirpata con tanta facilità. Che creatura meravigliosa! A riportarmi alla realtà fu l’intonazione più seria con cui Saiken concluse il proprio discorso.

<< ...Prendervi le responsabilità per i danni che farò. >>

Appena un momento di silenzio per soppesare le parole del Bijuu e Fujie diede la sua parola, determinata e diretta come sempre. Non riuscii a non farmi contagiare, se non altro, lo vidi come un modo di sdebitarmi in futuro della gentilezza mostrata da questa leggendaria entità. Addrizzai il bastone bo, dando un colpetto al terreno roccioso con una delle estremità mentre mi portavo un mano sul petto.

<< Puoi contare anche su di me, Saiken-san. >>

Impugnai il bastone in orizzontale e passai una mano lungo di esso. Una piccola, vorticante corrente ventosa si sviluppò intorno ad esso. Roteai l’arma tra le mani e la bloccai, puntandola contro Saiken. Mi affiancai a Fujie, solo adesso notai di come zoppicasse, il crollo doveva averle ferito una gamba. Attesi una suo mossa prima di partire a mia volta all’attacco.
 
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view post Posted on 30/7/2018, 21:09
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Lacrime di un futuro passato - Ti aiuterò -
Una nuova ondata di odore attaccò le sue narici ricordandole la pessima sensazione che aveva provato la prima volta. La voglia di vomitare si fece strada in lei e i primi conati si fecero sentire ma riuscì a trattenersi, non poteva cedere in quel momento, non davanti a quella creatura più simile ad un Dio incapace di comprendere ed utilizzare il proprio potere.
Quelle creature che Saiken aveva fatto comparire li circondarono allungando le mani verso di loro per afferrarli, tirargli i vestiti, i capelli. Misato estrasse uno shuriken per cercare di tenerli alla larga ma quei tentacoli di oscurità e di morte erano troppi per poterli mandare via una volta per tutte. Non restava altro da fare che rassegnarsi, che lasciarsi accogliere dall’oblio di quel freddo che le ricordava la sensazione della morte, della sorella munita di falce a cui Misato era sfuggita troppe volte per un soffio. L’oscurità l’avvolse e il freddo le entrò fin dentro le ossa, fino a ghermire anche la sua anima.

***


Solo quando quella vuota oscurità che l’aveva avvolta si diradò, riuscì a riaprire gli occhi guardando il cielo sopra di lei. Non riusciva più a capire dove fosse e le ci volle qualche attimo prima di riuscire a ricostruire gli ultimi avvenimenti: Saiken, le creature viscide che la toccavano e la strattonavano, il dolore e alla fine il buio. Era sdraiata a terra e si tirò seduta talmente veloce che la testa le girò appena facendole salire nuovamente il senso di nausea. Si guardò in giro scorgendo prima Fujie e poi Sun.

”Per fortuna…stanno bene…”


Pensò cercando di rimettersi in piedi in maniera cauta. Qualcuno però mancava all’appello: dei due fratelli non vi era traccia. Possibile che anche loro fossero un’illusione? Oppure la creatura li aveva davvero uccisi? Mentre si muoveva si rese conto che il corpo le bruciava terribilmente e quando osservò la propria pelle potè notare delle bruciature dove quelle cose l’avevano toccata o anche semplicemente sfiorata. Strinse comunque i denti cercando di spostare la propria attenzione alla domanda di Fujie.

«Poteva andarci peggio. Comunque preferirei raccontarti tutto davanti ad una bella ciotola di ramen, portiamo a termine questa faccenda prima.»


Disse alla fine spostando lo sguardo su Saiken che era fermo a pochi metri da loro…il suo pessimismo era davvero qualcosa di eccezionale seppur in maniera non molto positiva.
Quando disse loro di ucciderla Misato la guardò per un attimo con aria perplessa. Forse quella creatura non aveva capito, anche se avesse avuto il potere di farlo lei non aveva intenzione di uccidere nessuno. Rimase quindi in silenzio ascoltando gli altri e quando la creatura fece capire loro che sarebbe rinata nuovamente allora i suoi occhi si illuminarono. Si ricordò ciò che diceva sempre suo padre.

”La morte non è la fine, potrebbe anche essere l’inizio di qualcos’altro. È una porta che si chiude e un’altra che si apre.”


Ancora non era convinta che quella cosa potesse valere per gli esseri umani ma forse il discorso poteva essere diverso per Saiken. Abbassò la testa fissando per un attimo il terreno mentre la sabbia prese a ronzare intorno a lei cercando di convincerla nel far avverare il desiderio di quella creatura.

«In ogni caso non ti abbandoneremo. Ti cercheremo e ti aiuteremo al massimo delle nostre possibilità…o meglio io cercherò di farlo.»


Disse alla fine, facendo un profondo respiro prima di prepararsi ad attaccare. Calmò il proprio respiro e il proprio battito per fare in modo che il chakra di Son Goku non intaccasse il suo attacco e quando finalmente fu pronta compose si sigilli mentre la sabbia si spargeva velocemente intorno a Saiken dalla quale sorserò cinque sfere che presero a ruotare velocemente. Con un ritmo accelerato si schiacciarono fino a diventare degli shuriken pronti ad attaccare la creatura al segnale di Misato, pronti a trapassarlo da parte a parte, pronti a colpirlo dritto al cuore.


- Tecniche -
<ninjutsu elementale a vasto raggio> - Tempesta di Shuriken - [Chk: 110] [Int: +90/200/330/500] [Richiede aver attivato “Polverizzare”]

    “ Approfittando della buona quantità di sabbia sparsa sul terreno dello scontro, il domatore del deserto anima la suddetta attraverso una bassa percentuale di chakra per passare all’attacco. Lentamente, come pioggia al contrario, cinque sfere di sabbia informi e instabili si staccano dal massiccio aureo salendo in aria, sorrette solamente dal saldo controllo del membro del clan del Controllo della Sabbia loro padrone. Arrivati alla posizione adeguata, non esageratamene elevata e non esageratamente rasoterra, i globi di sabbia vengono bloccati e iniziano a ruotare su sè stessi sempre più rapidamente, fino a perdere la loro forma iniziale. La forza della rotazione li schiaccia, affinandoli, fino a ridurli a degli shuriken sovradimensionati che, senza avvertimento alcuno, si scagliano addosso all’obiettivo prefissato. Questa tecnica non causa status accecamento bensì taglio, poiché la sabbia, dato il movimento rotatorio applicato, tende a lacerare la pelle nemica.Vista la difficoltà di difendere o eludere un così gran numero di shuriken le difese/elusioni prenderanno un malus di 50."



code by Misato Kojima ♥ don't copy

 
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view post Posted on 30/7/2018, 23:51
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Artificial Flower's Lullaby

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Impossibile capire se Saiken sorrideva o meno. L'espressività del lumacone era ridotta ai minimi termini, e si manifestava prevalentemente tramite i movimenti dell'enorme corpo viscido.

Di certo, però, quando Fujie parlò, il tremolio delle sue code si arrestò per un momento.

«Amico?»

Ripeté quella parola in un sussurro, col tono di chi non conosce bene il significato. Sun e Misato si accodarono alla compagna, promettendo il loro aiuto e la loro disponibilità a cercarlo. Le code di Saiken si rilassarono, piegandosi lievemente in avanti, e l'intero corpo del Bijuu si sedette, afflosciandosi appena come un enorme pallone un po' sgonfio.

«Mi auguro davvero di non essermi sbagliato, questa volta.»

Con un sospiro rassegnato, chiuse i piccoli occhi incavati e chinò la testa. Che fosse teso, era impossibile da non notare. Tremava ancora, con le piccole zampe anteriori premute sul ventre viscido. La puzza che emanava si fece più acida e acuta: stava sudando freddo.
Non si oppose agli attacchi però, rimanendo anzi immobile come una statua.

Sun e Fujie, dovendosi avvicinarsi per colpire, vennero di nuovo travolti da un'ondata di fetore putrido che però, grazie agli accorgimenti presi in precedenza, non li fece vomitare malamente. Con la donna ci andò vicino, a causa del naso fino che si ritrovava, ma il tutto finì solo per farle vacillare per un momento il chakra accumulato per colpire.
I tre ebbero comunque successo. Gli shinobi della sabbia attaccarono senza esitazione, e sentirono nel loro bersaglio un corpo molle, un enorme budino gonfio, in cui le loro tecniche offensive affondarono.

Poi, esattamente come un palloncino, Saiken si sgonfiò. Si fece più piccolo a vista d'occhio, le code si raggrinzirono, la pelle viscida parve sciogliersi similmente a come aveva fatto nell'illusione vista da Fujie. E fu proprio lei che si ritrovò addosso gli occhi di Saiken, più vicini ora, più grandi in proporzione dato che il corpo stava diminuendo di volume.

«Ci... Conto allora.»

Un ultimo, flebile commiato. Poi Saiken si sgonfiò ancora, arrivando a circa sei metri di altezza, e a quel punto scomparve in un'esplosione silenziosa di puntolini luminosi. Azzurri e viola pallido, un colore tenue che aleggiò per un istante prima di vorticare via, come petali mossi dal vento.

«Ehi!»

Dalle rovine dei palazzi si udì una voce. La voce di Miyamoto, che zoppicava appoggiandosi a sua sorella, la quale a sua volta aveva il braccio sinistro che pendeva inerme lungo il fianco.

«Siano ringraziati i Kami! State bene!»

L'arciere aveva gli occhiali spezzati, ed era coperto di polvere. Satori non era da meno, in più i suoi capelli erano impiastricciati di sangue. Tuttavia sorrideva, guardando i colleghi di Suna e trovandoli tutti relativamente sani e salvi.

Il sorriso però sfumò in fretta in un'espressione allarmata. Quello di Miyamoto non fu da meno. Indicò Fujie, Sun e Misato con un dito tremante.

«I... I vostri corpi!»

Non si rendeva conto che stava succedendo la stessa cosa anche a loro: così come Saiken si era smaterializzato, scomposto in una miriade di frammenti, anche loro stavano svanendo. Tutti quanti videro i propri corpi dissolversi lentamente, partendo dalle mani, come se una brezza dolce stesse spazzando via le loro figure fatte di sabbia. La stessa Sabbia che servivano, in un certo senso c'era dell'ironia in quell'andarsene.
Non faceva male. Poteva essere inquietante, ma non sentirono nulla.
Semplicemente, smisero di esistere in quel luogo, e più scomparivano, più il mondo attorno a loro tremava. I palazzi, il terreno, il cielo stesso sembrava vibrare in forte contrappunto con la dolcezza della loro scomposizione.

In particolare, Misato poté vedere che il suo corpo, oltre all'azzurro pallido del chakra, presentava cristalli di un verde intenso. Il chakra di Son Goku, lo poté riconoscere senza problemi. Mentre lei si scomponeva, quello volava altrove, risucchiato da una forza a lei sconosciuta che lo trainava da qualche altra parte.

Durò tutto pochi secondi, il tempo di qualche frase, poi tutto divenne nulla.

La loro missione si era conclusa.



CITAZIONE
Signore e signore. Siamo giunti alla fine del nostro volo.
Vi lascerò una valutazione più approfondita nel prossimo post, che purtroppo vi arriverà a metà agosto. Voi siete in ogni caso liberi di postare nel post centrale il vostro risveglio, dopo aver concluso qua e postato le vostre valutazioni.
Come avverrà? È presto detto: dopo esservi scomposti, avrete un momento di visione dall'alto di Fukagizu. Non vedrete l'esplosione descritta nel post centrale, ma vi renderete conto di essere in alto, parte di quella pioggia di anime. Verrete istintivamente attratti verso il vostro corpo, che è rimasto intatto dove l'avevate "lasciato". Vedrete che ci sono tutti, (pg giocanti, Kage, Taisei, Kyo Dan) ma logicamente non potrete interagirvi subito. Prima dovrete giocarvi il risveglio, che sarà discretamente traumatico, come un passaggio da un bagno molto caldo a uno gelido.

Fujie durante la discesa verrà affiancata da un'altra anima. Ti manderò al più presto i dettagli via MP così puoi inserirli nel post (non questo, quello in topic centrale), ora perdonatemi ma sono cotta.

Misato "perde" il chakra di Son Goku. Questo non ha alcun effetto negativo sul corpo o la persona in sé, semplicemente il chakra si ricongiunge con la sua fonte originale, come è successo anche a Sasaki.

A proposito del corpo, ve lo avevo detto via Whatsapp ma rendo ufficiale qui (scusate ancora i mille edit): il vostro corpo è intatto, e quando l'anima vi fa ritorno possiederà solo il ricordo del dolore, e la stanchezza profonda del combattimento.

Bravi davvero, complimenti a tutti.


Edited by gaeshi - 31/7/2018, 17:48
 
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49 replies since 6/5/2018, 10:53   1083 views
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