[Fase IV] Lacrime di un futuro passato, Per Angy (2° pg), Blazing Phoenix, Misato Kojima

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Blazing Phoenix
view post Posted on 31/5/2018, 20:10




Continuai a sbirciare oltre l'angolo, per quanto ogni secondo che passavo ad osservare quella strana creatura, più sentivo la mia guardia abbassarsi. Non ebbe nessuna reazione di sorpresa nel vederci arrivare, uno dopo l'altro, quasi come se fosse perfettamente naturale anche per lui incrociarsi con delle persone. Singhiozzando, allungò quelli che penso fossero i suoi occhi verso Fujie. Scosse la testa. Lagnandosi, ci spiegò come non avesse alcuna intenzione di andarsene da quel posto, di come fosse conscio dei danni che avrebbe portato se l'avesse fatto e di come non fossimo in grado di aiutarlo. Il tono della sua voce, così contrastante con il suo aspetto, e il modo in cui il suo corpo veniva continuamente scosso da singhiozzi lo faceva apparire più innocuo di quanto credessi possibile. Non si doveva neanche essere accorto che quello davanti a lui non era il mio vero corpo.
Improvvisamente, il Rokubi si erse mostrando la sua statura. Nel farlo, ci avvertì che ci saremmo fatti del male nel caso non ci fossimo allontanati... un avvertimento alquanto improvviso. Estendendo completamente il proprio corpo, una maleodorante vampata riempì l'aria, quasi irrespirabile tanto era intensa. Notai un segnale allarmante da parte dei ninja che, a differenza di me, si erano addentrati nella strada laterale. Appena un istante dopo, quell'odore mi raggiunse, rivoltandomi lo stomaco come un guanto. Immediatamente, mi spinsi via dall'angolo con le gambe. Potevo ancora percepire qualche strascico di quell'odore ma era molto più tollerabile. Tossii e sputacchiai mentre, a giudicare dai suoni, l'intensità di quel fetore aveva costretto altri a vomitare di brutto. Diamine, quel lumacone ci aveva appena fatto incassare un duro colpo semplicemente con il proprio odore... e questo sembrava uno dei Bijuu più pacifici! Bofonchiai e borbottai mentre rovistavo nella mia sacca delle armi, afferrando un kunai. Con un movimento deciso, recisi un lembo dalla mia veste. Lo avvolsi intorno a naso e bocca, a mo' di bandana; in questo modo avrei avuto un riparo, seppur minimo, da quella puzza nauseabonda.

Piagnucolando su come la sua pura esistenza fosse un danno, il grosso lumacone corse via. La situazione si stava facendo a dir poco incomprensibile. Mi feci avanti e svoltai nuovamente nella strada dove i miei compagni di sventura si stavano ancora riprendendo dalla brutta esperienza. Mi avvicinai a Fujie, mentre era intenta a rovistare nel suo portaoggetti.

« Io non riesco a capirci più niente! »

Dissi, mentre con un gesto secco della mano sciolsi la tecnica illusoria ed il mio clone si dissolse nell'aria.

« Ci ritroviamo faccia a faccia con un Bijuu traumatizzato e questo se ne va via piangendo. Che facciamo? Lo inseguiamo? »

Secondo Fujie, l'unica apparente possibilità di riuscire a capire cosa fosse successo e come uscirne era proprio il Bijuu. Idea su cui potevo trovarmi d'accordo, per quanto potenzialmente rischiosa. La Jonin tirò fuori una manciata di erbe, mortaio e pestello, mettendosi a preparare un particolare impasto per combattere la nausea. Per quanto fossi scampato al peggio, non rifiutai l'offerta, avrebbe comunque aiutato a togliermi il retrogusto dalla bocca. Seguii le istruzioni di Fujie e sputai l'impasto quando fummo pronti a rimetterci in cammino.

Il bersaglio non era affatto difficile da rintracciare, stava lasciando una scia bavosa lungo il proprio percorso. Tuttavia, e qui mi trovavo in assoluto accordo con Fujie, prestai la massima attenzione a non camminarci sopra. Percorremmo una breve distanza a piedi, prima di trovarci ad un alquanto triste spettacolo: mucchi su mucchi di cadaveri.

« Oh... no... »

Una morsa mi attanagliò il cuore quando la realizzazione mi colpì. Quelli erano corpi di ninja! Mordendomi le labbra scattai, scorrendo con lo sguardo fra le fila di cadaveri. Shinobi da ogni Paese e Villaggio, probabilmente anche di ogni sorta di rango, ma nessuno di essi sembrava anche remotamente familiare. Soprattutto, non una singola traccia di mia sorella o di mio padre. Per quanto profondamente ingiusto da parte mia, dinanzi ad una simile ecatombe, non potei fare a meno di sentire un barlume di sollievo avvolgermi il petto.

Qualcosa che non passò inosservato fu che tutti quei corpi erano assolutamente sprovvisti di alcun tipo di ferita.

« Che siano stati avvelenati? Qualcosa non quadra... »

Fujie prese le redini della squadra, consigliandoci di proseguire sui tetti. Una buona trovata, in verità. Seguendola a ruota, concentrai il chakra nei piedi e mi gettai in una rapida scalata. Una volta sulla cima, aguzzai la vista, scrutando con attenzione i dintorni, possibili punti di riferimento e tutte le strade vicine.

Sensi migliorati (Vista) Liv. 5: 400m
 
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view post Posted on 4/6/2018, 20:39
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Il tentativo di Misato iniziò bene: scattò, si circondò di copie, si avvicinò al Bijuu mentre questi si stava girando... Ma sfortunatamente attaccare una cimice a qualcosa di estremamente viscido e così tanto fetido non era stata una buona idea.
Ebbe giusto il tempo di far sfiorare alle sue dita la pelle di Saiken, e solo e soltanto perché l'adrenalina le pompava nel corpo. Ma la cimice scivolò a terra per via di tutta quella bava umida, e mentre il Sei Code scappava piangendo Misato sentì l'impellente bisogno di vomitare anche il pranzo della settimana prima.
Come Icaro era volato troppo vicino al sole e si era bruciato le ali, la ragazza si era avvicinata troppo all'origine di tutte le puzze.
La cimice rimase accanto a lei in una pozza di bava. Per fortuna, una volta finiti i conati, Misato avrebbe potuto capire che la scia luccicante che Saiken aveva lasciato era una traccia sufficientemente visibile da permettere loro di seguirlo anche senza congegni tecnologici.

Fujie riuscì, sebbene con ancora un po' di acredine post-sbocco, ad impastare le sue erbe. Satori, che era pallida come un cencio, tese la mano un po' tremante guardandola con espressione grata. Fece un gesto portandosi la mano tesa al mento, e la distese poi in avanti chinando al contempo il capo.

«Sta dicendo grazie» tradusse il fratello che, dalla distanza di sicurezza alle spalle di Sun, aveva visto la scena ma stava avanzando con cautela solo in quel momento, il bavero rialzato e l'espressione parecchio tesa. Prese anche lui il rimedio di Fujie, ringraziandola a sua volta prima di masticare con decisione. Si vedeva dalla faccia che i fratelli Ukemura non stavano apprezzando il sapore, ma qualsiasi cosa era migliore della nausea che ti piega a mezzo.

Il gruppo di Shinobi si mise quindi in marcia con la dovuta cautela. L'aria era ancora leggermente pesante per via della scia di fetore, ma nulla che non potessero sopportare. Tenendosi lontani dalle strisce di bava, le seguirono con facilità camminando sulle pareti, abbastanza in alto da poter vedere che la città sembrava estendersi all'infinito, sempre uguale con quella ripetitività di tetti piatti e grigi divisi in maniera irregolare. La pianta della città sembrava essere stata il sogno delirante di un ubriaco, perché le strade si interrompevano, si aprivano, si allargavano e restringevano senza un apparente senso.

I singhiozzi di Saiken continuavano ad allontanarsi, sempre più flebili ma ancora udibili, segno che non si stava muovendo a gran velocità.

La vista acuta di Sun gli permise di essere il primo a rendersi conto di una cosa che forse avrebbe preferito non vedere. Avvicinandosi, anche Fujie e Misato avrebbero potuto vedere a loro volta che i corpi avevano smesso di essere sconosciuti.
Quello era lo shinobi con gli occhiali che era in classe con Sun al primo anno di Accademia. Quella era la ragazza con cui Misato aveva chiacchierato prima dell'ultima missione con gli Anbu, la sua maschera ancora a coprirle il volto. Quello era uno dei medici che aveva fatto con Fujie il primo turno di notte in ospedale.

E quella là davanti, riversa faccia a terra con tutte le braccia spalancate, era Hadaka.

E quello con la testa piegata contro la spalla di un collega della Foglia era Arashi.

E quello in ginocchio, con il capo chino, saldo sulle sue gambe anche nella morte, era il Kazekage.





CITAZIONE
Scusate l'attesa. Prossima scadenza: 11 giugno
 
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Blazing Phoenix
view post Posted on 9/6/2018, 15:58




Da quel punto sopraelevato potei finalmente rendermi conto che quel posto decisamente non era Fukagizu. I palazzi si estendevano fino all'orizzonte, come se proseguissero all'infinito. Non solo, nonostante l'apparente pulizia e buono stato degli edifici c'era qualcosa di decisamente anomalo nella loro disposizione. Era irregolare, le strade si diramavano e serpeggiavano tra le varie file senza un'apparente logica, stringendosi, allargandosi o interrompendosi di colpo in inspiegabili vicoli ciechi. Più che una città sembrava un labirinto. Nessun punto di riferimento balzava all'occhio neanche; orientarsi sarebbe stato un grosso problema. La scia del Rokubi proseguiva oltre. Il demone non era vista ma potevamo ancora udire i suoi lamenti alquanto chiaramente, avremmo potuto raggiungerlo se ci fossimo mossi rapidamente. Istintivamente i miei occhi seguirono la striscia viscida. Le file di corpi continuavano ad estendersi in ogni dove. Il mio sguardo si piantò in un punto imprecisato fra i cumuli di cadaveri, qualcosa aveva attirato la mia attenzione prima ancora che potessi consciamente rendermi conto di cosa fosse. Qualcosa di familiare: un paio di occhiali, una zazzera nera, un volto che non avrei potuto scordare facilmente. Gon. Sentii il cuore sprofondare, la mia mano scattò al petto, aggrappandosi con forza al piccolo ciondolo portafortuna. No... no... avevamo avuto le nostre divergenze ed i nostri scontri, ma era un ninja più che capace e di buon cuore. Uno dei pochi che non si era fatto problemi a tenere testa alla mia fredda prepotenza dell'epoca. Vederlo accasciato al suolo, esanime, fu un duro colpo.

Mi servì un momento per raccogliere la forza di riprendere a scrutare le strade. Cercai di regolare la mia respirazione, che si era fatta irregolare ed affannata ma a poco servirono i miei sforzi. Una figura in particolare attirò immediatamente la mia attenzione: era in ginocchio! Forse qualcun altro era sopravvissuto! E non era una persona qualsiasi ma il Kazekage in persona! La mia speranza ebbe vita breve. L'uomo era completamente immobile e non respirava. Dal profondo del cuore, un'opprimente sensazione di terrore si impadronì di me. Il mio respiro si fece nuovamente pesante, affannato e rumoroso.

« Haah... Haah... F-Fujie-san... »

Fu un sussurro, a malapena udibile dalle mie stesse orecchie. Mi voltai verso i miei compagni, con un espressione di pura disperazione. Avrei voluto avvertirli ma non riuscivo a trovare le parole... no, era come se non avessi nemmeno il coraggio di raccontare cosa avessi appena visto. Deglutii nervosamente prima di voltarmi nuovamente e tornare ad osservare le strade. I miei occhi sfrecciavano in ogni direzione, spinti dal panico che mi attanagliava. Ripensandoci, non sono nemmeno sicuro del perché avessi voluto continuare a cercare anche il più piccolo barlume di speranza in quel luogo desolato, ma la mia ostinazione venne prontamente punita. Un ennesimo corpo finì sotto il mio sguardo. Esile e snello, le multiple braccia lo identificavano come un membro degli Aracnidi di Suna. Era una ragazza.

« No... »

Aveva la carnagione chiara e candida. Una particolare pettinatura corta e sbarazzina, tipicamente maschile, svettava sulla sua testa.

« N-No, no... no. NO! »

La mia voce tremava, i miei occhi si stavano già inumidendo. Mi lanciai in una corsa sfrenata lungo la parete esterna del palazzo. Ero completamente fuori di me ma se avessi avuto fortuna Fujie mi avrebbe fermato prima che avessi fatto qualcosa di stupido.

Raggiunsi il triste luogo. Senza neanche pensare per un singolo istante a quanto potesse essere scomodo per me mostrare un simile attaccamento per una ninja traditrice, caddi in ginocchio accanto al corpo di Hadaka. Non c'era il solito, caldo e allegro sorriso sulle sue labbre. I suoi occhi non avevano quella scintilla di energia ed entusiasmo. Il suo volto era immobile, fissato su un'espressione completamente sconvolta dalla paura. Una mia mano raggiunse la sua, stringendola delicatamente. Era ancora tiepida. Cominciai a singhiozzare incontrollabilmente. Cosa ci faceva qui? Se fossi stato più veloce avrei potuto salvarla? Cosa le era successo? Chi era stato? Un turbine di pensieri crebbe nella mia testa fino ad implodere. Mentre chiudevo gli occhi e lasciavo scorrere le lacrime. Gli ultimi momenti che avevo trascorso con lei fu tutto ciò che riuscii a vedere... e sentire. Il ricordo era ancora così vivido. Il suono della sua voce, il colore dei suoi occhi, allora così spenti e velati dallo sconforto... il calore delle sue labbra contro le mie, il profumo della sua pelle mentre mi baciava. Quel freddo “ciao.” prima di vederla sparire per sempre dalla mia vita.

Avrei voluto urlare a squarciagola eppure non ne avevo la forza. Mi abbandonai ad un pianto silenzioso per svariati minuti, avrei ripreso il controllo delle mie emozioni a tempo debito. Per tutto quel tempo, fui come mentalmente isolato dal resto del gruppo. La mia lucidità stava pian piano rafforzandosi, le lacrime rallentarono e si asciugarono ma la tristezza rimase saldamente conficcata nel mio cuore come una scheggia di ghiaccio.

« Pensavo ti fossi lasciata la vita ninja alle spalle, amica mia. »

Le sussurrai tristemente mentre finalmente lasciavo andare la sua mano. Mi alzai nuovamente in piedi ed andai a ricongiungermi con il resto del gruppo. Se fossi stato fortunato non avrebbero dato troppo peso alla cosa, mi sarei risparmiato qualche spiegazione.

Mi avvicinai al corpo senza vita del Kazekage. Tutta questa situazione non faceva che portare altre domande, non dava nessuna risposta. Il nostro leader, il ninja più grande e potente del villaggio era morto. Come aveva fatto un novellino come me a scampare a quella sorte? Anche fosse stata pura fortuna era un ben magra consolazione. Cercai Fujie con lo sguardo, in quel momento più che mai era lei il mio unico punto di riferimento, ma non ebbi il coraggio di rivolgerle parola.
 
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view post Posted on 9/6/2018, 22:44
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L'arrampicata non fu delle più facili e con ancora il sentore di nausea a destabilizzarli si potè dire lo stesso per quanto riguarda l'avanzata sui tetti di quell'infinità di palazzi. Masticando il sapore amarognolo del rimedio che aveva preparato la aiutò ad attenuare lo stordimento e strada facendo non smise di masticarlo fin quando non arrivò a ridurlo ad un bolo informe e ormai privo di sostanze. Quando lo sputò giù dal tetto con lo sguardo andò in cerca di indizi, di una via di fuga o di qualsivoglia insenatura che potesse condurli lontani da quei quartieri e da quelle strade, Fujie e Yasei oltre che di un ottimo olfatto vantavano anche un grande orientamento e con il loro spirito di osservazione non fu difficile capire che non poteva esistere una città simile: nessuno sano di mente ne avrebbe progettata una simile. Confuse le strade si ripetevano uguali, finivano in vicoli ciechi senza alcun preavviso o peggio, dall'alto le vide seguire un percorso a circuito chiuso, riportavano al punto di partenza. Sembrò di essere finiti in una sorta di labirinto sconfinato e l'altezza non aiutò ad uscirne, nella penombra all'orizzonte non era visibile la fine di Fukagizu cosa che prestò portò un'esploratrice consumata come lei a pensare che una costruzione simile doveva essere frutto della follia o più semplicemente dell'immaginazione di un abile illusionista.
Quella conclusione era l'unica spiegabile, un sospetto nato dall'aver trovato improvvisamente i primi cadaveri e poi divenuto via via più concreto con il loro avanzare. Tentò la liberazione ma con poca convinzione e senza aspettarsi grandi cambiamenti, la stranezza di quel luogo poteva essere legata alla mostruosità che li aveva battuti tutti e quindi a qualcosa di ben più grande di lei.


"Certo che nonostante tutto è veloce per essere un lumacone."

Lamentandosi con il compagno accelerò il passo, il fetore emesso dal Rokubi non era così forte da lassù e i suoi lamenti per quanto distanti non scomparvero mai del tutto, segno che presto o tardi sarebbero riusciti a raggiungerlo. Ci fu tuttavia qualcos'altro ad attirare l'attenzione dei cinque shinobi, lungo la strada che si allargava e restringeva senza alcun motivo apparente iniziarono a scorgere caduti della Sabbia fino a scoprire volti familiari. Il primo a cedere fu il giovane Sun che tornando a terra per un po' sembrò perdere l'uso della parola.

"Oh, almeno ora sta in silenzio, era ora."

Constatare che lungo quella scia di morte vi fossero compaesani non sortì alcun effetto, la jonin non era poi così legata a quel coprfronte, era solo un simbolo, la casa in cui suo malgrado si era trovata a dover crescere. Potè capire tuttavia le lacrime che il genin versò per la ragazzina - un'amica o probabilmente qualcosa di più - tirando dritto non si fermò a consolarlo e non battè ciglio nemmeno nel trovare quel medico a terra. Il suo cuore perse un battito solo quando vide lui, l'indomabile, l'unico e inimitabile Kazekage. La carne fatta Acciaio, il leader di Suna, Himura Koshima, giaceva in ginocchio sconfitto. In un lampo abbandonò i tetti, pur sentendo dalla distanza che in lui non scorreva più la vita sentì l'irrefrenabile bisogno di controllare di persona. In un barlume di speranza pensò per la prima volta che forse poteva fare qualcosa, che DOVEVA fare qualcosa.

"Oi.."

Lo chiamò con aria di sufficienza mentre scura in viso lo raggiunse con passi cadenzati. Arrivatogli alle spalle rimase per diversi istanti a fargli ombra mentre osservava le sue possenti spalle dall'alto in basso come a giudicarlo e a fargli pesare la misera fine che aveva fatto. Un buon medico si sarebbe affrettato nel tentativo di rianimarlo, una persona normale lo avrebbe preso per le spalle, scrollato e schiaffeggiato ma non lei, la sua reazione fu invece piuttosto aggressiva: il suo cuore in fiamme emetteva un calore furioso, disprezzo quasi, come se ad un ninja del suo calibro non fosse concesso morire o essere sconfitto.


Per la prima volta dopo tanto, troppo tempo, si trovò a pregare il suo dio, fu esattamente come il giorno in cui per poco non rischiò di ucciderlo nel tentativo di mettere in pratica i suoi stessi insegnamenti.
[X]


    "Liberalo dal Gelo dei suoi peccati, illumina il suo cammino e riportalo al Fuoco. Si unirà alla nostra lotta se farai anche di lui un tuo strumento."


"Le Tenebre non ti avranno così facilmente."

Quella bizzarra affermazione fu senza senso per i compagni della rossa, sembrò farneticare e il peggio fu quando la videro caricare un colpo e puntare alla nuca di Himura. Il chakra venne concentrato abilmente sulle falangi delle dita più lunghe e mirò ad un punto prestabilito nel tentativo di stimolare il cervelletto dell'uomo per riavviarlo. Fu l'istinto a suggerirglielo e non la conoscenza medica, dall'addestramento ricevuto dall'Hachidaime era passato molto tempo e ovviamente non aveva seguito appieno il suggerimento di fare pratica nel colpire i punti di pressione.

"Non puoi mollare così, non puoi."

Se non avesse funzionato quel colpo secco avrebbe tentato ancora e ancora, mirando ad altri punti di fuga del sistema circolatorio vicini ad organi vitali, per stimolarli e riattivarli. Dall'esterno quei suoi attacchi chakrati e "perforanti" non avrebbero fatto una bella impressione, sembrava inspiegabilmente furiosa, in preda ad una rabbia incontrollata e intenzionata a trasformate la salma del loro Kage in un colabrodo. Non ci sarebbe stato da stupirsi se Misato e gli altri fossero intervenuti cercando di trattenerla dall'inveire ancora, del resto fraintendere le sue intenzioni in quella situazione era piuttosto facile mentre comprendere il tumulto di emozioni e conflitti che la stavano sconquassando dall'interno era difficile perfino per Yasei. Incredulo il lupo rimase ad osservare socchiudendo le palpebre ad ogni affondo, talvolta lasciandosi sfuggire un verso, un ringhio flebile più simile ad un lamento: ciò che non riusciva ad esprimere uno, per simbiosi lo faceva l'altro.





GdrOff|| Per quanto riguarda il tentativo della liberazione so che può suonare contraddittorio vista la reazione avuta ad inizio missione sui tentativi di Sun, lei in pratica è consapevole, - per quanto non abbia prove effettive - crede di essere finita in un "mondo" strano e dopo quanto accaduto sa che non è tutta una genjutsu. Come scritto nel post tuttavia tenta la libera per la stranezza del ritrovamento di quei morti, vite che si sono appena spente ma di cui inspiegabilmente non hanno rilevato traccia prima. ||GdrOn
 
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view post Posted on 12/6/2018, 21:46
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Lacrime di un futuro passato - Quando il cuore si ferma -
Il chakra scorreva veloce e sentiva di esserci vicina, molto vicina, arrivo a toccarla e la cimice era arrivata a contatto con la sua pelle viscida ma scivolò a terrà non riuscendo a trovare un appiglio a causa di tutta quella bava, per lo stesso motivo Misato scivolò a terra mentre la puzza del Bijuu la avvolse completamente facendole diventare sempre più forte i conati di vomito. In men che non si dica si ritrovò riversa a terra a vomitare mentre le lacrime uscivano copiose dai suoi occhi e il sapore acido invadeva la sua bocca. Cercò di rimanere in ginocchio appoggiandosi a terra con la mano sinistra mentre la destra era vicino al volto cercando di coprire le sue labbra per impedire a ai suoi succhi gastrici di riversarsi a terra. Ma il tutto risultò impossibile. Le ci volle qualche minuto e l’aiuto del bocconcino amaro di Fujie per potersi riprendere un pochino e smettere di vomitare. Era tutta sporca e il suo stomaco stava ancora ballando la salsa ma doveva cercare di rimettersi in piedi e andare avanti, dovevano farlo a tutti i costi.

«Almeno non sarà tanto complicato ritrovarla…»


Sussurrò appena, con aria stanca, osservando la striscia di bava che per terra indicava loro il cammino. Seguì gli altri a seguire quel cammino cercando di non stare troppo vicino a causa dell’odore e si osservò intorno: tutto era sempre uguale, come se fossero in una città infinita, esattamente come i cadaveri che li circondavano.
Fece scivolare lo sguardo su quei volti pallidi e si rese conto che qualcuno di loro li conosceva, in particolare fu una maschera da Anbu che attirò la sua attenzione e alla quale si avvicinò con estrema cautela. Le maschere che loro indossavano erano uniche e lei avrebbe riconosciuto quella volpe del deserto fra molti.

”E dire che diceva che nulla ti avrebbe uccisa, che eri troppo furba anche per la morte. E invece…”


Era stanca, troppo anche per versare altre lacrime sia per quella donna sia per ciò che lei rappresentava: il suo futuro. Già si vedeva, nel pieno di una missione, riversa a terra in un luogo dimenticato da Dio con gli occhi aperti vitrei, la sua maschera da serpente che pendeva da una parte del suo capo e la pelle candida, fredda, priva di vita. Ne era perfettamente consapevole che prima o poi le sarebbe successo ma le dispiaceva che questa volte fosse toccato a lei.
Si avvicinò un po’ di più per sfiorare la sua maschera.

«Non ci conoscevamo molto ma…che i Kami abbiano cura della tua anima.»


Non si consocevano abbastanza per lasciarsi andare alla disperazione. Si alzò lanciandole un ultimo sguardo in segno di estremo saluto prima di proseguire. Gli altri erano andati avanti ma guardando verso di loro li vide a terra, riversi su qualcuno. Si avvicinò a loro per vedere cosa fosse successo o chi avessero trovato quando, in mezzo a quel tappeto di cadaveri, notò qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere: una disordinata zazzera rossa.
Ma in fondo quanti shinobi avevano i capelli di quel colore così particolare? Eppure lei ne conosceva solo uno.

”N-non è possibile…n-non può essere vero?”


"Ora come ora mi sembra che nulla sia impossibile."


Ma lei non ci poteva credere…o forse non voleva crederci e basta?
Senza rendersene conto le sue gambe aumentarono il passo e in breve si ritrovò davanti il cadavere di Arashi con il capo appoggiato su uno dei suoi compagni della foglia, su qualcuno che portava il suo stesso coprifronte. Lo fisso per un lungo istante che le sembrò un’eternità, si dimenticò anche di respirare e ricominciò solo quando i suoi polmoni iniziarono a bruciare come il fuoco. Il suo cuore si fermò in quell’istante, nell’istante in cui i suoi occhi incrociarono il volto della persona che amava di più al mondo, l’unica per cui valeva la pena di vivere veramente.

«….Arashi….»


La sua voce le sembrava terribilmente lontana, così come tutti i momenti che aveva passato con lui. L’ultima volta si erano lasciati nel peggiore dei modi e la colpa era stata tutta di Tsuneko…o forse no, era stata solo colpa sua. Lui l’aveva mandata via, aveva messo in dubbio il fatto che lei lo amasse e non si era più fatto vivo, non l’aveva più cercata perché era arrabbiato con lei e Misato gli aveva lasciato i suoi spazi per quanto questo la facesse soffrire.
Adesso invece non contava più nulla. Lui era fermo, immobile e lei non poteva più chiedergli perdono.

«…Arashi, amore….svegliati…ti prego…apri gli occhi…»


Sussurrò come faceva quando doveva svegliarlo, con delicatezza. Si era inginocchiata al suo fianco e gli aveva preso il capo fra le mani per appoggiarlo sulle proprie gambe e accarezzargli il volto, la fronte, i capelli. Le lacrime scendevano copiose colpendo la fredda pelle del ragazzo che era diventato ormai rigido, troppo perché le sue palpebre potessero davvero riaprirsi.

«Tu…tu non puoi lasciarmi da sola…non qui…non in questo mondo così schifoso. Dovevamo cambiarlo insieme…dovevamo invecchiare insieme…dovevamo fare tante cose…dovevamo amarci…e adesso? Cosa farò adesso senza di te?»


Quello che inizialmente era un sussurrò si trasformò in un urlo di dolore. Non poteva crederci, realizzare quella verità era impossibile. Intorno a lei tutto sembrava essere scomparsi, esistevano soltanto Misato e Arashi immersi in un’oscurità che non avrebbe perdonato e lasciato vivo nessuno. Si chinò su di lui per baciargli la fronte e rimanere ferma piangendo lacrime amare senza riuscire a riprendersi, senza riuscire a staccarsi da lui.
Nulla aveva più senso e anche il Bijuu sembrava non essere mai esistito.


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view post Posted on 13/6/2018, 13:05
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Nessuno fu esente dal dolore. I fratelli Ukemura erano stretti uno all'altra mentre tenevano fra le braccia il corpo di una giovane donna dai lineamenti simili ai loro. Forse una sorella, o la madre che portava bene i suoi anni. Miyamoto aveva il volto seppellito nel suo petto, in una serie di gemiti sconnessi, mentre il fratello manteneva il volto impassibile malgrado da sotto le lenti traboccassero le lacrime.
Si stava sforzando di non crollare, perché in quel momento abbandonarsi alla disperazione poteva essere letale.

Nessun tentativo fu in grado di infondere la vita in quei corpi. Lacrime, carezze, pugni chakrati, tutto scivolò come rugiada nel mattino.

«Lo capite, adesso?»

La voce era sempre quella di Saiken. Malgrado non stesse più piangendo istericamente, il tono sottile, così strano per un corpo tanto grosso, manteneva una rassegnazione triste e amara.

«Capite che è questo che succederà se io vengo liberato?»

Udirono il suono di un sospiro, lento e cadenzato. Assieme ad esso, in contemporanea si alzò una nebbia leggera, che avvolse in pochi secondi il vicolo, i corpi, i ninja addolorati. Una nebbia dalla tenue fumatura
perlacea, e un vaghissimo odore di muschio boschivo. È dalla nebbia stessa che sembra levarsi la voce del Rokubi, vicina come se stesse parlando al loro orecchio.

«Voi ora siete qui con me. E qui resterete. Mi dispiace, è l'unica soluzione.»


La nebbia si infittì e si fece più fitta e densa. Per qualche istante nessuno vide più niente... Poi non ci fu più niente da vedere: i corpi, il vicolo, i palazzi, tutto era scomparso per lasciare il posto alla Fukagizu distrutta che avevano visto come ultima cosa prima di perdere i sensi.
Piccolo, inquietante particolare: erano a testa in giù.
Non perché sentissero il sangue alla testa, ma perché il senso della gravità era stato completamente alterato. Non percepivano alcun disagio fisico, eppure si trovavano ad alzare gli occhi sul cielo notturno infinito che si estendeva sotto di loro.

Si trovavano ancora nella stessa strada di prima, ma i palazzi erano in parte abbattuti e cadenti, probabilmente per via del passaggio di qualche Bijuu prima del disastro coi serpenti di chakra.
La scia bavosa del Rokubi rimaneva, brillante e lucida. Da quella traccia si levava ancora qualche lembo di nebbia, la stessa che prima aveva avvolto la zona.


CITAZIONE
Prossima scadenza: 20 giugno


Edited by gaeshi - 13/6/2018, 18:19
 
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view post Posted on 17/6/2018, 23:00
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Scoprire che la morte di Himura era frutto di un tiro mancino la infastidì ma non tanto per l'inganno in sè, quanto per il sollievo che provò nel saperlo ancora vivo e pestabile.

"Ti sarebbe piaciuto cavartela con così poco eh?"

Pur essendo granelli di sabbia appartenenti allo stesso deserto ognuno di loro reagì in modo diverso alla vista dei caduti a cui erano affezionati ma tra rammarico, lacrime, rabbia e tentativi di cure fu tutto inutile quando ebbero la prova che Saiken stava giocando con le loro menti e i loro sentimenti. In realtà più che giocare in lui doveva essere scattato un meccanismo di autodifesa, convinto com'era di essere nocivo e non volendo più causare sofferenza agli altri, aveva deciso che fosse malvagio e che meritasse di restare prigioniero dimostrando agli altri il male che suo malgrado aveva causato quella notte. Di realmente crudele e meschino c'era solo quella dimostrazione e Fujie nel suo piccolo - con quello che aveva passato nella sua infanzia - riuscì a capire perchè lo aveva fatto - perchè non aveva altro modo per esprimersi, come lei, non aveva altro modo per far capire chi era e cosa provava.
Le ultime parole di Saiken la toccarono nel profondo, nessuno meglio di lei poteva sapere cosa si provava nell'essere additato come un mostro e il soprannome che le avevano affibbiato - Nashibi - restava un marchio indelebile nella sua anima, una ferita che bruciava nonostante all'apparenza apparisse come una donna forte e indipendente con la scorza più dura di sempre. Aldilà di quella maschera tuttavia essere scrutati occhi carichi di sdegno e di paura per poi essere etichettati silenziosamente come dei mostri era difficile e lo era ancor di più non avere la forza né il modo di dimostrare il contrario: capiva perfettamente il senso d'impotenza e di frustrazione che attanagliava il cuore del demone molliccio. Si diede della stupida da sola per non averlo capito prima, da quando erano arrivati in quella strana versione di Fukagizu non aveva mai avvertito cattive intenzioni da quel fronte, ai suoi occhi adesso appariva come un cucciolone smarrito che aveva solo bisogno di comprensione e di affetto. Scodinzolando Yasei si disse d'accordo e quando la nebbia si dissolse, l'intesa nei loro sguardi lasciò ampio margine alle interpretazioni. Correre ad abbracciarlo non avrebbe funzionato, era troppo rischioso.


"Il modo in cui ci guardavano non era molto diverso.. dobbiamo aiutarlo ad uscirne, ma come?"

Pur non avvertendo fretta nel trovare una soluzione la rossa sentì di dover agire rapidamente, prima che il malore di quella creatura si trasformasse in odio e in violenza; dovevano scongiurare il verificarsi della risposta automatica e fisiologica che si aveva in questi casi, psicologicamente labile il demone presto infatti avrebbe finito per applicare l'autodifesa inconscia di chi soffre, cosa che non avrebbe fatto altro che allontanare tutti dal comprenderlo.
Prima di fare un tentativo chiese ai compagni di darle una mano, ci teneva troppo al suo naso per finire come prima, stavolta prima di avvicinarsi avrebbe preso delle precauzioni.


"Non ha colpe per quanto è accaduto in piazza, dobbiamo solo convincerlo."

Facile a dirsi, molto meno a farsi ma nella sua testa il concetto era semplice e provò ad esporlo a suo modo.

"Cerchiamo di avvicinarlo di nuovo, stavolta sarò meno brusca lo prometto, però serve qualcosa per proteggerci dalla puzza. Un'illusione ad area che agisca sull'olfatto potrebbe aiutare più di una molletta al naso "

Avvicinandosi a Misato e sporgendosi in avanti le pinzò il naso con due dita come a voler spiegare il concetto a una bambina. Poi indicando il cielo accennò alla strana sensazione di capovolgimento che provavano.

"..eee si, per questo non credo ci sia rimedio. Direi che ce lo faremo andare bene. "

Così dicendo la jonin s'incamminò tra le rovine della città e seguendo la scia di bava ancora chiara sul sentiero, si accorse che da quelle tracce risaliva una lieve foschia, un velo appena visibile che appannava la vista senza però nascondere il sentiero. L'odore muschiato l'accolse in un abbraccio, erano passati dalla parvenza di palude a quella della foresta - una vera manna - ma nonostante tutto prima di tentare l'approcciò avvertì il disagio nella mancanza del verde alla vista e del sole sulla pelle.

"Saiken. " - chiamò - ".. è il tuo nome vero?"

"Sai, dovresti proprio smetterla di frignare. "

Un inizio coi fiocchi, in pratica fu come rigirare il coltello nella piaga e ovviamente insisté con quell'espressione seria, la fronte aggrottata e gli occhi dorati a scrutare il vuoto infinito sotto di loro. L'atteggiamento tenuto accompagnato dal tono fermo lasciavano intendere che stava parlando con cognizione di causa, sapeva esattamente cosa significava ferire gli altri senza volerlo e senza poter far nulla per rimediare.

    "Quello che è successo non è colpa tua, tu sei così e non puoi farci niente."

      "Io lo so."

Impeccabile la sua strategia ma a pensarci bene non aveva detto di volerlo convincere del contrario, di non essere un mostro? Contraddittorie quelle sue parole avrebbero messo in confusione chiunque. Con le sue premesse aveva creato molte aspettative per quel tentativo e ora rischiava di farle crollare in un attimo: senz'altro quei modi avrebbero sollevato dello scontento nella squadra o quanto meno sgomento .

"Al posto tuo la farei finita."

Fu tagliente e diretta come una lama al cuore eppure nella sua mente per quanto drastica e indigesta quella era davvero la più semplice delle soluzioni. Se Saiken non voleva più essere un danno per gli altri quella era l'alternativa giusta e se il demone avesse risposto che non aveva il coraggio o la forza di farlo, Fujie si sarebbe offerta di aiutarlo: ma possibile che la soluzione che aveva intravisto era il gesto estremo o era una strategia per condurlo ad altro?

Il modo in cui Saiken si era arreso all'ineluttabilità degli eventi la faceva infuriare, con quelle parole sperò di scuotere il suo animo - magari non troppo sapete, per via della puzza.. - e dalla sua reazione poi avrebbe improvvisato. In quello era bravissima.





GdrOff|| Se il bijuu risponde che non può morire, che non riesce a uccidersi oppure che nemmeno Fujie potrebbe aiutarlo in tal senso allora il mio pg farà notare che la vera crudeltà che sta commettendo è quella di limitarsi a scappare e tenerli prigionieri; così facendo non fa altro che dare ragione a chi lo addita come il mostro che non è. Quindi nella sua innocenza, con il suo linguaggio e la sua logica elementare spiega che sarebbe più "umano" e compassionevole ucciderli tutti e 5 li ed ora :sese:

Se ti servono le parole esatte fai un fischio che te le preparo per il tuo prossimo post da master xD

Edit Aggiungo di seguito le interazioni ruolate su WA con il master. ||GdrOn



«Non posso morire. E se anche potessi, non voglio farlo. Voglio solo starmene in pace, perché per voi umani è così difficile da capire?»

"Se le cose stanno davvero così allora perché non ci lasci andare? Così finalmente potrai startene da solo a frignare."

«Perché, credete che possa semplicemente lasciarvi andare? Siete voi umani ad averci imprigionato, per l'ennesima volta... E questa è una prigione, per voi come per me. Solo che a differenza vostra, io...»

La voce esita qualche secondo.

«Io ci voglio restare. Non voglio farvi del male, rassegnatevi e trovatevi un posto in questo vostro nuovo mondo... Posso renderlo diverso, rendervelo più piacevole. Cosa vi piacerebbe?»

"Io a dire il vero volevo solo misurarmi con voi ma i grandi capi ovviamente non erano della stessa idea. Seminando il caos in giro non gli avete lasciato molta scelta.. "

La delusione stampata in volto, a seguire un lungo sospiro.

"Dalle letture e dalle leggende mi ero fatta un'idea diversa di voi biju. Capisco come ti senti ma cosa credi di ottenere abbellendo questo mondo illusorio, credi forse di farci un favore? Prigione è e prigione sarà per sempre, sarebbe anche peggio che ucciderci perciò se non vuoi aiutare te stesso, se non vuoi combattere e non vuoi aiutarci, allora poni fine alle nostre vite e vivi in pace la tua solitudine."

Convinte quelle sue parole suonarono come una minaccia, fu come a dire che se non l'avesse fatto avrebbe continuato ad infastidirlo per l'eternità impedendogli di restare da solo e lontano da tutto. Del resto il solo pensiero di dover vivere in eterno in un sogno illusorio spense ogni suo entusiasmo - come poteva vivere senza il brivido della scoperta, senza sfide e difficoltà da superare? - era una condanna peggiore della morte.

"Non puoi limitarti a scappare. Devi fare una scelta Saiken!"



Edited by ~Angy. - 20/6/2018, 20:33
 
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Blazing Phoenix
view post Posted on 19/6/2018, 15:50




Quell'ultimo tratto si era rivelato più spietato di quanto pensassi. Nessuno di noi fu esente dall'immensa tristezza e sofferenza nel ritrovare il cadavere di persone a loro care. L'impatto fu forte a tal punto che la mia mente nemmeno venne sfiorata dall'idea che quella coincidenza fosse quasi surreale. La voce del Rokubi irruppe nelle mie orecchie, chiara come se fosse proprio accanto a me. Il suo tono non era più rotto dal pianto ma continuava a portare una pesante tristezza con sé. Una candida nebbia si sollevò da terra, avvolgendoci. I corpi, la strada, i palazzi, tutto si dissolse. Tutto ciò che rimaneva era la nube perlacea ed il suo particolare, fresco odore a me sconosciuto. Per lunghi istanti fummo in balia di quella nebbia, incapaci di vedere o percepire qualsiasi altra cosa, e poi, così come era apparsa, la nube si dissolse. La voce del Rokubi terminò la propria spiegazione proprio in quel momento.

Non voleva fare del male a nessuno e pure non riusciva ad evitarlo. In un certo senso era come se fosse ripugnato da sé stesso, riteneva di meritare la prigionia. Fu proprio queste sue parole a farmi sorgere un dubbio. Non stava chiedendo di venire rinchiuso, chiedeva di essere lasciato rinchiuso. E noi con lui di conseguenza.

« Vuoi forse dire che... »

Fui colto da una realizzazione improvvisa, ma i ragionamenti avrebbero dovuto attendere. Ciò che si palesò davanti ai miei occhi mi fece spalancare gli occhi, mentre indietreggiavo goffamente. Rischiai di cadere ma riuscii a ritrovare l'equilibrio appena in tempo. Mi ci volle qualche secondo per riuscire a capire cosa stesse succedendo. Eravamo tornati a Fukagizu, palazzi in rovina e tutto... ma tutto era sottosopra! Eravamo con i piedi saldamente a terra, nessuna vertigine o senso di trovarsi a testa in giù, ma tutto era al contrario! Dovevo comunque guardare verso “l'alto” per guardare il cielo ma si trovava indubbiamente sotto di noi. Fujie, in quanto nostra capogruppo, tentò immediatamente di ristabilire l'ordine e formulare un piano. Fu rapida e dritta al punto. Riteneva il Rokubi innocente, ed effettivamente non aveva partecipato al caos scoppiato che ci aveva portato fin lì. Avremmo tentato di approcciarlo nuovamente, con qualche contromisura per la puzza, e convincerlo ad aiutarci. Mi limitai ad annuire, il Bijuu continuava ad essere il nostro unico appiglio. Fujie prese parola. Rimasi a bocca aperta e strabuzzai gli occhi. L'espressione che mi si stampò in faccia dopo che ebbe pronunciato quelle poche parole fu semplicemente comica. Aveva appena suggerito al Rokubi di ammazzarsi. Cioè, cosa!? Quello come minimo ammazzava noi, dopo un'uscita del genere! Capivo che le sue intenzioni fossero una palese provocazione per smuoverlo e spingerlo a reagire, ma... ma...

« F-F-Fujie-san, non pensa di esserci andata un po' troppo pesante? »

Bisbigliai, dopo essermi avvicinato alla caposquadra. Nervosamente, lanciai occhiate in ogni direzione. La zona era deserta, l'unica cosa che spiccava all'occhio era la scia bavosa e lucciciante lasciata dal passaggio del Rokubi... o meglio, Saiken, come l'aveva chiamato Fujie. Non ero al corrente che queste creature portassero nomi propri. In ogni caso, la scia melmosa stava rilasciando delle ultime, evanescenti tracce di nebbia. La stessa nebbia che ci aveva avvolto poco prima e che probabilmente aveva qualche capacità illusoria o di distorsione dei sensi.

« L'odore di Saiken si è rivelato abbastanza forte da stenderci al minimo respiro... può essere che anche questa nebbia agisca allo stesso modo. Possiamo sperare che alterare la nostra percezione olfattiva interferisca anche con ciò che ci sta facendo vedere il mondo ribaltato. »

Improvvisamente, mi ricordai della realizzazione scaturita dalle parole di Saiken. Il mio sguardo si fece più serio, così come il mio tono.

« Quella mostruosa statua nella piazza... sembrava opera dell'Ordine del Taisei. Non ho la minima idea di quale fosse il piano di questi nostri cosiddetti alleati, a parte imprigionare i Bijuu ad ogni costo, e qualcosa è chiaramente andato storto. Ci sono possibilità che il malfunzionamento del rituale ci abbia sigillati insieme a Saiken? Da come parla sembra interessato a mantenersi imprigionato, non a farsi imprigionare. »

Espressi di getto i miei pensieri, non ero nemmeno troppo sicuro che fosse il momento adatto né che fosse utile al raggiungimento del nostro attuale obbiettivo. Ma non potei fare a meno di pensare che fosse qualcosa da tenere minimamente in considerazione.
 
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view post Posted on 19/6/2018, 16:55
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Lacrime di un futuro passato - Non diventare il mostro che non sei -
Il dolore era troppo forte per poter uscire da quella fase autistica dove tutto intorno a lei aveva smesso di esistere, aveva perso senso. Esistevano solo lei e il corpo del suo amato che teneva fra le braccia. Seppellì il viso nel petto di Arashi quando la voce del Bijuu si alzò nuovamente nell’aria facendosi sentire a tutto loro. Questo lo sentì, sentiva il dolore di quella creatura ma in quel momento non le importò molto, anzi, per nulla.
Solo quando la nebbia prese ad alzarsi facendo scomparire ciò che avevano conosciuto fino a quel momento e farli ritrovare a testa in già nella stessa città distrutta che si erano lasciati alle spalle prima di ritrovarsi in quel luogo pieno di morte.

”Quindi era tutta un’illusione?”


Sembrava proprio di sì e questo significava che Arashi era vivo, che stava bene e che poteva tirare un sospiro di sollievo. Tutta l’ansia e l’angoscia che aveva provato fino a quel momento si diradò e scoppiò a ridere senza un motivo…o forse sì: il solo pensiero che lui fosse ancora da qualche parte a respirare e questo la riempiva di gioia immensa.

"Non vorrei interrompere la tua…gioia…ma se da qui non uscite Arashi continuerà a respirare ma tu resterai qui per sempre."


La voce di Hebi San la colpì come un fulmine a ciel sereno. Aveva perfettamente ragione, doveva cercare di rimanere concentrata e capire come andarsene da quel posto, da quella illusione. Quella creatura forse era troppo forte perché potessero semplicemente dissiparla con una genjutsu.
Si voltò verso Fujie quando questa espresse la decisione di provare ad avvicinarsi di nuovo a Saiken, questa volta con più garbo.

«Dovrei salvarti l’olfatto?»


Chiese con voce nasale, mostrando un sorriso mentre la donna le teneva il naso tappato. Senza farselo dire due volte. Un’illusione nell’illusione…poteva anche essere divertente.
Compose i sigilli cercando di controllare il proprio respiro e il proprio flusso di chakra e, alla fine, riuscì a produrre l’effetto desiderato.

«Con tutta probabilità ora non dovrebbero esserci problemi!»


Sussurrò appena osservando e seguendo la donna lungo la scia. Le sue parole però non furono così tanto delicate ma Misato sapeva che si stava impegnando e lei non avrebbe detto nulla, si sarebbe limitata ad osservare l’interazione che Fujie intendeva mettere in atto.
Farle capire che si stava dimostrando il mostro che tutti pensavano lei fosse con quel suo comportamento puerile. Forse poteva anche funzionare.


- Tecniche -
<genjutsu> - Tecnica dell’olfatto intaccato -
    “ Questa tecnica illusoria è conosciuta in tutti i villaggi ninja per il suo caratteristico effetto.
    Concentrando la quantità di chakra necessaria nell’albiente circostante lo scontro e mischiandolo alle particelle d’aria, lo shinobi utilizzatore fa si che il proprio avversario inizi a percepire il caratteristico odore di uova marce del solfuro d’idrogeno. Attimo dopo attimo, l’odore sparirà poiché l’esposizione a quantità relativamente elevate al solfuro inibisce il senso dell’olfatto. A parte questo, sotto l’influsso dell’illusione, il soggetto colpito avrà l’impressione che il proprio organismo risenta dell’esposizione alla sostanza tossica, debilitandolo nel fisico."
    Liv 2: [Chk: 60][Eff: 75]Frz, Vel, Res e Dif subiscono un malus di 15+(residuo/3)


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view post Posted on 20/6/2018, 19:27
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Artificial Flower's Lullaby

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Una volta appurato che non c'erano morti da compiangere, tutti -più o meno- si ripresero. I fratelli Ukemura apparivano particolarmente scossi, entrambi con gli occhi ancora lucidi, ma fecero del loro meglio per mantenere la calma e radunarsi con gli altri.
Malgrado il disagio del sapere di essere a testa in giù senza sentirsi veramente a testa in giù era irritante, per quanto sopportabile. Di certo meglio quello dei cadaveri dei compagni, tuttavia Satori fece qualche segno al fratello, che annuì rispondendole serio.

«Sì... Dev'essere un'illusione che influisce sull'orecchio interno... Forse è questa nebbia, potrebbe averla prodotta il Cercoterio. Io cercherei di stare il meno possibile vicino alla scia!» suggerì, iniziando a camminare rasente i muri, tenendosi un fazzoletto davanti al naso per schermare eventuali gas mefitici.

Intanto, Fujie tentò un altro approccio con Saiken. Un approccio drastico, suggerendogli nemmeno troppo velatamente che avrebbe dovuto suicidarsi.

«Farla... Finita? Noi non possiamo morire. E se anche potessi...»

Ci fu una breve pausa, e il suono di un sospiro.

«...Non lo farei. Non voglio morire, voglio solo essere lasciato in pace... Perché per voi umani è così difficile capirlo?»

La voce era chiaramente udibile da tutti, e li avvolgeva come se provenisse dai palazzi. Nel frattempo, la tecnica illusoria di Misato iniziò a spargere uno sgradevole odore di uova marce nelle narici di tutti. Parecchio fastidioso, soprattutto per Fujie, Yasei e Satori, che avevano i nasi particolarmente sviluppati... Ma di certo sarebbe stato migliore del fetido afrore di Saiken, una volta raggiunto.

La Jonin-S continuò il suo discorso. Perché non lasciarli andare, così avrebbe potuto restarsene da solo? Si udì uno sbuffo più secco, come infastidito.

«Perché, credete che possa semplicemente lasciarvi andare? Siete voi umani ad averci imprigionato, per l'ennesima volta... E questa è una prigione, per voi come per me. Solo che a differenza vostra, io...»

Esitò un attimo, il tempo di un sospiro.

Io ci voglio restare. Non voglio farvi del male, rassegnatevi e trovatevi un posto in questo vostro nuovo mondo... Posso renderlo diverso, rendervelo più piacevole. Cosa vi piacerebbe?»

C'era una tenue speranza nella sua voce, speranza che venne troncata dalla ferma risposta di Fujie.

«Già. Siamo diversi da come ci raccontano. E mi illudevo...»

Le pareti delle case iniziarono a tremare, come quando nel deserto, in lontananza, il calore fa apparire l'aria tremolante e liquida.

«Che anche voi poteste esserlo. Invece no. Volete fare come volete voi? Volete che vi uccida, piuttosto che vivere una vita pacifica qua dentro? E va bene.»

Ci fu una lunga pausa, poi la voce di Saiken divenne un tuono.

«M O R I T E»

Il tremore delle case divenne un vero e proprio terremoto. I palazzi ai lati della via in cui i ninja erano iniziarono a crollare rapidamente, come se delle mani invisibili li avessero spinti addosso ai ninja della Sabbia.
Questi si videro arrivare addosso una valanga da entrambi i lati. Saiken stava cercando di schiacciarli e seppellirli nelle macerie, e avevano poco tempo per decidere se quella era un'illusione o una dolorosa realtà.





CITAZIONE
Prossima scadenza: 27 giugno
 
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view post Posted on 24/6/2018, 22:38
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♫ Peace ♫

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"Ma dico io.. cos'ha che non va quella ragazza?"

Quando la genjutsu di Misato agì facendo arrivare alle narici di tutti loro quel puzzo di uova marce, Fujie non si trattenne dal dire che non era esattamente quello che intendeva - certo avrebbe coperto l'odore acre di palude del bijuu - ma con i suoi soliti modi chiese di raddrizzare il tiro.

"Bel tentativo.. ma invece di uova andate a male non sarebbe meglio un bel profumo affumicato di carne sulla griglia?"

Espose la sua proposta inarcando un sopracciglio in un'espressione che, mista tra il confuso e il contrariato, la diceva lunga. Dal suo punto di vista non stava chiedendo la luna, insomma, a chi non piaceva la carne? Lei ne avrebbe mangiata in quantità adesso così come ad ogni ora del giorno, pollo, maiale, manzo, cammello e in qualsiasi taglio in cui potesse affondare i denti. Prima di incamminarsi dunque cercò intesa e supporto negli sguardi degli altri compagni, in particolare si soffermò su Satori che le era stata presentata dal fratello come esperta di genjutsu: sembrò chiederle di rimediare alla gaffe di Misato, da quell'evento decise che le genjutsu chiaramente non erano il suo forte.



* * * *



2nzxspG

Risentito dalle sue parole il demone non nascose la sua delusione, seppur distanti, seppur in modi diversi, i loro sentimenti si rassomigliavano: entrambi vivevano un'immensa frustrazione nel conflitto dell'incomprensione, entrambi desideravano vivere ma diversi da lei Saiken aveva rinunciato già da tempo alla sua libertà.

"Non ti sto ordinando un bel niente zuccone. Io voglio vivere, tu vuoi vivere, tutti noi lo vogliamo.."

Lo incalzò così, parlando a denti stretti e faticando a trovare le parole: il pugno chiuso allungato in avanti e tremante per la rabbia.

"Una prigione è tale solo per chi ha rinunciato ad uscirne, ne ho viste tante di sbarre, di ogni forma, colore, barriere fisiche o meno e so che per tutte c'è una chiave. Non dare la colpa agli altri, sei tu volerci tenerci qui, se.."

Una pausa. Abituata a comunicare con Yasei tramite simbiosi faticò nel trovare le parole, era sempre così, specie nei momenti cruciali. Rispolverando il suo vocabolario ristretto poi ci riprovò.

" Se solo lo volessi con la tua forza riusciresti a farci uscire tutti, il problema è che non vuoi nemmeno provarci perchè hai troppa paura.. hai la chiave ma l'hai gettata via insieme alla tua dignità e alle nostre vite. "

Saiken ormai aveva sentenziato la loro condanna e tenendo fede a quanto detto lei non mosse un muscolo, rimase immobile con quell'espressione imbronciata a fissare il l'orizzonte davanti a se. Testarda come pochi e capricciosa come nessuno rimase impassibile dinnanzi all'intensificarsi delle scosse, così come alla vista dei primi crolli che minacciavano di seppellirla da un momento all'altro insieme al resto della squadra.
Non aveva nessuna intenzione di muoversi dalla strada, preferiva davvero morire che restare in eterno in quel luogo ad inseguire la bava di quel lumacone senza spina dorsale.


"Sei più di questo, devi esserlo."

Quel suo capriccio per certi versi fu una prova di fiducia verso il demone, una sfida malata da cui tuttavia rischiava di non uscire viva: certa che non fosse malvagio sarebbe rimasta immobile fino all'ultimo. Il demone lo aveva ammesso da se - non voleva far loro del male - e nonostante gli sviluppi nemmeno adesso percepiva energie negative provenire dalla sua direzione. Senza alzare nessun tipo di difesa dunque si limitò all'attesa mentre il cuore pompava fuoco nelle vene aumentando al contempo anche l'adrenalina e l'agitazione nel compagno a quattro zampe.
Chiaramente a disagio e più diffidente il lupo iniziò ad abbaiare e ad agitarsi fino a quando, schivati i primi mattoni, decise di afferrare i pantaloni della jonin tra i denti nel tentativo di smuoverla. Al primo strattone ottenne dei risultati ma lei recuperata la posizione non gli diede l'opportunità di smuoverla di un centimetro.


"No, io non mi muovo 'Jey, perdonami se puoi."

Il frastuono tutt'attorno presto divenne insopportabile e la caduta dei massi impossibile da evitare nel poco spazio a loro disposizione. Gli spasmi ondulatori del terreno poi, uniti alla sensazione di essere a testa in giù, rese gli spostamenti più difficili e quando Yasei non riuscì più ad orientarsi fu costretto a cedere e abbandonare la compagna al destino che aveva scelto. Furono passi e balzi sofferti i suoi e mentre la terra si spaccava sotto le zampe rimase concentrato sul legame che aveva con lei, sulla convinzione che la animava e l'energia vitale che ancora le trasmetteva.
Pur lasciandosela alle spalle e correndo via non si sarebbe arreso così facilmente dal perderla, in caso di necessità era pronto a scatenare il chakra dell'Ōkami e interrompere quella pazzia.






GdrOff|| Non so che intenzioni hanno i pg di blazing e misato, su WA non ho avuto risposte e il tempo per postare scarseggia. A grandi linee posso dire che:

- se tentano di spostarla opporrà resistenza
- se tentano di proteggerla dai crolli con la sabbia/altro si incazzerà e calciando delle rocce farà in modo di spingerli ad allontanarsi più in fretta e lasciarla li.

Per quanto riguarda il lupo se con l'accumularsi dei crolli avvertirà l'energia di Fujie spegnersi tenterà di innescare la loro "fusione", alias attivare il talento personale. Se servono altre info sapete dove trovarmi :sese: ||GdrOn





~ Kyōsei: Ōkami ~ 共生: 狼 ~ PT: 61 ~
~ 15 rango +42 (Liv/2) +4 Missioni +0 Addestramenti ~
<talento personale> - 共生:狼 - Kyōsei: Ōkami - Simbiosi: Ōkami - [Liv 1: 51/51] "Come l'ombra della sera che si fonde al tramonto con la flebile luce del giorno, la Simbiosi che unisce Fujie e Yasei crea l'unione armoniosa di due esseri, non una stella o galassia, non un cielo o costellazione sono paragonabili. Così come un fiore che sboccia attirando insetti affamati il nettare, loro vivono in egual simbiosi: l'uno è la vita dell'altro. Ad accomunarli di base è il sogno di chi li ha generati e con esso l'essenza della loro stessa esistenza, figli di un'utopia - "Nati nell'Ombra e risorti sotto la Luce del Dio Rosso" - il loro legame va aldilà di ogni cosa. Non conta la distanza che li separa, non conta il dolore nè la veglia: sempre e comunque Fujie e Yasei restano in contatto. Il loro modo di comunicare è viscerale, telepatico potrebbe azzardare qualche studioso, pur capendo che tale definizione non riassume appieno la loro unione. Una consapevolezza innata, un'alchimia indissolubile.

La Simbiosi tra Fujie e Yasei nel tempo ha portato a rivelare un legame sempre più profondo ma non solo a livello affettivo o mentale, in egual misura lo è anche a livello fisico e spirituale, cosa che si riassume nella condivisione del loro particolare chakra. Con il tempo fu affibbiato loro il nome "Nashibi" tradotto "Demone Zero", "Il bijuu senza coda".

Non credendo di avere dentro di se un così antico potere Fujie ripercorse antiche leggende Inuzuka di cui era figlia e dopo lunghe ricerche lesse di una profezia in cui si narra della manifestazione dell'Ōkami, lo spirito divino del lupo: ogni mille anni questa entità sceglieva alla nascita un tramite animale e uno umano per la sua reincarnazione terrena, l'unico modo per tramandare ai viventi il suo potere e far convergere la bestia e la ragione in un'unico essere a sua immagine e somiglianza.

    ~ Il Chakra dell'Ōkami ~

Questo talento fornisce una parametro derivato e a consumo, il Chk dell'Ōkami, che per comodità chiameremo ChkŌ. Si ottiene facendo la media tra la somma dei parametri fisici (Frz e Vel) e quelli spirituali (Int e Chk), il tutto /4 a cui si sommerà il Livello di Fujie + i PT messi in questo talento.


Questo tipo di energia può essere utilizzato fino ad esaurimento scorta (sommandolo anche al normale Chk) con un limite massimo per azione di 30 unità con cui può potenziare qualsiasi tecnica comprese elusioni, attacchi e difese semplici o con armi.
    - La particolarità di questo parametro è che, a differenza della Stamina, non si recupera in nessun modo, se non lasciando a Fujie il tempo di pregare il suo Dio. Questo significa che, al termine di uno scontro, al seguente avrà il ChkŌ residuo dall'ultimo fatto, a meno che non le sia stato concesso dal Master (o dalle occasioni) di fare 2 post liberi. In alternativa, solo a termine della sessione di gioco (missione, quest o duello libero) recupererà tutto il suo potenziale;

    - Finita la scorta Fujie avrà a disposizione questo talento solo ed unicamente in forma Gdr On e Passiva (rispettivamente Lv 6 e Lv 5 di cui sotto);

A seconda dei PT spesi sul talento personale potrà sbloccare le particolarità dei livelli successivi:

    [Liv 6] - Consapevolezza - [GdR On]
    Questa capacità permette da ambo le parti, donna e lupo, di prendere posizioni, libertà in ambito decisionale e operativo. La percezione, lo stato d'animo, i pensieri e Tutto, viene trasmesso all'altro in modo chiaro anche se a separarli è il mondo intero. Sotto l'influsso di genjutsu tuttavia questa comunicazione risulta meno efficace e perfino annullata quando uno dei due perde i sensi in seguito a un attacco o trappole di sorta; a parte quei casi la loro coordinazione è pressocchè perfetta e non tutti i momenti di buio escludono l'altro da questa consapevolezza, spesso infatti i due si trovano a condividere sogni e incubi.

    [Liv 5] - Simbiosi - [Passiva]
    Vivendo per anni con la sola compagnia dell'altro, la donna ha finito per fondersi con il lupo e il lupo con la donna. La personalità di uno ha portato spunti e forza all'altro fino a quando le loro capacità di adattamento non li hanno portati ad un livello di unione spirituale superiore. Simili nel corpo e nella mente all'occasione guadagnano 1 livello in più in a Fiuto o Sensitivo.

Punire i servitori delle Tenebre servendosi della Luce è il loro nindo e fieri del proprio retaggio culturale e religioso i due traggono forza dalle preghiere che rivolgono al Dio Rosso. Una meditazione diversa dalle solite in quanto portano si, ad una lucidità e un equilibrio superiori, ma volti a distruggere anzichè alla pacifica convivenza; per ottenere la vittoria in caso di scontri lunghi e difficoltosi questa loro determinazione fa si che il nuovo parametro possa venir adoperato favorendo dapprima il risparmio di energie, passando per un'azione rigenerativa e infine aumentando il potere distruttivo.
    [Liv 4] - Fuoco e Sangue I - [Costo: 20 unità]
    Il mantello di chakra dell'Ōkami fornisce continua energia al corpo permettendo di eseguire i normali movimenti con metà dello sforzo; questo equivale a dimezzare i consumi di Stamina

    [Liv 3] - Fuoco e Sangue II - [Costo: 50 unità]
    Calandosi sempre più nel ruolo di giustizieri Fujie e Yasei vengono inondati dalla Luce e dal Fuoco del loro Dio. Più agili, più scattanti e sempre più letali; i loro corpi iniziano a ribollire ammantati dal chakra cremisi. Verranno rimarginati PF e malus di 6° e 5° grado (senza per questo ignorare il danno alla Salute).

    [Liv 2] - Fuoco e Sangue III - [Costo: 50 unità]
    In caso di ferite più gravi sarà possibile ignorare, per 3 turni, i malus di 1 dei due Status Derivati da una ferita di 3° grado o superiore.

    [Liv 1] - Plasmare - [Costo: 100 unità]
    Grazie alla familiarità con questo tipo di energia plasmabile a suo piacimento, Fujie è ormai in grado di manipolarlo modificandone portata e intensità sia in azione offensiva che difensiva. Fornisce il bonus della specializzazione/2 sulle azioni semplici e le tipologie di tecniche in cui non è specializzata.




<attivazione> - 共生:狼の五感 - Kyōsei: Ōkami no Imi - Simbiosi: Sensi del Lupo

<attivazione> - 共生:渇きの血 - Kyōsei: Kawaki no Chi - Simbiosi: Sete di Sangue

<attivazione> - 共生:保持 - Kyōsei: Hoji - Simbiosi: Preservare -

<taijutsu ravvicinata> - 共生:不屈の - Kyōsei: Fukutsu - Simbiosi: Indomabile -

<passiva> - 共生:獣性 - Kyōsei: Jūsei - Simbiosi: Bestia - ""

 
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view post Posted on 27/6/2018, 16:44
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Lacrime di un futuro passato - La difesa di Suna -
Misato aveva fatto ciò che le era stato detto ma era evidente che la cosa non era stata ben vista da Fujie ma la ragazza non trovò la cosa fastidiosa, al contrario.

«Mi spiace ma l’odore di uova marce è l’unico che può davvero coprire e battere una cosa come questa…l’odore di carne verrebbe subito a meno in questa lotta ad armi impari.»


Ridacchiò.

***


Ascoltò con particolare attenzione lo scambio di battute fra Fujie e il Bijuu cercando di capire se la tattica della Jonin-S stesse funzionando ma la creatura non sembrava per niente amichevole con loro arrivati a quel punto.
Misato non riusciva a capire di cosa davvero quella creatura avesse bisogno. Erano partiti dal presupposto che non fosse cattiva, e lei stava andando avanti con quella linea di pensiero…però pur di proteggersi era disposta a tenere tre umani sofferenti. Di certo non era cattiva ma in quel frangente particolarmente egoista. Bisognava trovare un modo per tranquillizzarla, non tanto per cercare di entrare in empatia ma come al solito i modi bruschi di Fujie vennero a galla.

”Ma quella donna…un po’ di delicatezza mai?”


Si chiese prima di sentire la minaccia del Bijuu alzarsi nell’aria e all’urlo di “Morite” tutto intorno a loro iniziò a crollare. Questo proprio non ci voleva.

"Sono troppi…e troppo pesanti…sono edifici, non ti sei mai messa a confronto con una cosa del genere…."


No? Davvero? Lei aveva un certo ricordo in un tempio dove aveva salvato capre e cavoli sostenendo il soffitto di un intero edificio. Magari da sola no ma era sicura che con qualcuno potesse farlo. Con lo sguardo cercò Suna e gli si avvicinò velocemente.

«Usa la difesa migliore che ti viene in mente.»


Disse al giovane biondino prima di far uscire dalla propria gira la sabbia che andò immediatamente ad attaccare i pezzi di pietra che si staccavano dagli edifici frantumandoli quel che bastava per aumentare la propria quantità e quindi impastare il tutto con il chakra di Misato. Questa era una delle tecniche che utilizzavano i padroni del deserto per non rimanere mai a corto di risorse e se poteva farlo con il terreno perché non con la pietra? L’aveva già fatto più di una volta e sperava che anche questa non sarebbe stata diversa.
Se la pietra avesse iniziato a mescolarsi alla sabbia avrebbe utilizzato anche quella per la sua difesa, altrimenti soltanto i dorati granelli.
Richiamò quindi la sabbia a sé per farla vorticare molto velocemente intorno a sé e a Sun e quindi per creare un guscio che dovrebbe essere impenetrabile o che comunque doveva rimanere appena scalfitta sotto quei detriti. O così sperava. Nel sentire i detriti toccare il suo guscio avrebbe aumentato il flusso del suo chakra cercando di stare calma e cercando di controllare il fiume rosso che non interferisse.

”Perfetto…sono calma….sono calma…”



- Tecniche -
<attivazione> - Polverizzare -

    “Poiché la sabbia contenuta all’interno del contenitore e componente il contenitore stesso, è utile solamente ai fini della difesa personale dello shinobi, per poter portare avanti i propri attacchi il ninja, qualora non si trovasse nel deserto, abbisogna di ricavare un elevato quantitativo di sabbia dall’ambiente circostante. Allorché, grande maestro del Doton sin da Genin, esso è in grado di aumentare la pressione della terra nel territorio attiguo sino a sbriciolarla, riducendola letteralmente in sabbia. Seguitamente a ciò, sia che esso si trovi nel deserto, quindi senza aver dovuto ricorrere alla polverizzazione del terreno, sia che esso si trovi in un ambiente a lui angusto, per ottenere un più ampio margine d’applicazione delle proprie tecniche, dovrà spargere la sabbia ricavata sul terreno di scontro per un diametro più o meno vasto a seconda delle sue capacità.”
    Lv. 2 - Invadere - [Chk: 70][Int: +50 a turno]

<ninjutsu elementale difensiva> - Zettai bōgyo: Guscio ad alta densità - [Chk: 90][Def/Res: +190][Protegge fino a 2 persone]

“ Come viene insegnato sin dalla nascita ai membri del clan, nel momento in cui una semplice difesa non dovesse essere abbastanza per difendere il domatore delle sabbie dal pericolo imminente, questi è in grado di proteggere sé stesso ed un altro individuo attraverso una difesa a 360 gradi, abilità favorita del suo clan. Facendo fluire attorno a sé un considerevole quantitativo di sabbia fino a creare una vera e propria sfera granulosa e compatta, egli è in grado di creare un guscio che chiuderà interamente al proprio interno il ninja utilizzatore, addensandosi in un globo dorato e cavo dallo spessore non indifferente e dall’alta resistenza agli urti. Per mantenere ben saldi i granelli di sabbia, è necessario che il chakra dello shinobi utilizzatore continui a fluire all’interno della costruzione sferoidale con un flusso ininterrotto e costante, richiedendo, quindi, un’alta concentrazione da parte del domatore del deserto. Se questa tecnica viene utilizzata per difendersi da una taijutsu semplice ravvicinata, in caso di difesa riuscita, per via della superficie dura e ruvida del globo, causa delle abrasioni simili ad ustioni al nemico. Per questo si dovrà calcolare uno status ustione su [(Totale atk nemico + Totale dif tecnica)/60]. Questa difesa protegge un massimo di due persone e, una volta attivata, resta attiva fino alla fine dell’azione difensiva del turno seguente dell’utilizzatore (pagando il mantenimento). Ciò comporta che il guscio, rimanendo attivo a protezione dell’utilizzatore anche nell’azione d’attacco, impedisce totalmente allo shinobi la visione del nemico, obbligandolo ad utilizzare il Terzo Occhio nel caso voglia imbastire un attacco.”


code by Misato Kojima ♥ don't copy

 
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Blazing Phoenix
view post Posted on 27/6/2018, 18:24




La risposta di Saiken fu disarmante, mi fece provare un'immensa pietà per quella creatura. Condannato alla prigionia da noi umani, aveva accettato la propria “punizione”, rassegnato ed incerto di poter trovare una via di uscita anche provandoci. Non fu inaspettato che la feroce insistenza di Fujie finì col frustrare il Seicode, ma ciò non rese il suo tono deluso ed aspro meno terrificante. La durezza della sua voce fu tale da far tremare l'aria e, improvvisamente, anche il terreno sembrò venirne scosso, così come i palazzi che ci circondavano. Mentre l'intensità del tremore continuava ad intensificarsi, rischiai più volte di perdere l'equilibrio ma, se non altro, la mia goffaggine rendeva l'immobile e statuaria Fujie ancora più inamovibile in apparenza. Neanche quella dimostrazione di forza sembrò perturbarla, anzi, rincarò immediatamente la dose. Qualcosa in lei era cambiato, non stava semplicemente cercando di provocarlo a reagire, era veramente arrabbiata con lui. Come se la sua arrendevolezza fosse per lei inaccettabile. Un gesto impetuoso, nobile ed ammirevole ma decisamente non stava avendo l'effetto sperato.

I tremori cessarono, la voce di Saiken si fece assordante mentre gridava la propria sentenza. Mi si mozzò il fiato. Aveva davvero intenzione di ucciderci? Era bastato così poco a frantumare le sue convinzioni e a spingerlo a liberarsi di noi? Avrei voluto gridare, trovare qualcosa da dire che avesse calmato il demone o che almeno lo spingesse a ripensarci... ma era troppo tardi. I palazzi intorno a noi si sgretolarono. Una pioggia di pietre, mattoni e detriti si scatenò proprio sopra le nostre teste. Cercai Fujie con lo sguardo, ma i suoi occhi erano piantati oltre l'orizzonte, quasi a sfidare quel mondo illusorio in cui ci trovavamo. Guardai la pioggia letale che stava per riversarsi su di noi, tentando di trovare un qualche appiglio disperato. Fujie sospettava senz'altro che si trattasse di un'altra illusione, che quei detriti ci avessero semplicemente attraversato senza farci alcun male. Non volevo dubitare di Fujie, ma non potevo nemmeno permettermi di prendere un'illusione sottogamba, se di questo si trattava. Poteva finire fin troppo male.

Fortunatamente, Misato fu molto più reattiva di me. Scattò al mio fianco, chiedendomi di utilizzare la miglior difesa che avessi a disposizione. La sua brillante sabbia sfrecciò fuori dalla giara, danzando in aria e sfidando i detriti che ci erano sempre più vicini. Deglutii nervosamente.

« D-d'accordo, spero che Fujie-san sappia quel che fa! »

Mi voltai verso i fratelli Ukemura, che si trovavano alle nostre spalle.

« Mettetevi al riparo se potete! »

Pochi istanti dopo, una cupola di sabbia avvolse completamente me e Misato, impedendomi di vedere qualsiasi cosa al di fuori di essa. Sganciai le impugnature dalle mie “giare” e con rapidi e precisi gesti, una piccola muraglia di sabbia nera mi circondò. I contorni appuntiti ed affilati sembravano fauci pronte ad inghiottirmi, esattamente ciò che avrebbero fatto nel caso gli impatti si fossero rivelati troppo forti per la barriera di Misato... o nel caso mi fossi spaventato al primo colpo subito da essa.

Tecnica usata: <ninjutsu elementale difensiva> -“Muro di ferro”[Chk: 50][Dif/Res +90]“Il ninja si limita ad utilizzare il proprio chakra per innalzare la sabbia ferrifera sparsa attorno a sé utilizzandola come barriera contro gli attacchi.”
 
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view post Posted on 28/6/2018, 10:52
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Artificial Flower's Lullaby

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Satori guardò Fujie arricciando il naso a sua volta, probabilmente disturbata quanto lei dall'odore di uova marce. Annuì un paio di volte e si concentrò componendo un sigillo a mani giunte. In pochi istanti, all'odore di uova marce si sostituì quello ben più gradevole della frittata di cipolle.
La ragazza guardò Misato, scuotendo la testa in segno negativo come a volerla correggere. Si toccò il naso, poi con l'indice segnò la strada che andava dal naso alla tempia. Se la picchiettò qualche secondo, picchiettò di nuovo la punta del naso con l'altra mano, poi portò gli indici a congiungersi.
A tradurre quel linguaggio intervenne il fratello, sistemandosi gli occhiali e rivolgendosi a Misato con tono rispettoso.

«Sta dicendo che l'olfatto è controllato dal cervello... Quindi qualsiasi odore può essere coperto, se la Genjutsu è abbastanza potente. Satori è piuttosto esperta in materia.»

Miyamoto sorrise, dando qualche pacca affettuosa alla schiena della sorella.

«Usciti da qui, troviamo nee-chan e la obblighiamo a farcene una gigantesca. Promesso.»

La ragazza sorrise a sua volta. Evidentemente era qualcosa di famiglia, la frittata, o ci davano un significato particolare. In ogni caso, alla peggio avrebbe fatto salire un po' di fame agli altri shinobi... Ma potevano proseguire.

Nessuna frittata però poteva rimediare a quella fatta da Fujie.

I palazzi crollarono sotto il peso di quella gravità alternativa, precipitando sugli shinobi di Suna. Miyamoto urlò, e Fujie poté vedere lui e la sorella scattare verso destra prima che una parete di roccia si abbattesse su di lei.
Fu fortunata, nella sua testardaggine. Venne colpita alla testa da una pietra, che la fece cadere in avanti, così quando il muro intero si abbatté su di lei riuscì a non esserne schiacciata facendo l'effetto del chiodo piantato dal martello.
Non per questo non fece male. Quando il crollo ebbe fine e la polvere si dissipò, la Jonin-S si ritrovò intrappolata a terra, fra un pezzo di muro che la inchiodava per le gambe e una trave che reggeva per miracolo il resto della parete, lasciandole un'intercapedine di poco meno di un metro per respirare.
Le scendeva sangue dalla tempia, il cranio le doleva, e soprattutto sentiva per certo che la sua gamba sinistra era spezzata all'altezza del ginocchio.La destra stava bene, ma era bloccata a sua volta. Si trovava a pancia in su, dell'odore di frittata non c'era più traccia, così come dei suoi compagni.
Yasei stava meglio di lei. Era riuscito a schivare le pietre più grosse e a intrufolarsi fra due pietre cadute che gli avevano fornito riparo. Era ferito al dorso e a un orecchio, colpito probabilmente da dei frammenti di roccia che avrebbero lasciato dei bei lividi, ma scavando un po' sarebbe riuscito a venirne fuori.

Immobilizzata e dolorante, Fujie -e solo Fujie- sentì di nuovo la voce del Rokubi. Sottile però, come se si trovasse sulla sua spalla e stesse sussurrando al suo orecchio.

«Perché lo hai fatto? Perché non ci tieni alla tua vita?»

Non capiva. Quella era la voce di chi non capiva affatto, e voleva porvi rimedio ma non sapeva da dove cominciare.


Sun e Misato, intanto, erano indenni... Ma non erano più lì. La loro cupola di sabbia e ferro li aveva protetti efficacemente dal crollo, ma quando le vibrazioni erano terminate, i due manipolatori di sabbia si trovarono improvvisamente in uno spazio enormemente più ampio.
O loro erano rimpiccioliti tantissimo, o la cupola di Misato si era ampliata fino a formare un'arena di almeno un centinaio di metri. Il colore era un giallo brunito, molto scuro, di sabbia mescolata a terra, pietre e ferro. Non si vedevano aperture e sembrava parecchio solida.

«Voi sembrate più ragionevoli. La vostra amica morirà, ma voi... Potete vivere in pace, se lo volete. Posso rendere questo mondo quel che volete.»

La voce del Sei Code era stanca, ma speranzosa. Sembrava la maestra d'asilo che propone ai bimbi l'ennesimo libro di fiabe sperando che sia quello giusto per farli addormentare.

«Posso portare qua i vostri amici, i vostri amanti... Farvi vivere tranquilli.»

Apparvero attorno a loro le figure evanescenti di Arashi e Hadaka. Si aggiunsero poi la sorella e il padre di Sun, che gli sorridevano, e di fronte a Misato comparvero anche Sasaki e Honami. Tutti sereni, con le espressioni che li caratterizzavano sempre. Realistici, in tutto e per tutto.

«Quindi... Ve lo chiedo per l'ultima volta. Voglio stare in pace. Potete starci anche voi?»



CITAZIONE
Prossima scadenza: 5 luglio
 
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view post Posted on 1/7/2018, 23:20
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♫ Peace ♫

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Testarda come pochi e capricciosa come nessuno.
Non che servisse ribadirlo dato che come promesso non mosse un muscolo quando le sue provocazioni portarono finalmente il sei code a fare una scelta. Era stata lei a chiedere di essere uccisa al posto di restare in un limbo fatto di fantasie e ben lontana dal rimangiarsi quelle parole Fujie si lasciò colpire senza battere ciglio. Non per questo ovviamente non fece male e anzi tutt'altro, la gamba sinistra le faceva un male cane, così come anche il fondoschiena e la testa. La sensazione di umido che avvertì sulla fronte dopo che il crollo terminò venne anticipata unicamente dall'odore del suo stesso sangue seguita poi dal sapore ferroso in gola: quel rigolo vischioso scivolando lungo la tempia presto infatti arrivò a bagnarle le labbra che increspate denotavano sofferenza ma anche delusione.


"Te l'ho detto zuccone, è proprio perchè tengo alla mia vita se l'ho fatto. Non posso vivere in un sogno, non voglio restare in questo posto nè voglio continuare a sentire i tuoi piagnucolii.. coogh coff.. "

Così esclamando la rossa fece fatica a parlare, non ne era certa ma probabilmente aveva anche qualche costola incrinata. Stoicamente sopportò il dolore e seppur accigliata, con un occhio chiuso per il dolore lancinante alla gamba non prese alcun provvedimento: nessun jutsu curativo, nessun tonico e nemmeno provò a liberarsi dalle macerie che l'avevano schiacciata e incastrata. La polvere sollevata le rendeva difficile perfino respirare ma non se ne curò, sarebbe andata fino in fondo. Così decisa sputò un grumo di sangue e continuò la sua arringa.

"Quando inizierai a prendere una posizione e a smetterla di pensare che rifugiarti qui dentro sia la soluzione ai tuoi problemi?"

Intanto il lupo poco distante riuscito a mettersi in salvo grazie alla sua agilità aveva iniziato a scavare per liberarsi e raggiungere la compagna in difficoltà nonostante avesse scelto lei quel destino. Troppo spaventato all'idea di perderla Yasei avrebbe tentato ancora di farla desistere e Fujie sentì chiaramente quella determinazione ardere nel suo petto. Avvertendo il suo affanno si affrettò a finire ma prima ancora di aprire bocca sbuffò e non fu per la stanchezza o per il dolore stavolta, semplicemente non le piaceva parlare: sguardi, versi e pochi gesti erano soliti accompagnare le sue azioni o al limite delle fugaci parole, spesso taglienti e inappropriate.

"Se c'è una cosa che ho imparato è che sono le azioni a dimostrare chi siamo, non le parole. Come volevo dimostrare non sei un mostro, diversamente sarei già morta, mi sbaglio forse? Coogh coff..

Aaavanti, aiutaci ad uscire, sarà il primo passo per il cambiamento, per dare fiducia. So bene quanto è difficile ma puoi farcela. Io lo so.
"

Restando distesa tra le macerie e con le gambe schiacciate dal crollo dei due palazzi insisté con la sua teoria, nulla le avrebbe tolto dalla testa che Saiken altro non era che un animale incompreso, un'anima a lei affine.

"E se una volta usciti vorrai stare lontano da tutti e tutti va bene, lo capisco. Anche io non sono un animale da compagnia eppure nonostante tutte le cazzate che ho fatto senza nemmeno rendermene conto alla fine ho trovato qualcuno che mi capisce e che mi apprezza. "

Vorrei che lo provassi anche tu - lasciò intendere - pronunciando invece altro con un filo di voce, un qualcosa che non aveva mai espresso e di cui si vergognò l'attimo dopo.

"Anche se non mi piace ammetterlo è bello sentirsi parte di qualcosa. "

Quel sentimento era sbocciato in lei dopo l'addestramento con Himura, da allora sentiva che il legame con lui e con Suna stava crescendo ma che al contempo fosse qualcosa contro natura e che non aveva senso di esistere visti i suoi trascorsi. La verità era che si trattava solo di una sensazione e una convinzione nata dalla sua percezione distorta, un qualcosa di ben radicato in lei e che fondava le radici nel modo in cui era venuta al mondo, al modo in cui era stata allevata dai sacerdoti di Akamura e dalle sue disavventure che l'avevano portata a chiudersi e a respingere tutto e tutti. Solo Yasei c'era sempre stato, proprio come in quel momento, guardando verso l'alto lo vide fare capolino e guaire, per quello che riusciva a vedere stava bene ma nel profondo sentiva di averlo fatto spaventare e mortificata lo guardò con apprensione.

"Non sei costretto a restare fratello mio."

Agitandosi il lupo arruffò il pelo e scuotendosi sembrò rispondere di no, erano venuti al mondo insieme, inseparabili dalla nascita avevano condiviso tutto e non sarebbe stato diverso per quell'ultimo passo.




~ Abilità ~
<attivazione/passiva> - Sensitivo [Liv 0: 61]"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
CITAZIONE
    Liv 6: 8 Stm a turno; 4 turni necessari all'attivazione; 150 m di range
    Liv 5: 8 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 300 m di range
    Liv 4: 7 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 500 m di range
    Liv 3: 7 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 700 m di range
    Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range
    Liv 1: 6 Stm a turno; 1 turno necessario all'attivazione; 1,5 km di range
    Liv 0: 3 Stm a turno; 1 turno necessario all'attivazione; 2 km di range




 
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