[Fase IV] 立上 - Giochi da giovani, gioie di demoni, Per Kuro, Memphos, Sir Onion (1° pg), Wrigel

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view post Posted on 24/6/2018, 14:05
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Mhh... mhhhh..

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*Fu infatti Sasaki ad affiancarglisi, lui ed il suo compagno colossale, gli abiti cambiati nel rosso che il Kokage stesso aveva scelto come proprio colore, ma in percentuale decisamente maggiore. Immediata giunse la conferma di quanto il Cantore aveva supposto pochi minuti prima: erano certamente le vesti e gli accessori dei fanatici a costringere i rovi a ritrarsi, e, di più, sembrava che tale influenza crescesse all'aumentare del colore portato. Le siepi erano molto più restie ad avvicinare l'energumeno di quanto non fossero state con lui, e la mera presenza imponente di ninja e scimmione al seguito fu in grado di allentare la tensione anche per Hideyoshi.*

"Mh... ottima idea."

*Sussurrò, benché Sasaki non sembrasse avere alcuna intenzione di fermarsi a chiacchierare: nemmeno l'ebbe raggiunto che già, passo deciso contro il muro semovente, l'uomo mosse verso il proprio obiettivo. Difficile dire cosa percepisse esattamente, considerando l'acclarata sensibilità al chakra e il legame con Son Goku, ma tanto la necessità di evitare le spine quanto quella di raggiungere l'obiettivo costrinsero il Cantore a rimanere al passo. Non che esistessero alternative vere e proprie: oltre quell'allarme non avevano nulla, salvo il rimanere inerti nel limbo in cui erano finiti.*

(Già... ma se fosse una trappola? Se il demone non ci fosse? Anche ci fosse, perché non dovrebbe spazzarci via? È sempre un demone, una bestia... e ha già ucciso...)

*Pensava, sulla scia di quanto sempre l'energumeno aveva raccontato e di quanto Hide stesso sapeva. Il Sette Code aveva dimostrato di possedere perfetta senzienza, oltre che terribile crudeltà, e benché il Kokage non avesse ragione di dubitare per sé le convinzioni di Sasaki, tanto la sua capacità di comunicare telepaticamente quanto quella di comprendere l'intenzione del demone, non poteva non domandarsi se fosse proprio questa certezza la leva sfruttata dal loro ineffabile carnefice.
Il tempo per Hideyoshi di frenarsi nuovamente da simili, improduttive ponderazioni che già altre gliene sovvenivano. Questa volta, tuttavia, la loro percepita impellenza fu troppa perché il Kage non aprisse bocca. Lo rodevano dal momento in cui l'uomo aveva aperto bocca.*


"Riguardo il Segno, Keigo-san, come..."

*Improvviso, da oltre il limitare delle siepi apparve loro un vibrare di colore simile a quello in cielo. Lampi blu e rossi, indubbiamente prossimi alla fonte della traccia, interruppero qualsiasi farneticazione residua e li forzarono ad accelerare il passo... o meglio forzarono il Cantore a seguire quello marziale del compagno, finché non rimase nessuna foglia tra loro e l'obiettivo.
La visione che gli si sarebbe manifestata di lì a poco avrebbe messo ogni questione al bando.*


(Ma che...)

mviZhs3
*In un moto ormai assolutamente familiare il ragazzo si portò in guardia, la gamba destra arretrata rispetto alla sinistra ed una mano sull'impugnatura della lancia ritratta dietro la vita. Non che una comune arma bianca sembrasse poter mai fare al caso loro: a pochi metri si trovavano tre figure mitologiche, e due che sembravano condividerne quantomeno l'essenza. Primo a saltare all'occhio sarebbe stato l'enorme essere incatenato ad una ancor più imponente parete di roccia sul fondo della radura, le braccia grandi quanto tronchi secolari e il pelo tanto intriso d'energia da quasi non apparire solido. Il muso zannuto mimava fattezze umanoidi, stampato su un corpo primordiale: era Son Goku, doveva esserlo, anche non avesse trasudato lo stesso potere rilasciato da Sasaki poco prima. Li vide apparire, forse, e disse qualcosa in un tono vicino alla caldera di un vulcano, ma subito le possenti catene che lo tenevano prigioniero strinsero la presa, animate a loro volta da un'energia che pareva diretta emanazione di una delle altre due figure.
Un drago, questa, un essere serpentino coronato di corna ed ammantato di tempesta. Fulmini ne fibrillavano le scaglie, anch'esse ad un passo dalla pura energia, spettrali, il loro riflesso in ogni superficie circostante, prima tra tutte quella metallica dell'uomo ai suoi piedi. Costui vestiva un completo da samurai, vivo di luce, in vita armato di tre spade dalla linea slanciata e manco dell'occhio destro, altrimenti ambrato. Pochi di questi dettagli sarebbero rimasti alla memoria del Cantore, che già, sull'onda del richiamo che tutti e quattro i nuovi arrivati ricevettero, si spostava sulle figure dirimpetto a quelle azzurre.
Dominava il rosso da questa parte, e di nuovo una creatura mitologica ed un uomo ad incarnarla. Ma le differenze non cessavano al colore: per il drago erano ora le fiamme, non il fulmine, ad essere forma e sostanza, e a sua volta il samurai alla base favoriva un'arma a due mani, come Hideyoshi stesso, ma anziché un'agile lancia si trattava di una naginata dalla lama lunga e spessa.
La poetica dicotomia avrebbe senz'altro suscitato qualcosa nel Kokage, non si fosse ricollegata direttamente al massacro di cui era stato appena testimone... e ai sospetti nutriti circa la sua origine ideologica, che tali a lungo non sarebbero rimasti.*


(Non è possibile... anche qui!?
No, no, ma che vado a pensare... certo che è possibile invece. Quale mente invasata non gioisce dell'apocalisse? Non c'è momento migliore per addossare all'altra parte le pene inflitte a sé e alla moltitudine ignara.)


*Pensò immediatamente, al sentir tornare le stesse pose folli che li avevano trascinati tutti in quel luogo. Lo scontro era sempre stato Kyo Dan contro Taisei; anche lì, soprattutto lì, i due schieramenti si massacravano per il destino del demone... e i due samurai, ignari che paressero essere del destino del mondo, dovevano essere i capi cerimonia. Segni a terra e sulle armature tradivano lo scontro in essere, la cui luce era senz'altro apparsa loro da oltre le siepi.
Curioso che tali segni vi fossero, considerando la capacità dell'erba di rigenerarsi... ma per Hideyoshi lo stato mentale d'indagine venne e scomparve con il battibecco dei due soldati. Troppo aveva sofferto per colpa di questa gente. Troppo aveva sacrificato per il Suono, e il Suono era stato ridotto in polvere dalla follia di simili fanatici. Il suo corpo, fuori da quel luogo, faceva da testamento alla sorte di qualsiasi approccio diplomatico potessero intentare.
Fece due passi avanti, e portata una mano alle insegne cremisi vestite fin lì le strappò violentemente. Attorno a lui, ribollente come pece riscaldata fino al punto di fumo, il Segno Maledetto innalzava un terzo punto di colore nella radura.*


"Sasak... Keigo-san..."

*Sussurrò, di spalle all'energumeno, estraendo la lancia e portandola in verticale accanto a sé.*

"Mi rimetto al tuo giudizio.

Ma alla fine saremo noi quattro i soli ad uscire vivi da qui."


*Sporcato di quel chakra orrido, Snake Black sibilò come una lama sulla pietra.*



GDROFF//////GDRON
 
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view post Posted on 24/6/2018, 19:27
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I
mpeto. Istinto. Impulsività.

La volontà più indomita, la determinazione più ferrea, la possanza più virile.
Solo le personalità più impetuose e piene di motivazioni possono essere considerati al pari del Re dei Primati.

Passi pesanti, veloci, lasciano solchi sul terreno. Schiacciate dalla sua massa, scalfite dalla sua velocità, forse intimorite o forse riconoscendo i gingilli che ha addosso, quelle siepi di verde prigione si aprono al suo passaggio spalancandosi con maggiore velocità rispetto a quanto non abbiano fatto per il Kokage. Sasaki avanza con celerità, la sua mente martellata da mille chiodi che sono la voce di Son Goku che lo chiamano. Molti pensieri passano per la sua testa: quello che faccio ha senso? Perché mi sento così in dovere di aiutare Son Goku? Perché voglio parlaci? Cosa spero di ottenere, arrivati a questo punto?

Sarà forse il suo codice morale? “Dare una seconda possibilità, finché c'è speranza di redenzione”. Sulla base di questo dogma ha posto la sua vita, memore delle sue esperienze, memore della sua educazione al rigido bushido dei Samurai di Ferro, gli unici e veri Samurai rimasti in questo pazzo mondo di ninja. Non è un santo, lo sa bene, non ha mai provato ad esserlo. Di errori ne ha fatti, Sasaki. Di crimini, ne ha commessi, ma sempre senza mai oltrepassare una soglia, una linea così facile da superare per uno come lui che, il solo non averla mai varcata, basterebbe ad una mente normale per essere ricolma d'orgoglio e autostima. Non è onorevole colui che non uccide perché non può farlo, è onorevole il guerriero che sceglie di non sfoderare la sua spada potendolo fare. Non sguainare gli artigli e le zanne, questo rende umani gli Umani.

Sasaki ha rubato in passato e di marachelle ne combinate. Mera sopravvivenza, mai avidità personale. Ma non ha mai ucciso qualcuno per questo. Mai le sue mani hanno versato il sangue di innocenti. Se anche rischiava di venire ucciso dalle guardie di turno, faceva di tutto per fuggire senza ferire eccessivamente. Questo è uno dei tanti motivi per cui il suo corpo era pieno di cicatrici, soprattutto sulla schiena. Il marchio del vigliacco che scappa dalla battaglia. Lo ha portato con orgoglio, perché lui ne conosceva il vero significato. Io non ho mai versato sangue innocente.

Una seconda chance. Sasaki la concede spesso. Ci sono però dei limiti oltre i quali neppure lui consente la grazia. Ma bisogna essere davvero delle bestie per arrivare a quel punto. Ecco, qui si apre un dilemma, perché uno dei limiti che si è imposto è l'uccisione senza motivo e senza scopo. Di fronte a crimini efferati commessi per il puro piacere e per la psicopatica sete di potere, anche Sasaki emetteva sentenze di morte.

E Son Goku ne ha uccise di persone. Quindi perché ora tenta di aiutarlo? A che scopo?

(Mi sono convinto che debba essere aiutato, eppure in due occasioni che ho potuto, non mi ha neppure ascoltato, o meglio..non poteva. E ora la sua voce mi attira come una fiamma attira le falene, e io gli volteggio accanto, attirato dal dolore della sua voce. Parole come magma, suoni come crepitii di vulcani...non sono riuscito a comunicare con lui, ma forse ora ne avrò la possibilità. Forse, tanti e troppi forse. Non so bene perché faccio quello che faccio, forse è l'unico modo di non impazzire. Sto forse cercando redenzione, in qualche modo? Se aiuto Goku, per traslazione, aiuto me stesso?

Sto cercando di fare qualcosa che non è da me. Ma io sono cambiato, da un bel po' a dire il vero. Eh sì, non sono più quello di qualche anno fa, però non sto cercando di fare l'eroe. Cerco di fare la cosa giusta, ma non sto avendo molto successo...però ci provo, presumo questo conti, hmm...

O forse penso troppo. Andiamo avanti e 'sti cazzi, non devo perdermi in troppe seghe mentali)


Avrebbe potuto essere un dialogo interiore di un certo spessore e di una certa importanza, di una certa epicità anche a volerlo dire. Ne è capace, non è uno stupido, ma i dialoghi infiniti, i monologhi esterni allo scorrere crudele e inesorabile del tempo sono un qualcosa che non appartiene a lui, sono più robe adatte dal suo sensei.

Sasaki Keigo avanza tra i muri di edera come un juggernaut. Hideyoshi fatica a stargli al passo, non se ne cura. È una situazione quasi ilare, sta avanzando a fianco del successore di Keiichi, che lo segue come un cagnolino in quel momento. Non ha altre opzioni, dopotutto, lo capisce. Nella stessa situazione, che altro dovrebbe fare? L'unico che sembra avere un minimo di idea di cosa stia succedendo è quel colosso di carne e ferro. O meglio, non ha davvero idea di cosa stia succedendo, ma è l'unico ad avere un legame con una pedina importante del gioco. Inoltre, lo chiama Keigo-san. Con lui, sono già a due le persone che gli danno del Lei, un qualcosa al quale non è abituato. Ma non può neppure rispondere – ancora sta decidendo su cosa rispondere – che lo scenario che si apre di fronte a lui lo lascia a bocca aperta. Questa volta, letteralmente.

Finalmente. Eccolo. Incatenato alla parete di roccia.

(Son Goku. Ci si vede di nuovo)

Gli comunica mentalmente. Il gorilla prova a dire qualcosa, ma le catene che lo inchiodano brillano di una strana energia e il bijuu sembra perdere le forze.

Non è in grado di fare molte cose, Sasaki. Se si considera chi lo ha addestrato, le sue conoscenze, in paragone, sono molto limitate e limitate sono le sue opzioni. Ma un sorriso di allarga sul suo volto quando vede la scena nella sua interezza.

Samurai in armatura scintillante.
Draghi di chakra.
Catene di energia.

I tasselli di quel puzzle iniziano a incastrarsi l'uno nell'altro, mente nella sua mente si delinea una visione d'insieme ironica della situazione. La maniera in cui sono tutti legati a lui, in un modo o nell'altro, e di come lui sia legato a tutti lo diverte.

Kuro esegue gli ordini di Hideyoshi come fosse un cane fedele. Non è quello che ha fatto Sasaki con Keiichi?
Il bimbo dalla lingua lunga porta una curiosa katana. E lui è un mancato samurai o, come preferisce definirsi, un ronin reietto. E ora non ha di fronte due samurai?
Samurai che manifestano draghi di chakra. Esattamente quello che fa lui.
E Son Goku è incatenato.

Ci sono poche cose che Sasaki sa fare. Ma una di queste la sa fare così bene che quasi potrebbe definirsi un dio.
Il Kusari no Kami, Sasaki Keigo, il Kraken di Shirokabe.

Ascolta le parole delle due fazioni. Curioso come si sia giunti alla guerra di Rossi contro Blu, sembra quasi una favola per bambini. Ascolta le parole di Hideyoshi, vede la sua stand mutare di colore mentre il chakra di Oto scorre in essa. Ironico. Il Kokage che rimette tutto a lui? Quindi i ruoli si sono invertiti?

Che situazione assurda.

Sasaki: ”Fammi provare una cosa prima.”

Sibila a bassa voce prima di concentrarsi su Son Goku e inviare il suo messaggio.

(Son Goku, sono ancora io, Sasaki Keigo, il Saru Sennin. Eccomi di nuovo di fronte a te. Ho tante cose da dirti, tante cose da chiederti, ma vedo che la situazione non permette un consono dialogo.
Come posso aiutarti? Come possiamo uscire da qui?
Davvero la tua liberazione creerebbe così tanto disastro? O sono solo menzogne?)


La situazione è tragica. Per fortuna, il Kokage ha deciso di combattere fin da subito. Non aveva voglia di inscenare uno scontro farsa, anche perché sarebbe sicuramente toccato a lui scontrarsi col signor Spada Pelosa e considerando i simpatici e recenti trascorsi, non gli andava a genio l'idea di dover combattere contro quel ragazzotto. Ma di certo i due ninja di Oto non avrebbero combattuto contro di lui, troppo spaventati dalla natura del suo chakra...bah.

Il piano era semplice. Vedere a cosa portava quella comunicazione telepatica e poi, così come Hide aveva preso iniziativa, anche lui avrebbe scatenato tutta la sua furia del suo Maeslstrom di ferro su quei due samurai.

(Draghi. Carini. Ne posso evocare a decine io. E Gorilla's Red è parecchio grosso)

Sasaki: ”Heh. Questo era scontato.” risponde a Hideyoshi ”Era una bella serata fuori da questa statua prima che mandaste tutto a troie. Le stelle brillavano, la brezza spirava tenue sulla pelle...in giorni come questo, fanatici come voi...”

Dovrebbero bruciare all'inferno




 
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view post Posted on 26/6/2018, 19:58
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FacciadaFaina aveva detto…cosa aveva detto?
Il guitto non era capace nemmeno di essere divertente…noioso. Ma soprattutto era un morto che camminava.
Poteva morire domani, tra un anno o dieci ma il suo destino rimaneva quello di scavarsi la tomba e di chiudercisi dentro. Perché sprecare tempo?
Aveva esposto il suo pensiero, facciadafaina aveva recitato l’ennesima carnevalata.
Se si divertiva così glielo avrebbe lasciato fare. Era sordo alle parole dei morti.
Fu rapido e schivo, così come i suoi occhi subito dopo, che non insistettero su quella scena putrida un secondo di più.
E mentre quelle piante lo toccavano, lo scrutavano come mani di ciechi, un pensiero fece capolino nella sua testa.
Poteva uscirne da quel posto? Forse…ma a che prezzo? Era più importante l’orgoglio, l’onore, la gloria o trovare Shitsuki e la sua famiglia?
Cos’era più importante? L’orgoglio? Quell’inutile mezzo privo di significato? Cos’era per un’immortale essere orgoglioso? Cos’era l’onore se si poteva vivere per sempre?
Bisognava avere un codice si, e lui viveva per e con un codice, ma in una vita immortale anche questi termini mutavano. I loro significati trasmigravano in una condizione assoluta.
Shitsuki, Hikaru e Kazora erano importanti. Il suo orgoglio no.
Loro si. L’onore non trovava posto tra i demoni e in quel gioco non vi era spazio né per onore, né per un codice etico o morale. Il Taisei e il Kyo dan se n’erano bellamente fregati di entrambi.
Avevano mosso le pedine su di una scacchiera, giocato con le vite, ucciso un kage solo per avere la possibilità di avere Kumo in guerra, continuato a rapire bambini, uccidere uomini e donne, fare guerre sordide e scambiarsi di posto con Dio.
Cos’era tutto questo se non il capriccio di un bambino frignante che, non potendo avere il giocattolo, allora rendeva a tutti la vita impossibile?
Erano Dei?
Non erano nulla di tutto questo.
Bambini.
Esimie teste di cazzo, qualcuno avrebbe detto, e lui era il Sankaku. Schierarsi con tale pattume non era nella sua natura. Né era lì per questi motivi. Era lì per i Demiurghi. Era lì come ambasciatore di una volontà divisa in tredici parti uguali, che poteva annichilire tale realtà e le infinite altre.
Era lì per far pagare al Taisei e al Kyo dan la loro stupidità infantile perché avevano attentato alla Legge dell’Equilibrio.
Non era lì per scambiare parole insulse con guitti e scimmie.
Ma erano, maledettamente, diverse le circostanze e anche i suoi modi dovevano essere diversi.
Per uscire da questo posto Shintou avrebbe dovuto fare un passo indietro, forse anche più di uno, e mischiarsi a questi mortali che si agitavano come topi di fronte al fuoco.
Ma la domanda più pregna era solo una: aveva davvero scelta?
No.
Non l’aveva mai avuta.
Sospirò.
Per adempiere alla sua missione, per trovare la sua famiglia doveva accantonare l’orgoglio di Kuro Yaida.
Ma…era sbagliato.



ERA
FORZATO


Ma necessario.
Un’alleanza. Per riuscire a trovare le cose davvero importanti per lui.
Meglio allearsi con loro. Per questa, e solo per questa, storia. Poi ognuno per sé.
Perché come Shintou aveva sentito dire da una persona diversa, in un tempo diverso e in un luogo diverso, i nemici di oggi sono gli escrementi che galleggiano sulla superficie di quell’immensa latrina chiamata mondo. Quanto agli alleati di domani..
..solo altri escrementi.
In attesa di risalire dal fondo.
E quel kyukyukyu martellante nelle orecchie.
La risata di un demone capriccioso. L’unica risata che gli ghiacciasse la spina dorsale.
Avanzò tra le fronde fitte che si aprirono, con quella risata che riecheggiava tra i suoi pensieri.

¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯45px-Skull-Icon.svg¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Echi di battaglia.
Un suono fin troppo conosciuto. Fin troppo vivo. Incarnava, da sempre, quello che era Shintou. La battaglia.
Combattere fin da quando era nato. Combattere contro la malattia, combattere per un kage e un ideale, servire la via della spada.
Immolare la vita ad un codice e per quel codice morire.
Che si trattasse del raikage, di Jashin o dei Demiurghi il concetto rimaneva sempre quello.
Servire.
E combattere servendo quello scopo. Da soldato.
L’essenza del Bushido era prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata. Quando un samurai era sempre pronto a morire padroneggiava la via. Shinta Himura era nato morto e da morto e come morto combatteva.
Padroneggiava la via? Una parte.
Il cuore che non aveva più, sacrificato a Jashin stesso, gli aveva aperto la strada che volontariamente si era precluso.
I passi di oggi non erano quelli di ieri e i suoi occhi osservavano uno scontro fin troppo conosciuto, fin troppo amato e odiato, fin troppo pregnante.
Ma portava con sé un fatto non più una probabilità.
Shitsuki, Hikaru e Kazora erano vivi!
Trenta persone si davano battaglia lì dove non vi era più ne vittoria né sconfitta. Né scopo, né ideale.
Significava che qualsiasi cosa avesse fatto il Taisei era imperfetta. Come tutte le cose dei mortali. Quindi possibilità ve n’erano.
Ma anche molto altro.
Due schieramenti.
Blu e Rossi. Come su di una scacchiera. Come negli shogi; solo che li le pedine erano bianche e nere.
E davanti agli alfieri, alle torri, ai pedoni sorgevano i generali.
Uno rosso come il fuoco, l’altro blu come il fulmine. Insieme ai loro draghi…e sullo sfondo come un mero spettatore ma che era più protagonista di tutti sebbene dovesse rimettere la sua volontà agli sciocchi che combattevano ai suoi piedi, Son Goku. la sua voce un eruzione. La sua energia immensa.
Ma era incatenato come una scimmia da circo e la sua energia contrastata da quelle che sembravano catene. Forze pari, ecco perché lo Scimmione non riusciva a liberarsene e avevano energia molteplice come se fossero alimentate da più fonti.
Eppure quei due continuavano. Eppure gli schieramenti continuavano a darsi battaglia come in un epica moderna.
Son Goku era il teatro, la quinta scenica perfetta su dove continuare in uno scontro apocalittico, eterno come la dicotomia tra bene e male, luce e tenebra, caos e ordine, questo conflitto millenario che poco o nulla aveva portato di buono al Continente e al Mondo.
Non c’era nulla di meglio per quei figli di cagna.
Combattere con un Bijuu incatenato e silente, schiavo delle loro brame per sentirsi invincibili.
Così grandi da poter sfiorare gli Dei.
Eppure…eppure erano utili.
Sapevano.
Sapevano quello che facevano e non avevano battuto ciglio di fronte ai loro animali.
Così come i due che si fronteggiavano, così loro erano accompagnati da queste entità.
Gli altri? Non sembrava.
Perché? Non le avevano viste? E perché loro si?
E se l’avessero viste perché non dissero nulla? Perché loro si, quei due pure e tutti gli altri no?
Troppe domande.
Domande su di un gioco che Taisei e Kyo dan avevano a lungo portato avanti.
Strinse il pugno. Sua moglie stava da qualche parte.
Avrebbe aperto le loro pance e costretto a mangiare le loro stesse budella, gli avrebbe appesi a testa in giù con la carotide sfondata e il sangue a colare per terra a forma il simbolo di Jashin.
Tutti loro erano già morti.




M87eOCN
«Uno di quei due lo voglio vivo.
Voglio sapere a che gioco stanno giocando. Mi sono stufato di essere una pedina in mani altrui



Vivo. Non aveva specificato in che modo lo avrebbe tenuto vivo.
Gli bastava che avesse la forza per parlare.
E non era più il tempo delle parole. Il Taisei e il Kyo dan ne avevano dette per più di un millennio.
Di Son Goku in quel frangente non gli importava.
Era imprigionato da una forza soverchiante a cui non poteva opporsi. Stare lì in attesa di cosa?
Che gli chiedesse ancora aiuto? O che bofonchiasse delle ovvietà?
Aveva bisogno di loro per uscire di lì, senno se ne sarebbe stato zitto e avrebbe fatto da sé.
Ma non era così.
Quei due bambini erano lì ancora e ancora E ANCORA a combattere per il nulla.
Mortali…così stupidi.
Non aveva più tempo da perdere né da concedere loro.
Gli avrebbe concesso il dono di una rapida morte, di una possibilità di rinascere nel Samsara se fossero stati collaborativi.
Aveva dedicato anche fin troppo tempo a tutto questo e ora era stufo.
Aveva bisogno di risposte.
Sua moglie era da sola chissà dove e con chi e lui stava lì a perdere tempo con dei bambini.
Freddo.
Di solito quando il Minazuki no Hana decideva di essere il guerriero e il samurai che da sempre era stato, il freddo dell’Inferno stesso compariva intorno a lui.
Requiem ruggì mostrando le sue zanne, mentre gli occhi sanguigni di Shintou furono pozzi insondabili di abissi così antichi da trascendere tempo e spazio.
Il Giglio del ragno rosso, il Fiore del Nulla avrebbe tracciato la strada per lo Yomotsu Hirasaka, accompagnando tali anime fino alla soglia del nero baratro.
Lì dove Jashin, Yama e le nere entità dei Demiurghi aspettavano gozzovigliando nel terrore e nella più cruda crudeltà.
Ryujin Jakka sarebbe risorta da neri abissi, avrebbe moltiplicato la sua persona per dieci volte per attaccare.
Vi era quella gabbia e uomini al suo interno. Qualsiasi cosa stessero facendo non gli avrebbe più permesso di continuare.
Gli avrebbe soffocati con nera terra e tolto loro ogni possibilità di continuare.
Queste le sue intenzioni.
La sua precisa volontà.

«Il tempo delle parole è finito.
Quello DEI FATTI giunto.»


In quel mondo l’Inferno stesso si sarebbe abbattuto su tutti loro…





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In abissi insondabili martellano
le forme della notte, avide, odiose,
d’infule singolari coronate;
ali di buio palpitano in voli
Nel vuoto sconfinato senza sole,
da un orbe a un altro.
Nessuno ardisce il nome pronunziare
del cosmo da cui vengono, o fermare
lo sguardo fisso su quei volti amorfi,
o le formule arcane proferire
che con forza suprema le trarrebbero
dagl’inferni del caos.
Eppure sulla pagina d’un libro
il nostro sguardo sbigottito trova
orride forme che lo sguardo umano
non dovrebbe vedere; brevi lampi
delle entità blasfeme la cui effigie
sparge morte e follìa per l’infinito.
Che pittore è mai questo che s’inoltra,
solo, nei neri abissi e ne rivela
gli sconfinati orrori?




CITAZIONE
<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - [Stm: -2] [Liv 1: 51/60]

"I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.

Udito: le orecchie del ninja captano il respiro e perfino il battito cardiaco del nemico, rendendo per lui uno scherzo udire i discorsi altrui anche da lontano. Questo, tuttavia rende sensibili i suoi timpani e quindi subisce +1PF dalle ferite all'Udito. Al Lv.0 l'abilità permette di percepire vagamente il mondo circostante tramite un meccanismo simile all'ecolocazione, ma con raggio pari ad 1/10 del normale.";
Liv 1: 600 m di raggio

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 2: 46/50]

"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range

<ninjutsu elementale a lungo raggio> - 土 - Sabbie Mobili- [Chk: 80][Int: +50] "Il ninja modifica la consistenza del terreno sotto i piedi dell'avversario, riducendola a meno di quella del fango, e cercando di farvi sprofondare l'avversario. Questa tecnica può essere solo elusa, e se l'avversario ne viene colpito il turno seguente sarà impossibilitato nell'attaccare. La tecnica non infligge danni.
Se usata in combinazione con "Gabbia rocciosa", in due turni diversi, l'avversario verrà inghiottito fino a soffocare. Per evitare di sprofondare, dovrà riuscire a distruggere la gabbia nel turno successivo a quello in cui questa tecnica è stata utilizzata, altrimenti si ritroverà impossibilitato a combattere. Può essere utilizzata solo una volta a combattimento."

<attivazione> - Moltiplicazione Superiore del Corpo - (Chk: 50 x copia) “L'utilizzatore si concentra e componendo un unico sigillo forma delle copie non-illusorie che potranno agire in turno proprio composto solo da una azione , oppure sprecandone una dell’originale. Se colpite svaniscono. Le copie hanno statistiche pari ad 1/3 [arrotondato per difetto] dell’originale [Tranne la Slt che non la possiedono], Possono usare tutte le sue jutsu e le tecniche, i cui bonus saranno ridotti ad 1/3 della tecnica reale.”
 
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view post Posted on 28/6/2018, 21:43
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Il piano, o meglio, l’apparente follia proposta da Hideyoshi sembrava essersi rivelata più veritiera del previsto. Non appena i due ninja vestirono oggetti, armi e pezzi di armature maciullate nello scontro precedente, i rovi iniziarono a muoversi impercettibilmente. Il movimento divenne sempre più frastico ed impetuoso non appena i due shinobi si avvicinarono alla parete di edera: come tentacoli, i ramoscelli raggiunsero i due avvolgendoli nelle loro spira. Da prima lenti, sciolti, privi di forza. Poi, raggiungendo le parti scoperte dall’armatura, la stretta diventava sempre più forte ed implacabile, ma mai dolorosa. Un piccolo varco, come un sentiero, si andava ad aprire, fermandosi ad un certo punto.

Intanto, la sensazione proveniente da dietro il muro d’era, incrementava secondo dopo secondo.


Che sia un pegno per passare? C’entra davvero la presenza di questi oggetti? Ma.. così facendo non riusciremo tutti a passare.

Immediatamente, come d’istinto, gli altri due membri del gruppo cercarono di fare lo stesso. Indossando a loro volta oggetti e pezzi di armatura, avvicinandosi alla siepe nella speranza di poter risolvere quel mistero.
E con la stessa immediatezza, i rovi riproposero la stessa reazione sugli altri due: una scrutata, poi una stritolata, poi un lasciapassare per la parte posteriore del verde muro.
Appena lo spazio per varcare quell’ostacolo, fatto di spine, siepi ed odore di morte. La sensazione era fortissima, se quell’erba avesse voluto, avrebbe soffocato i quattro ragazzi in un batter d’occhio, senza lasciar tracce del loro passaggio. Ma, stranamente, o per nulla stranamente, il percorso si rivelò tortuoso ma per nulla letale, mostrando alla fine del tragitto qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato. Una moltitudine di persone erano intente a darsi battaglia: un gruppo provava in tutti i modi a sfondare una barriera innalzata con qualche tecnica particolare, da quattro shinobi sconosciuti. All’interno vi erano sei persone sedute, mano nella mano, ed altri ninja di guardia;
davanti a loro, quasi stremati, due guerrieri si scontravano, combattendosi a colpi di drago. Sulla destra, un ragazzo alto, con un’armatura dalla colorazione blu, impugnava tre spade e mostrava nel suo potere, un enorme drago del suo stesso colore, ma fatto di pura elettricità. Di fronte a lui, a fronteggiarlo, un ninja vestito in rosso, impugnando una specie di alabarda. Il drago infuocato su di lui, ruotava vorticosamente, come a proteggerlo.

A completare il quadro, sullo sfondo, un enorme e rossastro gorilla era imprigionato ad una grossa parete, con delle catene molto spesse, che man mano, stringevano la presa. Non sembrava stupito dal loro arrivo, anzi, apparve come se li stesse davvero aspettando. Uno dei quattro, il più aggressivo, in particolar modo.


Se siamo riusciti a percepire la sua energia con questo muro enorme, vuol dire che la sua potenza è davvero enorme. Che si tratti di una delle bestie di Chakra che ho visto nella ricognizione per Oto?!

Entrambi parlarono, entrambi provarono a persuadere i quattro arrivati, dicendo loro di essere dalla parte del giusto. Chi attaccava e chi veniva attaccato, tutte e due le fazioni avevano bisogno di una mano, e dai loro abiti sembrava proprio che fossero arrivati i rinforzi.

Dobbiamo assolutamente prendere tempo e fingerci alleati. Io ed Hide abbiamo già combattuto l’uno contro l’altro evitando di ucciderci, o meglio.. io l’ho fatto.

Non ebbe però il tempo materiale per provare a parlarne con il Kokage che lui, spazientito, si liberò delle vesti farlocche e sprigionò il suo potere, modificando perfino la forma del suo alleato di energia. La stessa cosa fece lo spadaccino, mentre il gigante sembrava prendere la cosa con più cautela..

Dannazione!

Non restava che seguire a ruota dunque, ed aumentare un eventuale potere offensivo. Come il suo Kage, iniziò lentamente a sprigionare, dopo tanto tempo, il potere del suo Segno Maldetto. Non ci fu contrasto, non ci fu esitazione. Il pelo dell’enorme cane dietro di lui divenne ancor più scuro, il suo fisico più snello, muscoli quasi ben visibili. Era pronto a scattare, colpire e distruggere.
 
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view post Posted on 29/6/2018, 09:55
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Artificial Flower's Lullaby

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La possibilità di discutere venne presa in considerazione da uno su quattro. Solo Kuro pensò davvero di ragionare con il nemico, ma sfortunatamente il destino della minoranza è quello di soccombere alla volontà di chi aveva già sguainato le armi, rinunciando a priori a qualsiasi desiderio di discussione.
L'unico con cui si poteva tentare un dialogo era Son Goku, spalmato contro quella montagna e incatenato come la più rabbiosa delle fiere. E quelle stesse catene dovevano schermare il suo potere, perché il messaggio di Sasaki non ebbe risposta.
O meglio... Vide Son Goku guardarlo, a fatica visto che la catena gli serrava il collo tenendolo in posizione immobile. Forse il suo messaggio era arrivato, ma di certo non ci fu risposta.

Tuttavia, i due comandanti risposero eccome. Quando si resero conto che quei quattro non appartenevano né a uno schieramento né all'altro, interruppero la loro schermaglia di sguardi d'odio e si rivolsero a loro.

«Un momento... Ma quindi voi chi siete?»

Gli occhi del ragazzo in rosso si posarono qualche istante di più su Hideyoshi, sotto una fronte aggrottata, gesto subito imitato dal comandante dal drago di fulmini.

«Perché, non sono con te, Saburo?»

Il chakra di Shintou fremette, catapultandosi nella spada di tigre. Percepì le intenzioni del suo portatore, e si agitò due volte, ondeggiando morbidamente da destra a sinistra come la coda del grande felino che rappresentava. Le strisce sul suo manto d'acciaio divennero più scure e profonde, come spaccature infinite di un crepaccio piccolo solo in apparenza.
Il samurai infernale percepì delle presenze risalire, da quelle spaccature. I rinforzi da lui evocati stavano arrivando, ma avrebbe avuto bisogno di maggior concentrazione per aiutarli a catapultarsi in quella realtà.
La mano ferita bruciava come se la catena incandescente avesse appena toccato il suo palmo... Ma non era un bruciore fisico, bensì mentale. Shintou conosceva bene il dolore, le ferite da taglio, da ustione, e quel marchio bruciava da dentro. La sensazione era la stessa di quando aveva stretto la catena di Shuhaizo, eppure la sentiva all'interno della sua mano, che pulsava da dentro la carne.

Per quanto riguardava i due guerrieri del Suono, le loro apparizioni metafisiche si coprirono di macchie nere come l'abisso. Il Cane digrignò i denti e gonfiò ulteriormente il pelo, mentre il serpente spalancò le fauci rivelando zanne aguzze dall'aspetto letale.
I due combattenti dei draghi sgranarono tutti e tre gli occhi che avevano a loro disposizione, e che apparivano ora ben più consapevole.

«Tu... Sei Hideyoshi!»
Ce l'aveva fatta, finalmente. Il suo avversario stringe meglio la presa sulla naginata.
«Il Rokudaime Kokage? Ma certo... Come ho fatto a non riconoscerti subito...»

Degli altri tre sembravano non curarsi eccessivamente, al momento. Evidentemente la visione non li intimoriva, sembravano non considerare nemmeno gli animali spirituali che si agitavano per la rabbia e il desiderio di morte dei loro utilizzatori.

Dei soldati che stavano attaccando la gabbia, un paio si fermarono per chiedere indicazioni a Saburo-taichou. Il ragazzo in rosso, che evidentemente corrispondeva a tale appellativo, nemmeno li guardò: fece solo loro un segno con la mano, secco e rapido.

«Continuate, uomini! Dobbiamo liberare Son Goku e uscire da qui!»
«Voi non libererete proprio nessuno!»
ruggì il samurai con la benda, e così fece anche il suo drago di fulmini. «Kokage, ci serve il vostro aiuto! Se i Bijuu si liberano il Gedo Mazo crollerà, e sarà stato tutto inutile!»

Fece un ampio gesto con la spada, tagliando l'aria e indicando un generico mondo al di fuori di quella stanza.

«I nostri corpi sono al sicuro, là fuori... Ma i nostri spiriti, qua dentro, sono in pericolo. Per questo dobbiamo preservare questo luogo! Kataritsuen-sama eseguirà il suo sacrificio e ci riporterà fuori... Ma per farlo c'è bisogno che tutti i Demoni siano al loro posto!»

Sembrava sincero. Il suo era un accorato appello al regnante di Oto, che forse erroneamente considerava a capo di quel drappello.

«Taci, Ranmaru! Il tuo leader ti ha abbandonato! Voi puntate tutto sul sacrificio, ed è questo che vi ha condannati!»

Puntò rabbiosamente la punta della sua naginata verso il comandante azzurro. La sua espressione divenne più seria, solenne quasi. Appariva davvero come il samurai di cui indossava le vesti.

«No, fratello. Il sacrificio del singolo per il bene del mondo è necessario. Pensa ai nostri genitori, e...»
«NON OSARE NOMINARLI!»


Il drago di fiamme divampò come se qualcuno vi avesse buttato benzina sopra. Il dramma familiare era reale, una ferita sicuramente aperta e sanguinante che aveva diviso due fratelli portandoli su ideali completamente opposti.

Ai quattro eroi sarebbe importato qualcosa?




CITAZIONE
Piccola spiegazione sul perché la tecnica di Wrigel non sia partita... La descrizione nel post è rasente lo zero. Hai descritto le intenzioni, ma se non avessi saputo che volevi fare perché me lo avevi chiesto via Whatsapp non avrei potuto cogliere il significato.
Quindi, ritenta e sarai più fortunato. Meno poetica e più pragmatismo! u.u

Prossima scadenza: 6 luglio
 
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view post Posted on 30/6/2018, 13:52
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Perchè la sua tecnica non era partita?
Percepì delle presenze risalire dalle profonde venature sulla sua spada ma, quello che più lo preoccuopava, era il dolore.
Il dolore sulla sua mano. Bruciava…bruciava come allora.
Ma non fu un dolore fisico bensì mentale. Quel marchio bruciava da dentro la carne stessa, come se fosse la cicatrice sul punto di esplodere. Come se nella sua mano vi fosse qualcosa che lottasse per emergere.
Perché proprio adesso? Qual’era il nesso tra le sua cicatrice e quel mondo?
Aveva bisogno di ulteriore concentrazione? Si guardò la cicatrice: non riusciva a chiudere la mano e sembrava andare a fuoco. Provò a serrare le dita. Nulla.
Una fitta nella testa. Il fuoco che divampava da dentro, come se il sangue fosse divenuto un acido che scorreva senza sosta corrodendo la carne.
Dovette ricacciare in gola un mugugno e sul suo volto impassibile, lieve, passò un ombra di dolore.
Respirò a fondo…doveva ritrovare una lucidità che quel dolore, questa nuova fiamma che divampava, stava oscurando.
I due avevano appena riconosciuto Hideyoshi, quindi l’effetto sorpresa ormai era passato. Lo scontro era inevitabile.
E Shintou voleva battersi, perché doveva andare avanti. E dei cadaveri che si sarebbe lasciato dietro non gli avrebbe dato peso.
Ma qualcosa si poteva fare?
Vedere quei due…gli ricordò un momento, per un breve momento come l’esplosione di una stella, Shinta.
Erano guerrieri? Forse…ma benché valenti ormai la loro causa era perduta per sempre.
Gli errori dell’uno e dell’altro schieramento irrecuperabili.
Ma allora perché combattere se questi schieramenti erano letame?
Shinta si era battuto nonostante tutto eppure in cuor suo nutriva dubbi. Sacrificarsi con un cuore dubbioso…la morte non avrebbe elevato tale sacrificio. Non vi sarebbe stato nessun bene.
Shinta lo sapeva ma se ne fregò. Perché ammetterlo significava negare tutta la propria vita e ammettere le proprie colpe. Soprattutto trovarsi faccia a faccia con i demoni che si portava dentro.
Shintou lo aveva accettato. E aveva anche capito che il sacrificio andava fatto con onore perché non era un modo per levarsi, né per redimersi. Quello solo noi stessi lo potevamo fare.

« Chiedete ancora aiuto nonostante gli inganni?»

Disse con voce greve. Shinta Himura, il fu samurai di Kumo, sapeva bene cosa significasse servire una causa.
Ma, soprattutto, morire per essa. Vivere per essa e per essa elevarla sull’altare del sacrificio. Ma in prima persona…morendo…e poi scoprire che era quello che non voleva.
Che lo aveva fatto per dare significato ad una vita che si stava spegnendo ma senza avere il coraggio di affrontarla.
Sacrificarsi ma, in un angolino buio del proprio cuore, vi era sempre un sussurro mal celato che non era quello che in fondo voleva.
Voleva solo vivere…vivere e sentirsi amato.
Sacrificarsi così era solo una beffa e non vi era disonore più grande. Il sacrificio di una vita andava fatto con dignità ma soprattutto SAPENDO PERCHè.
Shinta aveva trovato un pretesto…

«Perché dovervi aiutare quando avete ingannato, ucciso, mosso gli altri secondo i vostri desideri?
Eppure…eccovi ancora a battervi in uno scontro che non avrà mai un vincitore. Perché l’uno è l’opposto dell’altro. Ma nonostante tutto vi scontrate ancora, chiedete ancora aiuto per una causa che non è più vera.
Forse quando questo mondo era giovane potevate aver ragione, ma ora? »


Chiuse gli occhi.

«Il Kyo Dan cosa ha fatto? Ha sacrificato dei kage nell’ombra, solo per il proprio egoismo e per la propria causa. Mandato a morire uomini, ingannato, ucciso come assassini, hanno rapito bambini, shinobi e tutto per la loro causa che è morta oramai da secoli.
Il Taisei ha fatto uguale…ha chiesto il sacrificio ultimo a chi non era disposto a farlo. Ha ingannato i villaggi e mentre li offriva aiuto, con la mano nascosta, li pugnalava alle spalle.
Ha tradito e mentito, come il Kyo Dan, e all’ultimo ha richiesto la morte di tutti.
Morte che quest’uomini non avevano accettato. E che non volevano.
È FORSE UN COMPORTAMENTO DA GUERRIERI?! »


Strinse quella mano fantasma con tale forza che sbiancarono le nocche. Avanzò tenendo la lama rivolta a terra. I passi solidi come montagne.
Gli occhi dentro i loro.
Shinta e Shintou parlavano.

« Un soldato non chiede ad altri di immolarsi su quello stesso altare. Non mente.
SCEGLIE


Anche Indra aveva scelto. Aveva scelto di seguire il Taisei e di combattere per esso. Sia Shintou che Indra combatterono da due parti diverse, eppure lo fecero non perché costretti ma perché avevano scelto.
Cosa importava se fosse stato giusto o sbagliato? Un guerriero andava in battaglia sapendo, in cuor suo, per cosa combatteva.
Anche se questo significava uccidere il proprio sensei. Uccidere la donna che aveva creato l’uomo che ora si ergeva di fronte ai due.

« In fondo ad un soldato non importa chi sia nel giusto o nel torto… da sempre le guerre partono che una delle due parti sia nella verità. L’altra nel torto. Al nome di DIO CHE LO VUOLE, o Solo io ho la verità e gli altri sbagliano, le guerre sono la contraddizione eterna dell’uomo.
Quindi ad un soldato cosa importa sapere? Importa sapere per quale motivo si ritrovi nell’uno o nell’altro schieramento.
Con dignità assolute, combattendo con onore. »


La lama disegnò un arco argento posandosi sulla spalla. Flessuosa si muoveva come la coda di un gatto e gli occhi di Shintou non perdevano il contatto con i due. In fondo poteva capirli.
O forse rivedeva un vecchio fantasma…

«Entrambi gli ordini sono dei despota. Che hanno tiranneggiato con la paura, con la brama di potere, con l’assassinio e l’inganno.
Hanno costretto uomini a morire. Uomini a battersi, ingannandoli. Ed ora…ora che tutto puzza di merda, ancora combattete tra di voi.
Avete sacrificato degli innocenti perché VOI non eravate pronti a morire.»


Furono parole di sdegno. Ma furono parole di chi aveva passato Inferni per capirlo.

« Sia il Kyo dan che il Taisei non hanno permesso a nessuno di scegliere. Come Tiranni, come Despoti si sono sentiti superiori a chiunque persino a LORO

Indicò Son Goku.

« Quante guerre avete creato voi? E quante morti vi sono state? Potete dire di esservi comportati diversamente da Loro? Di essere migliori?
No…non lo siete… »


Puntò la lama verso entrambi. Il tono fu pesante.
Una vita a servire una causa, per poi essere buttato via a mò di straccio.
Allora capì che non esistevano cause migliori di altre, ma solo quelle a cui noi davamo significato e importanza. E vivere significava servire tali idee che avevamo.
Le cause sapevano essere veleno e troppo velocemente cambiavano e mutavano.
Un ideale era mutevole, un uomo doveva avere il coraggio di scegliere. Chi non lo aveva questo coraggio, lo trasformava in una maledizione – e altri avrebbero scelto per lui.

«Io ho perso una moglie, qui dentro, e la mia famiglia a causa vostra.
Se dovrò aprirvi il cranio lo farò. Non m’importa né del vostro Taisei, né del Kyo Dan che non hanno motivi di esistere e che saranno cenere alla fine di questa storia. Ritroverò mia moglie e la mia famiglia e ucciderò chiunque si metta tra me e questa mia volontà.
Io a voi vi chiedo: volete ancora combattere? Siete disposti a morire per una causa che non esiste più? O per meglio dire: tale causa merita la vostra vita?»


Un momento di stasi.

«Pensate che un uomo come Kataritsuen che ha tradito, ingannato, che ha sacrificato tutti noi sia consapevole dell’IMPORTANZA di un sacrificio?
Sapete cosa significa SACRIFICARSI


Lui lo sapeva bene. Jashinista…aveva sacrificato il cuore che aveva nel petto per una vita immortale.
Il cuore di sua madre.
Aveva combattuto l’inferno e si era piegato a loro per non essere ridotto in cenere da quel potere che lo stava divorando da dentro, come un secondo cancro.
Quegli occhi erano lo specchio di chi sapeva cosa significasse sacrificare, sacrificarsi e di come ci si sentiva dopo.
La spada si mosse dall’uno all’altro. Gli occhi fissi.
Duri e spietati.

«Se pensate che quello che state facendo sia giusto, se avete davvero una volontà d’acciaio e non nutrite dubbio alcuno, onorerò tale volontà alla vecchia maniera.
CON LA MIA SPADA! »


E si portò la lama davanti al volto.

«Ma se dentro di voi nutrite dei dubbi su tutto questo, la vostra morte non sarà né un martirio, né una liberazione. Sarà soltanto un tormento che vi avvelenerà l’anima e ritornerete in questo mondo come Yokai. E se anche sopravvivreste a tutto questo, desidererete morire ogni giorno ma nemmeno quello vi consolerà. Perché potevate fare e non lo avevate fatto…e non sempre vi è una seconda possibilità di redenzione. Volete presentarvi a Dio dicendo che altri sono stati i padroni delle vostre vite? »

Fece scendere un silenzio greve. Guardò i due.

«Non vi sarà pace alcuna, né in morte né in vita…perché morire o vivere con i dubbi… non vi è cosa peggiore per un samurai.
Questa non è una causa da guerrieri…ma solo da Tiranni.
Io so bene cosa significa sacrificarsi, vivere per una causa e morire per essa…ma so bene anche il valore delle scelte. E del dolore del sacrificio. Perché qualcosa lo perdi…e non tornerà mai più. E non sarai mai più lo stesso…»


Respirò a fondo.

«Ma se dentro di voi avete solo un dubbio, un minimo dubbio, allora cedete il passo.
Aiutateci e riconquistate il vostro onore.
A volte il sacrificio non è l’unica via…a volte è solo un veleno…»


Ma quell’uomo non sarebbe arretrato. Questo si leggeva in quegli occhi rossi.
La domanda più vera e reale era solo una: potevano combattere contro un uomo con una simile volontà d’acciaio?
Shintou non si sarebbe piegato di fronte a nessuno, non avrebbe arretrato, avrebbe sguainato Ryujin Jakka e Higanbana e avrebbe dato battaglia anche contro gli stessi Dei. E tutto per ritrovare sua moglie.
Tutto per uscire da lì con le persone che erano fondamento del suo cuore.
Potevano confrontarsi con simile acciaio?
Se volevano combattere avrebbero trovato in Ryujin Jakka il loro avversario.
Fu pronto anche alla battaglia perchè i mortali sanno essere stupidi e profondamente testardi.
Te ne sai qualcosa, vero Shintou?

 
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view post Posted on 1/7/2018, 18:59
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M
olte cose da dire.

Quando i due capitani si resero conto che non stavano parlando con i loro commilitoni, la loro reazione fu quasi ilare.

(Uao, conoscete uno ad uno i vostri uomini per averci davvero scambiato per alcuni di loro, huh? Patetico)

Questa la differenza fondamentale che distingueva gli uomini comuni dagli Uomini di Ferro. Che non è una reference ad un altro universo, ma è il nome per indicare tutti gli uomini nati a Tetsu no Kuni, la patria dei veri Samurai del mondo.
Nella cultura in cui Sasaki era nato e cresciuto, la prima cosa che un comandante si impegnava a fare era conoscere uno ad uno tutti i suoi commilitoni, perché con loro avrebbe combattuto, con loro avrebbe difeso la sua terra, le sue donne, i suoi bambini e tutti coloro che non avevano la forza di lottare contro il nemico, qualunque esso fosse. Taisei e Kyo Dan invece non erano nepprue in grado di capire che quei quattro sbandati che erano quel gruppo mal assortito fossero o no loro compagni.

Ma quando stette per rispondere, incredibilmente Shintou prese la parola. Non che sapesse neppure il suo nome, ma decise di ascoltare. Ascoltò, ascoltò con attenzione e riconobbe nei suoi discorsi qualcosa.

(Heh. Queste sono le parole di qualcuno che in passato aveva intrapreso la via del Samurai. È sempre un peccato vedere come la mia cultura si sia imbastardita, ma sempre meglio che essere un volgare shinobi, immagino...)

Dalle parole di Shintou emergevano concetti giusti, ma piegati da una visione distorta di quello che era un guerriero e un Samurai come era inteso a Tetsu no Kuni. Se suo padre lo avesse sentito...

(Nessun guerriero si butta in battaglia senza sapere perché lo fa, mio giovane compagno d'arme. I Samurai di Ferro non servono un padrone perché glielo impone l'onore, i Samurai di Ferro scelgono il loro signore da servire ed è loro compito opporsi alla sua volontà se esso dovesse deviare dalla retta e giusta via del buon governante e imporre la sua volontà non con giustizia, ma con tirannia. Ognuno dei soldati sotto mio padre si poneva sempre il dubbio se la battaglia che stava per intraprendere fosse giusta o no, e mio padre non ordinava mai a nessuno di seguirlo ciecamente...Vedo che qualche concetto lo avete imparato, voi ronin di un paese straniero...sì, sento che alcune cose giuste le stai dicendo, ma non hai davvero in mente cosa sia un Samurai, non come dovrebbe essere davvero. Però dai, sei sulla buona strada...)

E quando ebbe terminato di parlare, Sasaki aspettò un po' prima di intervenire, osservando e gustando la situazione con calma innaturale per uno come lui.

Poi, aprì bocca pure lui.

Sasaki: ”I concetti che il mio compagno ha espresso hanno molta saggezza in essi. Sento le parole di un quasi Samurai” sottolineò il quasi ”E devo dire che ha molta ragione”

Poi osservò Shintou con occhi neutri e calmi. Le sue parole non esprimevano scherno o offesa, era la semplice constatazione di qualcuno che in mezzo ai veri Samurai ci era nato e cresciuto. Non era quindi superbia, era solo Volontà di Ferro: non considerava Shintou un Samurai come lui lo intendeva, ma riconosceva in lui qualcosa di apprezzabile. Forse a quel bimbo che lo aveva così sornionamente minacciato non sarebbe fregato un tubo il suo riconoscimento, ma insomma, per Sasaki, ricevere apprezzamenti da parte di qualcuno del Ferro sulle qualità dei Samurai...insomma, valeva, e molto.

Poi oh, 'sti cazzi anche.

”Amico, hai quasi preso la strada giusta, ma non voglio offenderti, davvero...i concetti che hai espresso sono un'ombra del vero Bushido dei Samurai di Tetsu no Kuni. Non te ne faccio una colpa, è naturale che il costume e la tradizione si perdano lontano dal centro di origine. Però...” e si girò completamente verso di lui, mentre si spogliava degli stupidi stracci colorati di cui si era ricoperto ”Hai sicuramente guadagnato il mio rispetto, nonostante le tue minacce di staccarmi la testa, hai più onore te di qualsiasi altro volgare shinobi. fece una riverenza marziale rivolta all'uomo con la sapda tigrata ”Senza offesa per voi due, eh! rivolse a Kuro e Hideyoshi un sorrisetto sornione Si girò poi verso i due capitani, scrutandoli con occhi severi ma calmi.

Sasaki: ”Avete riconosciuto Hideyoshi, bravi, quindi chiedete il suo aiuto. Questo perché credete in automatico che sia lui il capo...avete riconosciuto un ninja che si muove nelle ombre, ma avete scambiato noi per vostri commilitoni. Cazzo, c''è qualcuno grosso come me nei vostri ranghi...a parte Fumimaro?” rivolto al Samurai rosso ”Oh giusto, voi siete uno ma siete nove, non è vero? Nove ordini per nove déi...così mi è stato detto, no?”

Fece un passo avanti, avanzando con lo sguardo dritto verso la scena. Poi si fermò per parlare ancora.

”Prendo in prestito quanto detto dal mio “amico” con la bizzarra spada. La vostra guerra ormai è insensata. Dite che è necessario che i bijuu stiano qua dentro e poi Kata...come cazzo era? Katarituesn compierà la sua magia e boom, tutti fuori sani e salvi.

Ma a loro ci avete mai pensato?”


Rivolse l'indice a Son Goku, osservandolo con sguardo attento.

”I Bijuu, le Bestie Codate...sapete cosa sono, sapete cosa vogliono? Oh, non fraintendetemi, dal loro risveglio ho cercato di mettermi in contatto con Son Goku per molte ragioni. Volevo parlargli, e ora ce l'ho di fronte, ma lui non risponde, forse le vostre catene impediscono una risposta? Beh allora, dirò il mio messaggio per lui a tutti quanti, in modo che almeno questa volta riesca a dirlo, cazzo, senza interruzioni di pazzi fanatici e senza che TU mi disintegri di nuovo, Son Goku!” urlò alla scimmia legata come un salame sulla montagna. Poi si schiarì la gola, concentrandosi su quanto voleva e doveva dire, per fare in modo che il suo messaggio fosse anche telepatico oltre che vocale.

Sasaki: ”SON GOKU! Sono Sasaki Keigo” pausa per creare enfasi ”Eremita dei Primati ed erede della Corona di Sun Wukong, ti ricordi di lui? Enma-sensei e Hidenori-ojiisama mi hanno parlato di una certa leggenda...ma non sono qui per questo. Volevo conferire con te, oh possente, per chiederti di fermarti nella tua furia distruttrice ma che dire, immagino tu ora sia fermo...

Ascolta, io non voglio dare colpe a te o ai tuoi fratelli. Lo so come ci si sente ad essere rinchiusi. Il fatto stesso che siamo qua è un'esperienza mille volte migliore di quanto ho vissuto io tempo fa. Dimmi, Saru-shin, nella tua prigione millenaria avevi coscienza? Hai assistito all'avvento del Divoratore? Hai sentito il miasma della progenie nefanda di colui che si definì...Watashi, dio dell'inganno e dei desideri? Se sì, Son Goku, sappi che io sono caduto vittima in quella guerra di una prigionia durata tre anni...tre anni in cui la mia coscienza era frammentata, disintegrata...ho ancora vuoti di memroia, nonostante tutto il tempo che è passato.”


Ora i suoi occhi erano solo su Son Goku. Aveva completamente eclissato il fatto che i due capitani fossero fratelli. Francamente, gliene poteva fregare assai poco.

”Volevo trovarti perché ho sentito che era mia responsabilità cercarti, dato quello che, per una serie di coincidenze, sono. Per via del peso delle responsabilità che sono cadute su queste mie spalle stupidamente larghe. Un peso che mi ha fatto maturare dallo stupido ragazzino pieno di rabbia e risentimento verso tutto e tutti...Son Goku, nel tuo risveglio hai causato morte e distruzione, e mi sembra di aver capito che non tutto fosse dovuto alla tua volontà. Se non ho capito male, hai incontrato un uomo che, come me, è stato consumato dal tuo potere e che è in grado di esercitare una certa pressione su di te, non è così? Ti chiedo umilmente scusa allora, oh possente, perché le mie intenzioni iniziali erano quelle di convincerti ad attuare una convivenza pacifica, perché sono una testa calda ma non sono un coglione e mi rendo conto che noi, per qualcuno come te, rappresentiamo solo formiche e insomma, neppure a me interessa molto quando schiaccio un insetto che mi molesta...e se tu mi avessi risposto così, avevo intenzione di dirti che sì, siamo piccoli e molesti ma siamo milioni e ci siamo evoluti tantissimo dall'ultima volta che ci avete visto e...sì, insomma, che o si viveva tutti in pace o ci saremmo uniti sotto un unico vessillo, e nella nostra miserabile e insignificante statura, ci saremmo eretti a maglio in grado di frantumare te e i tuoi fratelli, così come abbiamo frantumato Watashi.

Questo era quanto volevo dirti. Volevo dirti che comprendevo la tua rabbia per la tua prigionia, ma che non sarei stato inerme a guardarti spazzare via tutto ciò che mi è caro. Che sono diventato il Saru Sennin per puro caso, che avevo già affrontato bestie grosse come te – ed è effettivamente vero – e che se avessi avuto un briciolo di onore avresti accettato la mia sfida a scendere alle mie dimensioni e risolvere le cose con una bella scazzottata....a pensarci ora, è così stupido!”
rise di gusto, trovando quello che aveva pensato per così tanto tempo estremamente infantile ”Ma sì, adesso la situazione è cambiata e io ho imparato determinate cose. So che quello che hai fatto non era per tua volontà...o almeno, lo vorrei sentire detto da te personalmente. E al riguardo...” i suoi occhi tornarono a posarsi sui due schieramenti ”Signori, questa guerra fratricida mi fa venire in mente molti ricordi...fratello contro fratello, non lo trovate stupido? Io lo trovo sciocco, così come trovo sciocco tutto quello che sta accadendo.

Ascoltate, nella mia vita ho fatto un sacco di cazzate. Molte delle quali non vado assolutamente fiero. Ho vissuto una vita da sbandato, ma ho avuto l'occasione di cambiare, di fare schifo ogni giorno di meno e questo grazie alla responsabilità che è stata messa sulle mie spalle. Il mio amico qua con la curiosa spada ha ragione: voi non vi state prendendo alcuna responsabilità. E oltre a questo, siete oltremodo stupidi...questa statua dovrebbe contenere nove bijuu? Per quel poco che ho visto, aveva una strana fisionomia...mi domando se rinchiudere tutti i bijuu qua dentro non possa provocare qualcosa di molto peggio...”


Nonostante le apparenze e quello che molti credevano, Sasaki non era assolutamente un idiota. Per un attimo, un flash di un'idea orribile gli balzò per la mente, soprattutto ripensando alle parole di qualche mese fa: nove ordini per nove déi, ma legati ad un unico culto. Per un attimo gli venne lo spaventoso pensiero che i Bijuu fossero le componenti materiali di un'unica, grande bestia la cui forza era la somma di ognuna di loro. Quella statua...quel Gedo Mazo aveva fattezze un po' troppo esplicite per essere una sola coincidenza.


Sasaki: ”E come il mio compagno dalla curiosa spada ha detto, avete detto troppe bugie per credervi. E se anche fosse vero...credete non saremmo in grado di risolvere la situazione anche questa volta? Bimbi, la mia presenza qua serve solo a uno scopo: limitare i danni. Perché so già che usciremo vincitori da questa storia, questo è il potere dell'umanità, la spinta rigeneratrice, quel desiderio di vita che ci spinge a superare ogni avversità. Avrà il suo costo, certo, ed è qua che vorrei intervenire io.

Lasciatemi parlare con Son Goku. Senza interruzioni, senza stronzate. Voglio parlare con lui, sentire la sua storia. Avete cercato di rinchiudere – o venerare – una forza della natura. Son Goku è un gigante di chakra spaventoso che porta distruzione ogni volta che anche solo molla un peto? Beh, sti cazzi, è nato così, così come io sono nato con questa stupida forma di gigantismo parziale che mi ha impedito di rendere fiero mio padre e di diventare un Samurai di Ferro. Oh sì, ho pianto molto per questo, ma poi ho deciso che solo le fighette piangono per sempre e cazzo ragazzi, sono duemila anni che frignate e vi fate seghe, ma quanto sfigati siete? Oh, il mio amico qua ha una moglie a quanto pare, voi no? Cazzo, direi che la colpa è vostra, no?”
poi, dopo questo breve scherno, tornò serio ”Seriamente. Non potete vincere. Non voglio uccidervi e di certo non mi farò uccidere, quindi ve lo chiedo per favore. Deponete le armi, fatemi conferire con Son Goku...e toglietegli quelle cazzo di catene o gliele tolgo io. Ho una certa maestria con le catene, sapete? Fatemi parlare con lui e non fate stronzate. Mi piacerebbe davvero che tutti potessimo uscire da qua interi. Mi piacerebbe tornare ad abbracciare le mie sorelline, mi piacerebbe tornare a giocare con quelle pesti di scimmiette della mia nuova casa, ad allenarmi con i gorilla, a studiare nella biblioteca con le scimmie più anziane e, quando ho voglia, andare a bere alcolici pesanti e cercare le prostitute migliori con cui scaldarmi la notte. Ma se proprio ci tenete a voler combattere, se proprio ci tenete a volermi rompere il cazzo...darò man forte al mio amico qua, anche se mi ha minacciato di staccarmi la testa – cosa che ho ricambiato ad essere sincero – anche solo per onorare la sua volontà da Samurai, anche solo per rompervi le palle e distruggere i vostri piani. O, meglio ancora, anche solo per dare fuoco alla notte...belli quei draghi, belli davvero...guardate qua un secondo: GORILLA'S RED!”

E richiamò a se tutte le sue energie che si sarebbero dovute manifestare attraverso la sua stand. Le sue dita sarebbero diventate grosse catene di metallo scarlatto, pulsanti di energia e sangue denso di determinazione. Le catene si sarebbero avvolte le una sull'altra per dare vita al corpo di due flessuosi e sinistri draghi di ferro e chakra sprigionanti fuoco e fulmini. I due draghi di ferro si sarebbero piazzati di fronte ai draghi dei due samurai, urlando stridii acuti spacca timpani.

Sasaki: ”Fatemi incazzare e questo è ciò che vi aspetta. Fatemi davvero incazzare e vi faccio vedere il Kraken. E non intendo il mio cazzo.” disse sarcastico agitando il pacco di fronte ai due.




Non uso nessuna tecnica particolare, semplicemente creo pure io due draghi di ferro e fuoco e fulmini for the lulz. Time to show our dicks.
 
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view post Posted on 6/7/2018, 19:59
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Come di consueto in ogni missione svolta con Hideyoshi, Kuro era ormai abituato a stare nell'ombra, a stare zitto nel suo mondo, pronto ad intervenire solo nel momento del bisogno è solo se strettamente necessario.

(Non ho bisogno di esprimere il mio parere, e sono sincero quando dico di fidarmi del mio Kage. A lui devo la vita, a lui devo anche il solo essere qui sano e salvo, quindi aspetterò lui. Non provo interesse nelle parole di due che disgustano l'essere shinobi, solo perché sono "samurai".
Samurai che vivono comunque nel mondo ninja, come ninja. )


L'uomo con la spada tigrata sembrava parlare del percorso dei due come se ne conoscesse il trascorso, come per accomunare tutti i smaurai sotto il codice Bushido.
Bugie, ovunque bugie secondo lui. E su questo anche Kuro era d'accordo. Quando due fazioni iniziano a riempirsi di menzogne per sovrastare l'altro, si entra in un loop impossibile da distruggere, incastrandosi in una l'atto infinita.


(L'utilità di dire menzogne è solo quella di rendere le cose momentaneamente più facili, fino a far diventare tutto più difficile. Da codardi.)

Anche l'altro aveva proferito parola, cercando di spiegare la sue versione del Bushido e dell'esatta via dell'essere un samurai.
In sostanza era d'accordo con il suo collega, ma non del tutto. Contemplava però l'uso della violenza, tant'è che non appena smise di parlare, la sua stand cambiò forma, mutando in una coltre di tentacoli metallici, composti da catene avvolte da un'aura violacea.
Il cane alle spalle di Muro tirò ancora più in alto il pelo, quasi sentendo un richiamo di un alleato.

I due shinobi, rosso e blu, si scambiavano minacce, intimandosi a vicenda che il rispettivo piano sarebbe andato a monte per mano dell'altro. Ma la verità, per quel che poteva servire in quel momento, sembró venire a galla: la statua aveva assorbito i loro spiriti, mentre i corpi erano inermi al di fuori. Questo spiegava quella strana materializzazione del chakra e dello spirito combattivo di tutti i presenti.

Avrebbe senz'altro dovuto combattere..che entrambe le fazioni avrebbero trovato un nemico comune tale da stringere nuovamente un patto di alleanza?
 
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view post Posted on 6/7/2018, 22:33
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Mhh... mhhhh..

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*Qualcosa in lui era cambiato.
Hideyoshi se lo era ripetuto per anni, ne aveva sentito il peso per anni, si era convinto della sua effettività ben prima che si verificasse ed aveva agito sulla sua base in innumerevoli istanze... ed ogni volta che l'aveva fatto, puntuale, aveva sentito nel cuore il dolore tagliente della verità: Hideyoshi era ancora l'Hideyoshi vittima, l'ingenuo attratto al Suono con l'inganno e qui lasciato come un agnello tra i lupi, forzato alla corruzione, edotto della violenza e dell'ingiustizia, maturato nel risentimento. Non gli era possibile uccidere l'innocente senza che, dal profondo, quella parte di sé che voleva così ardentemente dare per morta gli ricordasse chi era, da dove provenisse. La parola che Ki aveva inciso sulla sua fronte pungeva come il giorno in cui era apparsa: una lama a doppio taglio, l'incarnazione delle parole che il Diavolo gli aveva rivolto. Un Kage doveva anzitutto essere uomo, ed il suo arbitrio avrebbe portato inevitabilmente responsabilità. Al tempo il Cantore aveva ricevuto questa affermazione come un'ovvietà banale e vergognosa, considerando il pulpito, ma sin dal momento in cui aveva riassunto un ruolo di comando, sin dal momento in cui si era reso conto di non avere più nessuno a cui rivolgere le proprie accuse, aveva iniziato davvero a capirne la profondità.
Era in questi momenti, nei momenti in cui l'uomo tornava a dolergli dentro, che Hideyoshi tentava invano di rifugiarsi nell'esempio di chi lo aveva preceduto. Otomika? La sua volontà e la sua assenza di pietà erano tali da negare in principio il valore di una comparazione: Hideyoshi sapeva di non avere né la forza né, in fondo, il desiderio di diventare come lo Spettro d'Argento... quali che fossero i suoi meriti. Keiichi? Il Rosso era lontano anni luce dal Cantore, e benché il giovane Kage non dubitasse che il Godaime gli potesse essere vicino dal punto di vista quantomeno emotivo, non esisteva possibilità che la loro saggezza o il loro intelletto fossero sullo stesso piano. Hideyoshi era sé stesso, e lo era tanto fisicamente quanto idealmente, incapace di concepire azione sulla scia dei due grandi Kokage.
Ma la presa d'atto dell'inferiorità rispetto ai suoi predecessori non doleva minimamente al Cantore di Lame, anzi: egli vi era cresciuto dentro, aveva appreso ogni sfumatura di questo dato di fatto, e per quanto avesse criticato molte delle loro scelte, da subordinato e suddito, cautamente aveva sostituito ammirazione al risentimento da quando li aveva succeduti al comando. Come uomo li aveva detestati troppo a lungo per non covare desiderio di distaccarsene, come Kage avrebbe dato di tutto per avere un briciolo della loro autorità... e, ovviamente, del loro potere, poiché le due cose sono una ed una soltanto nel Continente ninja, ed ancor più al Suono.
E dunque aveva sofferto ad ogni decisione, persino alla morte di Yo, ogni volta battendosi il petto in penitenza tanto per quel che aveva fatto quanto per quello che non avrebbe dovuto provare. La pietà era un bastone cavo e friabile per l'animo del debole: Keiichi, avendola, ne compensava il costo con enormi capacità... Otomika, scartandola, era lo shinobi perfetto. Hideyoshi era da sempre tronco nel mezzo, non importava il numero di pensieri e parole spesi al fine di negare questo dato di fatto.
Per questa ragione, ora, giungeva tanto sorprendente che altri, e non lui, stesse spendendo mille parole per addivenire ad una soluzione pacifica. Il Segno lo aveva corrotto, certo, e la sua manifestazione acuiva senz'altro i sentimenti più crudeli e meschini... ma il Segno era sempre stato una conseguenza, non una causa, almeno nel singolo momento. I suoi effetti amplificatori erano rilevabili sul momento a partire da emozioni proprie, mentre quelli corruttivi si svolgevano sul lungo periodo, fuori dalla comprensione di chi, come Hideyoshi, poco e nulla sapeva del suo potere.
Benché questa possibilità non sfuggisse alla mente del ragazzo, egli non poté fare a meno di rimanere stupito dalla propria mancanza assoluta di empatia nel confronti dei due uomini di fronte a lui.*


(Io... io potrei ucciderli ora, seduta stante. Vorrei ucciderli ora.)

*Si confessò, la mano destra stretta attorno alla lancia quasi che fosse una misura di sicurezza. Aveva addotto mille giustificazioni per quel sentimento, e considerate le vittime mietute dai demoni, entro e fuori dal Suono, sarebbe stato difficile biasimarlo... eppure, conoscendosi nel profondo, Hideyoshi rimase spaventato da sé stesso. Ed ancor più dal futuro che tale realizzazione avrebbe significato.
Attorno a lui le parole di Sasaki e del guerriero dai capelli bianchi caddero senza produrre alcun suono. Esse erano distanti dal Cantore di Lame, tanto nella contingenza quanto, soprattutto, nello spirito: egli non era un guerriero, non lo era mai stato, non aveva mai avuto il lusso di scegliere una battaglia in cui combattere né tantomeno un'ideologia da seguire. Il suo percorso era stato sofferenza e contrizione fin da quando aveva lasciato le porte di Kiri, e nel tentativo di cercare un appiglio, nella speranza di avere una qualche voce in capitolo, si era ridotto ad accettare i più sordidi dei compromessi... questa scommessa, una volta dietro l'altra, anziché consegnarlo alla tanta agognata libertà lo aveva catapultato in una posizione di comando nella peggiore delle condizioni.
Per questo, per quanto volesse voltarsi verso Shintou ed elogiarne il riguardo per gli indifesi, non lo fece. Per questo, per quanto potesse condividere il pensiero di Sasaki riguardo la natura ed il destino di uomini e demoni, non ne fece menzione. Il suo rimase un silenzio vibrante, terribile, che di nuovo esteriormente lo riavvicinava a Kuro.*


(Chissà cosa starai pensando di me, Kuro-san. Chissà se, nel vedermi in questa maniera, pronto ad attaccare chi mi chiede aiuto, non ti chiederai se davvero valga la pena servire il Suono.)

*La verità era, pura e semplice, che non gli importava di quale sarebbe stato il destino dei cultisti. In quel momento, di fronte a quella scena, qualsiasi tentativo di persuasione e diplomazia aveva il sapore di uno sforzo viscido ed inutile. Nessuno era innocente, lì, ed anche i blu e i rossi lo fossero stati, il peso di chi aveva agito sotto la loro stessa bandiera avrebbe significato una condanna a morte.
Quando Sasaki ingigantì la propria aura, generando due draghi speculari a quelli dei samurai, il Cantore seppe che lo stallo stava per terminare... in un modo o nell'altro.*


"Se non si piegheranno a questo atto di forza, Keigo-san... se non accetteranno le vostre parole... dovrai fare una scelta.
Se è vero che non puoi comunicare con Son Goku, ma ne puoi interpretare l'intenzione, allora liberarlo sembra l'ipotesi corretta... ma come ho detto, mi rimetterò al tuo giudizio.

Quanto a voi..."


*Rincalzò, la sua aura una macchia scura ed opaca nel tumultare dell'energia di Sasaki, la sua volontà, da qualche parte, protesa verso l'auspicio che quell'ultimatum potesse trovare vero orecchio nei due fratelli... quantomeno per buona pace di Sasaki e del guerriero dai capelli bianchi.*

"... se avete cara la vita vostra e dei vostri confratelli, più di quanto abbiate caro il vostro fanatismo, abbandonatelo, rimettetevi alla nostra decisione, ora e subito."
 
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view post Posted on 7/7/2018, 14:58
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Artificial Flower's Lullaby

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La mano fantasma di Shintou bruciava come l'inferno che l'aveva generata. La rabbia dello spadaccino pareva alimentarla, dandole vigore, e i due guerrieri fratelli osservarono il Jashinista con occhi sempre più seri.
Le loro espressioni gemelle ora rendevano palese la loro somiglianza. Anche se gli occhi erano dispari, i due erano inequivocabilmente fratelli... E palesemente irritati dal lungo monologo di Shintou.
Tanto che all'unisono sbottarono in un seccato:

«Parli troppo!!!»

Le parole di Sasaki erano meno irritanti per loro, ma sfortunatamente Shintou doveva aver già toccato corde sensibili. I due draghi si avviluppavano su loro stessi, crepitando di fiamme e fulmini, e snudavano periodicamente le zanne verso il quartetto di combattenti.

«Tu... Parli con Son Goku-sama?» mormorò attonito Saburo, guardando Sasaki che inviava il messaggio vocalmente, non potendo ricevere risposta nella sua testa. Lo scimmione demoniaco lo guardava, la sua attenzione era rivolta a lui, ma quando provò ad aprire la bocca di nuovo le catene si strinsero. Uscì solo un ringhio da quelle zanne strette, e la riconferma che le catene gli impedivano di fare letteralmente alcunché.

L'ammirazione di Saburo però scomparve quando il Kraken tornò a rivolgersi a lui e suo fratello, sottolineando quanto poco senso avesse combattersi l'uno contro l'altro.

«Non capite, eh? Non capite proprio. Secoli a cercare di spiegarvelo...»
«...E continuate a non capire nulla»
concluse Ranmaru per lui.

L'orgoglio dei comandanti li portava ad alzare la testa e tenere la schiena dritta. Ferite e stanchezza sembravano essere sparite, anzi... Avevano l'aspetto fresco e sano di due guerrieri appena scesi in campo e pronti a dar battaglia.

«Parli di sacrificio, ma cosa ne sai?» apostrofò il Jashinista, ignorando quanto, ahilui, di sacrificio sapesse. «Cosa ne sapete, tutti voi, di come serviamo l'Ordine? Di come abbiamo scelto di mettere da parte le nostre vite, per proteggere questo mondo e dare una speranza a chi non è in grado di combattere?»

Parole vibranti, le sue. L'unico occhio era acceso di sdegno, offeso dalle insinuazioni dei quattro -dei tre, dato che Kuro taceva- e che andavano a insultare ciò in cui credeva, il mondo per cui aveva sacrificato tanto.

Le apparizioni tentacolari di Sasaki non intimorirono i due draghi, che si srotolarono verso l'alto innalzando le zampe anteriori, al pari di sfidanti che non hanno intenzione di abbassare lo sguardo.
Tutti e quattro poterono percepire più chiaramente la grande energia che emanavano quelle creature. Sasaki poteva avvertire una vaga somiglianza con i poteri di Fumimaro e la sua squadra, affrontata tempo prima... Ma quei tre erano soldatini di piombo al confronto con i due generali che aveva ora di fronte.

«Volete liberare Son Goku-sama? Mi sta bene.»
Saburo intervenne facendo un passo di lato, avanzando di un metro verso i due e distaccandosi da quel fronte compatto che prima costituiva col fratello.

«Saburo, ma non vedi? Non capiscono! Deridono la nostra battaglia, credono di aver la ragione in tasca senza sapere nulla!»

Il samurai in rosso guardò gravemente il suo avversario. Le parole che seguirono non gli furono lievi, e il tono era appesantito da un dolore a malapena contenuto.

«Lo so. Ma da sempre gli stolti non capiscono, e in questo momento non ho intenzione di perdere altro tempo, né di sacrificare inutilmente le vite dei miei uomini, per cercare di educarli. Vogliono la stessa cosa che vogliamo noi...» Puntò la lancia verso lo Yonbi incatenato. «...Che quella nobile creatura torni libera. E se quest'uomo, questo Sasaki Keigo, ha modo di comunicare con lui... Beh, non mi interessa se è l'ultimo degli imbecilli, in questo momento i nostri interessi sono allineati!»

Ranmaru indietreggiò. Fece un passo, guardando il fratello con la morte nel cuore e nello sguardo monco.

«Hai di nuovo scelto la strada sbagliata, fratello mio.»

Un sorriso amaro si dipinse sulle sue labbra, mentre divaricava le gambe e piegava le ginocchia, abbassando la schiena in una postura più combattiva.

«Vorrà dire che porterai tu i miei saluti a nostro padre. E voi...»
Le labbra si storsero in un ringhio, subito amplificato dal suo drago.

«Scoprirete perché mi chiamano il Lampo Azzurro... Ma sarà già troppo tardi.»

I fulmini crepitarono maggiormente, facendo drizzare i peli sulle braccia e i capelli più sottili dietro la nuca. L'erba stessa bruciò attorno ai suoi piedi, seccata da un'area di elettricità sempre maggiore.
Impugnò due katane con una mano, la terza con l'altra. Poi di scatto spalancò le braccia... E scomparve.

«ATTENTI!»

Saburo in un istante divenne fuoco vivo, fondendosi col suo drago a una velocità quasi impossibile da percepire con l'occhio nudo.
Così come quasi impossibile era percepire i movimenti di Ranmaru... Ma i quattro guerrieri avrebbero avuto ben un secondo per reagire alla tempesta di fulmini che si stava per abbattere sulle loro teste.



CITAZIONE


Prossima scadenza: 14 luglio.

E stavolta avete davvero poco tempo per parlare. Volevate le botte?
It's Mjollnir time.
 
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view post Posted on 8/7/2018, 16:22
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Sbuffò aria dal naso.
Al solito. La storia si ripeteva. Uguale a se stessa, senza nulla di nuovo, uguale a mille altre, solo in un epoca diversa.
Noia.
Tutti a battersi il petto, decidendo arbitrariamente di essere nel giusto e l’altro nel torto. L’eterna contraddizione umana. Che rendeva due fratelli nemici.
Due ordini significanti di una vita spesa al loro servizio ma la meritavano?
Meritavano tale dedizione? Il sangue? Il sacrificio?
Tutti ne parlavano nessuno lo accettava, lo capiva, lo viveva, né era fondamento e pilastro di una vita al servizio di un Dio feroce, che del sacrificio ne aveva fatto egemonia.
Ma del resto cosa ne poteva sapere Shintou ai loro occhi? Cosa ne poteva sapere Sasaki del servire? Dell’essere un Samurai per i Demiurghi?
E, alla fine di tutto, erano vuote parole.
Come aveva detto: il tempo delle parole era finito.
Il loro destino non era nelle sue mani, e anche se lo fosse stato non lo avrebbe preso. Ogni uomo era artefice del proprio. Non era lui a doverli salvare o porre rimedio a sbagli commessi che niente e poco avevano a che fare con questa guerra e con loro.
Non era un eroe, non lo era mai stato. Non si credeva tale, non lo aveva mai pensato e non avrebbe iniziato ora.
Aveva provato…forse più per una malevola comunione di vite, ma non servì a nulla.
Difficile accettare di aver sbagliato. Meglio battersi il petto e continuare a dire di avere la sola e unica Verità.
Ma la saggezza, o almeno quei pochi che l’avevano, sapevano che la Verità non stava mai da una parte sola.
Altri avrebbero fatto gli eroi, salvato questo mondo e dato il loro nome alla Storia. Che come sempre, come una bestia mai sazia, avrebbe divorato tali nomi e le loro tombe sarebbero diventate cenere e perse nello scorrere impietoso del Tempo.
Così Ranmaru ruppe lo stallo creatosi e Ryujin Jakka si abbassò.
Il respiro intenso prima della battaglia.
Quante volte lo aveva provato? Quante volte si era ritrovato in questi momenti?
Dove tutto viene a restringersi in una lotta tra la vita e la morte.
Che fosse il Lampo Azzurro, Saburo, Kyo Dan, Taisei, il Raikage, l’Hogake o chi per loro agli occhi freddi del fu samurai di Kumo erano solo ombre.
Lui era contro di loro per quale motivo? E sentì il ronzio di Ryujin Jakka.
Vincitori E Vinti.
Questo gli diceva la sua fida compagna.

«Se non avete intenzione di ascoltare la verità sarò io stesso a m o s t r a r v e l a

Sussurrò più a se stesso che a qualcuno in particolare.
E così tra il ronzio di Ryujin Jakka, il crepitio dei fulmini, Son Goku a tentare di fare qualcosa risultando patetico quanto e come tutti loro, l’ennessima pazzia umana andava in scena.
E lui uno dei protagonisti…la quinta teatrale un Bijuu incatenato.
Su di un palcoscenico misterioso, all’interno di un qualcosa di indefinito, a combattere ognuno per i propri motivi.
Alla fine questa era la guerra.
Alla fine questo era il suo destino.

L’attacco arrivò. Nei suoi occhi la forma, nel suo istinto la volontà.
Doveva difendersi da quella tempesta incombente.
Divertente…fulmini. Lui vi era nato con i fulmini. Aveva camminato con chi ne era figlio, fratello e reincarnazione.
Aveva visto gli Yotsuki combattere e annientare le orde del Bastardo, beandosi della loro forza, ridendo nel crepitare delle loro Raiton no Yoroi e nel calpestare i nemici.
Aveva tale forza?
Era ancora un figlio di Kumo?
Ryujin Jakka vibrò nella sua mano, sentì la tigre ruggirgli nell’animo e il Byakko simbolo dello Shinmei Ryuu accendersi a mò di fiamma nella sua anima.






Per chi è considerato

guerriero, durante

il combattimento

l’annientamento

del nemico deve essere

l’unica preoccupazione.

Reprimete

qualsiasi emozione

o compassione.

Uccidete chiunque vi ostacoli, ancorché fosse Dio, o Buddha in persona. Questo è il cuore dell'arte del combattimento.



E a questa massima avrebbe risposto come solo un Maestro dello Shinmei Ryuu sapeva fare.
Ryujin Jakka fremeva, all’unisono con un cuore fantasma ormai perduto nel Buio di Jashin ma che, solo durante la battaglia, si risentiva battere.
Avrebbe risposto al fulmine con la sua tecnica.
Un unico, singolo fendente, come se fosse un artigliata di una tigre frapposta tra lui e quel fulmine.
Ryujin Jakka era il Byakko e il Byakko avrebbe ruggito di fronte al Fulmine.
Non poteva scordarsi che una vita prima difendeva quel fulmine. Ed era di Kumo.
Solo i fulmini di Raijin potevano colpirlo.
Da Samurai a samurai.
Spada contro Spada.
E qualsiasi cosa sarebbe successa non avrebbe fatto come prima.
Acuisci la mente solo la goccia d’acqua può bucare l’asse di legno, la corrente non può scioglierla.
E se la sua difesa avesse avuto successo, se la sua lama fosse stata d’acciaio come la sua volontà, se la sua tecnica come gli artigli del Byakko, allora si sarebbe difeso da questo fulmine e avrebbe scatenato la sua potenza.
Senza remore, senza sillogismi, senza poesia, senza elucubrazioni mentali.
Da prima i sigilli per la tecnica della Moltiplicazione del Corpo Superiore.
Dieci copie. Le avrebbe fatto sorgere anche dall’Inferno stesso se fosse stato necessario.
Poi avrebbe impastato il chakra con le sue copie e sabbie mobili, pronte a soffocare quegli uomini nella gabbia, sarebbero nate.
Vi era quella gabbia e uomini al suo interno. Qualsiasi cosa stessero facendo non gli avrebbe più permesso di continuare.
Quattro copie avrebbero mirato ai quattro ai lati che l’alimentavano. Voleva spezzare la loro concentrazione e creare una breccia. I suoi compagni avrebbero fatto il resto.
Ma Son Goku...quelle catene erano un problema.
All’interno della gabbia sei persone erano sedute in cerchio e si tenevano per mano. Qualsiasi cosa stessero facendo, che avesse o meno a che fare con Son Goku, avrebbe inghiottito pure loro con la sua ninjutsu di terra.
Dieci copie per dieci obbiettivi.
Questa la sua volontà.
Questo avrebbe fatto se la sua difesa avesse avuto successo.
Ai suoi compagni il resto…



CITAZIONE
FASE DI DIFESA
<taijutsu Ravvicinata> - Stile della Mattanza: Estrema Difesa – [Stm: 10] [Def/Res: +100 +Frz/4 +Bonus Arma] “L’unica tecnica difensiva sviluppata dal violento ed offensivo Stile della Mattanza si configura perfettamente a ciò che ci si aspetterebbe: un solo fendente, portato con estrema forza e teso a deviare l’attacco del nemico. Maggiore è il raggio dell’attacco da deviare, però, minore sarà l’efficacia di questa semplice e alquanto brutale tecnica: si avrà infatti un malus di 30 alla propria difesa in caso di attacchi a vasto raggio o raggio totale. I singoli colpi, però, saranno più semplici da deviare, così la difesa contro attacchi a lungo raggio sarà aumentata di 30. Nel caso di attacchi ravvicinati, invece, l’utilizzatore della tecnica la trasforma in un semplice contrattacco: la lama del ninja, infatti, dopo aver deviato il colpo del nemico, si abbatterà sul corpo di quest’ultimo senza pietà. Se un Attacco Ravvicinato viene parato completamente (non vi deve dunque essere residuo), il nemico dovrà difendere con Def+Chk un attacco di: Frz +Bonus Arma."

<ijutsu passiva> - Reiki: Aura Protettrice - "A volte il medico è costretto a scendere in battaglia, supportando per quanto gli è possibile i compagni di squadra, sostituendo il compito di un medico da guerra. Certamente non è il ruolo in cui spiccano maggiormente, ma in ogni caso il loro aiuto può risultare sotto diversi punti di vista di vitale importanza, trasformando quella possibile disonorevole sconfitta in una grandiosa vittoria. Uno dei modi con il quale lo shinobi si rende assai utile è grazie all'utilizzo dell'Aura Protettrice, ovvero un concentrato di chakra color smeraldo che ricopre il campo di battaglia, rinvigorendo e al contempo attutendo gli assalti da parte degli avversari, questa inoltre, può essere utilizzata in due modi differenti a seconda della situazione:
• Su se stessi: creando una sorta di armatura traslucida, la quale diminuisce i danni ricevuti bloccando in parte gli attacchi nemici e al contempo curare una minima parte di questi. La Ijutsu dunque garantisce un bonus di 20 alla Resistenza e alla Difesa, escluso della genjutsu, inoltre diminuisce i Danni Certi subiti, inclusi quelli dei malus, di 3 a turno.

<passiva> - 土 - Difesa Oltremisura - "Senza troppi allenamenti, ma giusto con un utilizzo costante di Ninjutsu di tipo Terra, chi ha il dono di poter manipolare il suddetto elemento ottiene un irrobustimento delle proprie ossa e carni. Questo potere latente permette ai suddetti Shinobi di trasformarsi in perfette truppe d'assalto in prima linea, ottime per combattimenti cruenti e sostenuti, in cui solo il più forte e coraggioso rimane in piedi. Questo irrobustimento rende i loro muscoli più tonici, forti e soprattutto visibili, facendo in modo che la pelle appaia più che come un lembo fragile da poter strappare una vera e propria armatura da sfondare con difficoltà, ma soprattutto con colpi mirati, precisi e mossi da un intento omicida o di salvezza. Questo è l'unico modo per spaccare la loro armatura calcarea, indurita nel corso degli anni e dei combattimenti. L'epidermide permette a questi ninja d'essere immuni a molti traumi, come tutti i Malus di Sesto Grado, di cui non sentiranno praticamente nulla, se non il solletico o massimo il fastidio. Non solo, il fisico sovrumano renderà più difficoltoso agli avversari del suddetto fargli dei danni seri, i quali lo potrebbero portare alla morte, poiché questo ne subirà molti di meno. In termini pratici chi dispone dell'Elemento Terra e di questo Talento potrà diminuire i Danni Certi di un valore pari a Vita/20, eccezion fatta se nella tecnica utilizzata o nell'eventuale talento di chi lo attacca ci sia la dicitura che permette di causare Danni Certi."

Esaltazione: "La vera forza del Fulmine non è tanto nella sua potenza distruttiva, quanto nella paura che riesce ad incutere il suo rombo" questa è una delle tante descrizioni cucite indosso ai validi Shinobi della Nuvola. A differenza degli altri ninja, più riservati e più "professionali", infatti, gli uomini e le donne di Kumo amano bearsi delle loro parole e della loro forza quasi con esaltazione, tanto da sviluppare una vera e propria arte, sfociata poi in uno stile di combattimento unico. Infatti nell'utilizzo dei lori Jutsu, i ninja di Kumo non adoperano ne la propria forza fisica, ne il proprio chakra, ma un qualcosa di molto più ingestibile e al contempo di potente: la forza della loro esaltazione. L'Esaltazione d'un ninja si accumula in Punti, detti Punti Esaltazione, che aumentano due Unita ogni voltà che si ottiene successo in un'azione (quando si attacca e si riesce ad infliggere danno o a colpire con una genjutsu, quando ci si difende senza subire alcun danno e simili), di Quattro unità se invece si ha successo con una tecnica della nostra specializzazione. Tali punti vengono utilizzati per il componimento dei Ninjutsu Esaltazione e diminuiscono di tante Unità quanto è il costo. Le Sostituzioni non danno Punti Esaltazione, anzi, ne tolgono Uno (può anche andare sotto lo zero con questa operazione). Non si possono accumulare punti durante l'utilizzo d'una Esaltazione, ma è possibile usarne più insieme (in caso di Esaltazioni-Attivazione) se si hanno abbastanza risorse. I ninja Kumo partono con un numero preciso di punti esaltazione pari a 7/13/21/27.
<ninjutsu - attivazione> -Esaltazione - Kōyō: "Senti il mio nome?!"- (Punti Esaltazione: 2) "Beandosi con prepotenza del proprio nome, il Ninja di Kumo esalta se stesso e i propri muscoli con la forza del proprio ego e grazie anche ai particolari Jutsu. Questa Attivazione da un bonus alla Frz e alla Int di 20 e, in caso l'utilizzatore abbia più Fama di tutti i ninja avversari presenti, un ulteriore bonus di 10. Utilizzare questa attivazione in un Attacco o in una Difesa semplice, la trasformeranno in una Ninjutsu."

PUNTI ESALTAZIONE TOTALI 21
Punti esaltazione 21-2 tecnica=19

FASE D’ATTACCO
<ninjutsu elementale a lungo raggio> - 土 - Sabbie Mobili- [Chk: 80][Int: +50] "Il ninja modifica la consistenza del terreno sotto i piedi dell'avversario, riducendola a meno di quella del fango, e cercando di farvi sprofondare l'avversario. Questa tecnica può essere solo elusa, e se l'avversario ne viene colpito il turno seguente sarà impossibilitato nell'attaccare. La tecnica non infligge danni.
Se usata in combinazione con "Gabbia rocciosa", in due turni diversi, l'avversario verrà inghiottito fino a soffocare. Per evitare di sprofondare, dovrà riuscire a distruggere la gabbia nel turno successivo a quello in cui questa tecnica è stata utilizzata, altrimenti si ritroverà impossibilitato a combattere. Può essere utilizzata solo una volta a combattimento."

<attivazione> - Moltiplicazione Superiore del Corpo - (Chk: 50 x copia) “L'utilizzatore si concentra e componendo un unico sigillo forma delle copie non-illusorie che potranno agire in turno proprio composto solo da una azione , oppure sprecandone una dell’originale. Se colpite svaniscono. Le copie hanno statistiche pari ad 1/3 [arrotondato per difetto] dell’originale [Tranne la Slt che non la possiedono], Possono usare tutte le sue jutsu e le tecniche, i cui bonus saranno ridotti ad 1/3 della tecnica reale.”

COPIE CREATE 10
 
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view post Posted on 10/7/2018, 21:40
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E
i tacque. Siccome immobile, dato il difficil sospiro, stette Son Goku inerme, privo di tanto spiro.

Nonostante tutto, quelle catene impedivano ogni tipo di movimento. Si domandò se anche gli altri bijuu fossero in situazioni simili e si domandò se da qualche parte, dentro quella statua demoniaca, Misato e Honami stessero vivendo una battaglia simile. Si domandò se stessero bene, si domandò con chi si erano ritrovate catapultate in quel mondo onirico, si domandò se la loro compagnia fosse così premurosa nei loro confronti come lo era stato Shintou nei suoi.

Le parole del jashinista irritarono i due, le sue non scalfirono più di tanto l'animo, non fosse per quando il Samurai Rosso si rivolse a lui con sguardo d'ammirazione, grazie al suo miracoloso legame con la scimmia gigante incatenata alla montagna.

Sembrò essere l'unico dettaglio di tutta la sua filippica, quei fanatici non avevano occhio e orecchie per altro che non fosse unicamente legato ai cercoteri: a nulla valsero le parole del quasi samurai, a nulla le sue, a nulla la sua dimostrazione di potere. I due draghi gemelli si alzarono a fronteggiare le sue spire, ma poi, in quel marasma generale di persone troppo orgogliose e tronfie di sé per poter davvero ascoltare o spiegare le proprie ragioni, un alleato inaspettato si presentò. Dato che l'intento di quel quartetto bislacco era di liberare Son Goku, tanto bastò al Samurai Rosso per farsi da parte e lasciare quindi spazio al fratello, la cui risposta non si fece attendere.

Lampo Azzurro. Chi cazzo lo aveva mai sentito nominare?

Sasaki: ”E va bene...diamo fuoco alla notte allora”

Il suo piano sarebbe stato quanto segue. Difficile anche solo mettersi “d'accordo” con i suoi “alleati” in una situazione come quella.






Ruggisce il gorilla, gonfio di un fuoco interiore alimentato dalla ferrea volontà del Ronin di Shirokabe. Sasaki Keigo esala un profondo respiro. Inspira e gonfia il petto. Poi, il suo urlo esplode dal diaframma, rimbomba il ruggito del gorilla alle sue spalle, amplificando l'onda sonora e creando una cacofonia selvaggia La sua manifestazione di energia interiore esplode in un tripudio di fiamme smeraldine mentre le sue dimensioni crescono vertiginosamente. Le sue gambe mutano, tentacoli di piovra grossi come tronchi prendono largo sulle zampe da primate, pulsano di un rosso scarlatto le catene che si moltiplicano a dismisura dalle sue mani, mentre esplode il chakra lungo tutto il suo pelo, le scariche elettriche si tingono di un colore più intenso, un bianco incandescente che contorna il fuoco di Son Goku. Una chimera mostruosa, metà primate, metà mostro degli abissi afferra Sasaki mentre, con un balzo incredibilmente elastico per una creatura del genere, saetta via dalla portata del fulmine che si abbatte sul campo di battaglia.

Alza le braccia il gigante di muscoli, si agitano le catene di Ryukuro. Le sue lame prendono vita, ma non è la stessa cosa, molte delle sue abilità sono traslate con la stand. Non ha importanza, quel che deve essere fatto, si compie. Mordono le sue carni le catene, iniziano a succhiare sangue vampiricamente. Il kraken-scimmia alle sue spalle ruggisce nuovamente, un misto di urlo selvaggio e stridio di mostro dei pozzi più neri dell'oceano. Un mare di ferro si erge sotto tutti i presenti, bloccandone i movimenti. Solo i suoi tre “compagni” sembrano avere campo libero, i tentacoli difendono un invisibile perimetro attorno a loro e, ad un loro muovere di passi, il mare di ferro sembra spostarsi.

È un mare incandescente, pulsa di energia smeraldina e bianca, abbaglia gli occhi di chi vi assiste. Laggiù, nelle acque di ferro, fuoco e tuoni, si erge il Kraken in tutta la sua possanza, ed esso ha un unico cuore pulsante di una rabbia esplosiva ma gelidamente calma. Il Rosso ha un sorrisetto sornione sulla faccia e il corpo rilassato ma il suo volto appare come l'orribile operazione di qualche sadico chirurgo, dato il furore selvaggio e violento che si dipinge sui suoi occhi, caldere di magma smeraldino che guardano con istinto omicida ognuno dei presenti.

Il campo è pronto. Ancora qualche metro, e il suo maelstrom potrà risucchiare quel mucchio di idioti nelle viscere del mare...


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<tecnica> - Sostituzione [Stm -4/6/8/11][Max 2 volte ad incontro]
"Il ninja si sostituisca con un tronco o oggetti che trova nelle vicinanze. Questa tecnica si può utilizzare come:
Attivazione: dimezza il danno certo subito dall'attacco appena difeso.
Tecnica: conferisce un bonus a def/vel/res Base pari al parametro stesso. E' chakrabile e potenziabile con attivazioni, tonici o simili.
[Durante l'azione può essere utilizzata solamente in una delle due varianti sopra citate][Contro attacchi a raggio totale non sarà possibile utilizzare la sostituzione come attivazione, ma solo come tecnica].

<talento> -Arte della Catena: Fruste degli elementi - Nei due anni di addestramento sotto le direttive di Keiichi, Sasaki ha sviluppato un particolare interesse per l'arte elementale, seppur si rendesse conto di non essere particolarmente dotato per le ninjutsu. Col tempo, tuttavia, Sasaki osservava la katana bilame del suo maestro assorbire ed incanalare gli elementi attraverso il chakra e trasformare potenti ninjutsu destinate a colpire bersagli distanti in violenti attacchi ravvicinati, potenziati dalla katana. Seppur vuole seguire in parte le orme del maestro, Sasaki ha stabilito di volersi discostare dalla sua filosofia. Se Keiichi incanalava le sue ninjutsu sulle armi per farne potenti attacchi ravvicinati, Sasaki ha imparato ad usare il chakra per fare l'opposto, trasformare attacchi ravvicinati in attacchi a distanza. Se Keiichi usava la katana per potenziare le sue ninjutsu, Sasaki usa gli elementi per potenziare la sua catena.
Non sono le armi a potenziare le ninjutsu, sono le ninjutsu a potenziare le armi. Non è in grado tuttavia di usufruire dei suoi elementi contemporaneamente.

<bukijutsu> Kusari Jutsu: Kusari - Mugen no Seisei - Unlimited Chain Works "Hihirokane, il Metallo Vermiglio tanto cercato dal Capitano Dovi in realtà è la determinazione del guerriero che si impossessa del metallo da lui stesso forgiato per dargli vita. Sasaki ancora non si rende conto della cosa, ma Hihirokane è già stato trovato"

Le catene di Sasaki, dopo aver assunto il tipico colore vermiglio, richiedono un piccolo tributo di sangue. Una volta bagnatesi del sangue del Rosso, scattano sottoterra, moltiplicandosi e riempiendo il terreno circostante di catene sotto il totale controllo di Sasaki, espandendosi sempre di più a seconda della quantità del sangue immesso durante il tributo. I movimenti degli avversari diventano più pericolosi a causa della fitta serie di catene, e ogni loro azione non aerea comporta necessariamente dei danni da taglio se non si preoccupano di evitare le catene taglienti, altrimenti dovranno rinunciare a parte della loro velocità rallentando i loro movimenti e facendo attenzione a dove mettono i piedi, evitando così di tagliarsi. Sasaki conosce perfettamente i movimenti che caratterizzano le sue catene, quindi risulta essere immune a tutti gli effetti delle zone ricoperte da esse, ma essendo la tecnica concentrata sul campo di battaglia e non su avversari specifici, gli alleati del Rosso saranno costretti ad affrontarla allo stesso modo dei nemici. Col tempo, la padronanza di questa tecnica è aumentata, e Sasaki è in grado di espandere i tentacoli sul campo di battaglia per poter generare alcune delle sue tecniche più letali. A differenza della sua precedente versione, questa versione rende le catene di Sasaki più "intelligenti" permettendo loro di evitare gli alleati, rendendo quindi quanto sopra detto valido solo per i nemici

<attivazione> - Giunture Infinite: Corpo Tentacolare – Cosa abbia reso il corpo di Sasaki così...bizzarro è difficile da capire. Se siano state quelle specie di acque termali anni fa, durante la Guerra del Divoratore o le sue esperienze negli Abissi del Mare, difficile da comprendere. Fatto sta che il corpo di Sasaki si piega in maniera disumana, quasi fosse una piovra. Difficile spezzare ossa che si piegano così tanto. La velocità del suo corpo e la sua flessibilità lo rendono una vera frusta di carne e muscoli.”

<attivazione> - Berserker Silente - “Cosa fa più paura? Una bestia feroce che ti guarda con sguardo feroce o una bestia con una parvenza di intelligenza umana? Applicando i principi del Seidou Goitsu, Sasaki è in grado di espandere i suoi poteri elementali alle sue catene, incrementandone l'efficacia. Il suo stato di berserk lucido inoltre gli conferisce una solida barriera contro le manipolazione mentali. Sembra che in questo status, inoltre, la potenza elementale di Sasaki aumenti notevolmente, in accordo con la sua indole guerriera.”


Beh non metto i calcoli dato che non ci sono per alcune tecniche. ovviamente quanto detto è in ipotesi, ma quello è il piano.
 
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view post Posted on 15/7/2018, 11:17
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Come preventivato, la situazione andò a precipitare repentinamente.
Non ci sarebbero stato né vincitori, né vinti. La famiglia si sarebbe spezzata, com'era destinata ad essere. I due fratelli, già intenti a fronteggiarsi fino all'ultimo sangue, avevano preso vie del tutto differenti con una svolta improvvisa. Il Drago di fuoco si era schierato con i quattro ninja, sacrificando, forse per sempre, il suo rapporto col fratello.

Gli era bastato sapere che ci fosse un minimo collegamento tra Sasaki e Son Goku, per prendere le parti di quel quartetto improvvisato.
E questo bastò al fratello, il Drago blu, per perdere definitivamente la pazienza e costringerlo ad usare ogni briciola del suo potere contro quelle persone, non curandosi minimamente di chi si parasse di fronte. Il suo potere sembrava così veloce e così potente da poter colpire senza remore perfino i suoi alleati e seguaci.
I tentacoli di Sasaki sembrarono non impensierirlo per nulla, tantomeno le stand degli altri tre che, più passavano i minuti, più sembravano minacciose e pronte a balzare contro il loro nemico comune.


(E' veloce, percepisco il suo potere crescere ad una velocità costante. Siamo in quattro, ma credo che questa volta saremo in grande difficoltà, dovremo contare sull'aiuto di suo fratello, che senz'altro conosce i suoi punti deboli o per lo meno saprà come aiutarci. Devi provare a..)

Tra tutti, Kuro fino a quel momento era stato quello più silente e riflessivo. Non si era mai sbilanciato e non aveva proferito parola riguardo tutte le decisioni prese dal gruppo, ma ciò che aveva deciso di fare, era una cosa che forse solo lui poteva realmente effettuare.

(Combattere su due piedi, senza conoscere l'avversario non è da me e non dovrebbe essere ciò che il gruppo deve fare. Devo avvicinarmi a Saburo, e devo farlo in fretta! Hide, scusa se questa volta non ti interpello, ma non c'è tempo.)

E non appena mosse il primo passo, la morte e l'ira del Drago Blu si palesò a loro. Come fondendosi con i suoi fulmini, una immensa scarica di tuoni e lampi iniziò a cadere sul campo di battaglia, colpendo tutto ciò che gli si parava contro.

- Ma che..!?! E' veloce!

Forse per la prima volta in vita sua, non ebbe il tempo di decidere cosa fare, non ebbe il tempo neanche di pensare al da farsi.
Percepì solo un lieve brivido lungo la schiena, pelle d'oca su tutto il corpo. Il pelo del lupo alle sue spalle mutò colore, diventando ancor più scuro, i muscoli più snelli. In cuor suo sapeva cosa stava succedendo, ma il suo corpo non si era ancora abituato a vedere rimbalzare le sue tecniche sulla grossa fiera dietro di lui. In maniera del tutto autonoma ma controllata, il Sigillo si era attivato e con esso anche la sua estrema conoscenza dei sensi, data dalla "fusione" con le sue evocazioni.
Bisognava muoversi a velocità estrema, spostarsi con rapidità ed evitare quell'attacco prima che la situazione iniziasse a precipitare.
Non badò ad Hideyoshi, non si curò degli altri tre. Aveva la sua strategia in mente ed era ben sicuro che il resto del gruppo sarebbe stato in grado di sopravvivere, lui non avrebbe comunque potuto fare niente per aiutarli tutti.
Nel momento in cui pensò al modo più immediato per evitare quell'attacco, la bestia dietro di lui era già scattata in suo soccorso. Come polvere, sembrava smaterializzarsi e perdere il suo vigore fisico, per poi avvolgere completamente Kuro ed alzarlo in aria. Un perfetto connubio tra fumo, peli e zampe e Kuro non ebbe la percezione di cosa lo stesso trasportando via da quel posto. Non era una normale sostituzione, il grosso Lupo l'aveva avvolto tra le sue fauci e lo stava conducendo in salvo, sotto forma di nebbia, adesso.
La sensazione era quasi piacevole, sembrava non dover muovere un muscolo, ma al tempo stesso, la fatica di quella tecnica usata in maniera così improvvisa, sembrò forte sul suo busto e sulle sue gambe.
In un frangente, si trovò alle spalle di Hideyoshi, a pochi passi di distanza da lui, e senza perdere tempo cercò di concentrare il suo "chakra" per attivare la sua particolare tecnica di conoscenza estrema.


(Devo cercare di non farmi notare. E sopratutto devo sperare che Saburo torni tra noi, così da poter fare affidamento anche alle sue conoscenze riguardo suo fratello.)


La strategia di restare in disparte ed apparire il più debole tra i quattro, forse avrebbe portato agli effetti desiderati. Una sorta di misdirection per prendere quante più informazioni possibili su quel nemico che sembrava così potente da poter effettuare attacchi tanti forti.


<attivazione> - 2° Stadio del Sigillo - (Vta: - 5/8/12 x turno) "Rilasciando completamente il Seal maledetto, il ninja viene sopraffatto dall'oscuro potere cambiando il proprio aspetto fisico e aumentando notevolmente le proprie capacità. Consuma maggiori quantità di energia vitale, ma gli effetti liberati risultano quasi prodigiosi. Esistono quattro varianti di questo Sigillo, ognuna rappresentata da un elemento."
- Kaze no Juin - (Frz/Chk/Vel: + 35/55/65)"Probabilmente il sigillo più utile e funzionale nel combattimento con armi, poichè dona all'individuo una precisione e risolutezza fuori dal comune. In questo stadio ,infatti, il soggetto pare dominare le armi stesse che possiede, scagliandole contro il nemico senza esitazione alcuna. Da un ulteriore bonus a tutte le bukijutsu e taijutsu armate pari a + 20."

- Percezione Bestiale - L'enorme feeling creatosi tra Kuro ed i suoi cani è ormai sviluppato alla perfezione. In un rapporto tra fratelli, più che fedeli servitori, Kuro ed i suoi amici collaborano alla perfezione, donando la loro vita per l'altro. Se Kuro fornisce il suo corpo e la sua vita per proteggere l'eremo, loro offrono in cambio i loro sensi sviluppati e la loro infinita fedeltà, in qualunque momento.
E' proprio per questo che Kuro, dopo un grandissimo allenamento, ha forgiato non un'arma tangibile, ma il più acuto dei sensi, a discapito di un grosso dispendio di chakra. Per questo Percezione Bestiale è utilizzabile solo quando il Sigillo Maledetto è attivo. Chakra e linfa vitale in cambio di una prontezza di riflessi senza eguali. Raddoppiando il costo della Vta richiesto per il Seal, Kuro ottiene per quel turno la possibilità di usare Sensi Migliorati: Olfatto, con il minimo dei punti (Liv 6)



<tecnica> - Sostituzione [Stm -4/6/8/11][Max 2 volte ad incontro]
"Il ninja si sostituisca con un tronco o oggetti che trova nelle vicinanze. Questa tecnica si può utilizzare come:
Attivazione: dimezza il danno certo subito dall'attacco appena difeso.
Tecnica: conferisce un bonus a def/vel/res Base pari al parametro stesso. E' chakrabile e potenziabile con attivazioni, tonici o simili.
[Durante l'azione può essere utilizzata solamente in una delle due varianti sopra citate][Contro attacchi a raggio totale non sarà possibile utilizzare la sostituzione come attivazione, ma solo come tecnica].

<bukijutsu ravvicinata> • Conoscenza Estrema • (Stm: -12)(Frz: +150 + 20*PC) "Conoscere perfettamente se stessi rende senz'altro tutto molto più facile, che si parli di combattimento o meno. Ma quando il livello di consapevolezza personale raggiunge quella del proprio avversario, si diventa un'arma perfetta, perfino più forte di una spada al massimo dell'affilatura. E' basandosi su questo concetto che Kuro ha aggiunto nel suo stile di combattimento, una terza Forgia, un'ulteriore via per sfruttare al meglio le sue abilità. Abbandonato la via dell'impulsività, il ninja si fermerà ad osservare il suo avversario, a capirne i movimenti, lo stile di combattimento, le sue peculiarità. Sarà solamente quando la conoscenza di chi gli sta di fronte sarà ottima, che Kuro può andare all'attacco con il massimo delle sue forze, puntando non ad indebolire l'avversario, ma a finirlo completamente.
La tecnica richiede alcuni punti da rispettare, per poter essere carica al massimo.
Per attivare la tecnica è necessario stare fermi e concentrati, quindi il primo turno di attacco verrà saltato completamente per lasciare al ninja il tempo di iniziare a comprendere il suo rivale.
Per raggiungere il pieno della potenza, Kuro necessita di 5 PC (Punti Conoscenza) e vi sono vari modi per poterne acquistare:
- 1 PC per ogni turno (se l'avversario non usa Abilità Nascondersi per celare la sua posizione);
- 1 PC se l'avversario ha effettuato un attacco o si è difeso da un attacco;
- 1 PC Bonus per ogni attacco non difeso dall'avversario che superi un valore di 30 Danno Certo;
- 1 PC Bonus se quando la tecnica inizia è attivo il Percezione Bestiale;
Se Kuro utilizza per un turno l'Abilità Nascondersi, per quel turno il numero di PC accumulati sarà 2, e questo bonus è utilizzabile solo una volta per scontro.
Inoltre, qualora Kuro volesse interrompere questa canalizzazione di informazione sull'avversario, potrà utilizzare i PC ottenuti per scagliarsi contro di lui, diminuendo però la potenza della tecnica. (Minimo 2 PC per effettuare un attacco) Qualora Kuro volesse utilizzare nuovamente la tecnica per cercare di capire ancora meglio il suo nemico, le informazioni accumulate fino a quel momento saranno mantenute, ma costerà nuovamente Stm e sarà necessario perdere un ulteriore turno di attacco.
Qualora l'attacco sferrato da Kuro sia al massimo della sua potenza, la conoscenza del suo avversario sarà quasi perfetta, e questo garantirà un Bonus alle sue tecniche di attacco successive pari a 30/50 o ed un malus alle tecniche offensive fisiche avversarie di 30/50.


GdROff - Spiego in sostanza il piano di Kuro.
Non se l'è cagato nessuno fino ad ora, sembra il più debole tra tutti, ma questa cosa potrebbe aiutare il gruppo a capire qualcosa in più sul nemico. In questo turno attiva la tecnica di conoscenza (penso sia giusto visto che non compie attacchi o difese, quindi il lupo non dovrebbe far nulla) e cerca di prendere altre informazioni dal fratello "buono". - GdROn

Edited by .Kuroro - 16/7/2018, 11:42
 
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view post Posted on 15/7/2018, 22:00
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Mhh... mhhhh..

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*Con un grido all'unisono, i due samurai interruppero gli sforzi diplomatici dei suoi compagni. Benché avesse fin da principio messo da parte quel tipo di approccio, lo avesse chiamato futile, il Cantore di Lame non trovò alcuna soddisfazione in questo esito: la parte di lui che era stata messa da parte, quella che gli aveva trasmesso la sensazione di trovarsi grottescamente fuori luogo, continuava a dirgli che si trattava di due esseri umani, che era necessario spingere fino all'ultimo per una soluzione felice, senza spargimento di sangue. Le azioni dello spadaccino dai capelli bianchi e di Sasaki erano senza speranza fin da principio, ma non sarebbe stato lui a ridicolizzarle: soltanto qualche mese prima sarebbe stato al posto loro, e, ancora adesso, qualcosa sentiva di dovervi appartenere.
Ma era un richiamo inascoltato: le azioni di Kataritsuen, la morte di Utako, la sensazione di impotenza in cui quello scontro tra ideologie l'aveva lasciato continuavano a spadroneggiare sul suo spirito. Il Suono aveva sacrificato innumerevoli anime a quell'altare, molte più di quante non fossero rimaste sotto le macerie del sotterraneo... e Ryutaro...
La presa sulla lancia tornò a stringersi, questa volta non in un moto di paura.*


(Combattere sotto Otomika per una vita, sopravvivere a Watashi, sfuggire a Yo Saito ed organizzare una guerra civile per poi morire a questa maniera... nessuno dovrebbe morire a questa maniera.)

*Sentir parlare di sacrifici, di battaglie giuste, di servizio e protezione lo riportò fuori di lì, alla retorica dei due capofila. Kataritsuen aveva usato lo stesso identico tono nell'accoglierli in piazza, già ben sapendo cosa avrebbe fatto delle loro vite, e la donna si era rivolta loro con altrettanta indignazione prima che gli stessi dei che osannava facessero irruzione nella barriera, spazzando via blu, rossi e neutri senza alcuna distinzione. Da qualche parte in lui c'era ancora qualcosa che tentava di richiamarlo alla riflessione; un irriducibile filo di stoicismo ed integrità, di comprensione per il carnefice trovava appiglio in tutto ciò che il ragazzo aveva passato: quegli uomini erano stati ingannati a loro volta, di certo indottrinati, di certo non peggiori di chi uccide per denaro, per territorio, per il potere fine a sé stesso... non potevano essere ritenuti responsabili. Non sarebbe mai stato Hideyoshi a discutere con simili ragionamenti, quale che fosse il loro valore, né avrebbe usato a proprio sostegno il facile cinismo di chi si giustifica sulla colpevolezza altrui, sulla meritevolezza della morte, sull'altezza della propria causa per prevaricare l'altro... simili posizioni erano privilegio di chi aveva altra scelta, di chi sapeva, in fondo, di poter evitare un'azione drastica e terribile. Forse era tutto lì, forse era questa la vera essenza del suo cambiamento: non c'era più bisogno di alcuno scudo morale, non ce n'era mai stato.
Hideyoshi era diventato irrimediabilmente vittima di sé stesso, della propria disperazione, della propria rabbia e frustrazione. Un'ira terribile tornò a montargli dentro, inumana, la stessa che gli aveva stritolato il cuore mentre il chakra gli veniva strappato, fuori da quel giardino... lo trasformava, lo annullava, lo rinvigoriva, un ciclo perpetuo e straziante. La crudeltà di quella guerra, la futilità di quel mondo condensati in un unico battito.
Esplose.*




Vuoto



*L'energia del Segno si involò assieme a quella di Sasaki, agitandosi come un mare in tempesta. Il nero del chakra si fece fitto, denso, quasi palpabile, e blu scuro al riflesso mentre il corpo del Kokage si trasformava sotto il martello del chakra di Otomika. Qualsiasi lascito di esitazione sarebbe stato messo al bando, soffocato, e, così come le membra gracili ritrovavano vigore, la mente smussata raggiungeva certezza infallibile. Una volontà d'acciaio, lo spirito del guerriero che Hideyoshi non poteva essere.
Si sarebbe affidato agli occhi e alla mano dello Spettro d'Argento, di nuovo, per vedere quello che all'occhio del comune shinobi non poteva apparire, per raggiungere il fulmine ed incrociarne la lama. Le iridi del ragazzo rilucevano come fari nella notte, la sua pelle bianca come la neve, i capelli lunghi fino in vita. Un'altra persona.*


(Non puoi nasconderti da me... non puoi sfuggirmi... schiaccerò te, tuo fratello, i tuoi servi, la tua fede e i tuoi dei. Qualsiasi cosa mi impedisca di uscire da qui, di portare a termine quanto ho iniziato, la spazzerò via senza pietà.)

*La sua espressione era di ghiaccio, ma ogni fibra muscolare tendeva allo scontro imminente. Sasaki e lo spadaccino dai capelli bianchi miravano a colpire i bersagli a terra, mentre lui si sarebbe concentrato sul loro assalitore. Solo su di lui.
Gettò uno sguardo in alto, alla tempesta di fulmini che andava caricandosi, il brivido dell'energia sulla pelle come la vertigine che si prova a guardare giù da un dirupo, prima del balzo. Il tempo prese a rallentare, l'aura del Secondo Stadio gli si strinse addosso, quasi a non volerlo lasciar andare... ma le gambe si erano già piegate, i muscoli legati alla carica elettrostatica già in discesa. Un laccio invisibile univa la sua mano a quella del Lampo Azzurro... non poteva fallire.
Con un'unica, poderosa spinta il Cantore schizzò in aria, dritto contro la tempesta, la lancia in ressa. Il terreno si fratturò, e dalle crepe eruttò uno sciame di serpenti neri, demoni dagli occhi cremisi, affamati di tempesta. Ma la loro ascesa non sarebbe mai stata rapida quanto quella del Cantore, che in un battito di ciglia aveva raggiunto il suo campo di battaglia. Solo Snake Black rimaneva al suo fianco, il suo sibilo un colpo di frusta, i loro occhi fissi sul bersaglio.*


"Mostrati... avanti... AVANTI! SONO QUI!"

*L'elettricità colpì la punta della lancia, scorrendo sul ferro e sulla pelle fin nei muscoli, nelle ossa e nella mente. Il Suono, Keiichi, Ryutaro, Kira, Mahiru, Kuro... sarebbe tornato, li avrebbe uccisi tutti e sarebbe tornato.
Inflessibile, cercò nella tempesta la lama del suo avversario.*


GDROFF///In sostanza, e in bando ad ogni attuale regola meccanica, il mio è un contrattacco contro quella che credo essere una ninjutsu corpo a corpo.

<attivazione> - 2° Stadio del Sigillo - (Vta: - 8 x turno)
"Rilasciando completamente il Seal maledetto, il ninja viene sopraffatto dall'oscuro potere cambiando il proprio aspetto fisico e aumentando notevolmente le proprie capacità. Consuma maggiori quantità di energia vitale, ma gli effetti liberati risultano quasi prodigiosi. Esistono quattro varianti di questo Sigillo, ognuna rappresentata da un elemento."

- Kaze no Juin - (Frz/Chk/Vel: + 55)
"Probabilmente il sigillo più utile e funzionale nel combattimento con armi, poichè dona all'individuo una precisione e risolutezza fuori dal comune. In questo stadio ,infatti, il soggetto pare dominare le armi stesse che possiede, scagliandole contro il nemico senza esitazione alcuna. Da un ulteriore bonus a tutte le bukijutsu e taijutsu armate pari a + 20."

<attivazione> - Kaishi- (-15 Stm a turno)(Richiede il secondo stadio del Segno Maledetto)
"Dal momento in cui Keiichi ha sigillato nel Segno di Hideyoshi i tre Sentieri conosciuti, la natura del potere oscuro è stata, per il Cantore, sovvertita.
Le reminiscenze di Otomika, causategli dal Sentiero della Trasmigrazione, sono svanite, e così anche la presa sempre più incombente del Segno sulla giovane coscienza del ragazzo. Ora custode di un potere in costante conflitto interno, Hideyoshi non è più strumento di volontà oscure, ma loro, finalmente libero, fruitore. A prova di ciò, il marchio nero del Segno Maledetto è scomparso dal corpo del ragazzo.
Quando raggiunge il Secondo Stadio, i tre Sentieri si manifestano distinti, in lotta l'uno con l'altro per imporsi sul suo corpo, senza alcuna vittoria. I benefici e i costi conferiti da Kaishi si sommano alla normale natura del Segno."

- Il Sentiero del Vuoto, che conduce all'oblio, percorso da Otomika Kaguya. L'energia del Segno si fa nera, densa, dai riflessi blu, e il corpo del Cantore è attraversato da una scarica che rinvigorisce ed ingrossa la muscolatura. I capelli aumentano di lunghezza, e la mente del ragazzo è affilata come un rasoio. Qualsiasi sua reazione aumenta in rapidità, così come i movimenti e la violenza dei colpi, che cessano di mancare il bersaglio.
Concede un vigore sovrumano ed una maestria sconfinata, +60 Frz/Vel. Inoltre, quando sprofonda nel Vuoto, Hide recupera un quantitativo della Stm sottrattagli da Kaishi fino a quel momento pari a 5* il numero di turni in cui Kaishi è stato mantenuto attivo.

<taijutsu ravvicinata> -Vuoto: Yashin no Mai- (-15 Stm)
"Nessun uomo ha mai desiderato tanto; nessun uomo ha mai ottenuto tanto. Otomika Kaguya ha usato il suo talento e la sua determinazione per ottenere un potere spaventoso, e su tale forza ha fatto leva per schiacciare ogni ostacolo nell'ascesa verso il nulla. Uno spadaccino leggendario, uno shinobi spietato, un dominatore incontrastato.
Intrapreso il Sentiero del Vuoto, Hide è pervaso dalla sua immensa potenza. I punti deboli del nemico sono a portata di mano, il corpo guadagna un'energia terrificante, la mente non può più vacillare. Attorno a lui l'energia del Vuoto si fa tangibile, penetra fin dentro le ossa, scorre nei muscoli.
Con uno slancio istantaneo, il Cantore si proietta verso l'avversario vibrando una serie di colpi potentissimi, ciascuno rinforzato dall'energia del Segno, che si svincola esplodendo e sbriciolando l'ambiente circostante sotto forma di serpenti neri, dagli occhi scarlatti.
Conferisce un bonus di +230 a Frz. Qualora infligga Danno Certo, l'avversario sentirà il Segno corroderlo, e non potrà recuperare né Stm né Vta, in alcun modo, per i prossimi due turni.
Quando la tecnica è terminata, l'energia continua ad infuriare sul campo di battaglia, rimuovendo eventuali cambiamenti del paesaggio causati da jutsu propri o avversari.
<effetto jonin> - Shihai no Seika: L'ambizione di Otomika non può essere controllata in alcun modo, salvo dalla furia dello scontro.
L'energia più densa generatasi dall'impatto dei colpi non si allontana dai palmi del ragazzo, ed incapace di scaricare altrove si condensa in due armi dall'aspetto crudele e letale. Ciascuna è composta da una coppia di lunghe lame in forma di mezzaluna, strette nel pugno attraverso un manico centrale, e sigillate da una mitena circolare a proteggere il dorso della mano. Lungi dall'essere strumenti di difesa, i due scudi hanno il solo scopo di rappresentare il volto di un demone. Conferiscono un bonus di +5 a Frz, che aumenta ad ogni colpo bloccato o inferto fino a +40, Ferita da Taglio. Una volta raggiunto il pieno potenziale, l'Inno del Dominatore risuona infausto in lontananza, e gli occhi dei demoni si accendono di viola. Le lame cercheranno ora attivamente il sangue avversario, guidando i colpi del Cantore attraverso la difesa ravvicinata e riducendone l'efficacia di 1/20 ogniqualvolta è ripetuta la stessa tecnica, fino ad un massimo di 1/5.
Il Ballo dell'Ambizione è utilizzabile una volta per scontro. L'Inno del Dominatore sostituisce qualsiasi altra arma equipaggiata, e scompare al cambio di Sentiero."
///GDRON
 
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view post Posted on 16/7/2018, 12:50
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Artificial Flower's Lullaby

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Questa volta Shintou capì cos'erano quelle vibrazioni, quelle presenze nelle pieghe scure del manto striato della sua spada. Dal corpo della tigre, che della tigre aveva giusto il ricordo, si affacciarono dieci presenze. Presenze perché inizialmente non si potevano classificare come persone... Erano mutevoli, strisciavano fuori dall'arma come talpe che emergevano dalla terra, ma man mano che balzavano fuori a velocità sempre più crescente ecco che assumevano l'aspetto del fu samurai di Kumo.
Dieci copie, e in quelle dieci copie Shintou si drenò. La mano sinistra urlò di dolore e per un attimo ebbe un capogiro, per la mancanza di chakra e per la fitta tragica che gli rallentava la composizione dei sigilli.
Però ce la fece, e dieci Shintou si lanciarono in un attacco alla gabbia.

Peccato che l'originale avesse calcolato male la sua difesa.
Certo, se fosse stato un attacco normale, un fendente di spada, una persona comune tutto sarebbe andato bene. Ma ad attaccarlo era stato Ranmaru, Lampo Azzurro, Generale dei Taisei, e probabilmente altri titoli molto inutili da elencare qui di seguito.
Di conseguenza, l'attacco lo sentì. Il fulmine penetrò le sue difese, bruciandogli i vestiti e la pelle, ustionando pelle che già era stata sfregiata da danni simili, in passato.
Shintou l'attacco lo sentì, ma lo vide anche: sì, perché nel fulmine, il volto del suo nemico gli apparve. La sua spada intercettò quelle di Ranmaru per un breve, fulmineo secondo, e l'Agiwara poté rendersi conto malgrado il dolore che quell'uomo era il fulmine.
Fu un attimo, i suoi occhi incontrarono l'unico rimasto al samurai, il quale lo guardava rabbioso con i denti digrignati mentre le sue spade premevano con violenza su quella di Shintou, unica difesa rimasta a protezione di un corpo già martoriato e molto meno vestito.

Le copie del Jashinista, risentendo dello stordimento e del dolore dell'originale, non riuscirono ad effettuare l'attacco che Shintou aveva in mente. Le sabbie mobili partirono, sì, ma si schiantarono contro la gabbia traslucida come un'onda di fango.

«È inutile, ci abbiamo già provato!» gli fece un ragazzo con la testa avvolta da una bandana rossa. «Gli attacchi singoli non funzionano... La barriera è troppo forte!»
Lo avevano già scambiato per un alleato, era logico. Dopotutto, il loro generale non lo aveva attaccato e gli intenti apparenti erano gli stessi.

A proposito di alleati, tornando ai quattro guerrieri dell'Apocalisse, fu il turno di Sasaki di liberare gli incubi. Il gorilla fu il primo a scattare su quelle nuove zampe tentacolari, portando il ragazzo con sé mentre alle sue spalle il fulmine si schiantava su Shintou.
Le catene bevvero il sangue dell'Eremita dei Primati, tingendosi di un rosso acceso e aprendo numerosi tagli sul corpo del Gorilla. Questi urlò dal dolore, un ruggito possente e udibile da tutti, poi con un ringhio deciso si tuffò sottoterra. Lo videro scomparire senza lasciare traccia, ma solo per un attimo, perché l'istante dopo i tentacoli che erano stati visti spuntare dalle sue zampe posteriori riapparvero in tutta la loro inquietante presenza, sparsi lungo tutto il campo di battaglia.

Non trovarono ostacoli, in linea generale, se non per un punto specifico. Alcuni membri del Kyo Dan non furono abbastanza lesti a schivare e si ferirono per quei tentacoli di ferro appena comparsi, ma quelli che tentavano di infiltrarsi da sotto la gabbia andarono letteralmente a sbattere contro una muraglia invisibile. I quattro pilastri, i quattro uomini agli angoli, ebbero un sussulto come se fossero stati feriti. Tuttavia la barriera resse il colpo.

Kuro intanto, optando a sua volta per una tecnica semplice quanto fondamentale, sfruttò la spinta del suo Cane per levarsi di torno prima che il fulmine lo colpisse.
Cercava Saburo... E lo trovò. Quello che inizialmente sembrava un fuoco fatuo a circa sei metri dal punto dove il fulmine si era abbattuto venne investito da una delle catene di Sasaki, e fu obbligato a scartare di lato bruscamente. In quel frangente, Kuro poté vedere che il fuoco altro non era che il generale del Kyo Dan, dai lineamenti fiammeggianti ma comunque riconoscibile. Si era fatto fuoco, e sempre fuoco rimase quando vide il ninja di Oto incrociare il suo sguardo.

«Dobbiamo liberare Son Goku! Ranmaru è dannatamente veloce, dobbiamo tenerlo impegnato mentre cerchiamo di abbattere quel sigillo tutti assieme!»

Che la gabbia traslucida fosse un sigillo era difficile da fraintendere. I sei membri del Taisei seduti al suo interno continuavano a cantilenare qualcosa di non udibile, mentre i quattro pilastri fondanti, sebbene palesemente stanchi, resistevano ai colpi. Due di loro sudavano copiosamente, gli altri perdevano sangue dal naso e dalle orecchie.

Intanto, ultimo ma non ultimo, il Kokage si ammantava di nero. Il Cobra si fuse a lui ulteriormente, tingendosi di un viola sempre più scuro al punto che nessun colore vi fu più distinguibile. Uomo e serpente uniti in una bestia ibrida all'apparenza, con occhi affilati e una testa serpentina su un corpo umano e snello, agile.
Corpo che si piegò e scattò, rapido non come il fulmine che lo stava colpendo ma quasi.

Anche Hideyoshi soffrì. Il fulmine si abbatté sull'uomo che cercava di penetrarlo con la propria lancia, bruciandogli la copertura nera di Snake Black, i vestiti, la pelle, la carne. Ne sarebbe uscito peggio di Shintou, ma la determinazione che lo animava fu sufficiente a fargli portare a termine il suo piano.
Complice fortunato fu il contrattacco del Jashinista. Trattenendo in quell'istante Ranmaru, diede spazio di manovra a Hideyoshi per vederlo a sua volta e attaccare.
La lancia del Kokage affondò nel corpo del Lampo Azzurro, che crepitò e si ritirò facendo svanire tutta l'elettricità che si era abbattuta su quel luogo.

Dieci metri più indietro, Ranmaru riapparve ansimando e tenendosi un fianco, che stillava sangue. Il suo sguardo colmo d'odio era rivolto ai due guerrieri dai capelli bianchi, gravemente feriti ma non così tanto da non poter continuare a combattere.



CITAZIONE
Prossima scadenza: 23 luglio

Hide e Shintou sono bruciati come popcorn, non vi sto a segnare i tipi di danni dato che stiamo evitando calcoli e definizioni stringenti. Se vi serve per sapere se una tecnica/status/cosa si attiva, ditemelo. Altrimenti giocatevi parecchio doloranti e sanguinanti.
E ovviamente coi vestiti quasi del tutto bruciati, così Mem è felice.
 
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60 replies since 6/5/2018, 10:51   1620 views
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