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olte cose da dire.
Quando i due capitani si resero conto che non stavano parlando con i loro commilitoni, la loro reazione fu quasi ilare.
(Uao, conoscete uno ad uno i vostri uomini per averci davvero scambiato per alcuni di loro, huh? Patetico)
Questa la differenza fondamentale che distingueva gli uomini comuni dagli Uomini di Ferro. Che non è una reference ad un altro universo, ma è il nome per indicare tutti gli uomini nati a Tetsu no Kuni, la patria dei veri Samurai del mondo. Nella cultura in cui Sasaki era nato e cresciuto, la prima cosa che un comandante si impegnava a fare era conoscere uno ad uno tutti i suoi commilitoni, perché con loro avrebbe combattuto, con loro avrebbe difeso la sua terra, le sue donne, i suoi bambini e tutti coloro che non avevano la forza di lottare contro il nemico, qualunque esso fosse. Taisei e Kyo Dan invece non erano nepprue in grado di capire che quei quattro sbandati che erano quel gruppo mal assortito fossero o no loro compagni.
Ma quando stette per rispondere, incredibilmente Shintou prese la parola. Non che sapesse neppure il suo nome, ma decise di ascoltare. Ascoltò, ascoltò con attenzione e riconobbe nei suoi discorsi qualcosa.
(Heh. Queste sono le parole di qualcuno che in passato aveva intrapreso la via del Samurai. È sempre un peccato vedere come la mia cultura si sia imbastardita, ma sempre meglio che essere un volgare shinobi, immagino...)
Dalle parole di Shintou emergevano concetti giusti, ma piegati da una visione distorta di quello che era un guerriero e un Samurai come era inteso a Tetsu no Kuni. Se suo padre lo avesse sentito...
(Nessun guerriero si butta in battaglia senza sapere perché lo fa, mio giovane compagno d'arme. I Samurai di Ferro non servono un padrone perché glielo impone l'onore, i Samurai di Ferro scelgono il loro signore da servire ed è loro compito opporsi alla sua volontà se esso dovesse deviare dalla retta e giusta via del buon governante e imporre la sua volontà non con giustizia, ma con tirannia. Ognuno dei soldati sotto mio padre si poneva sempre il dubbio se la battaglia che stava per intraprendere fosse giusta o no, e mio padre non ordinava mai a nessuno di seguirlo ciecamente...Vedo che qualche concetto lo avete imparato, voi ronin di un paese straniero...sì, sento che alcune cose giuste le stai dicendo, ma non hai davvero in mente cosa sia un Samurai, non come dovrebbe essere davvero. Però dai, sei sulla buona strada...)
E quando ebbe terminato di parlare, Sasaki aspettò un po' prima di intervenire, osservando e gustando la situazione con calma innaturale per uno come lui.
Poi, aprì bocca pure lui.
Sasaki: ”I concetti che il mio compagno ha espresso hanno molta saggezza in essi. Sento le parole di un quasi Samurai” sottolineò il quasi ”E devo dire che ha molta ragione”
Poi osservò Shintou con occhi neutri e calmi. Le sue parole non esprimevano scherno o offesa, era la semplice constatazione di qualcuno che in mezzo ai veri Samurai ci era nato e cresciuto. Non era quindi superbia, era solo Volontà di Ferro: non considerava Shintou un Samurai come lui lo intendeva, ma riconosceva in lui qualcosa di apprezzabile. Forse a quel bimbo che lo aveva così sornionamente minacciato non sarebbe fregato un tubo il suo riconoscimento, ma insomma, per Sasaki, ricevere apprezzamenti da parte di qualcuno del Ferro sulle qualità dei Samurai...insomma, valeva, e molto.
Poi oh, 'sti cazzi anche.
”Amico, hai quasi preso la strada giusta, ma non voglio offenderti, davvero...i concetti che hai espresso sono un'ombra del vero Bushido dei Samurai di Tetsu no Kuni. Non te ne faccio una colpa, è naturale che il costume e la tradizione si perdano lontano dal centro di origine. Però...” e si girò completamente verso di lui, mentre si spogliava degli stupidi stracci colorati di cui si era ricoperto ”Hai sicuramente guadagnato il mio rispetto, nonostante le tue minacce di staccarmi la testa, hai più onore te di qualsiasi altro volgare shinobi. fece una riverenza marziale rivolta all'uomo con la sapda tigrata ”Senza offesa per voi due, eh! rivolse a Kuro e Hideyoshi un sorrisetto sornione Si girò poi verso i due capitani, scrutandoli con occhi severi ma calmi.
Sasaki: ”Avete riconosciuto Hideyoshi, bravi, quindi chiedete il suo aiuto. Questo perché credete in automatico che sia lui il capo...avete riconosciuto un ninja che si muove nelle ombre, ma avete scambiato noi per vostri commilitoni. Cazzo, c''è qualcuno grosso come me nei vostri ranghi...a parte Fumimaro?” rivolto al Samurai rosso ”Oh giusto, voi siete uno ma siete nove, non è vero? Nove ordini per nove déi...così mi è stato detto, no?”
Fece un passo avanti, avanzando con lo sguardo dritto verso la scena. Poi si fermò per parlare ancora.
”Prendo in prestito quanto detto dal mio “amico” con la bizzarra spada. La vostra guerra ormai è insensata. Dite che è necessario che i bijuu stiano qua dentro e poi Kata...come cazzo era? Katarituesn compierà la sua magia e boom, tutti fuori sani e salvi.
Ma a loro ci avete mai pensato?”
Rivolse l'indice a Son Goku, osservandolo con sguardo attento.
”I Bijuu, le Bestie Codate...sapete cosa sono, sapete cosa vogliono? Oh, non fraintendetemi, dal loro risveglio ho cercato di mettermi in contatto con Son Goku per molte ragioni. Volevo parlargli, e ora ce l'ho di fronte, ma lui non risponde, forse le vostre catene impediscono una risposta? Beh allora, dirò il mio messaggio per lui a tutti quanti, in modo che almeno questa volta riesca a dirlo, cazzo, senza interruzioni di pazzi fanatici e senza che TU mi disintegri di nuovo, Son Goku!” urlò alla scimmia legata come un salame sulla montagna. Poi si schiarì la gola, concentrandosi su quanto voleva e doveva dire, per fare in modo che il suo messaggio fosse anche telepatico oltre che vocale.
Sasaki: ”SON GOKU! Sono Sasaki Keigo” pausa per creare enfasi ”Eremita dei Primati ed erede della Corona di Sun Wukong, ti ricordi di lui? Enma-sensei e Hidenori-ojiisama mi hanno parlato di una certa leggenda...ma non sono qui per questo. Volevo conferire con te, oh possente, per chiederti di fermarti nella tua furia distruttrice ma che dire, immagino tu ora sia fermo...
Ascolta, io non voglio dare colpe a te o ai tuoi fratelli. Lo so come ci si sente ad essere rinchiusi. Il fatto stesso che siamo qua è un'esperienza mille volte migliore di quanto ho vissuto io tempo fa. Dimmi, Saru-shin, nella tua prigione millenaria avevi coscienza? Hai assistito all'avvento del Divoratore? Hai sentito il miasma della progenie nefanda di colui che si definì...Watashi, dio dell'inganno e dei desideri? Se sì, Son Goku, sappi che io sono caduto vittima in quella guerra di una prigionia durata tre anni...tre anni in cui la mia coscienza era frammentata, disintegrata...ho ancora vuoti di memroia, nonostante tutto il tempo che è passato.”
Ora i suoi occhi erano solo su Son Goku. Aveva completamente eclissato il fatto che i due capitani fossero fratelli. Francamente, gliene poteva fregare assai poco.
”Volevo trovarti perché ho sentito che era mia responsabilità cercarti, dato quello che, per una serie di coincidenze, sono. Per via del peso delle responsabilità che sono cadute su queste mie spalle stupidamente larghe. Un peso che mi ha fatto maturare dallo stupido ragazzino pieno di rabbia e risentimento verso tutto e tutti...Son Goku, nel tuo risveglio hai causato morte e distruzione, e mi sembra di aver capito che non tutto fosse dovuto alla tua volontà. Se non ho capito male, hai incontrato un uomo che, come me, è stato consumato dal tuo potere e che è in grado di esercitare una certa pressione su di te, non è così? Ti chiedo umilmente scusa allora, oh possente, perché le mie intenzioni iniziali erano quelle di convincerti ad attuare una convivenza pacifica, perché sono una testa calda ma non sono un coglione e mi rendo conto che noi, per qualcuno come te, rappresentiamo solo formiche e insomma, neppure a me interessa molto quando schiaccio un insetto che mi molesta...e se tu mi avessi risposto così, avevo intenzione di dirti che sì, siamo piccoli e molesti ma siamo milioni e ci siamo evoluti tantissimo dall'ultima volta che ci avete visto e...sì, insomma, che o si viveva tutti in pace o ci saremmo uniti sotto un unico vessillo, e nella nostra miserabile e insignificante statura, ci saremmo eretti a maglio in grado di frantumare te e i tuoi fratelli, così come abbiamo frantumato Watashi.
Questo era quanto volevo dirti. Volevo dirti che comprendevo la tua rabbia per la tua prigionia, ma che non sarei stato inerme a guardarti spazzare via tutto ciò che mi è caro. Che sono diventato il Saru Sennin per puro caso, che avevo già affrontato bestie grosse come te – ed è effettivamente vero – e che se avessi avuto un briciolo di onore avresti accettato la mia sfida a scendere alle mie dimensioni e risolvere le cose con una bella scazzottata....a pensarci ora, è così stupido!” rise di gusto, trovando quello che aveva pensato per così tanto tempo estremamente infantile ”Ma sì, adesso la situazione è cambiata e io ho imparato determinate cose. So che quello che hai fatto non era per tua volontà...o almeno, lo vorrei sentire detto da te personalmente. E al riguardo...” i suoi occhi tornarono a posarsi sui due schieramenti ”Signori, questa guerra fratricida mi fa venire in mente molti ricordi...fratello contro fratello, non lo trovate stupido? Io lo trovo sciocco, così come trovo sciocco tutto quello che sta accadendo.
Ascoltate, nella mia vita ho fatto un sacco di cazzate. Molte delle quali non vado assolutamente fiero. Ho vissuto una vita da sbandato, ma ho avuto l'occasione di cambiare, di fare schifo ogni giorno di meno e questo grazie alla responsabilità che è stata messa sulle mie spalle. Il mio amico qua con la curiosa spada ha ragione: voi non vi state prendendo alcuna responsabilità. E oltre a questo, siete oltremodo stupidi...questa statua dovrebbe contenere nove bijuu? Per quel poco che ho visto, aveva una strana fisionomia...mi domando se rinchiudere tutti i bijuu qua dentro non possa provocare qualcosa di molto peggio...”
Nonostante le apparenze e quello che molti credevano, Sasaki non era assolutamente un idiota. Per un attimo, un flash di un'idea orribile gli balzò per la mente, soprattutto ripensando alle parole di qualche mese fa: nove ordini per nove déi, ma legati ad un unico culto. Per un attimo gli venne lo spaventoso pensiero che i Bijuu fossero le componenti materiali di un'unica, grande bestia la cui forza era la somma di ognuna di loro. Quella statua...quel Gedo Mazo aveva fattezze un po' troppo esplicite per essere una sola coincidenza.
Sasaki: ”E come il mio compagno dalla curiosa spada ha detto, avete detto troppe bugie per credervi. E se anche fosse vero...credete non saremmo in grado di risolvere la situazione anche questa volta? Bimbi, la mia presenza qua serve solo a uno scopo: limitare i danni. Perché so già che usciremo vincitori da questa storia, questo è il potere dell'umanità, la spinta rigeneratrice, quel desiderio di vita che ci spinge a superare ogni avversità. Avrà il suo costo, certo, ed è qua che vorrei intervenire io.
Lasciatemi parlare con Son Goku. Senza interruzioni, senza stronzate. Voglio parlare con lui, sentire la sua storia. Avete cercato di rinchiudere – o venerare – una forza della natura. Son Goku è un gigante di chakra spaventoso che porta distruzione ogni volta che anche solo molla un peto? Beh, sti cazzi, è nato così, così come io sono nato con questa stupida forma di gigantismo parziale che mi ha impedito di rendere fiero mio padre e di diventare un Samurai di Ferro. Oh sì, ho pianto molto per questo, ma poi ho deciso che solo le fighette piangono per sempre e cazzo ragazzi, sono duemila anni che frignate e vi fate seghe, ma quanto sfigati siete? Oh, il mio amico qua ha una moglie a quanto pare, voi no? Cazzo, direi che la colpa è vostra, no?” poi, dopo questo breve scherno, tornò serio ”Seriamente. Non potete vincere. Non voglio uccidervi e di certo non mi farò uccidere, quindi ve lo chiedo per favore. Deponete le armi, fatemi conferire con Son Goku...e toglietegli quelle cazzo di catene o gliele tolgo io. Ho una certa maestria con le catene, sapete? Fatemi parlare con lui e non fate stronzate. Mi piacerebbe davvero che tutti potessimo uscire da qua interi. Mi piacerebbe tornare ad abbracciare le mie sorelline, mi piacerebbe tornare a giocare con quelle pesti di scimmiette della mia nuova casa, ad allenarmi con i gorilla, a studiare nella biblioteca con le scimmie più anziane e, quando ho voglia, andare a bere alcolici pesanti e cercare le prostitute migliori con cui scaldarmi la notte. Ma se proprio ci tenete a voler combattere, se proprio ci tenete a volermi rompere il cazzo...darò man forte al mio amico qua, anche se mi ha minacciato di staccarmi la testa – cosa che ho ricambiato ad essere sincero – anche solo per onorare la sua volontà da Samurai, anche solo per rompervi le palle e distruggere i vostri piani. O, meglio ancora, anche solo per dare fuoco alla notte...belli quei draghi, belli davvero...guardate qua un secondo: GORILLA'S RED!”
E richiamò a se tutte le sue energie che si sarebbero dovute manifestare attraverso la sua stand. Le sue dita sarebbero diventate grosse catene di metallo scarlatto, pulsanti di energia e sangue denso di determinazione. Le catene si sarebbero avvolte le una sull'altra per dare vita al corpo di due flessuosi e sinistri draghi di ferro e chakra sprigionanti fuoco e fulmini. I due draghi di ferro si sarebbero piazzati di fronte ai draghi dei due samurai, urlando stridii acuti spacca timpani.
Sasaki: ”Fatemi incazzare e questo è ciò che vi aspetta. Fatemi davvero incazzare e vi faccio vedere il Kraken. E non intendo il mio cazzo.” disse sarcastico agitando il pacco di fronte ai due.
Non uso nessuna tecnica particolare, semplicemente creo pure io due draghi di ferro e fuoco e fulmini for the lulz. Time to show our dicks.
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