[Fase IV] 立上 - Giochi da giovani, gioie di demoni, Per Kuro, Memphos, Sir Onion (1° pg), Wrigel

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view post Posted on 6/5/2018, 10:51
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Artificial Flower's Lullaby

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Perdere i sensi non è mai piacevole, soprattutto quando ritornano portando con sé una sensazione di spossatezza incredibile. Non fisica, ma mentale: i quattro shinobi si sentivano svuotati come se avessero corso la più lunga delle maratone, ma senza avere il fiatone e i dolori tipici dell'esercizio fisico.
Con la veglia, tornarono anche i sensi. Sentivano odore d'erba umida, la stessa su cui erano sdraiati. L'aria era pesante, come prima di una forte pioggia, e il silenzio regnava sovrano.
Aprendo gli occhi, si sarebbero resi conto di essere completamente soli, e riversi in fondo ad un corridoio vegetale. Alte pareti di fronde spesse, di una pianta che non avevano mai visto prima (sembrava edera, ma le foglie erano più robuste e seghettate, e i gambi cosparsi di spine violacee), si estendevano fino al cielo, o così sembrava. Sopra di loro, un indaco costante e uniforme faceva da tetto a quel mondo di piante e umidità.
Il corridoio era largo tre metri, e alle loro spalle la via era sbarrata. Malgrado non si potessero vedere fonti di illuminazione definite, una luce crepuscolare permise comunque ai loro occhi di adattarsi e vedere.
Non che ci fosse molto da vedere: il corridoio andava avanti per almeno un centinaio di metri, poi non era chiaro se svoltasse o proseguisse: avrebbero dovuto camminare per capirlo.



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Benvenuti, signori, a questa Quarta Fase dell'Evento.
Non mi dilungherò troppo, siete tutti giocatori navigati e mi avete avuto come master... A parte Kuro, quindi a suo beneficio farò un piccolo disclaimer della sottoscritta:
♦ Sono una grammarnazi, preferisco un post che arriva un'ora dopo ma che è stato ricontrollato ed è privo di errori. Valuto molto grammatica e battitura per la valutazione finale
♦ Autoconclusività: è da evitare. Dato che in qualsiasi momento possono arrivarvi addosso ROBE, ogni azione di cui non sapete l'esito per certo preferisco la scriviate con "tenta di, prova a," eccetera. Se avete in mente una concatenazione di cose o una tecnica più elaborata, potete chiedermi in privato se è fattibile e vi dirò cosa potete scrivere nel post e cosa viene lasciato in sospeso fino al mio esito.
♦ Abbiamo la chat Whatsapp, la mia casella di posta è libera, per qualsiasi cosa anche piccola chiedete e vi sarà risposto


Informazione importante: le scadenze. Avrete sette giorni di tempo dal mio post per scrivere il vostro, sette giorni tassativi. Se avete sfighe, impedimenti, volevate una colazione gustosa e leggera quindi vi ha colpito una meteora, segnalatemelo per tempo (non alle 23.58 della scadenza dell'ultimo giorno, ecco).

Ready... Steady... GO!
 
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view post Posted on 6/5/2018, 13:27
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T
re.

Tale era il numero di volte che il Rosso viveva un'esperienza simile alla morte, ma che morte non era.

Anni prima, era stato rinchiuso per incalcolabili mesi dentro una gemma di una strana biblioteca sulle montagne.
Pochi mesi fa, era stato disintegrato da Son Goku, ma si era svegliato emergendo dalla terra, come se il suo essere fosse stato ricostruito dai minerali.
E ora questo, quando il suo stesso spirito era stato strappato dal suo corpo da quel tentacolo di chakra per affondare dentro quella cazzo di statua. Forse ci aveva fatto l'abbonamento, o forse, più semplicemente, il totem della sfiga suprema regnava sopra di lui, svettando nell'alto della sua maestosità funerea sul colossale gigante avvolto di catene. All heil the misfortune totem!

Scherzi a parte, non fu un bel risveglio.

Si domandò quanto tempo fosse passato quando riprese i sensi. Inizialmente, non aprì gli occhi, cercando di percepire il suo corpo e di sentire se fosse tutto intero. Sembrava come svegliarsi dopo una lunga dormita frutto di una notte di eccessivo alcol e divertimenti in dolce compagnia. Poi, riaprì gli occhi.

Sasaki: ”Woah, che cazzo?”

Pareti di una strana pianta si estendevano fino al cielo. Osservò le sue foglie, simili all'edera ma non propriamente edera, osservò i gambi con le spine violacee, la loro forma. Con un colpo di una delle sue fruste provò a sferzare alcune di quelle piante. Nel cadere a terra, osservò la loro ricrescita quasi istantanea mentre il terreno erboso le assorbiva. Toccò la terra, non successe nulla. Sopra di lui, un cielo indaco faceva da specchio a quel mondo in cui un strano lucore crepuscolare permetteva una seppur minima visibilità.

Pensò ad un attimo di avventurarsi con le sue catene infuocate, fosse anche solo per avere più luce e capire dove si trovava esattamente ma l'idea di accendere un fuoco in un luogo fatto di pura vegetazione, incredibilmente, suonò stupida anche a lui.

(Che cazzo...questo è diverso dalle altre volte, qua ho un minimo di coscienza. Non sono quindi morto...sono intero? Ho visto chiaramente il mio corpo cadere a terra, mi sono visto venire ingoiato da quella statua eppure...eppure sono qua. Questa è una manifestazione del mio io, deduco. Siccome mi vedo sempre così, così mi materializzo. Ma questo? Questo corridoio di piante? Posso solo andare dritto poi, di arrampicarsi non se ne parla, ho come l'impressione che se anche riuscissi a scalarlo senza problemi, si estenderebbe all'infinito o il terreno sotto di me mi seguirebbe. Posso solo andare avanti, quindi...hmm...)

Si concentrò per qualche secondo, per espandere le sue percezioni sensoriali. Cosa avrebbe sentito, lo vedremo più avanti, nel mentre si mise ad ascoltare ogni minimo rumore possibile, ma non gli pareva di sentire alcunché.

(Ok, quindi...non ho molta scelta, deduco.)

Gli venne in mente di provare ad urlare qualcosa, per sentire se qualcuno avrebbe risposto ma ehi, ormai era la terza volta che una cosa del genere gli capitava quindi le cose erano due: o era completamente da solo, oppure, se avesse mai dovuto trovare qualcuno, prima o poi l'avrebbe incontrato. Espandendo le sue sensazioni, fece un solo tentativo.

Sasaki: ”EHILA?!?”

Neppure l'eco delle sue parole. Quel corridoio era fitto, ma non abbastanza da non far passare il suono e farlo rimbalzare in giro. Interessante.

Sasaki: ”Beh, vedo che mi ficco sempre in situazioni di merda, ma ormai ci sono relativamente abituato” parlò da solo forse per darsi coraggio ”Immagino che sia il caso di andare avanti...”

(Quella statua ha preso tutti quelli che erano dentro. Da qualche parte dovrei pur trovare Fumimaro allora, ammesso che lo troverò mai. So che anche le mie nee-chan sono qua, ma mi piace pensare che per qualche ragione non siano venute a questa festa. Ah, chi voglio prendere per il culo. Certamente sono qua, non farebbero parte della famiglia dei Primati se fossero rimaste a casa loro. Cazzo, come esco da questa cosa? Come posso aiutarle? Dannazione, che merda.)

Poi, un solo pensiero colpì la sua mente mentre si incamminò per il corridoio.

(Se trovo chi ha scatenato tutto questo casino, gli strappo la testa)

Avanzò barcollando, ancora abbastanza “confuso” dalla situazione, che è un modo più dolce di dire “rincoglionito” dal tutto.



Attivo Sensitivo lvl 2

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 2: 41/50] "Chi possiede quest'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

-Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
Liv 6: 8 Stm a turno; 4 turni necessari all'attivazione; 150 m di range
Liv 5: 8 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 300 m di range
Liv 4: 7 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 500 m di range
Liv 3: 7 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 700 m di range
Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range
 
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view post Posted on 6/5/2018, 16:22
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Un mondo nuovo.
Oppure un mondo vecchio. Chissà…in fondo importava? No.
Pensava di morire, forse era morto davvero, ma era vivo. O qualcosa di simile.
Se la sarebbe fatta bastare. Al momento.
L’ultima cosa che ricordava era Hikaru che gli urlava qualcosa. Il tentativo, da uomo innamorato, di gettarsi in bocca a quella statua diabolica per proteggere l’unica cosa che contasse per lui, davvero, in quel mondo di pusillanimi bastardi che puzzavano di letame.
Non era riuscito né a salvare Shitsuki, né Hikaru.
Non era riuscito a fare nulla.
Il pugno si serrò così tanto che gli fece male. Nemmeno se n'era accorto che tremava.
Sensazione di merda.
Che si soprapponeva alla spossatezza. Come se avesse fatto uno sforzo indicibile…e quel mondo..
… occhi rossi lo osservavano. Occhi indagatori mentre la mente rimetteva immagini confuse e spezzettate al loro posto.
Tentò di alzarsi.
Pessima idea.
Barcollò ricadendo rovinosamente. Troppo in fretta Shintou, troppo in fretta…la smorfia di rabbia fu eloquente su quel volto barbuto. La barba sembrò agitarsi e si potevano intravedere le mascelle che si serravano a forza.
Stava tentando, a malapena, di mantenersi lucido.
Lucido…l’unico modo che aveva per star lucido, era aprire le vene dei bastardi schifosi che lo avevano gettato lì come se fosse una pedina sacrificabile.
Lui? Pedina? Pedina manovrata da uomini? Uomini che puzzavano di letame e che avrebbe volentieri aperto dallo stomaco alla testa, gli avrebbe fatto ingozzare le proprie viscere dipingendo quella cittadina da due soldi con il loro sangue.
Due mani di vernice rosso sangue. Il pugno sbattè al suolo.
Il viso una smorfia d’odio e di rabbia. Si costrinse ad alzarsi nonostante tutto.

8j1cmh8
Ora era una questione personale.
Di quel mondo non gli importava nulla, ne aveva visti fin troppi e sapeva bene quali pericoli potessero celare e, al momento, non gli interessava scoprire in che modo fosse ancora Lui. Perché non era questa la domanda più importante, né era l’azione più giusta. Aveva un'opportunità...come e in che modo non se lo domandò. Non lo avevano ucciso? Fortuna per lui, sfortuna, enorme, per loro.
Ora era incazzato. Non arrabbiato.
Arrabbiato lo era se non riusciva in un qualcosa, se un accordo con la destra non gli usciva limpido, se non capiva un trattato di medicina, se non riusciva a tradurre un libro di mille anni prima. Se Kuma lo sconfiggeva, se il Priore lo redarguiva.
In quei casi si arrabbiava.
Ora era qualcos’altro che gli si agitava, lì, dove un tempo vi fu un cuore umano sacrificato ad un Bastardo.
Ora avrebbe messo un piede davanti.
POIavrebbe trovato Shitsuki.
Avrebbe trovato Hikaru.
Sarebbe uscito con loro da quel buco di culo.
POI... avrebbe ucciso Manpeiko e quel bastardo di Kataritsuen.
Il suo irezumi brillò…qualsiasi cosa fosse diventato, qualsiasi cosa fosse quel mondo, qualsiasi cosa avrebbe affrontato..
L’AVREBBE TAGLIATA
Chiunque si fosse frapposto tra lui e i suoi obbiettivi, lo avrebbe fatto affogare nel proprio sangue e nelle proprie viscere.
Ora era davvero una questione personale con questi due Ordini di merda.
Quindi iniziò questa lunga, ennesima, marcia nelle viscere di chissà quale inferno; ma che poi, a ben vedere, si assomigliavano tutti.
Mosso da una sola ed unica volontà.
Non vi era Inferno, non vi era Santuario, non vi era Jashin, non vi erano Demiurghi.
Quella era la volontà di Shintou per ritrovare le persone a lui più care.



CITAZIONE
ATTIVO SENSITIVO
<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 2: 46/50]

"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range
 
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view post Posted on 11/5/2018, 00:57
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Mhh... mhhhh..

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*Vita e senno tornarono intrecciata l’una nelle spire dell’altro, dividendosi solo una volta superato il confine della gola. La prima scese come uno sciame d’insetti, polvere di ferro, raschiandogli la trachea e forzando i polmoni ad aprirsi, trovando il cuore e schiacciandolo sotto un peso enorme. Il primo risalì la spina dorsale fino a trafiggergli impietosamente il cervello, fino a fargli riprendere conoscenza.
Mani invisibili lo sottrassero a quella che parve immediatamente essere stata una lunga apnea, le membra semi paralizzate, rattrappite, la sensazione incredibilmente vicina a quella sopportata appena uscito dal coma, due anni prima. Gli occhi si aprirono un momento, disorientati, privi di alcun fuoco, per poi ricevere bruciante il contatto con l'aria e richiudersi immediatamente.
Uno ad uno, come lampi dietro una coltre di nubi impenetrabili, i ricordi tornarono senza un ordine preciso. Reali, concreti, ognuno con il suo bagaglio di sensazioni prive di alcuna coerenza o misura. Aveva sentito la sua anima abbandonarlo, il peso del Segno svanire… la terra era esplosa, lo aveva spezzato, schiacciato.
Il sogno più concreto che avesse mai fatto... uno che il delirio attraversato non poteva dismettere. Era morto, era morto davvero.*


(Ho fallito… Kira-dono, Yumi-dono, Kuro-san… Keiichi-sama.)

*Si ritrovò a pensare, forzato tra il respiro e il conato, la mente ancora preda di sé stessa.
Il rantolo si trasformò lentamente in un pianto sommesso, furente, disperato. I pugni stretti nevroticamente all’erba, strappando una zolla dopo l’altra, il Cantore serrò la mascella e le palpebre, smorzando lacrime e singhiozzi pur sapendo che nessuno sarebbe rimasto a sentirlo. Nessuno oltre i Kami, cui non aveva comunque alcun senso celare le proprie passioni, i propri anatemi. Non che Hideyoshi ne avesse in fondo alcuna intenzione: li maledì in ogni modo, conosciuto e sconosciuto, incurante del destino cui la sua anima poteva andare incontro. Li maledì per avergli ridonato coscienza, consapevolezza, per l’averlo riconsegnato ai propri tormenti anche da morto. Cosa aveva fatto per meritare un simile contrappasso? Come poteva trattarsi di un contrappasso? Era una vita che si struggeva: i suoi peccati erano cresciuti di pari passo con l’odio per quel che era diventato.*


(Cercare di sopravvivere, di abbandonare uno stato di perenne soggezione e sofferenza è forse un crimine?! Mi avete donato un cuore ed una mente solo per impedirmi di usarli?

Che cosa avrei dovuto fare?)


*La sua vita era stato un crudele scherzo, una sequela di battute che aveva fatto di tutto, di tutto per interrompere. Aveva sacrificato il suo corpo e la sua mente a poteri aberranti, aveva lasciato indietro la sua lealtà e la sua dignità, la sua umanità per liberarsi dall’eterno giogo dell’altruità, della soggezione. Troppo giovane ed ingenuo aveva commesso il più terribile dei suoi sbagli, tradire Kiri, consegnandosi alle spire del suo tentatore… e da lì in poi era stata una spirale verso l’abisso. Ogni sfida lo aveva messo di fronte alla propria inettitudine e debolezza, richiedendo un enorme sacrificio per essere superata. Così, privato di ogni alternativa, aveva sacrificato il bambino all’uomo, l’uomo al Kage, il Kage al mostro. Ma ogni vittoria celava in sé la futura sconfitta, senza soluzione di continuità. Ogni volta aveva sperato fosse l’ultima, per sé, per il Suono… ma agli dèi non si sfuggiva, cosi come ai demoni, e loro era stata l’ultima risata.*

(Li senti ridere Ki?! La morte non ti ha dato alcun discernimento… mi hai marchiato, mi hai mentito.
Dove sei?! Fatti vedere!)


*Pensò, gridò nella sua testa, la bocca incapace di emettere altro che non fossero grugniti di rabbia. Vibrò un colpo alla terra, poi un altro, e un altro ancora. Dolore, sui dorsi delle mani, sulla fronte. Gli avevano donato un assaggio di libertà, un sorso d’acqua dopo una vita trascorsa nel deserto… e poi gliel’avevano strappata senza pietà. Carne da macello.
Non volle aprire gli occhi. Sapeva che, se l’avesse fatto, li avrebbe rivisti. Otomika, Ki, Ailish, Koji, Gintan… Ryutaro. Lo avrebbero guardato con occhi comprensivi, gli avrebbero rivolto sorrisi misericordiosi da dietro il velo dell’oltretomba: “Non ha importanza”… “È finita, non devi più tormentarti ora”… “Hai fatto del tuo meglio”… Yo lo avrebbe abbracciato, come si fa con un fratello dopo un lungo litigio, gli avrebbe rivolto un’occhiata complice dall’abisso della sua orbita vuota, avrebbe accostato le labbra, il becco al suo orecchio, sorridendo: “Hai visto? Non è poi così male, fallire”.*


"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!"

*Sputò fuori la poca aria che era riuscito a recuperare, gli occhi due fari nella penombra, spiritati, iniettati di sangue. Il corpo scattò a sedere sull’onda di quel rantolo, le mani strette attorno ad un collo invisibile, tanto che sentì le unghie sporche di terra superare il tenue confine della pelle. Dolore, e assieme ad esso, tanto nella sua testa quanto intorno, la cappa densa del Segno Maledetto. Due presenze fuori luogo… abbastanza fuori luogo da incrinare il delirio.*

(Ma cosa…)

*Si guardò i palmi sporchi di fango, sconvolto, quindi, mentre cuore e respiro cercavano di ritrovare una regolarità, osservò i dintorni. Si trovava in una sorta di giardino pensile, di ordinata giungla. Le pareti e il suolo erano coperti di vegetazione, ma tanto l’erba quanto le foglie non dominavano la struttura che le conteneva: un corridoio, i suoi confini bruscamente interrotti verso l’alto, dove un cielo crepuscolare faceva da soffitto.
Se non si fosse sentito morire, Hideyoshi avrebbe immediatamente detto di trovarsi nell’Oblio. Quel cielo, specialmente, e la pesantezza dell’aria… ma, disorientata e confusa che fosse, la sua mente non era il grado di plasmare nemmeno un centimetro si quella realtà, il che escludeva immediatamente che si trovasse dall'altra parte.
Due sole opzioni rimanevano.*


(Una… una genjutsu? No, non può essere…)

*Per quanto volesse credere di essere finito in un’illusione, alito di morte incluso, il Kokage era ormai sveglio abbastanza da poterne seriamente dubitare. Il dolore che aveva sentito era il suo, e così le ferite che l’avevano dilaniato prima della fine. Quale shinobi poteva produrre sensazioni simili senza causare la rottura della tecnica? Non impossibile, ma...
Le mani scesero lentamente lungo il corpo, cercando una ad una le conferme a quella tesi. Nulla. Non un osso rotto, non un dolore oltre quello appena sopportato, non una ferita aperta. Era integro, almeno esteriormente… ed era decisamente più di quanto si sarebbe aspettato.
Sospirò lentamente, la testa in panne, incapace di decidersi su quale fosse stato davvero il suo destino. Il dolore era stato parte dell’illusione? I Kami avevano ricostituito il suo corpo per quel calvario? Mille domande senza senso si affastellarono l’una sull’altra, finché, come un fulmine a ciel sereno, gli sovvennero le parole che Yumi aveva pronunciato in una situazione non molto diversa. Parole di una nettezza disarmante, ma inequivocabile.*


("Il punto è che le nostre informazioni non sono mai abbastanza. La ragionevolezza, in questo tempo e in questo stato, rimane un concetto fortemente relativo."

Concordo.)


*Aveva risposto, allora come ora.
Così, spinto dalla necessità che la propria ignoranza imponeva, il Cantore stese entrambe le mani a terra. Lentamente, docilmente, portò il respiro e il battito sotto controllo, abbassando il metabolismo fino a che il contatto umido sui palmi non divenne pungente, gelido, quindi nuovamente assente. Fu allora che, occhi socchiusi, la sua coscienza prese a strisciare tra la terra e le radici, dissolta come fango, acqua sotterranea. Un’eco freddo, silenzioso, sospinto da un alito appena percepibile di vento… ma solitario. Non c’era nessun altro, nessun essere vivente oltre l’erba e i viticci.*


(Niente su cui lavorare, temo, Yumi-dono…)

*Quando tornò in sé, si accorse di essere scivolato nuovamente prono. Schiena a terra, sguardo rivolto al cielo violetto, immerso nel gelo e nel frusciare quasi impercettibile del giardino. Con un colpo di reni si mise a sedere, la fronte pulsante, quindi forzò le gambe a portarlo in equilibrio. Allungò una mano verso la parete, in un moto istintivo di aiuto, ma tanto le foglie quanto le spine si opposero energicamente a quel contatto.
Si ritrasse, gli occhi fissi verso la fine del corridoio, seminascosta dall’oscurità che il crepuscolo non poteva vincere.*


(D’accordo… d’accordo Ki. Forse non sei un completo ipocrita... forse.)

*Si disse, quasi sperando che lo spirito del Diavolo potesse sentirlo, mentre a passi lenti ma sempre più saldi avanzava verso l’ignoto.*

GDROFF///Una lacrima strappastorie.

<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - [Stm: -2] [Liv 3: 31/40]
"I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.
[Si dovrà mantenere in scheda solo uno dei seguenti Sensi]

Tatto: il ninja è capace di percepire le vibrazioni del terreno con i polpastrelli delle dita di mani e piedi individuando anche i nemici più abili, per contro è limitato ad un'area più circoscritta (metà di quella prevista dal livello). Non è possibile usare questa abilità in movimento fino al Lv.1 e non funziona sui nemici in aria fino al Lv.2 quando il ninja potrà percepire gli spostamenti d'aria sulla pelle. In questi casi, tuttavia, sarà considerata di 2 livelli inferiore. Al Lv.2 sarà inoltre possibile individuare immediatamente i nemici sottoterra e in movimento.
Liv 3: 400 m di raggio
///GDRON
 
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view post Posted on 13/5/2018, 14:52
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Kuro giaceva ancora a terra, seduto a gambe incrociate. Affilava la sua Shinso con cura e dolcezza, come un bambino fa le coccole al suo gatto. Dava le spalle ai presenti, come se non gli importasse di ciò che accadesse attorno a lui, ma quel rituale che ormai compiva prima di ogni scontro, gli serviva per concentrarsi, non per estraniarsi. Ogni rumore, ogni parola pronunciata, filtrava nelle sue orecchie attente e veniva elaborata dal suo cervello in maniera meccanica, mentre le sue mani si muovevano automaticamente sul filo della sua fedele katana. Non faceva questa cosa solamente per concentrarsi, ma per mantenere la calma e cercare di portare il suo equilibrio di chakra quanto più in regola possibile. Faceva ancora molta fatica ad accostare i due flussi distinti e separati, ormai poteva percepirli come due onde d’urto dentro di sé, ma lui ambiva ad unirli per poterli gestire al massimo.

Intanto la barriera veniva colpita ripetutamente da quelle enormi bestie. Provavano a scaricare su quell’immensa semisfera invisibile tutte le loro forze, ma sembrava reggere ad ogni sortita offensiva. Kuro cercava quanto più possibile di non pensare a cosa sarebbe potuto succedere nel caso in cui quel velo di chakra venisse meno, ma ben prima di quanto poté pensare, le sue preoccupazioni si materializzarono e tutto accadde in pochissimo tempo.
Le immonde creature che stavano minacciando i presenti iniziarono a penetrare, varcando il limite imposto dal chakra. Calci e pestoni. Chiunque si trovasse sul loro passaggio veniva spazzato via, schiacciato o fatto a brandelli; sembrava l’inferno sceso in terra.
Kuro si alzò di scatto, la confusione iniziò a divampare, perse di vita Hideyoshi per un attimo, udì delle voci…poi la terra tremò nuovamente, ma questa volta in maniera molto più ampia e devastante.
Nel mezzo della piazza un’enorme statua fuoriuscì dal terreno, urlante. In un attimo si ritrovò dalla sua condizione di calma ad uno stato quasi vegetativo, le forze iniziarono a calare e ben presto lo spadaccino comprese il reale motivo.

Non appena la statua iniziò ad emettere un enorme stridio, il chakra del segno maledetto iniziò a disperdersi nel corpo dello shinobi quasi in maniera autonoma. Non ne controllava il potere, come se richiamato da qualcosa di molto più forte di lui. A partire dalla mano destra, in pochissimi attimi, la cute del braccio iniziò a diventare sempre più scura, prendendo la colorazione nera non appena il flusso raggiunse l’altezza della spalla e del collo. Un leggerissimo alone violaceo avvolse Shinso, ma prima che Kuro potesse unirsi alla battaglia, si ritrovò per terra, primo di coscienza.

La vista lentamente perdeva la sfocatura che l’aver appena aperto gli occhi aveva creato. Si toccò la nuca con la mano destra, accarezzando la testa in seguito alla botta presa. Facendo leva con il braccio sinistro, si alzò in piedi, afferrando la sua spada che giaceva a terra accanto a lui, riponendola nel fodero. Ci volle un po’ prima di rendersi conto di quanto fosse successo, non solo la vista era sfocata, anche i suoi ricordi.


(…Questo dannato Segno. Da quando ho subito l’operazione non fa che peggiorare. Più penso di poterlo controllare, più prende il controllo di me. Non so dove io mi trovi adesso, ma il fatto di esser stato inghiottito da quel chakra mi ha fatto perdere conoscenza. Non posso deludere Hideyoshi, non di nuovo. Non me lo permetterei mai. )


Erba e piante, solo questo era ciò che Kuro poteva scorgere in quel mosto. Due pareti altissime creavano quello che sembrava essere un corridoio. Non era edera comunque, le spine donavano a quello che apparentemente poteva sembrare un paradiso, la giusta dose di pericolosità.
Sarebbe servita ancor più prudenza, e Kuro ne aveva fin troppa.
Sebbene non lo facesse da ormai parecchio tempo, staccò i piedi da terra di qualche centimetro, iniziando a spostarsi molto lentamente in avanti. Scrutò quanto più possibile quel tipo di piante, decidendo di non toccarla, né provare in alcun modo ad interagirci.
Mentre si spostava, provò a concentrare il suo chakra, provando a capire se nei dintorni ci fosse qualcosa da comprendere, ma soprattutto, se ci fosse qualcuno oltre lui.


<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 4: 21/30] "Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

-Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."

Liv 4: 7 Stm a turno; 3 turni necessari all'attivazione; 500 m di range
 
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view post Posted on 13/5/2018, 18:16
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Artificial Flower's Lullaby

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Il corridoio era silenzioso e solitario, dannatamente solitario. Qualsiasi cosa li animasse, i quattro shinobi non percepirono nulla se non il suono del loro respiro e dei loro passi.
La strada era una sola, non c'era il rischio di sbagliare. Ogni volta che raggiungevano il fondo, una curva appariva con naturalezza. L'edera si apriva come una tenda e la strada proseguiva, sempre dritta e omogenea.

Dopo una decina di minuti, o forse un minuto scarso, ognuno di loro smise di essere solo. Il sentiero si apriva in uno spiazzo di circa venti metri di diametro, al cui centro sostava una creatura.

Sono diverse per ognuno di voi.

Kuro:
perro-nocturno
Altezza: 1.60 al garrese
Posizione: sdraiato con la testa fra le zampe.

Sasaki:
hqdefault
Altezza: 2.70
Posizione: seduto

Hideyoshi:

Lunghezza: 2.5 m
Posizione: arrotolato su se stesso

Shintou:
blue_tiger_by_doctorpeguin-daq5uwe
Altezza: 1.70 al garrese
Posizione: sdraiata con le zampe anteriori incrociate una sopra all'altra


L'animale sostava al centro della radura. Gli occhi erano fissi sullo shinobi con aria di profonda calma.
Senza una parola, la creatura si alzò e con estrema lentezza iniziò ad avvicinarsi. Non c'era paura, né ostilità. La sensazione era che la creatura li stesse aspettando, come se si fossero dati appuntamento.

A metà strada, però, la creatura si fermò e alzò la testa. In quel momento i sensi di ognuno degli shinobi poterono finalmente percepire altre presenze... Ed erano numerose. Una decina almeno di quelli che sembravano esseri umani, o comunque che emanavano la stessa energia che normalmente farebbe una persona. Si stavano avvicinando dai lati, e oltre alla presenza che il loro senso primordiale permetteva agli shinobi di percepire, le orecchie potevano riconoscere il rumore di fronde e foglie in movimento.
Le pareti si stavano spostando, ma in tutto questo l'animale restava fermo, all'erta, guardandosi attorno costantemente e pronto alla battaglia.


CITAZIONE
Prossima scadenza: 20 maggio.


Edited by gaeshi - 13/5/2018, 19:33
 
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view post Posted on 14/5/2018, 17:04
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A
vanzò quindi, poca la scelta che ricadeva su cosa fare. Perché di certo aspettare come un fesso che qualcosa cambiasse non era una buona soluzione e dare fuoco a tutto, per quanto allettante - perché diciamoci la verità, cosa aveva da perdere ormai? - non gli era sembrata una risposta logica da fare. Nel suo procedere, ascoltava distintamente se qualcosa fosse cambiato col suo richiamo di prima, ma nulla giungeva alle sue orecchie, nulla catturava i suoi sensi espansi. In quella sorta di mondo onirico, appariva da solo, viandante delle nebbie che giungeva in una nuova realtà. E quando giunse alla fine del corridoio di edera, le piante semplicemente si divisero, rivelando una curva ad angolo retto che, una volta attraversata, si richiuse su se stessa, riportandolo alla situazione iniziale.

(Bello, davvero. Potrei anche girare in cerchio per quanto mi riguarda...)

Pensò con una certa ironia mentre proseguiva nel suo incedere di curve secche che si squarciavano nel muro vegetale. Aumentò la velocità, incurante a questo punto di cosa potesse accadere ad una maggiore velocità. Tanto, la scena sembrava ripetersi all'infinito: fine del corridoio, squarcio vegetale, curva ad angolo retto, altro corridoio della morte senza senso.
E quando attraversò l'ennesimo squarcio, convinto di trovarsi di fronte alla stessa scena di prima, si ritrovò invece di fronte ad un gigantesco gorilla seduto.

L'animale era colossale, lo poteva capire ad una semplice occhiata, molto più imponente e alto di quanto non fosse il grande Enma in persona. L'animale lo fissava senza dire nulla, gli occhi fissi sui suoi, come se lo aspettasse. Sasaki rimase immobile inizialmente, contemplando con la coda dell'occhio lo scenario attorno a lui. Poi, come l'animale si alzò, rivelando tutta la sua possanza, iniziò ad avvicinarsi, imitato dal gigantesco gorilla. E quando furono più vicini, Sasaki fece una breve riverenza marziale. Il gorilla rispose con un lieve cenno del capo. I due si guardarono per diversi istanti, prima che Sasaki sentisse qualcosa muoversi tra le fronde.

Sasaki: ”Sei in pericolo?”

Domanda dall'apparenza sciocca, una bestia così grossa poteva davvero essere in pericolo? Quel coso appariva alto quasi tre metri, e la sua statura tarchiata lo facevano apparire largo almeno due. Una sola manata delle sue avrebbe potuto scagliare la non indifferente massa di Sasaki distante di qualche metro con estrema facilità, ma in quel mondo, qualunque esso fosse, non voleva dare nulla per scontato. L'animale aggettò il labbro inferiore, stringendosi nelle spalle, incurante di quanto stava accadendo.


Sasaki: ”Bene...siamo in pericolo?”

Si strinse nelle spalle, esprimendo col suo volto qualcosa che suonava come un “mah, non troppo”.

Sasaki: ”Dunque un pericolo c'è.”

L'animale indicò intorno, puntando la direzione dei movimenti. Non appariva per nulla preoccupato.

Sasaki: ”Bene. Allora, qualsiasi cosa sia, permettimi di dare un benvenuto degno di nota”

Si stiracchiò il collo, poi sciolse le catene attorno alla vita. Si sgranchì ogni arto, dando qualche veloce sferzata delle catene all'aria.

Poi, un boato. Il Kraken di fuoco e fulmini si sarebbe eretto dal suo corpo, espandendosi per tre volte le dimensioni di Sasaki, tentacoli come draghi, avrebbero striduto nelle direzioni di qualsiasi cosa stesse arrivando. Uno sguardo, un lucore di determinazione, un movimento del corpo, un fuoco interiore che si espande da Svadhisthana. Poi, con un suono breve a intenso, la cui onomatopea è “nuuuuuh!”, avrebbe richiamato a sé il chakra di Son Goku. Il kraken si sarebbe espanso ancora di più, rilucendo di un fuoco smeraldino denso, diventando una chimera ancora più orribile di prima perché laddove giaceva la testa del Signore degli Oceani, sarebbe comparsa una testa di gorilla e le fiamme verdi nel loro sfarfallare, avrebbero adornato il manto del kraken di peluria smeraldina.



 
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view post Posted on 14/5/2018, 17:45
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La calma e la pazienza erano sempre state due tra le più grandi virtù di Kuro. Aveva ormai imparato a gestire le emozioni in ogni situazione ed in quel frangente, trovatosi solo e sperduto in quello che sembrava essere un labirinto tempestato di erbacce ed un particolare tipo di edera.
Si muoveva nella medesima direzione da ormai parecchi metri, poggiando i piedi a terra ad intermittenza, ogni venti metri circa, per conservare il chakra quanto più possibile: era ancora lievemente spossato dallo svenimento che lo aveva successivamente condotto li in circostanze del tutto misteriose.

Proseguiva, passo dopo passo, e ben presto quell’edera si rivelò essere più pericolosa e misteriosa del previsto. Ad ogni suo passaggio, il verde si apriva come un cancello, richiudendosi alle spalle dello shinobi del Suono, mostrandogli una curva vertiginosa.


(…Sono in un labirinto? Sto attraversando sempre lo stesso dannato corridoio? C’è troppa vegetazione, non riesco a prendere un punto di riferimento.)

Ogni volta che giungeva alla fine di un corridoio, un angolo retto ne faceva iniziare un altro, facendo nascere in Kuro una strana sensazione di irrequietezza.
Dopo aver tirato un forte respiro ed aver raccolto nuovamente la calma, tirò fuori un kunai dalla sacca e ne conficcò la punta all’interno del terreno. Se avesse ripercorso lo stesso corridoio nuovamente, l’avrebbe senz’altro capito dall’arma che aveva lasciato come referenza.
Ma, per sua fortuna, lo scenario cambiò drasticamente. Non più un corridoio, bensì un grosso spiazzo di circa venti metri si trovava davanti lo Spadaccino; al centro torreggiava un enorme lupo nero, grosso quasi quanto Fenrir, ma con lo sguardo molto più calmo del capobranco.

perro-nocturno



Inizialmente Kuro arrestò la traversata, dubbioso. Quando però il grosso lupo dal manto color pece si alzò, lo shinobi avvertì un’insolita calma in quell’essere che iniziò a camminare proprio in direzione del ninja. Kuro posò i piedi per terra nuovamente, non voleva dimostrarsi ostile in nessuno modo, non afferrò neanche l’elsa di Shinso che dormiente, rimaneva salda nel suo fodero.


(Non sembra ostile, ma cosa ci fa qui? Sembra mi stesse aspettando ma è tutto molto strano. Non sono preoccupato, dopo tutto ho fatto un giuramento. Se è davvero un lupo, non l’attaccherò se non è strettamente necessario.)


Avanzava verso la fiera, che si trovava ora a circa un metro di distanza dal ninja. Continuavano a fissarsi negli occhi con una naturalezza disarmante, come se si conoscessero da una vita.
Non appena il passo di Kuro si arrestò, il ninja avvertì qualcosa di strano e ne ebbe la certezza incrociando nuovamente lo sguardo con la bestia davanti a lui.
Fu solo in quel momento che, quasi istintivamente, lo Spadaccino afferrò l’elsa di Shinso sguainandola, dando per un attimo le spalle al lupo, come per proteggerlo.
Non uno, non due, non tre. Più minacce stavano arrivando da più punti di quello spiazzo, e bisognava stare molto molto attenti. Prima di convogliare il proprio chakra, Kuro notò che ora il lupo era al suo fianco, aveva gonfiato il pelo e sembrava pronto a combattere.

(Non vuole combattere contro di me ma con me. E questo è un gran passo avanti. Forse però un piccolo aiuto non guasterà.)

Mordendosi il dito fece uscire una piccola quantità di sangue dal pollice. Avrebbe richiamato i sette cani che senz’altro non avrebbero battuto ciglio e l’avrebbero aiutato anche a costo della loro stessa vita.
Era pronto a combattere.
 
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view post Posted on 14/5/2018, 18:01
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demon-eyes-kyo-samurai-deeper-kyo-55.9

Solitari passi riecheggiavano in un mondo perduto.
Il nulla era attorno a lui. Da solo avanzava e il respiro era il rumore che solo, imperatore di quel mondo, giungeva alle sue orecchie.
Eppure non si fermò un attimo a pensare al dove o al quando, ai come o ai perché: mosso unicamente dalla voglia irrefrenabile di ritrovare la sua famiglia, il fu spadaccino di Kumo avanzava sordo e cieco a quel mondo.
Un passo per ritrovare Kazora.
Un passo per ritrovare Hikaru.
Un passo per ritrovare Shitsuki.

E se ne fossero serviti infiniti, ne avrebbe fatti infiniti per ritrovarli.
Mosso unicamente da questa volontà lo spadaccino continuava ad avanzare in quel corridoio infinito, monotono, rotto unicamente dalle svolte che si aprivano al suo passaggio.
Più volte si era fermato ad osservare più per curiosità che per capire. La forza dell’abitudine.
La forza del pensare in ogni caso.
Ogni volta che raggiungevano il fondo, una curva appariva con naturalezza. L'edera si apriva come una tenda e la strada proseguiva, sempre dritta e omogenea. Che avesse un suo costrutto interno?
Era un’unica strada, non si poteva sbagliare, come se dovesse proseguire per arrivare in un dato punto. Non poteva perdersi.
Perché scelte non vi erano. Avrebbe potuto oltrepassare il muro di fogliame e vedere cosa vi fosse dall’altra parte? All’ennessima curva il pensiero lo sfiorò ma ebbe la sensazione che questo gli avrebbe causato problemi.
Se poi qualcuno gli stesse indicando la strada, qualsiasi entità fosse era ben accetto.
Significava che vi era vita. O qualcosa di simile.
Quindi, probabilmente, anche risposte. Perché deviare, a questo punto?
Non aveva scelta, dopotutto e l’unica che aveva gli si dipanava davanti e quindi non avrebbe deviato.
Sarebbe sceso nei recessi più tenebrosi di questo mondo e avrebbe preso le mani della sua famiglia.
Il resto non contava. Come lo avrebbe fatto nemmeno. L’importante era che ci riuscisse.
Contava solo questo.


La radura si aprì di fronte a lui. Da quando camminava per corridoi sempre uguale, in un mondo vuoto, senza odori, senza suoni, con il Nulla imperante e lui come una zattera persa in un oceano fatto di edera e verde?
Ed ora, come nata da quel nulla, la radura lo accolse. Ma non fu un abbraccio caldo, non fu tenero, non fu liberatorio, consolatorio.
Era un invito per qualcos’altro.
Era un luogo creato per un quid.
E lì, come se tutto questo non fosse stato architettato da qualcosa, ecco che quel qualcosa si palesò di fronte ai suoi occhi.
Immenso.
La prima impressione.
La seconda che era un immagine, un qualcosa, che apparteneva al suo concetto di mondo.
Una tigre.
Buffo…Ryujin jakka aveva come animale totem il Byakko…e lì davanti a lui si ergeva una tigre immensa.
Un enorme, bellissimo, gattone ricolmo di steroidi.
Per un attimo, ma solo uno, la voglia di tirargli la coda fu immensa. Amava i gattoni.
Amava i felini: code lunghe, quel modo di avanzare elegante e potente…per un attimo si scordò di tutto e si perse in quegli occhi.
Occhi profondi, di una calma irreale, fissi dentro i suoi che sembrò quasi di guardarvi attraverso e di vedersi.
Era sdraiata, le zampe anteriori l’una sull’altra, calma, serena, come se lo stesse aspettando, come se sapesse che prima o poi sarebbe arrivato lì.
Non era un nemico. Ad istinto…non lo era perché quella calma lo attraversò divenendo parte di lui.
Si alzò e con estrema lentezza iniziò ad avvicinarsi. Non c'era paura, né ostilità.
Shintou gli andò incontro.
Poi…
Si era fermata. La testa alzata come ad annussare qualcosa. E in quel preciso istante anche i suoi sensi captarono quel qualcosa.
Presenze…ed erano anche numerose. E dire che si era quasi convinto che quel mondo fosse vuoto.
Ma nessun mondo lo è…non del tutto almeno. E la vista era un senso troppo sopravvalutato che molte volte vedevamo quello che si voleva, divenendo ciechi alla realtà.
Sorrise.
Di nuovo una battaglia. Diversa ma uguale alle mille altre che aveva già combattuto e piazzò i suoi occhi in quelli della creatura.
Istinto. Non ragione. Istinto totale, puro, genuino era come se sentisse di potersi fidare. Ma anche perché era l’unico appiglio concreto.
E poi il caso non esiste. Nulla è dettato dal caso ma già il gomitolo della nostra vita era stato tirato, pesato e misurato.
Quella creatura era lì, come ad aspettarlo ed ora che i due erano l’uno di fronte all’altro decine di presenze palesavano la loro esistenza.
Esistenza che aveva allertato la creatura. E quindi la domanda fu spontanea.





Yx6fv11
« Sono tuoi nemici?»






Si stiracchiò, sbadigliò e infine annuì.
Gli piaceva. Anche lui in fondo sbadigliava e si stiracchiava come un futoneko prima di ruggire sui suoi nemici.

« E sono anche i miei? Se ti aiuto, mi aiuti ad uscire da qui?»

Annuì di nuovo. Gli occhi socchiusi e quella magnifica coda ondeggiò nell’aria.
Sorrise di gusto e si piazzò di fianco a lei.
Tra pochi istanti sarebbero saltati alle loro gole.
Patetici.
Però apprezzava il fatto che ci provassero; aveva troppa rabbia in corpo che sarebbero serviti a farla sbollire.
Si passò la lingua sulle labbra, mentre si stiracchiò la spalla sinistra e in quel mentre lo Hyakuretsu Ōkazan sarebbe comparso, come una pennellata candita e delicata, come una rosa di fatal bellezza.
E in un mondo tetro tenui colori sarebbero sbocciati. Insieme allo Shinmei Ryuu e al suo antichakra che avrebbe invaso quello spiazzo e i petali, come lame di puro chakra, avrebbero danzato, come un requiem, prima di uccidere chiunque si fosse frapposto tra lui e i suoi obbiettivi.
Si dice che non ci sia rosa senza spine per quanto bella essa sia. Il punto è che sono proprio le spine a costituire la grandezza della rosa.
E avrebbe richiamato la sua fedele Ryujin Jakka ad accompagnarlo in quella battaglia.




CITAZIONE
Attivazione Personale- Hyakuretsu Ōkazan
Letteralmente, "Colpo Dei Cento Petali Di Ciliegio", tecnica del genere ougi, ovvero "Significato Profondo".
Unione del kaan con il suono nuovo chakra acquisito ad Oto. Ma soprattutto diretta manifestazione del suo nuovo essere e della sua nuova condizione di Immortale. I precetti dello Shinmei rimangono nella sua anima, ma vengono ampliati dalla sua nuova condizione, dal suo corpo finalmente libero dalla malattia, dalle sue cicatrici che corrono sul suo corpo illuminandosi di un blu elettrico, e da quel nuovo chakra che lo rende ancora più forte ora che è finalmente libero.
Se il kaan era un mantra buddista di meditazione, per sbloccare le proprie capacità nascoste sia fisiche che spirituali riuscendo a rendere manifesta la sua forte volontà in un simulacro, in un oggetto qualsiasi che faceva da tramite per la forza interiore, il Ki, del maestro e poter diventare capace di oltrepassare i propri limiti ed arrivare alla quintessenza della propria tecnica, questo colpo è il passo successivo.
Tutto questo viene superato, portato ad un tale livello superiore, perfetta unione, dopo sacrifici, morte e inferni passati, all’unione tra la sua vecchia via e la nuova.
La spettacolare esecuzione dello Hyakuretsu Ōkazan ha inizio con un singolo fendente di spada, che genera nel terreno, a non più di pochi metri di distanza dall'utilizzatore, una circonferenza del diametro di tre metri. Istantaneamente l'area all'interno della zona così circoscritta viene investita dal ki dello Shinmei, e sembra irradiarsi in una colonna di luce che subito si compatta in una tempesta di quelli che sembrano alla vista piccoli petali di giglio e giglio del ragno rosso. Alla comparsa dei petali di luce, la vittima sembra investita da una fitta pioggia di lame. In realtà, l'esecuzione effettiva è ben diversa da ciò che traspare dall'esterno: il fendente di spada di apertura irradia ki nell'area prescelta, ma ad esso seguono dai due agli otto brevi movimenti di spada, tanto più brevi quanto sono numerosi. Questi colpi si imprimono nel ki, che li riproduce sotto forma di lame di energia che vanno a colpire l'avversario come se fossero eseguite direttamente da sotto suoi piedi. I "petali di ciliegio" che sembrano danzare nell'area circolare dello Hyakuretsu Ōkazan sono condensazioni di energia, che seguono ogni movimento delle armi di Shintou, potenziando così i suoi attacchi con armi ma anche le sue difese con le stesse.
Saranno tanto più numerosi quanto meno è perfetto il controllo del ki da parte dello Shinmei. Si dice che i grandi maestri Shinmei riescano a generare una colonna di luce talmente intensa da bruciare gli occhi, nella quale danza come trasportato dal vento un singolo petalo di ciliegio, un livello al quale Shintou tutt'oggi aspira con risultati incoraggianti ma ancora ben distanti dalla perfezione.
~ Zankūsen Kai: Anche le armi di Shintou risentono del nuovo chakra. Di fatti il metallo vibrerà delle medesime pulsazioni del possessore. Si concretizzarà sotto forma di lama energetica in un raggio d'azione piuttosto ampio, come se fosse un prolungamento della spada, e seguirà fedelmente il movimento della nodachi. Le sue armi e l’attaccamento con esse è indissolubile, così intenso dall'impedire a chiunque di scindere il rapporto fra coloro che adesso sono definibili compagni di ventura. Shinta riesce a controllare e a modellare il suo chakra, o Ki, sulla lama della sua spada per sprigionare da essa una vera e propria bordata di energia. In termini da regolamento può decidere se i suoi attacchi ravvicinati con armi possano essere a lungo o vasto raggio con un costo in più di stamina. In più potrà decidere se infondere il chakra sconosciuto di Oto.
Antichakra di Oto: i suoi attacchi con armi non potranno essere contrattaccati ma solo difesi.

<fuuinjutsu> Sigillo dell'Estrazione Fulminea (costo: 40 chk per arma) (eff: variabile)
Si disegna sul proprio corpo un sigillo permanente con la tecnica del sigillo di incisione. A questo singolo sigillo si possono collegare un numero qualsiasi di armi, che si possono estrarre semplicemente toccando il sigillo e scegliendo quale arma o oggetto estrarre telepaticamente. Il primo attacco portato con l'arma in questione, gode di un bonus di 50, cumulabile con qualsiasi altro bonus l'arma possa dare. Si tratta di un jutsu spazio-temporale, in ogni caso.
 
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view post Posted on 19/5/2018, 22:28
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Mhh... mhhhh..

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*Un silenzio surreale lo accompagnò in quella passeggiata, complemento perfetto di quanto gli occhi andavano indagando. Come una camera perfettamente insonorizzata, il giardino nascondeva ogni suono altrimenti prodotto, lasciando il Cantore in balia dei propri toni. Amplificati dal vuoto respiro e cammino suonavano come esplosioni, il loro eco quasi insostenibile da principio... specialmente per lui, che aveva costruito sulla capacità di non essere visto e udito una carriera ninja, se non una ragione di vita. Non un fruscio, non un crepitio a tradire aria e vita: la sua solitudine, prima ancora che nell'assenza altrui, era sensoriale.
Non che la cosa lo sconvolgesse; quando si trattava del surreale, dell'irrazionale portato a realtà tangibile, il Kokage poteva vantare una lunga tradizione di familiarità. Nemmeno si trattava più di accettazione, ormai, quasi che si dovesse soggettivamente dar loro credito: un'abitudine acquisita controvoglia, effetto collaterale del contatto col Suono... ma più realisticamente della vita da shinobi negli ultimi anni.*


(Considerati i recenti trascorsi del Continente, non serve essere in contatto con l'Oblio per accettare con un'alzata di spalle un giardino fatato...)

*Si disse cinicamente, non riuscendo tuttavia a sorridere della sua stessa ironia: più rilevanti e preoccupanti del luogo in sé erano i suoi scopi, qualora ve ne fossero, e le implicazioni nei suoi confronti. Hideyoshi continuava inconsciamente a dirsi certo, nonostante ogni dubbio razionale, di essere morto, e benché avesse cessato di ripeterselo espressamente vi ritornava ad ogni dettaglio fuori luogo. L'esperienza lo riconduceva allo stesso processo per esclusione che aveva operato al suo risveglio, che anche ora, nonostante il delirio fosse cessato, reggeva come unico criterio logico... supportato dalla irriducibile convinzione che, da qualche parte, uno o più Kami lo stessero guardando. Forse Jashin, forse Watashi, forse entrambi o altri ancora.
In tutto questo marasma, il giardino proseguiva nella propria, ostinata tranquillità. Il Cantore percorse il corridoio in cui si era destato fino alla sua naturale conclusione, ma questa, a qualche metro dall'albino, si fece da parte come nulla fosse. Senza tradire quasi alcun suono, la siepe che un momento prima gli avrebbe sbarrato il passo si mosse fino ad aprire un nuovo percorso, anch'esso univoco.
Immediatamente divenne chiaro che il giardino, per sua volizione o per invisibile mano altrui, lo guidava verso una precisa destinazione. Una nozione inquietante, che per un momento diede pausa al passo del jonin.*


(Quali alternative mi rimangono? Aprirmi un passaggio tra le foglie? Se questa è davvero un'ordalia divina, posso permettermi di scegliere un percorso alternativo? Vogliono che io lo scelga?)

*Si domandò in un istante, lanciando uno sguardo ai rovi che lo circondavano e concedendosi un lungo sospiro. Un'ira simile a quella provata al risveglio minacciò di turbarlo, assieme alla familiare frustrazione che ignoranza e impotenza altre volte gli avevano procurato. Inganni, indovinelli e tranelli, nient'altro.
Se volevano qualcosa da lui, che glielo chiedessero. Che glielo dicessero.*


(Perché ogni dio e demone deve per forza essere tanto sibillino?)

*Pensò, trattenendosi dall'usare termini meno lusinghieri, mentre gli occhi tornavano al percorso appena apertosi... era la cosa più vicina ad una dichiarazione di volontà.
Si forzò a seguire quella interpretazione, a muoverlo la rassegnazione di chi ha di fronte a sé solo false scelte; fortunatamente per lui, presto altri eventi gli avrebbero imposto di abbandonare quella mentalità.
Al sollevarsi dell'ennesimo sipario, una scena inattesa monopolizzò le attenzioni del Kokage: una creatura sostava al centro di una radura, già questa notevole rottura rispetto alla linearità fin lì mantenuta. Lucenti, le scaglie del rettile erano uno specchio del cielo, al punto che a prima occhiata gli fu difficile distinguerne il colore. L'esatta natura della bestia, invece, non gli sfuggì che per un battito di ciglia.*


(Fantastico... nessun incubo è completo senza uno di voi.)

*Si concesse, gli occhi stretti in un involontario moto di freddezza mentre il serpente si volgeva a ricambiarne lo sguardo. Le iridi erano di un verde chiaro ed intenso, limpido, inusuale tra i rettili, così come inusuale era il temperamento che immediatamente la creatura dimostrò di possedere. La calma era senz'altro una qualità comune tra i serpenti, le creature a sangue freddo in genere, ma non serenità... o confidenza. E al Kokage, che in campo di relazioni con i serpenti aveva accumulato una certa esperienza, pervennero entrambe immediatamente... tolto un sottile margine d'errore ed uno ben più consistente di diffidenza. Non poteva trattarsi di una coincidenza, non poteva non pensare di essere atteso.
Lo scambio durò qualche istante, quindi, spezzando la tensione generatasi solo da parte sua, Hideyoshi si piegò in un inchino. In bocca parole di cortesia.*


"Ben trovato, figlio della terra."

*Lo salutò come si confaceva, mascherando il proprio sdegno... come si confaceva. Negli anni aveva fatto del suo meglio per accettare il sodalizio con l'Eremo dei Serpenti per quello che era: uno strumento, un vantaggio, non diverso dal Segno nel potenziale come nella contropartita. Un compromesso necessario e forzoso, cui, in certi momenti, aveva creduto di poter guardare con serenità. Lui ed Oogata avevano affrontato ogni tipo di sfida, sanguinato assieme e combattuto assieme, sviluppando un rapporto che, se non di amicizia, il Cantore avrebbe senz'altro definito di cameratismo.
E lo Sfregiato non aveva nascosto per un secondo il suo intento omicida al vederlo indebolito e fragile, dopo Watashi. E mai più si sarebbe concesso di cedere il fianco a simili fantasie: i serpenti erano creature forti e crudeli; forte e crudele era il legame con essi.
Anche tale sentimento, tuttavia, non sembrò trovare alcun riscontro in quel serpente in particolare. Sinuoso, aveva rotto a sua volta il raccolto contegno in cui il Cantore lo aveva trovato, muovendo attraverso il prato fino a rivelare la sua completa estensione. Non una creatura enorme, almeno per gli standard conosciuti dal Kage, ma nemmeno un comune serpente. La sua unicità, oltre che nel temperamento, risiedeva nella disposizione delle scaglie: oltre la limpida corazza, presto rivelatasi di un viola pallido, l'elapide mostrava delle singolari creste cornee lungo il profilo del dorso e del collo, che quasi lo avvicinavano ad una creatura marina. Anche questo tratto era una completa novità per Hide, che tuttavia, lungi dall'indugiare su simili dettagli, passò immediatamente ad una domanda necessitata.*


"Dove siamo?"

*Parlò, le parole assordanti in quel silenzio irreale... e destinate a perdersi nel vuoto. Il rettile, oltre ad osservarlo rapito e ad annusarlo con la lingua, non mosse un muscolo.*

(Possibile che non mi capisca? È un altro taciturno?)

*Ipotizzò, di nuovo col pensiero ad Oogata, creatura di loquacità centellinata. Forse perciò, forse per la frustrazione, le parole successive uscirono venate di maggior autorità.*

"È il Verme ad inviarti? Sono atteso?"

*Ritentò, nominando Manda non perché si aspettasse davvero una mano del mostro nella faccenda, ma perché nessun serpente dell'eremo poteva udirne il nome e rimanere impassibile... specie quando era suggerita sudditanza.
Niente. O almeno, quasi niente. Il serpente continuò ad osservarlo senza battere ciglio, gli occhi profondi a salvarlo da un'accusa di demenza. Poi, lentamente, un moto orizzontale: diniego.
Hideyoshi si abbandonò ad un lungo sospiro.*


(Un altro taciturno.)

"Conducimi f-"

*In un istante, all'unisono, uomo e rettile si mossero sull'onda di una nuova vibrazione. Il serpente allargò le proprie creste, la lingua guizzante, le spire sempre più raccolte; Hideyoshi mise mano all'impugnatura della lancia, dietro la vita, il cuore in rapida fibrillazione e i muscoli via via più caldi. Qualcosa, qualcuno, stava arrivando. Istintivamente, pur non potendo vantare capacità percettive eccezionali, il Cantore sentì le presenze muoversi nella vegetazione prima che questa, contro la propria natura, iniziasse a rumoreggiare.
Gli occhi incontrarono per un ultimo momento quelli del rettile, ed un'ennesima serie di domande si preparò a lasciargli le labbra.*


(Sono qui per te?! Sono qui per me?!)

*Inutile; il corpo prese la decisione per la mente, ben sapendo che nessuna risposta utile sarebbe giunta. In una manciata di secondi, nel danzare delle siepi, il chakra del Cantore si levò nero, denso, quindi improvvisamente verde chiaro, ripiegando sulla pelle come un velo di bruma e serpeggiando nella testa come radici di stramonio.
Occhi incandescenti si aprirono sul giardino: quando finalmente le foglie tornarono immobili, nulla del Cantore di Lame era rimasto.*


Trasmigrazione



GDROFF///Palla di fumo esistenziale.

- Il Sentiero della Trasmigrazione, senza una meta, percorso da Hideyoshi Kaguya. L'energia del Segno perde la sua natura volatile, condensandosi sul corpo del giovane shinobi come una seconda pelle. In tale stato, la reattività del Segno al chakra naturale limitrofo è aumentata di centinaia di volte, e qualsiasi contatto fisico crea un legame. Al tocco, la conformazione fisica dell'ambiente scivola letteralmente su Hideyoshi, garantendogli una muta mimetica quasi infallibile.
Permette di scivolare non visti, aumentando l'attacco a sorpresa dopo essersi nascosti ad 1/7. Inoltre, quando spazia in Trasmigrazione, per due turni Hide non è rilevabile in alcun modo a patto che rimanga immobile.
///GDRON
 
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view post Posted on 20/5/2018, 10:37
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Artificial Flower's Lullaby

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Sasaki

Il chakra scorse impetuoso e potente... Ma non nel Kraken. Quell'energia che si sprigionò dal suo corpo e dalle sue catene trovò la sua apparizione fisica nel gorilla.
L'animale si alzò in piedi, brillante di luce rossa e bruna, un vortice di purissima energia che sembrava gonfiare e agitare il suo pelo. Aprì le fauci, lanciando un ruggito degno del re di tutte le foreste, si batté il petto con pochi rapidi tonfi simile al tamburo di guerra di un esercito, e quando aprì le braccia dalle sue dita si diramavano le stesse catene che Sasaki teneva in mano. Più lunghe, rosse di sangue e fiamme, pronte a essere scagliate contro i nemici che stavano avendo la triste idea di comparire in quel momento.
Shintou

Il Samurai infernale estrasse la spada, e il proprio chakra vi si infuse dentro... Ma nell'istante in cui lo fece, la spada scomparve in un milione di petali azzurri. La tigre gonfiò il pelo, snudò le zanne e ruggì, e il suo ruggito disperse i petali come granelli di polvere soffiati dal vento. Tuttavia, questi si radunarono di nuovo, avvolgendo l'enorme creatura che chiuse gli occhi, fletté i muscoli, e spiccò un balzo verso Shintou.
Il balzo non ebbe fine: in un brevissimo bagliore di luce bianca, la tigre era scomparsa e Shintou stringeva in mano una nuova spada. Più grande, più lunga, una nodachi che avrebbe rivaleggiato con una tagliacavalli in quanto a dimensioni. Il peso, tuttavia, era irrisorio: sembrava fatta della stessa luce che componeva la tigre poco prima. L'elsa calzava perfettamente nella mano del samurai, e l'acciaio, ad un'occhiata più attenta, sembrava avere delle zigrinature lungo tutta la lama che ricordavano il manto striato della tigre.
Kuro

Si rese conto subito di un tragico dettaglio: non aveva emesso sangue. La ferita gli aveva aperto un taglio sulla mano, piccolo, ma che gli era sempre bastato a far uscire quelle poche gocce scarlatte che richiamavano i suoi compagni animali. Invece, in quel momento, dalla sua pelle non stillava nulla.
Tuttavia il suo gesto non fu inutile. L'enorme cane nero di fianco a sé ringhiò e si abbassò sulle zampe, come preparandosi a saltare. Invece abbaiò tre volte, e attorno a Kuro apparvero altri tre cani, identici al primo, ad eccezione dei colori: se l'originale era nero con gli occhi gialli, quello davanti all'Eremita aveva il pelo grigio-argento e gli occhi azzurri, quello alla sua sinistra rossiccio con le iridi verde foglia, e dietro di lui stanziava un cane bianco come la neve con gli occhi rossi di brace.
Tutti e quattro si disposero tenendo Kuro al centro, i musi rivolti verso l'esterno e le zanne digrignate pronte a dilaniare.
Hideyoshi

Il sentiero della Trasmigrazione prese, per Hideyoshi, una curva diversa dal solito. Nell'istante in cui il Cantore lasciò che l'energia fluisse da lui, questa invece di radunarsi sopra la sua pelle venne immediatamente assorbita dal serpente. Mentre il flusso oscuro scorreva verso di lui, l'animale strisciò in direzione di Hideyoshi, veloce e silenzioso come solo i serpenti sapevano essere. Con una velocità che rasentava i limiti del percepibile, si avvolse attorno al Kokage risalendo dalle gambe alle spalle, per poi issarsi dietro la sua testa svettando oltre di lui come un prolungamento del suo corpo. E tale era: Hideyoshi non lo sentiva come un peso, o una costrizione. Il corpo del serpente era impalpabile, ma la sensazione di copertura totale, di protezione, di fusione con qualcosa che in realtà già conosceva era chiara e limpida nella sua mente.
L'animale non era un corpo estraneo, era la sua difesa e la sua arma; Hideyoshi era tutt'uno col serpente, e il serpente era con lui.


Si trovarono circondati. Dalla siepe emersero una ventina di persone, a gruppi di tre o quattro. Esseri anonimi, non perché non risaltassero, ma perché i loro volti sembravano cancellati da una qualche nebbia che li rendeva offuscati, difficili da riconoscere. Lampante era la mancanza di coprifronti visibili: tutto ciò che sembrava unirli sotto un qualche obiettivo comune erano i colori. Metà di loro indossava cappe blu, l'altra metà aveva almeno un accessorio rosso: un drappo, una casacca, qualcosa che richiamasse quel colore. Lo schieramento a sinistra batteva bandiera rossa, quello a destra blu.
Ci fu un istante di silenzio teso, poi, istantaneamente, tutti misero mano alle armi. Gli shinobi si trovavano al centro di quello che prometteva essere un campo di battaglia, e nessuno dei convenuti diede segno di averli notati.

Il gorilla ruggì.
I cani ringhiarono.
La spada vibrò.
Il serpente sibilò.

Gli uomini e le donne in rosso e blu lanciarono urla di guerra e scattarono in avanti.



CITAZIONE
Bene signori, è il momento di applicare la rule of c00l e prendere familiarità coi vostri nuovi poteri. So che coglierete la citazione, intanto vi spiego come funziona.
I nemici sono circa una ventina, non vi vedono o non vi prestano attenzione, ma se non fate qualcosa vi faranno male. Vi attaccheranno senza chiedere perché o per come, quindi qualsiasi tentativo di interazione verbale verrà ignorato.
Gli animali sono l'incanalazione del vostro potere. Qualsiasi tecnica, evocazione, attacco eccetera che farete passerà per loro, che ne sono la rappresentazione visiva e fisica. Se avete qualche idea in mente per personalizzarla scrivetemi, altrimenti agite e vi dirò io come si manifesta di fronte agli occhi del vostro pg.
Ora capite il perché del titolo di questa missione.

Prossima scadenza: 27 maggio.
 
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view post Posted on 21/5/2018, 23:49
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La sua spada…la sua fida Ryujin Jakka scomparve in un turbinio di petali azzurri.
Gli occhi del samurai la guardarono, catturarono quei petali che turbinarono intorno a lui disperdendosi lontano, del tutto, come se non fossero mai stati.
Ryujin Jakka era scomparsa. Duemila e passa anni di storia, di lotte, di sangue, di battaglie, fida compagna di ogni Maestro dello Shinmei Ryuu, ora non ne rimaneva che il ricordo catturato da quei petali.
Per un attimo gli occhi di Shintou baluginarono di un qualcosa più simile allo sbigottimento, alla sorpresa, attonito guardava quei petali e la sua mano per afferrarne uno.
Pure quell’unico petalo venne catturato da chissà quale vento allontanandosi dalla sua mano… come avevano fatto Shitsuki, Hikaru e Kazora.
E in quel preciso istante…




original






Il ruggito della tigre.
E I petali si radunarono attorno ad essa. Vorticarono con lei, danzando su quel corpo mastodontico, con quegli occhi che non erano né domi, né sconfitti, né paurosi.
Un ruggito così alto da sembrare il lampo tanto caro a Kumo, da sembrare il terremoto stesso e il balzo fu come il percorso di una stella cadente.
La scia luminosa che si lasciò dietro lo accecò, infinito come la sua voglia di ritrovare sua moglie, un balzo che lo attraversò del tutto scomparendo in chissà dove.
Luce bianca lo invase, lo colse, lo abbracciò in un qualcosa di nuovo.
Un tutt’uno.
Un nuovo acciaio. Una nuova via.
Per chi era Jigoku No Samurai anche Ryujin Jakka cambiò forma.




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Nella sua mano la nuova Ryujin Jakka.
Tigre e uomo in un tutt’uno, acciaio nuovo temprato nelle profondità di abissi insondabili di dimensioni sconosciute, bagnato da una luce sfavillante, battuta dal maglio di un ruggire, sorella e amica divenne altro per aiutare il maestro nella sua nuova battaglia.
E quando l’acciaio degli uomini non fu abbastanza ecco che questa nuova e sfavillante forma fu nella sua mano destra.
Lucente e magnifica l’elsa col Byakko simbolo dello Shinmei Ryuu, intarsiata finemente, sembrava quasi la prosecuzione e il corpo di quella tigre, mentre l’acciaio sembrò avere striature su quell’acciaio nuovo e sconosciuto. Ricordavano il manto della tigre…e Shintou la guardò estasiato.
Rapito dai lucenti bagliori della lama, dall’elsa ancora più perfetta dove il Byakko ruggiva e quel ruggire lo sentiva nel suo cuore.
Già una volta Ryujin Jakka fu battuta in un fuoco per ricostruirla, per farla tornare a combattere tra le mani del maestro.
Ci aveva provato Oto a distruggerla, a distruggerli entrambi eppure erano sopravissuti; ne erano usciti sconfitti e vincitori allo stesso tempo e Ryujin Jakka divenne silenziosa fino a quando non rinacque dalle mani esperte del nuovo Shintou Agiwara.
Ancora più bella, ancora più tagliente, ancora più grande e vogliosa di battaglie.
E accompagnò il sankaku anche nella sua discesa all’Inferno.
Ed ora…

- ACCIAIO CHE AVREBBE ATTRAVERSATO ANCHE IL FUOCO PIù CALDO

Una nodachi che rivaleggiava con una taglia cavalli ma leggera quanto un petalo di giglio del ragno rosso, flessuosa come..
una coda.
Aveva detto che gliela avrebbe tirata? Bene…ecco che ora l’aveva in mano quella magnifica coda. Una coda d’acciaio che vibrava per la smania della battaglia.
Rapidi fendenti nell’aria.
Il ronzio della lama a mò di ruggito.
Il sorriso sempre più amplio.
Ryujin Jakka





« Ryujin …»


« Jakka…»





Era felice come non mai.
La sua spada. Una tigre nella spada…un cazzo di enorme gattone tigrato che era divenuto spada.
UN BYAKKO FATTOSI SPADA.
E finalmente si scatenò in tutta la sua potenza, puntando la lama verso i nemici. Con quello sguardo compiaciuto, felice, dannatamente voglioso di guerreggiare.
Ma con lei. Con la sua spada.
Con quell’arma a lui così cara e così amata.
E tutto il mondo si sarebbe fatto cenere di fronte a loro due…
La spada si alzò, ribolliva lo spirito guerriero del samurai che venne abbracciato dall’elsa, l’intera lama ne succhiò l’essenza e mostrò se stessa.
Iraconda e magnifica come Indra.



Nemici intorno. Chi fossero non aveva importanza.
Fantasmi, non morti,, shinobi o uomini, kyo dan o taisei non importava più.
Si stavano frapponendo tra lui e la sua volontà. La sua spada ronzò…
Una tigre nell’acciaio? Non male…avrebbe dato a questo mondo l’esperienza dorata di un requiem jashinista.
Un requiem suonato con gli artigli di un Byakko e lo zantsuken fu nell’aria.




vmaZgOD




Una tigre che aveva voglia di sangue, morte e distruzione.
La forma dello zantsuken rediviva. La sua vera forma.
Una bordata di antichakra che prese l’aspetto di una tigre che, come prima, balzò contro i suoi nemici.
Ma non fu per aiuto..
..FU PER MORTE.



CITAZIONE
~ Zankūsen Kai: Anche le armi di Shintou risentono del nuovo chakra. Di fatti il metallo vibrerà delle medesime pulsazioni del possessore. Si concretizzarà sotto forma di lama energetica in un raggio d'azione piuttosto ampio, come se fosse un prolungamento della spada, e seguirà fedelmente il movimento della nodachi. Le sue armi e l’attaccamento con esse è indissolubile, così intenso dall'impedire a chiunque di scindere il rapporto fra coloro che adesso sono definibili compagni di ventura. Shinta riesce a controllare e a modellare il suo chakra, o Ki, sulla lama della sua spada per sprigionare da essa una vera e propria bordata di energia. In termini da regolamento può decidere se i suoi attacchi ravvicinati con armi possano essere a lungo o vasto raggio con un costo in più di stamina. In più potrà decidere se infondere il chakra sconosciuto di Oto.
Antichakra di Oto: i suoi attacchi con armi non potranno essere contrattaccati ma solo difesi.

switcho a vasto raggio e si dia inizio alle danze.
 
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view post Posted on 22/5/2018, 17:49
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O
ra, di cose bizzarre ne aveva viste durante la sua breve esistenza. C'era da dire che parecchie volte i suoi occhi avevano avuto il (dis)piacere di assaporare le visioni più orribili e/o bizzarre che questo pazzo mondo poteva offrire, ma quello che accadde da lì a breve le superava tutte. Perché quando cercò di invocare il chakra di Son Goku, non solo non accadde assolutamente nulla, ma fu il gorillone rosso dietro di lui ad esplodere dell'energia del Saru Shin. Il che ci poteva pure stare, non fosse che vedere le sue falangi mutare e diventare catene lamellate dall'aspetto ancora più cruento di quelle di Sasaki gli tolse completamente la parola.

Sasaki osservò il gorilla, il gorilla osservò Sasaki.

Sasaki: ”Calma, un momento eh.”

Riprovò ad evocare le sue catene, col solo effetto di far ruggire nuovamente il gorilla che esplose di energia ancora più di prima.

(Ehi ehi ehi, che cazzo succede? Perché ha lui le mie capacità? Perché non riesco a fare un cazzo? Che vaneggio è questo?)

I due si osservarono per qualche istante, poi, lentamente, Sasaki provò a sfiorare il gorilla. La sua mano ci passò attraverso, quasi fosse fatta di fumo.

Sasaki: ”Ma che cazzo...?”

Non fece in tempo a fare altre domande che qualcosa uscì dalle siepi. Sembravano una ventina circa, vestiti in modo simile e di colori opposti, una ventina di figure che si fronteggiavano divise in due schieramenti con Sasaki e il suo....proxy ad osservarle. Invisibili.

Sasaki: ”Oh beh, qualsiasi cosa stia succedendo a questo punto, non ho neppure voglia di ragionare troppo. Andiamo allora....Gorilla's Red!”

E nel dire ciò, assunsero delle pose da battaglia di gran stile, tanto non sembravano essere visti da nessuno.

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Le figure si lanciarono su di loro. Sasaki si immaginò in quel preciso istante che cosa sarebbe successo e agì di conseguenza.

Come funzionavano i suoi poteri in quel momento? Non aveva importanza. Si concentrò su se stesso e immaginò di percepire le sue energie confluire direttamente nel gorilla. Che cosa voleva fare? Semplice.

Un campo infinito di catene lamellate.

Gli era sembrata l'idea migliore in quel momento. Creare un diversivo, preparare il campo di battaglia. Cosa sarebbe successo? Le catene avrebbero attaccato lui o il gorilla? E di cosa si sarebbero nutrite? Fatto sta, che se tutto fosse andato secondo i piani, avrebbe creato un campo di catene di fuoco tonante che avrebbe reso difficile il movimento a quegli scalmanati. Con la coda dell'occhio li osservò ancora una volta.

(Tutto questo è molto bizzarro, ma sono anche stanco di farmi domande. Le mie capacità vengono incanalate da quel gorilla? Tanto meglio, vuol dire che posso contare su un alleato in più. Mi verrebbe da evocare un primate, ma qualcosa mi dice che non accadrebbe nulla o chi sa che altro accadrebbe...occupiamoci di questi folli, tanto vedo che non vogliono ragionare)



<bukijutsu> Kusari Jutsu: Kusari - Mugen no Seisei - Unlimited Chain Works "Hihirokane, il Metallo Vermiglio tanto cercato dal Capitano Dovi in realtà è la determinazione del guerriero che si impossessa del metallo da lui stesso forgiato per dargli vita. Sasaki ancora non si rende conto della cosa, ma Hihirokane è già stato trovato"

Le catene di Sasaki, dopo aver assunto il tipico colore vermiglio, richiedono un piccolo tributo di sangue. Una volta bagnatesi del sangue del Rosso, scattano sottoterra, moltiplicandosi e riempiendo il terreno circostante di catene sotto il totale controllo di Sasaki, espandendosi sempre di più a seconda della quantità del sangue immesso durante il tributo. I movimenti degli avversari diventano più pericolosi a causa della fitta serie di catene, e ogni loro azione non aerea comporta necessariamente dei danni da taglio se non si preoccupano di evitare le catene taglienti, altrimenti dovranno rinunciare a parte della loro velocità rallentando i loro movimenti e facendo attenzione a dove mettono i piedi, evitando così di tagliarsi. Sasaki conosce perfettamente i movimenti che caratterizzano le sue catene, quindi risulta essere immune a tutti gli effetti delle zone ricoperte da esse, ma essendo la tecnica concentrata sul campo di battaglia e non su avversari specifici, gli alleati del Rosso saranno costretti ad affrontarla allo stesso modo dei nemici. Col tempo, la padronanza di questa tecnica è aumentata, e Sasaki è in grado di espandere i tentacoli sul campo di battaglia per poter generare alcune delle sue tecniche più letali. A differenza della sua precedente versione, questa versione rende le catene di Sasaki più "intelligenti" permettendo loro di evitare gli alleati, rendendo quindi quanto sopra detto valido solo per i nemici
 
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view post Posted on 27/5/2018, 14:15
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Mhh... mhhhh..

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*Il piano del Cantore prese, nemmeno a dirlo, una piega paradossale fin da subito.
Il catrame trasparente che era stato il proprio chakra non aveva nemmeno finito di scivolargli addosso quando, come rugiada tratta dal vento del mattino, sempre più gocce presero ad abbandonarlo. Una ad una si levarono prive di gravità, fluttuando placide verso il serpente in una corrente presto uniforme e rapida.
Non un buon segno, considerando che Hideyoshi si era risolto meno di un secondo prima ad abbandonare a sé stessa la creatura.*


(Ma che...?! Maledetto bastardo...)

*Reagì, in un moto di sorpresa che, considerato quello che aveva visto fin lì, non aveva nulla di giustificato oltre l'immediato pericolo. I come ed i perché erano stati messi al bando da un pezzo, ma era chiaro che, in qualche maniera, il rettile stava rubando il suo chakra... e più importante ancora, il suo travestimento. La mano trasse l'impugnatura della lancia, estendendola con uno scatto secco e preparandosi all'attacco. Uno che non venne mai.
L'arma non aveva ancora raggiunto la sua piena estensione che l'avversario, in perfetta sintonia con il Kokage, attaccò. Uno slancio dalla rapidità scioccante, sorprendente persino per un serpente, reso ancor più ineffabile dal mimetismo che oramai la creatura aveva ottenuto. Gli occhi del Cantore ebbero a mala pena il tempo di accorgersene, ma l'informazione arrivò alla mente quando le spire della creatura erano ormai saldamente ancorate al corpo.
In un moto di sorpresa la preda si volse su sé stessa, il movimento delle braccia ostacolato dalla stretta del rettile, l'equilibrio minato dal peso. Cadde, la mano sinistra ostinatamente stretta all'asta.*


(Figurarsi se potevo sopravvivere per più di qualche minuto...)

"Ngh... fa... fai quello che devi, verme."

*Sibilò, il sapore della terra e dell'erba in bocca, preparandosi alla stretta finale. Morire a quella maniera, dopo tutta la rabbia provata al risveglio... che razza di prova era? Per quanto ancora dovevano prendersi gioco di lui?
Il fruscio dell'erba e il tumultare dei passi sopraggiunsero a salvarlo dall'ennesimo bagno di anatemi e commiserazione. Uno ad uno, in gruppi di più individui, una ventina di uomini incappucciati emerse dalla penombra delle siepi. Ad Hideyoshi non fu dato né vederli, né contarli, ma dal silenzio che si generò immediatamente dopo poté dedurne l'intento. Aveva imparato a conoscere quel tipo di quiete.
Con uno strattone testò per l'ennesima volta le spire della creatura, che tardava a fare il proprio dovere. Questa volta le braccia trovarono maggior gioco, o almeno così gli parve, ed il giovane avrebbe potuto giurare di sentire il peso del serpente svanire. Mancanza di sensibilità? Qualche forma di veleno?
Aveva importanza?*


"Non so... cosa diavolo tu stia aspettando... ma se sono qui per me, uccideranno anche te."

*Sussurrò alla creatura, per l'ennesima volta ricevendo nient'altro che un sibilo leggero. Immobile, ormai praticamente impercettibile, l'essere non sembrava intenzionato a fare alcunché salvo rimanergli attaccato. Possibile che il suo intento non fosse omicida? Era un codardo? Gli si era avvinghiato addosso per paura?*

(E allora per i Kami fammi muovere!)

*Lo fulminò col pensiero, liberando al contempo un colpo di reni che, non incontrando alcun tipo di resistenza, fu forte abbastanza da farlo rivoltare supino. Rimase a quella maniera per un battito di ciglia, occhi sbarrati, domandandosi che diavolo stesse accadendo. Addosso a sé nessun peso, sotto di sé nessuna presenza oltre la propria.*

(Ma che... che...)

*Poi, il caos.
Con un grido belluino i due schieramenti ruppero gli indugi e si lanciarono alla carica, l'uno assetato del sangue dell'altro. Il primo a finire in brandelli fu il silenzio, dilaniato da un clamore che parve immediatamente amplificato di dieci volte. Il Cantore scattò a sedere, lanciando uno sguardo a destra, uno a sinistra, quindi uno in basso. Di sé rimaneva qualche scampolo, spicchi di materia tra le spire quasi invisibili. Impossibile dire dove finisse l'uomo ed iniziasse il rettile, tanto nel corpo quanto nello spirito: Hideyoshi avvertì la creatura emergere ai confini della propria mente, la sua presenza un guizzo di coscienza, il suo sibilo un brivido. Un impulso. Un nome incomprensibile.*


(Come dici?
P... Pāpuru Sunēku? Che diamine dovrebbe signif-)


*I due schieramenti arrivarono a contatto con clamore assordante, l'ordine ed il colore di ciascuno sfumato dall'impatto. Acciaio e sangue si sostituirono a rosso e blu, mentre la realtà e la fisicità assumevano, per il Cantore, una prospettiva impensabile persino per lui. Ad una manciata di metri da entrambe le linee, a malapena resosi conto di non essere il bersaglio designato di quell'imboscata, il ragazzo venne attraversato da una scarica elettrica dieci volte più intensa e rovente di quella cui era abituato. Il battito schizzò alle stelle, i muscoli tanto caldi da trasformare immediatamente il sudore in un vapore intenso, ma dalla breve vita: tanto rapido fu il suo muoversi, che qualsiasi scia lo seguisse non poteva non rimanerne distorta e spezzata. Le ossa erano... beh, non erano. Alzatosi in piedi, in un battito di ciglia il Kokage strisciò sotto il primo colpo di spada che vide calarsi addosso, piegando la schiena in una maniera che semplicemente non aveva dell'umano. L'acciaio gli passò tanto vicino al mento da radere via i quattro peli che gli restavano attaccati, e, esattamente in armonia con l'abbassarsi della schiena, la gamba sinistra si levò in spregio a qualsiasi legge anatomica, senza che né tendini, né muscoli e né ossa avessero di che lamentarsene. Con un impatto vergognoso il tallone mandò in briciole la mandibola del poveraccio, spingendosi al contempo per muovere il... corpo in avanti, cioè indietro, sotto, ovunque servisse andare, evitando un ennesimo colpo, probabilmente nemmeno diretto a lui, e sgusciando via tra le gambe di un secondo individuo senza perdere alcun impeto. Un respiro più tardi era sopra la spalla di un altro, sotto di lui il cozzare delle lame sembrava la cosa più lenta e noiosa immaginabile. Colpì qualcun altro, in qualche altra maniera, facendo appena in tempo a sentire le ossa vibrare prima che, nello spezzarsi, gli dessero nuovamente il via.
Impossibile per i sensi seguire quanto stava avvenendo; non era più questione di essere umani o serpenti: era un liquido, una creatura capace di lanciarsi nel buco di una serratura ed uscirne al doppio della velocità. Un battito di ciglia ed era solido, il colpo di una forza irresistibile; uno schiocco di dita ed era liquido, l'acciaio nient'altro che un sasso lanciato nel fiume. Chi aveva bisogno del sangue dei Kaguya? Chi aveva bisogno del Segno Maledetto?
Il passato era rimasto steso sull'erba, schiacciato dagli stivali dei guerreggianti, e con esso Hideyoshi Jiyuu.*
 
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view post Posted on 27/5/2018, 20:46
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La consueta nuvola che solitamente si palesava davanti allo Shinobi quando, usualmente e sempre più spesso, utilizzava la tecnica del richiamo, questa volta non apparve. Euro ebbe per un attimo la percezione di aver utilizzato il chakra necessario, ma come una scarica a vuoto, scomparve del tutto; neanche una goccia di sangue sporcò la sua mano destra.
Tra stupore e curiosità, il ninja del Suono si accorse di una cosa molto singolare. Al posto delle sue evocazioni, il grosso lupo nero al suo fianco abbaiò tre volte: per ogni suono, un grosso lupo dalla colorazione diversa apparve dal nulla, posizionandosi attorno a lui, come per proteggerlo.


(Ma cosa..? Non è ostile ed ora sembra proteggermi. C’è una forte connessione tra noi, ma non riesco ancora a comprendere di cosa si tratta.)

I rumori provenienti dalle grosse pareti di siepi attorno a loro, continuavano ed aumentavano, fino alla comparsa di oltre dieci guerrieri, immobili davanti a loro. Difficili da riconoscere, qualcosa, una strana nebbia, impediva allo Shinobi di capirne le fattezze. Nessun coprifronte.
L’unico segno che sembrava accomunare quei guerrieri era il colore delle loro vesti: due fazioni distinte, una tinta di rosso, l’altra di blu. Tutti armati di armi bianche, sembravano muoversi lentamente in avanti e posizionarsi nella maniera più consona per sferrare quanto prima un attacco.
Sembravano non aver notato minimamente la presenza di Euro, ma in cuor suo il ninja sapeva di dover intervenire. Lame affinale, alabarde, pugnali. Non poteva vedere i loro sguardi per cercare di carpirne le espressioni quindi dovette concentrarsi sui movimenti del corpo e sui dettagli delle loro vesti.
Per un attimo, guardando le armature che indossavano, gli passò per la mente una strana idea, relativa a quello che aveva visto prima che quel putiferio di scatenasse e lui venisse catapultato in quella strana dimensione piena d’erba e mistero.

(Taisei, Kyo Dan. Perché sto pensando a loro mentre vedo questi strani guerrieri?
Perché penso a loro proprio ora? Che il mio pensiero a riguardo tutto sommato si riveli essere veritiero?)

Ricordava benissimo quello che pensava. Ricordava le parole di Hide durante il viaggio, e ripensava a quello che sarebbe potuto succedere schierandosi con una fazione o con l’altra. Poi un flash, dal nulla.

(Taisei, Kyo Dan. Star fermi davanti a loro non serve. Entrambi si stanno rivelando essere un grosso pericolo per tutti. Dobbiamo combatterli!)

In un attimo, mano all’impugnatura di Shinso. Il filo brillava, sembrava assorbire ogni minima luce che colpiva il suo metallo. Poi lo scatto improvviso, i piedi rapidissimi sembravano librare in volo, cercò di concentrare il suo chakra per moltiplicare la sua arma ma, con ancor più stupore, questo non accadde. Bensì, per ogni balzo che avrebbe dovuto effettuare su una spada, qualcosa sotto i suoi piedi si muoveva.
Quasi del tutto invisibile, come una flebile nebbia, fungeva da appoggio ai piedi del ninja, che danzava su di essa con la stessa leggiadria del suo Jozan.

(Questi lupi..mi stanno assistendo esattamente come se sapessero anzitempo cosa io stia pensando di fare.)

Intanto lo scontro impazzava. Le due fazioni si scontrarono in un unico e sordo rumore. Il sangue aumentava la colorazione del rosso e rendeva quasi nero le armature blu. Tagli, sangue, morte. Sembrava il momento perfetto per prendere parte allo scontro.
Accompagnato da quelle insolite lame, Euro balzò tra i presenti quasi come una trottola. Il primo impatto fu tanto forte quanto letale. Trapassò da parte a parte il collo di uno dei guerrieri con una facilità disarmante. La lama sembrava fendere quei corpi come aria. La capriola eseguita in aria per non cadere e restare in volo servì da perfetta rampa di lancio verso un calcio proveniente dall’alto che, impattando con la parte alta del cranio, ne frantumò parte, mandando al tappeto con un tonfo incredibile il resto del corpo del malcapitato. Toccando terra, spostò lateralmente il tallone esplodendo in una spazzata tanto veloce da non essere seguita dal nemico. Terreno e caviglia si congiunsero, mentre Euro si apprestava a passare oltre un altro nemico. Era tutto fin troppo facile.
Sarebbe giunto qualche altro guerriero? Sarebbe stata spiegata quella situazione?


GdROff - Chiedo scusa per la qualità del post scritto in fretta. Vi amo. - GdROn
 
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