[Fase IV] 立上 - Giochi da giovani, gioie di demoni, Per Kuro, Memphos, Sir Onion (1° pg), Wrigel

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view post Posted on 28/5/2018, 14:08
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Artificial Flower's Lullaby

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I testimoni avrebbero ricordato quelle scene in eterno. Magnificenza, prestanza, sangue, violenza inaudita, grazia al limite dell'umano. La fierezza delle belve che si mescolava all'ingegno degli uomini, e i quattro shinobi ne erano elegante e letale rappresentazione.
Peccato che gli unici testimoni rimasti in piedi dopo quell'eterno, lunghissimo minuto di cruenta battaglia, furono solo le siepi. Dove non aveva colpito la spada o la catena, era arrivata l'alabarda. Dove il pugno non aveva provocato la morte, questa era giunta per mano di un altro nemico.
Sembravano incarnazioni, più che persone: spiriti guerreschi votati alla lotta, ringhianti, sanguinanti, feroci come l'istinto più puro.
Ma tutti, alla fine morirono.

E quando l'ultimo clangore di lama terminò il suo tintinnio, quando il Lupo riportò Kuro a terra, quando le mani del Gorilla tornarono mani e non catene, quando la spada di Shintou smise di vibrare per il ruggito della Tigre, e il Serpente recuperò la sua posizione eretta, i quattro combattenti si accorsero finalmente di non essere soli.

L'arena era sempre la stessa, costellata di quei cadaveri che avevano contribuito a creare, ma ad ognuno dei suoi immaginari punti cardinali era ora posizionato un guerriero, forse una persona conosciuta, forse solo sentita nominare sui manifesti di taglia.

Sasaki e il Gorilla, alle sue spalle, si trovavano a Nord.
Shintou e la spada tigrata, ora pacifica e quasi morbida al tatto, ad Ovest.
Kuro, a cavallo del Lupo nero, l'ultimo rimasto, a Sud.
Hideyoshi e la testa del Serpente che gli spuntava da sopra le spalle fissavano i presenti da Est.

Una mezza dozzina di metri separavano i quattro shinobi, circondati da corpi i cui volti continuavano a rimanere anonimi, anche macchiati dal sangue. A differenza degli esseri in rosso e blu che avevano combattuto fino a quel momento, tutti e quattro avrebbero potuto percepire un certo realismo in più. Gli altri tre uomini sarebbero apparsi definiti, con le vesti un po' spiegazzate o macchiate di sangue, i capelli scompigliati, forse qualche goccia di sudore.

Ma poteva benissimo essere una trappola del labirinto, che li osservava silenziosamente in attesa della loro mossa.



CITAZIONE
E il party si riunisce. Sparatevi le pose ragazzi, finalmente comincia l'avventura di gruppo, questo finora è stato il tutorial.
Come vi ho annunciato su Whatsapp avrò tre giorni di oblio della tecnologia dall'1 al 3, quindi se avrete domande aspettatevi un po' di attesa.
Se volete mettervi d'accordo su cosa i vostri pg si dicono e rispondono per me va bene. Va bene anche fare un giro in più di interazione, tanto siamo nei tempi e tutto scorre regolarmente. Vedete voi.

Prossima scadenza: 4 giugno
 
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view post Posted on 30/5/2018, 20:50
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N
on ebbe tempo o motivo di fare molto in realtà. Quando le sue catene cosparse dal mantello draconico lambirono le sue carni, il gorilla ruggì e le sue dita proruppero in catene che, fiondandosi nel sottosuolo, crearono un campo di fruste taglienti, il cui stridio accompagnava uno scenario di brace tempestosa. Quando la folla corse verso di lui e verso l'altra metà che, Sasaki presumeva, essere avversaria, andarono dritti incontro alle sue catene, cadendoci in mezzo come pere marce cadono dall'albero.

(Che cazzo? Sono completamente fuori di testa? Non provano neppure a fermarsi, guardali! Che cazzo è questo posto da follia? Sto forse impazzendo?)

Quasi a manifestare i suoi pensieri, perfino il gorilla sbuffò sorpreso, rantolando qualche verso che suonò incomprensibile alle sue orecchie.

Sasaki: ”...non credo a quel che vedo...”

Quelle poche persone che giungevano ad affrontare un loro avversario, cercavano in tutti i modi di ucciderlo Indolenti del fatto che le sue catene le stessero facendo a pezzi lentamente, smembrando ogni tendine e lembo di carne che incontravano. Strascichi di carne recisa erano appesi ovunque sul mare di ferro, come vestiti ad asciugare al calore di quella specie di immensa stufa che era diventata l'arma di Sasaki il quale, mai come in quel momento, si rivelò degno del suo soprannome segreto conosciuto solo alle entità più alte del creato: Il Radiatore.

Sasaki: ”Guardali, cioè, non sembrano neppure accorgersene...ti sembra normale?”

SI rivolse alla manifestazione della sua energia vitale, che si limitò a rispondere battendosi i pugni sul petto. Stranamente, le catene non sembrarono ferirlo, in compenso Sasaki avvertì altri fiotti di sangue uscire dal suo corpo. Con un cenno di dolore, decise di chiudere la faccenda.

Sasaki: ”Bene, Gorilla's Red, questa farsa è finita.”

Si concentrò brevemente, mentre il campo di catene iniziò a vorticare su se stesso, creando un tornando di ferro molto simile al terrore di ogni lupo di mare. Il Maelstrom risucchiò ognuno dei presenti, eccetto Sasaki e la sua stand. I due osservarono il resto di quegli uomini venire inghiottiti e scomparire per sempre nelle catene del terreno. Finito quel massacro senza senso, Sasaki si staccò di dosso le sue catene. Il chakra di fuoco che scorreva in lui cicatrizzò le ferite sul posto.

Sasaki: ”Oh, tu guarda, cicatrici...suona familiare questa cosa. Huh?”

Nell'esatto istante in cui disse questa frase, avvertì altre tre presenze dietro di lui, due ai lati e uno diametralmente opposta. E avvertì qualcosa di molto familiare: da due di loro, poteva sentire la stessa onda di chakra del marchio di Keiichi, anche se appariva più debole, mentre dal terzo proveniva qualcosa di simile, ma diverso nel suo spettro. Sasaki rimase immobile per un secondo, per poi girarsi ad ammirare i suoi nuovi interlocutori. Il gorilla agì quasi d'istinto, assumendo una posa aggressiva nei confronti dei tre. La possanza di Sasaki sovrastava quella dei nuovi arrivati, ma il loro aspetto era quello di guerrieri veterani.

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Sasaki: ”Yare, yare daze...ninja di Oto? Questo posto diventa più bizzarro man mano che il tempo passa.”

Uno shinobi sfregiato con in mano una curiosa spada pelosa.
Un ninja a cavallo di un lupo nero gigante.
Un ninja dalla chioma bianca con un serpente che si ergeva sopra la sua testa.

Le descrizioni particolari di questi individui le lasceremo a chi di dovere. Magari potremmo ricordare come è vestito e composto Sasaki: 195cm di altezza per 170kg di peso, braccia stupidamente grosse che lo fanno apparire quasi il figlio di un troll. Vestito con abiti di cuoio nero, calza stivali militari e una strana imbracatura che regge quattro spire per arto e 32 sul ventre e lungo i fianchi. Il metallo delle catene, pece di colore, ad eventuale luce emana riflessi smeraldino-ambrati, come ambra sono gli occhi del Rosso. Capelli corti, quasi a spazzola, un leggero pizzetto spunta dal mento e adorna un viso estremamente virile dalla mascella pronunciata. In quel preciso istante il suo sguardo è neutro, ma nasconde una vena di ira selvaggia e primitiva che non sarebbe passata inosservata ad una più attenta osservazione.

Sasaki: ”Hum...te sei quello che ho percepito prima che quella statua ci mangiasse...” rivolto a Hideyoshi ”Quando si dice il caso...anche voi avete assistito ad una ventina di folli che hanno cercato di uccidersi l'un l'altro? E...anche voi avete le vostre abilità, come dire....traslate?”

Chiese senza tanti fronzoli. Non aveva aria di sfida o altro, in quel frangente non ne vedeva il motivo. Per quel che gli riguardava, erano tutti nella stessa barca e più informazioni riusciva a raccogliere, più poteva cercare di capire cosa cazzo stesse succedendo.

(Bizzarro...due di loro hanno quasi sicuramente il Marchio, lo sento pulsare nel loro sistema circolatorio, ma lo sfregiato...heh, sembra quasi di vedere me stesso di qualche anno fa...lui no, lui possiede il chakra del marchio come io detengo il chakra di Son Goku...che sia questo il collegamento che ci lega? Non ho mai visto questi tizi in vita mia, perché sono con loro? Perché non con Honami o Misato? Forse loro non sono state coinvolte in questo? Bah, stronzate, sicuramente erano presenti, quindi...non mi viene in mente altro. Tre ninja col chakra del marchio e lo stronzo col chakra dei bijuu)

Mentre faceva queste riflessioni, un dettaglio colse i suoi occhi. Lo sfregiato non stava semplicemente ad occhi chiusi, stava letteralmente dormendo.

(Che cazzo? Seriamente?)

Sasaki: ”Ahm...ok.” mormorò tra sé e sé ”Che sia il caso di svegliarlo?” domandò al gorilla alle sue spalle che si limitò ad aggettare il labbro inferiore e fare spallucce.

Sasaki: ”Cazzo, sei molto utile eh”

Il gorilla ruggì battendosi i pugni sul petto. Sasaki lo osservò senza parlare, anzi, aggettò anche lui il labbro inferiore per scimmiottarlo.

Sasaki: ”Beh, avete qualche idea di dove siamo? E che cazzo è successo esattamente sulla piazza? Sapete dirmi qualcosa? Stavo cercando di parlare con Son Goku, ma sembrava ipnotizzato. Che cosa è successo? Non siamo morti di certo, fidatevi di me, sono già morto, so cosa si prova. Lo svegliate voi il tizio con la spada pelosa?”

Pose tutta quella serie di domande con naturalezza e sfacciataggine tipiche di chi sapeva di non aver molto da perdere, dato il frangente.

 
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view post Posted on 2/6/2018, 16:36
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Mhh... mhhhh..

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"Ah… ahhh… ah-aha-Ahahahah…"

*Rise, il respiro conteso tra la fatica e l’euforia, mentre ancora il cervello correva per stare al passo. Erano anni che non si sentiva a quella maniera: intero, forte, saldo. Un vero shinobi. E benché non gli sfuggisse la concreta possibilità che si trattasse di un inganno, di un ennesimo potere dal costo insostenibile, il suo anelito di rivalsa nei confronti di tutto ciò che di ingiusto aveva subito era tale da fargliene dimenticare il rilievo. Era la sua forma di sfogo, di riscatto: in quel momento, a quelle premesse e in danno a quegli uomini, si era sentito come mai prima. Come avrebbe sempre dovuto sentirsi.
Nessun dio meschino avrebbe mai potuto privarlo di quella sensazione.
O almeno questo era quello che avrebbe voluto credere, se avesse avuto il raziocino conservato fino a qualche minuto prima. Ora… ora non rimaneva che una creatura metà uomo e metà serpente, l’amalgama coperta di sangue a rivelare quello che altrimenti sarebbe risultato praticamente invisibile. Un vapore tenue ma costante si levava laddove l’aria raffreddava violentemente sangue e sudore sulla pelle bollente, ammantando la figura di una bruma quasi spettrale. Un demone. Cos’altro se non un demone poteva ridere di quel massacro?*


(È così atroce… così aberrante che non me ne importi nulla? Questo luogo, questi individui… non sono veri, non possono esserlo. Ma anche lo fossero…)

*Si guardò attorno, cercando gli occhi vitrei di chi era morto per mano propria o altrui. Non avrebbe saputo dire quanti fossero stati sua responsabilità, ma la colpa dello stoico sarebbe stata semplicemente il non fermare lo scontro. Posto in una posizione di potere, aveva preferito bearsene, gioire del massacro, piuttosto che tentare di evitare l’ennesimo scempio. La regola morale era chiara ed evidente, non mascherabile dall’inconsapevolezza.
Sputò in terra, una reazione lontana da lui, come lontani furono i pensieri.*


(Che si fottano. Kyo Dan, Taisei, i Kami… si ammazzassero quanto gli pare. Io ho chiuso.)

*Era il serpente ad ispirargli quel tipo di sentimento? Erano una conseguenza diretta di quanto aveva provato prima di morire? Non se ne curò, ed anzi rivolse la propria attenzione a quanto rimaneva. Il giardino era tornato silenzioso come un cimitero, nient'altro che il suo respiro via via più controllato a turbare la quiete... ma nemmeno questa volta si trattava di un equilibrio destinato a durare. Presto, proiezioni dell'irrealtà in cui era finito, altre tre figure si sarebbero manifestate sullo spiazzo creato dal muoversi delle siepi. Hideyoshi ed il serpente ne percepirono la presenza improvvisamente, attraverso la lingua guizzante della creatura. Ma non si trattava soltanto dell'odore di sangue: il loro potere era un ibrido del tutto simile al loro, pari in intensità, benché non esattamente in natura. Abbastanza comunque da rappresentare una minaccia.
Il corpo basso, piegato innaturalmente, uomo e serpente si voltarono pronti a scattare.*


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(Ma... ma che...)

"Non è possibile..."

*Era Kuro, alla sua sinistra, in groppa ad una enorme fiera nera e circondato da altre tre altrettanto imponenti. Come aveva fatto a non vederlo? No, doveva essere arrivato ora. E non era da solo: esattamente di fronte al Cantore e alla sua destra, altri due individui dall'aura surreale erano comparsi. Il secondo, in particolare, sarebbe stato semplicemente impossibile da non notare. Era enorme, vestito in maniera da ricordare quasi un boia ed armato di un numero impressionante di catene, al punto che, ad un primo sguardo, divenne quasi difficile capire se fossero le sue armi o i suoi ceppi. I capelli erano corti, rossi come la barba, e la fronte pesante sullo sguardo per un effetto ancor più intimidatorio. Niente di più lontano dal Kokage, che al confronto sarebbe apparso come una canna di bambù cresciuta al buio... la parziale invisibilità non avrebbe aiutato a riempirne la figura.
Alle spalle del colosso, ancor più grande, si trovava una creatura a metà tra l'uomo e l'orso. Un essere che, in un'altra situazione, Hideyoshi avrebbe forse potuto ricondurre alle specie di scimmia che abitavano alcune parti dell'Acqua... ma in quel chiaroscuro, e soprattutto a quelle proporzioni, si trattava piuttosto di un mostro uscito fuori da un laboratorio del Suono.*


(Diamine... e io che pensavo Ryutaro fosse imponente... questi due hanno tronchi di sequoia al posto delle ossa.)

*Pensò, ammesso che avesse qualche importanza fare ragionamenti simili in un luogo del genere. Per quanto ne sapeva, nessuna di quelle apparizioni aveva alcunché di reale... figurarsi di plausibile.
E tuttavia fu proprio l'energumeno a prendere parola per primo, la voce, nel silenzio del giardino, come due rocce che si spezzano l'una sull'altra. Sembrò rivolgersi proprio al Cantore di Lame, in una maniera confidenziale che ne denotava lo scarso spessore.
Aveva alcun senso rispondere?*


(Onestamente non ha senso nemmeno non rispondere a questo punto... ma se davvero quello è Kuro... significa che è morto anche lui? Maledizione, devo sapere dove mi trovo, cosa sta succedendo. Devo potermi fidare di qualcosa.)

*Si convinse, forzato alla frustrazione dall'irriducibile impotenza che la mancanza di informazioni gli provocava. Ogni nuovo avvenimento, in quel contesto, lo avrebbe riportato alla stessa condizione di partenza. Se avesse voluto uscirne, avrebbe dovuto iniziare a porre domande anche lui.*

"Si... hanno cercato di uccidersi, e ci sono riusciti."

*Rispose, lentamente recuperando una posizione più consona all'umano che stava interpretando. Alla stessa maniera Purple Snake allentò la presa delle sue spire riflettenti, rivelando maggiori porzioni del corpo cui era agganciato.*

"... e si, siamo ninja del Suono. Non so come tu faccia a saperlo, o cosa tu abbia percepito, ma io sono Hideyoshi, Rokudaime Kokage, e costui è Kuro, il mio scudo, la mia voce e la mia spada."

*Parlò, levando un braccio verso la sua guardia del corpo, nonostante tutti i dubbi nutriti. Scambiò con lo Spadaccino uno sguardo, per un istante intenzionato a porgli una domanda che potesse rivelarne la natura... ma anche questo sforzo non avrebbe prodotto alcuna sicurezza in lui: se davvero erano morti, se davvero si trovavano in una qualche dimensione ulteriore, un dio crudele avrebbe disposto di ogni informazione utile per indurlo in errore.
Si volse dunque nuovamente verso il colosso, incalzando.*


"Quale è il tuo nome? E di quale statua parli? Non ho idea di cosa sia successo qui, né di dove mi trovi... ma riguardo il morire non ho molti dubbi. Sono stato colpito con estrema violenza, il mio chakra prosciugato e le mie ossa ridotte in cenere. Ho sentito la vita abbandonarmi, prima che i Kami prendessero la mia anima per depositarla in questo luogo."

*Non menzionò la natura del proprio potere, né rispose riguardo il modo in cui l'aveva acquisito. Non già per la scarsità di informazioni effettive, qui, ma per un moto consapevole di cautela.
In tutto questo, immobile esattamente di fronte a lui, il secondo sconosciuto continuava beatamente a dormire. La figura, fintantoché le attenzioni del Cantore erano monopolizzate dagli altri due presenti, non gli suscitò alcun interesse... ma non appena l'energumeno le sollecitò con la sua domanda, qualcosa in Hide iniziò a non poter fare a meno di osservare lo spadaccino dormiente.
Una vibrazione, un'eco di familiarità... e, assieme ad essa, una di paura. Un brivido che aveva già percepito, gelido e bruciante al tempo stesso, il vento di diecimila inverni sul suo spirito martoriato dal Segno.*


"N-no... non io."

(Che diavolo mi sta succedendo?)
 
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view post Posted on 2/6/2018, 21:15
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A Shintou non interessava se si stessero ammazzando tra di loro. La sua lama favorì il trapasso sia dell’una che dell’altra parte senza interrogarsi sui perché e sui modi.
Erano nemici. Si erano frapposti tra lui e il suo cammino. Sarebbero stati spazzati via tutti.
Senza una lacrima. Senza un dubbio. Senza esitazione.
Vi erano troppe domande che non avevano risposte e farsele ore non faceva nient’altro che rimestare in acque torbide. Il fondo era ancora lontano. Vi era solo oscurità.
Poteva e doveva solo avanzare.
Altre forze erano all’opera. Altre strade dovevano essere percorse per arrivare fino al cuore di tutto questo.
Poteva presumere che fossero gli spiriti del kyo dan e del taisei che ancora, dannatamente irreale e stupido, continuavano a combattere per dei motivi che nemmeno la morte o questa dimensione potevano cancellare o scaraventare nell’Oblio.
Era così forte, dunque, tale volontà?
Oppure era la volontà del labirinto? O vi era una volontà nascosta come se un demone stesse giocando con loro? Come se questo fosse il suo passatempo, una mera gioia per passare l’eternità…
Infilzò la Tigre nel terreno.
Domande; enigmi nell’ombra. Se aveva trovato la Tigre significava che vi era qualcosa all’opera. Quelle cose si volevano ammazzare tra di loro e lui in mezzo a tutto questo.
Non era un caso.
Tutto sarebbe stato manifesto a tempo debito, quindi perché agitarsi?
Il gomitolo della vita era già stato misurato. Di tutti…anche di un immortale.
Soprattutto se era un samurai che serviva l’Inferno e i Demiurghi. Un immortale che non era più Jashinista.
Era il servo di quelli dell’altra parte. Il male…il caos…le tenebre…yang..la faccia oscura della medaglia.
La forza primigenia su cui si reggeva la realtà.
Ecco perché non aveva paura. Né tantomeno si stava preoccupando di questo.
Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.
A suo tempo tutto si sarebbe mostrato. Quindi preoccuparsi era uno spreco d’energia. Farsi domande solo un modo per sprofondare nelle sabbie mobili.
Inutile.
Quindi si sedette per terra e chiuse gli occhi.
Sentì il respiro della sua spada, calmo e misurato, il suo chakra ribollire con vigoria come un mare in tempesta, come se non volesse nient’altro che eruttare a mò di vulcano per scatenare tutta la potenza dell’Inferno sulla terra.
Nemmeno quella dimensione si sarebbe salvata da Shintou Agiwara quando sarebbe stato vicino a trovare la sua famiglia, ma per il momento si sedette e si addormentò.
Come sempre gli succedeva dopo ogni battaglia.
Narcolessia acuta. Forse…Shitsuki diceva sempre che su questa cosa suo marito ci marciasse un po’, perché era vero che adorava dormire 10/12 ore al giorno eppure era troppo addormentarsi di botto in ogni occasione.
Quindi quando succedeva, che fosse a casa, che fosse a casa dei genitori di Shitsuki o da altre parti gli arrivava sempre uno schiaffo bello potente a svegliarlo del tutto.
Perché aveva una brutta abitudine: era stato viziato da quattro donne.
Gli si perdonava tutto e aveva sviluppato un carattere più simile ad un futoneko malefico.
Quindi non si sapeva mai se lo facesse perché era davvero stanco o perché voleva solo dormire anche quando la situazione non lo richiedeva.
E visto che non aveva sua moglie Shintou si addormentò.
Quella battaglia era stata noiosa. Troppo…gli aveva solleticato il suo sonno mai domo.
Sbadigliò…e si lasciò andare sulla spada.
Il respiro di lei fu il suo. Entrambi quieti e tranquilli.
Due grossi felini che si addormentarono consci della loro forza e poco inclini al terrore o all’agitazione.
I loro cuori non erano umani. Non erano di questo mondo.
Erano di carne e sangue.
Erano fatti d’acciaio.
Cuore di spade.




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I tre si palesarono. Dal nulla come fantasmi; come mandanti della volontà giocosa di un demone malvagio che amava giocare con le vite altrui, come marionette su di una quinta teatrale. Stavano recitando un copione sconosciuto a loro.
Ed era capire proprio questo copione la chiave di volta del tutto.
Ma quel demone sapeva essere divertente. Mascherandosi da destino, si stava divertendo alle loro spalle. Molto divertendo.
E se vi fosse stato il vecchio Shinta, se solo fosse stato ancora vivo, Hideyoshi avrebbe dovuto pagare il debito contratto. Perché quel titolo con cui si fregiava gli era stato donato dal sangue e dal corpo martoriato del fu Shinta Himura.
Il suo trono si poggiava sul cadavere di uno sciocco. E il freddo di diecimila inverni portati dal ruggito di un vento malsano carico di fulmini e tempesta, si sarebbe presto abbattuto su di lui.
E forse il destino sapeva essere crudele perché, anche adesso, un gruppo male assortito, mosso a caso da mani invisibili, su di una scacchiera dove già vi erano le prime invisibili pedine, si ritrovava a combattere persi in chissà quale abisso.
Oggi come ad Oto.
Se solo fosse ancora vivo Shinta.
Ma era morto e sepolto nelle tenebre di Jashin.
Shintou dormiva, fregandosene di quello che era il passato e di debiti contratti. Di loro tre non gli importava nulla.
Voleva solo sua moglie.
Ma, e questo fu un bene, quei tre davano speranza. Perché?
Perché significava che, da qualche parte, sua moglie era viva. E insieme a lei sia Hikaru che kazora.
Quindi non del tutto il piano del Taisei aveva funzionato. E se Shintou poteva anche essere un caso, non lo erano quei tre.
Erano concretamente una possibilità.
Un fatto.
Un fatto granitico. Come potevano ancora essere non era dato sapere anche se qualcosa, il suo istinto più che altro, gli sussurrava che avesse a che fare con quella spada tigrata che stava dormendo insieme a lui.
Quindi sorrise…sorrise e si addormentò… presto molto presto avrebbe ritrovato Shitsuki.
E ritornò a ronfare sonoramente...

 
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view post Posted on 4/6/2018, 19:11
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Non appena quelli che sembravano dei guerrieri senza volto smisero di muoversi, completamente distrutti dai colpi di Kuro, il ninja poté notare una cosa alquanto singolare e del tutto inaspettata. Come apparsi dal nulla, ad una dozzina di metri da lui, posizionati perfettamente di lato e di fronte a lui come a creare un rombo, tre corpi prendevano forma al diradarsi della sottilissima nebbia che aveva creato lo scontro.

Il chakra di Oto era ormai di casa, non serviva certo guardalo in faccio per capire che Hideyoshi si trovasse nei paraggi, ma un chakra tanto singolare quanto spaventoso impensierì Kuro che per un attimo sospirò profondamente


Non di nuovo. Non di nuovo. Non di nuovo.
Quel dannato essere mi sta perseguitando, possibile che sia qui?


Quasi immobilizzato dalla paura, l’aura sprigionata dal ninja alla sua sinistra lo destabilizzava sempre più. Riconoscibile fino a prova contrario, il potere di Oto esplodeva dal suo corpo ma in una maniera del tutto diversa rispetto a quella di Hideyoshi, quasi all’opposto. Si tranquillizzò quando vide quel potere provenire da un ragazzo che stava beatamente riposando, quasi incurante di tutto. L’attenzione si focalizzò nuovamente su Hideyoshi, quasi dimenticandosi dell’ultimo guerriero che stanziava in quell’arena con gli altri presenti. Stava bene, sembrava aver anche lui combattuto, tant’è che le sue vesti erano sporche di sangue esattamente come gli altri. Ma non appena il cantore rivolse le parole all’altro ninja, Kuro ne osservò le fattezze, scambiandolo quasi per un’altra materializzazione di chakra.

Ma cosa..? Pensavo fossero due gorilla.

Scese dal dorso del grosso lupo, passando una mano sul suo pelo. Fece qualche passo prima di notare che le sue braccia avevano una forma insolita, più grande del solito. Sembravano esattamente due tronchi d’albero. Non aveva mai avuto il piacere di incontrare una persona così sproporzionata, tanto da mettergli una strana allegria addosso. Non sorrise, non rivolse la parola a nessuno, ma forse quella visione era ciò che serviva a Kuro per staccare l’attenzione da quella infinita pressa di potere violaceo che proveniva da Hideyoshi e l’altro ninja.

Giunse il momento delle presentazioni. Hideyoshi introdusse sé stesso, dopo aver eseguito una stranissima poca, fatta poco prima anche dagli altri ninja. La cosa stava diventando sempre più esilarante, a tal punto da indurre Kuro a pensare che tutto quello non fosse tutto reale.
Il suo chakra che sembrava riflettere le sue azioni all’interno di un enorme lupo nero, un uomo dalle fattezze totalmente fuori luogo, un altro ninja dormiente sul campo di battaglia.

Dove finiva il gioco e dove iniziava la realtà?

Come se non bastasse l’ennesima prova che servì a Kuro per fargli capire che quello che stava vivendo non era poi del tutto normale.


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Il suo corpo, quasi avvolto da uno strano alone di potere proveniente dal grosso lupo, rispose insolitamente alle parole di presentazione del Cantore di lame. Non appena pronunciò le parole “Scudo, voce e spada”, il busto ruotò leggermente verso il lato sinistro, i piedi si avvicinarono, il tallone destro si alzò di scatto. Velocissima una mano si portò verso il collo, quasi a stringere la sciarpa a mo’ di cravatta. L’espressione in viso, gelida fino a quel momento, sembrava fiera e decisa, quasi come a mostrarsi forte ai presenti.
Cosa stava succedendo davvero?
 
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view post Posted on 5/6/2018, 09:36
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Fu la Tigre a svegliare Shintou, dato che non ci stavano riuscendo i tre campioni radunati nel labirinto verde. La spada striata ondeggiò morbidamente, come la coda di un felino, ma colpì la testa dell'Agiwara con l'elsa provocando un tonfo assolutamente solido.

Le altre creature invece rimasero tranquille, più o meno. Nessuna di loro prese iniziative contro il proprio Master, ma il Lupo nero rimase fedelmente al fianco di Kuro, orecchie dritte e occhi attenti puntati sui tre individui; il Serpente ondeggiava piano alle spalle di Hideyoshi, quasi stesse facendo una danza ipnotica, e infine il Gorilla era in piedi, appoggiato sui possenti arti anteriori chiusi a pugno contro il terreno. La sua espressione era la più simile a quella umana, per ovvia natura dell'animale, e appariva crucciata, seria.

In quel mondo alienato dalla realtà, tutto taceva. Persino i loro sensi acuti non percepivano suoni, odori, sensazioni di alcun genere. L'universo era quel labirinto, e quel labirinto era l'universo.
Tuttavia, l'arena in cui erano rinchiusi (perché dei sentieri che li avevano condotti lì non vi era più traccia) non poteva essere l'ultimo avamposto del mondo.
C'era qualcosa, in direzione delle spalle di Shintou. Qualcosa che i due ninja di Oto e il Jashinista avrebbero potuto percepire come una stilla di chakra, qualcosa di debole e molto lontano... Ma che Sasaki avrebbe sentito come sua, come un familiare a lungo perduto. Era troppo lontano per essere identificato, ma lo chiamava, lo spingeva a raggiungerlo. Era un richiamo di urgenza, ma debole e sussurrato.

Il muro di edera spinata appariva inamovibile e compatto, ma questo non significava che le apparenze non potessero ingannare.



CITAZIONE
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view post Posted on 5/6/2018, 20:08
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L
a situazione era molto surreale. Poteva percepire chiaramente il loro chakra agitarsi dentro di loro, poteva sentire pulsare il sigillo maledetto soprattutto nel tizio col serpente e nel tizio coi quattro segugi al seguito. Si grattò il mento, gesto che venne ripetuto anche dal gorilla alle sue spalle.

(Quindi abbiamo bene o male vissuto tutti la stessa esperienza...affascinante) pensò ironicamente, mentre ascoltava le risposte del mingherlino a cui aveva rivolto la parola.

Sasaki: ”Nientemeno che il Kokage in persona. Ho riconosciuto in voi il sigillo maledetto, la deduzione è stata semplice, anche se il nostro bello addormentato qua...emana qualcosa di simile a voi, ma come spiegare...opposto?”

Aspettò un po' prima di rispondere alla sequela di domande di Hideyoshi. Aveva notato in lui uno sguardo esitante nei confronti dello spadaccino dalla spada pelosa, una sorta di esitazione...un qualcosa che anche in Kuro, seppur più celato, si era mostrato.

(Questi tre si conoscono? Sembra quasi ne abbiano paura...non capisco. Certo che emana un chakra strano, ma qua chi emana un chakra normale? Dev'essere sicuramente questo un punto di contatto per cui siamo qua assieme...che banda di disadattati)

Poi, quando fece per rispondere, la curiosa spada risvegliò bruscamente il suo portatore. Osservò la scena senza dire nulla, guardando perplesso la cosa. Poi si rivolse al suo gorilla.

Sasaki: ”Non ti azzardare a fare una cosa del genere te.”

Il gorilla aggettò nuovamente il labbro inferiore, sbuffando e stringendo le spalle.

Sasaki: ”Beh, che dire, mi sembra educazione a questo punto che anche io mi presenti, specie ora che siamo tutti svegli...Io sono Sasaki Keigo. Non hai visto? Forse sul campo non si è visto nulla...quando quei sigilli del cazzo si sono attivati, dal terreno è sbucata una statua mostruosa dalla quale sono partiti dei tentacoli di chakra. Sembra che nessuno fosse in grado di resistervi, huh? Beh, ci hanno strappato il chakra sì, ma non siamo morti, te lo assicuro. Son Goku mi ha disintegrato qualche tempo fa, se fossimo morti...beh, non staremmo neppure parlando ora. La mia teoria è che quella statua del cazzo ci abbia assorbiti tutti, i bijuu compresi. Stavo cercando di dire a Son Goku...il quattro code insomma, di fermarsi, ma come detto, non mi ha ascoltato, ed eccoci qua.

Ora...

Non ho idea di che cazzo stia succedendo, ho una vaga teoria sul fatto che siamo accomunati da qualcosa...voi due avete il potere del sigillo maledetto, tranne lo spadaccino peloso qua, lui è qualcosa di...mai visto, sembra opposto a voi. Io invece, ho questo”


E quando sprigionò il suo chakra, com'era successo prima, fu il gorilla a sprigionare il suo potere, esplodendo di un'energia di fiamme smeraldine che abbagliò il terreno.

”In qualche modo, Son Goku non solo mi ha disintegrato, ma mi ha anche resuscitato. E parte di lui è in me. E se vi domandate perché vi dica tutte queste cose, il motivo è semplice: dato che siamo tutti nella stessa barca di merda, più cose capiamo, prima riusciamo ad uscire da qua. Questi muri di edera di merda sembrano infiniti, e non voglio dargli fuoco, sapete com'è, non mi....”

Poi si interruppe. Qualcosa colpì i suoi sensi, come uno stiletto nel cervello, un grido acuto ma lontano, potente nella sua agonia ma debole dalla spossatezza. Qualcosa che proveniva dalle spalle del guerriero con la spada pelosa.

Sasaki: ”Là dietro” indicò con la mano ”Son Goku, mi sta chiamando”

Si avvicinò a grandi falcate al muro d'erba, oltrepassando Shintou senza farsi troppi problemi.Nel passargli accanto, dopotutto, non emanò alcun intento omicida od ostile, non ne aveva motivo. Diede solo un'ultima occhiata incuriosito alla sua bizzarra spada, ma poi passò oltre. Si sarebbe limitato ad ordinare all'edera di spostarsi, e se non l'avesse fatto, avrebbe provato a tagliarla. E se fosse ricresciuta subito, beh...a mali estremi, estremi rimedi, no?

Sasaki: ”Questa cazzo di edera ricresce subito se la tagliate, e non ci vuole un genio a capire che le spine faranno male...quindi dobbiamo tirarla giù se non si apre, qualcuno ha idee che non sia dare fuoco a tutto, per quanto l'idea mi stuzzichi?”

La casualità e la scioltezza con cui si rivolgeva ai tre sconosciuti denotavano una cosa, molto semplice nella sua banalità: ne aveva viste così tante che ormai situazioni del genere non lo agitavano neppure più di tanto, si limitava ad accettare e ad agire di conseguenza, incurante della cosa. Chi sa se il Kokage avrebbe ritenuto un'offesa quel suo modo di interporsi a lui...heh, sti cazzi se anche fosse.

(Non mi inchinerò a nessun Kage, men che meno questo)

 
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view post Posted on 7/6/2018, 18:02
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La flessuosa e miciosa spada non sembrò intenzionata a far dormire a lungo il futoneko immortale.
Non era tempo di dormire. Non era tempo di fregarsene solo perché si era forti quasi quanto un Dio.
Ne aveva viste di dimensioni e realtà diverse. Questa non gli faceva paura…ma anche se faceva finta di nulla, anche se era diventato molto più forte, anche se i suoi occhi erano aperti su realtà che quei tre nemmeno immaginavano l’esistenza, così come di chi ci abitasse, non poteva e non doveva far finta di nulla.
La spada colpì forte per svegliarlo e un leggero grugnito fuoriuscì dalla gola di Shintou.
La mano andò a massaggiarsi il punto colpito e la flessuosa spada continuò il suo flettersi e il suo ondeggiare come la coda di un gatto.
E potè sentire le sensazioni della spada.
Rimprovero.
Lo stava rimproverando; lo stava invitando a prestare attenzione. A capire con chi e cosa avessero a che fare.
Quella spada voleva il…

«..Sankaku, mh? »

Disse sottovoce.
Doveva essere il Kuro Yaida del santuario. La Lama Nera, generale degli Jashinisti. La loro falce che li guidava.
E sebbene non avesse Shitsuki, avesse perduto Kazora e Hikaru, si ritrovasse in una dimensione dove sentiva, percepiva, che vi fossero fili invisibili mossi da chissà quali demoni, non poteva permettersi di dormire.
La spada lo redarguiva.
Poteva anche andare da solo ma questo gli era capitato: un gruppo male assortito, con alcuni che risbucavano da un passato morto, ma che erano lì.
Avrebbe preferito combattere da solo ma il loro destino non apparteneva a lui; le loro vite non erano nelle sue mani e non aveva alcuna responsabilità verso di loro. Ma erano qui.
Erano con lui, in quella dimensione dove tutto era confuso.
E poi vi era la spada. Una tigre fattasi spada.
Che lo aveva atteso. Che lo aveva trovato prima di loro.
Non era un caso…così come vedere un lupo, un serpente e un gorilla vicino a quei poveri mortali non lo era ugualmente.
Era morto…o era vivo?
Morti anche loro? Vivi o diversamente vivi? Quel labirinto malefico, quelle ombre che volevano ucciderli ma che si uccidevano anche tra di loro…lui che veniva preso da quei tentacoli di chakra e tutto quello che si ricordava era l’enorme statua e l’Oblio.
Poi questo…poi la tigre…il suo chakra a far da catalizzatore…o meglio era la Tigre a farlo.
O era la Tigre stessa il loro chakra? Lo aveva sentito bene. Il senso di essere strappato di un qualcosa.
E non era il solo ad averlo provato.
Anche Hideyoshi.
Ed ora era lì anche lui…il Taisei aveva fatto qualcosa. Per tenere i bijuu rinchiusi, fino a questo punto era chiaro, ma come funzionasse quella statua, perché avesse bisogno del chakra di tutti quelli in piazza, qual’era il piano originale del Taisei non era dato sapere.
Solo che se veramente quella creatura era vogliosa del loro chakra, se era vero che l’aveva strappato a tutti quelli in piazza perché erano lì?
Dovevano essere come le ombre di prima?
Sicuro era una gabbia. Una gabbia per i bijuu e fu allora che capì il Gobi. Solo ora capì cosa si provava, davvero, ad essere rinchiuso contro la propria volontà e asservito a quella di altri solo perché qualcun altro aveva deciso scambiandosi con Dio.
Comportamento riprovevole.
Da verme.
Ma il Taisei e allo stesso modo il Kyo Dan erano fatti da mezzi uomini e vermi. E le loro sudice mani avevano inquinato il suo sacro chakra, donato all’Inferno e dell’Inferno stesso.
Blasfemia da far pagare con la morte.
Come detto prima: Ora era un affare personale.
I suoi occhi si aprirono del tutto.
Rossi come il sangue. Più rossi di un rubino e li guardarono.
Occhi dentro gli occhi.
Quindi li guardò e i suoi occhi danzarono su tutti e tre e poi..
…lentamente si alzò. Sbadigliando, certo, ma il futoneko aveva lasciato spazio al Byakko.
La mano strinse l’elsa della sua fedele compagna e con un movimento così sinuoso ed elegante, che sembrò un gatto che muovesse la coda, la spada picchiettò leggermente sulla spalla destra.
Della puerile dimostrazione di potere grezzo del Keigo, non gli prestò attenzione, così come al chakra di quei due che sembrò esplodere.
Come se vi fosse un interferenza. Come se si agitasse…ma non gli importava.
Se avesse a che fare con questo posto era interessante capirlo, in caso contrario facilmente dimenticabile e trascurabile.
E i suoi occhi si posarono, più attenti e indagatori, su quel luogo.
La sua mano fantasma, la sinistra, gli faceva male. Tentò di muovere le dita…restarono ferme. Però pulsava.
Alcune si muovevano…la cicatrice sembrava essere fatta di fuoco liquido.
Continuava ad aprirla e a chiuderla…era come se facendolo gli passasse il dolore. Un fatto meramente mentale perché fisicamente il dolore vi era sempre.
Ogni secondo. Ogni istante. mai li dava tregua. Conviverci era l’unico modo; un retaggio, un piccolo dono dell’Inferno per ricordargli cos’era diventato e per chi adesso combatteva.
Per non fargli mai pensare che potesse avere una vita normale.
Jigoku no Samurai…e questo non cambiava. Un patto che niente e nessuno poteva estinguere né cancellare.
Solo quando il mondo si sarebbe distrutto, quando questa realtà sarebbe perita tra le fiamme ed estinta del tutto, allora e solo allora quella mano avrebbe smesso di fargli male.
Fino ad allora era un memento mori eterno e indissolubile.
Il memento mori per uno Jashinista. Per il Sankaku.

Una stilla di chakra.
Una lieve increspatura su una superficie immobile. Un momento solo…ma lungo abbastanza per esplodergli dentro come il ruggito di un Vulcano.
E quindi un Bijuu era dall’altra parte?
Probabile…questa era una prigione fatta per loro. O almeno il piano doveva essere questo.
E mentre il gorilla sbraitava Shintou si avvicinò al muro fatto di edera. Lo osservò…



Ir6nodL
«Questo posto ha occhi…»



Fu più detto a se stesso che ad altri.
E la punta della spada andò a sfiorare l’edera.
Si rivolse alla sua spada. Perché vi era un patto tra di loro.
E il samurai aveva una e una sola parola. Non parlava con lingua biforcuta.
Aveva detto che avrebbe combattuto con la Tigre, che l’avrebbe aiutata e lo avrebbe fatto. Non si sarebbe tirato indietro di fronte a nulla. Perché nulla poteva scalfire il suo cuore di spade.
Nulla poteva incrinare la sua volontà; e se c’era qualcosa che poteva aiutarlo ad andare avanti, a capire i segreti di questo gioco, quella era la sua spada.
Fattasi Byakko e insieme avrebbero divelto questa realtà e trovato Shitsuki.
Era la sua essenza. La sua compagna e come tale avrebbero affrontato ogni pericolo, ogni nemico, fino alla fine di questa storia e oltre.

«Mostrami…»




CITAZIONE
<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - [Stm: -2] [Liv 1: 51/60]

"I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.

Udito: le orecchie del ninja captano il respiro e perfino il battito cardiaco del nemico, rendendo per lui uno scherzo udire i discorsi altrui anche da lontano. Questo, tuttavia rende sensibili i suoi timpani e quindi subisce +1PF dalle ferite all'Udito. Al Lv.0 l'abilità permette di percepire vagamente il mondo circostante tramite un meccanismo simile all'ecolocazione, ma con raggio pari ad 1/10 del normale.";
Liv 1: 600 m di raggio

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 2: 46/50]

"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range
 
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view post Posted on 10/6/2018, 12:58
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Mhh... mhhhh..

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(Cosa?!)

*Il brivido glaciale emanato dallo spadaccino dormiente gli correva ancora nelle ossa quando, nell'abbozzare una risposta, l'energumeno menzionò la ragione per la quale li aveva identificati come ninja del Suono. Il Segno; conosceva il Segno. La menzione fu sufficiente per riportare ogni attenzione su di lui.
Gli occhi del Cantore si allargarono per la sorpresa, poi, in un moto contrario ed immediato, si ridussero a due fessure.*


(Impossibile... chi diavolo è questo qui?)

*Tanto Otomika quanto Keiichi erano figure di spicco, e lo stesso poteva dirsi di lui e dei suoi luogotenenti, dunque nessuna sorpresa che qualcuno riconoscesse in loro un potere oscuro e misterioso. Era stato per lungo tempo uno dei marchi di fabbrica del Suono, centrale per la sua reputazione... ma che qualcuno fosse in grado di ricondurre il potere ad un'unica radice, riconoscerla e nominarla, questo era fuori dal comune, pericoloso persino. Di più, Sasaki era stato anche in grado di identificare il senso contrario del potere del ninja dormiente, in concomitanza e forse prima del Cantore stesso.
Niente di peggio di un sensitivo con la bocca larga.
Tale fu lo sgomento che, per la prima volta da quando quel dialogo aveva avuto inizio, e forse per la prima volta da quando aveva messo piede in quel luogo, Hideyoshi ricevette la nozione come avrebbe fatto nella realtà, come se avesse creduto a quanto gli stava davanti. Le regole di quel luogo, che egli lo volesse o meno, iniziavano a far breccia nel suo subconscio.
La testa del ragazzo si involava per questi ragionamenti mentre, quieto, lo spadaccino di fronte a lui guadagnava finalmente l'equilibrio. I suoi capelli erano bianchi, il volto grave e venato di cicatrici, ma a salvare Hideyoshi dal proprio riflesso erano la corporatura più possente dell'uomo, e, visibile anche nella penombra, uno sguardo rosso che in comune col suo aveva solo l'innaturalità. A circondarlo quel brivido, unico e familiare, spaventoso in ogni senso ma altrettanto invitante. Di nuovo, così come era stato con Hadaka e Mahiru, l'anelito di conoscenza e potere del Cantore si intrecciava con promesse di autodistruzione. Un tema ricorrente.*


(Un uomo a conoscenza del Segno e della sua natura... e un altro che presenta caratteristiche riconducibili, ma opposte... Kami, che diavolo di situazione...)

*Ricambiò lo sguardo dell'uomo dai capelli bianchi, affrontando nuovamente il sentore che emanava nel tentativo di comprenderne l'origine. Così come la voce che aveva sentito la notte della grande esplosione, quel brivido era conosciuto... ma come? E dove? La risposta era sulla punta della lingua, dietro un guizzo di pensiero, ma gli sfuggiva ad ogni svolta. Frustrante... ma Hideyoshi era uomo di ossessione, non di resa.
A salvarlo da quei ragionamenti sarebbe arrivato l'intervento di Sasaki, di nuovo carico di significati, corredato questa volta di una presentazione. Il nome non era nuovo ad Hideyoshi, che tuttavia non fu in grado di ricondurlo a specifici episodi: probabilmente era assurto a fama in un periodo recente, e le peripezie affrontate dal Kokage gli avevano impedito negli ultimi tre anni di acquisire informazioni compiute.
La cosa non poteva certamente dirsi per l'energumeno, che rilanciò quanto già precedentemente rivelato passando a spiegare come fossero finiti in quel luogo. Stando a Sasaki una statua mostruosa era emersa dalla piazza centrale, e da essa dei tentacoli di chakra che li avevano trascinati lì... la statua li aveva assorbiti, loro e i demoni.*


(... lasciando i corpi indietro.)

*Non poteva esservi altra spiegazione coerente. Il Cantore non poteva escludere la veridicità di quanto ascoltava, data la natura di ciò che aveva subito prima di risvegliarsi lì... ma di due cose poteva dirsi certo: il suo corpo era stato distrutto, e il suo chakra era stato consumato non dalla statua, ma dal rituale che quel folle di Kataritsuen aveva innescato. Il Segno, in compensazione del vuoto e della fine incombente, era impazzito... senza dubbio quello era stato il momento in cui Sasaki lo aveva percepito.*

"No, non il chakra. Se quel che dici è vero, Keigo-san, allora la statua ci ha privati di ben altro. Quando sono... quando mi sono sentito portare via, ho creduto davvero che una mano divina avesse preso in carico la mia anima... e probabilmente non si tratta di un'ipotesi così selvaggia.
Quanto a questo Son Goku di cui parli, come-"


*La vampata di chakra smeraldo esplose tanto intensa da forzare via lo sguardo, le ombre di siepi e prato spazzate via in uno schiocco di dita. Pur non essendo un sensitivo consumato o particolarmente dotato, Hideyoshi rinvenne chiaramente il marchio demoniaco in quell'energia. Di nuovo un potere incommensurabile, di nuovo un potere spaventoso... e nelle mani di qualcuno che non sembrava conoscerne il pericolo, nonostante quanto aveva passato.
Aveva messo in mostra quel potere soltanto per non rimanere indietro? Come fosse qualcosa di cui vantarsi.*


(... smargiasso.)

*Si ritrovò a pensare, una mano a proteggere gli occhi dalla luce finché questa, esattamente come si era accesa, non si spense, lasciando attorno a Sasaki e al mostro alle sue spalle terra bruciata. Al calore incandescente non fu dato tuttavia di regnare a lungo, perché già dopo una manciata di secondi l'erba tornò a nascondere la ferita. Per allora, tuttavia, il ninja dalla barba infuocata aveva già ricominciato a parlare, elaborando sul suo legame con il demone Son Goku in virtù di trasparenza e utilità informativa.
Hideyoshi, dal canto suo, non aveva informazioni sufficienti per un giudizio compiuto riguardo un simile legame... ma l'esperienza diretta e prolungata con simili connessioni lo aveva reso cauto e diffidente, tanto nei confronti dell'entità controparte quanto del potere che elargiva. Stando a Sasaki, tuttavia, il suo debito nei confronti del demone andava oltre la mera accettazione: la creatura lo aveva riportato in vita, ridonandogli un corpo dopo averlo distrutto, e stabilendo una comunicazione diretta recentemente interrotta.
Poco importava, a quelle premesse: premeva al Kokage un'altra questione.*


""Molto bene, Keigo-san, mi affido al tuo giudizio riguardo l'uso di questo potere.""

*Concluse, proprio mentre l'attenzione dell'energumeno era richiamata altrove, non diversamente da quella di tutti gli altri. Una vibrazione si fece strada nella mente del Cantore, l'epicentro in un punto lontano e la natura controversa. Chakra, energia, ma alle capacità sensitive di Hideyoshi un brivido indistinto. Di nuovo giunse Sasaki a chiarificarne l'origine, tuttavia: si trattava di un richiamo da parte di nient'altro che il quattro code.
Fu sull'onda di quel sentore che il ninja si mosse in avanti, passando dalla destra del Cantore ad un punto di fronte a lui, oltre lo spadaccino dai capelli bianchi. In un moto esattamente speculare Hideyoshi si volse alla propria diagonale sinistra, a Kuro, incrociandone lo sguardo per un momento prima di andargli incontro.*


(Che diavolo... ho forse qualche alternativa? Devo credere che sia tu, devo credere di non essere morto.)

*Posto in quella situazione, alla mercé di convinzioni che stavano inesorabilmente sopraffacendolo, il Kokage avanzò non senza esitazione verso il lupo e lo Spadaccino. A frenarlo, più che una potenziale reazione pericolosa da parte della bestia, il timore di quel salto nel vuoto: con lo Spadaccino non ci sarebbero stati mezzi termini, non ci sarebbe potuta essere la stessa diffidenza e distanza mostrata nei confronti di Sasaki, uno sconosciuto in quel luogo quanto fuori. Si trattava qui di negare radicalmente l'esistenza di Kuro, o, accettandola come reale, accordargli lo stesso grado di fiducia incondizionata che avrebbe preteso fuori.
Per questo gli rivolse uno sguardo grave, per questo, prima di tendere una mano in saluto, disse qualcosa che avrebbe voluto non dire. Le parole poco più che un sussurro.*


"Ho... ho bisogno di credere in quel che dice. Ho bisogno di credere che tu sia tu, e che una via d'uscita è possibile.
Sono di nuovo nelle tue mani, Kuro-san."


*Nelle mani del più crudele degli ingannatori, gridò una parte della sua mente, ancora attaccata ad un cinismo che lo avrebbe tormentato per l'intera durata di quell'ordalia. Ammesso che fosse destinata a terminare.
A tal fine, proprio mentre il Kage continuava a darsi battaglia, Sasaki e lo spadaccino dallo sguardo sanguigno si adoperavano per superare la barriera delle siepi. Diverse le ipotesi suggerite, ma a quel punto doveva essere chiara a tutti la natura peculiare della vegetazione.
Voltandosi verso i due, il Cantore tirò le somme.*


(L'erba si è rigenerata a velocità soprannaturale, e stando a Sasaki altrettanto vale per i rovi... sono capaci di muoversi a velocità altrettanto sorprendente, dunque se attaccate potrebbero rispondere. Più animali che piante, e forse dotate anche di un certo livello di senzienza...)

*Pensò, riflettendo sul modo in cui si erano mosse per accomodare il suo arrivo in quella radura. O era una mano invisibile a spostarle, o era la natura delle piante quella di indirizzare gli avventori.
Che riconoscessero chi avevano davanti?
Lo sguardo, inevitabilmente, corse alle tuniche degli uomini che si erano appena dati la morte sul prato.*


"Forse un attacco diretto non è l'idea migliore: non sappiamo chi o cosa muova queste piante, né come reagirebbero data la loro rapidità.
Kuro-san, vorrei che vestissi uno degli accessori blu vestiti da questi invasati, e ti spostassi verso Keigo-san. Io ne vestirò uno rosso, e farò l'opposto, riproducendo le posizioni d'arrivo dei due schieramenti.
Se questo luogo ha occhi ma non orecchie, se le piante sono portate a reagire ad un certo tipo di rituale, ad esempio, dovrebbero spostarsi ed aprire un passaggio. Certo, c'è il rischio di essere tagliati fuori..."


*Ipotizzò, mentre già si chinava verso uno dei caduti per spogliarlo delle sue vesti. Avrebbe atteso una reazione dello Spadaccino, sentendo quanto avesse da dire al riguardo prima di mettere in atto il tentativo.*
 
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view post Posted on 11/6/2018, 17:44
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Cercare di comprendere, nella maniera più efficace possibile, se quella fosse realtà o finzione, stava diventando sempre più pressante nella testa di Kuro e, a giudicare dal comportamento dei presenti, sembrava essere anche una loro priorità. Ma tutto questo facevo giungere alla conclusione di un discorso lineare e logico.

(Se non sono l'unico che si interroga sulla veridicità di questo posto, e palesa le proprie perplessità, vuol dire che, realtà o meno, questa è una situazione a noi comune. Potrà essere finto questo posto, ma noi quattro siamo reali e non siamo affatto morti.)

Questo era il pensiero di Kuro, che bene o male gli servì per tranquillizzarsi e provare a concentrarsi sul nuovo ostacolo: andare verso quella stranissima sensazione che avvertiva oltre le siepi. Come un richiamo, come se qualcosa lo stesse chiamando. A giudicare dal comportamento di Hide e degli altri due, non era l'unico ad aver avuto quel sentore, ma nella mente del Cantore, si attanagliava ancora il dubbio sulla veridicità di quel posto. Si avvicinò con fermezza a Kuro, spiazzandolo leggermente. Le sue parole spezzarono silenzio e fiato. Più passavano i giorni, più le sue incertezze sembravano diventare sempre più grandi, stava cambiando, ma ormai la cosa non stupiva più di tanto Kuro.
Lo shinobi allungò la mano, stringendo quella del Kokage, fissandolo negli occhi. Parlò a sua volta cercando di sdrammatizzare la situazione, cosa che stava cercando di fare sempre più spesso nei loro recenti incontri.


- Scuso, spada. Io sono io, Hideyoshi-sama, io e Shinso siamo qui per te, lo sai bene. Ma una volta vorrei essere io quello rilassato e godere di un po' di protezione.

Disse sorridendo. Ma servì a ben poco. Gli altri due presenti avevano infatti appena riferito che edera e rovi ricrescevano ad una velocità spaventosa, ritornando in posizione. Avrebbero risposto ad un eventuale attacco, il che rendeva quell'intreccio di erba estremamente pericoloso.

(Potrei approfittare di questa situazione ed attaccare. Se ogni mio attacco si trasforma in un movimento di questi lupi, forse non corro rischi, ma se dovessi fare anche un minimo errore, per tutti i presenti potrebbe essere un bel problema. Per ora forse è meglio tenere la distanza ed avere pazienza. )

- Sappiamo troppo poco per venirne a capo.

Poi l'illuminazione di Hideyoshi. Consigliava di provare a vestire i panni di quelli che erano i guerrieri caduto sotto i loro colpi, cercando di riprodurre la scena che poco prima aveva adornato quel campo di battaglia. Forse, mnemonicamente, quelle mura di edera avrebbero reagito. Kuro risultava estremamente titubante, non si fidava di quell'erba, tantomeno dei cadaveri di quei guerrieri.
Ricordava perfettamente l'ultima missione fatta con il Kokage, quella per salvare Oto e liberarla da Yo. La missione per riprendere il potere.
I corpi si muovevano e venivano manipolati senza alcun timore di offendere Kami e morte, senza scrupolo.
Ma era la decisione di Hideyoshi e sebbene fosse un suo compagno, ere prima di tutto il Kage e lui avrebbe eseguito ogni teoria avesse avuto in mente.
Si apprestò ad indossare i vestiti e si incamminò verso la posizione indicata dal capo del Suono.



GdROff - Mi sono tenuto sul vago, in caso in cui i vestiti mi inculino with sabbia. - GdROn
 
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view post Posted on 12/6/2018, 10:13
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Era Son Goku? Era una trappola? Nessuno poteva dirlo: Sasaki semplicemente sapeva che qualcosa lo stava chiamando, e dunque spronò i compagni d'avventura a cercare un modo per proseguire oltre quella muraglia ostile.

Shintou si avvicinò e toccò l'edera con la spada.
...
.....
Ma non successe nulla!

La Tigre rimase pacificamente ferma nella sua mano. Le sensazioni che gli restituì furono di allerta, c'era un vago senso di disagio dato dall'essere intrappolati da qualcosa di ostile, e sicuramente quella muraglia non era semplice edera spinata. Ammesso e non concesso che una pianta del genere esistesse.
Le foglie sfiorarono la lama e niente di più: erano vive, avevano una volontà che non si poteva paragonare a quella delle piante comuni.
E oltre a quella siepe, qualcosa. Un vago, vaghissimo déjà-vu, impossibile per lui da identificare. Non era molto lontano, né era molto forte.

A parte questo, il nulla.

Hideyoshi tentò un approccio meno violento: optò per il sotterfugio, e spogliò uno dei caduti dagli abiti che indossava. Macchie di sangue, stoffe semplici, corpi inermi e di varie stature: i due ninja di Oto trovarono senza problemi gli accessori che volevano, potendo scegliere fra una pletora di fasce, sciarpe, cinture, bracciali, copricapi. Non sembravano soldati, quanto più un gruppo di simpatizzanti che mostra la propria affiliazione tramite la prima cosa che aveva in casa.

Si avvicinarono alla siepe. Sentirono le foglie sfiorargli la pelle, le spine acuminate pronte a perforargliela. Tuttavia, non avvenne. L'edera si aprì leggermente, a fatica quasi, come se non si fidasse. Il corridoio era stretto, e le piante continuavano a strusciarsi su di loro, sulle braccia e le gambe, attorno alla vita, contro la testa. Leggere dapprima.
Poi più insistenti.
Non facevano male, ma stavano iniziando ad essere tocchi più decisi: le foglie superavano gli accessori rossi o blu e andavano direttamente alle parti scoperte, picchiettando e stringendo come mani vegetali, come ciechi che tastano il mondo cercandone la forma.

Il Serpente, che continuava ad ergersi sopra la schiena di Hideyoshi, sibilò infastidito quando i rami lo avvolsero in una oppressiva carezza.
Il Cane drizzò il pelo e scoprì i denti, le zampe intralciate dai rovi.
Nessuno si stava facendo male e il corridoio rimaneva lì, stretto e sottile, ma di certo la sensazione non era rassicurante.

E in fondo alla mente di Sasaki, un punteruolo.
Fai in fretta.
Sbrigati.
Non c'è tempo.



CITAZIONE
Prossima scadenza: 19 giugno
 
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view post Posted on 13/6/2018, 18:07
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Nulla.
L’edera, o questa cosa che assomigliava ad un edera, restava lì come un muro ma ora aveva capito qualcos’altro: la Tigre non era parte, o almeno non del tutto, di questo mondo. E questo significava che ogni cosa di questo mondo erano suoi nemici e di conseguenza i propri.
Il senso di disagio, d’allerta, che percepì dalla sua compagna furono come chiodi arroventati nel suo cervello.
C’era qualcosa di ostile all’opera; qualcosa che silente e nascosta, restava nell’ombra a tessere le sue trame da incubo. Riuscire a vederla, capire in quale direzione le ragnatele erano state tessute, questo era il compito del samurai infernale.
Era su di una scacchiera di cui non conosceva nulla; un gioco che non sapeva quale fosse, di cui non conosceva le regole e si sentì come una zattera persa in un mare in tempesta. Mossa da mani invisibili, da venti a mò di tempesta, sballottata senza freni o remore…ecco qual’era la sensazione di Shintou.
Capire. Comprendere la natura di questo luogo e le sue implicazioni, così come le sue regole avrebbe fatto la differenza, come sempre, tra sconfitta e morte. E non fu molto diverso dall’Inferno.
In fondo anche questo lo era, a suo modo, ma in fondo tutti gli Inferni erano uguali. Così come tutti i demoni…e quell’edera era solo l’ennessimo ostacolo, in una partita eterna dove si giocava sul filo del rasoio e la posta in palio era la vita.
Nulla di nuovo.
Cambiava solo il modo. L’intento era sempre il medesimo.
Ma i protagonisti cambiavano ed era nel capire chi vi fosse nell’ombra a fare la differenza.
Ma prima: superare questo muro di piante. Che tanto piante non sembravano. Avevano la forma ma vivevano di vita propria. Una volontà, seppur semplice e lineare, ma vi era. Perché? Perché erano qui e cosa proteggevano? Chi?
Quella stilla di chakra dall’altra parte? E i fantasmi di prima erano comparsi proprio da essa…quindi si poteva oltrepassare. Ma il modo, quello restava un mistero.
La sua Ryujin Jakka tornò finalmente, quieta, nel suo irezumi e la Tigre fu di nuovo al suo fianco.
Shintou accarezzò l’animale mentre i suoi occhi studiavano quell’edera.
Ma una sensazione, strana e nuova, s’impadronì della mente e del cuore del samurai infernale. Un dejà vu.
Un qualcosa di già visto e vissuto…ma dove? Quando?
Vi era qualcosa oltre quella siepe eppure quel qualcosa, quel quid oscuro, ora gli accarezzava l’anima in un gesto indefinito portando altra nebbia a sfocare ancora di più i contorni di una storia già torbida di suo.
Perché questa sensazione?
Non riuscì a focalizzarla. Non riuscì a fare luce.
Alternative? Solo la stessa con cui era iniziata questa storia: avanzare.
Ma che si basasse proprio su questo? Avanzare…erano costretti a farlo ma al buio e senza conoscere alcunché.
Era come non aver studiato il terreno di scontro, come non sapere in che posto si combattesse. Questo favoriva l’altro.
Si… era proprio così. Costringerli ad avanzare nonostante tutto, indurli a scoprirsi, a spazientirsi per fare quel passo falso che gli avrebbe condotti alle tenebre eterne.
In tutto questo, si incastrava malamente, la mina vagante di Sasaki Keigo.

«Stia calmo…»

Se l’intenzione fosse spazientirli, giocare con loro e la loro mente, in quel gruppo sgangherato la prima preda, e anche il primo più propenso al passo falso, era proprio il Keigo.
Smargiasso a tal punto da mostrare un potere puerile solo per sentirsi apprezzato da un gruppo.
Da gente che a ben vedere poco gli importava della sua presenza o della sua vita.
Una tale carnevalata era solo per ricordare, più a lui che agli altri, che il cazzo non gli era scomparso tra le mutande. Informazione a cui Shintou dava la stessa importanza che dava al suo cagare ogni mattina.
Chiunque stesse giocando lo stava facendo bene e con accortezza.
Il Keigo era scattato, come tarantolato, al solo sentire qualcosa di simile a Son Goku ma in fondo aveva la certezza che fosse proprio lui?
Era così certo delle sue sensazioni da scommettere la sua vita?
Perché proprio su questo si stava basando il tutto: non dare certezze a nessuno e giocare con tutto, mischiando ogni cosa. Tutto era niente…ma Niente era Tutto.
E su questa lieve differenza che stavano avanzando. Il passo falso di ognuno di loro significava la sconfitta per tutti.
E far leva sulle basse qualità cognitive del gorilla era molto più facile che tentare di piegare la volontà di uomo, forgiata dal Buio di Jashin, dal fuoco dell’Inferno e da una vita spesa a combattere fin dal suo primo vagito in questo mondo.

«Freni i suoi impulsi e blocchi il sangue che gli sta arrivando alla testa. Non sappiamo se sia Son Goku e in fondo non mi fiderei di nessuno a parte lei…»

Continuò ad accarezzare la Tigre continuando ad osservare l’edera; girò poi gli occhi rossi come sangue sul Keigo.



image
«Se vedo che avrà troppo sangue alla testa, e si agita troppo, gliela stacco direttamente così il problema non si pone.»


La minaccia di un sorriso comparve sul volto austero del fu samurai di Kumo.
Anche il Keigo doveva ritrovare un minimo di lucidità, invece di scattare, impazzito a mò di vergine la prima notte di nozze, al solo nominare Son Goku o presunto tale.
Ma quella sensazione che attraversava la mente del samurai, come un ombra gelida, restava perpetua e granitica. Ma darle un significato, un senso, questo era il difficile.
Non era paura, ma qualcosa il samurai provava.
Avrebbe dovuto darle al più presto una risposta… e un nome.
Dal canto suo Hideyoshi si mosse: se l’edera avesse avuto una volontà, seppur minima, potevano ingannarla.
Travestirsi come chi era fuoriuscito da essa…sembrava un azzardo ma parve funzionare.
Parve…non fu un successo totale perché l’edera sembrava si cieca, ma istintivamente cercava di capire se fossero alleati. Forse per via che avevano solo poche cose che appartenevano ad essi.
Ma poteva essere ingannata.
Avevano un apertura…minima certo ma l’avevano. Di lanciarsi tra le sue spire non era nei suoi piani, troppi enigmi, troppi punti interrogativi, ma l’idea di Hideyoshi aveva ribaltato la situazione.
Quel posto aveva occhi ma occhi ciechi: le foglie superavano gli accessori rossi o blu e andavano direttamente alle parti scoperte, stringendo come se non riuscissero a comprendere, come ciechi che tastavano il mondo cercandone di dargli una forma.
Quindi su questo potevano far leva. Era un occasione anche perché attaccarla era escluso. O per meglio dire: l’ultima possibilità, l’ultima strada percorribile se le altre avessero fallito.
L’edera si era aperta, quasi a fatica, leggermente come se fosse titubante…era perché non erano completamente travestiti?
Tentare. Questo era l’unico modo.
E così fece altrettanto. Si vestì di tutto punto, accessori inclusi, lanciando una casacca anche all’energumeno, e si affiancò ai due.



CITAZIONE
<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - [Stm: -2] [Liv 1: 51/60]

"I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.

Udito: le orecchie del ninja captano il respiro e perfino il battito cardiaco del nemico, rendendo per lui uno scherzo udire i discorsi altrui anche da lontano. Questo, tuttavia rende sensibili i suoi timpani e quindi subisce +1PF dalle ferite all'Udito. Al Lv.0 l'abilità permette di percepire vagamente il mondo circostante tramite un meccanismo simile all'ecolocazione, ma con raggio pari ad 1/10 del normale.";
Liv 1: 600 m di raggio

<attivazione/passiva> - Sensitivo - [Liv 2: 46/50]

"Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."
Liv 2: 6 Stm a turno; 2 turni necessari all'attivazione; 1 km di range
 
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view post Posted on 17/6/2018, 19:55
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F
u con grande interesse che osservò Hideyoshi e Kuro indossare parte delle vesti dei venti guerrieri caduti in mezzo a quella piazza e, in direzioni opposte, ricreare la scena che si era presentata agli occhi di tutti poco prima. Osservò con attenzione come l'edera toccasse la pelle esposta, cercando di stringere, come a tastare, quasi ad assaggiare quello che stava passando, ignorando però laddove il corpo era coperto dalle vesti rosse o blu.

(Uhm, interessante intuizione, non sei uno sprovveduto allora, caro il mio Kokage il cui numero ho già scordato)

Mentre osservava ancora l'edera avvolgere il corpo di Hideyoshi, che scomparve in mezzo alle fronde, poté udire le parole del bel l'addormentato. A quel suo “stia calmo” si girò perplesso, perché gli apparve molto insolito che qualcuno a primo acchito gli desse del “lei”. Abituato com'era nei suoi anni ad essere trattato meno di zero, quella strana forma di cortesia lo lasciò perplesso.

Sasaki: ”Hmm? Calmo? Ti sembro agitato, bimbo? Hai vissuto in un convento fino ad ora se credi che sia agitato...”

Disse scioccato e divertito al tempo stesso. Per un attimo la curiosa sensazione che fosse l'unico a giocare di squadra gli passò per la mente: aveva visto lo sguardo di tutti quando aveva fatto esplodere il suo chakra, e il pensiero che avessero preso quel suo gesto come dimostrazione da smargiasso gli solleticò un sorriso sul mento. Avrebbe quasi potuto darsi uno schiaffo in faccia, perché se davvero avevano ritenuto che quello fosse un gesto da spaccone e non avevano compreso le sue vere intenzioni – ovvero condividere quante più informazioni possibili – allora aveva largamente sopravvalutato i suoi compagni.

Gli era bastato assaggiare appena il loro chakra per capire un bel po' di cose. Prima tra tutte: il paradosso che fosse una montagna di muscoli come lui, con quasi assoluta certezza, ad avere il maggiore controllo sul proprio chakra.

Da Kuro aveva percepito un disturbo nella Forza. Ehm, scusate, wrong universe, aveva percepito un'interferenza causata dal contrasto che il suo segno aveva sprigionato dopo che era venuto a contatto con il chakra della Natura. Aveva percepito la stessa energia da lui usata durante la guerra fratricida di Yoori, e poteva chiaramente sentire il marchio combattere ancora adesso i residui di chakra della natura che Kuro aveva interiorizzato, ma non smaltito. Quindi, lo Scudo e Spada del Kokage, almeno potenzialmente, poteva rivelarsi un valido alleato, se davvero poteva richiamare tale chakra (ammesso e non concesso che in quel posto si potesse...).

Dal bel l'addormentato aveva notato lo strano marchio sulla mano, che appariva diversa dall'altra. Sembrava quasi che avesse stretto una catena incandescente che avesse lasciato il marchio talmente a fondo nella sua carne che lo stesso genoma ne era rimasto bruciato. Il ché era ironico, se si pensava a quante catene portasse addosso Sasaki. Inoltre, quel chakra così opposto a quello dei due – dichiarati – ninja di Oto, unito a quegli occhi...non era il sigillo e di certo non era nulla di neppure lontanamente paragonabile a Keiichi, però chiaramente non era proprio uno sprovveduto.

E da Hideyoshi era arrivato il colmo. Perché da lui percepiva qualcosa di molto strano, una natura del suo essere multipla. E lo aveva riconosciuto. Oh sì, era così chiaro cazzo, anche se trasformato, anche se non puro, perfino nel Kokage scorreva parte del chakra di Keiichi. Dopotutto, era forse ovvio, era il suo successore al trono del Suono, però aveva fatto una bella fatica e non rimanere a bocca aperta. Dal fisico provato, sembrava che qualcosa stesse rodendo Hideyoshi continuamente, una cosa che aveva in comune con Spada Pelosa.

A questo si aggiungeva il fatto, evidente dalle reazioni viste, che quei tre si conoscessero. Bastava poco per fare qualche somma algebrica e tirare due fili di connessione...quali fossero i punti in comune con ognuno di loro, Sasaki li vedeva alla luce del sole. Solo lui era un'incognita per loro e aveva quindi deciso di esporre, in maniera molto pacata – ingenua all'apparenza - quasi ogni cosa.

(E quello che ho ottenuto è stato moltissimo huh. Babbei. Sono navigati, non lo discuto, ma se non capiscono che qua non possiamo fare tutti i galletti o non ne usciamo più...cazzo, quando sei il più intelligente in una stanza, hai sbagliato stanza.)

Sasaki: ”Porca troia bimbo, hai le orecchie piene di cerume? Mammina non ti ha insegnato a lavarti? È così che ti sei fatto quella bella cicatrice sulla mano? Ne vuoi altre?” rispose quando il nanerottolo gli disse ulteriormente di frenare il sangue che gli andava alla testa. Caspita, davvero aveva dato prova di essere agitato?

Poor little child, he couldn't be further from the truth.

Sasaki: ”Uao, ti fidi di una spada....va bene” disse sornione sollevando il pollice, poi si avvicinò un poco, seguito dal suo gorillone. Il sorriso sul volto ma occhi che emettevano una furia omicida selvaggia e feroce.

evil-grin

”Bimbo, per fare queste minacce dovresti prima uscire del tutto dall'utero di tua madre, non trovi?
Ah.
Io le teste le strappo”



Il gorilla imitò il rumore di una bottiglia di saké stappata, mimando il gesto con un sorriso a 32 denti che mostrava le zanne aguzze.

Sasaki: ”Ora, se sua miciosità ha finito di miagolare nel tentativo di apparire un leone, potremmo fare altro”

Senza dire altro, si coprì interamente, come meglio poteva per uno del suo fisico, con i vestiti degli stessi colori che aveva preso Hideyoshi. Il fatto che il Gattino seguisse il Cane era davvero spassoso, ma si riservò dal fare altre battute sarcastiche, non aveva più voglia di giocare con quella palla di pelo.

Soprattutto perché aveva percepito un secondo richiamo. Il sorriso si spense. Doveva fare presto.

(Hum...andiamo a vedere cosa combina lo smilzo col serpente...)

E sparì anche lui tra l'edera. E se i rami avessero opposto resistenza anche a lui, nonostante fosse ora vestito in maniera ridicola, avrebbe dato fuoco alla notte.

(E allora sì cazzo che mi vedrai col sangue alla testa, bimbo)




Mantengo attivo Sensitivo ovviamente.
 
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view post Posted on 19/6/2018, 21:21
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Mhh... mhhhh..

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*Avventato e temerario che fosse, il piano di Hideyoshi sembrò rendere sensibili risultati. Vestite le insegne dei fanatici e postosi di fronte al proprio lato della siepe, egli la udì rimestare e frusciare, quindi, timidamente e quasi forzatamente, aprirsi.*

(Beh, è qualcosa...)

*Che davvero si trattasse di un rituale di qualche tipo, che fosse nella natura delle piante o che si trattasse di una trappola molto ben congegnata, un passaggio timidamente prese a mostrarsi. Inizialmente il Cantore sentì il tocco dei rovi sulla pelle, le fronde opporsi al suo avanzare, ma quasi subito la presenza dell'accessorio avrebbe imposto loro di ritrarsi. Ciò avvenne lentamente, e non senza tentativi di sortita; dapprima indietreggiando, presto le spine avrebbero ripreso coraggio, sondando il profilo del Kokage e posandosi sulla pelle appena il tempo necessario a trasmettere un chiaro messaggio: chiunque stesse tentando di superarle, chiunque volesse rompere l'ordine che avevano costruito guidando tutti i convenuti alla radura, non era al sicuro.
Di ciò Hideyoshi poté dirsi certo, mentre le piante lo circondavano: se avesse fatto un passo falso, se avesse rimosso i colori dei fanatici o si fosse mosso bruscamente, le piante lo avrebbero fatto a brandelli. Lui e Snake Purple, che sibilava sonoro il proprio fastidio a differenza della sua controparte umana. Il giovane albino era una maschera di cera, il tocco delle spine sulla pelle assente e distante, impercettibile. Anche lì, in quella dimensione senza alcuna pretesa razionale, i danni che il Segno aveva inflitto al suo corpo lo raggiungevano... e, incredibile a dirsi, questa volta poteva quasi trattarsi di un dato positivo.
Era davvero messo tanto male?*


(Chakra prosciugato, corpo schiacciato da una statua gigante, anima dilaniata da piante assassine... le doglianze riguardo il Segno sono superate da un pezzo.)

*Si disse, sopprimendo quello che altrimenti sarebbe quasi apparso come un sorriso, mentre le gambe lo conducevano ancor più addentro. La traccia di energia che Sasaki aveva attribuito a Son Goku si faceva più intensa, o meglio spediva brividi più acuti lungo la spina dorsale... difficile descrivere la sensazione; tutto ciò che Hideyoshi sapeva era che non sapeva assolutamente nulla, e più frustrante della mera ignoranza era la necessità in cui era piombato. Doveva fidarsi di shinobi mai visti prima, l'energumeno in particolare, sperando che seguire quel faro di chakra non li condannasse definitivamente.
Lo sforzo che Sasaki aveva fatto per giocare di squadra, per appianare qualsiasi asimmetria informativa d'ostacolo alla loro sopravvivenza, avrebbe altrove senz'altro incontrato accuse di ingenuità da parte del Cantore di Lame. Non era nella sua natura fare quello che l'uomo aveva fatto, esporsi a sconosciuti in terra sconosciuta... ma più tempo passava in quel luogo, più inevitabile appariva la necessità di collaborare, e non solo all'atto pratico.
Mai un moto volontario, quello di rivelare le proprie carte si sarebbe presto imposto un compito improrogabile.*


(Già... ma quali carte? Non sono un eremita, non sono un sensitivo, e il Segno non è un segreto...)

*Pensava, mentre alle sue spalle l'energumeno e il giovane dai capelli bianchi si scambiavano frecciate. Sasaki non aveva nascosto la propria familiarità con il Potere di Otomika; ne conosceva il nome, e al tatto anche la natura. Come e perché, e chi altri attraverso lui ne fosse venuto a conoscenza, rimanevano domande che non potevano rimanere a lungo senza risposta. Non se erano destinati ad uscire vivi da lì.
Esattamente all'opposto rispetto alla posizione del Cantore, Kuro aveva intrapreso il suo stesso percorso adoperandosi proprio a tal proposito. Hideyoshi non si voltò, non poté vederlo, ma non dubitò che lo Spadaccino avesse a sua volta affrontato i rovi. Forse era stato proprio il loro approcciarsi sincronico a farli spostare.*


(In un modo o nell'altro finisco sempre col metterti in prima linea, a fare di te un pezzo centrale di qualsiasi folle proposito mi salti in testa.
O sono io il peggiore dei Kage, o sei tu il migliore dei subalterni.
Forse entrambe.)


*Alle sue spalle un fruscio familiare anticipò il muoversi delle piante, sollecitato da un passo solido e pesante. Qualcuno stava seguendo il suo esempio, e pur non potendo voltarsi Hideyoshi intuì per esclusione di chi potesse trattarsi.*
 
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view post Posted on 20/6/2018, 21:07
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Artificial Flower's Lullaby

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La siepe era lì per sbarrar loro il passo? Per proteggere quello che c'era dietro? O per proteggere loro?
Oppure era una gabbia in cui rinchiudere quattro animali affamati e proni al dilaniarsi l'un l'altro?
Non partivano bene, ma poteva andare peggio. Avevano solo snudato un po' i denti, avevano marcato il territorio, finché si limitavano ad alzare la zampa e fare pipì negli angoli sarebbero potuti sopravvivere.
O forse no.

La siepe si aprì al loro passaggio, tastando nuovamente le parti del corpo scoperte. Il volto, una mano, una caviglia, ma il suo tocco era molto meno fastidioso di quanto Kuro e Hideyoshi avevano provato al primo tentativo. Evidentemente l'idea di travestirsi era stata buona, il cosplay apprezzato, e una volta constatato che i quattro uomini potevano superare il dress code, ecco che la strada si fece più agevole.

Dentro la loro testa, l'urgenza saliva. La necessità di muoversi e andare avanti era drammatica per Sasaki, come se lo stessero tirando per la cintura imponendogli di avanzare, ma anche gli altri tre potevano percepire come un richiamo senza parole, un fischio non percepibile con le orecchie.

Il corridoio vegetale era comunque stretto, e dovettero fare attenzione per non graffiarsi con le spine... Ma quando finalmente videro la luce, questa era rossa. E blu.
E aveva la forma di due draghi.

L'ambiente era ampio, una parete di roccia sigillava qualsiasi possibilità di avanzamento, e davanti alla montagna si apriva un'area di erba corta e verde, di un centinaio di metri di diametro.
Incatenato alla parete, però, c'era qualcuno di noto. Anche se qualcuno di loro poteva non averlo mai visto, la sensazione era chiara: era la creatura che li stava chiamando.



Nell'istante in cui pronunciò quelle parole, le catene si strinsero con più forza attorno alla sua gola e ai polsi, tirandolo contro la montagna.
Il pesantissimo acciaio che incatenava Son Goku era pervaso da una luce azzurra, la stessa che animava il drago fatto di pura elettricità che volteggiava alle spalle di un guerriero vestito di blu.



Indossava una elegante armatura da samurai e portava tre katane, dall'elsa più sottile di quelle a cui normalmente potevano essere abituati a vedere. Era alto, muscoloso, con l'occhio destro coperto da una benda e l'altro color dell'ambra, ma vivo della stessa ferocia combattiva che era rappresentata dal suo drago.

Di fronte a lui, un altro samurai. Rosso però, come rosso era il suo drago di fiamme ardenti che si diramava attorno alla naginata che impugnava con entrambe le mani.



Erano disposti a dieci metri l'uno dall'altro, a circa una trentina dal punto in cui i quattro shinobi erano sbucati. Alle loro spalle si trovavano una trentina di persone, con gli stessi colori che sembravano regnare in quel luogo: metà vestivano di rosso, metà di blu.
La metà blu era asserragliata dentro una specie di gabbia di energia, evidentemente un sigillo, visto che quattro uomini erano in piedi ad ognuno degli angoli e alimentavano la barriera. Questa stava reggendo ai colpi dei guerrieri in rosso, che tentavano di abbatterla in ogni modo, ma senza successo.
All'interno del sigillo, sei persone erano sedute in cerchio e si tenevano per mano, le altre erano in piedi, all'erta.

Tutti si fermarono quando Sasaki, Kuro, Shintou e Hideyoshi uscirono dalle frasche.

«Beh? Vi eravate persi?» li apostrofò il ragazzo in rosso, approfittando del momento per prendere fiato. Era evidente che i due campioni stavano combattendo da un po': i segni di bruciato sul terreno, i loro volti sudati, le armature segnate da ammaccature e bruciature varie.

«Un momento... Non siete della mia guarnigione.»
Il suo occhio era fisso in particolare su chi portava i drappeggi blu.
«Beh, in ogni caso, datevi da fare! Dobbiamo tenere questi pazzi del Kyo Dan lontani, e terminare il sigillo!»

Il samurai in rosso agitò la lancia, e il suo drago si coprì di fiamme.

«Tsk! I pazzi siete voi, che avete mandato tutto all'aria, imprigionandoci qui! Libereremo Son Goku!»

Anche il drago di fulmini intensificò il suo manto elettrico, alzandosi con la testa e aprendo le zanne.

«E liberandolo farete crollare il Gedo, uccidendoci tutti! Come avete sempre cercato di fare, no?»

Un po' si somigliavano, i due. Dimostravano pochi anni di differenza, e l'accento era uguale: un accento provinciale, di un qualche paese minore che si era tenuto lontano dalle influenze delle grandi potenze ninja. Forse erano concittadini, forse addirittura fratelli...

Il punto era: a qualcuno fregava qualcosa di chi fossero?
C'era uno scimmione di dodici metri incatenato a una parete, che faticava a parlare e guardava tutti con un certo disagio dipinto sull'enorme muso.



CITAZIONE
Scegliete un colore, mantenendo ciò che mi avete detto, ovvero Kuro e Shintou sono del colore opposto a Hideyoshi. Specificatelo e giocate di conseguenza, i due comandanti non vi conoscono e per questo turno penseranno che siete dei loro a seconda di cosa indossate.
Ovviamente potete scegliere di infrangere le loro speranze, oppure di alimentarle.

Prossima scadenza: 27 giugno
 
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60 replies since 6/5/2018, 10:51   1620 views
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