| Lo sguardo si mantiene ancora sul possente Matatabi, quasi incapace di distaccare le iridi da quella figura la cui apparizione sembra essere riuscita a stroncare sul nascere la rabbia che lo attanaglia ogni giorno, in ogni momento. Una sensazione che lo ha semplicemente lasciato...vuoto, libero sì di pensare a mente lucida senza compiere alcuno sforzo ma in una situazione in cui non c'è soluzione. Perché dalle parole del demone tutti i suoi dubbi, le sue supposizioni, vengono confermate: sono dentro al Gedo, e se persino il demone si è rassegnato -perché è questo ciò che fa quell'essere mostruoso- allora che speranza potrebbero mai avere loro di uscirne? Il flusso dei propri pensieri viene interrotto da Sumyie nel momento in gli porge il proprio bastone. Osserva stranito la figura di lei, alternando l'attenzione dal volto al sostegno: nessuno aveva mai mostrato un briciolo di considerazioni per la sua persona ed effettivamente vi rimane di sasso perché no, non poteva lontanamente immaginare la sua offerta. Una parte di sé vorrebbe rifiutare per orgoglio, eppure dal canto suo sente le fitte alla gamba lesa come una compagna fastidiosa, e d'altro canto sa bene che qualora fosse ancora necessario sfoderare la propria lama per come è messo ora dovrebbe rinunciare al suo unico sostegno e ciò inevitabilmente lo indebolirebbe ancor prima di offendere. E' per questo che devia il proprio peso corporeo sulla gamba buona, flettendola visibilmente mentre poco dopo va a reinfoderare la pesante mannaia dietro la schiena. Prende il bastone che gli viene dato, ringrazia con un sommario cenno del capo prima di osservare gli shinobi con lui. Parole, domande, spunti...
Inutile
Quel pensiero di puro cinismo è l'unica cosa che si palesa nella sua mente, accompagnato da uno scossone del capo. Non ci sono ordini che può fornire al proprio gruppo, non c'è niente di sensato e qualunque cosa vada a richieder loro è evidente che non servirebbe a nulla se non a concentrare con presunta inutilità i loro sforzi su...quali scopi? Fare da camerieri al bijuu?
Scusate
Infine, pronuncia quelle parole passando lo sguardo sul gruppo con lui, concentrandosi sopratutto su Nami, il capo che s'inclina a destra.
Non ha senso darvi ordini, non qui...
Si guarda attorno, la bocca che rimane socchiusa mentre gli occhi per un momento vanno completamente a serrarsi. Il sangue scorre lungo la propria gamba, eppure lui continua a parlare come se nulla fosse.
Siete liberi di agire come volete
Conclude quindi, ora il peso corporeo che viene riequilibrato, il braccio che preme sul nuovo sostegno mentre muove le sue attenzioni su Sumyie.
Hai notato che quei fuochi sono dello stesso colore e spessore di quelle che Matatabi ha emanato poco fa?
Domanda, scuotendo quindi il capo, non ha risposte e questo in altre circostanze lo avrebbe fatto incazzare, ma ora non può far altro che essere pacatamente cinico: non ha senso disperarsi, così come non lo ha arrabbiarsi...
O sottomettersi
Non spiega ulteriormente ciò che ha notato, piuttosto muovendo ancora un paio di passi verso il demone, ricercandone ancora lo sguardo acceso. Non si piega, non ha paura e non perché sia sconsiderato, ma perché non ha senso farlo. Ci si sottomette per paura, paura di morire e di essere annientati, eppure in questo luogo non c'è alcuna certezza sulla sopravvivenza, e d'altro canto le poche cose dette dal bijuu fanno intuire che egli sia un potenziale ricettacolo di informazioni importanti, che possa permettergli di fare l'unica cosa che veramente brama: dare un senso a tutto questo, un senso senza dubbio terribile se riesce a trasformare una belva mortale in una pacata e pigra creatura. Non fa comodo a nessuno che il più forte in quel luogo reagisca in una maniera simile, non è utile per loro così come non lo è per lui. E per una volta considera anche il Matatabi nei suoi ragionamenti come vittima, perché questo è: vittima della loro idiozia, ed in un certo senso si sente responsabile della sua situazione, perché con la loro cieca fiducia nella possibilità di piegare il Taisei in qualunque momento non ha visto l'evidenza. Nessuno ne sarebbe uscito vivo.
Stronzate...
Prorompe alla volta del demone, la voce roca che acquisisce una rinnovata decisione.
...Se fossimo così insulsi, se davvero ti bastassero i tuoi giochi, li avresti già recuperati da te sbarazzandoti di noi...o non li avresti mai lasciati andare
Commenta. Sa bene che quelle parole risuoneranno fastidiose, eppure è convinto che provare a scatenare una reazione da parte della creatura sia l'unico modo per uscirne assieme. Una pausa quindi, un sorriso che ha un che di fottutamente nervoso che compare sulle sue labbra: da dove le ha prese le palle per parlare in quel modo ad un essere che può schiacciarlo come un moscerino? Semplice dalla consapevolezza che, nel bene o nel male, se son confinati in quel luogo col bijuu la sopravvivenza non è più qualcosa di cui preoccuparsi. Dopotutto, essa può preoccupare solo nella misura in cui si ha un controllo su di essa e qui, in questo "giocattolo", tale controllo è venuto meno: non gli importa ormai, tanto che succeda ora o tra settant'anni cambierà poco dato che sempre in quel luogo, da ciò che dice il Matatabi, rimarranno. Tuttavia
...la nostra ignoranza, la nostra idiozia, ci ha portati qua...immagino che non sia così sbagliato scontarla sulla nostra pelle...la nostra anima...
Esita, quasi non stesse credendo a quanto sta per dire.
...E' tutto sommato una giusta pena, per chi ha probabilmente contribuito a distruggere l'umanità
Ed è dannatamente vero, nel nome di un controllo che non hanno mai realmente avuto hanno giocato con qualcosa più forte di loro con totale stupidità ed idiozia. Volevano il controllo, eppure l'unica cosa che avrebbero dovuto fare, sarebbe stata di uccidere tutti i membri del Taisei e del Kyo-dan, e così come loro erano entrati in possesso di rituali di confinamento, di interazione, così prima o poi anche loro vi sarebbero riusciti, ma così non è stato. Hanno preferito dannarsi, ed ora si meritano tutto quello che succederà.
Dici che non è andato tutto come previsto...che non sanno giocare con i loro giocattoli...avrebbe dovuto funzionare diversamente?
Domanda ora, tornando alla propria razionalità: ha aperto uno spiraglio con l'empatia e la consapevolezza ed ora deve solo sperare di essersi guadagnato l'interesse della creatura quanto basta per ottenere qualcosa di utile da quella discussione. Chiamala testardaggine, chiamala idiozia, a suo modo non vuole credere davvero di essere senza speranza, che tutto si concluderà nel nulla: la storia del Diavolo non è ancora terminata. Sospira quindi, deglutendo poco dopo, lo sguardo che rimane ancorato su quella figura. Sente di nuovo il metallo della spada pulsare, segno che ora in quel suo tentativo di trovare un senso, escogitare una soluzione, non vuole lasciarlo solo: per una volta non lo combatte per i suoi scopi, non lo manovra ma piuttosto gli da la forza di proseguire. Chiude gli occhi e la richiesta che deve fargli è ormai chiara.
Hai detto che il giocattolo è difettoso...se è così ha per forza un punto debole, qualcosa che ci permetta di uscire da qui...
Riapre gli occhi quindi, un colpo di tosse a schiarirsi la voce.
...puoi immaginare cosa sia? Dove sia?
Lo sottolinea.
Diccelo, guidaci ad esso e noi faremo tutto ciò che è in nostro potere, sino all'ultima goccia di sangue, per distruggere questo posto
Le ultime parole che risuonano con una chiara vena di risentimento, un ringhio dettato dall'ira per un confinamento forzato, una pena che voleva infliggere ma che non era pronto a patire. Ironico eppure tipicamente umano.
Se non ti puoi fidare di noi, affidarti a noi per ciò di cui siamo responsabili, puoi credere al fatto che non ci arrenderemo se c'è ancora una possibilità, per quanto remota...è questo ciò che ha portato l'umanità ad adorarvi e combattervi, a sviluppare mezzi per ingaggiarvi e per compiacervi, lo SAI che non è nella nostra natura arrenderci. Nel bene o nel male
Ed è allora, vedendolo voltarsi e raggomitolarsi che scuote il capo, picchiando con forza il bastone per terra come a fargli tacitamente intuire che no, non ci sta a farsi trattare come un inutile insetto. Non adesso, non oggi. Si volta dunque verso i propri compagni, i quali paiono già essersi in marcia per trovare i suoi oggetti, i suoi preziosi giocattoli.
Non troverò i tuoi giocattoli perché voglio compiacerti, non me ne faccio nulla...lo faccio perché spero che in questo modo le mie colpe siano più sopportabili
Ultimo commento che volge al Matatabi prima dunque di affiancare gli altri nella ricerca di quei preziosi cimeli. Uno sguardo a quella piuma circondata da fuochi fatui, quasi per provare tenta di allungare la mano per prenderla ma ecco che poco dopo i fuochi fatui la allontanano: ragionando secondo quanto fatto notare in precedenza, sembra che le emanazioni dei bijuu vogliano "giocare" per fargliela prendere, eppure lui ha una gamba malandata, non può permettersi un gioco di gambe sufficiente a prenderla, ed è per questo che si volge a Nami nello specifico, indicando con un cenno del capo la piuma.
viste le mie condizioni, non so quanto possa essere in grado di prenderla, se sei in grado di farlo, te ne sarei grato
E così dicendo lascia alle proprie considerazioni la cacciatrice, camminando con calma eppure tenendo la schiena raddrizzata, non è questione di mostrare debolezze, è che semplicemente non ci sarebbero pro a mostrarla. Infine arrivano innanzi al forziere che pare smuoversi, i fuochi fatui si zittiscono ed egli si limita a serrare la destra sul manico della propria spada. Si sposta sulla sinistra, attendendo che eventualmente sia Akio ad aprire quel forziere, preparandosi a reagire qualora la situazione degenerasse. Non può fare altro, se non sostenere i propri compagni nelle loro scelte.
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