| Alloggi dei monaci del Sole, Yuki no Kuni, 15 gennaio 249 "... hai il comando del villaggio mentre sono via. Cercherò di mantenermi in contatto al meglio delle mie possibilità, ma non dovessi tornare...""Non sarò io a comandare queste persone, Hideyoshi-san, né loro a seguirmi. Non importa l'investitura. Se tu rimani ucciso, vittoria o sconfitta, il Suono..."*Il Suono è finito. Si fermarono sulla soglia del tempio, di fronte la scalinata per un cortile seppellito nella neve. Il pavimento in marmo era sparito da mesi, e le sculture votive che ne adornavano gli angoli si mescolavano perfettamente con il candore circostante. Erano loro due gli intrusi, forestieri che nessuna pelliccia locale poteva mascherare. Il Cantore si voltò verso la donna, le labbra piegate in un sorriso inatteso. Nonostante tutto sapeva che Kira non gli avrebbe nascosto quella nozione, per quanto ovvia fosse, qualora lui avesse deciso di rivolgerle le dovute cerimonie. E tuttavia un passaggio di consegne, nonostante le prospettive, doveva avvenire… anche se il Cantore sapeva che la promessa fatta lo vincolava solo personalmente, doveva assicurarsi che le sue conseguenze pratiche avessero un esito. Anche minimo, anche nelle mani di un leader non intenzionato a portare avanti le sue responsabilità.*“Il Suono appartiene a chi ha la forza e la volontà di guidarlo, Kira-dono. Né più né meno. Così è sempre stato. Non ti chiedo di prendere una responsabilità simile: ti chiedo solo di adempiere alla parola che ho dato. Al meglio delle tue possibilità. Altrimenti per questa gente sarebbe meglio che i demoni prevalessero.”*Confessò, inclinando il capo in direzione degli alloggi da cui provenivano. Anche ciò non avesse significato la fine del Suono, i monaci non erano in grado di farsene carico a tempo indeterminato, e Yuki no Kuni rimaneva un luogo estremamente inospitale nei confronti dei forestieri. Coloro che si erano prodigati per lui sarebbero stati costretti ad una marcia di ritorno a case abbandonate o mai possedute, tra la neve e la devastazione. Il mondo era già abbastanza meschino così com'era, senza che le loro si aggiungessero all'enormità di parole vuote che le due fazioni sembravano ora lanciarsi addosso in forma cartacea. Il mondo spettatore. Il messaggio del Kyo Dan era arrivato nel primo pomeriggio, forte di parole che non potevano trovare orecchio nel Cantore. Hideyoshi non aveva mai avuto il lusso di permettersi uno schieramento legato alle proprie convinzioni, anche ne avesse avute. Aveva accettato l’aiuto ed il consiglio di Utako, nonostante tutti i suoi dubbi, ed aveva combattuto al suo fianco per il Suono. Unicamente per il Suono. Faticava ormai a ricordare l’ultima volta in cui aveva preso una scelta per sé stesso, da sé stesso. La ferita che portava sopra l’occhio destro gli rammentava ogni notte, ad ogni pulsazione l’ironia e l’intricatezza del proprio significato: Hideyoshi era schiavo di sé stesso e delle sue responsabilità… ma il Kokage… il Kokage era il Suono, ed il Suono era sopravvissuto fin lì per affermare la propria autonomia. Che cessasse di esistere o meno con la morte di Hideyoshi dipendeva interamente da chi l’avrebbe succeduto in questo sforzo.*“Molto bene… anche se preferirei venire con te piuttosto che attendere qui una simile eventualità.”“In questi mesi ti sei riconfermata una kunoichi senza pari ed un’amica inestimabile, Kira-dono. Non affiderei a nessun altro un compito simile, e nessuna raccomandazione arriverà a sovrascrivere la mia fiducia nelle tue capacità. Quando e se servirà, farai la cosa giusta”“Smettila di parlare come se stessi salendo sul patibolo, non sono Yumi-san, con me la tua lingua forcuta non attacca.”*Lo avvertì, il suo turno di sorridere, mentre tendeva una mano in saluto. Il Cantore la strinse, e si sentì trarre in un abbraccio, uno a cui non resistette.*“A presto, Kira-dono. Prenditi cura di Yukai-san e Yumi-dono.“È più probabile che saranno loro a volersi prendere cura di me… ma d’accordo. Non fatevi ammazzare, per favore.”*Un auspicio che il Cantore sentì di condividere appieno. Dopo tutti i sacrifici sopportati, dopo tutti gli amici lasciati indietro, morire era l'ultimo dei suoi obiettivi. Avrebbe visto il Suono tornare ai suoi fasti, prima della fine. In quel momento, abbracciando Kira, e pur non sentendo alcun calore baciargli i palmi delle mani, Hide vi credette fermamente. Così si lasciarono, ciascuno sperando nell’altro, e, mentre scendeva la scalinata ed attraversava il cortile innevato, il Cantore sentì più forte che mai il bisogno di non andare. Si avviava verso uno scontro che avrebbe fatto impallidire la battaglia di Kumo contro Watashi, uno da cui molto probabilmente non sarebbe uscito... ma doveva comunque tentare, fare la differenza, garantire al villaggio un futuro. Volentieri sarebbe andato da solo, ma sapeva che questa volta non sarebbe riuscito a trattenere il suo compagno dal seguirlo. Questa volta non c'erano scuse. Ne incrociò lo sguardo all'uscita del cortile, la pelliccia bianca del mantello reclinata contro una delle due colonne d'accesso.*"Scusa per il ritardo, Kuro-san. Sono pronto."GDROFF///Non so cosa sia successo, ma me l'ha postata due volte.///GDRON
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