Adunata - Shuukai 集会, Per coloro che parteciperanno all'evento e non.

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¬BloodyRose.
view post Posted on 19/4/2018, 20:59 by: ¬BloodyRose.     +1   -1
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Vivere quelle successive settimane facendo finta che nulla fosse realmente accaduto, come se non esistesse altro che la solita routine, senza demoni dalle molteplici code a piede libero in giro per il continente, era piuttosto surreale. Dopo quello strambo viaggio nella lande uggiose della lontana Ame, si era praticamente imposto di dimenticare, di passare oltre quello che aveva sperimentato durante quei lunghi giorni oramai trascorsi, seppure sapesse piuttosto bene quanto difficoltoso fosse passare quel rapido colpo di spugna. Ma non era riuscito nell'intento ovviamente, nonostante tutti gli sforzi. Avrebbe potuto "dimenticare" le immagini scomode semplicemente non pensandoci, ma le sensazioni erano marchiate a fuoco nella memoria e di quelle, volente o nolente, sapeva bene non si sarebbe mai liberato. Era per questo che probabilmente aveva continuato a darci dentro con gli allenamenti, non rifiutando nessun tipo di lavoro sporco gli venisse offerto. Pur di non pensare e fossilizzarsi su pensieri distruttivi avrebbe fatto carte false. Era pur sempre un testardo.
Perdersi nella musica era un diletto, un piacere per i sensi quasi quanto del buon sesso; lo aiutava a distendere la tensione interna e le note che produceva, pizzicando sapientemente quelle corde e lasciandole vibrare dolcemente con l'arco orizzontale, riuscivano meglio delle parole a fargli esprimere quello che sentiva e provava. Una liberazione, un modo per distaccarsi da tutto e tutti, per rimanere con se stesso. Oltretutto l'erhu non era uno strumento facile da maneggiare, soprattutto per un autodidatta; tutto questo rendeva quegli esercizi impegnativi abbastanza da regalargli momenti di qualità, privi di pensieri troppo oscuri ma pregni di tutte le sensazioni che si agitavano nel profondo della sua anima. Non per nulla le melodie che proponeva erano complesse, toccanti, struggenti, a volte con qualche tinta oscura. Ma quel giorno la magia delle note ebbe un brusco arresto, sancito dal palpitare sordo del suo cuore in petto e da quell'improvvisa esplosione di energia distante, costante. Persino il suo preziosissimo strumento, sempre tenuto con estrema cura, come tutto quello che gli apparteneva e che custodiva gelosamente, risentì di quell'onda dal momento che una corda s'era spezzata al passaggio dell'arco, producendo un suono stridulo, strozzato. Brutto segno. Lo sguardo smeraldino era rivolto alla volta celeste, per quel che la nebbia perpetua consentiva; stava succedendo qualcosa e presto quell'impetuoso disturbo d'energia, seppur momentaneamente distante, avrebbe travolto e distrutto la campana di vetro dentro la quale si erano tutti rifugiati. Di questo ne era certo.

Qualche giorno era passato da quell'esplosione che aveva scosse le fondamenta stesse dell'intero continente, prima che la lettera col sigillo del Juudaime Mizukage gli venisse recapitata direttamente a casa. Sentì chiaramente il rumore dei passi di colui che l'aveva portata a destinazione, così come lo strofinare caratteristico della carta ruvida sotto la porta mentre tendeva bene le corde dell'erhu, sostituendo quella malandata con una nuova. Pose delicatamente lo strumento sul tavolo, avendo cura di non urtarlo o danneggiarlo in alcuna maniera, quindi si diresse all'ingresso per prendere la lettera. Ne spezzò con un colpo secco la ceralacca e lesse rapido le poche righe scritte: era stato convocato per presenziare e partecipare a una missione nel Paese della Pietra, per fronteggiare nuovamente i demoni codati. Ebbe un brivido e storse il naso. Essere tenuto in considerazione per un affare di tale importanza era un onore e un onere, ma il pensiero di dover incontrare nuovamente la lumaca e la sua fottuta maledizione non era esattamente piacevole. Sospirò. L'adunata era prevista da li a poche ore, presso la piazza principale. Era meglio darsi una mossa, sistemarsi e posare l'erhu al suo posto prima di lasciare casa.
Erano un numero alquanto nutrito, quelli che presenziarono al discorso di Kobayashi Hayate, accompagnato dall'incipriato Fuyu e da altre personalità che aveva adocchiato ma mai conosciuto. Su quel palchetto rialzato, quel giovane uomo dalla folta chioma pallida fece un discorso che mirava a spronare gli shinobi a garantire la "sopravvivenza" del villaggio, e di conseguenza ad assistere il Taisei nell'ultimo atto di quella storia dalle pennellate cariche di chiaroscuri. Aveva avuto poco a che fare con entrambi i gruppi, quindi non stava a lui giudicare (per quanto avesse voluto). Se un superiore ti ordina di uccidere, uccidi; se ti ordina di morire per una causa, muori. Questo gli avevano insegnato al riformatorio. Ma che crediti aveva questo fantomatico gruppo chiamato "Taisei" per affermare di essere in grado di arrestare un cataclisma di quelle proporzioni? Potevano realmente fidarsi? Francamente non ci sperava, ma per ordine del Mizukage avrebbe quantomeno dovuto fare buon viso a cattivo gioco e concedere il beneficio del dubbio sulle scelte fatte.


Nessuno avrà il mio bel culetto servito con cura su un piatto d'argento, né una parte né l'altra. Dovranno sudarselo. Questo poco, ma sicuro.

E lo sguardo si perse fra la folla, saettando da una parte all'altra con garbo, nel silenzio irreale di quei pochi momenti. Era alla ricerca di qualche sagoma conosciuta, di qualcuno sul quale era certo di poter fare affidamento in quella missione suicida. Se doveva morire, almeno farlo vedendo per l'ultima volta un volto amico invece di quello di un perfetto sconosciuto gli avrebbe allietato il trapasso.

 
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3 replies since 17/4/2018, 15:44   314 views
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