Adunata - Shuukai 集会, Per coloro che parteciperanno all'evento e non.

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Lucifergirl88
view post Posted on 18/4/2018, 15:34 by: Lucifergirl88     +1   -1
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r5sGv7g

Aveva sempre odiato quella frase, ritenendola superficiale, in quanto scartava a priori ciò che era improbabile, relegandolo nell’angolino dell’impossibile, quando invece non era altro che una piccolissima regione del possibile. Tuttavia quel mattino, mentre era sotto la doccia, l’ovvietà dietro a quanto sarebbe accaduto di lì a poco, fu inequivocabile.
Era appena tornato dalla sessione di allenamento giornaliera e, come di consueto, si era fiondato sotto l’acqua per lavare via le fatiche e dare sollievo al suo corpo, dopo aver dato un saluto ad una Shizuka intenta a leggere sul divano in una posizione non del tutto convenzionale e un Kai che stava cercando di fare chiarezza nella sua testa per trovare che cosa cucinare per pranzo. Quegli ultimi giorni erano stati dominati da una falsa pace irritante…Non c’erano più state notizie dopo la missione con Takumi e Nuru circa gli attacchi dei Bijuu, se non qualche voce di corridoio che aveva sentito da altri Shinobi ai campi da allenamento, ma si sa, le voci restano voci fino a quando non c’è qualcuno con una certa autorità che possa confermarle. Di conseguenza stare al villaggio non era poi tanto diverso da prima che scoppiasse quel casino e che la realtà delle cose si spargesse a macchia d’olio. Solo…era tutta facciata. In realtà, gli Shinobi si allenavano più di prima. Gli spazi adibiti erano stranamente affollati - mai visti così tanti ninja dediti alla causa come quando sapevano di rischiare seriamente il collo - e non era raro scoppiassero delle risse per chi doveva usare i campi e quando. I negozi di armi ed equipaggiamenti stavano vivendo un periodo d’oro, la biblioteca era stata chiusa, il sapere di Kiri sigillato in salvo nei sotterranei e, nonostante Yu non ci si avvicinasse troppo, era chiaro che anche l’ospedale, così come i piccoli medici che avevano una struttura privata, fossero in gran fermento. Insomma, in perfetto stile della Nebbia. Chi più chi meno tutti stavano aspettandosi qualcosa. Non sapevano cosa, non sapevano quando, né tanto meno come, ma non uno di loro aveva l’ardire di credere che quella bolla di quiete prima della tempesta durasse ancora a lungo. Quindi ogni istante era importante. Ogni momento era utile in preparazione a ciò che sarebbe accaduto e Yu non fu diverso da quel punto di vista. Si era allenato ed esercitato con costanza, chiedendo anche l’aiuto di ‘Kichi e ‘Tatsu di tanto intanto, venendo anche a conoscenza delle possibilità di richiamare un Rospo più preparato di loro due semmai ne avesse avuto bisogno. E non era stato facile per quei fratelli dai colori sgargianti ammettere quella realtà.
Insomma, si era dato da fare e non aveva dormito sugli allori, eppure, quel mattino, sotto la doccia, mentre l’acqua scrosciava scivolando sul suo corpo carezzandolo piacevolmente e disegnandone le linee, quasi si piegò in due nell’avvertire quell’improvvisa esplosione di chakra. Fu come ricevere un pugno in pieno stomaco, secco, inaspettato, unito alla sensazione dell’elettricità che come tante piccole formiche percorreva la pelle facendo rizzare tutti i peli, e al gelo che ghermì la sua anima come un artiglio affilato. Ah la conosceva quella sensazione, l’aveva già provata di fronte ad una lumaca enorme che con uno sputo sarebbe stata capace di prenderlo e rigirarlo da dentro a fuori come un calzino, se solo avesse voluto. Non c’era alcun dubbio sulla natura di quell’energia, l’ipotesi della zebra in quel frangente non era proprio da prendere in considerazione di fronte all’ovvietà della cosa. E ciò che era più inquietante era che dopo quella prima violenta botta, quell’emissione di chakra anomalo non sparì nel nulla ma rimase lì, come si fosse assestata, come avesse trovato il suo posto, e se anche Yu che non aveva particolari doti sensitive riusciva a percepirlo…beh dire che era smisurata era altamente riduttivo.

Fu il rumore di porcellana in frantumi a farlo tornare coi piedi per terra. Si fiondò fuori dal bagno, senza nemmeno chiudere la doccia e con solo un asciugamano in vita, passando di fronte ad una Shizuka che si coprì all’istante il viso con le mani imbarazzata, arrivando in cucina dove Kai stava raccogliendo i cocci di una ciotola. Le mani gli tremavano ed era seduto al suolo, come non riuscisse a rialzarsi e quando voltò il viso nella sua direzione, Yu vide negli occhi del fratello le stesse identiche sensazioni che aveva provato lui stesso, la stessa sconcertata paura, la stessa inquietante consapevolezza, con la sola differenza che Kai quelle creature non le aveva ancora viste. Forse adesso, vivere in quella bolla di quiete fittizia, poteva non sembrare tanto male in fin dei conti. Ora che si era infranta e che gli strascichi di quel mondo impazzito erano riusciti ad entrare, tutto appariva dannatamente più vivido e reale, come se d’improvviso la Nebbia che sempre ammantava il Villaggio fosse stata risucchiata via mettendo a nudo il vero volto di Kiri, come se la pelle venisse strappata via dal corpo lasciando solo un ammasso di carne viva sottoposto alle intemperie del mondo, così indifeso, così scoperto…in definitiva quasi inerme. E Yu capiva perfettamente le paure che lo Yuki stava provando in quel momento. Le condivideva, forse meglio di lui stesso. Ma piuttosto che restare lì senza sapere nulla, in un limbo straziante foderato di falsa pace, per quanto potesse essere piacevole non pensare a cosa stesse accadendo al di fuori delle mura del Villaggio o al di là dei loro confini, era meglio che quella bolla si fosse dissolta. La cruda realtà era sempre meglio di una cortese ipocrisia, con tutte le conseguenze del caso.

La lettera del Mizukage era arrivata qualche giorno dopo quei fatti. Una missiva col simbolo dell’autorità impresso nella ceralacca blu, recante poche parole, forse anche superflue. Ed era seguendo quelle poche righe che quel mattino si era svegliato all’alba. Aveva fatto in tempo a salutare Shizuka prima che la Jonin precedesse lui e Kai all’incontro voluto da Hayate Kobayashi nella piazza principale del villaggio, giungendo al luogo prefissato col fratello, ma perdendolo di vista dopo qualche istante nel carnaio che si era assembrato davanti al palchetto. Fortuna che si erano salutati già prima. Avevano scambiato poche parole durante il percorso da casa fin lì, ma quelle poche erano bastate. Non c’era bisogno di alcun gran discorso per comprendere il reciproco desiderio di entrambi. Negli occhi glaciali dello Yuki, il Rosso non aveva fatto fatica a leggere un “Sopravvivi” grande come una casa e nello sguardo limpido di Yu, il moro avrebbe potuto leggere altrettanto, probabilmente con termini meno eleganti. Avrebbe potuto ritrovarlo lì in mezzo se avesse voluto, ma l’idea di utilizzare l’olfatto immerso in quel marasma di gente di tutti i tipi non lo solleticava per nulla e, comunque, non era una cosa necessaria. Kai era lì da qualche parte, e come lui stava alzando lo sguardo verso il Mizukage in bianco che si era affacciato sulla palizzata del piccolo palco ligneo ch’era stato allestito per quell’occasione. Attorno alla guida di Kiri, alcuni ufficiali di cui l’unico volto noto a Yu era quello di Fuyu. Ricordava ancora cosa gli aveva detto nelle diverse occasioni con cui aveva avuto a che fare con lui, quello che gli aveva indirettamente - e anche direttamente - insegnato e fatto comprendere, così come quelle parole misteriose e lapidarie che gli aveva rivolto dopo l’esecuzione di Endo Keizo. Un invito che Yu non aveva capito ancora a fondo, ma che non avrebbe rifiutato…sempre ammettendo che Hayate non li stesse mandando dritti dritti nelle fauci del mostro con quella missione.
L’idea di assistere il Taisei in qualsiasi cosa avesse intenzione di fare quell’organizzazione, gli faceva storcere il naso. Non conosceva poi molto dell’Ordine e della sua controparte, tuttavia quel poco che sapeva era abbastanza per non fidarsi. Sia Taisei che Kyo Dan avevano qualcosa da nascondere, era evidente, i loro reali scopi di certo non andavano a spiattellarli in giro e questo li rendeva, allo stato attuale delle cose, quelli che impugnavano il kunai dalla parte giusta. Quindi non lo stupì troppo che quel loro viaggio nel Paese della Pietra fosse a scatola chiusa, sperava solamente di sbagliarsi…che fosse solo una sua impressione quella che poneva Taisei e Kyo Dan come presenze ben più pericolose delle Bestie stesse sia per Kiri che per il resto del Continente.


Questo viaggio, nel bene o nel male, chiarirà ogni cosa.

 
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3 replies since 17/4/2018, 15:44   314 views
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