覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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view post Posted on 6/10/2018, 10:54
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D'improvviso alle loro spalle giunse una voce, assolutamente sconosciuta alla femme fatale; dovette voltarsi per poter notare l'uomo alla quale apparteneva, che bardato di vesti monacali avanzava tra la folla seguito da altri confratelli abbigliati allo stesso modo, anonimo. Aveva sentito parlare del Daimyo di Ishi no Kuni naturalmente e l'associazione con l'anziano munito di bastone fu abbastanza rapida. Si aspettava quello che avrebbe detto da li a poco, chiedendo loro di fermarsi. Quelli erano uomini pacifici, topi da biblioteca che non avevano la benché minima idea di cosa significasse sporcarsi le mani, morire. Erano rimasti a guardare sino a quel momento? Domanda lecita che preferì non esprimere, se non con lo sbuffare di una mezza risata.
Scosse il capo in segno di insofferenza al piccolo battibecco portato avanti dai protettori di Kataritsuen, che non parevano aver riguardo se non per il loro leader sconfitto. Ammirevoli nella loro devozione, patetici nel tentativo di difendere l'indifendibile. Trovò divertente persino l'intervento supplichevole del giovane uomo dallo sguardo di ghiaccio, simile all'ultimo rantolo di una bestia moribonda che chiede pietà per i suoi cuccioli. Sollevò nuovamente lo sguardo per guardarlo dritto negli occhi, freddo. Davvero credeva che gli avrebbero accordato una cosa simile? Lasciare andare il resto della combriccola non era compresa nel pacchetto, non per quanto la riguardava; accettare quella richiesta sarebbe stato come fare uno sconto sulla pena che non meritava assolutamente. Non dopo le menzogne, non dopo che i cadaveri dei suoi uomini giacevano a Fukagizu per un piano fallimentare. Aveva avuto la sua occasione di uscirne vittorioso alleandosi con le forze ninja di ogni paese, ma l'aveva sprecata. Gli alleati adesso erano tutti contro di lui e contro il Taisei, e non erano intenti a scendere a patti. Quanto meno non lei, e nemmeno la rossa al suo fianco, che se avesse potuto avrebbe calato lei stessa la sua Senkoku sulla testa di quel verme che aveva rischiato di portargli via la sorella maggiore, sozzando la terra col sangue di chi portava sulle spalle la colpa di ogni cosa.
No. Non ci sarebbero stati sconti per loro, non da parte della Roccia, ma un processo poteva andare bene. Sarebbe stato divertente vederlo annaspare per accampare scuse improbabili nel tentativo di salvare gli uomini che gli erano stati fedeli, oppure snervante osservare il buonismo di chi avrebbe cercato in tutti i modi di ridurre la pena che gli spettava dopo quanto accaduto. Ma non aveva importanza quello. Non per Chiye. Non gli importava assolutamente nulla oramai del giovane Kataritsuen, tanto bello quanto ingenuo. E lo ribadì per l'ennesima volta, dopo aver ascoltato le parole degli altri sovrani, coi quali si trovava d'accordo. -
Come detto, fatene quello che volete. Che venga processato qui, assieme a tutti loro. - disse gelida, autoritaria, con un sorriso appena abbozzato sulle labbra che non faceva presagire nulla di buono. Fece qualche passo in direzione del leader sconfitto, e subito alcuni dei suoi uomini più temerari si posero sulla difensiva, pronti a combattere per difenderlo. Chiye non aveva intenzioni ostili, quindi continuò la sua avanzata con estrema pacatezza, mostrando le mani per avvalorare la sua non belligeranza. Quando fu ad un passo da Kataritsuen, decise di inginocchiarsi presso di lui. - Non esistono sconti sulla pena per chi ha contribuito a tutto questo, Kataritsuen-san. Te l'avevo detto, no? Non avresti dovuto mentirmi e abusare della mia fiducia. La Roccia non perdona i torti subiti. - gli sussurrò melliflua, sensuale, avvicinando le labbra al suo orecchio destro come una serpe velenosa. Scambiò giusto uno sguardo con quei suoi occhi colmi di lacrime e rimpianti, prima di abbassarlo sul corpo senza vita del bel ricercatore, alzarsi e girare i tacchi per tornare da Akiho.

Si volse, dando le spalle definitivamente a colui il quale l'aveva tradita senza ritegno alcuno, mentre gli uomini di Ishi No Kuni presumibilmente facevano per sollevarlo da terra e portarlo via. Fece cenno ai suoi uomini per iniziare le operazioni di soccorso dei feriti, pensando prima a loro che a se stessa; poteva resistere a quel dolore alla spalla. Dunque si rivolse alla sorella, in un sussurro. -
Resta qui e assicurati che tutto vada come previsto. Non lasciare che lo giustizino, e che vengano processati tutti per quanto successo. Devono continuare a vivere, provando giorno dopo giorno il senso di rimorso che sta logorando la loro anima. - seria, senza alcuna inflessione stramba nella voce; quello era un ordine della Sandaime Tsuchikage. Akiho non ebbe assolutamente nulla da ridire all'ordine della sorella, questa volta. Erano sulla stessa lunghezza d'onda, e con determinazione piantò le sui iridi color ambra su Kataritsuen, pronunciando con un fil di voce un 'ryōkai' alla sua sovrana. La rappresentanza di Iwa al processo contro il Taisei era appena stata determinata, e quant'era vero che si chiamava Koizumi Akiho non l'avrebbe resa così facile a coloro i quali meritavano più che la morte. E ovviamente c'era anche il Kyo Dan a cui dare la caccia, e la femme fatale non vedeva l'ora di scovare quei luridi topi di fogna, parimenti colpevoli per quanto accaduto.

 
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.:.Honami.:.
view post Posted on 13/12/2018, 16:10




Luce. Luce accecante. Il suo corpo si stava disintegrando in una spirale di luce, come un miracolo. C'era acqua intorno a lei. Acqua e, in qualche modo, anche aria. Ma lei ormai stava scomparendo, lei ormai stava diventando luce. Forse si sarebbe dovuta chiedere il perchè, si sarebbe dovuta interrogare su quale fosse la sua destinazione. Ma perchè poi? Nelle innumerevoli volte che era stata ad un passo dalla morte, che era morta davvero, chiedersi il perchè, chiedersi dove si trovasse, non aveva portato a nulla.

*Tanto succederà qualcosa a breve... Tanto scoprirò dove sono... L'ho sempre fatto... E se sono morta davvero, forse questa è la volta buona che scopra davvero cosa c'è dopo... Ci sono arrivata sempre così vicina, ma non ho mai visto cosa c'è effettivamente... Forse c'è Raijin-sama ad asp-*

*Ma la vuoi smettere?!*


Quasi adagiandosi sugli allori, non si era accorta di avere gli occhi chiusi - a dire il vero non si era nemmeno accorta di averceli. Quella voce, così profonda, estranea, ma comunque familiare... Molto familiare... Le fece sgranare gli occhi... E ciò che vide, la fece quasi morire dallo spavento.



Gli immensi occhi arancio, la pelliccia rossa, il calore della sua sola presenza, inondarono lo spirito (?) di Honami, senza che potesse davvero farci qualcosa.

Lui era immenso, lì, di fronte a lei. Lei era lì, sospesa a mess'aria di fronte alla sua enorme figura.

C'erano solo loro, ma anche se ci fosse stato qualcun altro, a stento se ne sarebbe accorta.

Fu allora che lo sentì, quando i loro sguardi si incrociarono. Il ricordo di mesi prima, il dolore al petto, la rabbia e la voglia di fare qualcosa, l'attesa che ci fosse un segno. La sua chiamata. Come se il Chakra dentro di lei, il Chakra stesso di Son Goku, si fosse risvegliato d'improvviso.

Tutto la inondò, nel momento stesso in cui la visione di Son Goku comparve di fronte a lei. E, nonostante lo stupore, non ebbe paura. Perchè averne? Lui l'aveva salvata, l'aveva riportata in vita. Lei aveva tenuto fede alla sua promessa, aveva aiutato un suo amico ad essere libero.

No, non aveva paura.

"*Cos... Son Goku-sama! Dove siamo? Eri anche tu nella grotta? E Isobu-sama?*"

Stava parlando? Stava pensando? Le sembrava di aprire la bocca, ma non era sicura lo stesse davvero facendo. Voleva guardarsi intorno, ma lo sguardo dello scimmione era magnetico, più di qualunque cosa avesse mai visto in vita sua.

*Woh.. Pulce, calma! Non mi far pentire della mia scelta.. Non lo so che posto è questo, io però di una cosa sono certo... Sono dentro di te...*


Affermò lo scimmione, quasi dubbioso di quelle parole. Parole che la fecero rimanere di sasso. Spalancò la bocca, cercando di capire - tralasciando che l'avesse chiamata Pulce... In fondo lo era...

"*Dentro di me? Aspetta in che senso? Il tuo Chakra è dentro di me, si ok, mi hai salvato, insieme a Sasaki-Sempai e Misato-chan mesi fa. Ma ora?*"

Agrottò le sopracciglia, diventando spaventosamente simile ad una versione più grande e più cazzuta di Gorira. Stava esagerando? No, un minimo di spiegazione le spettava, no?

*Eravamo intrappolati. I tuoi amichetti umani hanno tradito anche la tua specie, intrappolando voi e noi in un'enorme statua. Non so bene cosa sia successo, non so bene come ci siamo trovati ad uscire da lì, ma ho sentito che la via era libera, ho sentito l'impulso della libertà...*


Chiuse un attimo gli occhi. Honami cercò di concentrarsi. Che anche Isobu lo avesse sentito? Per questo li aveva presi con se?

*Ma avevo bisogno di un... Passaggio per così dire... Nella miriade di puntini luminosi del vostro Chakra impuro... Ho riconosciuto il mio di Chakra, mescolato a qualcos'altro... L'ho assorbito... E mi ci sono aggrappato, al tempo stesso...*


Gli occhi furono riaperti di scatto. La loro espressione era strana, quasi di sfida. Honami però resse lo sguardo. Non sapeva cosa pensare... O meglio, aveva così tante domande che non sapeva da dove cominciare... Cercò di carpire ogni sfumatura, ogni singolo enigma di quelle parole e di quello sguardo... Ma forse ci mise troppo...

*Bhè? Non hai nulla da dire? Comincio seriamente a pensare di aver sbagliato... Infondo avevo altre due scelte...*


Fu quello che finalmente le fece rompere il silenzio. Ok, gli umani avevano rinchiuso gli stessi Shinobi e i Bijuu all'interno di un'enorme statua e adesso ne stavano uscendo, quindi nulla di cui preoccuparsi, al momento - o quasi. Aveva definito il loro Chakra impuro, e anche quello poteva capirlo - loro erano enormi Bestie fatte del Chakra più forte e puro che potesse esistere -... Ma...

"*Perchè io? Cioè... Perchè io e non Sasaki-sempai... O Misato-chan? Erano anche loro qui, no? E' stato un caso? Non saranno... Mica... MORTI?*"

La preoccupazione, nella sua ultima parola, alzò di un'ottava il tono. Per quanto l'idea della morte stava diventando quasi sua compagna in ogni singola missione compiuta durante la breve carriera, l'idea che una... pulce... come lei fosse stata scelta, invece che coloro che avevano dimostrato di essere più forti, più capaci, la fece rimanere di stucco, facendole tornare la paura che i compagni fossero andati via per sempre.

Stava tornando indietro... Non si sentiva all'altezza di tutto ciò che aveva fatto, di tutto quello che avrebbe dovuto fare. E come avrebbe potuto? Già il solo possedere il suo Chakra per i mesi precedenti, l'avevano fatta sentire... Strana. Che significava il fatto di averlo dentro di se?

In tutta risposta, lo scimmione sorrise beffardo, riaprendo gli occhi.

*Oh... Non credere di essere speciale... Non credere che perchè io ti stia spiegando la situazione e ti abbia scelto per farmi uscire, allora sarà tutto rose e fiori... Ho scelto te... Perchè mi piace mettermi alla prova, mi piace vedere fin dove mi posso spingere... Mi piacerebbe vedere dove tu, potrai spingerti...*


Rimase di sasso... Non le stava piacendo la piega che quella conversazione stava prendendo.

"*Che intendi?*"

Uno sbuffo la pervase, così come il calore della sua sola presenza.

*Hai un legame con la mia specie, lo sento nel tuo essere. Il tuo sangue e il mio sangue sono uniti. Conoscerai il nostro Nindo quindi. Non credo che io debba perdere tempo a spiegarti che, fintanto che lo perseguirai, non ci saranno problemi.*


No, non c'era bisogno. In un certo verso la pelliccia dell'enorme gorilla le ricordava la chioma dell'Eremita stesso. Non credeva di essere speciale, non lo aveva mai creduto... Nemmeno dopo essere tornata dal mondo dei morti... Ma non aveva ancora ricevuto risposta... O meglio... Per lui era solo una sfida? Dopo tutto quello che anche lei aveva passato per lui... E i suoi fratelli? Dopo essere morta, per lui?

E questo la fece arrabbiare. La fece arrabbiare come non le succedeva da tanto, tantissimo tempo. Le sembrò di essere tornata indietro al suo esame Genin, quando il Sensei Kurenai le impose di uccidere quel cucciolo d'orso, quando Reisei la costrinse al taglio delle dita, prima che capisse il perchè del suo gesto. Una rabbia e un'istinto.. Quasi non sue...

"*Sì, MA DIMMI COSA SIGNIFICA!!!*"

Sbottò, senza riuscirsi più a trattenere, con il cuore a mille e il calore nel petto che ribolliva come non faceva più da mesi, come l'ultima volta che aveva sentito la voce di Son Goku nella sua testa, in quella valle.

Silenzio tombale cadde dopo quelle sue grida isteriche. Silenzio durante il quale Honami non potè far altro che portare le mani al suo cuore, cercando di alleviare il dolore. Ma nemmeno il Chakra curativo ci riuscì. Non riusciva a trattenersi... Non riusciva nemmeno ad essere dispiaciuta...

E Son Goku rise. Spalancò l'enorme bocca, il buco dell'inferno per il calore che emanava. Continuò a ridere di gusto, così come aveva visto ridere i Primati all'Eremo dopo le burle di Chiisaru...

*Oh, sarà divertente! Hehehehehe! Sarà moooolto divertente, vedere come reagiranno i tuoi simili. Vedere cosa accadrà una volta che dirai di me, se lo dirai heheheheh! Se riuscirai a tenertelo dentro. Guarda! Già non riesci. La mia natura è troppo potente per te?*


La stava prendendo in giro? Seriamente? La canzonando?

"*Io... SMETTILA!*"

E la smise. Il suo sguardo tornò serio. La sua bocca rivolta in un ringhio, ribollente della natura demoniaca del Primate. Era indubbiamente spaventoso.

*Oh! Pulce, non permetterti di rivolgerti a me in quel modo. Ho scelto te perchè mi piacciono le sfide, perchè hai mantenuto la tua promessa e perchè voglio metterti alla prova. Abbiamo un legame, ma non mi fido della vostra specie. Ho voluto riportarvi su questo mondo donandovi il mio Chakra per capire se effettivamente vi meritaste l'onore di tenervi stretto questo legame. Per capire se il marciume che scorre nelle vene degli umani potesse appartenere a tutti, o qualcuno si salvasse. Ci avevo visto lungo, fortunatamente. Non mi avete deluso. Ma non voglio che tu mi prenda alla leggera. Non voglio che tu pensi di potermi sorpassare... Di potermi usare... Io ho bisogno di te, per uscire di qui, non lo nascondo. Potremmo andare d'accordo... Ma tutto questo dipenderà da te...*


Il ringhiò continuò, per qualche secondo dopo le sue parole. Honami riflettè... E poi, dopo l'iniziale paura... Anche lei sorrise.

"*Ah sì? Non hai fiducia nella mia specie?*"

Domandò. Attendeva una risposta, che però non arrivò. Non ne fu comunque sorpresa.

"*E come puoi pretendere rispetto... Quando sei tu il primo a non portarmene?*"

Lo disse, senza paura, senza pensare alle conseguenze. Voleva ucciderla? Che lo facesse. L'aveva riportata in vita, poteva benissimo toglierle quello spiraglio di luce. Tanto non sapeva nemmeno dove si trovasse in quel momento. E se l'avesse uccisa, a lui cosa sarebbe capitato?

"*Lo hai detto tu stesso... Hai bisogno di aggrapparti a qualcuno per uscire... Bene... Io non voglio usarti e sono felice di aiutarti, L'ENNESIMA VOLTA... Faccio un passo indietro e non ho intenzione di tradire il Nostro Nindo. Perchè non cerchiamo di convivere, quindi? Ti ho dimostrato di poterti fidare di me no? *"

Il ringhio rimase ancora lì... Per un po'... Ma poi, si ammorbidì, e un sorriso beffardo si dipinse sull'enorme muso.

*Ne riparleremo... Stanne certa... Pulce*


E fu così che Son Goku scomparve. Fu così che una luce intensa la inghiottì di nuovo.


E dall'immensità della luce eterna, il buio della notte e il fresco della sera, la inondarono.

Esalò un sospiro che quasi le fece male ai polmoni. Aprì di nuovo gli occhi e si ritrovò nella piazza... Come se nulla fosse successo... Come se fosse semplicemente svenuta. Come se quello fosse stato solo un brutto sogno.

Ma lo era stato?

Si guardò intorno. Non era sola. Era lì con un'infinità di altre persone. Era lì con la sua squadra.

*Rikku-chan! Akira-kun e Shun-kun! Dove sono? Staranno bene? Avranno sognato tutto anche loro?*

Si ricordò d'improvviso, alzandosi in piedi e cercandoli nell'infinità di persone che, come lei, stavano rinvenendo.

Un giramento di capo improvviso, dovuto all'essersi alzata di colpo.

E poi di nuovo... Il dolore al petto...

*Oh, sono sicuro che sia successo anche a loro... Ma credo che tu sia la sola ad avere un ospite, Pulce*


Sgranò gli occhi.

Quella voce. No, non aveva sognato nulla.
 
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