覚醒 Kakusei: scontro finale, [Fase 4]

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Memphos
view post Posted on 20/4/2018, 16:03 by: Memphos
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C
osì inizia la sua marcia.

Non è stato un addio, né un arrivederci. Non è stato niente.

Nei suoi allenamenti col gigante Fumimaro, Sasaki si addestrava nell'arte del controllo del chakra di Son Goku. Quel chakra che non riusciva ancora a plasmare correttamente, ma del quale poteva avvertire tutta la furia dentro di sé. Un denso concentrato di energia carico di un potere ancestrale difficile da spiegare e capire. Si poteva solo sentire. Appariva, a volersi davvero sforzare a descriverlo, come il rombo di un tuono che non cessa mai che, scaturendo dalle proprie viscere, irradia il proprio corpo di energia e amplifica ogni senso.
Era stato grazie a quella sensazione che Sasaki era finalmente riuscito a tenere testa a Fumimaro. Ed era allora che aveva capito come mai sia lui che quegli altri due stronzi dei suoi compagni erano così forti. Potenziati da questo chakra, non aveva avuto mai davvero una speranza, ma ora....

Queste sono tutte considerazioni interessanti. Si potrebbe passare molto tempo a descrivere quel che aveva passato Sasaki in questi giorni di allenamento, in queste settimane quasi, preparandosi giorno dopo giorno per qualcosa che non sapeva, qualcosa che sarebbe arrivato, se lo sentiva. Finché non giunse.

Quel secondo, spaventoso, boato di chakra mandò in tilt le sue capacità sensitive, che si erano affinate in maniera notevole dopo la missione negli oceani. Quando ci pensava, era curioso ricordare di come ogni sua vicissitudine aveva a che fare con l'acqua: dalla sua capacità con le catene, al suo soprannome, all'onda dalla quale era fuggito, alla spada cremisi sulla cinta, al metallo stesso delle sue lame: tutto aveva a che fare con l'acqua. Elemento che neppure sapeva manipolare. Ironico.

Dicevamo comunque, quel secondo boato mandò in tilt i suoi sensi e anche Fumimaro lo avvertì. Lo avvertirono praticamente tutti a dire il vero, lui solo più di alti. Sembrava quasi un lamento, un urlo atroce, un latrato denso di così tante emozioni che era complicato anche solo pensare a cosa c'era dentro: speranza, odio, frustrazione, rabbia. Perfino...amore? Anche se era una cosa che non aveva mai sentito e che manco ci teneva a provare, queste erano le idee che si era fatto di quel boato di energia. E quando lo aveva sentito, senza aggiungere altro, aveva fatto “le valigie” ed era partito.

Era stata una partenza frettolosa, seguito da Fumimaro al suo seguito e lui soltanto. Aveva salutato con sguardo greve tutti i Primati e i monaci dell'eremo. Gli uomini in particolare avevano uno sguardo spento, forse pensavano a cosa sarebbe accaduto delle loro vite se lui non fosse tornato. In quel preciso istante non sapeva che dire o aspettarsi. Ripensò a molte cose in quel preciso istante: il primo pensiero, dopo tanti anni, fu diretto verso suo padre. Cosa ne fosse stato di Tetsuya Keigo, non ne aveva idea. Poi pensò a Misato ed Honami. Poi a Yoori. Poi rivolse perfino un pensiero al maestro, poi a Chisana, poi alle strane figure dai capelli cobalto che mesi prima aveva fatto un bel casino nel Paese del Cielo. Un susseguirsi di pensieri che si stupì di avere. Forse, in cuor suo, la consapevolezza che stava per partecipare a qualcosa di fatale lo aveva colto fin nel profondo. Così doveva essere anni fa, quando rimase bloccato dentro quella cazzo di biblioteca a causa di Watashi, ma allora...boh, era giovane e stupido? Ora era forse vecchio e saggio? O era giovane e saggio? O vecchio e stupido? Bah. Non importava.

Fu con un grande peso nel cuore ma con una determinazione ruggente che si misero in viaggio, in direzione della Pietra. Ad ogni passo, sentiva chiaramente il flusso di chakra permeargli il corpo. Fu un viaggio fatto in fretta e furia, seguito da un Fumimaro che, in forma gassosa, lo seguiva come un turbine. Cosa avrebbe dovuto fare con lui? Lasciarlo all'eremo? Ucciderlo? Era una minaccia portarselo con sé? Troppe domande che non si era posto. Lui era partito, punto. Impeto di petto, volontà indomita. L'Eremita dei Primati si lanciava all'inseguimento di quello che stava per accadere.

E quando giunse di fronte a qualcosa di invisibile, poté chiaramente percepire una barriera. Non molto densa, ma presente...passò attraversò con un braccio, non sentì alcun effetto. Allora prese una decisione molto divertente.

Concentrandosi quel tanto che bastava, caricò nel pugno quanto più chakra poteva. Accumulò anche un po' di chakra smeraldino di Son Goku. In quel singolo pugno mise dentro tutte le sue emozioni, e lo schiantò sulla barriera.

Non si aspettava certo di frantumarla, era troppo grande, per quanto sottile. Ma sperava di fare due cose: anche se non gli impediva davvero il passaggio, sperava di poterla frantumare almeno in parte. SI sarebbe ricomposta, certo, ma il gusto di vedere quella cupola di chakra collassare dietro il suo martello di carne gli piaceva. Voleva mandare un messaggio chiaro: sono arrivato, stronzi.

Fu con un bel baccano che la barriera aprì una breccia per permettere loro di passare. I due la attraversarono in fretta.

Sasaki: ”Bene. Fatevi sotto, mezze pippe del cazzo che non siete altro”

Mormorò a denti stretti. Sapeva che sarebbe arrivato qualcuno dopo il suo “cauto” ingresso. Ormai queste cose erano prevedibili come il rutto dopo la birra. Avrebbe avanzato, senza aspettare nessuno in particolare. E vada come deve andare, questa storia doveva finire.




Zpaggo la barriera for the lulz e avanzo lentamente, ergo non vado in piazza. Spero che l'essermi preso la libertà di aprire una breccia nella barriera non sia un problema.
 
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