| Al sentire le parole riguardanti i possibili illeciti della Taiko Setsu, il padre di Ren non sembrò particolarmente turbato; era stato un dipendente e quindi era plausibile che lui per primo ne fosse stato coinvolto e si fosse riempito le tasche alle spalle di chissà quanti innocenti. Esporre tutta la verità non poteva che avere due possibili epiloghi: o l'ex impiegato si sarebbe impietosito e avrebbe provato a fare ammenda per i peccati commessi tempo prima, oppure avrebbe conservato lo spirito omertoso e avrebbe rifiutato per timore di pagare a sua volta per ciò che aveva commesso. Ad ogni modo, non fu altrettanto facile sentir nominare il nome della madre di Kinji e, per tutta risposta, deglutì sonoramente ripetendolo quasi sconvolto mentre continuava fissare il più giovane con occhi sgranati. Come il Jonin anche gli altri due shinobi avrebbero notato senza dubbio la reazione alquanto sospetta.
La conosce? Devo sapere di più ed incalzarlo adesso per battere il ferro finchè è caldo.
Calò un silenzio pesante tra le due parti e, sebbene la coppia di Uchiha si stesse trattenendo piuttosto bene, non sarebbe sicuramente durato a lungo il loro autocontrollo. Anche Ren notò una certa tensione nell'aria e cercò di rendersi conto di come stesse il padre che era visibilmente scosso per la notizia; inutile ormai far finta di niente, dovevano sapere e Ren venne allontanato con la scusa di preparare il thè, ma non senza prima protestare per non poter ascoltare a sua volta cosa si sarebbero detti. Un cenno dell'uomo ed i tre si accomodarono nel salone per poter conversare sulla Taiko Setsu e tutto ciò che sapeva riguardo il malaffare e Reina Uchiha con un velo di malinconia negli occhi da parte dell'interlocutore. Quest'ultimo spiegò che avevano ragione a sospettare della azienda farmaceutica e che essa si serviva di soldati addestrati appositamente per procurare loro materiale su cui lavorare o morire nel tentativo. Si trovavano davanti a gente senza scrupoli che aveva coperto abilmente per anni i rapimenti di persone, feccia della peggior specie. Kinji approfittò della piccola pausa per incitare con garbo a proseguire con le confessioni.
- Prosegua, per favore.
Il fine ultimo della ditta era dunque quello di sperimentare la capacità degli esseri umani di possedere più "capacità speciali", così erano state definite, in un unico individuo. Che cosa aveva a che fare questo con Reina? Forse l'ex impiegato intendeva kekkei genkai, solo così avrebbe avuto senso il coinvolgimento della donna e dei suoi occhi tanto ambiti al di fuori di Konoha. Comunque l'uomo affermò di essere stato all'oscuro per molto tempo sui veri scopi della Taiko e, dopo la nascita del figlio, si era dimesso. Proruppe poi Shin, il quale chiese all'interlocutore se conoscesse un tale Jiheishō Heiji, un nome che ai due Anbu nella stanza non risultava affatto familiare, ma non per il padrone di casa: disse che era stato il suo superiore e che lavorava ancora nella divisione di Mepuru... e Reina era sotto la sua supervisione. Se lavorava ancora li ed aveva il compito di sorvegliare la madre di Kinji, allora c'era ancora speranza di salvarla. Ma qualcosa non era ancora chiaro nel racconto dell'ex dipendente della ditta.
Perchè tutti questi anni di silenzio? Se solo avesse parlato prima con le autorità competenti, con Akane, a questo punto avremmo fatto passi avanti non indifferenti per poter salvare mia madre e tutte le persone innocenti la dentro. E sopratutto, perchè non ha fatto in modo di far fuggire la madre di Ren?
Lo sguardo dell'uomo e dell'eremita si incontrarono attratti magneticamente l'uno all'altro e rimasero così mentre il primo continuò a dare spiegazioni. Era rammaricato per non aver potuto salvare Reina, ma pare che fosse stata lei per prima a convincerlo ad andarsene da li. Parole piuttosto strane... ma quello non era che l'inizio. Quel tale Heiji stava cercando di studiare lo Sharingan della donna, capace di leggere nella memoria delle persone, ma studiarlo su un individuo già adulto era ben più complicato. L'uomo deglutì pesantemente per la seconda volta; non era facile confessare quali atrocità avesse compiuto la Taiko Setsu, ma loro dovevano sapere la verità per porre fine ai loro piani una volta per tutte. Shin e Kinji incassarono il colpo, intuendo cosa avesse potuto fare quel mostro pur di ottenere un soggetto da poter studiare meglio.
Come si può fare una cosa del genere!? Heiji... come hai osato, maledetto bastardo. Io ti troverò e te la farò pagare cara, carissima, lo giuro!
Gli occhi colmi di rabbia verso quel destino così tremendo e le mani strette in due pugni che non potevano far altro se non sfogare la frustrazione con quella stessa stretta. Il padrone di casa quindi continuò affermando che ogni tentativo si era rivelato un fallimento, ma purtroppo erano ormai anni che non lavorava più li, quindi non poteva sapere cosa fosse accaduto nel frattempo. Purtroppo per lui, Shin non riuscì a contenersi altrettanto bene come il figlio e si lanciò letteralmente addosso a colui che avrebbe potuto fare qualcosa per lei anni prima. Il Vermiglio vide il padre afferrare l'uomo per il colletto e vomitargli addosso tutte la rabbia che aveva covato negli anni passati a cercare la moglie, la madre dei suoi figli, e per un istante Kinji si sarebbe unito volentieri a lui con altrettanta veemenza; si alzò di scatto ma, quando Hakucho cercò di riportare Shin all'ordine, si rese conto che non poteva incolpare quel semplice impiegato per ciò che avevano fatto a sua madre. L'odio degli Uchiha doveva incanalarsi sui veri responsabili della vicenda, non su chi eseguiva soltanto gli ordini e aveva per giunta mollato per il rimorso. Si avvicinò al padre poggiando una mano sulla spalla, tenendola ferma saldamente.
- Basta così papà. Non è lui il nostro nemico, e noi non abbiamo tempo da perdere ora più che mai.
Una volta scollato il furente Shin da colui che aveva aggredito, quest'ultimo cercò di giustificarsi affermando di aver provato a far uscire Reina da li, ma non poteva portare via anche lei ed implorò il trio (nello specifico Kinji, che sembrava il più ragionevole) di lasciare fuori da quella storia il piccolo Ren, informandoli che la Taiko non doveva assolutamente mettere occhio su di lui. Le ultime affermazioni sollevarono ulteriori dubbi nell'Uchiha, il quale, una volta ripresa la calma, li formulò in attesa di risposta.
- Cosa intendi con "anche lei"? Quindi sei riuscito a far fuggire qualcun altro dalla struttura con successo? Come? E poi la preoccupazione quasi maniacale che Ren si avvicini alla Taiko Setsu è alquanto strana... cosa lega Ren all'edificio oltre alla presenza di sua madre? Perchè dovrebbero essere interessati ad un ragazzino senza alcuna abilità particolare?
Una piccola pausa per poi riprendere.
- Non mi importa quali siano i rischi: io devo entrare li dentro in occultamento e tirerò fuori da li mia madre, costi quel che costi. Se vuoi davvero che Ren sia lasciato fuori da questa storia, comincia a dirci come possiamo infiltrarci e tutto ciò che sai sugli spazi interni. Corridoi, ale, stanze, password di sicurezza, dottori, pazienti... OGNI cosa, voglio sapere ogni cosa che può essere utile a muoverci una volta li. Se mi troverò davanti ad un ostacolo inaspettato, non mi farò problemi nel raderlo al suolo pur di riavere mia madre, è chiaro?
Parole che dimostravano la determinazione quasi cieca con cui l'Uchiha stava affrontando la situazione e, senza nemmeno rendersene conto, mentre parlava lo Sharingan si era manifestato rendendo il suo sguardo dapprima umano e sincero, ben più intimidatorio e sinistro. Reina Uchiha era li, aveva sofferto abbastanza, ora la priorità del Vermiglio era salvarla a qualsiasi costo... e uccidere quel Heiji per ottenere la sua giusta vendetta.
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