覚醒 Kakusei: Risveglio, [Fase 1 e 2]

« Older   Newer »
  Share  
NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 10/4/2017, 20:31 by: NGDR - 10° Anniversario







2up8sxz

2up8sxz

Evento


覚醒 Kakusei: Risveglio







[Iwa]

Gli occhi vuoti di Hagewashi fissano la maschera priva di espressione della Vipera, mentre l'uomo solleva una mano e porta due dita all'altezza dell'orecchio, inclinando il capo per ascoltare meglio: devono esserci nuove comunicazioni dalla Roccia. Lo vede annuire, mormorare qualcosa di indistinto attraverso la maschera di porcellana e infine lasciar ricadere il braccio lungo il fianco.
Le orbite piene d'ombra scrutano un'ultima volta l'infernale paesaggio che li circonda, prima che Tadao rivolga un breve cenno alla sua collega ed ambedue spariscano inghiottiti dal fumo, come due yokai evanescenti.
Taki?
Ci raggiungerà appena possibile” - un breve scambio di battute mentre i due continuano la loro corsa silenziosa: un'avanzata particolarmente cauta, rapida, sottovento, mentre i due approfittano delle fumarole ancora accese per dissimulare la loro presenza.
Il Paese dell'Erba è sì uno Stato-cuscinetto che li separa dal Paese del Fuoco, ma ciò non vuol dire che sia saggio farsi cogliere in bella vista, nei pressi del luogo di un disastro; Kusa no Kuni è un'amena distesa verdeggiante, un posto da favola per gente del deserto roccioso, un luogo meravigliosamente pianeggiante... in cui una colonna di fumo di quell'entità risulta perfettamente visibile a chilometri di distanza. Il realismo suggerisce che le sentinelle alla frontiera del Paese del Fuoco l'abbiano notata senza troppo sforzo, così come quell'ondata di energia spaventosa... questo sempre che non sia la stessa Foglia ad aver innescato quel disastro; ciò vorrebbe dire che si tratta di una provocazione palese, il che porta a temere che presto potranno essere sotto tiro: non ha senso spaccare un muro, se non c'è nessuno pronto a lanciarsi dentro al varco. Per fortuna Chiye-sama ha compreso immediatamente il rischio che corrono, e a quest'ora Komurasaki – o meglio, quello che ne resta – di certo pullula di shinobi armati fino ai denti e pronti a dar battaglia.

La brezza delicata piega gli steli della prateria e spinge il fumo rasoterra, rendendo la respirazione difficoltosa ma donando loro una copertura inaspettatamente efficace; all'improvviso tuttavia Hagewashi scarta di lato e per poco non va a scontrarsi con Mamushi, il quale le lancia un'occhiata in tralice, sospettoso e allarmato; il sospetto aumenta quando con la coda dell'occhio percepisce un vuoto, in luogo della compagna che corre alle sue spalle.
I lineamenti dell'uomo si contraggono al di sotto della maschera: pianta il tallone destro a terra e compie mezzo giro su sé stesso, le mani pronte a comporre i sigilli di una jutsu difensiva, ma si rende subito conto che Rumiko sta benissimo.
Tadao, devi vedere una cosa!
Nessuno li sta attaccando.
La giovane donna è china una decina di passi dietro di lui, e sta esaminando una curiosa roccia conficcata nel suolo: da come l'erba è piegata sotto di essa, si deduce che dev'essere caduta dall'alto ed anche di recente. Le bruciature che ne anneriscono la superficie potrebbero avere qualcosa a che fare con quella strana eruzione; per di più si mostra essere molto, molto calda al tatto. Peserà almeno una sessantina di chilogrammi, e la sua forma fa escludere del tutto che si tratti di un elemento di origine naturale: è squadrata con cura, ed esaminandola da vicino presenta una fascia larga un palmo decorata a bassorilievo sotto lo strato di fuliggine.
Quei simboli non assomigliano a nessuno mai visto ad Iwa: Tadao scommetterebbe la sua licenza ANBU che Rumiko sta pensando esattamente quello che pensa lui, mentre avvicina le dita inguantate agli strani glifi per esaminarli.

Una scintilla azzurrognola si accende all'improvviso sulla pietra, ronzando sommessamente.

Si è già spenta un istante dopo, tempo comunque sufficiente per i due militari di portarsi precipitosamente a distanza di sicurezza, acquattati nell'erba alta; da lì restano a fissarla in silenzio, per diversi minuti, senza muovere un muscolo.


[Kiri]

Garriti, stridii, grida, gracchiare, richiami rauchi e pigolii acuti, incessanti, martellano le orecchie esauste dei garzoni al porto di Kirigakure no Sato, e non solo quelle dei garzoni... ma anche quelle di tutti gli incauti che avvistato lo stormo, hanno deciso di ignorarlo e continuare a fare quello che facevano fino a quel momento.
Cinque minuti dopo il selciato delle banchine si è ricoperto di un sottile strato di guano scivoloso, biancastro, con vaghe striature verdognole o grige, che invece di asciugare si mischia con l'umidità della nebbia e diventa persino più sdrucciolevole di quanto non sia di per sé; neanche il cielo è sicuro date le incursioni di gabbiani e cormorani, che non si fanno problemi a calare in picchiata sulle ceste di pesce esposte al mercato. L'unione fa la forza, e lo stesso istinto che porta la colonia ad attaccare in massa quando il predatore si accosta ai nidi, spinge le creature alate ad aggredire qualsiasi essere, sia esso quadrupede o bipede, che osi incamminarsi tra le vie del porto.
I ninja sembrano avere più fortuna dei comuni mortali: grazie alle loro jutsu riescono a tenere a distanza i volatili impazziti, in modo da poter portare a termine le loro commissioni o terminare i loro incarichi... ma di certo non avrebbero taciuto la strana situazione, una volta giunti a fare rapporto presso il Palazzo del Mizukage.

Non si è mai vista a memoria d'uomo una cosa simile, neanche durante il periodo delle migrazioni stagionali. È insensato che avendo a disposizione un intero arcipelago, i volatili si siano precipitati in massa nell'unica isola densamente popolata nel raggio di miglia marine... è semplicemente folle. Equivale a gettarsi tra gli artigli del falco, o deporre le uova alla mercé di ratti e volpi.
Trascorre il tempo, la giornata invecchia e gli uccelli, sempre più numerosi e affamati, iniziano a sorvolare il centro del Villaggio anziché cercare cibo in mare: li attira l'aroma dei pasti umani, il lezzo proveniente dagli scarti domestici e la promessa di protezione offerta dalle chiome degli alberi dei parchi. I gabbiani sono i peggiori di tutti: si aggirano per le strade, tronfi e impettiti, come se si trovassero a casa loro; vuotano i sacchi di spazzatura con una meticolosità diabolica, spargendo metodicamente ogni rifiuto al suolo e contendendosi ogni misero grammo di cibo abbandonato dagli umani incauti.
Quanto ci vorrà, prima che inizino ad attaccare ogni singolo passante che rechi borse o sporte tra le mani?





Edited by -Egeria- - 15/3/2020, 18:13
 
Top
9 replies since 26/2/2017, 22:14   1565 views
  Share